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Castel del Monte 
City Branding 
Beatrice Castaldo
Facoltà di Archite ura 
Corso di Laurea in Disegno Industriale 
Atelier di Design II 
a.a. 2012/2013 
Prof.ri A. Casale, L. Paris, D. Piscitelli, A. Serra 
Beatrice Castaldo
Indice 
La storia 3 
La stru ura 5 
L’interno 5 
L’esterno 6 
Il cor le 7 
Il mistero del castello 9 
Ricerca fotografi ca 10 
Il concept 14 
Brainstorming 15 
Il marchio 16 
L’evoluzione 16 
Gli schizzi 17 
Il risultato fi nale 18
3 
La storia 
Castel del Monte, ele! o a Patrimonio dell’Uma-nità 
dall’UNESCO, è situato nella ci! adina di An-dria, 
capoluogo insieme a Barle! a e Trani, in Pu-glia. 
Essa, nel XIII secolo, fu fedele al dominio 
svevo e fu residenza del re Federico II, che nei 
pressi fece costruire il celebre castello, sul sito del-la 
precedente abbazia benede" na normanna. 
Federico II Hohenstaufen apparteneva alla nobile fa-miglia 
sveva degli Hohenstaufen e discendeva per 
parte di madre dalla dinas# a normanna degli Altavilla, 
regnan# di Sicilia. Conosciuto con gli appella# vi Stupor 
Mundi, appella# vo che deriva dalla sua ines# nguibile 
curiosità intelle! uale, o Puer Apuliae, Federico II era 
dotato di una personalità poliedrica e aff ascinante che 
lo portò allo studio delle più importan# e facoltose 
materie le! erarie e scien# fi che. Il suo regno fu prin-cipalmente 
cara! erizzato da una forte a" vità legisla- 
# va e di innovazione ar# s# ca e culturale, e, convinto 
prote! ore di ar# s# e studiosi, la sua corte fu luogo di 
incontro fra le culture greca, la# na, araba ed ebraica.
L’origine dell’edifi cio si colloca uffi cialmente il 29 gen-naio 
1240, quando Federico II Hohenstaufen ordinò 
a Riccardo da Montefuscolo che venissero predispos 
i materiali e tu o il necessario per la costruzione di 
un castello. Ideato inizialmente come residenza del re, 
alla morte di Federico II (avvenuta nel 1250) l’eddifi cio 
non era ancora terminato. Così, a par re dal XVII se-colo 
seguì un lungo periodo d’abbandono, durante il 
quale il castello venne spogliato degli arredi e delle de-corazioni 
parietali di marmo e divenne oltre che car-cere 
anche un ricovero per pastori, brigan e profughi 
poli ci. Nel 1876 il castello venne infi ne acquistato 
(per la somma di 25.000£) dallo Stato italiano in condi-zioni 
di conservazione estremamente precarie, che ne 
predispose il restauro a par re dal 1879. Nel 1996 l’U-NESCO 
lo ha inserito nella lista dei Patrimoni dell’u-manità 
per la perfezione delle sue forme e per l’ar-moniosa 
unione degli elemen culturali del nord 
Europa, del mondo islamico e dell’an chità classica,  - 
pico esempio di archite ura militare del medioevo. 
4
La struttura 
L’interno 
Tromba di una delle 
scale a chiocciola. 
Lo spazio interno è suddiviso in due piani, e la co-municazione 
tra il piano inferiore e quello superiore 
è assicurata dalla presenza, non in tu e le o o torri, 
delle scale a chiocciola. Le scale si sviluppano secon-do 
un senso an orario e constano di 44 gradini tra-pezoidali 
che si dipartono, ognuno in un unico masso 
lapideo, da una colonna centrale del diametro di circa 
22 cen metri. Il piano superiore, per quanto ricalchi la 
stru ura del piano inferiore, si presenta più raffi nato 
e curato: i costoloni che sorreggono le volte sono più 
slancia , ed ogni sala è vivacemente illuminata dalla 
presenza delle fi nestre bifore o, in un caso, trifora. La 
par colarità di queste fi nestre è la presenza di gradini 
e di sedili che le fi ancheggiano. Lungo le pare di ogni 
sala corre un sedile al di so o della base delle colonne. 
Degno di par colare a enzione, all’interno del castel-lo 
è il marchingegno di manovra dell’an ca saracine-sca 
di chiusura del portale principale, visibile con tu 
i cavedi necessari, all’interno della muratura portante, 
per lo scorrimento delle catene che lo sostenevano. 
5
L’esterno 
Panorama visibile dall’entrata 
orientale del castello. 
Il portale di ingresso principale si apre sulla parete 
orientata ad est, di fronte al punto in cui sorge il sole in 
coincidenza degli equinozi di primavera e d’autunno. 
Ad esso si accede a raverso due rampe di scale sim-metriche, 
disposte ai la dell’ingresso. A diff erenza 
del semplice ingresso secondario dalla parte oppo-sta, 
orientata a ponente, dell’edifi cio (cos tuito da 
un semplice portale ad arco a sesto acuto), l’ingresso 
principale è decorato con due colonne che sorreggono 
un fi nto architrave su cui si imposta un frontone di for-ma 
cuspidale. Ogni parete presenta due fi nestre: una 
monofora in corrispondenza del primo piano e una 
bifora per il secondo piano. Da questa regola si disco-stano 
le facciate orientale ed occidentale (quelle in cui 
sono pos i due portali) che non presentano la mono-fora, 
e la facciata se entrionale, che presenta la trifora 
rivolta verso Andria, per il secondo piano. Ad ulteriore 
prova della perfezione stru urale dell’edifi cio si può 
notare come le tangen ai la del cor le interno si in-contrano 
precisamente al centro delle torri o agonali. 
6
In alto: 
vista del cor le interno 
In alto a destra: 
accesso al cor le. 
Nel cor le interno la compa ezza delle mura è a e-nuata 
solo dalla presenza di tre ingressi nella parte 
inferiore e tre “porte fi nestre” nella parte superio-re. 
La sensazione all’interno del cor le è che tu o il 
primo piano funga da zoccolo per il piano superiore, 
alleggerito dalla presenza di archi ciechi. Si pensa 
che al centro di questo cor le in precedenza ci fosse 
una vasca anch’essa o agonale, cos tuita da un uni-co 
blocco di marmo che secondo la leggenda doveva 
rappresentare il Sacro Graal che sarebbe rimasto per 
un periodo all’interno di questo castello. So o la va-sca, 
al centro del cor le, al di so o del piano di cal-pes 
 o è presente una grande cisterna per la raccolta 
delle acque piovane, aspe o tenuto in gran conto in 
questo edifi cio tanto che erano presen altre cinque 
cisterne di raccolta all’interno delle torri; quella al di 
so o del cor le interno è l’unica rimasta funzionante. 
Le alte pare da cui è formato il cor le interno dan-no 
l’idea di trovarsi all’interno di un pozzo, che nella 
simbologia medioevale rappresentava la conoscenza. 
7 
Il cortile
Il mistero del castello 
Malgrado sia comunemente defi nito “castello”, l’esat-ta 
funzione dell’ edifi cio è tu ora sconosciuta. Privo 
di elemen militari e di fossa , posto in una posizio-ne 
non strategica, l’edifi cio non fu probabilmente né 
una dimora residenziale, né una fortezza. Ad esempio 
le scale a chiocciola nelle torri sono disposte secondo 
un senso an orario (a diff erenza di qualunque altra co-struzione 
difensiva dell’epoca), situazione che me eva 
in svantaggio gli occupan del castello contro eventuali 
assalitori perché sarebbero sta costre ad impugna-re 
l’arma con la sinistra. A causa dei for simbolismi di 
cui è intrisa, è stato ipo zzato che la costruzione po-tesse 
essere una sorta di tempio del sapere in cui dedi-carsi 
indisturba allo studio delle scienze. L’assenza di 
corridoi che perme essero l’accesso alle singole sale in 
modo indipendente hanno infa suggerito l’idea che 
il castello e le sue sale fossero sta proge a per es-sere 
frui a raverso una sorta di “percorso” obbligato, 
probabilmente legato a criteri astronomici, e che ogni 
stanza fosse adibita allo studio di una specifi ca materia. 
8
Ricerca fotografi ca 
Primo piano 
9
10 
A sinistra: 
cor  le intravisto 
dalla porta interna; 
vista di una parte di 
cor  le dall’alto; 
par  colare fi nestra che 
raccoglie la luce. 
So! o: 
portale da cui inizia 
il percorso del castello.
11 
Secondo piano
In alto: 
fi nestra esterna principale 
del secondo piano. 
Sopra: 
vista del cor! le dalla principale 
fi nestra del secondo piano. 
Accanto: 
fi nestra interna che aff accia sul 
cor! le. 
12
Il concept 
L’o agono su cui è basata la pianta del comples-so 
e dei suoi elemen è una forma geometri-ca 
fortemente simbolica: si tra a della fi gura in-termedia 
tra il quadrato, simbolo della terra, e 
il cerchio, che rappresenta l’infi nità del cielo, e 
quindi segnerebbe il passaggio dell’uno all’altro. 
Il numero o o ricorre inoltre in vari elemen : la forma 
o agonale della costruzione, del cor le interno e del-le 
o o torri ai ver ci, le o o stanze interne, la vasca 
interna che doveva essere o agonale, o o quadrifogli 
sulla cornice sinistra del portale di ingresso, altri o o 
sulla cornice inferiore, o o foglie sui capitelli delle co-lonne, 
ed o o foglie di vite, di acanto e di fi co sulle 
diverse chiavi di volta delle stanze. Due volte l’anno 
(l’8 aprile e l’8 o obre, ed o obre in quel tempo era 
considerato l’o avo mese dell’anno), inoltre, un rag-gio 
di sole entra dalla fi nestra nella parte sudorienta-le 
e, a raversando la fi nestra che si rivolge al cor le 
interno, illumina una parte di mure dove prima era 
scolpito un bassorilievo raffi gurante azioni di caccia. 
13
terra quadrato 
CASTELLO 
8 
La forma geometrica 
del castello è fortemente 
simbolica: 
si tra a della fi gura 
intermedia tra il quadrato 
e il cerchio. 
OttagonoOTTO 
SIMBOLO 
SCIENZA 
STORIA 
torri 
8 
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8 
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fu costruito? 
Il numero o o è il conce o su 
cui l’intero complesso 
è stato basato. 
L’intero castello è 
intriso di for 
simbolismi, il più 
importante tra tu 
l’o agono. 
Tu o nel castello è 
geometricamente perfe o. 
Per questo il logo rispe a a pieno 
questa cara eris ca. 
Il quadrato, simbolo della terra, 
e il cerchio, che rappresenta 
l’infi nità del cielo, 
formano l’o agono, che quindi 
segnerebbe il passaggio dall’uno 
all’altro.
Dopo aver quindi deciso di concentrarmi sul-la 
cara eris ca di questo simbolo, ho pensa-to 
che nulla cogliesse meglio la par colarità 
dell’o agono della sua stessa forma geometrica. 
Per questo ho cominciato a studiarla, incontrando 
molte diffi coltà durante la realizzazione non solo 
dell’o agono centrale, ma delle o o torri a esso col-legate. 
Il primo risultato è stata la rappresentazio-ne 
geometrica completa di tu o il complesso (fi g. 
1), che consideravo però troppo banale. Ho notato 
invece che lasciando indefi nite alcune delle linee si 
andava a creare nel disegno una sorta di stella ebrai-ca; 
ho così deciso che non tu a la geometria sareb-be 
stata visibile ma che parte di essa sarebbe stata 
solo accennata, in modo da dare al logo un eff e o 
incompleto, disegnato. A raverso tra eggi, campi-ture 
e sfumature sono arrivata al risultato desidera-to 
(fi g. 2), che rispecchia secondo me il mistero e la 
storia incompleta cela dietro le mura del castello. 
Il marchio 
Gli schizzi 
15 
Fig. 1 Fig. 2
Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 
16 
Fig. 6 Fig. 7 
L’evoluzione 
Una volta creato il mio logo, ho ridisegnato questo su 
Autocad in modo da poter valutare le diverse opzioni 
di colorazione, linea e forma. Partendo dal mio dise-gno 
iniziale, avevo per primo focalizzato l’importanza 
su una sola delle o! o torri (fi g. 3), lasciando il resto vo-lutamente 
incompleto. Mi sono però accorta che mal 
rendeva l’idea iniziale, in quanto facendo risaltare solo 
una delle o! o torri il logo sarebbe stato troppo diffi cile 
da interpretare e poco dire! o. Così, dopo varie prove, 
ho messo in risalto sia le due torri che le qua! ro torri 
centrali superiori (fi g.4; fi g. 5); e lo spazio che le colle-gava. 
Ho poi creato una campitura all’interno di essi, 
facendo varie prove di scala, grandezza e colore. Le 
possibili scelte sono ricadute così su i due loghi dove 
erano in risalto, grazie alla campitura nera, due delle 
torri, e quello dove erano invece in risalto qua! ro delle 
o! o torri (fi g.6, fi g. 7). Gli ul$ mi aspe% da considerare 
erano quindi il colore e l’eff e! o a ma$ ta. Volevo infa% 
che il logo di Castel del Monte avesse un colore forte, 
deciso e che avrebbe potuto cara! erizzarlo al meglio.
Il risultato fi nale 
Castel del Monte 
17

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Citybranding - Castel del Monte, A5

  • 1. Castel del Monte City Branding Beatrice Castaldo
  • 2. Facoltà di Archite ura Corso di Laurea in Disegno Industriale Atelier di Design II a.a. 2012/2013 Prof.ri A. Casale, L. Paris, D. Piscitelli, A. Serra Beatrice Castaldo
  • 3. Indice La storia 3 La stru ura 5 L’interno 5 L’esterno 6 Il cor le 7 Il mistero del castello 9 Ricerca fotografi ca 10 Il concept 14 Brainstorming 15 Il marchio 16 L’evoluzione 16 Gli schizzi 17 Il risultato fi nale 18
  • 4. 3 La storia Castel del Monte, ele! o a Patrimonio dell’Uma-nità dall’UNESCO, è situato nella ci! adina di An-dria, capoluogo insieme a Barle! a e Trani, in Pu-glia. Essa, nel XIII secolo, fu fedele al dominio svevo e fu residenza del re Federico II, che nei pressi fece costruire il celebre castello, sul sito del-la precedente abbazia benede" na normanna. Federico II Hohenstaufen apparteneva alla nobile fa-miglia sveva degli Hohenstaufen e discendeva per parte di madre dalla dinas# a normanna degli Altavilla, regnan# di Sicilia. Conosciuto con gli appella# vi Stupor Mundi, appella# vo che deriva dalla sua ines# nguibile curiosità intelle! uale, o Puer Apuliae, Federico II era dotato di una personalità poliedrica e aff ascinante che lo portò allo studio delle più importan# e facoltose materie le! erarie e scien# fi che. Il suo regno fu prin-cipalmente cara! erizzato da una forte a" vità legisla- # va e di innovazione ar# s# ca e culturale, e, convinto prote! ore di ar# s# e studiosi, la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, la# na, araba ed ebraica.
  • 5. L’origine dell’edifi cio si colloca uffi cialmente il 29 gen-naio 1240, quando Federico II Hohenstaufen ordinò a Riccardo da Montefuscolo che venissero predispos i materiali e tu o il necessario per la costruzione di un castello. Ideato inizialmente come residenza del re, alla morte di Federico II (avvenuta nel 1250) l’eddifi cio non era ancora terminato. Così, a par re dal XVII se-colo seguì un lungo periodo d’abbandono, durante il quale il castello venne spogliato degli arredi e delle de-corazioni parietali di marmo e divenne oltre che car-cere anche un ricovero per pastori, brigan e profughi poli ci. Nel 1876 il castello venne infi ne acquistato (per la somma di 25.000£) dallo Stato italiano in condi-zioni di conservazione estremamente precarie, che ne predispose il restauro a par re dal 1879. Nel 1996 l’U-NESCO lo ha inserito nella lista dei Patrimoni dell’u-manità per la perfezione delle sue forme e per l’ar-moniosa unione degli elemen culturali del nord Europa, del mondo islamico e dell’an chità classica,  - pico esempio di archite ura militare del medioevo. 4
  • 6. La struttura L’interno Tromba di una delle scale a chiocciola. Lo spazio interno è suddiviso in due piani, e la co-municazione tra il piano inferiore e quello superiore è assicurata dalla presenza, non in tu e le o o torri, delle scale a chiocciola. Le scale si sviluppano secon-do un senso an orario e constano di 44 gradini tra-pezoidali che si dipartono, ognuno in un unico masso lapideo, da una colonna centrale del diametro di circa 22 cen metri. Il piano superiore, per quanto ricalchi la stru ura del piano inferiore, si presenta più raffi nato e curato: i costoloni che sorreggono le volte sono più slancia , ed ogni sala è vivacemente illuminata dalla presenza delle fi nestre bifore o, in un caso, trifora. La par colarità di queste fi nestre è la presenza di gradini e di sedili che le fi ancheggiano. Lungo le pare di ogni sala corre un sedile al di so o della base delle colonne. Degno di par colare a enzione, all’interno del castel-lo è il marchingegno di manovra dell’an ca saracine-sca di chiusura del portale principale, visibile con tu i cavedi necessari, all’interno della muratura portante, per lo scorrimento delle catene che lo sostenevano. 5
  • 7. L’esterno Panorama visibile dall’entrata orientale del castello. Il portale di ingresso principale si apre sulla parete orientata ad est, di fronte al punto in cui sorge il sole in coincidenza degli equinozi di primavera e d’autunno. Ad esso si accede a raverso due rampe di scale sim-metriche, disposte ai la dell’ingresso. A diff erenza del semplice ingresso secondario dalla parte oppo-sta, orientata a ponente, dell’edifi cio (cos tuito da un semplice portale ad arco a sesto acuto), l’ingresso principale è decorato con due colonne che sorreggono un fi nto architrave su cui si imposta un frontone di for-ma cuspidale. Ogni parete presenta due fi nestre: una monofora in corrispondenza del primo piano e una bifora per il secondo piano. Da questa regola si disco-stano le facciate orientale ed occidentale (quelle in cui sono pos i due portali) che non presentano la mono-fora, e la facciata se entrionale, che presenta la trifora rivolta verso Andria, per il secondo piano. Ad ulteriore prova della perfezione stru urale dell’edifi cio si può notare come le tangen ai la del cor le interno si in-contrano precisamente al centro delle torri o agonali. 6
  • 8. In alto: vista del cor le interno In alto a destra: accesso al cor le. Nel cor le interno la compa ezza delle mura è a e-nuata solo dalla presenza di tre ingressi nella parte inferiore e tre “porte fi nestre” nella parte superio-re. La sensazione all’interno del cor le è che tu o il primo piano funga da zoccolo per il piano superiore, alleggerito dalla presenza di archi ciechi. Si pensa che al centro di questo cor le in precedenza ci fosse una vasca anch’essa o agonale, cos tuita da un uni-co blocco di marmo che secondo la leggenda doveva rappresentare il Sacro Graal che sarebbe rimasto per un periodo all’interno di questo castello. So o la va-sca, al centro del cor le, al di so o del piano di cal-pes  o è presente una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane, aspe o tenuto in gran conto in questo edifi cio tanto che erano presen altre cinque cisterne di raccolta all’interno delle torri; quella al di so o del cor le interno è l’unica rimasta funzionante. Le alte pare da cui è formato il cor le interno dan-no l’idea di trovarsi all’interno di un pozzo, che nella simbologia medioevale rappresentava la conoscenza. 7 Il cortile
  • 9. Il mistero del castello Malgrado sia comunemente defi nito “castello”, l’esat-ta funzione dell’ edifi cio è tu ora sconosciuta. Privo di elemen militari e di fossa , posto in una posizio-ne non strategica, l’edifi cio non fu probabilmente né una dimora residenziale, né una fortezza. Ad esempio le scale a chiocciola nelle torri sono disposte secondo un senso an orario (a diff erenza di qualunque altra co-struzione difensiva dell’epoca), situazione che me eva in svantaggio gli occupan del castello contro eventuali assalitori perché sarebbero sta costre ad impugna-re l’arma con la sinistra. A causa dei for simbolismi di cui è intrisa, è stato ipo zzato che la costruzione po-tesse essere una sorta di tempio del sapere in cui dedi-carsi indisturba allo studio delle scienze. L’assenza di corridoi che perme essero l’accesso alle singole sale in modo indipendente hanno infa suggerito l’idea che il castello e le sue sale fossero sta proge a per es-sere frui a raverso una sorta di “percorso” obbligato, probabilmente legato a criteri astronomici, e che ogni stanza fosse adibita allo studio di una specifi ca materia. 8
  • 10. Ricerca fotografi ca Primo piano 9
  • 11. 10 A sinistra: cor le intravisto dalla porta interna; vista di una parte di cor le dall’alto; par colare fi nestra che raccoglie la luce. So! o: portale da cui inizia il percorso del castello.
  • 13. In alto: fi nestra esterna principale del secondo piano. Sopra: vista del cor! le dalla principale fi nestra del secondo piano. Accanto: fi nestra interna che aff accia sul cor! le. 12
  • 14. Il concept L’o agono su cui è basata la pianta del comples-so e dei suoi elemen è una forma geometri-ca fortemente simbolica: si tra a della fi gura in-termedia tra il quadrato, simbolo della terra, e il cerchio, che rappresenta l’infi nità del cielo, e quindi segnerebbe il passaggio dell’uno all’altro. Il numero o o ricorre inoltre in vari elemen : la forma o agonale della costruzione, del cor le interno e del-le o o torri ai ver ci, le o o stanze interne, la vasca interna che doveva essere o agonale, o o quadrifogli sulla cornice sinistra del portale di ingresso, altri o o sulla cornice inferiore, o o foglie sui capitelli delle co-lonne, ed o o foglie di vite, di acanto e di fi co sulle diverse chiavi di volta delle stanze. Due volte l’anno (l’8 aprile e l’8 o obre, ed o obre in quel tempo era considerato l’o avo mese dell’anno), inoltre, un rag-gio di sole entra dalla fi nestra nella parte sudorienta-le e, a raversando la fi nestra che si rivolge al cor le interno, illumina una parte di mure dove prima era scolpito un bassorilievo raffi gurante azioni di caccia. 13
  • 15. terra quadrato CASTELLO 8 La forma geometrica del castello è fortemente simbolica: si tra a della fi gura intermedia tra il quadrato e il cerchio. OttagonoOTTO SIMBOLO SCIENZA STORIA torri 8 GIOCO MISTERO SAPERE GEOMETRIA CASTELLO FORMA PUGLIA FUNZIONE studio astrologia andria 8 cultura patrimonio umanita’ unesco federico II 29 stupor mundi Pianta puer apuliae greco latino luce arabo ebraico equinozio primavera chiocciola autunno feritoie tempio cielo cerchio eterno infinito cielo infinito tempio valore STORIA ricerca castel del monte 8 8 8 8 8 cielo magia Com’è nato? Per quale u lizzo? Perchè nessuno studioso è riuscito a capire per quale scopo fu costruito? Il numero o o è il conce o su cui l’intero complesso è stato basato. L’intero castello è intriso di for simbolismi, il più importante tra tu l’o agono. Tu o nel castello è geometricamente perfe o. Per questo il logo rispe a a pieno questa cara eris ca. Il quadrato, simbolo della terra, e il cerchio, che rappresenta l’infi nità del cielo, formano l’o agono, che quindi segnerebbe il passaggio dall’uno all’altro.
  • 16. Dopo aver quindi deciso di concentrarmi sul-la cara eris ca di questo simbolo, ho pensa-to che nulla cogliesse meglio la par colarità dell’o agono della sua stessa forma geometrica. Per questo ho cominciato a studiarla, incontrando molte diffi coltà durante la realizzazione non solo dell’o agono centrale, ma delle o o torri a esso col-legate. Il primo risultato è stata la rappresentazio-ne geometrica completa di tu o il complesso (fi g. 1), che consideravo però troppo banale. Ho notato invece che lasciando indefi nite alcune delle linee si andava a creare nel disegno una sorta di stella ebrai-ca; ho così deciso che non tu a la geometria sareb-be stata visibile ma che parte di essa sarebbe stata solo accennata, in modo da dare al logo un eff e o incompleto, disegnato. A raverso tra eggi, campi-ture e sfumature sono arrivata al risultato desidera-to (fi g. 2), che rispecchia secondo me il mistero e la storia incompleta cela dietro le mura del castello. Il marchio Gli schizzi 15 Fig. 1 Fig. 2
  • 17. Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 16 Fig. 6 Fig. 7 L’evoluzione Una volta creato il mio logo, ho ridisegnato questo su Autocad in modo da poter valutare le diverse opzioni di colorazione, linea e forma. Partendo dal mio dise-gno iniziale, avevo per primo focalizzato l’importanza su una sola delle o! o torri (fi g. 3), lasciando il resto vo-lutamente incompleto. Mi sono però accorta che mal rendeva l’idea iniziale, in quanto facendo risaltare solo una delle o! o torri il logo sarebbe stato troppo diffi cile da interpretare e poco dire! o. Così, dopo varie prove, ho messo in risalto sia le due torri che le qua! ro torri centrali superiori (fi g.4; fi g. 5); e lo spazio che le colle-gava. Ho poi creato una campitura all’interno di essi, facendo varie prove di scala, grandezza e colore. Le possibili scelte sono ricadute così su i due loghi dove erano in risalto, grazie alla campitura nera, due delle torri, e quello dove erano invece in risalto qua! ro delle o! o torri (fi g.6, fi g. 7). Gli ul$ mi aspe% da considerare erano quindi il colore e l’eff e! o a ma$ ta. Volevo infa% che il logo di Castel del Monte avesse un colore forte, deciso e che avrebbe potuto cara! erizzarlo al meglio.
  • 18. Il risultato fi nale Castel del Monte 17