1. Numero 37 del 15 settembre 2014
Risparmio gestito e titoli di Stato
Circa un anno fa mi ero già occupato del tema
risparmio gestito e della raccolta che aveva ripreso a crescere, e di
molto, dopo anni asfittici. In questi giorni nuovamente ci informano che dall’inizio dell’anno sono stati messi
insieme altri 75 miliardi di euro portando
record storico.
Il dato in sé, letto superficialmente, è
questo aspetto, sempre che ci riesca. Era
a 575 punti base, il governo Berlusconi faceva le valigie
Ricorderete tutti il titolo cubitale col quale Il Sole 24 Ore il giorno dopo uscì in edicola:
le masse complessive a quasi 1500 miliardi e toccando così un nuovo
, interessante e positivo. Oggi però voglio dare una lettura differente di
il 9 novembre del 2011 quando lo spread toccò il suo massimo storico
valigie, e l’Italia sembrava a un passo dal fallim
In nemmeno tre anni ne è passata di acqua sotto i ponti: tre governi, mercati in crescita, spread a nemmeno 150
punti, rendimenti imenti dei titoli di Stato mai così bassi. Certo, l’economia reale va male, malissimo (prima certo non
godeva di ottima salute), ma dal punto di vista degli investimenti finanziari le cose sono andate bene.
Direte, che c’entra tutto questo col risparmio gestito g
? Ci arrivo.
Oggi di quel patrimonio complessivo di 1500 1
miliardi di euro, 622 miliardi sono investiti in fondi aperti (fondi e
sicav, per capirci), e di questi 622 miliardi quasi
due terzi, 406 miliardi (65% del totale)
gruppi bancari ncari o finanziari che, usando un eufemismo, non hanno mai brilla
brillato per qualità e performance. Li
in ordine sparso: Generali, Mediolanum, Ubi, Banco Popolare, Credem, Azimut, Pioneer, Arca, Intesa
Fideuram) e Anima (che a sua volta racchiude le masse di
BPM e di MPS, acquisite negli anni scorsi
loro, o quasi tutti loro, che hanno macinato record di raccolta
in questi mesi e anni
volta che quando le grandi banche pigiano sull’accelera
sull’acceleratore fanno andare le cose come vogliono loro
Il punto però interessante è vedere come i portafogli dei risparmiatori si sono riempiti di strumenti di
risparmio gestito, e quelli delle banche
al contrario si sono imbottiti di titoli di Stato, principalmente BTP.
Marcello Agnello
lla ardi mbrava fallimento.
sono in mano a 10
to cito
(Eurizon e
, scorsi). E sono
anni, confermando ancora una
e loro.
2. A fine 2011, cioè all’apice di quella che sembrava una prossima e certa catasfrofe finanziaria in Italia, le banche
italiane detenevano 251 miliardi di titoli di Stato
ancora fino a 411 miliardi a dicembre 2013
Un incremento complessivo pari a quasi il 70%
E dal punto di vista dei rendimenti come sono andate le cose ? Ce lo dice il grafico sotto.
e Stato, cifra via via cresciuta a 366 miliardi a fine 2012, lievitata
l’Italia stava fallendo !!
Il BTP 2021 (linea verde) ha reso il 53,27%, quello
(linea blu) il 27,51%. Non male direi.
Nel grafico c’è un’ultima linea, quella nera più in basso: è l’andamento dell’indice Fid
nello stesso periodo ha reso un seppur decoroso 15,84% (è una media, ovviamente, di tutti gli strumenti
collocabili sul mercato, e sarei quasi pron
molto, sono appannaggio proprio dei clienti di alcune istituzioni).
Mica sceme queste banche vero ? E con loro le altre realtà finanziarie della distribuzione.
offrono risparmio gestito di dubbia qualità, per loro t
Mi viene in mente un vecchio modo di dire in uso
non lo trovi, allora il pollo sei tu !
Numero 37 del 15 settembre 2014
2013, e arrivata a 424 miliardi di euro a fine luglio (ultimi dati BCE).
in nemmeno tre anni. E meno male che l’
con scadenza 2018 (linea rossa) il 39% e ultimo, il BTP 2016
Fideuram Obbligazionari che
pronto a scommettere che i rendimenti sotto quella media, di poco o di
parmio tengono i più semplici, desueti, pericolosi
tra i giocatori di poker: se ti guardi in giro cercando il pollo e
Marcello Agnello
to Ai risparmiatori
BTP.