Present and future of public libraries under the today's threats and opportunities.
Presente e futuro delle biblioteche pubbliche di fronte alle minacce e opportunità dell'oggi.
Biblioteche per tutti? Imparare dal passato e riflettere sul presenteAnna Galluzzi
Il contributo è dedicato a un'analisi storica, sociale e biblioteconomica del ruolo delle biblioteche pubbliche, al fine di suggerire nuove chiavi di comprensione sul dibattito attuale e sulle azioni che le biblioteche possono mettere in atto.
La prima parte dell'incontro ripercorrerà l'evoluzione della struttura e delle funzioni delle biblioteche pubbliche negli ultimi 15-20 anni, con riferimento alle esperienze sia straniere che italiane.
Verranno quindi analizzate le conseguenze della crisi economica e della rivoluzione tecnologica sulla storia più recente delle biblioteche pubbliche, passando in rassegna le attuali sfide e minacce alla loro sopravvivenza.
Anche attraverso la presentazione di esempi, vicende e casi, ci si interrogherà su potenzialità e difficoltà insite nel percorso che va dalla biblioteca tradizionale a quella sociale per arrivare infine a quella partecipativa.
I modelli di riferimento recentemente adottati dalle biblioteche pubbliche verranno approfonditi alla luce di due differenti chiavi di lettura:
1. lo status della biblioteca pubblica all'interno del comparto dei servizi pubblici e del welfare;
2. il dibattito sulle funzioni della public library nell'America degli anni Settanta
Nell'ultima parte dell'incontro si individueranno alcune possibili strategie e linee di azione che le biblioteche pubbliche possono mettere in atto sia a livello gestionale che sul piano dell'azione politica e sociale.
Biblioteche: accesso alla conoscenza tra dimensione locale e globaleAnna Galluzzi
A partire dal tradizionale ruolo svolto dalle biblioteche nei processi di accesso alla conoscenza, l'articolo si interroga su come cambia tale posizionamento nell'ecosistema informativo determinato dall'avvento del digitale. L'obiettivo è quello di valutare le possibili strategie per ricondurre a unità il piano di azione locale e quello globale, avendo chiari i diversi livelli a cui può essere declinata la mission delle biblioteche (da quello socio-culturale a quello tipologico, infine a quello istituzionale) e le relazioni tra governance e azioni intraprese. In particolare si propongono percorsi di sviluppo, a livello territoriale e di rete, in quattro aree: semplicità, visibilità, partecipazione e inclusività. Dopo una breve ricognizione degli ostacoli interni ed esterni al raggiungimento di tali obiettivi, l'articolo propone alcune raccomandazioni utili per i bibliotecari.
Biblioteche pubbliche tra mode passeggere e prospettive che si consolidanoAnna Galluzzi
L'intervento si sofferma sui cambiamenti che hanno caratterizzato e stanno caratterizzando le strategie di sviluppo delle biblioteche, in particolare delle biblioteche pubbliche, dal punto di vista dell’organizzazione degli spazi e dei servizi, a seguito dei rilevanti cambiamenti di contesto intervenuti negli ultimi anni, tra cui la crisi economica globale da un lato e la rivoluzione tecnologica dall’altro. Nello specifico, sono discussi temi quali: il rapporto tra grandi e piccole biblioteche e, dunque, tra centralizzazione e convergenza dei servizi e decentramento e personalizzazione; la dialettica tra ricerca della massima flessibilità nell’organizzazione degli spazi e necessità di funzionalizzazione degli stessi; la tendenza verso l’ampliamento delle funzioni e la convergenza dei servizi pubblici territoriali negli spazi delle biblioteche; infine, la spinta verso il coinvolgimento degli utenti nella costruzione dei servizi e dei suoi percorsi di sviluppo. L'intervento si conclude con una riflessione su quanto dei cambiamenti in atto nelle biblioteche passi nella percezione pubblica, e a titolo esemplificativo proporrà una riflessione sul recente Rapporto indipendente sulle biblioteche inglesi.
Present and future of public libraries under the today's threats and opportunities.
Presente e futuro delle biblioteche pubbliche di fronte alle minacce e opportunità dell'oggi.
Biblioteche per tutti? Imparare dal passato e riflettere sul presenteAnna Galluzzi
Il contributo è dedicato a un'analisi storica, sociale e biblioteconomica del ruolo delle biblioteche pubbliche, al fine di suggerire nuove chiavi di comprensione sul dibattito attuale e sulle azioni che le biblioteche possono mettere in atto.
La prima parte dell'incontro ripercorrerà l'evoluzione della struttura e delle funzioni delle biblioteche pubbliche negli ultimi 15-20 anni, con riferimento alle esperienze sia straniere che italiane.
Verranno quindi analizzate le conseguenze della crisi economica e della rivoluzione tecnologica sulla storia più recente delle biblioteche pubbliche, passando in rassegna le attuali sfide e minacce alla loro sopravvivenza.
Anche attraverso la presentazione di esempi, vicende e casi, ci si interrogherà su potenzialità e difficoltà insite nel percorso che va dalla biblioteca tradizionale a quella sociale per arrivare infine a quella partecipativa.
I modelli di riferimento recentemente adottati dalle biblioteche pubbliche verranno approfonditi alla luce di due differenti chiavi di lettura:
1. lo status della biblioteca pubblica all'interno del comparto dei servizi pubblici e del welfare;
2. il dibattito sulle funzioni della public library nell'America degli anni Settanta
Nell'ultima parte dell'incontro si individueranno alcune possibili strategie e linee di azione che le biblioteche pubbliche possono mettere in atto sia a livello gestionale che sul piano dell'azione politica e sociale.
Biblioteche: accesso alla conoscenza tra dimensione locale e globaleAnna Galluzzi
A partire dal tradizionale ruolo svolto dalle biblioteche nei processi di accesso alla conoscenza, l'articolo si interroga su come cambia tale posizionamento nell'ecosistema informativo determinato dall'avvento del digitale. L'obiettivo è quello di valutare le possibili strategie per ricondurre a unità il piano di azione locale e quello globale, avendo chiari i diversi livelli a cui può essere declinata la mission delle biblioteche (da quello socio-culturale a quello tipologico, infine a quello istituzionale) e le relazioni tra governance e azioni intraprese. In particolare si propongono percorsi di sviluppo, a livello territoriale e di rete, in quattro aree: semplicità, visibilità, partecipazione e inclusività. Dopo una breve ricognizione degli ostacoli interni ed esterni al raggiungimento di tali obiettivi, l'articolo propone alcune raccomandazioni utili per i bibliotecari.
Biblioteche pubbliche tra mode passeggere e prospettive che si consolidanoAnna Galluzzi
L'intervento si sofferma sui cambiamenti che hanno caratterizzato e stanno caratterizzando le strategie di sviluppo delle biblioteche, in particolare delle biblioteche pubbliche, dal punto di vista dell’organizzazione degli spazi e dei servizi, a seguito dei rilevanti cambiamenti di contesto intervenuti negli ultimi anni, tra cui la crisi economica globale da un lato e la rivoluzione tecnologica dall’altro. Nello specifico, sono discussi temi quali: il rapporto tra grandi e piccole biblioteche e, dunque, tra centralizzazione e convergenza dei servizi e decentramento e personalizzazione; la dialettica tra ricerca della massima flessibilità nell’organizzazione degli spazi e necessità di funzionalizzazione degli stessi; la tendenza verso l’ampliamento delle funzioni e la convergenza dei servizi pubblici territoriali negli spazi delle biblioteche; infine, la spinta verso il coinvolgimento degli utenti nella costruzione dei servizi e dei suoi percorsi di sviluppo. L'intervento si conclude con una riflessione su quanto dei cambiamenti in atto nelle biblioteche passi nella percezione pubblica, e a titolo esemplificativo proporrà una riflessione sul recente Rapporto indipendente sulle biblioteche inglesi.
New librarianship: un futuro sociale per biblioteche e bibliotecari?Anna Galluzzi
L’intervento prende spunto dal recente volume di David Lankes, The atlas of new librarianship, per interrogarsi sul ruolo delle biblioteche e sui contenuti della professione in un contesto nel quale la biblioteca come spazio fisico viene messa in discussione in virtù dei processi di convergenza al digitale e gli effetti della crisi economica impongono alle biblioteche e ai bibliotecari la necessità di giustificare e dimostrare la loro utilità sociale.
La new librarianship di Lankes si basa sul presupposto che “la missione dei bibliotecari consiste nel migliorare la società facilitando la creazione della conoscenza nelle loro comunità di riferimento”. In sostanza, la tesi principale sostenuta da Lankes è che sia necessaria una rifondazione ontologica della biblioteconomia basata su un corretto posizionamento delle biblioteche e dei bibliotecari, il cui ruolo non è incentrato sull'oggetto libro, né su qualunque altro tipo di supporto o di tecnologia dovesse diventare vettore di contenuti (quelli che Lankes chiama artifacts), bensì sulla capacità dei bibliotecari di continuare a svolgere il ruolo di facilitatori del processo di creazione della conoscenza in un contesto di apprendimento partecipativo.
Per farlo, il bibliotecario deve prendere parte attiva alla conversazione attraverso cui avviene il processo dell'apprendimento ovvero creare le condizioni per facilitare e/o potenziare tale conversazione, separando di fatto il proprio destino da quello delle biblioteche.
L’aspetto più critico di questa visione consiste nel trasformare tale punto di vista in convinzione comune all'interno della professione e in percezione diffusa nella società, ribaltando secoli di associazione mentale e pratica tra biblioteche, bibliotecari e libri (o altri supporti del sapere), come anche le più recenti ricerche e indagini sulla percezione degli utenti continuano a mettere in evidenza.
La discontinuità insita nell'idea di bibliotecari che restano tali pur non essendo agganciati ad alcuna struttura bibliotecaria e di utenti che partecipano alle funzioni bibliotecarie come creatori e vettori di conoscenza resta impegnativa in termini di formazione, di politiche pubbliche, di progettazione dei servizi, di attitudine del personale e di organizzazione delle attività. È inoltre del tutto incerta e per niente scontata la possibilità che le nostre comunità (e le altre professionalità che operano nel settore della conoscenza) possano vederci, in tempi brevi, come partner all’interno di un raggio di azione più ampio di quello a cui sono abituati e che scelgano di aprirsi alla conversazione con noi.
Relazione presentata il 21 aprile 2015 a un pubblico di non bibliotecari*, per illustrare il ruolo delle biblioteche nell'ambito della sostenibilità e dello 'smart living' _ An overview about libraries, librarians, knowledge, communities, sustainibility, smart living
Misurare il valore è possibile? La valutazione d'impatto delle bibliotecheSara Chiessi
Slide dell'intervento presentato al 16. workshop Teca del mediterraneo, "Costruire comunità nel presente per creare futuro: il nuovo ruolo delle Biblioteche e dei Centri di documentazione"
E-book italiani: quale bibliodiversità? Lo stato dell’arte 2011. versione ridotta del paper presentatoda Laura Testoni in occasione del 57 congresso dell'AIB (Associazione italiana biblioteche), Roma 17-18 novembre 2011
Articolo 7 Commercio di libri, ieri e oggi: canali tradizionali e digitaliRosa Regine
Dopo aver passato in rassegna i centri di diffusione del libro e della cultura (cfr. gli articoli Ebook e biblioteche ; Open Access e archivi istituzionali ; Biblioteche scolastiche e scuola primaria ; Club, fondazioni e associazioni ; Gli istituti culturali in Italia e all'estero), parliamo di commercio di libri e consideriamo i canali di vendita del libro.
Servizi di reference e assistenza al pubblicospanero
LA BIBLIOTECA PUBBLICA E IL TERRITORIO: CORSO DI AGGIORNAMENTO PER BIBLIOTECARI E VOLONTARI NEL NOVARESE I servizi di reference e assistenza al pubblico
Information literacy: formare nuove competenze nelle biblioteche pubblicheSara Chiessi
Slide dell'intervento presentato al Convegno delle Stelline 2016 (http://www.convegnostelline.it/sessione.php?IdUnivoco=4), che presenta, con alcune riflessioni, i risultati dell'indagine - condotta dal Gruppo di studio AIB sull'Information Literacy - sulle attività di information literacy svolte negli ultimi anni dalle biblioteche pubbliche.
Standardization of Poly Herbal Siddha Medicine Eladhi Chooranaminventionjournals
International Journal of Pharmaceutical Science Invention (IJPSI) is an international journal intended for professionals and researchers in all fields of Pahrmaceutical Science. IJPSI publishes research articles and reviews within the whole field Pharmacy and Pharmaceutical Science, new teaching methods, assessment, validation and the impact of new technologies and it will continue to provide information on the latest trends and developments in this ever-expanding subject. The publications of papers are selected through double peer reviewed to ensure originality, relevance, and readability. The articles published in our journal can be accessed online.
The 2016 Lexus IS range has been introduced for the U.S. market with a new 2.0L turbocharged engine and more changes/additions to the range. More information available on SteeringNews.com
New librarianship: un futuro sociale per biblioteche e bibliotecari?Anna Galluzzi
L’intervento prende spunto dal recente volume di David Lankes, The atlas of new librarianship, per interrogarsi sul ruolo delle biblioteche e sui contenuti della professione in un contesto nel quale la biblioteca come spazio fisico viene messa in discussione in virtù dei processi di convergenza al digitale e gli effetti della crisi economica impongono alle biblioteche e ai bibliotecari la necessità di giustificare e dimostrare la loro utilità sociale.
La new librarianship di Lankes si basa sul presupposto che “la missione dei bibliotecari consiste nel migliorare la società facilitando la creazione della conoscenza nelle loro comunità di riferimento”. In sostanza, la tesi principale sostenuta da Lankes è che sia necessaria una rifondazione ontologica della biblioteconomia basata su un corretto posizionamento delle biblioteche e dei bibliotecari, il cui ruolo non è incentrato sull'oggetto libro, né su qualunque altro tipo di supporto o di tecnologia dovesse diventare vettore di contenuti (quelli che Lankes chiama artifacts), bensì sulla capacità dei bibliotecari di continuare a svolgere il ruolo di facilitatori del processo di creazione della conoscenza in un contesto di apprendimento partecipativo.
Per farlo, il bibliotecario deve prendere parte attiva alla conversazione attraverso cui avviene il processo dell'apprendimento ovvero creare le condizioni per facilitare e/o potenziare tale conversazione, separando di fatto il proprio destino da quello delle biblioteche.
L’aspetto più critico di questa visione consiste nel trasformare tale punto di vista in convinzione comune all'interno della professione e in percezione diffusa nella società, ribaltando secoli di associazione mentale e pratica tra biblioteche, bibliotecari e libri (o altri supporti del sapere), come anche le più recenti ricerche e indagini sulla percezione degli utenti continuano a mettere in evidenza.
La discontinuità insita nell'idea di bibliotecari che restano tali pur non essendo agganciati ad alcuna struttura bibliotecaria e di utenti che partecipano alle funzioni bibliotecarie come creatori e vettori di conoscenza resta impegnativa in termini di formazione, di politiche pubbliche, di progettazione dei servizi, di attitudine del personale e di organizzazione delle attività. È inoltre del tutto incerta e per niente scontata la possibilità che le nostre comunità (e le altre professionalità che operano nel settore della conoscenza) possano vederci, in tempi brevi, come partner all’interno di un raggio di azione più ampio di quello a cui sono abituati e che scelgano di aprirsi alla conversazione con noi.
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Slide dell'intervento presentato al Convegno delle Stelline 2016 (http://www.convegnostelline.it/sessione.php?IdUnivoco=4), che presenta, con alcune riflessioni, i risultati dell'indagine - condotta dal Gruppo di studio AIB sull'Information Literacy - sulle attività di information literacy svolte negli ultimi anni dalle biblioteche pubbliche.
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Short introduction to Project Management and Scrum.
Meetup SET Software Engineering Thailand:
http://www.meetup.com/Software-Engineering-Thailand/events/223939279/
Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...4Science
I webinar di 4Science
Abstract
Come Alberto Salarelli scrive nel suo recente contributo in Bibliotecae.it, la storia delle biblioteche digitali è una “storia complessa”. Sono “uno strumento che ha visto mutare il proprio pubblico di riferimento, prima identificabile sostanzialmente con la platea dei professionisti della ricerca per poi aprirsi progressivamente verso le istanze di un’utenza meno specialistica ma, non di rado, particolarmente ansiosa di usufruire degli immensi patrimoni custoditi negli istituti della memoria collettiva, finalmente accessibili dal proprio computer”. Questo mutamento ci deve far riflettere sulle scelte dei contenuti, sugli obiettivi e su nuove modalità (e approcci) di valorizzazione.
Biblioteche e Wikipedia: Wikipedia come ambiente di lavoro collaborativo per ...Pierfranco Minsenti
La biblioteca connessa: come cambiano le strategie di servizio al tempo dei social network
Milano, Palazzo delle Stelline, 14 marzo 2014
http://www.convegnostelline.it/
Presentazione relativa al terzo modulo del corso di formazione per bibliotecari 'Il web 2.0 è entrato in biblioteca' svoltosi presso la Biblioteca San Giorgio di Pistoia il 23 ed il 24 novembre 2009.
Ritorno alla realtà: biblioteche digitali e spazi di coworking nell'epoca del...Tommaso Paiano
L'intervento illustra alcuni aspetti della sharing economy che si fonda principalmente su tre fattori chiave: condivisione di beni e competenze, relazioni orizzontali tra individui e organizzazioni, nuove piattaforme e tecnologie informatiche. Dalla combinazione di questi elementi è nato anche il coworking, un nuovo stile lavorativo che coinvolge a livello mondiale un'ampia gamma di professionisti della conoscenza che mettono in comune luoghi fisici e digitali, attivando potenti processi innovativi e creativi, capaci di generare ricchezza e benessere.
Che si tratti di condividere spazi, tempo, informazioni, documenti, servizi, la sharing economy sta aprendo nuove opportunità di evoluzione anche per i bibliotecari che, se da una parte, tramite spazi di coworking pubblico allestiti in biblioteca, possono fornire una rete fisica affidabile, di sostegno, aperta ad architetti, designer, consulenti di marketing, traduttori, programmatori informatici, ingegneri, piccoli artigiani locali ecc, dall'altra, attraverso adeguati servizi di mobile reference e di digital library (che garantiscano ai coworkers l'accesso ai dati e ai contenuti allo stesso modo in cui lo fanno, per esempio, gli utenti delle biblioteche accademiche o pubbliche), possono rendersi utili anche negli spazi privati, fuori dalla mura tra le quali hanno sempre operato.
Il ruolo sociale della biblioteca pubblica. Riflessioni e casi di studioAnna Galluzzi
Argomenti trattati:
• La mission della biblioteca pubblica
• Collocazione della biblioteca pubblica nella dinamica pubblico/privato
• La biblioteca pubblica contemporanea e i suoi modelli
• La crisi economica e le sue conseguenze
• Crisi di identità e la storia che ritorna
• L’emergere della «biblioteca sociale»
• Rapporti tra biblioteconomia sociale e biblioteca sociale
• Gestire il «cortocircuito» della biblioteca pubblica
Viaggio fra i portali : la condivisione di conoscenze, notizie e documenti.
ICT 14 - Corso di formazione destinata a impiegati, volontarie, volontari, stagiaires e programmi occupazionali nell’ambito del progetto Ipazia-Libri presso la Biblioteca comunale di Bellinzona, Introduzione e pratica alle ICT, tecnologie della comunicazione e dell’informazione con cenni di biblioteconomia teorica ed esercitazioni pratiche.
Quello della cosiddetta democrazia digitale è uno dei temi di discussione più caldi di questo periodo che stiamo vivendo per politici e cittadini per vari motivi. Proviamo a capire di cosa si tratta, e perché è importante.
Articolo 10 Promozione e Pubblicità del libro: come si imposta lo spot.Rosa Regine
Promozione e pubblicità del libro: come si imposta lo spot. 15 Dopo aver parlato dei canali di vendita del libro (cfr. commercio dei libri), dobbiamo discutere ora dei principali mezzi di promozione delle vendite: booktrailer, annunci pubblicitari, riviste, quotidiani, passaggi in radio e tv, e tutti quei siti che diffondono notizie relative agli autori, alle ultime uscite, etc.
Articolo 9 Canali di vendita indiretta di libriRosa Regine
Quali sono i principali canali di vendita indiretta dei libri e come funzionano? Vediamo insieme in cosa consiste la grande distribuzione organizzata e la vendita online
Articolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'esteroRosa Regine
Rientrano a pieno titolo tra i centri di diffusione del libro e della cultura gli istituti culturali, perché essi sono enti che hanno come principale attività la trasmissione del sapere, in quanto centri di studio, di approfondimento e di promozione culturale. Un elenco in ordine alfabetico degli istituti culturali italiani è presente sul sito del MiBACT.
Articolo 1 informatica e canali di diffusione del libro
1. Informatica e canali di diffusione del libro
Introduzione
E’ noto che la caratteristica principale della cosiddetta rivoluzione digitale è la
trasformazione di qualunque tipo di informazione in formato digitale, a prescindere
dal codice di partenza (suono, immagine o parola scritta), ed è altrettanto risaputo che
internet, ormai da alcuni anni, offre l’opportunità di mettersi in contatto
istantaneamente con chiunque e in qualsiasi luogo. Osservando i canali di diffusione
gratuita e a pagamento del prodotto libro (intendendo con “canali” sia i centri, gli
spazi dove sono fisicamente raccolti i libri, sia i mezzi di diffusione di massa) alla
luce delle modifiche causate proprio dalla rivoluzione digitale e da internet, è
possibile accorgersi che per essi si è andata attuando una sorta di duplicazione in
seguito alla quale possono esserne distinti tipi reali, vecchi e nuovi, e virtuali. Fra i
centri istituzionalmente dediti alla trasmissione della cultura attraverso i libri
possiamo elencare le biblioteche, la scuola, le università, club-fondazioni-
associazioni, gli archivi ed altri istituti culturali. Fra gli enti il cui scopo prioritario è
il ritorno/profitto economico vanno citate, per tutti, le librerie e le case editrici.
Canali gratuiti. Articolo sulle biblioteche
Le biblioteche
Tra i centri di diffusione del libro, le biblioteche probabilmente sono state
interessate per prime e maggiormente dai cambiamenti che la rivoluzione digitale ha
prodotto. Esse sono cambiate strutturalmente, ma sta cambiando anche la
considerazione che se ne ha, che oggi è soprattutto quella di un insieme di servizi di
back e front office tesi a garantire una fruizione sempre più comoda e capillare per
tutti. Non mancano iniziative come i bibliobus, sorta di biblioteche itineranti
organizzate perlopiù da alcuni comuni italiani o da privati cittadini, per raggiungere i
luoghi dove non ci sono libri, o le minibiblioteche istituite presso carceri, ospedali ed
asili nido. Degli anni duemila, poi, è il fenomeno dei cosiddetti Idea Store, grandi
2. strutture con orari d’apertura più ampi di quelli di una biblioteca tradizionale, nate
nell’area est di Londra, in cui si legge gratis e a pagamento, che sono a metà strada
fra la biblioteca e la libreria. Essi si propongono di soddisfare l’utenza per tutto ciò
che può riguardare il tempo libero e la cultura (corsi di formazione di ogni genere,
bar, bookshop, salotti per presentare o discutere di libri o film) e sono al centro del
dibattito biblioteconomico, tra chi li vede come un’evoluzione, seppure tarda, per la
biblioteca (già avvenuta da molto tempo per le librerie, che non si sono fatte problemi
ad adottare soluzioni che appartenevano alle biblioteche, allestendo ad esempio spazi
per le presentazioni di libri), e chi pensa che siano una moda priva di radici destinata
al fallimento.
In questo contesto i computer e internet hanno concesso alle biblioteche di
comunicare tra di loro, con l’esterno, e di lavorare insieme: basti pensare agli opac e
ai metaopac, cataloghi online di accesso pubblico, che consentono la consultazione a
distanza ad un numero potenzialmente infinito di utenti, e che hanno permesso ai
bibliotecari di catalogare con sforzi minori, e di recepire con più immediatezza il
feedback da parte dell’utenza (SBN- Sistema Bibliotecario Nazionale, è l’esempio da
tenere presente, in quanto evita sprechi di risorse e offre contenuti il più possibile
omogenei, accessibili a tutti). Vi è chi, come Sergio Dogliani, insegnante, direttore di
biblioteche e fra i fondatori degli Idea Store a Londra, pensa che la digitalizzazione
dei cataloghi dei fornitori e di quelli delle biblioteche li abbia resi simili nella
struttura, perché molte informazioni utili dei testi son presenti in entrambi secondo gli
stessi modelli descrittivi, e mette in evidenza come questo consenta alle biblioteche
inglesi di servirsi direttamente dei cataloghi dei fornitori, non impiegando più del
personale per aggiornare i propri cataloghi e spendendo invece più risorse per la
selezione e l’acquisto dei libri. In effetti anche in Italia il rapporto tra biblioteche e
fornitori sta cambiando, nel senso che questi ultimi non vengono più scelti dalle
biblioteche sulla base del miglior prezzo comparato alla velocità di fornitura, ma
sempre più in base ai servizi che essi possono offrire per le risorse elettroniche. Oggi,
poi, grazie al fatto che in biblioteca non ci sono più soltanto i libri di carta, ma
3. convivono collezioni sia in formato cartaceo che digitale, si è parlato di biblioteca
ibrida, laddove anche il prestito può essere digitale (es. medialibraryonline).
La biblioteca di sicuro, non passa al digitale solo per una più comoda gestione e
diffusione dei libri, ma anche per sostenere la “concorrenza”: le collezioni non
possono più essere solo di carta, perché l’attrazione esercitata da altri media, più o
meno nuovi, come la televisione, il cinema, la fotografia, Internet, i cellulari, i libri
elettronici è molto forte, e spinge le persone verso nuovi bisogni. Soprattutto le
giovani generazioni che fanno uso di canali telematici, hanno a disposizione un tipo
di informazione contemporaneamente personalizzata, di intrattenimento, di
comunicazione interpersonale, per cui anche la biblioteca deve adattarsi a queste
esigenze del pubblico. C’è da dire però che non mancano i problemi legati
all’introduzione delle nuove tecnologie in questi ambienti istituzionali. In Italia,
all’aumento delle opportunità di lettura (e-book, prestiti online ecc.), il pubblico dei
cosiddetti lettori forti non è cambiato. All’inizio lo scarso interesse da parte degli
italiani per gli e-book è stato motivato con il cosiddetto digital divide, la mancata
espansione capillare della banda larga, e con l’analfabetismo nei confronti degli
strumenti di comunicazione informatici definito cultural divide. Oggi la conoscenza
degli strumenti informatici è più diffusa e sono in molti a ritenere che più che
l’estensione del servizio, sia la variabilità nella qualità del collegamento, in
particolare la sua lentezza, ad ostacolare ancora il diffondersi dell’interesse per i libri
elettronici, oltre ad altri motivi, legati alle caratteristiche dei supporti. Le biblioteche
per arricchire le collezioni di nuovo materiale documentario, spesso devono
necessariamente acquisire testi già creati in formato elettronico, o pagare per una
licenza d’uso. Tradizionalmente, documenti diversi erano associati a media diversi,
ogni medium aveva i suoi particolari supporti, i suoi stili espressivi, le sue tecniche di
produzione, il suo particolare mercato, oggi, invece, con la convergenza al digitale,
c’è una tendenza all’omologazione tra i supporti (memorie di massa, rete), tra le
tecnologie di produzione e tra gli strumenti di gestione e lettura e così anche la
biblioteca, che era stata finora intesa come luogo tangibile che custodisce oggetti
4. tangibili, perché collegata, grazie alla sua condizione concreta, al libro in quanto tipo
di medium cartaceo, oggi sta cambiando la propria natura, passando da quella di
luogo fisico a quella di luogo virtuale, facendosi carico delle modifiche che tale
trasformazione comporta, divenendo anch’essa, un centro di diffusione del libro per
molti aspetti digitale. Esempio internazionale di tutto ciò è il progetto Google Book
Search, piattaforma del colosso informatico Google, nella quale sono stati
digitalizzati tantissimi testi di biblioteche di tutto il mondo dichiarati fuori commercio
dallo stesso motore di ricerca ( Google, sin dalla propria creazione nel 1998 era stato
affiancato ad un progetto di digitalizzazione di libri di alcune biblioteche che iniziò a
concretizzarsi a partire dal dicembre del 2004 con il nome di Google Print, poi
trasformato in Google Book Search, che si occupava di indicizzare solo alcune parti
di libri popolari come biografia, autore, introduzione, notizie di copertina insomma,
fornendo i link di rimando per l’acquisto, mentre oggi è possibile leggere per intero i
testi che non sono protetti da copyright o per i quali è stato raggiunto un accordo).
Non entrando nel merito dei problemi legati a quest’operazione, è certo che la
presenza dell’e-book in biblioteca non dovrebbe stupire più di tanto, visto che si tratta
di uno strumento che serve a leggere, al pari di altri, e che non è superfluo anche se
nuovo, ma necessario per fare in modo che l’utenza si aggiorni anche grazie alla
conoscenza delle tecnologie moderne, rappresentando quindi una sfida culturale per
le biblioteche, che devono imporsi come osservatorio dei comportamenti di lettura e
come punto di organizzazione del lettore. Proprio in virtù dei nuovi compiti di cui si
deve fare carico, la biblioteca d’oggi ha tante altre definizioni. E’ nata già da un po’
quella di ‘biblioteca virtuale’, intesa come spazio online che non corrisponde ad un
luogo fisico in cui raccogliere le collezioni, dove non c’è carta, né bibliotecari,
sostituiti nelle loro funzioni da software velocissimi chiamati agenti, che recuperano
testi ed informazioni da migliaia di siti internet. A questo tipo di biblioteca è però
sempre associato il rischio di disintermediazione bibliotecaria. Vi è poi quella di
‘biblioteca 2.0’, coniata nel 2005 da Michael Casey nel suo blog LibraryCrunch. In
questo modello, come sta accadendo anche per i blog, i wiki, e gli altri software di
5. reti partecipative dedicati allo stesso argomento, partendo dall’assunto secondo il
quale la conversazione è la chiave della conoscenza, l’utenza è coinvolta nei processi
di implementazione di alcuni servizi bibliotecari attraverso il feedback e la
partecipazione ad essa richiesti (ad esempio la catalogazione partecipata attraverso le
folksonomie, i cosiddetti tag). I motivi per i quali una biblioteca si avvale dei social
network sono di facile intuizione: fare marketing, avere a disposizione uno spazio per
postare foto e annunci di vario genere su attività, orari, novità nelle collezioni ecc.,
attivare un canale alternativo per offrire un servizio di reference asincrono e in
ultimo, ma non per importanza, mantenere una presenza istituzionale all’interno della
stessa rete sociale. Tutto ciò è indice del fatto che le caratteristiche della biblioteca
d’oggi sono in continua trasformazione e che per essa non può esistere una e una sola
definizione.
Per chi volesse avere uno sguardo di insieme di quanto esiste in Italia oltre all’SBN, a
livello nazionale ed istituzionale, può visitare: il sito dell’ICCU, l’Istituto Centrale
per il Catalogo Unico (nato nel 1975 come il Ministero per i Beni e le Attività
culturali), che, tra l’altro, cura l’SBN e l’Edit XVI (catalogo online di edizioni del
‘500); quello della BDI (Biblioteca Digitale Italiana), nata nel 2007 per raccogliere
le collezioni di archivi, biblioteche e musei, seguendo il fenomeno digitale della
convergenza di contenuti di varia natura; il portale Internet Culturale, che è un
metaopac che rimanda a vari cataloghi e siti e che riporta anche notizie di eventi
culturali imminenti.