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I balconi
I T I N E R A R I
Frutto di raffinate tecniche costruttive,
arricchiti da una straordinaria abbondanza
di decorazioni, questi elementi fondamentali
dei palazzi barocchi riassumono i caratteri
più significativi di uno stile e di un’epoca intera
16 FACCIATE
I
l Seicento e il Settecento rappresen-
tano per la Sicilia due secoli di grande
fervore costruttivo, che hanno dato
origine a uno stile barocco, quello sici-
liano, caratterizzato dal vivace gusto
decorativo delle sue form e.
Considerato dalla critica, fino agli anni
Settanta, uno stile provinciale, oggi in-
vece è riconosciuto dall’Unesco patri-
m onio dell’u manità intera.
Il barocco tipico della Sicilia Orientale
viene detto “fiorito” per l’abbondanza
degli ornam enti delle facciate dei palaz-
zi, in cui la critica ha visto significati
opposti: la paura dell’Apocalisse colle-
gata al terribile terre m oto avvenuto in
Sicilia nel 1693 o, al contrario, la spe-
ranza di una nuova vita dopo le distru-
zioni.
Grazie alla bravura di abili scalpellini
nacquero in questo periodo putti paf-
futi, donne leggiadre e cornucopie ca-
barocchisiciliani
FACCIATE 17
sione dinamica e un continuo m utare di pro-
spettive.
Le chiese più im portanti di queste località so-
no per lo più opera dell’architetto ragusano
Rosario Gagliardi (1698-1762). Un genio del
XVIII secolo che ci ha lasciato nu m erosi capo-
lavori, tra cui la chiesa Madre di Modica, con
la sua scalinata di 250 gradini e la cattedrale di
San Rocco a Ibla dalla facciata simile.
Giungendo via mare da sud, Noto si presenta
co m e prim o palcoscenico del tardo barocco,
riche di ogni qualità di frutta, ma anche m o-
stri e de m oni raccapriccianti.
Intagliatori, decoratori, scultori e se m plici ar-
tigiani sono tutti al servizio di nobili e co m-
mittenze religiose che, in concorrenza tra lo-
ro, arricchiscono le proprie dim ore e gli edifi-
ci pubblici di Modica, Ragusa, Scicli e Noto. In
questa parte della Sicilia lo stile barocco trion-
fa nello sfarzo e nella raffinatezza dei palazzi
nobiliari, così co m e nell’esplosione decorativa
delle tante chiese.
Le condizioni climatiche particolarm ente fa-
vorevoli hanno certam ente influito sul gene-
re e l’originalità delle ornam entazioni. Terraz-
zi, balconi, grandi portali d’ingresso e scale
aperte, co m pongono le facciate dei palazzi,
sfruttando i materiali e lo spazio con grazia e
m ovim ento prospettico degni del più accura-
to studio architettonico. Un m ondo scolpito
di santi e m ostri, mascheroni ghignanti e lin-
guacciuti, di inesauribile creatività, che se m-
brano farsi beffa del passante, im pone una vi-
Nelle foto
di queste
pagine balconi
e decorazioni
di Palazzo
Beneventano,
a Scicli (RG),
una delle più
importanti
testimonianze
del barocco
siciliano
D I F A B I O C A R R I A
18 FACCIATE
nel triangolo più suggestivo della Sicilia sud-
orientale, che rende unici i centri storici di
Noto, Modica e Ibla (Ragusa Superiore), di-
chiarati nel 2002 dall’Unesco Patrim onio del-
l’Umanità, insie m e ad altri cinque co m uni sici-
liani (Catania, Palazzolo Acreide, Militello, Scicli
e Galtagirone), nei quali esiste uno strettissi-
m o rapporto tra le costruzioni principali e il
tracciato urbano.
La pietra calcarea fine e co m patta con cui so-
no stati costruiti gli edifici rendono Noto in-
confondibile. Il fascino delle decorazioni at-
trae già da lontano, co m e una sorta di ma-
gnetism o invisibile, con il suo tripudio di capi-
telli, m ensole, statue, chim ere. Una fantasia
espressa con la pietra in m ensole, statue, fre-
gi, colonne, balconi, balaustre, pinnacoli, por-
tali, portici, param enti, ste m mi, corone, scali-
nate, volute.
Le decorazioni di balconi
e portali d’ingresso
Ele m enti fondam entali dei palazzi barocchi
sono i balconi. Questi ultimi caratterizzano in
particolare le facciate delle costruzioni archi-
tettoniche siciliane, nelle quali hanno un ruo-
lo privilegiato, sia perché consentono di af-
frontare le alte te m perature estive, sia perché
rendono lo spazio privato parte di quello pub-
blico, perm ettendo di assistere alla vita citta-
dina.
Non si incontrano, però, facciate barocche
ricche di balconi a tutte le aperture e non c’è
l’uniformità di co m posizione tanto seguita
dall’architettura m oderna.
Quando il progetto ne prevedeva m olti, essi
venivano utilizzati con sapienza attraverso
sporgenze graduali, controllando il disegno
delle rispettive o m bre riportate sulla facciata
in m odo alternato. Sotto i balconi c’era spes-
so una m odanatura continua, con la quale
l’aggetto dialogava, costituendo un particola-
re di essa. Il risultato di questo legam e era ric-
co e leggero anche grazie alle form e bo m ba-
te delle ringhiere in ferro battuto, studiate
per accogliere i grandi vestiti a ruota delle
donne, senza pretese di m onu m entalism o.
I palazzi nobiliari avevano anche una funzione
rappresentativa della posizione sociale delle
famiglie aristocratiche. In essi, infatti, più si
saliva verso il tetto più diminuiva l’im portanza
I T I N E R A R I
nella scala sociale. I ricchi borghesi abitavano
in case riscaldate con i soffitti alti quasi se m-
pre al prim o piano, che era quindi considera-
to il piano “nobile” ed era l’unico dotato di
balcone.
I balconi del Palazzo del Principe Nicolaci a
Noto, che rappresentano l’esuberanza orna-
m entale del sim bolism o di questo periodo
storico, vengono presi co m e ese m pio di tut-
to il barocco siciliano. Sporgenti e sorretti da
enormi m ensoloni scolpiti da abili maestranze
locali con soggetti zoo m orfi (a forma di leone
ram pante), caratterizzati dalla cura del detta-
glio, esprim ono la ricerca della caricatura per
sbalordire, im pressionare e m eravigliare.
In ragione del loro peso i balconi lapidei a
sbalzo necessitavano di sezioni d’incastro
m olto alte per contrastare le sollecitazioni
massim e provocate all’incastro nei punti di
vincolo. L’influenza del braccio di leva dei ca-
richi si registra nella m ensola lapidea che sto-
ricam ente è stato l’artificio più radicato. La lo-
ro realizzazione im poneva un generoso di-
Qui sotto,
la basilica
di San Giorgio
a Ragusa Ibla,
ultimata nel
1775 su
disegno
di Rosario
Gagliardi
FACCIATE 19
m ensionam ento delle pareti perim etrali per
equilibrare il rilevante m o m ento ribaltante
dovuto all’aggetto.
I balconi a m ensola sono realizzati m ediante
specifiche strutture a sbalzo incastrate alla
struttura portante dell’edificio. Ad ogni m odo
l’obiettivo era di prevedere al di sopra dell’in-
castro della m ensola un peso sufficiente per
scongiurare il ribaltam ento. Quando il peso
del balcone superava quello ritenuto am mis-
sibile per la struttura in elevazione, si poteva
ricorrere alla tipologia del siste ma co m positi-
vo del “portale-balcone” dove le m ensole gra-
vano su colonne, pilastri o anche cariatidi, e
gli ele m enti architettonici erano collegati ver-
ticalm ente con una decorazione fondam en-
talm ente più ricca.
In questo periodo storico il portale assu m eva
un’im portanza fondam entale per il palazzo e
poteva raggiungere anche l’altezza di due
piani. Spesso capita infatti di trovare portali
m olto sontuosi, co m e unici ele m enti in evi-
dente contrasto e sproporzione con il resto
della facciata. La giustificazione di queste di-
Nelle foto
in alto,
le chiese
di San Pietro
(a sinistra)
e il duomo
di San Giorgio
a Modica.
Sotto,
un particolare
dei balconi
di Palazzo
Nicolaci a
Noto
m ensioni va ricercata nel fatto che favorivano
le operazioni di manovra per l’accesso dei car-
ri ai palazzi. Infatti, data l’angustia delle vec-
chie strade soltanto l’am piezza dell’ingresso
poteva perm ettere un facile accesso delle
carrozze ai cortili interni, per cui si concentra-
va nel portale anche la maggioranza dell’or-
nam ento, dato che la limitata visuale prospet-
tica im pediva l’apprezzam ento dell’ornam en-
to del prospetto dell’edifico. !

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Balconi siciliani

  • 1. I balconi I T I N E R A R I Frutto di raffinate tecniche costruttive, arricchiti da una straordinaria abbondanza di decorazioni, questi elementi fondamentali dei palazzi barocchi riassumono i caratteri più significativi di uno stile e di un’epoca intera 16 FACCIATE I l Seicento e il Settecento rappresen- tano per la Sicilia due secoli di grande fervore costruttivo, che hanno dato origine a uno stile barocco, quello sici- liano, caratterizzato dal vivace gusto decorativo delle sue form e. Considerato dalla critica, fino agli anni Settanta, uno stile provinciale, oggi in- vece è riconosciuto dall’Unesco patri- m onio dell’u manità intera. Il barocco tipico della Sicilia Orientale viene detto “fiorito” per l’abbondanza degli ornam enti delle facciate dei palaz- zi, in cui la critica ha visto significati opposti: la paura dell’Apocalisse colle- gata al terribile terre m oto avvenuto in Sicilia nel 1693 o, al contrario, la spe- ranza di una nuova vita dopo le distru- zioni. Grazie alla bravura di abili scalpellini nacquero in questo periodo putti paf- futi, donne leggiadre e cornucopie ca- barocchisiciliani
  • 2. FACCIATE 17 sione dinamica e un continuo m utare di pro- spettive. Le chiese più im portanti di queste località so- no per lo più opera dell’architetto ragusano Rosario Gagliardi (1698-1762). Un genio del XVIII secolo che ci ha lasciato nu m erosi capo- lavori, tra cui la chiesa Madre di Modica, con la sua scalinata di 250 gradini e la cattedrale di San Rocco a Ibla dalla facciata simile. Giungendo via mare da sud, Noto si presenta co m e prim o palcoscenico del tardo barocco, riche di ogni qualità di frutta, ma anche m o- stri e de m oni raccapriccianti. Intagliatori, decoratori, scultori e se m plici ar- tigiani sono tutti al servizio di nobili e co m- mittenze religiose che, in concorrenza tra lo- ro, arricchiscono le proprie dim ore e gli edifi- ci pubblici di Modica, Ragusa, Scicli e Noto. In questa parte della Sicilia lo stile barocco trion- fa nello sfarzo e nella raffinatezza dei palazzi nobiliari, così co m e nell’esplosione decorativa delle tante chiese. Le condizioni climatiche particolarm ente fa- vorevoli hanno certam ente influito sul gene- re e l’originalità delle ornam entazioni. Terraz- zi, balconi, grandi portali d’ingresso e scale aperte, co m pongono le facciate dei palazzi, sfruttando i materiali e lo spazio con grazia e m ovim ento prospettico degni del più accura- to studio architettonico. Un m ondo scolpito di santi e m ostri, mascheroni ghignanti e lin- guacciuti, di inesauribile creatività, che se m- brano farsi beffa del passante, im pone una vi- Nelle foto di queste pagine balconi e decorazioni di Palazzo Beneventano, a Scicli (RG), una delle più importanti testimonianze del barocco siciliano D I F A B I O C A R R I A
  • 3. 18 FACCIATE nel triangolo più suggestivo della Sicilia sud- orientale, che rende unici i centri storici di Noto, Modica e Ibla (Ragusa Superiore), di- chiarati nel 2002 dall’Unesco Patrim onio del- l’Umanità, insie m e ad altri cinque co m uni sici- liani (Catania, Palazzolo Acreide, Militello, Scicli e Galtagirone), nei quali esiste uno strettissi- m o rapporto tra le costruzioni principali e il tracciato urbano. La pietra calcarea fine e co m patta con cui so- no stati costruiti gli edifici rendono Noto in- confondibile. Il fascino delle decorazioni at- trae già da lontano, co m e una sorta di ma- gnetism o invisibile, con il suo tripudio di capi- telli, m ensole, statue, chim ere. Una fantasia espressa con la pietra in m ensole, statue, fre- gi, colonne, balconi, balaustre, pinnacoli, por- tali, portici, param enti, ste m mi, corone, scali- nate, volute. Le decorazioni di balconi e portali d’ingresso Ele m enti fondam entali dei palazzi barocchi sono i balconi. Questi ultimi caratterizzano in particolare le facciate delle costruzioni archi- tettoniche siciliane, nelle quali hanno un ruo- lo privilegiato, sia perché consentono di af- frontare le alte te m perature estive, sia perché rendono lo spazio privato parte di quello pub- blico, perm ettendo di assistere alla vita citta- dina. Non si incontrano, però, facciate barocche ricche di balconi a tutte le aperture e non c’è l’uniformità di co m posizione tanto seguita dall’architettura m oderna. Quando il progetto ne prevedeva m olti, essi venivano utilizzati con sapienza attraverso sporgenze graduali, controllando il disegno delle rispettive o m bre riportate sulla facciata in m odo alternato. Sotto i balconi c’era spes- so una m odanatura continua, con la quale l’aggetto dialogava, costituendo un particola- re di essa. Il risultato di questo legam e era ric- co e leggero anche grazie alle form e bo m ba- te delle ringhiere in ferro battuto, studiate per accogliere i grandi vestiti a ruota delle donne, senza pretese di m onu m entalism o. I palazzi nobiliari avevano anche una funzione rappresentativa della posizione sociale delle famiglie aristocratiche. In essi, infatti, più si saliva verso il tetto più diminuiva l’im portanza I T I N E R A R I nella scala sociale. I ricchi borghesi abitavano in case riscaldate con i soffitti alti quasi se m- pre al prim o piano, che era quindi considera- to il piano “nobile” ed era l’unico dotato di balcone. I balconi del Palazzo del Principe Nicolaci a Noto, che rappresentano l’esuberanza orna- m entale del sim bolism o di questo periodo storico, vengono presi co m e ese m pio di tut- to il barocco siciliano. Sporgenti e sorretti da enormi m ensoloni scolpiti da abili maestranze locali con soggetti zoo m orfi (a forma di leone ram pante), caratterizzati dalla cura del detta- glio, esprim ono la ricerca della caricatura per sbalordire, im pressionare e m eravigliare. In ragione del loro peso i balconi lapidei a sbalzo necessitavano di sezioni d’incastro m olto alte per contrastare le sollecitazioni massim e provocate all’incastro nei punti di vincolo. L’influenza del braccio di leva dei ca- richi si registra nella m ensola lapidea che sto- ricam ente è stato l’artificio più radicato. La lo- ro realizzazione im poneva un generoso di- Qui sotto, la basilica di San Giorgio a Ragusa Ibla, ultimata nel 1775 su disegno di Rosario Gagliardi
  • 4. FACCIATE 19 m ensionam ento delle pareti perim etrali per equilibrare il rilevante m o m ento ribaltante dovuto all’aggetto. I balconi a m ensola sono realizzati m ediante specifiche strutture a sbalzo incastrate alla struttura portante dell’edificio. Ad ogni m odo l’obiettivo era di prevedere al di sopra dell’in- castro della m ensola un peso sufficiente per scongiurare il ribaltam ento. Quando il peso del balcone superava quello ritenuto am mis- sibile per la struttura in elevazione, si poteva ricorrere alla tipologia del siste ma co m positi- vo del “portale-balcone” dove le m ensole gra- vano su colonne, pilastri o anche cariatidi, e gli ele m enti architettonici erano collegati ver- ticalm ente con una decorazione fondam en- talm ente più ricca. In questo periodo storico il portale assu m eva un’im portanza fondam entale per il palazzo e poteva raggiungere anche l’altezza di due piani. Spesso capita infatti di trovare portali m olto sontuosi, co m e unici ele m enti in evi- dente contrasto e sproporzione con il resto della facciata. La giustificazione di queste di- Nelle foto in alto, le chiese di San Pietro (a sinistra) e il duomo di San Giorgio a Modica. Sotto, un particolare dei balconi di Palazzo Nicolaci a Noto m ensioni va ricercata nel fatto che favorivano le operazioni di manovra per l’accesso dei car- ri ai palazzi. Infatti, data l’angustia delle vec- chie strade soltanto l’am piezza dell’ingresso poteva perm ettere un facile accesso delle carrozze ai cortili interni, per cui si concentra- va nel portale anche la maggioranza dell’or- nam ento, dato che la limitata visuale prospet- tica im pediva l’apprezzam ento dell’ornam en- to del prospetto dell’edifico. !