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Le prime segnalazioni sull’importanza del territorio dei
monti della Tolfa iniziano negli anni ’60 per poi proseguire,
grazie allo sforzo di vari studiosi ed enti pubblici, fino ai
giorni nostri.
FABRIZIOCESARETTI 2012
Il territorio dei Monti della Tolfa è un gigantesco scrigno
che ha immensi tesori da offrire. Questi tesori valgono più
dei dobloni d’oro, e sono racchiusi in tre parole:
NATURA, TRADIZIONE, SVILUPPO.
Ecco allora che si è pensato di fare un progetto in grado di
valorizzarli:
Un progetto così grande che…
… coinvolge l’Europa!
Acque, boschi e pascoli, colline, antichità e monumenti, arte e
cultura, storia e folklore, parchi, campagna e paesaggio. E’ molto
importante infatti che ci sia la possibilità di assicurare la
conservazione degli animali e dei loro ambienti. Con il Progetto
LIFE Monti della Tolfa si vogliono anche realizzare azioni per
migliorare il rapporto tra le attività umane e la natura, valorizzando
le ricchezze naturalistiche del nostro patrimonio più prezioso:
L’Europa e tutti i suoi cittadini vogliono che ci sia una
“Zona Protetta che sia un po’ Speciale” e che possa aiutare
gli uccelli che migrano.
Perché l’Europa non è solo burocrazia, ma DEMOCRAZIA,
che permette ai suoi cittadini di condividere diritti, risorse
e sviluppo. Oggi l’Europa è molto più vicina di quanto
pensiamo perché …
Perché oggi la salvaguardia dell’ambiente è una sfida
globale che non può essere limitata ad un solo territorio,
una sola regione o una sola nazione!
FABRIZIOCESARETTI2012
Circa 9.000 sono le specie di uccelli conosciute nel mondo;
In Europa 864;
526 sono presenti in Italia;
Circa 200 sono osservabili nell’area dei Monti della Tolfa;
Uccelli di Monterano 146;
19 sono ritenute prioritarie per la conservazione a livello
europeo;
Le migrazioni sono spostamenti che gli animali fanno
periodicamente (secondo le stagioni), lungo rotte ben
precise (ed in genere ripetute), e che coprono distanze
anche molto grandi, ma che, poi, sono sempre seguiti da
un ritorno alle zone di partenza.
Perché gli uccelli migrano?
Cercano un luogo più adatto alla riproduzione, per costruire il
nido e per allevare i piccoli. Si spostano anche quando è in arrivo
la stagione fredda o troppo calda e c’è carenza di cibo.
È importantissimo avere un posto dove poter essere felici.
Questo posto è stato trovato grazie al progetto Life-Monti della
Tolfa!
In pratica l’Europa, ha previsto che lungo le rotte di migrazione
degli uccelli ci siano delle zone adatte ad ospitarli. Queste zone
si chiamano “Zone di Protezione Speciale” (abbreviate in Z.P.S.)
Per identificare queste zone si ricorre a delle “leggi Europee”
chiamate direttive. Le due più importanti per i progetti di
conservazione si chiamano “Habitat” e “Uccelli”.
Diventa allora importante per gli animali poter avere a
disposizione dei territori che li possano ospitare. E più le
aree sono naturali, più animali possono viverci, più reti
alimentari si possono formare.
Non tutti gli animali che volano sono uccelli (possono volare ad
esempio moltissimi insetti o i pipistrelli). Il volo quindi, è un fattore
che da solo non basta a classificare un animale come uccello.
Ma allora che cos’è un uccello?
Per essere classificati come uccelli
bisogna avere queste cose in comune:
• Avere piume e ali;
• Deporre le uova;
• Avere due zampe e uno scheletro
molto “leggero”;
• Essere a sangue caldo;
• Possedere un becco.
E non tutti gli
uccelli sanno
volare!
COME SONO
ADATTAMENTI DELLE ZAMPE
ADATTAMENTI DEI BECCHI
CAPOVACCAIO (Nephron percnopterus)
IL GUARDIANO DELLE MANDRIE
È il più piccolo avvoltoio europeo. Si ciba di escrementi, delle
placente e dei resti dei bovini. Nel territorio era sempre presente
vicino alle mandrie al pascolo nei campi. Essendo un avvoltoio è un
ottimo spazzino e non attacca mai animali vivi, può però predare le
uova o i pulcini di altre specie di uccelli.
CURIOSITÀ
In Africa, per riuscire a rompere il durissimo guscio delle uova di
struzzo, utilizza un sasso come fosse un’ascia. Il suo nome infatti
deriva proprio da questa sua particolare abilità; Neophron
percnopterus, dal greco percnos = scure e pteron = ali.
Neophron è un personaggio mitologico descritto da Ovidio nella
Metamorfosi e trasformato in avvoltoio da Zeus.
IN ITALIA IL CAPOVACCAIO è rarissimo e nel territorio dei Monti
della Tolfa è scomparso già da molto tempo. Il bracconaggio, il
disturbo dei siti di nidificazione, le modificazioni dell’ambiente, la
scomparsa del pascolo brado, l’uso dei bocconi avvelenati
destinati al lupo e ad altri animali, hanno determinato in meno di
cinquant’anni, la quasi totale estinzione della specie. Per questi
motivi, la Riserva Naturale Regionale Monterano ha creato un polo
museale in località Casale Fontana, che accoglie numerose
scolaresche e visite guidate, contribuendo alla diffusione e alla
conoscenza del piccolo avvoltoio presso il grande pubblico, oltre
alla comprensione della sua biologia.
FALCO PECCHIAIOLO (Pernis apivorus)
Il falco pecchiaiolo occidentale (Pernis apivorus ,il nome deriva dalla
parola “pecchia” = ape), detto in dialetto calabrese anche adorno, è
un uccello rapace appartenente alla famiglia degli Accipitridi. Si nutre
soprattutto di insetti, anche se in inverno (ma non solo) non disdegna
piccoli rettili e anfibi, uova, piccoli uccelli e piccoli mammiferi. È
goloso anche di miele.
È grande all'incirca quanto una poiana e il suo piumaggio è assai
variabile con tre caratteristiche bande scure sulla coda.
Il falco pecchiaiolo occidentale è un uccello migratore di lunga
distanza che trascorre l'inverno a sud del Sahara e giunge in Europa a
primavera per nidificare passando soprattutto dallo stretto di
Gibilterra, dalla Sicilia e lo Stretto di Messina, e dalla Turchia (ad
ovest ed est del Mar Nero).
PROTEZIONE
La concentrazione di migliaia di rapaci sullo Stretto di Messina,
durante la migrazione primaverile, ha determinato nel passato il
nascere di una forma di caccia tradizionale al falco pecchiaiolo
occidentale. Con il divieto della caccia primaverile, introdotto nei
primi anni settanta, tale caccia è diventata una forma di bracconaggio
contrastata dagli organi competenti dello Stato italiano e, con grande
impegno, dalle associazioni ambientaliste. Il Corpo Forestale dello
Stato compie ogni primavera un apposito servizio antibracconaggio,
denominato "Operazione Adorno", che vede impegnato il reparto
speciale NOA (nucleo operativo anti-bracconaggio).
NIBBIO BRUNO (Milvus migrans)
Il nibbio bruno (Milvus migrans, Boddaert 1783) è un uccello rapace
della famiglia degli accipitridi. È di gran lunga il rapace più diffuso al
mondo. In buone condizioni di salute può vivere fino a 20 anni;
possiede una coda biforcuta che viene usata come timone durante il
volo (è meno incisa del nibbio reale). Il piumaggio è molto scuro e le
punte delle ali sono di colore nero. Il suo richiamo è circa un „piii“ e
un „hüijr“.
DOVE VIVE?
Da marzo a ottobre il nibbio bruno si può incontrare in quasi tutta
Europa. Preferisce paesaggi aperti con alberi nelle vicinanze di
specchi d'acqua.
COSA MANGIA?
Si nutre di pesci morti, piccoli uccelli, piccoli mammiferi, anfibi, rettili,
insetti, carogne e rifiuti.
RIPRODUZIONE
Il tempo di covata è da aprile a giugno. Il nido viene costruito su
vecchi alberi in un ambiente alto con rami secchi. Ha un diametro di
50 - 100 cm. Il mucchio per la covata viene ovattato con erba,
fogliame, pelliccia e pelo. La femmina depone dalle due alle tre uova.
Le uova vengono tenute in caldo soprattutto dalle femmine per 30 -
35 giorni. I giovani uccelli volano dopo 40 - 45 giorni.
Sagoma in volo
NIBBIO REALE (Milvus milvus)
Nei Nibbi reali maschi e femmine si somigliano molto nell'aspetto e
nelle dimensioni (maschio 60 cm, femmina 66 cm) e apertura alare
(maschio 150 cm, femmina 160 cm). Hanno un piumaggio molto più
chiaro rispetto a quello del Nibbio bruno, da cui si distinguono per la
caratteristica coda rossiccia e profondamente incisa a forma di"V",
che consente di effettuare traiettorie "dolci" e plananti. Quando sono
in volo si possono distinguere anche per la chiazza biancastra sul lato
inferiore delle remiganti primarie (piume nel bordo esterno delle ali).
DOVE VIVE?
Lo si può incontrare in quasi tutta Europa, Asia Ovest ed Africa del
Nord. Vive nelle foreste e negli ambienti aperti.
In Italia lo si può avvistare in Sicilia, Sardegna, e lungo l'appennino
meridionale. Particolarmente diffuso in Basilicata, frequentemente si
può osservare sorvolare i centri abitati. In inverno può formare folti
gruppi.
COSA MANGIA?
La sua dieta principale sono piccoli mammiferi, uccelli, ma anche
pesci, e qualche carogna. Inizia la riproduzione in primavera, depone
in media tre uova, che cova fin dal primo, che porta a fare schiudere
le uova in tempi diversi, ma sempre dopo circa un mese. Per far sì che
i piccoli rapaci siano autosufficienti, occorrono anche quattro mesi,
anche se il primo involo c'è dopo sette settimane.
Sagoma in volo
BIANCONE (Circaetus gallicus)
È un rapace chiaro nella parte inferiore del corpo, anche l'area del
capo e del petto si distaccano con evidenza per il colore bianco da cui
deriva il nome. Ha una testa relativamente grande e occhi gialli
lucenti. In Europa i bianconi sono tra le specie più rare (si trovano
anche in Europa meridionale e orientale, a macchia di leopardo
tuttavia anche in Ungheria e Polonia).
DOVE VIVE?
Ama regioni calde, aperte e ricoperte di arbusti come le steppe, le
savane, i deserti sconfinati e le foreste. Importante per questo
animale è la presenza di animali da preda.
COSA MANGIA?
Chiamato anche "l'Aquila dei serpenti“ è un uccello migratore che si
nutre principalmente di rettili come serpenti e lucertole e perciò
dipende anche dalla loro presenza. Gli uccelli circondano sbattendo le
ali la loro vittima, così da non lasciare al serpente alcuna possibilità di
mordere. Costruisce il suo nido preferibilmente in alberi alti dislocati
sui pendii. Depone le uova probabilmente solo all'età di tre o quattro
anni e quindi poi solo un uovo per volta.
QUANDO DEPONE?
Depone in Europa meridionale e in Marocco in aprile, in India al
contrario già a gennaio/febbraio. La femmina cova a maggio e giugno
per circa 35-40 giorni un uovo bianco lungo più di 7 cm. Il piccolo
resta nel nido per 60-80 giorni.
Verde chiaro - area di riproduzione
Blu - migrazione invernale
Verde scuro - stanziale durante l'anno
ALBANELLA MINORE (Circus pygargus)
Verde chiaro - area di riproduzione
Blu - migrazione invernale
Verde scuro - stanziale durante l'anno
L'albanella minore è un rapace di medie dimensioni (lunghezza di
circa 43 cm). Possiede una coda sporgente e ali lunghe, strette e
appuntite (tanto che sono visibili 4 "dita"). Il volo è leggero,
aggraziato e molto agile spesso radente al suolo e caratterizzato da
serie di 5-6 battiti alternati a planate . Si posa a terra e sui cespugli,
può formare piccoli gruppi di individui. Il maschio adulto presenta
una colorazione grigio scura con la "mano" nera così come la linea
trasversale che attraversa il "braccio". Il grigio più scuro del corpo e
delle copritrici contrasta con il grigio più chiaro delle copritrici
primarie e delle secondarie. Il grigio della gola e del petto sfuma nel
bianco striato di rossiccio del ventre e dei fianchi. Il sottoala presenta
un'estesa macchia nera sulla punta delle ali, due barre nere sulle
secondarie e le copritrici bianche densamente macchiate di rossiccio.
DOVE VIVE?
L' Albanella minore è un uccello rapace, presente in estese aree
geografica del nostro Pianeta che comprendono l’Europa, l’Africa, e
l’Asia. In Italia nidifica in primavera inoltrata in varie regioni del
centro-nord, ma ne esistono delle colonie anche in Sardegna e nel
Salento; vive nelle zone collinari, ma con spazi aperti come terre
coltivate o pascoli. Frequenta in riproduzione canneti, paludi,
brughiere e campi alberati, zone steppose, savane e coltivi durante
lo svernamento.
COSA MANGIA?
Si ciba di prede varie, tra cui rettili, anfibi, piccoli uccelli e
micromammiferi e insetti.
GRILLAIO (Falco naumanni)
Il grillaio è il più piccolo fra i rapaci, è lungo 27–33 cm, con una
apertura alare di circa 70 cm. È molto simile al gheppio ma ha
un'apertura alare più corta. Nel grillaio maschio adulto non vi sono
macchie nere sulla schiena al contrario del gheppio. Inoltre si
differenzia dal gheppio per le sue unghie, nel grillaio sono chiare
(giallastre), invece nel gheppio sono nere, quindi è così possibile
distinguere anche le femmine ed i giovani che si presentano molto
più simili al cugino gheppio.
Piumaggio: maschio bruno, grigio e scuro, femmina bruno rossiccia
con barrature scure. Apertura alare: 60 – 70 cm Peso: 90 - 200 gr
Periodo riproduttivo: maggio-luglio Uova: 3-5
DOVE VIVE?
Vive in vaste aree che vanno dalla Polonia (dove nidifica
irregolarmente), e il 56º parallelo nella zona del Volga, ampliandosi
verso sud fino all'area del Maghreb. La maggior parte della
popolazione è distribuita tra Spagna, Italia, Portogallo, Grecia,
Macedonia, Turchia, Israele, ex Unione Sovietica.
Sverna nel continente africano, in gran parte a sud dell'equatore fino
al Sud Africa. In Italia, torna regolarmente per la nidificazione ma in
alcune zone può anche fermarsi per l’inverno.
COSA MANGIA?
Si nutre soprattutto di cavallette (da cui deriva il proprio nome, anche
se alcuni pensano derivi dal caratteristico richiamo “Criek, criek,
crieck crieck crieck” vagamente somigliante al verso dei grilli), non
disdegna però molti altri insetti come ad esempio i coleotteri e piccoli
mammiferi e lucertole.
Giallo - area di riproduzione
Blu - migrazione invernale
Verde scuro - stanziale durante l'anno
FALCO PELLEGRINO (Falco peregrinus)
Il falco pellegrino è famoso per l'elevata velocità che può
raggiungere durante la caccia nella fase di picchiata (superiore ai 320
km/h) che lo rende attualmente il più veloce tra tutti gli animali del
Pianeta!
DOVE VIVE?
E’ un falco diffuso in quasi tutto il mondo: (Europa, Asia, Africa,
Nordamerica, Sudamerica e Oceania).
COSA MANGIA?
Predilige Colombi, Colombacci e tortore, ma all'occorrenza si adatta.
La cattura vera e propria avviene con la "stoccata", un colpo sferrato
con entrambi gli artigli, che dovrebbe tramortire, o sbilanciare, o
ferire la preda, che cade a terra, dove viene uccisa con il potente
becco. Più raramente il falco ghermisce la preda (come invece fanno i
falchi che cacciano all'inseguimento). Mai la colpisce con il becco o
(come sostiene qualche antico testo) con il petto. Il fabbisogno
quotidiano del falco pellegrino è pari a circa 140 grammi di carne.
QUANDO DEPONE?
I partner di una coppia di falchi pellegrini rimangono insieme perlopiù
per tutta la vita e si riaccoppiano in caso di morte di uno dei partner.
Depone da 2 a 6 uova (casi eccezionali) con solitamente 3/4 uova
come standard usuale. Vive al massimo per 17 anni allo stato libero,
ma sono stati osservati in cattività casi in cui dei soggetti superavano
l'eta' di 20 anni.
Sagoma in volo
CICOGNA NERA (Ciconia nigra)
Il falco pellegrino è famoso per l'elevata velocità che può
raggiungere durante la caccia nella fase di picchiata
(superiore ai 320 km/h) che lo rende attualmente il più
veloce tra tutti gli animali del Pianeta!
DOVE VIVE?
E’ un falco diffuso in quasi tutto il mondo: (Europa, Asia,
Africa, Nordamerica, Sudamerica e Oceania).
COSA MANGIA?
Predilige Colombi, Colombacci e tortore, ma
all'occorrenza si adatta. La cattura vera e propria avviene
con la "stoccata", un colpo sferrato con entrambi gli
artigli, che dovrebbe tramortire, o sbilanciare, o ferire la
preda, che cade a terra, dove viene uccisa con il potente
becco. Più raramente il falco ghermisce la preda (come
invece fanno i falchi che cacciano all'inseguimento).Mai
la colpisce con il becco o (come sostiene qualche antico
testo) con il petto. Il fabbisogno quotidiano del falco
pellegrino è pari a circa 140 grammi di carne.
QUANDO DEPONE?
I partner di una coppia di falchi pellegrini rimangono
insieme perlopiù per tutta la vita e si riaccoppiano in caso
di morte di uno dei partner. Depone da 2 a 6 uova (casi
eccezionali) con solitamente 3/4 uova come standard
usuale. Vive al massimo per 17 anni allo stato libero, ma
sono stati osservati in cattività casi in cui dei soggetti
superavano l'eta' di 20 anni.
MARTIN PESCATORE (Alcedo atthis)
Le piume sono sgargianti, di colori tra il blu e il verde, ma sul collo e
sulla gola si notano evidenti macchie bianche. Le parti superiori
presentano una colorazione che a seconda della rifrazione della luce
può risultare blu brillante o verde smeraldo. Il petto, invece, ha una
colorazione arancione vivace per i maschi, più castana per le
femmine. La testa è abbastanza grande, con un becco lungo, robusto
nero; le ali e la coda corti raccolgono il corpo. Le zampette sono
piccole e di un rosso intenso. Di solito il maschio ha colori più vivaci
della femmina, perché durante il corteggiamento gli servono per
conquistarla con le sue sfumature.
DOVE VIVE?
Il martin pescatore comune o martin pescatore europeo (Alcedo
atthis) è la specie più diffusa di martin pescatore, e l'unica presente
in Europa. È lungo 15-16 cm e pesa 40-44 grammi circa. È molto
diffuso in Europa, Asia e Africa.
COSA MANGIA?
Mangia quasi esclusivamente pesce. Nonostante la modesta
grandezza, il Martin Pescatore riesce a catturare prede anche più
grandi del suo corpo. In alcune occasioni, in mancanza delle sue
prede preferite, cattura piccoli animali acquatici quali larve, insetti
acquatici come le libellule o piccoli granchi, a volte anche molluschi.
Quando ha catturato la preda, il Martin Pescatore ritorna sul masso e
a colpi di beccate l'uccide e l'ammorbidisce. Non essendo in grado di
mangiare tutto il corpo degli animali, lische e scaglie vengono
rigurgitate costituendo i cosiddetti boli.
GIALLO – aree per lo svernamento
BLU - area di riproduzione
VERDE- stanziale durante l'anno
CIVETTA (Athene noctua)
Uccello notturno per antonomasia, la civetta in realtà può essere
attiva anche nel tardo pomeriggio e di prima mattina, ma è molto
vigile anche nel resto della giornata. Le civette hanno un ampio
repertorio vocale. Il maschio emette un malinconico "hu-u-ou"
ripetuto ad intervalli variabili, dopo 3-4 secondi. Talvolta, però, le
civette emettono versi striduli e fastidiosi come autodifesa.
COSA MANGIA?
La civetta è carnivora. Come tutti gli Strigiformi, è capace di ingoiare
le prede intere, salvo poi rigurgitare, sotto forma di borre, le parti
indigeribili (peli, piume, denti, ossa, guscio cheratinizzato degli
insetti). Si ciba di piccoli vertebrati e di grossi insetti.
CURIOSITA’
- Come molti altri animali notturni, è considerato dalla tradizione
popolare un animale che porta sfortuna, e molti si augurano che non
si metta a cantare sopra il proprio tetto. Nell'antica Grecia, invece, la
civetta era considerata sacra per la dea Atena (da qui il nome del
genere, quello della specie riporta il nome latino dell'uccello), dea
della sapienza ed ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna.
- Con il termine civetta si intende anche una donna vanitosa, leggera,
che ama farsi corteggiare attraendo ammiratori con atti e vezzi per lo
più leziosi e poco naturali. Questa usanza è data dal fatto che questo
rapace, quando veniva usato dai cacciatori come richiamo per
ingannare i piccoli passeriformi, (in realtà non vengono attratti dal
particolare modo di battere le ali, dagli inchini, ammiccamenti e altri
atteggiamenti simili, ma cercano semplicemente di difendere il
proprio territorio dalla sua presenza).
ASSIOLO (Otus scops)
L'assiolo o assiuolo (Otus scops, Linnaeus 1758) è il più piccolo gufo
europeo dopo la civetta nana; raggiunge appena le dimensioni del
merlo. Il canto dell'assiolo è inconfondibile: un "Djü" o "chiù" (che
gli ha valso lo stesso nome) non particolarmente forte, un po' nasale
e quasi sempre monosillabico quasi come fosse una sonda o una
qualche apparecchiatura elettronica, che spesso viene ripetuto per
ore con un intervallo che va dai due a i 3,5 secondi. Poiché l'assiolo
muove il capo durante il canto, è difficile da localizzare in base ai suoi
richiami. L'attività di canto comincia poco dopo il tramonto e finisce
all'alba. Le femmine e i maschi cantano spesso in duetto, la femmina
chiama con un'intonazione un po' più alta e un po' meno
regolarmente del maschio.
DOVE VIVE?
L'assiolo è una specie termofila (=che ama il caldo) predilige ambienti
aperti, talvolta anche aridi. Uliveti, foreste di pini, piccole radure di
frassini, boschi, campagne alberate, parchi e giardini, in pianura ed in
montagna sino al limite del castagno, anche presso le abitazioni
umane, ma anche cimiteri e in parte parcheggi sono habitat adatti.
Nei sei mesi dell'inverno europeo si trattiene nelle savane africane. Di
giorno si rifugia su grandi alberi.
COSA MANGIA? L'assiolo è soprattutto un cacciatore di grossi insetti
(cicale, cavallette e coleotteri). Può nutrirsi di lombrichi e, in misura
minore, uccelli e rospi e solo raramente caccia i topi ed altri piccoli
mammiferi. La preda viene adocchiata da una posizione bassa e
sbattuta a terra. Solo raramente caccia durante il volo o da terra. Non
è ancora noto con quale tecnica di caccia attacchi gli uccelli.
GUFO COMUNE (Asio otus)
DOVE VIVE?
Il Gufo comune (Asio otus, Linnaeus 1758) è un uccello diffuso nel
Nordamerica, in Europa e in Asia. Vive principalmente nelle foreste di
conifere, boschi. Ha una taglia di 33-40,5 cm.
COSA MANGIA?
È un animale esclusivamente notturno; caccia una grande varietà di
piccoli animali, topi, toporagni (Sorex araneus), talpe (Talpa
europaea), scoiattoli, pipistrelli, ratti, uccelli e insetti. Durante il
giorno dorme nelle cavità degli alberi o nei vecchi ruderi,
perfettamente mimetizzato dal piumaggio bruno macchiettato.
QUANDO DEPONE?
Nidifica tra marzo e maggio, in base alla zona; quando c'è cibo a
sufficienza può fare due covate. La femmina depone 3-10 uova, la
media è di 4 o 5 per covata, nel nido di un'altra specie o in quello di
uno scoiattolo. Se non trova nidi di questo genere depone le uova sul
suolo, sotto un albero o un arbusto. Cova le uova per 26-28 giorni, in
questo periodo e fino a dopo la schiusa, la femmina viene nutrita dal
maschio. I piccoli lasciano il nido dopo 3-4 settimane.
CURIOSITA’
• Il gufo non può muovere gli occhi, in compenso però riesce a
ruotare la testa di ben 270°.
• Secondo una leggenda spagnola, il gufo è diventato un uccello
notturno dopo aver assistito alla crocifissione di Gesù: da allora, il
rapace continua a ricordare quell'evento, ripetendo nel suo tipico
verso la parola “cruz”, ossia croce.
BARBAGIANNI (Tyto alba)
CANDIDO “FANTASMA”
E’ il più amato tra i rapaci notturni che vivono nelle campagne e
cacciano prevalentemente ai margini dei boschi. Ha un piumaggio
soffice e chiaro che gli conferisce un aspetto inconfondibile, grazie
anche al suo disco facciale a forma di cuore. E’ abbastanza silenzioso
ma nel periodo degli amori emette un grido acuto, ma può anche
stridere producendo un suono simile a quello di una pentola a
vapore.
DOVE VIVE?
Sono diffusi in tutti i continenti tranne che in Antartide.
COSA MANGIA?
Si nutrono quasi esclusivamente di di arvicole, ratti e topi. Nella sua
dieta possono rientrare però anche altri animali come rane e insetti.
CURIOSITA’ Temuti dall’uomo a causa delle loro abitudini notturne,
sono spesso stati associati a divinità maligne. Si sono rivelati invece
dei potenti alleati dell’uomo nella difesa delle coltivazioni dai roditori.
LA LEGGENDA vuole che il barbagianni, una volta, era marroncino e
che vivesse di giorno con gli altri uccelli. Era un però un animale
molto vanitoso, arrogante ed egoista: se gli altri uccelli vedevano una
preda, lui volava più veloce e la rubava loro. Un giorno i suoi
compagni decisero un piano per vendicarsi: aspettarono che uscisse
la luna, si riunirono in gruppo e con le loro ombre unite, formarono
un enorme uccello. Quando il barbagianni lo vide, s’ impaurì e la sua
faccia diventò tutta bianca come una maschera. Da quel giorno, il
barbagianni vola di notte e in solitudine.
ASTORE
SPARVIERO PIRO-PIRO
SVASSO
MAGGIORE
ALLODOLA
GUFO
REALE
CUCULO
CIGNO
REALE
AIRONE
BIANCO
MAGGIORE
SVASSO
PICCOLO
GARZETTA CINCIALLEGRA
CINCIARELLA
PASSERO STARNA
Qual è la cellula più grande del mondo?
L’uovo di struzzo.
L’uovo pesa all’incirca come 24 uova di gallina e, per cuocerlo alla coque si
impiegano ben 45 minuti. La regina Vittoria ne mangiò uno a colazione, “è
uno dei pasti migliori che io abbia mai fatto!” dichiarò soddisfatta.
Qual è l’uovo più grande mai deposto da un animale?
Quello dell’uccello elefante del Madagascar.
Anche se considerassimo i dinosauri, l’uovo più grande mai deposto da un
animale apparteneva al mitico “uccello elefante” che era ben dieci volte
più grande dell’uovo di struzzo e aveva una capacità di 8 litri,
corrispondenti a circa 180 uova di gallina. Purtroppo gli ultimi esemplari si
estinsero nel Settecento.
Esistono uccelli “vampiro?”
Assolutamente si!
Anche se non possono essere considerati al pari del conte Dracula, alcuni
fringuelli delle Galapagos beccano altri uccelli (le sule) fino a farle
sanguinare per poi bere gocce del nutriente liquido rosso.
Gli uomini primitivi usavano piume d’uccello per abbellirsi?
Certamente.
Come gli indiani d’America, anche i nostri antichi “cugini” amavano
decorarsi con penne d’uccello: lo rivelano le rivoluzionarie scoperte
effettuate nella Grotta di Fumane (Verona). Da recenti ricerche in campo
archeologico sembra che gli uomini di Neanderthal fossero molto più
evoluti di quanto si credesse e che utilizzassero le penne di uccello per
abbellire il proprio look! I resti, risalenti a 44-45 mila anni fa, sono con
certezza attribuibili ad uccelli quali gipeti, avvoltoio monaco, falco cuculo,
gracchio alpino, colombaccio.
Gli uccelli seminano?
Sicuramente!
Merli, tordi, passeri e molte altre specie di che si nutrono di vegetali sono
inconsapevoli diffusori di semi. Questi infatti non vengono digeriti nello
stomaco e transitano integri nell’intestino per poi essere espulsi con le
feci a chilometri di distanza dal luogo d’origine.
Gli uccelli fanno la pipì?
No, non possono.
La pipì e la popò vengono espulse insieme creando un unico “impasto”
impiastricciato e appiccicoso che si chiama guano.
SAPEVATE CHE:
Gli uccelli hanno dei temibili antenati preistorici:
i dinosauri!
Il più antico esemplare di rettile piumato si chiama
Archaeopterix , ed è il primo dinosauro della storia dotato
di piume! Il suo nome completo è Archaeopterix
lithographica , deriva dal greco e significa “vecchia penna“
(Archaios =vecchio e Pteryx=penna).
Uccelli nella mitologia:
Molti sono gli uccelli che, a ragione o meno, sono entrati a far parte della storia, delle tradizioni e
del folklore nelle varie civiltà tra Oriente e Occidente. Molti uccelli sono stati eletti al rango di
vere e proprie divinità (benigne o maligne) e adorati o rispettati con timore. Altrettanto
variopinto è il bestiario di animali, uomini e esseri mitologici dotati di ali. Nell’antichità gli uccelli
erano spesso considerati messaggeri degli dei. Gli ARUSPICI, i sacerdoti-mago degli etruschi,
riuscivano ad interpretare a seconda del volo (in linea retta o zigzagante, con battito d’ali o volo
planato, ecc), la volontà degli dei. La parola stessa che designava un uccello, ORNIS, era usata
anche per indicare il presagio. La possibilità di volare è la caratteristica degli uccelli che più di
ogni altra nell’uomo ha evocato volontà di imitazione: dalle ali di piume e cera di Icaro a
Leonardo con le sue macchine volanti, fino ai giorni nostri chi non sogna di volare?
Verba volant…
Uccelli nella mitologia:
Uccello dalle ali di fuoco, la Fenice, (o Araba fenice), era un uccello mitologico in grado
di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Presente in molte culture in Egitto fu
inizialmente raffigurata simile ad un passero (prime dinastie) o ad un airone cenerino,
inoltre non risorgeva dalle fiamme ma dalle acque. Nei miti greci (ma non solo) era un
uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore
splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne
rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe,
due lunghe piume, una rosa ed una azzurra, che le scivolano morbidamente giù dal capo
(o erette sulla sommità del capo) e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata —
una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco — Il motto della fenice è Post fata
resurgo ("dopo la morte torno ad alzarmi").
Uccelli del lago Stinfalo - mostruosi uccelli della mitologia greca, con penne,
becco ed artigli di bronzo che si nutrivano di carne umana, che catturavano
trafiggendo le vittime con le loro piume di bronzo che lanciavano come dardi.
Avevano inoltre un finissimo senso dell'udito, che Eracle sfruttò per sconfiggerli
(la loro caccia costituì la quinta delle dodici fatiche di Eracle, che li fece alzare in
volo, grazie a dei potentissimi sonagli di bronzo, che disturbarono gli uccelli, e ne
uccise buona parte con le sue frecce avvelenate nel sangue dell'Idra di Lerna,
mentre i sopravvissuti volarono via per sempre).
Uccello del tuono - rapace immaginario del folklore dei nativi americani che
addensa le nubi spingendole con il vento creato dalle sue gigantesche ali (i cui
movimenti creano il rombo dei tuoni); il lampo altro non sarebbe che i bagliori dei
suoi occhi mentre i fulmini sono serpenti luminosi che il thunderbird porta con sé e
lascia cadere a terra.
L’insolito menù di Darwin
Pochi sanno che, durante la sua vita, Charles
Darwin, padre della biologia moderna
nonché eminente scienziato, fu spinto non
solo dalla curiosità scientifica, ma anche
gastronomica. Nel corso dei suoi viaggi
mangiò moltissimi animali rari (trovandone
alcuni davvero deliziosi). Tra i tanti, finirono
sgranocchiati tra le sue fauci: armadilli,
tartarughe giganti e perfino un leone di
montagna! Tra i pennuti fece uno spuntino
con un nandù maggiore (un grande uccello
corridore sudamericano, abbastanza simile
allo struzzo) e perfino con un vecchio gufo
marrone che trovò di sapore “indescrivibile”.
LA BORRA
DIARIO FOTOGRAFICO DEL PROGETTO
Qui ho pensato di inserire e condividere alcuni dei momenti migliori di questa
esperienza.
DIARIO FOTOGRAFICO DEL PROGETTO
Le lezioni insieme agli alunni delle scuole elementari e medie di Canale sono state
fantastiche con un sacco di cose da fare e da scoprire.
DIARIO FOTOGRAFICO DEL PROGETTO
Durante le lezioni abbiamo prodotto molti disegni delle varie specie di uccelli e visto
molti reperti degli uccelli (piume, nidi, ossa, ecc.)
DIARIO FOTOGRAFICO DEL PROGETTO
Entrare nel mondo degli uccelli è stata una fantastica avventura alla scoperta dei segreti
del meraviglioso mondo dei nostri nuovi simpaticissimi amici di…penna!
DIARIO FOTOGRAFICO DEL
PROGETTO
Chi non vorrebbe vedere da vicino
un uccello rapace, analizzarne le
borre (resti dei pasti) o liberarne
uno insieme ai guardiaparco della
Riserva Monterano e agli amici
della Lipu?
FOTOGRAFIE
Milvus milvus, Milvus migrans (Thomas Kraft);
Circaetus gallicus (Orchi)
Ciconia nigra: (NAUMANN: Naturgeschichte der Vögel Mitteleuropas, Band
VI, Tafel 31 - Gera, 1897 digitale Bearbeitung-Peter v. Sengbusch - b-online
at botanik.uni-hamburg.de)
Tyto alba (Rossella Calvaresi);
Nephron percnopterus, Circus pygargus, Falco naumanni, Falco peregrinus
(Fabrizio Cesaretti);
DISEGNI
Tutti i disegni e le vignette presenti all’interno delle slide sono di proprietà
di Fabrizio Cesaretti. La riproduzione è autorizzata a fini non commerciali
citandone la fonte.
TESTI
• Quaderni della Riserva Naturale Regionale Monterano “Ricerca e Gestione” n° 11
• Nidi artificiali – G. Premuda, B. Bedonni, F. Ballantini – Calderini Edagricole
• Insieme! – DG Ambiente
• Birdwatching – P. Brichetti, A. Gariboldi – Edagricole Edizioni
• Biologia degli Uccelli – Hans Heir Bergmann – Edagricole Edizioni
• Gli uccelli acquatici – Lino Penati – Rizzoli Mailing
• Libro rosso degli animali d’Italia (vertebrati) – F. Bulgarini, E. Calvario, F.Fraticelli, F. Petretti, S.
Sarrocco – WWF Italia
• Immagina e disegna un ambiente migliore con Tom – DG Ambiente
• Quaderni di educazione ambientale n° 40 - WWF Italia Onlus
• La conservazione degli uccelli nei monti della Tolfa – J.G. Cecere, M. Brunelli, S. Sarrocco - Belvedere
Edizioni
• Progetto Osprey – F. Monti, A. Troisi – Pandion Edizioni
• I rapaci delle Gravine – N. Cillo, V.Giacoia, F. Bellini – POR Puglia 2000-2006
• La fauna selvatica e l’ambiente della Valnerina e dei Monti Sibillini – Bernardino Ragni - Provincia di
Perugia
• Gli animali e il loro ambiente – Selezione dal Reader’s Digest
• Il naturalista. Esploratore, raccoglitore, preparatore, imbalsamatore – P.Zangheri - Hoepli (6° ediz.)
• Volario, simboli miti e misteri degli esseri alati: uccelli, insetti, creature fantastiche – Alfredo
Cattabiani – Mondadori Edizioni
• Uccelli – Meraviglie del mondo animale – Gulliver LIbri
WEB
www.europa.eu http://www.iucn.it
http://www.monteranoriserva.com http://www.iucn.org
http://www.lifemontidellatolfa.it
http://ec.europa.eu/environment/nature/natura
2000/index_en.htm
http://ec.europa.eu/environment/life/funding/life
plus.htm
http://www.regione.lazio.it/rl_main/
http://www.arplazio.it/ http://www.comune.canalemonterano.rm.it/
www.minambiente.it http://www.lipu.it
http://www.iucnredlist.org http://www.wwf.it
www.wikipedia.it http://www3.corpoforestale.it
www.wikipedia.com http://www.greenpeace.org
http://www.biodiversita2010.ch/it/ http://www.birdlife.ch/d/home.html
http://www.pronatura.ch http://macchiasolare.blogspot.it
https://www.facebook.com/IlMondoDeiRapaci www.scienze-naturali.it
http://www.geomondo.it http://www.focus.it
Nota “ volante” dell’autore:
Questo lavoro è un nato nel tentativo di far comprendere ai ragazzi un pezzettino in
più del “misterioso” mondo che ci circonda.
Le presenti slide e i loro contenuti di testi, disegni, grafica e foto sono stati utilizzati per
l’ intervento divulgativo di comunicazione ed educazione ambientale per il “Progetto
LIFE Monti della Tolfa”, nelle scuole primarie e secondarie del comune di Canale
Monterano. Tutto è stato elaborato scatenando quell’energia creativa e quella fantasia
che tanto piace a bambini e ragazzi. Piuttosto che seguire un rigido rigore formale o
scientifico, ho preferito ampliare il lavoro accogliendo tutti i suggerimenti da loro offerti
man mano che emergevano lungo il percorso didattico, cercando il modo che a mio
avviso credo possa essere il più efficace possibile, per un coinvolgimento attivo e
partecipativo e per una comprensione chiara e diretta, stimolando alta curiosità e basso
tasso di noia.
FABRIZIO CESARETTI
Ringraziamenti:
La produzione di questo lavoro non sarebbe stata possibile senza l’appoggio di una
“squadra di persone” armate di quella “sana voglia di fare” che a me tanto piace.
Devo dei ringraziamenti speciali a Francesco Maria Mantero, Nando Cappelli, Fabio
Scarfò, il personale della Riserva Naturale Regionale Monterano, Sam, Rossella Calvaresi,
Serena Mosti, il personale docente e non docente della scuola primaria e secondaria di
Canale Monterano. Le traduzioni in tedesco e inglese (non presenti in queste slide) sono
state curate da Stefania Urbani a cui va un ulteriore ringraziamento per l’indulgenza e lo
stoicismo dimostrato nei miei confronti nella revisione delle bozze e dei disegni.
FABRIZIO CESARETTI

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Uccelli monti della Tolfa

  • 1.
  • 2. Le prime segnalazioni sull’importanza del territorio dei monti della Tolfa iniziano negli anni ’60 per poi proseguire, grazie allo sforzo di vari studiosi ed enti pubblici, fino ai giorni nostri. FABRIZIOCESARETTI 2012
  • 3. Il territorio dei Monti della Tolfa è un gigantesco scrigno che ha immensi tesori da offrire. Questi tesori valgono più dei dobloni d’oro, e sono racchiusi in tre parole: NATURA, TRADIZIONE, SVILUPPO. Ecco allora che si è pensato di fare un progetto in grado di valorizzarli:
  • 4. Un progetto così grande che… … coinvolge l’Europa!
  • 5. Acque, boschi e pascoli, colline, antichità e monumenti, arte e cultura, storia e folklore, parchi, campagna e paesaggio. E’ molto importante infatti che ci sia la possibilità di assicurare la conservazione degli animali e dei loro ambienti. Con il Progetto LIFE Monti della Tolfa si vogliono anche realizzare azioni per migliorare il rapporto tra le attività umane e la natura, valorizzando le ricchezze naturalistiche del nostro patrimonio più prezioso:
  • 6.
  • 7.
  • 8. L’Europa e tutti i suoi cittadini vogliono che ci sia una “Zona Protetta che sia un po’ Speciale” e che possa aiutare gli uccelli che migrano.
  • 9. Perché l’Europa non è solo burocrazia, ma DEMOCRAZIA, che permette ai suoi cittadini di condividere diritti, risorse e sviluppo. Oggi l’Europa è molto più vicina di quanto pensiamo perché …
  • 10. Perché oggi la salvaguardia dell’ambiente è una sfida globale che non può essere limitata ad un solo territorio, una sola regione o una sola nazione! FABRIZIOCESARETTI2012
  • 11.
  • 12. Circa 9.000 sono le specie di uccelli conosciute nel mondo; In Europa 864; 526 sono presenti in Italia; Circa 200 sono osservabili nell’area dei Monti della Tolfa; Uccelli di Monterano 146; 19 sono ritenute prioritarie per la conservazione a livello europeo;
  • 13.
  • 14. Le migrazioni sono spostamenti che gli animali fanno periodicamente (secondo le stagioni), lungo rotte ben precise (ed in genere ripetute), e che coprono distanze anche molto grandi, ma che, poi, sono sempre seguiti da un ritorno alle zone di partenza.
  • 15. Perché gli uccelli migrano? Cercano un luogo più adatto alla riproduzione, per costruire il nido e per allevare i piccoli. Si spostano anche quando è in arrivo la stagione fredda o troppo calda e c’è carenza di cibo.
  • 16. È importantissimo avere un posto dove poter essere felici. Questo posto è stato trovato grazie al progetto Life-Monti della Tolfa!
  • 17. In pratica l’Europa, ha previsto che lungo le rotte di migrazione degli uccelli ci siano delle zone adatte ad ospitarli. Queste zone si chiamano “Zone di Protezione Speciale” (abbreviate in Z.P.S.) Per identificare queste zone si ricorre a delle “leggi Europee” chiamate direttive. Le due più importanti per i progetti di conservazione si chiamano “Habitat” e “Uccelli”.
  • 18. Diventa allora importante per gli animali poter avere a disposizione dei territori che li possano ospitare. E più le aree sono naturali, più animali possono viverci, più reti alimentari si possono formare.
  • 19.
  • 20. Non tutti gli animali che volano sono uccelli (possono volare ad esempio moltissimi insetti o i pipistrelli). Il volo quindi, è un fattore che da solo non basta a classificare un animale come uccello. Ma allora che cos’è un uccello? Per essere classificati come uccelli bisogna avere queste cose in comune: • Avere piume e ali; • Deporre le uova; • Avere due zampe e uno scheletro molto “leggero”; • Essere a sangue caldo; • Possedere un becco. E non tutti gli uccelli sanno volare!
  • 24.
  • 25. CAPOVACCAIO (Nephron percnopterus) IL GUARDIANO DELLE MANDRIE È il più piccolo avvoltoio europeo. Si ciba di escrementi, delle placente e dei resti dei bovini. Nel territorio era sempre presente vicino alle mandrie al pascolo nei campi. Essendo un avvoltoio è un ottimo spazzino e non attacca mai animali vivi, può però predare le uova o i pulcini di altre specie di uccelli. CURIOSITÀ In Africa, per riuscire a rompere il durissimo guscio delle uova di struzzo, utilizza un sasso come fosse un’ascia. Il suo nome infatti deriva proprio da questa sua particolare abilità; Neophron percnopterus, dal greco percnos = scure e pteron = ali. Neophron è un personaggio mitologico descritto da Ovidio nella Metamorfosi e trasformato in avvoltoio da Zeus. IN ITALIA IL CAPOVACCAIO è rarissimo e nel territorio dei Monti della Tolfa è scomparso già da molto tempo. Il bracconaggio, il disturbo dei siti di nidificazione, le modificazioni dell’ambiente, la scomparsa del pascolo brado, l’uso dei bocconi avvelenati destinati al lupo e ad altri animali, hanno determinato in meno di cinquant’anni, la quasi totale estinzione della specie. Per questi motivi, la Riserva Naturale Regionale Monterano ha creato un polo museale in località Casale Fontana, che accoglie numerose scolaresche e visite guidate, contribuendo alla diffusione e alla conoscenza del piccolo avvoltoio presso il grande pubblico, oltre alla comprensione della sua biologia.
  • 26. FALCO PECCHIAIOLO (Pernis apivorus) Il falco pecchiaiolo occidentale (Pernis apivorus ,il nome deriva dalla parola “pecchia” = ape), detto in dialetto calabrese anche adorno, è un uccello rapace appartenente alla famiglia degli Accipitridi. Si nutre soprattutto di insetti, anche se in inverno (ma non solo) non disdegna piccoli rettili e anfibi, uova, piccoli uccelli e piccoli mammiferi. È goloso anche di miele. È grande all'incirca quanto una poiana e il suo piumaggio è assai variabile con tre caratteristiche bande scure sulla coda. Il falco pecchiaiolo occidentale è un uccello migratore di lunga distanza che trascorre l'inverno a sud del Sahara e giunge in Europa a primavera per nidificare passando soprattutto dallo stretto di Gibilterra, dalla Sicilia e lo Stretto di Messina, e dalla Turchia (ad ovest ed est del Mar Nero). PROTEZIONE La concentrazione di migliaia di rapaci sullo Stretto di Messina, durante la migrazione primaverile, ha determinato nel passato il nascere di una forma di caccia tradizionale al falco pecchiaiolo occidentale. Con il divieto della caccia primaverile, introdotto nei primi anni settanta, tale caccia è diventata una forma di bracconaggio contrastata dagli organi competenti dello Stato italiano e, con grande impegno, dalle associazioni ambientaliste. Il Corpo Forestale dello Stato compie ogni primavera un apposito servizio antibracconaggio, denominato "Operazione Adorno", che vede impegnato il reparto speciale NOA (nucleo operativo anti-bracconaggio).
  • 27. NIBBIO BRUNO (Milvus migrans) Il nibbio bruno (Milvus migrans, Boddaert 1783) è un uccello rapace della famiglia degli accipitridi. È di gran lunga il rapace più diffuso al mondo. In buone condizioni di salute può vivere fino a 20 anni; possiede una coda biforcuta che viene usata come timone durante il volo (è meno incisa del nibbio reale). Il piumaggio è molto scuro e le punte delle ali sono di colore nero. Il suo richiamo è circa un „piii“ e un „hüijr“. DOVE VIVE? Da marzo a ottobre il nibbio bruno si può incontrare in quasi tutta Europa. Preferisce paesaggi aperti con alberi nelle vicinanze di specchi d'acqua. COSA MANGIA? Si nutre di pesci morti, piccoli uccelli, piccoli mammiferi, anfibi, rettili, insetti, carogne e rifiuti. RIPRODUZIONE Il tempo di covata è da aprile a giugno. Il nido viene costruito su vecchi alberi in un ambiente alto con rami secchi. Ha un diametro di 50 - 100 cm. Il mucchio per la covata viene ovattato con erba, fogliame, pelliccia e pelo. La femmina depone dalle due alle tre uova. Le uova vengono tenute in caldo soprattutto dalle femmine per 30 - 35 giorni. I giovani uccelli volano dopo 40 - 45 giorni. Sagoma in volo
  • 28. NIBBIO REALE (Milvus milvus) Nei Nibbi reali maschi e femmine si somigliano molto nell'aspetto e nelle dimensioni (maschio 60 cm, femmina 66 cm) e apertura alare (maschio 150 cm, femmina 160 cm). Hanno un piumaggio molto più chiaro rispetto a quello del Nibbio bruno, da cui si distinguono per la caratteristica coda rossiccia e profondamente incisa a forma di"V", che consente di effettuare traiettorie "dolci" e plananti. Quando sono in volo si possono distinguere anche per la chiazza biancastra sul lato inferiore delle remiganti primarie (piume nel bordo esterno delle ali). DOVE VIVE? Lo si può incontrare in quasi tutta Europa, Asia Ovest ed Africa del Nord. Vive nelle foreste e negli ambienti aperti. In Italia lo si può avvistare in Sicilia, Sardegna, e lungo l'appennino meridionale. Particolarmente diffuso in Basilicata, frequentemente si può osservare sorvolare i centri abitati. In inverno può formare folti gruppi. COSA MANGIA? La sua dieta principale sono piccoli mammiferi, uccelli, ma anche pesci, e qualche carogna. Inizia la riproduzione in primavera, depone in media tre uova, che cova fin dal primo, che porta a fare schiudere le uova in tempi diversi, ma sempre dopo circa un mese. Per far sì che i piccoli rapaci siano autosufficienti, occorrono anche quattro mesi, anche se il primo involo c'è dopo sette settimane. Sagoma in volo
  • 29. BIANCONE (Circaetus gallicus) È un rapace chiaro nella parte inferiore del corpo, anche l'area del capo e del petto si distaccano con evidenza per il colore bianco da cui deriva il nome. Ha una testa relativamente grande e occhi gialli lucenti. In Europa i bianconi sono tra le specie più rare (si trovano anche in Europa meridionale e orientale, a macchia di leopardo tuttavia anche in Ungheria e Polonia). DOVE VIVE? Ama regioni calde, aperte e ricoperte di arbusti come le steppe, le savane, i deserti sconfinati e le foreste. Importante per questo animale è la presenza di animali da preda. COSA MANGIA? Chiamato anche "l'Aquila dei serpenti“ è un uccello migratore che si nutre principalmente di rettili come serpenti e lucertole e perciò dipende anche dalla loro presenza. Gli uccelli circondano sbattendo le ali la loro vittima, così da non lasciare al serpente alcuna possibilità di mordere. Costruisce il suo nido preferibilmente in alberi alti dislocati sui pendii. Depone le uova probabilmente solo all'età di tre o quattro anni e quindi poi solo un uovo per volta. QUANDO DEPONE? Depone in Europa meridionale e in Marocco in aprile, in India al contrario già a gennaio/febbraio. La femmina cova a maggio e giugno per circa 35-40 giorni un uovo bianco lungo più di 7 cm. Il piccolo resta nel nido per 60-80 giorni. Verde chiaro - area di riproduzione Blu - migrazione invernale Verde scuro - stanziale durante l'anno
  • 30. ALBANELLA MINORE (Circus pygargus) Verde chiaro - area di riproduzione Blu - migrazione invernale Verde scuro - stanziale durante l'anno L'albanella minore è un rapace di medie dimensioni (lunghezza di circa 43 cm). Possiede una coda sporgente e ali lunghe, strette e appuntite (tanto che sono visibili 4 "dita"). Il volo è leggero, aggraziato e molto agile spesso radente al suolo e caratterizzato da serie di 5-6 battiti alternati a planate . Si posa a terra e sui cespugli, può formare piccoli gruppi di individui. Il maschio adulto presenta una colorazione grigio scura con la "mano" nera così come la linea trasversale che attraversa il "braccio". Il grigio più scuro del corpo e delle copritrici contrasta con il grigio più chiaro delle copritrici primarie e delle secondarie. Il grigio della gola e del petto sfuma nel bianco striato di rossiccio del ventre e dei fianchi. Il sottoala presenta un'estesa macchia nera sulla punta delle ali, due barre nere sulle secondarie e le copritrici bianche densamente macchiate di rossiccio. DOVE VIVE? L' Albanella minore è un uccello rapace, presente in estese aree geografica del nostro Pianeta che comprendono l’Europa, l’Africa, e l’Asia. In Italia nidifica in primavera inoltrata in varie regioni del centro-nord, ma ne esistono delle colonie anche in Sardegna e nel Salento; vive nelle zone collinari, ma con spazi aperti come terre coltivate o pascoli. Frequenta in riproduzione canneti, paludi, brughiere e campi alberati, zone steppose, savane e coltivi durante lo svernamento. COSA MANGIA? Si ciba di prede varie, tra cui rettili, anfibi, piccoli uccelli e micromammiferi e insetti.
  • 31. GRILLAIO (Falco naumanni) Il grillaio è il più piccolo fra i rapaci, è lungo 27–33 cm, con una apertura alare di circa 70 cm. È molto simile al gheppio ma ha un'apertura alare più corta. Nel grillaio maschio adulto non vi sono macchie nere sulla schiena al contrario del gheppio. Inoltre si differenzia dal gheppio per le sue unghie, nel grillaio sono chiare (giallastre), invece nel gheppio sono nere, quindi è così possibile distinguere anche le femmine ed i giovani che si presentano molto più simili al cugino gheppio. Piumaggio: maschio bruno, grigio e scuro, femmina bruno rossiccia con barrature scure. Apertura alare: 60 – 70 cm Peso: 90 - 200 gr Periodo riproduttivo: maggio-luglio Uova: 3-5 DOVE VIVE? Vive in vaste aree che vanno dalla Polonia (dove nidifica irregolarmente), e il 56º parallelo nella zona del Volga, ampliandosi verso sud fino all'area del Maghreb. La maggior parte della popolazione è distribuita tra Spagna, Italia, Portogallo, Grecia, Macedonia, Turchia, Israele, ex Unione Sovietica. Sverna nel continente africano, in gran parte a sud dell'equatore fino al Sud Africa. In Italia, torna regolarmente per la nidificazione ma in alcune zone può anche fermarsi per l’inverno. COSA MANGIA? Si nutre soprattutto di cavallette (da cui deriva il proprio nome, anche se alcuni pensano derivi dal caratteristico richiamo “Criek, criek, crieck crieck crieck” vagamente somigliante al verso dei grilli), non disdegna però molti altri insetti come ad esempio i coleotteri e piccoli mammiferi e lucertole. Giallo - area di riproduzione Blu - migrazione invernale Verde scuro - stanziale durante l'anno
  • 32. FALCO PELLEGRINO (Falco peregrinus) Il falco pellegrino è famoso per l'elevata velocità che può raggiungere durante la caccia nella fase di picchiata (superiore ai 320 km/h) che lo rende attualmente il più veloce tra tutti gli animali del Pianeta! DOVE VIVE? E’ un falco diffuso in quasi tutto il mondo: (Europa, Asia, Africa, Nordamerica, Sudamerica e Oceania). COSA MANGIA? Predilige Colombi, Colombacci e tortore, ma all'occorrenza si adatta. La cattura vera e propria avviene con la "stoccata", un colpo sferrato con entrambi gli artigli, che dovrebbe tramortire, o sbilanciare, o ferire la preda, che cade a terra, dove viene uccisa con il potente becco. Più raramente il falco ghermisce la preda (come invece fanno i falchi che cacciano all'inseguimento). Mai la colpisce con il becco o (come sostiene qualche antico testo) con il petto. Il fabbisogno quotidiano del falco pellegrino è pari a circa 140 grammi di carne. QUANDO DEPONE? I partner di una coppia di falchi pellegrini rimangono insieme perlopiù per tutta la vita e si riaccoppiano in caso di morte di uno dei partner. Depone da 2 a 6 uova (casi eccezionali) con solitamente 3/4 uova come standard usuale. Vive al massimo per 17 anni allo stato libero, ma sono stati osservati in cattività casi in cui dei soggetti superavano l'eta' di 20 anni. Sagoma in volo
  • 33. CICOGNA NERA (Ciconia nigra) Il falco pellegrino è famoso per l'elevata velocità che può raggiungere durante la caccia nella fase di picchiata (superiore ai 320 km/h) che lo rende attualmente il più veloce tra tutti gli animali del Pianeta! DOVE VIVE? E’ un falco diffuso in quasi tutto il mondo: (Europa, Asia, Africa, Nordamerica, Sudamerica e Oceania). COSA MANGIA? Predilige Colombi, Colombacci e tortore, ma all'occorrenza si adatta. La cattura vera e propria avviene con la "stoccata", un colpo sferrato con entrambi gli artigli, che dovrebbe tramortire, o sbilanciare, o ferire la preda, che cade a terra, dove viene uccisa con il potente becco. Più raramente il falco ghermisce la preda (come invece fanno i falchi che cacciano all'inseguimento).Mai la colpisce con il becco o (come sostiene qualche antico testo) con il petto. Il fabbisogno quotidiano del falco pellegrino è pari a circa 140 grammi di carne. QUANDO DEPONE? I partner di una coppia di falchi pellegrini rimangono insieme perlopiù per tutta la vita e si riaccoppiano in caso di morte di uno dei partner. Depone da 2 a 6 uova (casi eccezionali) con solitamente 3/4 uova come standard usuale. Vive al massimo per 17 anni allo stato libero, ma sono stati osservati in cattività casi in cui dei soggetti superavano l'eta' di 20 anni.
  • 34. MARTIN PESCATORE (Alcedo atthis) Le piume sono sgargianti, di colori tra il blu e il verde, ma sul collo e sulla gola si notano evidenti macchie bianche. Le parti superiori presentano una colorazione che a seconda della rifrazione della luce può risultare blu brillante o verde smeraldo. Il petto, invece, ha una colorazione arancione vivace per i maschi, più castana per le femmine. La testa è abbastanza grande, con un becco lungo, robusto nero; le ali e la coda corti raccolgono il corpo. Le zampette sono piccole e di un rosso intenso. Di solito il maschio ha colori più vivaci della femmina, perché durante il corteggiamento gli servono per conquistarla con le sue sfumature. DOVE VIVE? Il martin pescatore comune o martin pescatore europeo (Alcedo atthis) è la specie più diffusa di martin pescatore, e l'unica presente in Europa. È lungo 15-16 cm e pesa 40-44 grammi circa. È molto diffuso in Europa, Asia e Africa. COSA MANGIA? Mangia quasi esclusivamente pesce. Nonostante la modesta grandezza, il Martin Pescatore riesce a catturare prede anche più grandi del suo corpo. In alcune occasioni, in mancanza delle sue prede preferite, cattura piccoli animali acquatici quali larve, insetti acquatici come le libellule o piccoli granchi, a volte anche molluschi. Quando ha catturato la preda, il Martin Pescatore ritorna sul masso e a colpi di beccate l'uccide e l'ammorbidisce. Non essendo in grado di mangiare tutto il corpo degli animali, lische e scaglie vengono rigurgitate costituendo i cosiddetti boli. GIALLO – aree per lo svernamento BLU - area di riproduzione VERDE- stanziale durante l'anno
  • 35. CIVETTA (Athene noctua) Uccello notturno per antonomasia, la civetta in realtà può essere attiva anche nel tardo pomeriggio e di prima mattina, ma è molto vigile anche nel resto della giornata. Le civette hanno un ampio repertorio vocale. Il maschio emette un malinconico "hu-u-ou" ripetuto ad intervalli variabili, dopo 3-4 secondi. Talvolta, però, le civette emettono versi striduli e fastidiosi come autodifesa. COSA MANGIA? La civetta è carnivora. Come tutti gli Strigiformi, è capace di ingoiare le prede intere, salvo poi rigurgitare, sotto forma di borre, le parti indigeribili (peli, piume, denti, ossa, guscio cheratinizzato degli insetti). Si ciba di piccoli vertebrati e di grossi insetti. CURIOSITA’ - Come molti altri animali notturni, è considerato dalla tradizione popolare un animale che porta sfortuna, e molti si augurano che non si metta a cantare sopra il proprio tetto. Nell'antica Grecia, invece, la civetta era considerata sacra per la dea Atena (da qui il nome del genere, quello della specie riporta il nome latino dell'uccello), dea della sapienza ed ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna. - Con il termine civetta si intende anche una donna vanitosa, leggera, che ama farsi corteggiare attraendo ammiratori con atti e vezzi per lo più leziosi e poco naturali. Questa usanza è data dal fatto che questo rapace, quando veniva usato dai cacciatori come richiamo per ingannare i piccoli passeriformi, (in realtà non vengono attratti dal particolare modo di battere le ali, dagli inchini, ammiccamenti e altri atteggiamenti simili, ma cercano semplicemente di difendere il proprio territorio dalla sua presenza).
  • 36. ASSIOLO (Otus scops) L'assiolo o assiuolo (Otus scops, Linnaeus 1758) è il più piccolo gufo europeo dopo la civetta nana; raggiunge appena le dimensioni del merlo. Il canto dell'assiolo è inconfondibile: un "Djü" o "chiù" (che gli ha valso lo stesso nome) non particolarmente forte, un po' nasale e quasi sempre monosillabico quasi come fosse una sonda o una qualche apparecchiatura elettronica, che spesso viene ripetuto per ore con un intervallo che va dai due a i 3,5 secondi. Poiché l'assiolo muove il capo durante il canto, è difficile da localizzare in base ai suoi richiami. L'attività di canto comincia poco dopo il tramonto e finisce all'alba. Le femmine e i maschi cantano spesso in duetto, la femmina chiama con un'intonazione un po' più alta e un po' meno regolarmente del maschio. DOVE VIVE? L'assiolo è una specie termofila (=che ama il caldo) predilige ambienti aperti, talvolta anche aridi. Uliveti, foreste di pini, piccole radure di frassini, boschi, campagne alberate, parchi e giardini, in pianura ed in montagna sino al limite del castagno, anche presso le abitazioni umane, ma anche cimiteri e in parte parcheggi sono habitat adatti. Nei sei mesi dell'inverno europeo si trattiene nelle savane africane. Di giorno si rifugia su grandi alberi. COSA MANGIA? L'assiolo è soprattutto un cacciatore di grossi insetti (cicale, cavallette e coleotteri). Può nutrirsi di lombrichi e, in misura minore, uccelli e rospi e solo raramente caccia i topi ed altri piccoli mammiferi. La preda viene adocchiata da una posizione bassa e sbattuta a terra. Solo raramente caccia durante il volo o da terra. Non è ancora noto con quale tecnica di caccia attacchi gli uccelli.
  • 37. GUFO COMUNE (Asio otus) DOVE VIVE? Il Gufo comune (Asio otus, Linnaeus 1758) è un uccello diffuso nel Nordamerica, in Europa e in Asia. Vive principalmente nelle foreste di conifere, boschi. Ha una taglia di 33-40,5 cm. COSA MANGIA? È un animale esclusivamente notturno; caccia una grande varietà di piccoli animali, topi, toporagni (Sorex araneus), talpe (Talpa europaea), scoiattoli, pipistrelli, ratti, uccelli e insetti. Durante il giorno dorme nelle cavità degli alberi o nei vecchi ruderi, perfettamente mimetizzato dal piumaggio bruno macchiettato. QUANDO DEPONE? Nidifica tra marzo e maggio, in base alla zona; quando c'è cibo a sufficienza può fare due covate. La femmina depone 3-10 uova, la media è di 4 o 5 per covata, nel nido di un'altra specie o in quello di uno scoiattolo. Se non trova nidi di questo genere depone le uova sul suolo, sotto un albero o un arbusto. Cova le uova per 26-28 giorni, in questo periodo e fino a dopo la schiusa, la femmina viene nutrita dal maschio. I piccoli lasciano il nido dopo 3-4 settimane. CURIOSITA’ • Il gufo non può muovere gli occhi, in compenso però riesce a ruotare la testa di ben 270°. • Secondo una leggenda spagnola, il gufo è diventato un uccello notturno dopo aver assistito alla crocifissione di Gesù: da allora, il rapace continua a ricordare quell'evento, ripetendo nel suo tipico verso la parola “cruz”, ossia croce.
  • 38. BARBAGIANNI (Tyto alba) CANDIDO “FANTASMA” E’ il più amato tra i rapaci notturni che vivono nelle campagne e cacciano prevalentemente ai margini dei boschi. Ha un piumaggio soffice e chiaro che gli conferisce un aspetto inconfondibile, grazie anche al suo disco facciale a forma di cuore. E’ abbastanza silenzioso ma nel periodo degli amori emette un grido acuto, ma può anche stridere producendo un suono simile a quello di una pentola a vapore. DOVE VIVE? Sono diffusi in tutti i continenti tranne che in Antartide. COSA MANGIA? Si nutrono quasi esclusivamente di di arvicole, ratti e topi. Nella sua dieta possono rientrare però anche altri animali come rane e insetti. CURIOSITA’ Temuti dall’uomo a causa delle loro abitudini notturne, sono spesso stati associati a divinità maligne. Si sono rivelati invece dei potenti alleati dell’uomo nella difesa delle coltivazioni dai roditori. LA LEGGENDA vuole che il barbagianni, una volta, era marroncino e che vivesse di giorno con gli altri uccelli. Era un però un animale molto vanitoso, arrogante ed egoista: se gli altri uccelli vedevano una preda, lui volava più veloce e la rubava loro. Un giorno i suoi compagni decisero un piano per vendicarsi: aspettarono che uscisse la luna, si riunirono in gruppo e con le loro ombre unite, formarono un enorme uccello. Quando il barbagianni lo vide, s’ impaurì e la sua faccia diventò tutta bianca come una maschera. Da quel giorno, il barbagianni vola di notte e in solitudine.
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  • 42. Qual è la cellula più grande del mondo? L’uovo di struzzo. L’uovo pesa all’incirca come 24 uova di gallina e, per cuocerlo alla coque si impiegano ben 45 minuti. La regina Vittoria ne mangiò uno a colazione, “è uno dei pasti migliori che io abbia mai fatto!” dichiarò soddisfatta. Qual è l’uovo più grande mai deposto da un animale? Quello dell’uccello elefante del Madagascar. Anche se considerassimo i dinosauri, l’uovo più grande mai deposto da un animale apparteneva al mitico “uccello elefante” che era ben dieci volte più grande dell’uovo di struzzo e aveva una capacità di 8 litri, corrispondenti a circa 180 uova di gallina. Purtroppo gli ultimi esemplari si estinsero nel Settecento.
  • 43. Esistono uccelli “vampiro?” Assolutamente si! Anche se non possono essere considerati al pari del conte Dracula, alcuni fringuelli delle Galapagos beccano altri uccelli (le sule) fino a farle sanguinare per poi bere gocce del nutriente liquido rosso. Gli uomini primitivi usavano piume d’uccello per abbellirsi? Certamente. Come gli indiani d’America, anche i nostri antichi “cugini” amavano decorarsi con penne d’uccello: lo rivelano le rivoluzionarie scoperte effettuate nella Grotta di Fumane (Verona). Da recenti ricerche in campo archeologico sembra che gli uomini di Neanderthal fossero molto più evoluti di quanto si credesse e che utilizzassero le penne di uccello per abbellire il proprio look! I resti, risalenti a 44-45 mila anni fa, sono con certezza attribuibili ad uccelli quali gipeti, avvoltoio monaco, falco cuculo, gracchio alpino, colombaccio.
  • 44. Gli uccelli seminano? Sicuramente! Merli, tordi, passeri e molte altre specie di che si nutrono di vegetali sono inconsapevoli diffusori di semi. Questi infatti non vengono digeriti nello stomaco e transitano integri nell’intestino per poi essere espulsi con le feci a chilometri di distanza dal luogo d’origine. Gli uccelli fanno la pipì? No, non possono. La pipì e la popò vengono espulse insieme creando un unico “impasto” impiastricciato e appiccicoso che si chiama guano.
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  • 46. SAPEVATE CHE: Gli uccelli hanno dei temibili antenati preistorici: i dinosauri! Il più antico esemplare di rettile piumato si chiama Archaeopterix , ed è il primo dinosauro della storia dotato di piume! Il suo nome completo è Archaeopterix lithographica , deriva dal greco e significa “vecchia penna“ (Archaios =vecchio e Pteryx=penna).
  • 47. Uccelli nella mitologia: Molti sono gli uccelli che, a ragione o meno, sono entrati a far parte della storia, delle tradizioni e del folklore nelle varie civiltà tra Oriente e Occidente. Molti uccelli sono stati eletti al rango di vere e proprie divinità (benigne o maligne) e adorati o rispettati con timore. Altrettanto variopinto è il bestiario di animali, uomini e esseri mitologici dotati di ali. Nell’antichità gli uccelli erano spesso considerati messaggeri degli dei. Gli ARUSPICI, i sacerdoti-mago degli etruschi, riuscivano ad interpretare a seconda del volo (in linea retta o zigzagante, con battito d’ali o volo planato, ecc), la volontà degli dei. La parola stessa che designava un uccello, ORNIS, era usata anche per indicare il presagio. La possibilità di volare è la caratteristica degli uccelli che più di ogni altra nell’uomo ha evocato volontà di imitazione: dalle ali di piume e cera di Icaro a Leonardo con le sue macchine volanti, fino ai giorni nostri chi non sogna di volare? Verba volant…
  • 48. Uccelli nella mitologia: Uccello dalle ali di fuoco, la Fenice, (o Araba fenice), era un uccello mitologico in grado di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Presente in molte culture in Egitto fu inizialmente raffigurata simile ad un passero (prime dinastie) o ad un airone cenerino, inoltre non risorgeva dalle fiamme ma dalle acque. Nei miti greci (ma non solo) era un uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe, due lunghe piume, una rosa ed una azzurra, che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo) e tre lunghe piume che pendono dalla coda piumata — una rosea, una azzurra e una color rosso-fuoco — Il motto della fenice è Post fata resurgo ("dopo la morte torno ad alzarmi"). Uccelli del lago Stinfalo - mostruosi uccelli della mitologia greca, con penne, becco ed artigli di bronzo che si nutrivano di carne umana, che catturavano trafiggendo le vittime con le loro piume di bronzo che lanciavano come dardi. Avevano inoltre un finissimo senso dell'udito, che Eracle sfruttò per sconfiggerli (la loro caccia costituì la quinta delle dodici fatiche di Eracle, che li fece alzare in volo, grazie a dei potentissimi sonagli di bronzo, che disturbarono gli uccelli, e ne uccise buona parte con le sue frecce avvelenate nel sangue dell'Idra di Lerna, mentre i sopravvissuti volarono via per sempre). Uccello del tuono - rapace immaginario del folklore dei nativi americani che addensa le nubi spingendole con il vento creato dalle sue gigantesche ali (i cui movimenti creano il rombo dei tuoni); il lampo altro non sarebbe che i bagliori dei suoi occhi mentre i fulmini sono serpenti luminosi che il thunderbird porta con sé e lascia cadere a terra.
  • 49. L’insolito menù di Darwin Pochi sanno che, durante la sua vita, Charles Darwin, padre della biologia moderna nonché eminente scienziato, fu spinto non solo dalla curiosità scientifica, ma anche gastronomica. Nel corso dei suoi viaggi mangiò moltissimi animali rari (trovandone alcuni davvero deliziosi). Tra i tanti, finirono sgranocchiati tra le sue fauci: armadilli, tartarughe giganti e perfino un leone di montagna! Tra i pennuti fece uno spuntino con un nandù maggiore (un grande uccello corridore sudamericano, abbastanza simile allo struzzo) e perfino con un vecchio gufo marrone che trovò di sapore “indescrivibile”.
  • 50.
  • 52.
  • 53. DIARIO FOTOGRAFICO DEL PROGETTO Qui ho pensato di inserire e condividere alcuni dei momenti migliori di questa esperienza.
  • 54. DIARIO FOTOGRAFICO DEL PROGETTO Le lezioni insieme agli alunni delle scuole elementari e medie di Canale sono state fantastiche con un sacco di cose da fare e da scoprire.
  • 55. DIARIO FOTOGRAFICO DEL PROGETTO Durante le lezioni abbiamo prodotto molti disegni delle varie specie di uccelli e visto molti reperti degli uccelli (piume, nidi, ossa, ecc.)
  • 56. DIARIO FOTOGRAFICO DEL PROGETTO Entrare nel mondo degli uccelli è stata una fantastica avventura alla scoperta dei segreti del meraviglioso mondo dei nostri nuovi simpaticissimi amici di…penna!
  • 57. DIARIO FOTOGRAFICO DEL PROGETTO Chi non vorrebbe vedere da vicino un uccello rapace, analizzarne le borre (resti dei pasti) o liberarne uno insieme ai guardiaparco della Riserva Monterano e agli amici della Lipu?
  • 58. FOTOGRAFIE Milvus milvus, Milvus migrans (Thomas Kraft); Circaetus gallicus (Orchi) Ciconia nigra: (NAUMANN: Naturgeschichte der Vögel Mitteleuropas, Band VI, Tafel 31 - Gera, 1897 digitale Bearbeitung-Peter v. Sengbusch - b-online at botanik.uni-hamburg.de) Tyto alba (Rossella Calvaresi); Nephron percnopterus, Circus pygargus, Falco naumanni, Falco peregrinus (Fabrizio Cesaretti); DISEGNI Tutti i disegni e le vignette presenti all’interno delle slide sono di proprietà di Fabrizio Cesaretti. La riproduzione è autorizzata a fini non commerciali citandone la fonte.
  • 59. TESTI • Quaderni della Riserva Naturale Regionale Monterano “Ricerca e Gestione” n° 11 • Nidi artificiali – G. Premuda, B. Bedonni, F. Ballantini – Calderini Edagricole • Insieme! – DG Ambiente • Birdwatching – P. Brichetti, A. Gariboldi – Edagricole Edizioni • Biologia degli Uccelli – Hans Heir Bergmann – Edagricole Edizioni • Gli uccelli acquatici – Lino Penati – Rizzoli Mailing • Libro rosso degli animali d’Italia (vertebrati) – F. Bulgarini, E. Calvario, F.Fraticelli, F. Petretti, S. Sarrocco – WWF Italia • Immagina e disegna un ambiente migliore con Tom – DG Ambiente • Quaderni di educazione ambientale n° 40 - WWF Italia Onlus • La conservazione degli uccelli nei monti della Tolfa – J.G. Cecere, M. Brunelli, S. Sarrocco - Belvedere Edizioni • Progetto Osprey – F. Monti, A. Troisi – Pandion Edizioni • I rapaci delle Gravine – N. Cillo, V.Giacoia, F. Bellini – POR Puglia 2000-2006 • La fauna selvatica e l’ambiente della Valnerina e dei Monti Sibillini – Bernardino Ragni - Provincia di Perugia • Gli animali e il loro ambiente – Selezione dal Reader’s Digest • Il naturalista. Esploratore, raccoglitore, preparatore, imbalsamatore – P.Zangheri - Hoepli (6° ediz.) • Volario, simboli miti e misteri degli esseri alati: uccelli, insetti, creature fantastiche – Alfredo Cattabiani – Mondadori Edizioni • Uccelli – Meraviglie del mondo animale – Gulliver LIbri
  • 60. WEB www.europa.eu http://www.iucn.it http://www.monteranoriserva.com http://www.iucn.org http://www.lifemontidellatolfa.it http://ec.europa.eu/environment/nature/natura 2000/index_en.htm http://ec.europa.eu/environment/life/funding/life plus.htm http://www.regione.lazio.it/rl_main/ http://www.arplazio.it/ http://www.comune.canalemonterano.rm.it/ www.minambiente.it http://www.lipu.it http://www.iucnredlist.org http://www.wwf.it www.wikipedia.it http://www3.corpoforestale.it www.wikipedia.com http://www.greenpeace.org http://www.biodiversita2010.ch/it/ http://www.birdlife.ch/d/home.html http://www.pronatura.ch http://macchiasolare.blogspot.it https://www.facebook.com/IlMondoDeiRapaci www.scienze-naturali.it http://www.geomondo.it http://www.focus.it
  • 61. Nota “ volante” dell’autore: Questo lavoro è un nato nel tentativo di far comprendere ai ragazzi un pezzettino in più del “misterioso” mondo che ci circonda. Le presenti slide e i loro contenuti di testi, disegni, grafica e foto sono stati utilizzati per l’ intervento divulgativo di comunicazione ed educazione ambientale per il “Progetto LIFE Monti della Tolfa”, nelle scuole primarie e secondarie del comune di Canale Monterano. Tutto è stato elaborato scatenando quell’energia creativa e quella fantasia che tanto piace a bambini e ragazzi. Piuttosto che seguire un rigido rigore formale o scientifico, ho preferito ampliare il lavoro accogliendo tutti i suggerimenti da loro offerti man mano che emergevano lungo il percorso didattico, cercando il modo che a mio avviso credo possa essere il più efficace possibile, per un coinvolgimento attivo e partecipativo e per una comprensione chiara e diretta, stimolando alta curiosità e basso tasso di noia. FABRIZIO CESARETTI
  • 62. Ringraziamenti: La produzione di questo lavoro non sarebbe stata possibile senza l’appoggio di una “squadra di persone” armate di quella “sana voglia di fare” che a me tanto piace. Devo dei ringraziamenti speciali a Francesco Maria Mantero, Nando Cappelli, Fabio Scarfò, il personale della Riserva Naturale Regionale Monterano, Sam, Rossella Calvaresi, Serena Mosti, il personale docente e non docente della scuola primaria e secondaria di Canale Monterano. Le traduzioni in tedesco e inglese (non presenti in queste slide) sono state curate da Stefania Urbani a cui va un ulteriore ringraziamento per l’indulgenza e lo stoicismo dimostrato nei miei confronti nella revisione delle bozze e dei disegni. FABRIZIO CESARETTI