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Le facciate
I T I N E R A R I
L’antica tradizione
del decoro a Trompe
L’oeil si tramanda
da lungo tempo
sulle facciate della
Liguria arricchendo
”l’architettura
dell’inganno”
di elementi pittorici
in grado di far percepire
tridimensionalmente
ogni decorazione
eseguita
14 FACCIATE
L
a decorazione pittorica delle facciate
trova le sue origini nella tradizione e
nella cultura dei luoghi nonché nella
storia stessa delle costruzioni degli edifi-
ci. Nata inizialmente come apporto pitto-
rico di carattere narrativo, è stata succes-
sivamente utilizzata a ripetizione degli
schemi geometrici dei rilievi ai quali si
chiedeva di raccontare esternamente la
struttura dell’edificio e la sua complessi-
tà interna.
Alla tinteggiatura esterna si demanda il
compito di definire l’aspetto estetico
cromatico della “pelle” di una costruzio-
ne, per cui non è difficile immaginare
quanto esso possa cambiare al variare del
!"#"$%&
FACCIATE 15
disponibili. Questi aspetti favorirono il successo
di questo metodo pittorico che vide il suo mas-
simo sviluppo tra la fine del XVIII ed i primi anni
del XIX secolo.
In generale la partitura decorativa di una faccia-
ta dipinta è composta da :quadratura, ornato e
figura. Per quadratura si intende la trasposizio-
ne grafica e pittorica della struttura costruttiva
dell’edificio. Pensiamo ai finti bugnati o pannel-
lature delle zoccolature oppure agli elementi
costruttivi verticali come finti pilastri, lesene e
colonne.; le aperture delle finestre sono rap-
presentate e riquadrate con cornici, stipiti, so-
glie ed architravi e completate da davanzali e
finte balaustre.
L’ornato è rappresentato dall’insieme dei fregi
decorativi che hanno il compito di abbellire la
quadratura secondo l’espressione decorativa
dell’edificio: finte foglie in rilievo, greche, fiori
e mascheroni sono alcuni esempi.
La figura, invece, è molto rara e rappresentata
dalle finte statue o alto rilievi presenti solo su
D I F A B I O C A R R I A
colore e delle sue decorazioni. Tra le regioni ita-
liane, la Liguria è certamente quella che più di
ogni altra ha mantenuto alta una tradizione pit-
torica nella decorazione delle facciate dei suoi
palazzi, indipendentemente che si tratti di edi-
lizia nobiliare o popolare. Fin dal XVI secolo la
consuetudine decorativa si è tramandata senza
interruzioni anche grazie alla necessità di ridare
equilibrio allo stile delle costruzioni medievali
che, a causa dell’espansione demografica ed
economica, avevano subito sconsiderate modi-
fiche quali sopraelevazioni, accorpamenti e ri-
facimenti di ogni sorta. Pertanto, attraverso la
tecnica pittorica di simulare gli elementi tipici
della decorazione, si cercò di porre rimedio al
disordine architettonico generato. Grazie ai ve-
loci tempi di esecuzione ed ai costi molto con-
tenuti, essa fu presto apprezzata dalla commit-
tenza locale e si rivelò ottima anche per conse-
guire il massimo risultato in relazione al minimo
spazio a disposizione ed occupato, consideran-
do anche la ristrettezza degli spazi realmente
In queste
pagine alcuni
esempi di
facciate
dipinte
nell’entroterra
di Savona.
Nella foto qui
in alto si
distingue
l’unica finestra
vera
16 FACCIATE
facciate di particolare pregio a carattere cele-
brativo. Sostanzialmente tutto l’apparato deco-
rativo contribuisce a creare quell’illusione della
profondità e del rilievo attraverso la marcatura
di segni in prospettiva e di finte ombre che per-
mettono di tradurre su un piano orizzontale
quell’effetto di finta tridimensionalità.
Per quanto riguarda la tecnica esecutiva, fino
all’avvento dei materiali industriali, la più usata
per l’esterno era quella dell’affresco (o a fre-
sco), con latte di calce e pigmenti naturali sul-
l’intonaco. Dopo circa un mese di stagionatura
della parte di fondo dell’intonaco si applicava
uno strato di finitura di pochi millimetri (areti-
no) composto da grassello di calce e sabbia sili-
cea che veniva dipinto prima che asciugasse
con colori naturali minerali (terre) diluiti esclu-
sivamente in acqua e latte di calce. In questo
modo il tinteggio veniva completamente as-
sorbito dall’ultimo strato d’intonaco secondo
un processo chimico che gli conferiva anche
maggiore compattezza e resistenza nel tempo.
La superficie che si poteva realizzare corrispon-
deva all’area che si poteva dipingere entro una
giornata quando il supporto rimane ancora
umido.
Negli ultimi cinquant’anni, con l’avvento dei
prodotti chimici e con la progressiva perdita di
operatori esperti, si sono diffusi materiali che
imitano l’effetto dell’antico affresco ma che in
realtà sono esclusivamente a base di solventi
chimici e permettono di riprendere il lavoro.
Tra i materiali oggi a disposizione, le pitture ai
silicati di potassio sono i più indicati allo scopo
proprio perché hanno il pregio di avere un’ade-
sione alla muratura sottostante di tipo chimico.
Lo spolvero è invece la tecnica che si utilizza
per riportare a muro il disegno che si vuole rea-
lizzare. Attraverso un foglio di carta da spolve-
ro disegnato, si ripercorrono tutti i tratti grafi-
ci e le linee del disegno bucandole con un pun-
teruolo appuntito. Una volta applicato il foglio
sulla facciata, si strofina un tampone pigmen-
tato che permette al colore di passare sola-
mente attraverso i fori effettuati per poi depo-
sitarsi sulle superfici da decorare lasciando co-
sì la traccia su cui lavorare.
In questo tipo di facciate, l’aspetto che sicura-
mente desta più attenzione è la sua decorazio-
ne poiché spesso svela la ricchezza del proprie-
tario; tuttavia, anche l’uso del colore rappre-
senta una componente interessante e, soprat-
I T I N E R A R I
tutto, tipica delle facciate Liguri. Esse non “spic-
cano” in maniera eccessiva tra di loro, non-
ostante gli edifici siano vicinissimi e spesso in
aderenza tra loro, e sono tinte con colori tenui
che spaziano tra i gialli, gli arancioni ed i rossi.
Pensando ai borghi delle riviere o a quelli del-
l’entroterra ci vengono subito in mente le dol-
ci tinte pastello del “rosa ligure” o “giallo ocra”
che ne rendono uniche le case armonizzandole
mirabilmente con il paesaggio circostante.
Grazie al colore il marinaio, costretto a lunghe
lontananze da casa, poteva riconoscere dal ma-
re la propria abitazione. Anche se sicuramente
ci potevano essere esigenze pratiche all’origine
della diffusione del colore, nel paesaggio della
regione ciò che importa è che tutto ciò ha sen-
z’altro contribuito a creare dei veri e propri
gioielli policromi apprezzabili ancora oggi, for-
se perché suggeriti maggiormente da un inna-
to gusto del bello. "
Altri esempi
di pittura
che simula
i contorni
delle aperture
esistenti
FACCIATE 17
Qui accanto
una facciata
del Levante in
cui il bugnato
a zoccolatura
dell’edificio è
totalmente
disegnato
Maestranze italiane specializzate nella tecni-
ca del trompe l’oeil sono state impiegate
nella decorazione delle facciate dell’antico
borgo marinaro ligure che è stato fedelmen-
te riprodotto nel parco divertimenti Tokyo
Disney Sea, una delle attrattive turistiche
della capitale giapponese. La ricostruzione
comprende anche l’approdo via mare e la
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Portofino clonata
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Facciate dipinte

  • 1. Le facciate I T I N E R A R I L’antica tradizione del decoro a Trompe L’oeil si tramanda da lungo tempo sulle facciate della Liguria arricchendo ”l’architettura dell’inganno” di elementi pittorici in grado di far percepire tridimensionalmente ogni decorazione eseguita 14 FACCIATE L a decorazione pittorica delle facciate trova le sue origini nella tradizione e nella cultura dei luoghi nonché nella storia stessa delle costruzioni degli edifi- ci. Nata inizialmente come apporto pitto- rico di carattere narrativo, è stata succes- sivamente utilizzata a ripetizione degli schemi geometrici dei rilievi ai quali si chiedeva di raccontare esternamente la struttura dell’edificio e la sua complessi- tà interna. Alla tinteggiatura esterna si demanda il compito di definire l’aspetto estetico cromatico della “pelle” di una costruzio- ne, per cui non è difficile immaginare quanto esso possa cambiare al variare del !"#"$%&
  • 2. FACCIATE 15 disponibili. Questi aspetti favorirono il successo di questo metodo pittorico che vide il suo mas- simo sviluppo tra la fine del XVIII ed i primi anni del XIX secolo. In generale la partitura decorativa di una faccia- ta dipinta è composta da :quadratura, ornato e figura. Per quadratura si intende la trasposizio- ne grafica e pittorica della struttura costruttiva dell’edificio. Pensiamo ai finti bugnati o pannel- lature delle zoccolature oppure agli elementi costruttivi verticali come finti pilastri, lesene e colonne.; le aperture delle finestre sono rap- presentate e riquadrate con cornici, stipiti, so- glie ed architravi e completate da davanzali e finte balaustre. L’ornato è rappresentato dall’insieme dei fregi decorativi che hanno il compito di abbellire la quadratura secondo l’espressione decorativa dell’edificio: finte foglie in rilievo, greche, fiori e mascheroni sono alcuni esempi. La figura, invece, è molto rara e rappresentata dalle finte statue o alto rilievi presenti solo su D I F A B I O C A R R I A colore e delle sue decorazioni. Tra le regioni ita- liane, la Liguria è certamente quella che più di ogni altra ha mantenuto alta una tradizione pit- torica nella decorazione delle facciate dei suoi palazzi, indipendentemente che si tratti di edi- lizia nobiliare o popolare. Fin dal XVI secolo la consuetudine decorativa si è tramandata senza interruzioni anche grazie alla necessità di ridare equilibrio allo stile delle costruzioni medievali che, a causa dell’espansione demografica ed economica, avevano subito sconsiderate modi- fiche quali sopraelevazioni, accorpamenti e ri- facimenti di ogni sorta. Pertanto, attraverso la tecnica pittorica di simulare gli elementi tipici della decorazione, si cercò di porre rimedio al disordine architettonico generato. Grazie ai ve- loci tempi di esecuzione ed ai costi molto con- tenuti, essa fu presto apprezzata dalla commit- tenza locale e si rivelò ottima anche per conse- guire il massimo risultato in relazione al minimo spazio a disposizione ed occupato, consideran- do anche la ristrettezza degli spazi realmente In queste pagine alcuni esempi di facciate dipinte nell’entroterra di Savona. Nella foto qui in alto si distingue l’unica finestra vera
  • 3. 16 FACCIATE facciate di particolare pregio a carattere cele- brativo. Sostanzialmente tutto l’apparato deco- rativo contribuisce a creare quell’illusione della profondità e del rilievo attraverso la marcatura di segni in prospettiva e di finte ombre che per- mettono di tradurre su un piano orizzontale quell’effetto di finta tridimensionalità. Per quanto riguarda la tecnica esecutiva, fino all’avvento dei materiali industriali, la più usata per l’esterno era quella dell’affresco (o a fre- sco), con latte di calce e pigmenti naturali sul- l’intonaco. Dopo circa un mese di stagionatura della parte di fondo dell’intonaco si applicava uno strato di finitura di pochi millimetri (areti- no) composto da grassello di calce e sabbia sili- cea che veniva dipinto prima che asciugasse con colori naturali minerali (terre) diluiti esclu- sivamente in acqua e latte di calce. In questo modo il tinteggio veniva completamente as- sorbito dall’ultimo strato d’intonaco secondo un processo chimico che gli conferiva anche maggiore compattezza e resistenza nel tempo. La superficie che si poteva realizzare corrispon- deva all’area che si poteva dipingere entro una giornata quando il supporto rimane ancora umido. Negli ultimi cinquant’anni, con l’avvento dei prodotti chimici e con la progressiva perdita di operatori esperti, si sono diffusi materiali che imitano l’effetto dell’antico affresco ma che in realtà sono esclusivamente a base di solventi chimici e permettono di riprendere il lavoro. Tra i materiali oggi a disposizione, le pitture ai silicati di potassio sono i più indicati allo scopo proprio perché hanno il pregio di avere un’ade- sione alla muratura sottostante di tipo chimico. Lo spolvero è invece la tecnica che si utilizza per riportare a muro il disegno che si vuole rea- lizzare. Attraverso un foglio di carta da spolve- ro disegnato, si ripercorrono tutti i tratti grafi- ci e le linee del disegno bucandole con un pun- teruolo appuntito. Una volta applicato il foglio sulla facciata, si strofina un tampone pigmen- tato che permette al colore di passare sola- mente attraverso i fori effettuati per poi depo- sitarsi sulle superfici da decorare lasciando co- sì la traccia su cui lavorare. In questo tipo di facciate, l’aspetto che sicura- mente desta più attenzione è la sua decorazio- ne poiché spesso svela la ricchezza del proprie- tario; tuttavia, anche l’uso del colore rappre- senta una componente interessante e, soprat- I T I N E R A R I tutto, tipica delle facciate Liguri. Esse non “spic- cano” in maniera eccessiva tra di loro, non- ostante gli edifici siano vicinissimi e spesso in aderenza tra loro, e sono tinte con colori tenui che spaziano tra i gialli, gli arancioni ed i rossi. Pensando ai borghi delle riviere o a quelli del- l’entroterra ci vengono subito in mente le dol- ci tinte pastello del “rosa ligure” o “giallo ocra” che ne rendono uniche le case armonizzandole mirabilmente con il paesaggio circostante. Grazie al colore il marinaio, costretto a lunghe lontananze da casa, poteva riconoscere dal ma- re la propria abitazione. Anche se sicuramente ci potevano essere esigenze pratiche all’origine della diffusione del colore, nel paesaggio della regione ciò che importa è che tutto ciò ha sen- z’altro contribuito a creare dei veri e propri gioielli policromi apprezzabili ancora oggi, for- se perché suggeriti maggiormente da un inna- to gusto del bello. " Altri esempi di pittura che simula i contorni delle aperture esistenti
  • 4. FACCIATE 17 Qui accanto una facciata del Levante in cui il bugnato a zoccolatura dell’edificio è totalmente disegnato Maestranze italiane specializzate nella tecni- ca del trompe l’oeil sono state impiegate nella decorazione delle facciate dell’antico borgo marinaro ligure che è stato fedelmen- te riprodotto nel parco divertimenti Tokyo Disney Sea, una delle attrattive turistiche della capitale giapponese. La ricostruzione comprende anche l’approdo via mare e la famosa piazzetta. www.artilandia.it/web/decorarte/DecorTokyo.html Portofino clonata sulla costa di Tokyo