"Cambiamenti climatici globali e possibili impatti nell’area mediterranea"
Giorgio Budillon
Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
Direttore Dipartimento di Scienze e Tecnologie
Climate change, socio-economic crises and food (in) security: a Mediterranean in Transition. Conference in memory of Eugenia Ferragina
2018, 17th September
Italian Navy Officer’s Club, Naples Via Cesario Console, 3 bis Naples (Italy)
Institute for Studies on Mediterranean Societies, National Council of Research
www.issm.cnr.it/en/
Cambiamento climatico: un sfida per l’umanità?Quattrogatti.info
L’innalzamento delle temperature globali verificatosi negli ultimi 200 anni è un fenomeno anomalo e preoccupante, riconducibile con elevate probabilità all’attività dell’uomo sulla terra, alle nostre abitudini e all’organizzazione delle nostre società.
Questa presentazione fornisce una panoramica sul fenomeno scientifico del surriscaldamento della terra, sulle conseguenze drammatiche di un aumento delle temperature e sui principali fattori determinanti di tale fenomeno, con l’obiettivo di chiarire concetti a volte complessi. Viene inoltre approfondito il ruolo dei governi e il recente dibattito politico in vista della Conferenza Mondiale sul Clima di Copenaghen.
Cambiamento climatico: un sfida per l’umanità?Quattrogatti.info
L’innalzamento delle temperature globali verificatosi negli ultimi 200 anni è un fenomeno anomalo e preoccupante, riconducibile con elevate probabilità all’attività dell’uomo sulla terra, alle nostre abitudini e all’organizzazione delle nostre società.
Questa presentazione fornisce una panoramica sul fenomeno scientifico del surriscaldamento della terra, sulle conseguenze drammatiche di un aumento delle temperature e sui principali fattori determinanti di tale fenomeno, con l’obiettivo di chiarire concetti a volte complessi. Viene inoltre approfondito il ruolo dei governi e il recente dibattito politico in vista della Conferenza Mondiale sul Clima di Copenaghen.
«Non ci sono più le stagioni di una volta». Una frase fatta o è la realtà?Vita in Campagna
Lo abbiamo chiesto ad Enrico Brugnoli del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La realtà è che il clima sta cambiando e le cause sono molteplici, spesso legate alle attività umane. Nei prossimi cento anni le temperature potrebbero aumentare ed è prevedibile un conseguente incremento delle ondate di calore, dei periodi siccitosi e della frequenza di eventi estremi. E l’agricoltura dovrà sapersi adattare
Crisi Climatica a IIS Meucci di Carpi 2021Luca Lombroso
presentazione all'assemblea stiudentesca di istituto dell'IIS Meucci di Carpi, 23 marzo 2021, Giornata Mondiale della Meteorologia
video conferenza on line
Uno scenario apocalittico sul futuro della terraStefano Sghedoni
Il protocollo di Kyoto è considerato ormai uno strumento vecchio e inefficace. Gli effetti del riscaldamento globale potrebbero durare sulla terra per oltre un millennio, ma la comunità scientifica mondiale non ha certezze. Pubblicazione Folio - CNPI, pp 28-31 - Aprile 2007
In questo breve ricerca si cerca di affrontare nel modo più semplice i vari cambiamenti nell'intero ecosistema Artico. Diminuzione dell'Effetto Albedo, scioglimento dei ghiacciai e del permafrost, innalzamento delle temperature e profonde modifiche nella flora e nella fauna di questa regione del Pianeta. Questi sono solo alcuni dei punti che verranno affrontati.
Rapporto IPCC 2013- climate change and international answerCosimoPieri
This is my final work for University of Florence; It's on IPCC 2013 and the following answers of International environment on climate change, especially relating on COP 21
Unfortunately in Italian
If needed, i can provide English version too ;)
For downloading, please write me on Linkedin
«Non ci sono più le stagioni di una volta». Una frase fatta o è la realtà?Vita in Campagna
Lo abbiamo chiesto ad Enrico Brugnoli del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La realtà è che il clima sta cambiando e le cause sono molteplici, spesso legate alle attività umane. Nei prossimi cento anni le temperature potrebbero aumentare ed è prevedibile un conseguente incremento delle ondate di calore, dei periodi siccitosi e della frequenza di eventi estremi. E l’agricoltura dovrà sapersi adattare
Crisi Climatica a IIS Meucci di Carpi 2021Luca Lombroso
presentazione all'assemblea stiudentesca di istituto dell'IIS Meucci di Carpi, 23 marzo 2021, Giornata Mondiale della Meteorologia
video conferenza on line
Uno scenario apocalittico sul futuro della terraStefano Sghedoni
Il protocollo di Kyoto è considerato ormai uno strumento vecchio e inefficace. Gli effetti del riscaldamento globale potrebbero durare sulla terra per oltre un millennio, ma la comunità scientifica mondiale non ha certezze. Pubblicazione Folio - CNPI, pp 28-31 - Aprile 2007
In questo breve ricerca si cerca di affrontare nel modo più semplice i vari cambiamenti nell'intero ecosistema Artico. Diminuzione dell'Effetto Albedo, scioglimento dei ghiacciai e del permafrost, innalzamento delle temperature e profonde modifiche nella flora e nella fauna di questa regione del Pianeta. Questi sono solo alcuni dei punti che verranno affrontati.
Rapporto IPCC 2013- climate change and international answerCosimoPieri
This is my final work for University of Florence; It's on IPCC 2013 and the following answers of International environment on climate change, especially relating on COP 21
Unfortunately in Italian
If needed, i can provide English version too ;)
For downloading, please write me on Linkedin
#MeteoredWorldMetDay: Oceani, tempo, clima ed eventi estremi: tutto è connessoLuca Lombroso
Presentazione di Luca Lombroso alla conferenza on line organizzata da Meteored e presentata da Lorenzo Pasqualini, caporedattore di www.ilmeteo.net, alla Giornata Mondiale della Meteorologia 2021
La #cop21 e l'accordo di Parigi sul climaLuca Lombroso
Conferenza pubblica di
Luca Lombroso, Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”
sul tema ” La COP21 e l’accordo di Parigi sul clima” che si terrà mercoledì 10 febbraio alle 18.00
presso la Sala studenti della Biblioteca Scientifica Interdipartimentale, in via G. Campi 213/c a Modena.
Saluti e introduzione: prof. Glauco Ponterini, Direttore scientifico BSI UniMoRe, prof. Alessandro Capra, Direttore DIEF UniMoRe.
Tecnico dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari, Luca Lombroso, che ha partecipato come “observer” per il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”
dell’Università di Modena e Reggio Emilia alla Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici di dicembre 2015, verrà in BSI per informare gli studenti, la comunità dell’Ateneo e i cittadini sui risultati
della Conferenza e per condividere con il pubblico le prospettive attuali e future connesse ai cambiamenti climatici, alle loro cause, agli effetti e alle possibili soluzioni in materia di ambiente e biodiversità, energie rinnovabili e nuove tecnologie, stili di vita, giustizia climatica ed etica ambientale, presentando anche alcuni esempi e proposte concrete al riguardo.
“L’accordo di Parigi, in qualsiasi prospettiva lo si veda, – commenta Lombroso – è un passo storico. A differenza delle ultime COP (Conferenze delle Parti delle Nazioni Unite sul clima) Parigi si è conclusa non solo con una “COP decision” ma è stato approvato anche un nuovo trattato internazionale. Viene stabilito per la prima volta, in modo politicamente vincolante, un limite di massimo riscaldamento planetario, inferiore di ben 2ºC rispetto all’era preindustriale
ed entro il 2100, facendo tutti gli sforzi per limitarlo a 1.5ºC”.
“Con le ‘promesse di riduzione attuali’, riconosce l’accordo stesso, c’è un GAP di 15 miliardi di tonnellate di CO2 per il percorso da fare per contenere il global warming a 2°C, ma si indica anche la strada da percorrere per colmare questo gap attraverso il coinvolgimento del livello sub nazionale: regioni, città e comuni, imprese, associazioni e società civile. Questa, ritengo, sarà anche una grande opportunità per lo sviluppo sostenibile e ovviamente per la ricerca.
Al proposito l’accordo di Parigi cita esplicitamente, art. 7.7, “l’approfondimento della conoscenza scientifica sul clima inclusa la ricerca, l’osservazione sistematica del sistema climatico ed i sistemi di allerta precoce in una maniera che aiuti i servizi climatici e supporti la presa di decisione.”
La conferenza è disponibile in streaming (http://tv.unimore.it ) .
Materiale didattico del progetto "Il Risparmio Energetico comincia da Scuola" - Regione Piemonte
Maggiori info su
http://risparmioenergeticoascuola.com
This is the lecture with which I usually conclude my class in hydrology. It talks about the impact of climate change on hydrology. Wit some specific on the Alpine areas.
@CNR-ISMed Istituto di Studi sul Mediterraneo del Consiglio Nazionale delle Ricerche
wwww.ismed.cnr.it
--- SEDI:
Napoli
Palermo, presso Università LUMSA
URT di Roma, presso Biblioteche di Roma
URT di Bagheria (Pa), presso Fondazione Trigona Onlus
--- LA RICERCA
Ricerca-azione e transdisciplinarietà nel focus sul Mediterraneo
La ricerca studia e analizza il mondo nelle sue trasformazioni, nelle dinamiche tra fenomeni storici, culturali, economici, sociali, antropologici, ambientali, politici, climatici, biologici e tecnologici. Attraverso il trasferimento della conoscenza che ne deriva, favorisce la crescita della società.
Sviluppare e mettere in relazione i risultati della ricerca transdisciplinare consente infatti di cogliere la specificità e la complessità delle dinamiche socio-culturali, economiche e politiche dei Paesi mediterranei, offrendo proiezioni e possibili scenari futuri a supporto della governance e dei decisori politici.
Il contributo della ricerca dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo del Consiglio Nazionale delle Ricerche è quindi concretamente rivolto al benessere di ogni essere umano, nel rispetto delle dignità di ciascuno e nella valorizzazione delle diversità, delle biodiversità e delle moltepici identità culturali che ne caratterizzano l’unicità.
--- LA FORMAZIONE
Proposte diversificate a sostegno dei giovani
L’Istituto sostiene e favorisce la formazione dei giovani attraverso proposte formative diversificate, finanziate anche grazie a fondi europei gestiti da istituzioni nazionali e locali. Tra le attività: dottorati, master, seminari di studi dottorali, accoglienza di stagisti, tesisti e studenti afferenti ad atenei e istituti italiani ed esteri, secondo convenzioni e protocolli di intesa tra il CNR e il mondo accademico, della ricerca e della scuola.
--- LA DIVULGAZIONE
Per il trasferimento della conoscenza e dei saperi tra scienza e società
Vettore dinamico e immateriale, la divulgazione è un’azione concreta, funzionale e necessaria al trasferimento della conoscenza e dei saperi.
É la più grande opportunità per la ricerca di incontrare il territorio, favorendone lo sviluppo e alla crescita.
La scienza incontra la società. La divulgazione rientra nella cosiddetta “Terza missione”, attraverso cui i risultati della ricerca oltrepassano i confini delle comunità scientifiche, per essere veicolati in forme e circuiti diversi, anche attraverso collaborazioni con il mondo delle istituzioni, della cultura, della scuola e della società.
Tra le attività del settore sono comprese consulenze a istituzioni anche internazionali e la partecipazione ad eventi divulgativi rivolti al grande pubblico, tra cui festival della scienza, expo, premi, laboratori didattici, nel contributo allo sviluppo di una coscienza civica attenta e consapevole.
Giovedì 11 giugno 2020
dalle 16.30 alle 18
in diretta facebook sulle pagine:
CGL Napoli - CISL Napoli - UIL Campania
Nel Webinar "Napoli Domani: lavoro, sviluppo, cittadinanza", organizzato da CGIL-CISL-UIL, sono state affrontate tutte le criticità che l'area metropolitana di Napoli dovrà affrontare a seguito della crisi generata dalla Pandemia Covid-19. I sindacati hanno stilato un documento da cui emerge la necessità di avviare un percorso di sviluppo dell'area metropolitana che sia "digitale, sostenibile e solidale".
In quest'ambito Roberto Micera (CNR-ISMed) evidenzia che il turismo è una risorsa strategica per l'economia del territorio, le cui potenzialità restano ancora inespresse. La crisi, nonostante le difficoltà ed i cambiamenti radicali provocati dalla pandemia, potrebbe divenire una grande opportunità per rivedere i modelli di "governance" del turismo dell'area metropolitana di Napoli e far sì che questo fenomeno possa contribuire in modo organico e sistematico (non più occasionale e spontaneo) allo sviluppo sostenibile del territorio.
Programma
Territorio e reti
Walter Schiavella - Attilio Belli - Michele Mezza
Reti sociali e istitutzioni
Giampiero Tipaldi - Carlo Iannello - Marco Rossi Doria
Produzione e lavoro
Giovanni Sgambati - Roberto Micera - Riccardo Realfonso
Conclude
Pierpaolo Bombardieri
L'evento sul sito del CNR-ISMed: https://www.ismed.cnr.it/it/news-webinar-napoli-domani-lavoro-sviluppo-cittadinanza-dopo-l-emergenza
Il successo dell'extralberghiero: la qualità dell'accoglienza in CampaniaCNR-ISMed
Il successo dell'extralberghiero: la qualità dell'accoglienza in Campania. Roberto Micera (CNR-ISMed). Paestum, Salerno, 16 novembre 2019
------
L'ISMed presente con Roberto Micera alla XXII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, con dati sugli arrivi turistici internazionali, sui flussi turistici in Italia e in Campania, con particolare focus sull'extralberghiero.
Si conferma un trend di crescita del turismo a tutti i livelli, internazionale, nazionale, regionale ed emergono grandi opportunità offerte dal settore dell'extralberghiero, nella mancanza di una reale pianificazione nazionale.
Programma completo dell'evento: borsaturismoarcheologico.it
Nasce un nuovo Istituto del CNR: ISMed, Istituto di Studi sul MediterraneoCNR-ISMed
Il progetto del nuovo Istituto del CNR è stato presentato il 7 maggio 2019 alla rete scientifica del CNR dal Direttore del DSU Gilberto Corbellini e dal direttore uscente dell’ISSM Salvatore Capasso (Napoli, CNR-ISSM, sala convegni del Polo umanistico, Via Cardinale Guglielmo Sanfelice, 8)
Differenze e complementarietà all’interno del MediterraneoCNR-ISMed
Differenze e complementarietà all’interno del Mediterraneo, Luca Forte – Analista SRM
Relazione di Luca Forte alla Presentazione del Rapporto sulle economie del Mediterraneo, Edizione 2018 del CNR-ISSM (REM18).
Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (DISES)15 maggio 2019
Mediterraneo: un mare di differenze e opportunita'CNR-ISMed
Mediterraneo: un mare di differenze e opportunita', Salvatore Capasso, Direttore dell'Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISSM)
Relazione di Salvatore Capasso alla Presentazione del Rapporto sulle economie del Mediterraneo, Edizione 2018 del CNR-ISSM (REM18).
Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (DISES)15 maggio 2019
Presentazione del Rapporto sulle economie del Mediterraneo, Edizione 2018. Salerno, 15 maggio 2019
La Marina militare nel complesso scenario economico e strategico del Mediterr...CNR-ISMed
"La Marina militare nel complesso
scenario economico e strategico del Mediterraneo"
Contrammiraglio Silvio Vratogna
Vice Capo del 3° Reparto Pianificazione e Politica Marittima
Climate change, socio-economic crises and food (in) security: a Mediterranean in Transition. Conference in memory of Eugenia Ferragina
2018, 17th September
Italian Navy Officer’s Club, Naples Via Cesario Console, 3 bis Naples (Italy)
Institute for Studies on Mediterranean Societies, National Council of Research
www.issm.cnr.it/en/
Mediterraneo: un Mare di differenze e opportunitàCNR-ISMed
"Mediterraneo: un Mare di differenze e opportunità"
Salvatore Capasso
Direttore dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del CNR
Climate change, socio-economic crises and food (in) security: a Mediterranean in Transition. Conference in memory of Eugenia Ferragina
2018, 17th September
Italian Navy Officer’s Club, Naples Via Cesario Console, 3 bis Naples (Italy)
Institute for Studies on Mediterranean Societies, National Council of Research
www.issm.cnr.it/en/
A cooperative and multidisciplinary approach to a Mediterranean in transitionCNR-ISMed
Blanca Moreno-Dodson Manager of the Center for Mediterranean Integration, World Bank
“A cooperative and multidisciplinary approach to a Mediterranean in transition”
Climate change, socio-economic crises and food (in) security: a Mediterranean in Transition. Conference in memory of Eugenia Ferragina
2018, 17th September
Italian Navy Officer’s Club, Naples Via Cesario Console, 3 bis Naples (Italy)
Institute for Studies on Mediterranean Societies, National Council of Research
www.issm.cnr.it/en/
PRIMA Joint Research and Innovation Programme in Agrifood for more sustaina...CNR-ISMed
Angelo Riccaboni Chair Fundación PRIMA, Barcelona
Professor of Business Administration, University of Siena, Italy
“PRIMA
Joint Research and Innovation Programme in Agrifood for more sustainable
EuroMed Societies”
Climate change, socio-economic crises and food (in) security: a Mediterranean in Transition. Conference in memory of Eugenia Ferragina
2018, 17th September
Italian Navy Officer’s Club, Naples Via Cesario Console, 3 bis Naples (Italy)
Institute for Studies on Mediterranean Societies, National Council of Research
www.issm.cnr.it/en/
Internal migration and gender empowerment: Empirical finding from NamibiaCNR-ISMed
CNR-JSPS Bilateral Program 2018-2019: “Damage assessment and conservation of underground space as valuable resources for human activities use in Italy and Japan”
Presentation at the first visit of the Italian team in Japan (June 2018)
Bruno Venditto (CNR-ISSM): "Internal migration and gender empowerment: Empirical finding from Namibia".
ABSTRACT: The presentation show how social mobility, and gender empowerment, emerged as the most relevant amongst the effects of migration on the family structures, and inside the home community; an indication of both the relevance that social rather than economic reasons alone, have in explaining the drivers to migrate, and of the capacity of migration to transform the external social structures.
The agency migrant is at the same time dependent from the social norms, but looks for and creates a separateness environment, balancing the responsibilities towards the family and the own personal plans. The social norms are embedded in the migrant self, but when coming to the decision to move, the agency acts to achieve the own personal objectives, which are not limited to the financial satisfaction, in this way migration decision is also separated from the structural economic constrains.
Exploring Namibian’s Underground Built Assets: Should they receive a “Heritag...CNR-ISMed
CNR-JSPS Bilateral Program 2018-2019: “Damage assessment and conservation of underground space as valuable resources for human activities use in Italy and Japan”
Presentation at the first visit of the Italian team in Japan (June 2018)
Bruno Venditto (CNR-ISSM): "Exploring Namibian’s Underground Built Assets: Should they receive a “Heritage” status? “
Namibia underground assets are largely untapped considering the fundamental role that culture and heritage play to promote national and local development. It is hence important identifying, protecting and managing those assets.
When deciding on a course of action, one must be cognisant that the sites cannot be moved in order to preserve them, they are non-renewable heritage resources which remain for the future generation only for as long as the authority cherish and protect them. The most sustainable way to protect these sites is to have local community as caretakers who should see them as resources. If wisely cared for, they can become an important archaeo-tourism destination and educational centre.
Damage assessment and conservation of underground space as valuable resources...CNR-ISMed
CNR-JSPS Bilateral Program 2018-2019: “Damage assessment and conservation of underground space as valuable resources for human activities use in Italy and Japan”
Presentation at the first visit of the Italian team in Japan (June 2018)
Roberta Varriale (CNR-ISSM): "Damage assessment and conservation of underground space as valuable resources for human activities use in Italy and Japan".
Damage assessment and conservation of underground space as valuable resources...
Cambiamenti climatici globali e possibili impatti nell’area mediterranea
1. Cambiamenti climatici globali e possibili
impatti nell’area mediterranea
Prof. Giorgio Budillon
Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
Direttore Dipartimento di Scienze e Tecnologie
Napoli, 17 settembre 2018
Mutamenti climatici, crisi socio-
economiche e (in)sicurezza alimentare:
un Mediterraneo in Transizione
4. “Oggi” l’Italia
Il 2017 è stato l’anno più secco di
sempre e il 6° più caldo su tutto il
territorio italiano dal 1800 ad oggi
con una anomalia di +1.16 °C
rispetto al periodo di riferimento
(1971-2000)
L’andamento della temperatura media
nel lungo periodo presenta una debole
variabilità spaziale; pertanto gli elementi
salienti possono essere ben descritti da
un’unica serie rappresentativa delle
variazioni medie su tutta l’Italia.
(Rapporto sullo stato delle conoscenze scientifiche su impatti,
vulnerabilità e adattamento ai cambiamenti climatici in Italia
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare, 2017 )
5. I risultati indicano un trend positivo a partire dagli anni ’70, con il 46% degli eventi che si è
verificato nell’ultimo decennio e gli episodi più intensi nel 2003. Simolo et al., (2010) hanno
usato l’indice WSDI (Warm Spell Duration Index): i risultati (Figura 3.2) confermano il forte
aumento delle onde di calore negli ultimi decenni.
Onde di calore negli ultimi decenni
6. How temperature has changed in each country since 1900
WMO 2018: The world’s nine warmest years have all occurred since 2005, and the
five warmest since 2010, whilst even the coolest year of the 21st century – 2008,
0.09 °C above the 1981−2010 average – would have ranked as the second-warmest
year of the 20th century.
8. Temperatura globale: 20.000 anni
Past, current, and projected global temperature from about 20,000 years before the present to 2100 C.E. Modified from
data published by the World Health Organization, the World Meteorological Organization, and the United Nations
Environment Programme in 2003 (McMichael and others, 2003) and data published by the International Panel on Climate
Change (IPCC) (2007a)
11. Il nostro futuro, quali scenari?
IPCC, 2013: Summary for Policymakers. In: Climate Change 2013: The Physical Science Basis. Contribution
of Working Group I to the Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change
Dipende dalle concentrazioni di CO2 che immetteremo nell’atmosfera:
•421 ppm - RCP2.6 (mitigation scenario )
•936 ppm - RCP8.5 (very high greenhouse gas emissions)
12. Il nostro futuro, quali scenari?
IPCC, 2013: Summary for Policymakers. In: Climate Change 2013: The Physical Science Basis. Contribution
of Working Group I to the Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change
Dipende dalle concentrazioni di CO2 che immetteremo nell’atmosfera:
•421 ppm - RCP2.6 (mitigation scenario )
•936 ppm - RCP8.5 (very high greenhouse gas emissions)
13. Il nostro futuro, quali scenari?
IPCC, 2013: Summary for Policymakers. In: Climate Change 2013: The Physical Science Basis. Contribution
of Working Group I to the Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change
Dipende dalle concentrazioni di CO2 che immetteremo nell’atmosfera:
•421 ppm - RCP2.6 (mitigation scenario )
•936 ppm - RCP8.5 (very high greenhouse gas emissions)
14. Come cambieranno le condizioni
climatiche dell’Italia e del
bacino mediterraneo???
…… ? !!
E’ bene ricordare che le incertezze associate con
le proiezioni di cambiamento climatico fornite dai
modelli numerici sono ancora grandi, soprattutto
quando si vogliono caratterizzare a scala regionale
o locale
15. Per la regione del Mediterraneo e la penisola italiana le proiezioni indicano un
marcato riscaldamento sia in inverno che in estate (fino a + 5°C alla fine del 21°
Secolo).
16. Per la precipitazione i risultati delle proiezioni sono meno omogenei: calo
generalizzato in estate, mentre in inverno più precipitazioni al nord (Alpi) e
diminuzione nel Mediterraneo centro orientale e nel sud Italia.
17. Il caso degli olivi
A) Anticipo della fioritura
(in giorni)
B) Cambio del numero di
parassiti (migliaia per
albero all’anno)
Risultato:
Sulle coste del
Mediterraneo la resa degli
ulivi crescerà del 4% in
media, mentre le
infestazioni della mosca
diminuiranno dell’8% con
un guadagno di circa il 10%
in più per ettaro.
(under the A1B scenario of 1.8 °C
climate warming)
Fine-scale ecological and economic assessment of climate change on olive in the Mediterranean Basin reveals winners and losers 2014 – Ponti et al.
18. Stima delle variazioni di volume (in km3) dei ghiacciai nella regione Alpina nel
periodo 2001–2100. Le stime sono eseguite usando un modello di bilancio di
massa che considera temperature e precipitazioni derivate da 10 scenari GCMs
(Fonte: Radić e Hock, 2011).
Ghiacciai alpini
19. Il Mar Mediterraneo
Nel Mediterraneo, per la sua modesta estensione e la caratteristica di
essere un mare semi-chiuso, i cambiamenti possono provocare risposte a
livello biologico più rapide rispetto a quanto riscontrato in altri sistemi su
scala globale.
Ad esempio, i cambiamenti della temperatura e della intensità delle precipitazioni
hanno già provocato importanti conseguenze nel biota mediterraneo.
Negli ultimi 50 anni, è aumentato il numero delle specie non indigene che, grazie
all’apertura del canale di Suez, l’acquacoltura ed il trasporto su nave, sono entrate e
si sono stabilite nel bacino mediterraneo influenzando le specie indigene.
E’ infine da sottolineare che i processi legati ai cambiamenti climatici interagiscono
con gli effetti di altri disturbi antropici e tendono ad esacerbare gli effetti, con
conseguenze poco prevedibili e difficili da gestire.
20. La pesca nel Mediterraneo è sovrasfruttata (89% del scorte -
overfishing) o completamente sfruttati, il che significa che la diversità
di pesci e le catture di pesca sono già vulnerabili: gli aumenti della
temperature e della salinità e la diffusione di specie invasive
influenzerà ulteriormente la pesca nel Mediterraneo.
In secondo luogo, la proliferazione di
specie non indigene invasive andrà a
discapito di quelle native (es il
Diplodus spp. “sarago” potrebbe
essere sostituito dall’invasivo spp
Siganus).
In primo luogo, l'aumento della temperatura dell'acqua e la
salinità indurrà migrazione (in particolare della specie di
grandi dimensioni, come ad esempio il tonno rosso) verso
latitudini più alte o acque più profonde. Come risultato,
specie che sono commercialmente importanti alcune zone
possono non essere più disponibili in un prossimo futuro.
Diplodus
Siganus
Questo potrebbero significare che i mercati dovranno
orientarsi su altri prodotti ittici rispetto a quelli tradizionali.
21. Il processo di acidificazione delle
acque oceaniche ha un effetto
devastante sull’ecosistema marino e
sulla catena alimentare: porta allo
scioglimento dei gusci calcarei delle
conchiglie dei molluschi, coralli,
echinodermi e del plancton
calcareo, costituite da carbonato di
calcio (CaCO3).
Già avvenuto in passato ma
mai con questa velocità .
EFFETTI COLLATERALI – acidificazione del mare
22. Paragonando la
storia della Terra
(nata circa 4.5
miliardi di anni fa)
alle ns 24 ore, la
presenza dei primi
ominidi (2 milioni
di anni fa)
avverrebbe circa
40 secondi (!)
prima della
mezzanotte ……
Qualche proporzione
23. Conclusioni
Il cambiamento climatico è una evidenza non
contestabile.
Il cambiamento climatico influenzerà sensibilmente le
risorse agricole e ittiche dell’area mediterranea.
Occorre quindi sviluppare strategie di adattamento e
mitigazione.
grazie per l’attenzione
24. Cambiamenti climatici globali e possibili
impatti nell’area mediterranea
Prof. Giorgio Budillon
Università degli Studi di Napoli “Parthenope”
Direttore Dipartimento di Scienze e Tecnologie
Napoli, 17 settembre 2018
Mutamenti climatici, crisi socio-
economiche e (in)sicurezza alimentare:
un Mediterraneo in Transizione
25.
26. L’area Mediterranea in pillole (1)
Lo scenario A1B, per il periodo 2021-50, mostra un riscaldamento sostanziale (circa
1.5° C in inverno e quasi 2° C in estate) e una significativa diminuzione di
precipitazioni (circa -5% in inverno e -10% in estate) su gran parte della regione
Mediterranea, rispetto al periodo di riferimento. Valori più alti di riscaldamento e
riduzioni più drastiche di precipitazioni si ottengono per scenari corrispondenti a più
alte emissioni (ad es. A2).
La temperatura media stagionale aumenta, rispetto al periodo di riferimento (1961-
90), sia nella parte settentrionale che centrale e meridionale della Penisola, con valori
che alla fine del XXI secolo, per lo scenario A2, vanno da oltre 5°C per l’Italia del nord
in estate (JJA) ai circa 3°C per il meridione in inverno (DJF). Nello stesso scenario, le
precipitazioni medie diminuiscono del 30% e oltre su gran parte della Penisola in
estate (JJA); in inverno (DJF) la riduzione e molto meno consistente nel sud,
praticamente nulla al centro, mentre nel settentrione si assiste ad un aumento
significativo (+17%). Tale aumento appare interessare maggiormente le regioni nord-
occidentali e la fascia tirrenica.
Rapporto sullo stato delle conoscenze scientifiche su impatti, vulnerabilità e adattamento ai
cambiamenti climatici in Italia - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
27. L’area Mediterranea in pillole (2)
In particolare, l’aumento della variabilità estiva della temperatura, accompagnato
dall’aumento delle massime (che nello scenario A1B e di circa 2°C nel periodo 2021-50
per arrivare a 6°C nel periodo 2071-00) indica un aumento considerevole della
probabilità di occorrenza di ondate di calore. Anche la precipitazione mostra un
cambio nei regimi, con un aumento degli eventi intensi, a dispetto della generale
diminuzione dei valori medi stagionali.
Inoltre, i cambiamenti di precipitazione associati a quelli di temperatura ed
evaporazione portano a un significativo aumento degli eventi siccitosi, su gran parte
della Penisola.
Il generale riscaldamento della penisola Italiana e dell’area Alpina in particolare,
portano a un significativa riduzione dell’estensione dei ghiacciai Alpini. In particolare
i ghiacciai delle Alpi Occidentali mostrano, in diversi scenari, un arretramento che alla
fine del XXI secolo appare essere di molte centinaia di metri.
Rapporto sullo stato delle conoscenze scientifiche su impatti, vulnerabilità e adattamento ai
cambiamenti climatici in Italia - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
28.
29. Sovra-sfruttamento delle risorse: implicazioni sulla resilienza degli stock all’impatto dei
cambiamenti climatici ed interventi correttivi per il futuro
Sebbene gli attrezzi da pesca utilizzati nei mari italiani siano sostanzialmente rimasti invariati nel
corso dei secoli, la disponibilità di nuovi materiali e di nuove tecnologie (reti in materiale
sintetico, motori, sistemi per la localizzazione in mare, eco-scandagli per esplorare i fondali ed
individuare i banchi, ecc.) ne hanno enormemente aumentato l’efficienza. Tutto cio ha portato,
nel corso degli ultimi decenni, ad un progressivo aumento dello sfruttamento delle risorse, fino
a raggiungere condizioni di totale sovra-sfruttamento (Colloca et al., 2013). Lo stato delle risorse
in relazione alla pesca e un importante fattore, poiche e stato evidenziato come l’eccessivo
sfruttamento renda la popolazione della specie sfruttata piu sensibile all’impatto dei
cambiamenti climatici (si veda il caso del merluzzo, Gadus morhua, nel Mare del Nord; Pinnegar,
2012).
Per il tonno rosso, Thunnus thynnus, occorre rilevare che la situazione della popolazione nel
Mediterraneo e nell’Atlantico orientale e talmente critica che, dal 1997, e stato introdotto, unica
specie mediterranea, un limite massimo alle catture per l’intero bacino (con contingenti annui
per l’Italia che negli ultimi due anni sono stati pari al 15%-20% dello sbarcato di 12.000 T stimato
per il 1998; IREPA, 2000), ed addirittura e stato piu volte proposto di inserire la specie tra quelle
in pericolo di estinzione, fatto che implicherebbe l’immediata cessazione anche dell’attuale
forma di pesca contingentata (Kahoul, 2009-2010).
Il livello di sfruttamento sembra a tutt’oggi essere la causa principale nel determinare l‘osservata
riduzione della consistenza di questi stock. In un tale contesto, e abbastanza facile immaginare
che l’aumento di pressione da parte di variabili ambientali, legato ai cambiamenti climatici,
possa peggiorare la situazione.
30. (Francia, Spagna, Italia, Grecia). A sud, l'80% dell'acqua si trova in Egitto ed è utilizzata a scopo
agricolo. Questa disparità geografica provoca grossi problemi di dipendenza economica: i Paesi
della sponda sud (quelli della costa africana) sono costretti a importare alcuni prodotti,
soprattutto i cereali nobili (grano, mais, frumento, riso) dai paesi della sponda nord, con
conseguenti problemi politici: un rincaro dei cereali può minare le già fragili economie di queste
aree del mondo.
Senza contare che i cereali maggiori, essenziali per l'alimentazione umana e degli animali da
allevamento, sono già scarsi nel Mediterraneo: se ne coltiva qui solo il 12% della produzione
mondiale. E i modelli del WG2 indicano che i cambiamenti climatici diminuiscono la resa di
queste colture del 2% ogni 10 anni.
Perdita della biodiversità. Eventi climatici "estremi" - come alluvioni e siccità - e la necessità di
cambiare habitat (salendo di quota per trovare un clima più fresco) rendono le colture più
vulnerabili a parassiti e funghi: in Italia, per esempio, il mais coltivato in alcune aree del Veneto,
comunemente utilizzato come mangime per le vacche da latte, durante le estati molto secche
viene attaccato dalle aflatossine, naturali sostanze cancerogene derivanti da un fungo
(l'Aspergillus flavus) che attacca i raccolti. E le colture contaminate divengono inutilizzabili.
Come se non bastasse, i cambiamenti climatici starebbero influendo anche sul valore
nutrizionale di cereali e foraggi. Le piante assorbono dal suolo sali minerali preziosi per la sintesi
di sostanze nutritive - come l'amido nel caso dei cereali. Un terreno impoverito offrirà, a parità
di raccolto, alimenti meno nutrienti per uomo e animali. Il ricorso a colture estensive meno
vulnerabili agli sbalzi climatici sottrae spazio e valore alle colture specializzate: le varietà di
pianta tipiche di un territorio sono gradualmente abbandonate, se non ritenute in grado di
Editor's Notes
Certainly, past temperatures past have been higher (and lower) than today, and
CO2 concentrations have also varied. Large global swings were probably caused by such things as changes in Earth’s orbit, which changed the distribution of sunlight over the planet. When this caused warming, more CO2 and other greenhouse gases were released, producing additional warming.
[click to reveal today’s CO2 level] But today, the CO2 released by human activities is far above amounts in the previous 800,000 years. This CO2 is triggering the increase in temperatures we’ve seen.
[Image 1] The main tool for both past and present climate analyses are computer climate models. Much like the models used to forecast weather, climate models simulate the climate system with a 3-dimensional grid that extends through the land, ocean, and atmosphere. The grid may have 10 to 60 different levels in the atmosphere and surface grid spacings of about 60 by 90 miles (100 by 150 km)—the size of Connecticut. The models perform trillions of calculations that describe changes in many climate factors in the grid.
[click, Image 2] The models project possible climates based on scenarios that cover a range of assumptions about global population, greenhouse gas emissions, technologies, fuel sources, etc. The model results provide a range of possible impacts based on these assumptions.
N.B. – Poiché l’olivo è una pianta ben adattata all’aridità con ogni probabilità andrà peggio ad altre colture come la vite e grano ….
a migrazione lessepsiana è l'ingresso e la stabilizzazione di specie animali e vegetali dal Mar Rosso nelle acque del Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. Il nome deriva da quello di Ferdinand de Lesseps, progettista del canale che unisce i mari Rosso e Mediterraneo.