XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
L'emergenza, il primo soccorso e esodo, di Veronica Galli
1. 20/04/15
1
Art.
37
D.Lgs.
81/08
e
s.m.i.
Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011
2. 20/04/15 2
— NORMATIVA
SPECIFICA
— DESCRIZIONE
DELLE
EMERGENZE
— MISURE
DI
PREVENZIONE
E
PROTEZIONE
— SITUAZIONI
CORRETTE/NON
CORRETTE
SOMMARIO
3. 20/04/15 3
D.
Lgs.
81/08
e
s.m.i.
Titolo
I
-‐
Capo
III
–
Sezione
VI
GesFone
delle
emergenze
NORMATIVA
4. 20/04/15 4
Ai
fini
degli
adempimen9
di
cui
all’ar9colo
18,
comma
1,
le>era
t),
il
datore
di
lavoro:
a)
organizza
i
necessari
rapporF
con
i
servizi
pubblici
competenF
in
materia
di
primo
soccorso,
salvataggio,
loQa
anFncendio
e
gesFone
dell’emergenza;
b)
designa
prevenFvamente
i
lavoratori
di
cui
all’arFcolo
18,
comma
1,
leQ.
b);
c)
informa
tuV
i
lavoratori
che
possono
essere
esposF
a
un
pericolo
grave
e
immediato
circa
le
misure
predisposte
e
i
comportamenF
da
adoQare;
d)
Omissis
...
e)
Omissis
...
e-‐bis)
garanFsce
la
presenza
di
mezzi
di
esFnzione
idonei
alla
classe
di
incendio
ed
al
livello
di
rischio
presenF
sul
luogo
di
lavoro,
tenendo
anche
conto
delle
parFcolari
condizioni
in
cui
possono
essere
usaF.
L’obbligo
si
applica
anche
agli
impianF
di
esFnzione
fissi,
manuali
o
automaFci,
individuaF
in
relazione
alla
valutazione
dei
rischi.
Art. 43 - D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
NORMATIVA
5. 20/04/15 5
Ai
fini
delle
designazioni
di
cui
al
comma
1,
leQera
b),
il
datore
di
lavoro
Fene
conto
delle
dimensioni
dell’azienda
e
dei
rischi
specifici
dell’azienda
o
della
unità
produVva
secondo
i
criteri
previsF
nei
decreF
di
cui
all’arFcolo
46.
I
lavoratori
non
possono,
se
non
per
gius9ficato
mo9vo,
rifiutare
la
designazione.
Essi
devono
essere
formaF,
essere
in
numero
sufficiente
e
disporre
di
aQrezzature
adeguate,
tenendo
conto
delle
dimensioni
e
dei
rischi
specifici
dell’azienda
o
dell’unità
produVva.
Art. 43 - D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
NORMATIVA
6. 20/04/15 6
Il
datore
di
lavoro,
tenendo
conto
della
natura
della
aVvità
e
delle
dimensioni
dell’azienda
o
della
unità
produVva,
senFto
il
medico
competente
ove
nominato,
prende
i
provvedimenF
necessari
in
materia
di
primo
soccorso
e
di
assistenza
medica
di
emergenza,
tenendo
conto
delle
altre
eventuali
persone
presenF
sui
luoghi
di
lavoro
e
stabilendo
i
necessari
rapporF
con
i
servizi
esterni,
anche
per
il
trasporto
dei
lavoratori
infortunaF.
Le
cara>eris9che
minime
delle
a>rezzature
di
primo
soccorso,
i
requisi9
del
personale
adde>o
e
la
sua
formazione,
individuaF
in
relazione
alla
natura
dell’aVvità,
al
numero
dei
lavoratori
occupaF
ed
ai
faQori
di
rischio
sono
individuaF
dal
decreto
ministeriale
15
luglio
2003,
n.
388
e
dai
successivi
decreF
ministeriali
di
adeguamento
acquisito
il
parere
della
Conferenza
permanente
per
i
rapporF
tra
lo
Stato,
le
regioni
e
le
province
autonome
di
Trento
e
di
Bolzano.
Art. 45 - D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
NORMATIVA
7. 20/04/15 7
Nei
luoghi
di
lavoro
soggeV
al
presente
decreto
legislaFvo
devono
essere
adoQate
idonee
misure
per
prevenire
gli
incendi
e
per
tutelare
l’incolumità
dei
lavoratori.
3.
Omissis
...
4.
Fino
all’adozione
dei
decreF
di
cui
al
comma
3,
conFnuano
ad
applicarsi
i
criteri
generali
di
sicurezza
anFncendio
e
per
la
gesFone
delle
emergenze
nei
luoghi
di
lavoro
di
cui
al
decreto
del
Ministro
dell’interno
10
marzo
1998.
Art. 46 - D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
NORMATIVA
8. 20/04/15 8
Gestione emergenza incendio
v Procedure
v Piano di evacuazione
Individuazione addetti antincendio
v Nomina e Lettera di incarico
Formazione addetti antincendio
Ø Rischio basso - 4 ore
Ø Rischio medio - 8 ore
Ø Rischio elevato - 16 ore
Sicurezza
an9ncendio
e
ges9one
delle
emergenze
–
D.M.
10
marzo
1998
NORMATIVA
9. 20/04/15 9
Aziende
del
gruppo
A
Aziende
con
l’obbligo
di
noFfica
(D.lgs
334/99),
centrali
termoeleQriche,
laboratori
nucleari,
aziende
estraVve,
lavori
nel
soQerraneo,
fabbriche
di
esplosivi.
Aziende
con
piu’
di
5
lavoratori
appartenenF
a
determinaF
gruppi
tariffari
INAIL.
Aziende
con
oltre
5
lavoratori
a
tempo
indeterminato
del
comparto
agricoltura.
Aziende
del
gruppo
B
Aziende
con
3
o
piu’
lavoratori
che
non
rientrano
nel
gruppo
A.
Aziende
del
gruppo
C
Aziende
con
meno
di
3
lavoratori
che
non
rientrano
nel
gruppo
A.
DM 388/2003 - Classificazione delle aziende
NORMATIVA
10. 20/04/15 10
Aziende
del
gruppo
A
Sistema
di
raccordo
tra
il
pronto
soccorso
interno
ed
il
sistema
di
emergenza
sanitaria
Aziende
del
gruppo
B
CasseQa
di
pronto
soccorso
Mezzo
di
comunicazione
idoneo
ad
aVvare
il
sistema
di
emergenza
del
SSN
Aziende
del
gruppo
C
PaccheQo
di
medicazione
Mezzo
di
comunicazione
idoneo
ad
aVvare
rapidamente
il
sistema
di
emergenza
del
SSN
DM 388/2003 - Classificazione delle aziende
NORMATIVA
11. 20/04/15 11
• GuanF
sterili
monouso
(2
paia);
•
flacone
di
soluzione
cutanea
di
iodopovidone
al
10%
di
iodio
da
125
ml
(1);
•
flacone
di
soluzione
fisiologica
(sodio
cloruro
–
0,9%)
da
250
ml
(1);
•
compresse
di
garza
sterile
10
x
10
in
buste
singole
(3);
•
compresse
di
garza
sterile
18
x
40
in
buste
singole
(1);
•
pinzeQe
sterili
da
medicazione
monouso
(1);
•
confezione
di
cotone
idrofilo
(1);
•
confezioni
di
ceroV
di
varie
misure
pronF
all’uso
(1);
•
rotoli
di
ceroQo
alto
cm.
2,5
(1);
•
rotolo
di
benda
orlata
alta
cm
10
(1);
•
un
paio
di
forbici;
•
lacci
emostaFci
(1);
•
ghiaccio
pronto
uso
(1);
•
saccheV
monouso
per
la
raccolta
di
rifiuF
sanitari
(1);
•
istruzioni
sul
modo
di
usare
i
presidi
suddeV
e
di
prestare
i
primi
soccorsi
in
aQesa
del
servizio
di
emergenza
CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE
NORMATIVA
12. 20/04/15 12
• GuanF
sterili
monouso
(5
paia);
•
visiera
paraschizzi;
•
flacone
di
soluzione
cutanea
di
iodopovidone
al
10%
di
iodio
da
1
litro
(1);
•
flaconi
di
soluzione
fisiologica
(sodio
cloruro
–
0,9%)
da
500
ml
(3);
•
compresse
di
garza
sterile
10
x
10
in
buste
singole
(10);
•
compresse
di
garza
sterile
18
x
40
in
buste
singole
(2);
•
teli
sterili
monouso
(2);
•
pinzeQe
sterili
da
medicazione
monouso
(2);
•
confezione
di
rete
elasFca
di
misura
media
(1);
•
confezione
di
cotone
idrofilo
(1);
•
confezioni
di
ceroV
di
varie
misure
pronF
all’uso
(2);
•
rotoli
di
ceroQo
alto
cm.
2,5
(2);
•
un
paio
di
forbici;
•
lacci
emostaFci
(3);
•
ghiaccio
pronto
uso
(2);
•
saccheV
monouso
per
la
raccolta
di
rifiuF
sanitari
(2);
•
termometro;
•
apparecchio
per
la
misurazione
della
pressione
arteriosa;
CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO
SOCCORSO
NORMATIVA
13. 20/04/15 13
Per i designati al pronto soccorso delle aziende del gruppo A
sono previsti corsi di formazione di 16 ore
e
aggiornamento triennale di 6 ore
Per i designati al pronto soccorso delle aziende dei gruppi B e C
sono previsti corsi di formazione di 12 ore
e
aggiornamento triennale di 4 ore
FORMAZIONE
DEGLI
INCARICATI
–
D.M.
388/2003
NORMATIVA
15. 20/04/15 15
Che
cos’è
l’emergenza
?
:
— Si
può
definire
emergenza
tuQo
ciò
che
appare
come
condizione
insolita
e
pericolosa
che
può
presentarsi
in
modi
e
tempi
non
completamente
prevedibili
Si
può
perciò
dire
che
l’emergenza:
— È
un
fenomeno
non
interamente
codificabile.
— Può
evolvere
con
rischi
a
persone
o
cose.
— Richiede
un
intervento
immediato.
DEFINIZIONE
DELLE
EMERGENZE
16. 20/04/15
16
Emergenza
circoscri>a
— Situazione
pericolosa
delimitata
che
può
essere
affrontata
in
maniera
rapida
ed
efficace
con
i
mezzi
aziendali
di
primo
intervento.
Emergenza
locale
— Situazione
pericolosa
che
fin
dal
suo
verificarsi
appare
di
rapida
estensione
e
che
per
questo
può
avere
ripercussioni
su
tuQe
le
persone
presenF
nello
stabilimento.
Deve
essere
affrontata
in
maniera
rapida
con
i
mezzi
aziendali
in
aQesa
dell’arrivo
dei
VV.F
o
di
altri
enF
esterni
coinvolF
nell’emergenza.
Emergenza
generale
— Situazione
pericolosa
che
fin
dal
suo
verificarsi
appare
di
vaste
proporzioni,
facendo
temere
conseguenze
dannose
su
vasta
scala,
anche
al
di
fuori
dell’area
dell’azienda,
per
le
persone
e
per
gli
ambienF.
DEFINIZIONI
17. 20/04/15 17
Squadra
di
primo
intervento
— Gruppo
di
dipendenF.
incaricato
di
eseguire
talune
azioni
per
fronteggiare
le
emergenze
di
seguito
indicate.
Coordinatore
delle
emergenze
— Dipendente
formalmente
incaricato
o
il
datore
di
lavoro
stesso
che
promuove
e
dirige
e
le
azioni
di
intervento
nei
casi
di
emergenza
generale.
Responsabile
di
area
per
situazioni
di
emergenza
— Dipendente
formalmente
incaricato
che
promuove
e
dirige
le
azioni
di
intervento
nei
casi
di
emergenza
circoscriQa
o
locale
nell’area
di
sua
competenza..
DEFINIZIONI
18. 20/04/15
18
Preallarme
Segnale
acus9co
intermi>ente
di
breve
durata.
— Indica
che
in
un
luogo
dello
stabilimento
vi
è
una
situazione
pericolosa
per
questo
le
persone
che
si
trovano
nel
luogo
stesso
si
devono
allontanare
immediatamente
e
il
personale
degli
altri
ambienF
operaFvi
si
deve
tenere
in
stato
di
allerta
rimanendo
al
proprio
posto
di
lavoro.
Allarme
Segnale
acus9co
con9nuo
di
considerevole
durata.
— Indica
l’esistenza
di
una
situazione
pericolosa
che
richiede
l’allontanamento
di
tuQe
le
persone
dallo
stabilimento.
In
tal
evenienza
il
personale
lascerà
ordinatamente
e
con
calma
il
posto
di
lavoro
secondo
il
piano
di
evacuazione
generale
predisposto.
Cessato
allarme
Segnale
acus9co
intermi>ente
ripetuto
di
breve
durata.
— Indica
la
condizione
di
cessato
pericolo.
Il
personale
rimane
comunque
nel
luogo
di
raduno
nell’aQesa
delle
direVve
del
coordinatore
delle
emergenze.
DEFINIZIONI
19. 20/04/15
19
POSTO
DI
RADUNO
— I
luoghi
esterni
alla
diQa
individuaF
dal
datore
di
lavoro
come
luoghi
sicuri
in
caso
di
emergenza
nei
quali
si
dovranno
riunire
tuQe
le
persone
presenF
in
caso
di
evacuazione.
— Sono
individuaF
da
apposita
segnaleFca
nelle
aree
esterne
nei
pressi
di
ciascuna
unità
produVva.
DEFINIZIONI
21. 20/04/15
21
Possibili
casi
in
cui
si
verifica
l’emergenza
nei
luoghi
di
lavoro
L’emergenza
può
verificarsi
in
seguito
ad
accadimenF
causaF
da
a]vità
interna
all’ambiente
di
lavoro,
per
esempio:
— Incendi
di
varia
origine
e
natura.
— Esplosioni
conseguenF
a
gas,
vapori
infiammabili
od
altri
materiali.
— Infortuni
(asfissia,
traumi
meccanici,
eleQrocuzione,
usFoni,
avvelenamento,
ecc.)
— Rilasci
di
componenF
o
prodoV
tossici
o
radioa]vi.
— Malfunzionamen9
tecnici
di
impianF
generali
(acqua,
gas,
distribuzione
di
energia
eleQrica,
ecc.).
CAUSE
DELL’EMERGENZA
22. 20/04/15
22
O
causa9
da
even9
esterni
— TerremoF,
crolli
…
— Frane,
smoQamenF
…
— Condizioni
metereologiche
estreme:
tromba
d’aria,
neve,
allagamenF,
alluvioni
…
— InquinamenF
ambientali
…
— Coinvolgimento
di
incendi
aerei,
ferroviari
…
— Altre
catastrofi
naturali
o
provocate:
aQentaF,
sommosse,
minaccia
armata
…
CAUSE
DELL’EMERGENZA
23. 20/04/15
23
Come
organizzarsi
opera9vamente
?
! Considera9
i
lunghi
tempi
di
a>esa
degli
interven9
esterni,
l’evoluzione
posi9va
dell’emergenza
dipenderà
in
gran
parte
dal
corre>o
e
tempes9vo
intervento
dell’organizzazione
locale
(interna
o
eventualmente
in
consorzio
con
altre
aziende
limitrofe).
— Venire
a
conoscenza
dell’evento
in
maniera
deQagliata
ed
in
tempi
rapidi.
— Conoscere
i
pericoli
ed
i
rischi
Fpici
dei
possibili
evenF
e
le
modalità
di
approccio
all’intervento.
— Saper
decidere
se
aVvare
subito
il
sistema
di
evacuazione
e
salvataggio
delle
persone
presenF.
— AVvare
le
modalità
operaFve
di
intervento
(interne
e/o
esterne)
secondo
modelli
predefiniF.
GESTIONE
DELLE
EMERGENZE
24. 20/04/15
24
La
stesura
del
piano
prevede
varie
fasi
principali:
— Individuazione
del
rischio
e
delle
conseguenze.
— ObieVvi.
— Azioni.
— CollegamenF
tra
soccorso
interno
ed
esterno.
— Procedure
di
allertamento
–
persone
chiave.
— Procedure
di
intervento
–
coordinamento.
L’individuazione
del
rischio
e
delle
conseguenze
comporta:
— L’ubicazione
e
la
quanFficazione
dei
rischi.
— L’esame
delle
conseguenze
ipoFzzabili
per
persone
e
cose.
— L’individuazione
di
mezzi,
uomini
e
istruzioni
per
far
fronte
al
rischio.
PIANO
DI
EMERGENZA
AZIENDALE
25. 20/04/15
25
Gli
obie]vi
del
piano
possono
essere
così
defini9:
— Salvataggio
e
protezione
delle
persone
(salvataggio,
pronto
soccorso,
evacuazione
…).
— Contenimento
e
rapido
controllo
dell’incidente.
— Minimizzazione
dei
danni
ai
beni
e
all’ambiente.
— Bonifica
dell’ambiente.
PIANO
DI
EMERGENZA
AZIENDALE:
obieVvi
27. 20/04/15
27
Il
coordinatore
dell'emergenza
— Il
coordinatore
dell'emergenza
è
la
persona
formalmente
incaricata
che
assume
la
direzione
delle
operazioni
durante
le
emergenze.
— Valuta
l'opportunità
di
aVvare
il
piano
di
emergenza
locale
o
generale
e
lo
dichiara
operaFvo
quando
lo
riFene
necessario.
— Dirige
e
coordina
tuQe
le
aVvità
che
si
svolgono
mentre
l'insediamento
inteso
nel
suo
complesso
è
in
condizioni
di
emergenza
ed
aVva
gli
altri
responsabili
sulla
base
di
sue
valutazioni
in
seguito
all'evolversi
dinamico
della
situazione.
— Dichiara
la
fine
dello
stato
di
emergenza.
COMPITI
E
FUNZIONI
28. 20/04/15
28
— È
responsabile
della
chiamata
in
causa
e
dell’uFlizzo
efficiente
di
tuQe
le
risorse
umane
disponibili,
nella
sua
zona
di
competenza.
— Avvisa
il
coordinatore
in
caso
di
emergenza
locale
o
circoscriQa.
— In
caso
di
emergenza
generale
coopera
con
il
coordinatore
secondo
le
istruzioni
e
le
indicazioni
dello
stesso.
— È
responsabile
dell’incolumità
e
del
benessere
di
tuQe
le
persone
operaFve
e
evacuate.
— Cura
l’efficiente
assistenza
nei
punF
di
raccolta.
— Dirige
gli
incaricaF
della
squadra
di
primo
intervento
della
propria
zona
di
competenza.
— In
condizioni
operaFve
normali
assicura
che
gli
impianF
anFncendio
fissi
e
portaFli
siano
mantenuF
secondo
i
criteri
della
normaFva
vigente.
COMPITI
E
FUNZIONI
Responsabile
di
area
per
le
situazioni
di
emergenza
29. 20/04/15
29
— Seziona
gli
impianF
dietro
indicazione
del
coordinatore
per
le
emergenze.
— Coordina
od
esegue
personalmente
tuV
gli
intervenF
miraF
a
limitare
i
danni
e
riprisFnare
dietro
istruzione
precisa
del
coordinatore
delle
emergenze
la
funzionalità
degli
impianF
tecnici,
in
parFcolare
l'energia
eleQrica.
— Collabora
con
le
forze
esterne,
come
i
Vigili
del
Fuoco,
i
tecnici
degli
enF
erogatori
di
acqua,
eleQricità
e
gas
per
gli
opportuni
intervenF.
— Si
preoccupa
di
riaVvare
al
più
presto
i
servizi
essenziali
e
l'agibilità
dei
luoghi
colpiF
dietro
indicazione
del
coordinatore
delle
emergenze.
COMPITI
E
FUNZIONI
Responsabile
impianFsFco
30. 20/04/15
30
— E'
responsabile
della
tutela
delle
macchine
e
dei
daF
del
sistema
informaFco,
in
modo
da
minimizzare
i
danni
e
facilitare
una
pronta
ripresa
delle
aVvità.
— Deve
aVvare
e
controllare
direQamente
la
procedura
di
power-‐down.
— Deve
curare
il
salvataggio
dei
daF,
il
loro
trasferimento
in
un
luogo
sicuro
ed
il
recupero
dei
daF
di
back
up
a
livello
di
daF
operaFvi
e
di
programmi.
— Deve
proteggere
la
documentazione
di
supporto
agli
applicaFvi
ed
i
manuali.
COMPITI
E
FUNZIONI
Responsabile
della
salvaguardia
del
sistema
informaFco
31. 20/04/15
31
— Tiene
soQo
controllo
le
comunicazioni
con
i
mezzi
di
informazione
e
con
gli
enF
esterni,
non
direQamente
coinvolF
con
l’emergenza.
— Raccoglie,
riordina
e
rielabora
le
informazioni
relaFve
all’emergenza,
per
sFlare
comunicaF
stampa
e
pubbliche
dichiarazioni
dietro
disposizioni
del
coordinatore
delle
emergenze.
— Funge
da
intermediario
con
le
famiglie
dei
dipendenF
e
dei
visitatori.
— GesFsce
tuQe
le
comunicazioni
telefoniche
con
l'esterno
secondo
le
istruzioni
del
coordinatore
delle
emergenze.
COMPITI
E
FUNZIONI
Responsabile
delle
relazioni
esterne
32. 20/04/15
32
— E'
persona
formalmente
incaricata
e
specificatamente
addestrata
a
fronteggiare
le
situazioni
di
primo
intervento
anFncendio.
— Al
suono
dell'allarme
si
aVva
meQendosi
il
più
rapidamente
possibile
a
disposizione
del
responsabile
di
area
per
le
situazioni
di
emergenza.
— In
caso
di
necessità
e
dietro
indicazione
del
responsabile
di
area
per
le
situazioni
di
emergenza
si
aQrezza
con
la
dotazione
anFncendio
(tuta,
guanF,
sFvali,
elmeQo,
ecc.)
presente
in
stabilimento
nei
punF
indicaF
dalla
segnaleFca.
— Fronteggia
l’insorgere
dell’incendio
con
i
mezzi
anFncendio
presenF
in
azienda
secondo
la
formazione
ricevuta
senza
meQere
a
repentaglio
la
propria
incolumità
o
quella
di
altri.
COMPITI
E
FUNZIONI
Incaricato
alla
loQa
anFncendio
33. 20/04/15
33
— E'
la
persona
formalmente
incaricata
di
curare
l'esodo
di
tuQe,
o
parte
(in
caso
di
più
incaricaF)
delle
persone
presenF
verso
il
luogo
di
raduno
idenFficato
nel
piano
di
emergenza.
— Appura
inoltre,
che
tuQe
le
persone
soQo
il
suo
controllo
siano
presenF
sul
luogo
di
raduno.
In
caso
di
assenza
di
una
o
più
persone,
si
aVva
informando
il
responsabile
di
area
per
le
situazioni
di
emergenza.
COMPITI
E
FUNZIONI
Incaricato
all’evacuazione
34. 20/04/15
34
— E'
la
persona
formalmente
incaricata
e
in
possesso
di
specifica
formazione
per
l'assistenza
di
pronto
soccorso.
— In
caso
di
emergenza
si
meQe
prontamente
a
disposizione
del
responsabile
di
area
per
le
situazioni
di
emergenza
e
si
aVva
in
base
alle
necessità
secondo
le
istruzioni
del
responsabile
stesso.
COMPITI
E
FUNZIONI
Incaricato
agli
intervenF
di
primo
soccorso
35. 20/04/15
35
Vie
di
emergenza
o
esodo
— Nel
rispeQo
dei
criteri
e
delle
indicazioni
della
normaFva
vigente,
devono
essere
idenFficaF,
tracciaF
e
segnalaF,
percorsi
senza
ostacoli
al
deflusso
che
consentono
alle
persone
che
occupano
l’edificio
di
raggiungere
un
luogo
sicuro
in
caso
di
emergenza.
Tali
tracciaF
sono
di
norma
segnalaF
tramite
delle
strisce
parallele
conFnue
di
colore
bianco
o
giallo
di
larghezza
non
inferiore
a
120
cenFmetri.
Nei
casi
dove
questo
non
è
possibile,
è
opportuno
tracciare
delle
frecce
colorate
che
indicano
il
senso
dell’esodo.
Le
vie
e
le
uscite
di
emergenza
devono
essere
mantenute
sempre
sgombre
al
fine
di
consen9re,
in
caso
di
necessità
di
raggiungere
il
più
rapidamente
possibile
un
luogo
sicuro.
120
cm
SISTEMA
DI
IDENTIFICAZIONE
DI
PERCORSI
E
USCITE
IN
CASO
DI
EMERGENZA
36. 20/04/15
36
Segnalazioni
di
percorso
— Il
sistema
di
segnalazione
dei
percorsi
consiste
in
frecce
colorate
disegnate
a
terra,
di
lunghezza
non
inferiore
a
50
cm
e
larghezza
non
inferiore
20
cm,
indicanF
la
direzione
più
breve
per
raggiungere
la
porta
di
emergenza
più
vicina.
Tali
frecce
possono
essere
disegnate
all’interno
dei
tracciaF
delle
vie
di
emergenza
oppure
in
campo
aperto
quando
la
realizzazione
del
tracciato
non
è
possibile
o
funzionale.
SISTEMA
DI
IDENTIFICAZIONE
DI
PERCORSI
E
USCITE
IN
CASO
DI
EMERGENZA
37. 20/04/15
37
Sistema Uscite di emergenza
— Quelle
che
in
base
ai
criteri
della
vigente
normaFva
sono
state
individuate
quali
uscite
di
emergenza
sono
porte
a
una
o
due
ante
apribili
nel
verso
dell’esodo
e
sono
apribili
facilmente
in
caso
di
emergenza.
— Le
uscite
di
emergenza
sono
evidenziate
da
apposita
segnaleFca
conforme
alle
disposizioni
vigenF
e
collocata
in
luoghi
appropriaF.
SISTEMA
DI
IDENTIFICAZIONE
DI
PERCORSI
E
USCITE
IN
CASO
DI
EMERGENZA
42. 20/04/15
42
— Nel
caso
si
venga
raggiunF
dal
fumo
all’interno
dei
locali,
allontanarsene
camminando
chini
o
strisciando
sul
pavimento
avendo
posto
un
fazzoleQo
(possibilmente
bagnato)
sulla
bocca
e
sul
naso
a
protezione
delle
vie
respiratorie.
— Aprite
eventuali
porte
con
estrema
cautela.
Prima
di
aprire
la
porta
toccatela
in
alto
per
senFre
se
è
calda.
Se
è
calda
o
vi
è
fuoriuscita
di
fumo
cercate
un'altra
via
di
fuga
od
aprite
se
non
avete
alternaFva
con
estrema
cautela.
— Disponendo
di
indumenF
di
lana
(cappoV,
sciarpe,
scialli,
pullover,
ecc.)
si
consiglia
di
avvolgerli
sulla
testa
in
modo
da
non
esporre
i
capelli
al
fuoco.
NORME
DI
COMPORTAMENTO
IN
EMERGENZA
43. 20/04/15
43
— In
caso
di
emergenza
le
persone
tendono
isFnFvamente
a
sfollare
aQraverso
i
percorsi
che
normalmente
uFlizzano
per
entrare.
— Con
le
esercitazioni
anFncendio,
obbligatorie
per
legge,
da
effeQuare
almeno
una
volta
l’anno,
le
persone
memorizzano
i
percorsi
d’esodo
previsF
nel
piano
di
evacuazione.
ESERCITAZIONI
ANTINCENDIO
44. 20/04/15
44
— L’impianto
di
illuminazione
di
sicurezza
deve
fornire,
in
caso
di
mancata
erogazione
di
energia
eleQrica
e
quindi
di
luce
arFficiale,
un’illuminazione
sufficiente
a
permeQere
di
evacuare
in
sicurezza
i
locali
(intensità
minima
di
illuminazione
5
lux).
Dovranno
pertanto
essere
illuminate
le
indicazioni
delle
porte
e
delle
uscite
di
sicurezza,
i
segnali
indicanF
le
vie
di
esodo,
i
corridoi
e
tuQe
quelle
parF
che
è
necessario
percorrere
per
raggiungere
un’uscita
verso
luogo
sicuro.
ILLUMINAZIONE
DI
SICUREZZA