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Avanguardie Educative
Cambiare gli ambienti di
apprendimento con le ICT
Elena Mosa
Castel del Piano_28_maggio_2016
La lezione frontale è una strategia didattica superata?
No, ma ciò dipende dal come la si svolge. Non deve essere impostata
come solo momento trasmissivo poiché risulterebbe inefficace. La
lezione frontale risulta efficace quando è interattiva, strutturata con
azioni volte a massimizzare l’efficacia del trasferimento
d’informazioni e della costruzione di valide rappresentazioni mentali
da parte degli studenti.
Tecniche: esplicitazione di obiettivi e criteri di valutazione, uso di
organizzatori anticipati (schemi, mappe, tassonomie…), tecniche di
comparazione e contrasto (similarità e differenze), modelling
(spiegazione ed esempi), durata limitata per l’esposizione dei
contenuti, pratica guidata e controllo da parte dello studente di
quanto appreso (valutazione formativa)…
Sappiamo davvero come far apprendere? Credenza ed evidenza empirica.
Roberto Trinchero
Il modello di scuola che fonda la propria
ragion d’essere unicamente sulla lezione
frontale e la trasmissione del sapere non è
più funzionale ad una società dove
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diventato un bene comune.
La stessa organizzazione dell’aula con i
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che fa “conferenze” rispecchia la cultura di
una scuola per la società di massa dove era
predominante il modello uno-a-molti ed il
messaggio doveva essere uguale per tutti
Modelli che Freinet, don Milani e molti altri
avevano già messo in discussione
D’altro canto, non ha nemmeno molto senso parlare di scuola digitale.
Non è sufficiente inserire le tecnologie in classe per innescare il
cambiamento. Esiste una scuola che fa del digitale un’occasione per
ripensarsi profondamente. Diversamente, “digitale” resta un aggettivo che
aggiunge poco al sostantivo.
Innovazione educativa supportata dalle ICT
RubenPuentedura
Innovazione è…
Un Movimento di innovazione che:
✓ porta a sistema le esperienze più
significative del modello organizzativo e
didattico della scuola della società della
conoscenza;
✓ utilizza le opportunità offerte dalle ICT
e dai linguaggi digitali per cambiare gli
ambienti di apprendimento.
La didattica è il motore delle
scelte che vanno ad impattare
sul Tempo e sullo Spazio, il punto
di partenza per innescare un
cambiamento che ha bisogno di
superare le rigidità del calendario
scolastico, l’orario delle lezioni e
la parcellizzazione delle discipline
da un lato (coordinata Tempo) e i
limiti strutturali dell’aula con i
banchi allineati e gli arredi fissi
che confliggono con la dinamicità
dei processi comunicativi resi
possibili dalle ICT (coordinata
Spazio).
Il punto di partenza è sempre la
trasformazione del modello didattico
PNSD
Nuovi mezzi e supporti per l'apprendimento
Le cosiddette "tecnologie dell'educazione" non hanno ancora avuto
nella scuola l'effetto innovatore, e talvolta dirompente, che essi
hanno esercitato in altri settori della comunicazione e della vita
sociale.
Senza alcuna aprioristica esaltazione, ma anche senza ingiustificate
diffidenze e allarmismi, i nuovi mezzi (proiettori, lavagne luminose,
video-films, laboratori linguistici, mezzi selettivi di istruzione
programmata, computers a fini didattici e, domani, video-cassette)
devono essere considerati per quello che essi sono, cioè strumenti
dell'azione didattica che facilitano i processi conoscitivi, pur senza
presumere di surrogare all'insostituibile rapporto personale
adulto-giovane una mediazione puramente artificiale ed estrinseca.
I nuovi mezzi vanno, quindi, considerati come i continuatori, a livello
tecnologico più avanzato, dei tradizionali sussidi didattici, alla stessa
stregua cioè del manuale scolastico o degli altri più modesti
strumenti didattici, dal quaderno degli appunti alla tavola nera o ai
cartelloni murali.
Certamente la maggiore complessità dei nuovi strumenti
e la necessità di disporre anche di cognizioni tecniche e
pratiche per il loro uso apre un nuovo capitolo nel
costume della comunicazione a fini di insegnamento.
La scienza dell'informazione (….) in cui ormai tutte le
nuove tecnologie educative si collocano, non può non
avere riflessi su un'azione didattica che, volente o
nolente, è condizionata sia dall'irruzione dilagante dei
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Mentre l'Amministrazione sta ponendo allo studio la
creazione, su tutta la rete territoriale, in collaborazione
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del personale all'uso dei nuovi strumenti, anche in
rapporto ai nuovi sistemi di abilitazione, è auspicabile che
gli insegnanti stessi, con iniziative da attuare
preferibilmente a livello di singoli istituti, promuovano
attività di aggiornamento, dibattito, sperimentazione,
volte ad affrontare le nuove situazioni derivanti dalla
generalizzazione dei vari modi comunicativo-informativi,
evitando rinunce fatalistiche o abdicazioni traumatizzanti:
al contrario assumendo essi stessi il compito di inserire
questi portati dei moderni avanzamenti tecnico-scientifici
nel quadro dei valori e dei comportamenti culturali
collaudati dalla nostra tradizione.
Le cosiddette "tecnologie dell'educazione" non hanno ancora avuto
nella scuola l'effetto innovatore, e talvolta dirompente, che essi hanno
esercitato in altri settori della comunicazione e della vita sociale.
Senza alcuna aprioristica esaltazione, ma anche senza ingiustificate
diffidenze e allarmismi, i nuovi mezzi (proiettori, lavagne luminose,
video-films, laboratori linguistici, mezzi selettivi di istruzione
programmata, computers a fini didattici e, domani, video-cassette)
devono essere considerati per quello che essi sono, cioè strumenti
dell'azione didattica che facilitano i processi conoscitivi, pur senza
presumere di surrogare all'insostituibile rapporto personale
adulto-giovane una mediazione puramente artificiale ed estrinseca.
I nuovi mezzi vanno, quindi, considerati come i continuatori, a livello
tecnologico più avanzato, dei tradizionali sussidi didattici, alla stessa
stregua cioè del manuale scolastico o degli altri più modesti strumenti
didattici, dal quaderno degli appunti alla tavola nera o ai cartelloni
murali.
Spazi modulari e polifunzionali
Laddove con le ICT è stato
possibile scardinare la
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lezione in classe, lo spazio
fisico dell’aula si dimostra
essere ancora troppo rigido
e standardizzato.
La fluidità dei processi comunicativi innescati dalle ICT si scontra
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La scuola è paragonata a
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capofila
DA NOVEMBRE 2014 AD OGGI…
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intelligente che aiuta le persone
stupide, anzi è una macchina
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Avanguardie Educative - Cambiare gli ambienti di apprendimento con le ICT

  • 1. Avanguardie Educative Cambiare gli ambienti di apprendimento con le ICT Elena Mosa Castel del Piano_28_maggio_2016
  • 2. La lezione frontale è una strategia didattica superata? No, ma ciò dipende dal come la si svolge. Non deve essere impostata come solo momento trasmissivo poiché risulterebbe inefficace. La lezione frontale risulta efficace quando è interattiva, strutturata con azioni volte a massimizzare l’efficacia del trasferimento d’informazioni e della costruzione di valide rappresentazioni mentali da parte degli studenti. Tecniche: esplicitazione di obiettivi e criteri di valutazione, uso di organizzatori anticipati (schemi, mappe, tassonomie…), tecniche di comparazione e contrasto (similarità e differenze), modelling (spiegazione ed esempi), durata limitata per l’esposizione dei contenuti, pratica guidata e controllo da parte dello studente di quanto appreso (valutazione formativa)… Sappiamo davvero come far apprendere? Credenza ed evidenza empirica. Roberto Trinchero
  • 3. Il modello di scuola che fonda la propria ragion d’essere unicamente sulla lezione frontale e la trasmissione del sapere non è più funzionale ad una società dove l’accesso alle fonti di informazione è diventato un bene comune. La stessa organizzazione dell’aula con i banchi allineati, la cattedra ed il docente che fa “conferenze” rispecchia la cultura di una scuola per la società di massa dove era predominante il modello uno-a-molti ed il messaggio doveva essere uguale per tutti Modelli che Freinet, don Milani e molti altri avevano già messo in discussione
  • 4. D’altro canto, non ha nemmeno molto senso parlare di scuola digitale. Non è sufficiente inserire le tecnologie in classe per innescare il cambiamento. Esiste una scuola che fa del digitale un’occasione per ripensarsi profondamente. Diversamente, “digitale” resta un aggettivo che aggiunge poco al sostantivo.
  • 5. Innovazione educativa supportata dalle ICT RubenPuentedura
  • 7. Un Movimento di innovazione che: ✓ porta a sistema le esperienze più significative del modello organizzativo e didattico della scuola della società della conoscenza; ✓ utilizza le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per cambiare gli ambienti di apprendimento.
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  • 10. La didattica è il motore delle scelte che vanno ad impattare sul Tempo e sullo Spazio, il punto di partenza per innescare un cambiamento che ha bisogno di superare le rigidità del calendario scolastico, l’orario delle lezioni e la parcellizzazione delle discipline da un lato (coordinata Tempo) e i limiti strutturali dell’aula con i banchi allineati e gli arredi fissi che confliggono con la dinamicità dei processi comunicativi resi possibili dalle ICT (coordinata Spazio). Il punto di partenza è sempre la trasformazione del modello didattico
  • 11. PNSD
  • 12. Nuovi mezzi e supporti per l'apprendimento Le cosiddette "tecnologie dell'educazione" non hanno ancora avuto nella scuola l'effetto innovatore, e talvolta dirompente, che essi hanno esercitato in altri settori della comunicazione e della vita sociale. Senza alcuna aprioristica esaltazione, ma anche senza ingiustificate diffidenze e allarmismi, i nuovi mezzi (proiettori, lavagne luminose, video-films, laboratori linguistici, mezzi selettivi di istruzione programmata, computers a fini didattici e, domani, video-cassette) devono essere considerati per quello che essi sono, cioè strumenti dell'azione didattica che facilitano i processi conoscitivi, pur senza presumere di surrogare all'insostituibile rapporto personale adulto-giovane una mediazione puramente artificiale ed estrinseca. I nuovi mezzi vanno, quindi, considerati come i continuatori, a livello tecnologico più avanzato, dei tradizionali sussidi didattici, alla stessa stregua cioè del manuale scolastico o degli altri più modesti strumenti didattici, dal quaderno degli appunti alla tavola nera o ai cartelloni murali.
  • 13. Certamente la maggiore complessità dei nuovi strumenti e la necessità di disporre anche di cognizioni tecniche e pratiche per il loro uso apre un nuovo capitolo nel costume della comunicazione a fini di insegnamento. La scienza dell'informazione (….) in cui ormai tutte le nuove tecnologie educative si collocano, non può non avere riflessi su un'azione didattica che, volente o nolente, è condizionata sia dall'irruzione dilagante dei nuovi "media" socio-comunicativi, sia dall'aumento della quantità di informazioni disponibili anche fuori della cerchia e dell'apprendimento scolastico.
  • 14. Mentre l'Amministrazione sta ponendo allo studio la creazione, su tutta la rete territoriale, in collaborazione con organismi regionali, di speciali centri di formazione del personale all'uso dei nuovi strumenti, anche in rapporto ai nuovi sistemi di abilitazione, è auspicabile che gli insegnanti stessi, con iniziative da attuare preferibilmente a livello di singoli istituti, promuovano attività di aggiornamento, dibattito, sperimentazione, volte ad affrontare le nuove situazioni derivanti dalla generalizzazione dei vari modi comunicativo-informativi, evitando rinunce fatalistiche o abdicazioni traumatizzanti: al contrario assumendo essi stessi il compito di inserire questi portati dei moderni avanzamenti tecnico-scientifici nel quadro dei valori e dei comportamenti culturali collaudati dalla nostra tradizione.
  • 15. Le cosiddette "tecnologie dell'educazione" non hanno ancora avuto nella scuola l'effetto innovatore, e talvolta dirompente, che essi hanno esercitato in altri settori della comunicazione e della vita sociale. Senza alcuna aprioristica esaltazione, ma anche senza ingiustificate diffidenze e allarmismi, i nuovi mezzi (proiettori, lavagne luminose, video-films, laboratori linguistici, mezzi selettivi di istruzione programmata, computers a fini didattici e, domani, video-cassette) devono essere considerati per quello che essi sono, cioè strumenti dell'azione didattica che facilitano i processi conoscitivi, pur senza presumere di surrogare all'insostituibile rapporto personale adulto-giovane una mediazione puramente artificiale ed estrinseca. I nuovi mezzi vanno, quindi, considerati come i continuatori, a livello tecnologico più avanzato, dei tradizionali sussidi didattici, alla stessa stregua cioè del manuale scolastico o degli altri più modesti strumenti didattici, dal quaderno degli appunti alla tavola nera o ai cartelloni murali.
  • 16. Spazi modulari e polifunzionali Laddove con le ICT è stato possibile scardinare la dimensione temporale della lezione in classe, lo spazio fisico dell’aula si dimostra essere ancora troppo rigido e standardizzato. La fluidità dei processi comunicativi innescati dalle ICT si scontra con ambienti fisici che risultano essere sempre più inadeguati poiché indistinti per obiettivi e finalità didattiche.
  • 17. La scuola è paragonata a un cantiere, a un laboratorio permanente in cui i processi di ricerca dei bambini e degli adulti si intrecciano in modo forte, vivendo ed evolvendosi quotidianamente. L’atelier L'obiettivo principale è quindi quello di fare una scuola amabile dove stiano bene bambini, famiglie ed insegnanti dove lo scopo dell'insegnamento non è produrre apprendimento ma produrre condizioni di apprendimento.
  • 18. “contenere l’esuberanza del fanciullo” Un banco pensato per…
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  • 30. ITI e Liceo Scientifico Tecnologico Majorana Brindisi
  • 31. IC Cadeo e Pontenure (Pc)
  • 32. IC Cadeo e Pontenure (Pc)
  • 38. 440 Scuole adottanti 8 Residenzi ali con circa 350 docenti 3888 Like su FB 26 Eventi 3 Nuove Idee 462 Scuole del Movimento 12 “idee per l’innova zione” 22 Scuole capofila DA NOVEMBRE 2014 AD OGGI…
  • 39. Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi è una macchina stupida che funziona solo nelle mani di persone intelligenti. U. Eco