1. FACCIATE 11
La Milano
I T I N E R A R I
L’idea ispiratrice di portare il decoro artistico nelle case
di tutti con produzioni a basso costo si è incontrata
con la volontà di elevare il mestiere dell’artigiano
lasciandoci così lavori originali e unici. Vi proponiamo un breve
itinerario per riscoprire quest’epoca d’oro dell’edilizia milanese
liberty
D I F A B I O C A R R I A
T
ra le tante espressioni dello stile Liberty, che
rivoluzionò il gusto europeo tra la fine del-
l’Ottocento e i primi anni del Novecento, il
decoro edilizio è senz’altro una delle più signifi-
cative. Nelle vie di Milano si trovano ancora le
tracce di quest’epoca di rinnovamento. Nella Mi-
lano liberty , floreale, eclettica, modernista, o co-
me la si voglia definire, la fantasia gioca il ruolo
principale negli ornamenti di facciata, nel colore
e nelle superfici, nei cementi e nei ferri battuti
degli ultimi palazzi rimasti. I primi anni del ‘900
sono quelli in cui a Milano si assiste ad un incon-
trollato sviluppo urbanistico ed edilizio che, favo-
rito dall’economia in piena ascesa da un lato e
2. in Galleria, con enorme successo dei prodottii
esteri che metteva in vendita.
In poco tempo il floreale si espande dai balconi
aii doccioni, dalle scale ai salotti, sui tetti e sulle
cancellate, coinvolgendo tutta la costruzione fi-
no ai più piccoli dettagli riflettendo nelle costru-
zionii ciò che di fatto stava avvenendo anche in
tutte le attività del vivere di quell’epoca (gioielli,
stoffe, vetri, vasi, ecc..), ed è proprio qui , come
nel moltiplicarsi degli stampi in cemento per bal-
coni e frontoni, dei ferri non più battuti uno per
uno ma replicati a macchina, che il segno liberty
diventa maniera. Un’epoca piena di contraddizio-
nii e di trasformazioni, ma allo stesso tempo uni-
ca e straordinaria in cui si ricercava una più alta
esteticità anche negli oggetti più umili, con rea-
lizzazione uniche e irripetibili, ispirate alla sempli-
ce osservazione della natura.
Nella facciate, l’architettura viene sottolineata
dalla regolarità degli elementi decorativi che ven-
gono aggiunti per una più precisa e pratica fun-
zionalità: gli ornamenti e le sculture ottenute con
il cemento (cemento decorativo o pietra artificia-
le) fungono da elementi portanti mentre al ferro
battuto viene deputato il compito di alleggerire
il rigore compositivo con funzioni specifiche qua-
li ringhiere, balaustre, cancelli inferriate. Gli stret-
ti rapporti che insorgevano fra architetti, inge-
gneri, scultori, pittori, fabbri ed artigiani in gene-
re hanno come denominatore comune un raro
concetto dell’arte che gli accompagnava nel loro
lavoro e che consentiva alle proprie opere di fon-
dersi facilmente tra loro nella realizzazione di
ogni manufatto. In questo, le nuove tecnologie
che si svilupparono, come quella della pietra arti-
ficiale, hanno permesso la realizzazione delle
stravaganti quanto geniali architetture dello stile
Liberty.
Nella voglia di progresso di questi ultimi anni ab-
biamo purtroppo dovuto rilevare che arredi pre-
ziosissimi (di negozi e portinerie degli stabili) di
finissima fattura sono stati sostituiti da più mo-
derne composizioni, che vecchi portali in legno
intarsiato sono stati sostituiti dal più razionale al-
luminio, che gli intonaci e l’originale cromatismo
delle facciate subiscono drastiche puliture e
spesso vengono messi a nuovo con strati plasti-
ficanti o coprenti.
Ma Milano riesce ancora a rivelare tracce cospi-
cue cariche di interesse artistico storico che in
queste pagine abbiamo voluto ricordare anche
per invogliare alla loro riscoperta. ■
I T I N E R A R I
dalle derivate sostanziose possibilità economiche
della borghesia dall’altro, coincide con l’emer-
gente movimento artistico denominato (a secon-
da della nazione in cui si sviluppa, Art Nouveau,
Floreale, Modern Style, Modernismo, Jugendstil
o per tutti Liberty. In Italia il movimento deve il
nome ad Artur Lasenby Liberty, mercante inglese
specializzato nella vendita di oggetti per la casa,
che installò una delle sue filiali proprio a Milano,
Nella pagina
precedente
Casa Bossi di
via Malpighi.
Qui a lato,
altri esempi
di decoro
liberty a Milano
3. FACCIATE 13
1. Via Spadari 3/5/7/9 Casa Ferrario (1905), Casa
Vanoni (1907), Casa Peck (1909).
2. Piazza cordusio 6, sede Credito Italiano (1902)
e palazzo ex Borsa (1901). Arch. L. Broggi;
Casa Dario Biandrà (1902) e Palazzo Venezia (1899).
Arch. L. Beltrami.
3. Via P. Porrone 6 (1908). Arch. U. Stacchini.
4. Via Clerici 10 (1906) Circolo Filologico.
Arch. L. Perrone.
5. Piazzetta P. Ferrari, Teatro Filodrammatici (1904).
Arch. L. Giachi.
6. Piazza Liberty 8, Sede reale Mutua (1904).
Arch. A. Cattaneo.
7. C.so Vittorio Emanuele 8 (1902) ex Magazzini
Bonomi.
8. Via Senato 28, Casa Tosi (1909).
Arch. G. Sommaruga.
9. Corso Venezia 47/49, palazzo Castiglioni (1904).
Arch. G. Sommaruga.
10. Via Barozzi 2, Casa Morganti (1909).
Arch. Mainetti.
11. Via Cappucini 8, Casa Berri Meregalli (1913).
Arch. G. U. Arata.
12. Via Mozart 17 e 21 (1911). Arch. G. U. Arata.
13. Via Vivaio 17/19/21.
14. Corso Monforte 32.
15. Via Bellini 11, Casa Campanini (1905).
Arch. A. Campanini.
16. Via Passione 8.
Il percorso può poi proseguire tra via Ciro Menotti,
via Goldoni, via Pisacane (tutti i numeri pari), via
Eustachi, via Stoppani, per terminare in Porta
Venezia, via Malpighi e via Melzo.
Il Liberty strada per strada
Nella cartina segnaliamo un percorso alla scoperta del liberty milanese
che dal centro storico porta alla zona orientale della città, particolarmente
ricca di facciate decorate con questo stile