This project is designed to spread a message of tolerance.
40 immigrants in Campoli (BN) and this is the best way to let the community of this small village and all around aware of different cultures and traditions and to let the 40s be perfectly welcome and integrated.
2. # UNA CASA PER TE & L’ACCOGLIENZA FA 40
2 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
UNA CASA PER TE
3. 3L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
Nell’ottica del concetto di casa per
sentirsi protetti si inserisce il concetto
di integrazione per quaranta immigrati.
UNA CASA PER TE
UNA CASA INTESA COME LA PROPRIA TERRA ABBANDONATA
UNA CASA INTESA COME UNA NUOVA TERRA DA SCOPRIRE.
Il Progetto Una casa per te ha l’onorevole scopo di offrire una casa per coloro che la propria casa hanno dovuto
abbandonarla o hanno deciso di lasciarla. Una casa intesa come la propria terra, la propria patria. Un progetto
che muove dal desiderio di aprire le porte della propria casa a coloro che sono ormai considerati gli ultimi, gli
stranieri, gli indesiderati. Gli immigrati.
Sentirsi a casa significa sentirsi protetti. La casa è il rifugio, il posto in cui possiamo star comodi, lontani da
sguardi, difesi dal freddo nel tepore delle nostre stanze, abbracciati da pareti a noi familiari, circondati da angoli
e spigoli che sappiamo scansare e rassicurati da arredi che riconosciamo, pronti a respirare un odore che
appartiene solo alla nostra casa intrisa di quella peculiarità. Sentirsi a casa è non dover più sforzarsi di essere
capiti e accettati. Sentirsi a casa è sentirsi compresi senza bisogno di parlare, avere la consapevolezza di essere
ascoltati. Sentirsi a casa è come un abito: la casa deve essere indossata e ci deve indossare. Dobbiamo sentirla
aderente perfettamente alla nostra pelle. Abito e abitazione hanno la stessa radice.
Così come la parola abitudine. Sentirsi a casa è avere la sicurezza di un qualcosa che si ripeterà e che non ci
abbandonerà. In quest’ottica s’inserisce l’dea del Concept L’immigrazione fa Quaranta: 40 ultimi, 40 stranieri, 40
indesiderati. Quaranta immigrati ovvero 40 persone, semplicemente persone, nate in contesti non semplici. In
case non sicure. In luoghi non accoglienti. In cerca di un rifugio, di una svolta, di una speranza di cambiamento.
In cerca di una casa. Il Progetto L’immigrazione fa Quaranta, in piena simbiosi con gli obiettivi del progetto
Una casa per te, vuol offrire la certezza della sicurezza, il calore dell’accoglienza, il profumo inebriante della
familiarità, il silenzio dell’ascolto, il sorriso del dialogo. Campoli, come casa ideale e reale, tangibile e concreta,
apre le porte della propria casa, spalanca le finestre dell’accoglienza, offrendo rifugio a quaranta persone che
si sono mosse dalla propria casa chiudendo una porta, forse senza girarsi indietro. L’immigrazione fa Quaranta,
le porte le farà trovare spalancate senza bisogno di bussare, per non consentire a nessun essere umano di
provare la sensazione del disagio e del sentirsi spaesati, s-comodi e senza una casa.
LE FINESTRE DELL’ACCOGLIENZA
UNA CASA PER TE
UNA CASA INTESA COME LA PROPRIA TERRA ABBANDONATA
UNA CASA INTESA COME UNA NUOVA TERRA DA SCOPRIRE.
Il Progetto Una casa per te ha l’onorevole scopo di offrire una casa per coloro che la propria casa hanno dovuto
abbandonarla o hanno deciso di lasciarla. Una casa intesa come la propria terra, la propria patria. Un progetto
che muove dal desiderio di aprire le porte della propria casa a coloro che sono ormai considerati gli ultimi, gli
stranieri, gli indesiderati. Gli immigrati.
Sentirsi a casa significa sentirsi protetti. La casa è il rifugio, il posto in cui possiamo star comodi, lontani da
sguardi, difesi dal freddo nel tepore delle nostre stanze, abbracciati da pareti a noi familiari, circondati da angoli
e spigoli che sappiamo scansare e rassicurati da arredi che riconosciamo, pronti a respirare un odore che
appartiene solo alla nostra casa intrisa di quella peculiarità. Sentirsi a casa è non dover più sforzarsi di essere
capiti e accettati. Sentirsi a casa è sentirsi compresi senza bisogno di parlare, avere la consapevolezza di essere
ascoltati. Sentirsi a casa è come un abito: la casa deve essere indossata e ci deve indossare. Dobbiamo sentirla
aderente perfettamente alla nostra pelle. Abito e abitazione hanno la stessa radice.
Così come la parola abitudine. Sentirsi a casa è avere la sicurezza di un qualcosa che si ripeterà e che non ci
abbandonerà. In quest’ottica s’inserisce l’dea del Concept L’immigrazione fa Quaranta: 40 ultimi, 40 stranieri, 40
indesiderati. Quaranta immigrati ovvero 40 persone, semplicemente persone, nate in contesti non semplici. In
case non sicure. In luoghi non accoglienti. In cerca di un rifugio, di una svolta, di una speranza di cambiamento.
In cerca di una casa. Il Progetto L’immigrazione fa Quaranta, in piena simbiosi con gli obiettivi del progetto
Una casa per te, vuol offrire la certezza della sicurezza, il calore dell’accoglienza, il profumo inebriante della
familiarità, il silenzio dell’ascolto, il sorriso del dialogo. Campoli, come casa ideale e reale, tangibile e concreta,
apre le porte della propria casa, spalanca le finestre dell’accoglienza, offrendo rifugio a quaranta persone che
si sono mosse dalla propria casa chiudendo una porta, forse senza girarsi indietro. L’immigrazione fa Quaranta,
le porte le farà trovare spalancate senza bisogno di bussare, per non consentire a nessun essere umano di
provare la sensazione del disagio e del sentirsi spaesati, s-comodi e senza una casa.
Nell’ottica del concetto di casa per
sentirsi protetti si inserisce il concetto
di integrazione per quaranta immigrati.
4. 4 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
UNA CASA PER TE
OBIETTIVI DEL PROGETTO
Sensibilizzare la comunità, coinvolgendo la comunità.
CONCEPT DEL PROGETTO
Necessità di veicolare un messaggio di sviluppo e coesione, riguardo la multiculturalità.
PERCHÉ QUARANTA
I “40” sono loro. Dietro un numero, quaranta vite, quaranta storie e la voglia di ricominciare.
LA CITTADINANZA ATTIVA
La nostra meta non è di trasformarci l’un l’altro, ma di conoscerci l’un l’altro.
LE RICERCHE DA FARE E I PRODOTTI DA REALIZZARE
Strumenti e contenuti per sviluppare il nostro concetto.
BROCHURE E FLYER PER LA CITTADINANZA
Informare in maniera veloce ed incisiva il cittadino.
PIATTAFORMA WEB PER APRIRCI
Piattaforma come spazio comune, centro di interessi, dove avverrà l’integrazione delle idee.
ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE
I social come veicolo essenziale e l’efficacia dei mass media.
ADERENZA AGLI OBIETTIVI E AL TARGET
Targettizzare il nostro sforzo, essere aderenti a ciò che vogliamo essere.
OUR
PORTFOLIO
UNA IMPRESA GIOVANE CHE
GUARDA SEMPRE AL FUTURO
La nostra impresa, tramite il suo giovane
amministratore Guglielmo Pulcini, si occupa
di gestione di progetti ed eventi per enti ed
aziende. Sviluppiamo le nostre competenze
all’interno del campo del marketing & sell
solution e del project managing.
Nel 2013 siamo stati gli organizzatori del primo
presepe napoletano in Piazza San Pietro,
lavorando per il Sommo Pontefice Francesco.
Nel 2014 abbiamo portato la più grande
multinazionale di abbigliamento al mondo
all’Università di Napoli, mentre nel 2015 saremo
progettisti per la Camera di Commercio di
Benevento ad EXPO Milano 2015.
05
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5. 5L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
# GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO
A
LA MULTICULTURALITÀ E LA
VISIBILITÀ DELLA PROPOSTA
Gli obiettivi del progetto “L’integrazione fa
quaranta”, vogliono assolvere alle seguenti
specifiche domande:
A) Come far cooperare insieme la popolazione
campolese, gli enti e le associazioni locali e la
comunità straniera?
B) Come integrare le esperienze, la cultura, le
storie e le opinioni della popolazione campolese
con quella straniera al fine di produrre del
materiare creativo, innovativo e divulgativo?
C) Come distribuire la produzione realizzata,
attraverso canali tradizionali o digitali, al fine di
raggiungere sia la popolazione campolese e sia
gli interessati non prettamente campolesi?
L’esigenza di rispondere in maniera netta
e focalizzata a tali quesiti, da un lato,
effettua la coniugabilità tra multicultura,
qualità e innovazione; e dall’altro garantisce
distribuibilità, divulgabilità e visibilità della
produzione ideata e successivamente
conseguita.
A
LA MULTICULTURALITÀ E LA
VISIBILITÀ DELLA PROPOSTA
Gli obiettivi del progetto “L’integrazione fa
quaranta”, vogliono assolvere alle seguenti
specifiche domande:
A) Come far cooperare insieme la popolazione
campolese, gli enti e le associazioni locali e la
comunità straniera?
B) Come integrare le esperienze, la cultura, le
storie e le opinioni della popolazione campolese
con quella straniera al fine di produrre del
materiare creativo, innovativo e divulgativo?
C) Come distribuire la produzione realizzata,
attraverso canali tradizionali o digitali, al fine di
raggiungere sia la popolazione campolese e sia
gli interessati non prettamente campolesi?
L’esigenza di rispondere in maniera netta
e focalizzata a tali quesiti, da un lato,
effettua la coniugabilità tra multicultura,
qualità e innovazione; e dall’altro garantisce
distribuibilità, divulgabilità e visibilità della
produzione ideata e successivamente
conseguita.
6. CONOSCERE CI ARRICCHISCE E CI FA CRESCERE
# IL CONCEPT DEL PROGETTO
Nel silenzio del proprio disorientamento, sentirsi accolti come se si fosse a casa è il regalo più grande che si possa ricevere.Nel silenzio del proprio disorientamento, sentirsi accolti come se si fosse a casa è il regalo più grande che si possa ricevere.
6 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
UNA CASA PER TE
7. Il nostro progetto “l’immigrazione fa quaranta’ parte da un presupposto:
tutto ciò che accade influenza la vita di una persona e, dall’altro, ogni persona
ha nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei confronti
dell’umanità. Nella stretta relazione che intercorre tra microcosmo personale
e macrocosmo dell’umanità, bisogna sviluppare l’idea di un nuovo umanesimo.
Un umanesimo basato sull’incontro fra culture diverse che genera l’dea
di un essere umano integrale, capace di concentrare nella singolarità del
microcosmo personale i vasti e innumerevoli aspetti del macrocosmo umano.
Per i quaranta immigrati di Campoli, e per tutti gli immigrati che vivono in paesi
non propri, si ha il dovere di creare condizioni propizie, favorevoli e basate
sull’accoglimento. Contenere le ansie, le paure e lo smarrimento di chi ha radici
culturali diverse; mettersi nei panni di chi vive una situazione di sradicamento
e partecipare emotivamente all’integrazione dell’altro non è solo un impegno
sociale. Va oltre. Porta ad un coinvolgimento emotivo ed emozionale. Porta
ad una crescita individuale e ad un arricchimento delle proprie esperienze
personali e del proprio essere e modo di essere. Non si può parlare di
cittadinanza unitaria e plurale se non si accoglie la singolarità dell’altro e se
non si crea uno scambio biunivoco che permetta un passaggio di conoscenze,
culture, tradizioni, lingua, storie che sottendano un coinvolgimento emotivo ed
empatico. Il trasmettere implica coesione, vitalità e creatività. Il nostro intento
è alimentare la creatività in tutta la sua diversità per favorire un vero dialogo
interculturale e multiculturale. Un dialogo aperto, in cui protagonisti siano
loro: i quaranta. Coloro che, nel silenzio del proprio disorientamento, possano
sentire il calore di una comunità che li accoglie e che permetta loro di sentirsi
come a casa, con punti di riferimento a cui rivolgersi e affidarsi.
B ALLA RICERCA DI UN COINVOLGIMENTO EMOTIVO ED EMPATICO
INTERRELAZIONE TRA MICRO E MACROCOSMO
LE PAROLE
CHIAVE
DEL NOSTRO
PROGRAMMA
INNOVAZIONE
EMOZIONE
INTEGRAZIONE
AMICIZIACOLLABORAZIONE
CULTURA
COOPERAZIONE
DIFFERENZE
STORIA E LINGUA
TRADIZIONI
CONDIVISIONE
VISIBILITA’
Il nostro progetto “l’immigrazione fa quaranta’ parte da un presupposto:
tutto ciò che accade influenza la vita di una persona e, dall’altro, ogni persona
ha nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei confronti
dell’umanità. Nella stretta relazione che intercorre tra microcosmo personale
e macrocosmo dell’umanità, bisogna sviluppare l’idea di un nuovo umanesimo.
Un umanesimo basato sull’incontro fra culture diverse che genera l’dea
di un essere umano integrale, capace di concentrare nella singolarità del
microcosmo personale i vasti e innumerevoli aspetti del macrocosmo umano.
Per i quaranta immigrati di Campoli, e per tutti gli immigrati che vivono in paesi
non propri, si ha il dovere di creare condizioni propizie, favorevoli e basate
sull’accoglimento. Contenere le ansie, le paure e lo smarrimento di chi ha radici
culturali diverse; mettersi nei panni di chi vive una situazione di sradicamento
e partecipare emotivamente all’integrazione dell’altro non è solo un impegno
sociale. Va oltre. Porta ad un coinvolgimento emotivo ed emozionale. Porta
ad una crescita individuale e ad un arricchimento delle proprie esperienze
personali e del proprio essere e modo di essere. Non si può parlare di
cittadinanza unitaria e plurale se non si accoglie la singolarità dell’altro e se
non si crea uno scambio biunivoco che permetta un passaggio di conoscenze,
culture, tradizioni, lingua, storie che sottendano un coinvolgimento emotivo ed
empatico. Il trasmettere implica coesione, vitalità e creatività. Il nostro intento
è alimentare la creatività in tutta la sua diversità per favorire un vero dialogo
interculturale e multiculturale. Un dialogo aperto, in cui protagonisti siano
loro: i quaranta. Coloro che, nel silenzio del proprio disorientamento, possano
sentire il calore di una comunità che li accoglie e che permetta loro di sentirsi
come a casa, con punti di riferimento a cui rivolgersi e affidarsi.
7L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
8. 8 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
UNA CASA PER TE
C
UN QUARANTA FATTO DI NUOVE
OPPORTUNITÀ ED ARRICCHIMENTO
In 40 per oltrepassare la linea dell’orizzonte e correre
verso l’ignoto. Un ignoto geografico e un ignoto
interiore. Verso un luogo in cui giungere e un nuovo
posto della vita da occupare. Un 40 che non era un
40. Era un 1. Una singola persona pronta, oppure no,
a lasciare la propria terra. Un 1 unito ad altri 1 per
formare un 40 compatto e omogeneo o scomposto
ed eterogeneo. Un 40 africano. Un 40 srilankese. Un
40 di etnie e culture diverse. Un numero che richiede
una fusione per esigenza, per legittima umanità. Dalle
“lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, in 40 s’imbarcano.
In 40 scendono uno alla volta, in fila. Ad un 1 segue
un altro 1 ed un altro ancora. Ma gli 1 in fila non si
sommano. Non si fondono da soli. Storie, lingue e
tradizioni si arricchiscono di altre storie, di altre lingue
e di altre tradizioni attraverso occhi che si cercano,
parole che s’intrecciano, luoghi che accolgono per
un’integrazione ed un’inclusione culturale ed etnica.
Un paesino, Campoli, che è un nuovo passo, una nuova
terra, una nuova storia da conoscere e una nuova
lingua da ascoltare. Un paesino di poco più di 1000
persone a cui se ne aggiungeranno altre 40. Un 40 di
nuove opportunità e arricchimento. Per un numero che
era un 1 ma che l’integrazione sociale ha reso infinito.
TRADIZIONI CHE SI ARRICCHISCONO
C
UN QUARANTA FATTO DI NUOVE
OPPORTUNITÀ ED ARRICCHIMENTO
In 40 per oltrepassare la linea dell’orizzonte e correre
verso l’ignoto. Un ignoto geografico e un ignoto
interiore. Verso un luogo in cui giungere e un nuovo
posto della vita da occupare. Un 40 che non era un
40. Era un 1. Una singola persona pronta, oppure no,
a lasciare la propria terra. Un 1 unito ad altri 1 per
formare un 40 compatto e omogeneo o scomposto
ed eterogeneo. Un 40 africano. Un 40 srilankese. Un
40 di etnie e culture diverse. Un numero che richiede
una fusione per esigenza, per legittima umanità. Dalle
“lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, in 40 s’imbarcano.
In 40 scendono uno alla volta, in fila. Ad un 1 segue
un altro 1 ed un altro ancora. Ma gli 1 in fila non si
sommano. Non si fondono da soli. Storie, lingue e
tradizioni si arricchiscono di altre storie, di altre lingue
e di altre tradizioni attraverso occhi che si cercano,
parole che s’intrecciano, luoghi che accolgono per
un’integrazione ed un’inclusione culturale ed etnica.
Un paesino, Campoli, che è un nuovo passo, una nuova
terra, una nuova storia da conoscere e una nuova
lingua da ascoltare. Un paesino di poco più di 1000
persone a cui se ne aggiungeranno altre 40. Un 40 di
nuove opportunità e arricchimento. Per un numero che
era un 1 ma che l’integrazione sociale ha reso infinito.
C
UN QUARANTA FATTO DI NUOVE
OPPORTUNITÀ ED ARRICCHIMENTO
In 40 per oltrepassare la linea dell’orizzonte e correre
verso l’ignoto. Un ignoto geografico e un ignoto
interiore. Verso un luogo in cui giungere e un nuovo
posto della vita da occupare. Un 40 che non era un
40. Era un 1. Una singola persona pronta, oppure no,
a lasciare la propria terra. Un 1 unito ad altri 1 per
formare un 40 compatto e omogeneo o scomposto
ed eterogeneo. Un 40 africano. Un 40 srilankese. Un
40 di etnie e culture diverse. Un numero che richiede
una fusione per esigenza, per legittima umanità. Dalle
“lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, in 40 s’imbarcano.
In 40 scendono uno alla volta, in fila. Ad un 1 segue
un altro 1 ed un altro ancora. Ma gli 1 in fila non si
sommano. Non si fondono da soli. Storie, lingue e
tradizioni si arricchiscono di altre storie, di altre lingue
e di altre tradizioni attraverso occhi che si cercano,
parole che s’intrecciano, luoghi che accolgono per
un’integrazione ed un’inclusione culturale ed etnica.
Un paesino, Campoli, che è un nuovo passo, una nuova
terra, una nuova storia da conoscere e una nuova
lingua da ascoltare. Un paesino di poco più di 1000
persone a cui se ne aggiungeranno altre 40. Un 40 di
nuove opportunità e arricchimento. Per un numero che
era un 1 ma che l’integrazione sociale ha reso infinito.
9. 9L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
# PERCHÈ QUARANTA
Dalle “lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, ad uno ad uno, gli 1 si aggregano e diventano 40. Un 40 che potrà portare nuove opportunità ed arricchimento per Campoli.Dalle “lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, ad uno ad uno, gli 1 si aggregano e diventano 40. Un 40 che potrà portare nuove opportunità ed arricchimento per Campoli.
10. 10 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
UNA CASA PER TE
“Campoli campoluorto na preta na vigna e n’uorto, na campana di vitacchia quanno sona fa chicchechiacche”.
# CONCETTO DI CITTADINANZA ATTIVA
D
TUTTI INSIEME ATTIVI PER CONDIVIDERE E PER VALORIZZARE IL TERRITORIO
11. 11L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
# CONCETTO DI CITTADINANZA ATTIVA
D
IL MOTORE DEL PROGETTO INTESO COME LA VITA DI UNA COMUNITÀ
La cittadinanza attiva è la partecipazione del cittadino alla vita civile del suo territorio,
rispettando gli obblighi, e conoscendo ed esigendo i diritti propri e quelli altrui. La
cittadinanza attiva è, altresì, la capacità dei cittadini di unire le proprie forze, di
organizzare le risorse finanziarie, umane e produttive, al fine di preservare la terra
d’appartenenza e accrescere il valore dei beni comuni. È un processo continuo, che
parte dai piccoli gesti del quotidiano e che muove un’intera comunità. Il proprio lavoro,
il rispetto delle regole non sono mossi soltanto da interessi personali. In un contesto
di cittadinanza attiva, infatti, ciò che un individuo fa, nel suo piccolo, è un grande e
importantissimo contributo per il bene di tutti. La coesione sociale è essenziale affinché
le tradizioni e i valori, tramandati da generazioni, possano essere difesi in un contesto
difficile come quello attuale. Il lavoro svolto sul territorio dalla Chiesa e dalle associazioni
nei confronti dei bisognosi, rifugiati e anche degli adolescenti e ragazzi, così fragili nel
loro processo di crescita, è un’altra componente essenziale del puzzle della comunità. È
un processo integrato in cui tutti i membri della popolazione partecipano, che è talvolta
sottovalutato, ma che è in realtà di fondamentale importanza per il bene comune. La
cittadinanza è, quindi, solidale. Perché ha deve avere un occhio attento a integrare chi si
sente escluso dal quotidiano e dalla vita civica. L’integrazione è unione e muscolazione
di culture diverse. Un corso lungo, che però arricchisce l’animo e la vita di tutti.
La cittadinanza attiva è la partecipazione del cittadino alla vita civile del suo territorio,
rispettando gli obblighi, e conoscendo ed esigendo i diritti propri e quelli altrui. La
cittadinanza attiva è, altresì, la capacità dei cittadini di unire le proprie forze, di
organizzare le risorse finanziarie, umane e produttive, al fine di preservare la terra
d’appartenenza e accrescere il valore dei beni comuni. È un processo continuo, che
parte dai piccoli gesti del quotidiano e che muove un’intera comunità. Il proprio lavoro,
il rispetto delle regole non sono mossi soltanto da interessi personali. In un contesto
di cittadinanza attiva, infatti, ciò che un individuo fa, nel suo piccolo, è un grande e
importantissimo contributo per il bene di tutti. La coesione sociale è essenziale affinché
le tradizioni e i valori, tramandati da generazioni, possano essere difesi in un contesto
difficile come quello attuale. Il lavoro svolto sul territorio dalla Chiesa e dalle associazioni
nei confronti dei bisognosi, rifugiati e anche degli adolescenti e ragazzi, così fragili nel
loro processo di crescita, è un’altra componente essenziale del puzzle della comunità. È
un processo integrato in cui tutti i membri della popolazione partecipano, che è talvolta
sottovalutato, ma che è in realtà di fondamentale importanza per il bene comune. La
cittadinanza è, quindi, solidale. Perché ha deve avere un occhio attento a integrare chi si
sente escluso dal quotidiano e dalla vita civica. L’integrazione è unione e muscolazione
di culture diverse. Un corso lungo, che però arricchisce l’animo e la vita di tutti.
12. 12 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
UNA CASA PER TE
Obiettivo del progetto è creare un incontro continuo e permanente di convivenza e valorizzazione
delle diverse identità e radici culturali. Per tale motivo si vogliono coinvolgere campolesi e immigrati
nella creazione di una cultura nuova e aperta alla realtà cosmopolita. Per una cittadinanza che smussi
le discriminazioni e porti i membri delle diverse realtà sociali a sentirsi parte di una comunità vera
e propria. Per sostenere attivamente l’interazione occorre un confronto che non eluda questioni,
quesiti e dubbi. Per convivere nella società occorre crearla la società, continuamente. Campolesi ed
extracomunitari sono chiamati ad agire, a partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività
più ampie e composite. Per tale motivo si vuol realizzare un’indagine che porti al confronto diretto che
offra anche la realizzazione di materiale informativo per i cittadini di Campoli e i nuovi 40 arrivati. Come
due pagine di una foglia, complementari tra loro, parte di uno stesso corpo, così il flyer mostreranno
due facce della stessa medaglia: le opinioni e i quesiti dei cittadini e degli enti campolesi e i dubbi, le
incertezze dei 40 nuovi arrivati a Campoli. Ognuno nella propria lingua in un continuo girare e rigirare
di lingue, dall’uno all’altro lato del foglio, che consenta, come i colori che formano la luce, di fondersi
in un unico colore non colore trasparente e comprensibile: la reciproca comprensione e condivisione
di mondi diversi che si sono incontrati. Le domande che passano indubbiamente nella mente di chi
accoglie sono: “Troveranno lavoro? Saranno disposti ad integrarsi? In che misura Campoli riuscirà a
reggere la responsabilità della novità? Chi ho di fronte? Mi posso fidare?”. Intanto dall’altro lato della
pagina, le domande non saranno poi tanto diverse. Forse, come in uno specchio, in una lingua dai
suoni nuovi, saranno speculari. Rovesciate. “Troverò finalmente un lavoro? Riuscirò ad inserirmi? Ad
imparare una nuova lingua? Dovrò perdere le mie radici? Chi ho di fronte? Mi posso affidare?”. Ecco
spiegato il motivo per cui vogliamo accogliere le opinioni di entrambi: per rendere visibile una realtà.
La paura per il cambiamento appartiene a tutti. Ospiti e nuovi arrivati. Ognuno ha radici proprie, è
portatore della propria realtà culturale. Ognuno esprime pensieri ed emozioni nella propria lingua.
Partiamo dall’avvicinarci attraverso il riconoscimento delle differenze. Partiamo dal presentarci e
manifestare opinioni e sensazioni nella propria lingua. Solo così, ne riconoscimento delle differenze,
sarà possibile un abbraccio di culture diverse.
E
IL RICONOSCIMENTO DELLE
DIFFERENZE E L’INCONTRO
LA POPOLAZIONE È CHIAMATA AD AGIRE MA ANCHE A CONFRONTARSI IN MANIERA APERTALA POPOLAZIONE È CHIAMATA AD AGIRE MA ANCHE A CONFRONTARSI IN MANIERA APERTA
Obiettivo del progetto è creare un incontro continuo e permanente di convivenza e valorizzazione
delle diverse identità e radici culturali. Per tale motivo si vogliono coinvolgere campolesi e immigrati
nella creazione di una cultura nuova e aperta alla realtà cosmopolita. Per una cittadinanza che smussi
le discriminazioni e porti i membri delle diverse realtà sociali a sentirsi parte di una comunità vera
e propria. Per sostenere attivamente l’interazione occorre un confronto che non eluda questioni,
quesiti e dubbi. Per convivere nella società occorre crearla la società, continuamente. Campolesi ed
extracomunitari sono chiamati ad agire, a partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività
più ampie e composite. Per tale motivo si vuol realizzare un’indagine che porti al confronto diretto che
offra anche la realizzazione di materiale informativo per i cittadini di Campoli e i nuovi 40 arrivati. Come
due pagine di una foglia, complementari tra loro, parte di uno stesso corpo, così il flyer mostreranno
due facce della stessa medaglia: le opinioni e i quesiti dei cittadini e degli enti campolesi e i dubbi, le
incertezze dei 40 nuovi arrivati a Campoli. Ognuno nella propria lingua in un continuo girare e rigirare
di lingue, dall’uno all’altro lato del foglio, che consenta, come i colori che formano la luce, di fondersi
in un unico colore non colore trasparente e comprensibile: la reciproca comprensione e condivisione
di mondi diversi che si sono incontrati. Le domande che passano indubbiamente nella mente di chi
accoglie sono: “Troveranno lavoro? Saranno disposti ad integrarsi? In che misura Campoli riuscirà a
reggere la responsabilità della novità? Chi ho di fronte? Mi posso fidare?”. Intanto dall’altro lato della
pagina, le domande non saranno poi tanto diverse. Forse, come in uno specchio, in una lingua dai
suoni nuovi, saranno speculari. Rovesciate. “Troverò finalmente un lavoro? Riuscirò ad inserirmi? Ad
imparare una nuova lingua? Dovrò perdere le mie radici? Chi ho di fronte? Mi posso affidare?”. Ecco
spiegato il motivo per cui vogliamo accogliere le opinioni di entrambi: per rendere visibile una realtà.
La paura per il cambiamento appartiene a tutti. Ospiti e nuovi arrivati. Ognuno ha radici proprie, è
portatore della propria realtà culturale. Ognuno esprime pensieri ed emozioni nella propria lingua.
Partiamo dall’avvicinarci attraverso il riconoscimento delle differenze. Partiamo dal presentarci e
manifestare opinioni e sensazioni nella propria lingua. Solo così, ne riconoscimento delle differenze,
sarà possibile un abbraccio di culture diverse.
13. 13L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
Accogliere le opinioni della cittadinanza e della comunità straniera significa far emergere la realtà. Una realtà di idee complementari in cerca di un incontro.
# LA RACCOLTA DI OPINIONI
Accogliere le opinioni della cittadinanza e della comunità straniera significa far emergere la realtà. Una realtà di idee complementari in cerca di un incontro.
14. TUTTA LA POPOLAZIONE SARÀ PROTAGONISTA
# È TEMPO DI VIDEO
All’interno del video, camminando per le strade, sarà ricercato il punto di vista della cittadinanza, locale e di diversa etnia, in maniera semplice e giovanile.
14 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
UNA CASA PER TE
15. Coesistenza, convivenza, condivisione, compartecipazione, in una sola
parola integrazione. Come trasmettere l’effettività di una integrazione
culturale? l nostro progetto nasce con l’intento di trasmettere l’essenza
dei rapporti, la vita quotidiana, il modo di relazionarsi, lo scontro-incontro
culturale. Quale miglior modo per scavare nelle identità di ognuno, se non
quello di leggere il linguaggio degli occhi, un linguaggio che trascende le
parole e ci racconta apertamente. Il nostro modo di raccontare questa
integrazione passerà quindi, in primis, per la realizzazione di un video
documentario ad alta risoluzione ed una raccolta di fotografie. Il video
verrà girato per le strade della città, cercando di ricostruire da un lato le
abitudini, gli hobbies e perché no, anche il lavoro dei “40” e dall’altro di
ricercare il punto di vista degli abitanti di Campoli, con delle interviste spot
ai bambini nelle scuole, “selfie-video” da parte dei cittadini che potranno
condividere il loro pensiero, da inserire nel prodotto finale che verrà
postato sul portale web, creato su misura per questo progetto. Sarà tutta
la popolazione ad essere la protagonista dell’elaborato, e le associazioni
e gli enti locali saranno chiamati ad implementare l’idea e la preparazione
di quest’ultimo. Scene, parole e musiche si fonderanno insieme creando
pathos, emozione e vita.
E
IL LINGUAGGIO DEGLI OCCHI: PATHOS, EMOZIONE E VITA
IL VIDEO SARÀ REALIZZATO CON UNA GO PRO
CONCORSO DI
IDEEATTRAVERSO LE
ASSOCIAZIONI
Per motivare all’azione collaborativa e far
nascere uno spirito positivo di integrazione
e conoscenza, si vuol indire un concorso tra
le Associazioni. Un concorso d’idee per la
realizzazione di un cortometraggio che abbia
come protagonisti i nostri 40. Quaranta uomini,
donne, bambini: protagonisti del nostro agire
progettuale. Le associazioni saranno coinvolte
nella scelta di sceneggiature, testi, musiche
e piani montaggio. Saranno inoltre invitate a
realizzare idee originali per rendere visibile un
impegno, una volontà ferma di cambiamento
e coinvolgimento. Idee per cambiare mentalità
ed aprire orizzonti. Idee per abbattere barriere
e creare nuovi ponti all’insegna di una nuova e
cosmopolita cittadinanza.
15L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
17. 17L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
Tutti i bambini che parteciperanno al
concorso verranno premiati con una
medaglia, simbolo di un’unità sociale.
E
L’ENERGIA VITALE CHE CI MUOVE VERSO IL FUTURO,
TRA FIUMI DI PAROLE DIVERSE E GRAFITE SU FOGLI BIANCHI.
Contestualmente alla realizzazione del video, verrà indetto un “concorso di disegno” nell’unica scuola presente
sul territorio. Il concorso ha lo scopo di attivare e rendere sensibili i bambini di Campoli. Il disegno è il tramite con
cui qualsiasi bambino immagina, conosce, crea e dimostra ... dunque, quale miglior modo di esprimersi se non
attraverso l’arte!Il titolo del concorso sarà “La vignetta multiculturale”. I partecipanti dovranno rappresentare,
in materia sintetica e descrittiva, i concetti quali cultura del “diverso” ed integrazione multirazziale ed etnica.
I giovani concorrenti dell’istituto scolastico che aderiranno al concorso, saranno tutti premiati con una
medaglia simbolica che li gratificherà e li farà sentire parte di una comunità unita nelle diversità. Tra tutti i
disegni che perverranno sarà scelto il vincitore del concorso che verrà premiato con un “ebook reader”, ossia
un dispositivo elettronico portatile che permette di caricare un gran numero di testi in formato digitale e di
leggerli analogamente ad un libro cartaceo. In ultima battuta, sul portale web creato per l’occasione, troverà
spazio oltre alla sezione multimedia (video e fotografie) anche una sezione denominata “Diario di viaggio”. Un
blog in multilingua aperto ad una vasta utenza digitale. Questa sezione nasce dall’idea di voler permettere
ai “40” di condividere le loro storie, le loro paure e i loro sogni per il futuro; perché prima di essere cittadini
emigranti - appartenenti a culture diverse tra loro, prima di essere legati ad un altro paese piuttosto che ad
un’altra religione - sono delle persone portatrici di una loro storia che potranno condividere e rendere pubblica.
La sezione accoglierà inoltre le storie, le opinioni e il punto di vista, cambiato in itinere, degli abitanti di Campoli
a distanza di quasi un anno, dall’accoglienza dei “40”. Sarà un “luogo” nel quale la popolazione da un lato e i “40”
dall’altro, potranno conoscersi meglio ed entrare in contatto emozionalmente, essere parte gli uni della vita degli
altri, delle difficoltà nate da ambi i lati e delle piacevoli scoperte che nel corso di questi mesi sono avvenute. Sarà
il luogo dell’incontro ormai avvenuto e delle vie percorse per giungere all’integrazione. Con questa nostra azione
miriamo a stimolare la sensibilità di tutti coloro i quali vivono questa situazione con particolare apprensione,
cercando di raccontare gli uomini che si celano dietro un pregiudizio che, a volte, offusca la vista e con la volontà
di permettere un incontro di culture che può scatenare tanta energia vitale per il presente e per il futuro.
MATITE E CLICK PER L’UNIONE
18. # LA BROCHURE E I FLYER
F
METAFORA DI UN’ABBRACCIO
TRA CULTURE DIFFERENTI
L’integrazione fa 40 è un progetto che intende
focalizzarsi anche su canali distributivi e comunicativi
tradizionali. Proprio per questo motivo, al fine di
rendere tutti partecipi dell’iniziativa e la popolazione
edotta delle novità e dei particolari del progetto,
accanto alla pagina web e ai formati digitali, vi sono
i più tradizionali strumenti di informazione, quali i
flyer e la brochure. I flyer sono redatti in multilingua.
L’idea è quella di raccogliere le opinioni e le sensazioni
della popolazione campolese, su un lato del volantino,
nelle lingue degli ospiti e, viceversa, sull’altro lato del
foglio, raccogliere le sensazioni dei nuovi arrivati in
italiano. Il concept alla base di questa impostazione
è quello di materializzare una splendida metafora:
un abbraccio di culture differenti. In questo modo, tra
l’altro, sarà possibile lasciare un risultato tangibile di
questa meravigliosa esperienza, da conservare nei più
cari ricordi. La brochure, invece, è un mix di creatività,
design e raccolta analitica di dati e informazioni su
integrazione 40. L’intento è quello di illustrare in
maniera particolareggiata e approfondita tutti i dettagli
del progetto. Un documento che verrà distribuito da
un lato alla popolazione extra comunitaria ospite (in
lingua estera) e dall’altro alle attività e alle associazioni
locali, per rendere partecipi – anche in vista di attività
future – persone e aziende che preservano il territorio e
l’economia campolese quotidianamente.
METAFORA DI UN’ABBRACCIO
TRA CULTURE DIFFERENTI
L’integrazione fa 40 è un progetto che intende
focalizzarsi anche su canali distributivi e comunicativi
tradizionali. Proprio per questo motivo, al fine di
rendere tutti partecipi dell’iniziativa e la popolazione
edotta delle novità e dei particolari del progetto,
accanto alla pagina web e ai formati digitali, vi sono
i più tradizionali strumenti di informazione, quali i
flyer e la brochure. I flyer sono redatti in multilingua.
L’idea è quella di raccogliere le opinioni e le sensazioni
della popolazione campolese, su un lato del volantino,
nelle lingue degli ospiti e, viceversa, sull’altro lato del
foglio, raccogliere le sensazioni dei nuovi arrivati in
italiano. Il concept alla base di questa impostazione
è quello di materializzare una splendida metafora:
un abbraccio di culture differenti. In questo modo, tra
l’altro, sarà possibile lasciare un risultato tangibile di
questa meravigliosa esperienza, da conservare nei più
cari ricordi. La brochure, invece, è un mix di creatività,
design e raccolta analitica di dati e informazioni su
integrazione 40. L’intento è quello di illustrare in
maniera particolareggiata e approfondita tutti i dettagli
del progetto. Un documento che verrà distribuito da
un lato alla popolazione extra comunitaria ospite (in
lingua estera) e dall’altro alle attività e alle associazioni
locali, per rendere partecipi – anche in vista di attività
future – persone e aziende che preservano il territorio e
l’economia campolese quotidianamente.
19. 19L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
G
# LA PIATTAFORMA WEB
UNA SOLUZIONE MODERNA ED APERTA
Una piattaforma web - innovativa, graficamente elaborata e
aperta ad ogni tipo di utenza - consentirà l’esposizione digitale di
tutti i prodotti elaborati per il progetto. Il web site, elaborato con
una One Scroll Page, si aprirà con il video, altamente emozionale
ed accattivante, e proseguirà con la filosofia e il concept dell’idea,
l’esposizione dei disegni del concorso scolastico e con la creazione
del diario di viaggio multilingua - implementato sia dalla
popolazione di Campoli sia dalla comunità straniera - corredato
da fotografie della realizzazione del progetto e delle bellezze della
piccola cittadina del Monte Taburno. Il sito, accessibile anche da
dispositivi mobile, sarà inoltre aperto a distribuzioni diversificate.
Da un lato, infatti, avremo l’open ai social e alla newsletter e
dall’altro una pagina press con tutte le rassegne stampa. Infine,
la piattaforma sarà corredata anche da un area donazioni, aperta
a tutti i visitatori (nazionali ed internazionali) che consentirà
l’incremantazione economica del progetto, tale da farlo perdurare
in maniera autonoma anche nel futuro.
20. 20 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
UNA CASA PER TE
La nostra distribuzione si svilupperà lungo due strade parallele, la cui coerenza di fondo è legata al
target a cui si riferiscono. Digital & Conventional. La strada digital nell’epoca dei nativi digitali è un
must che deve essere percorso e curato nei minimi dettagli. Colloquiare attraverso il web e i social
network è la via più veloce per permettere la diffusione, fruizione e valutazione di un’iniziativa, di un
contenuto, di un video o di una qualsiasi azione che possa avere un impatto sulla società in generale
e sulla propria comunità in particolare. La creazione di una pagina Facebook, di un canale Youtube
e di un account Google+ (i tre social network più diffusi al mondo) metterà in evidenza, in maniera
facile ed istantanea, tutta la produzione realizzata. Stiamo parlando di piattaforme perfette dove
condividere video, articoli, canzoni; dove poter postare un proprio pensiero, instaurare discussioni; dove
poter contare sul contributo anche della comunità estera con dei contenuti che possano essere fruibili
per tutti, semplici, chiari ed apprezzabili. Inoltre, attraverso il fenomeno della viralità dei contenuti o
tramite adeguate sponsorizzazioni mirate verso il target ricercato, i social network ci racconteranno
nel breve tempo in che modo si traducono i nostri sforzi definendo l’evoluzione del coinvolgimento,
riusciranno a darci dei numeri concreti basati sul traffico generato dai “BIG 3”, integrando il tutto con
il numero di click della piattaforma web, appositamente creata, che linkerà al suo interno i tre social
prescelti. In secondo piano, ma con un’efficacia paragonabile a quella dei social, verrà creata anche una
mailing list con newsletter che, in tempi regolari e stabiliti, aggiornerà gli utenti con temi che toccano
sensibilmente la tematica del progetto, con i nuovi post sul sito web e soprattutto inciteranno gli
stessi alla frequentazione e contribuzione personale sulle piattaforme social.
Conventional vuol significare tradizionale ma non per questo sinonimo di canale secondario e poco
efficace. Il coinvolgimento di testate giornalistiche e mass media - territoriali ed anche nazionali -
attraverso comunicati stampa ed inviti alle redazioni, saranno la base per rendere l’opinione pubblica
edotta di quanto si sta cercando di fare. I giornali, da un lato, svolgeranno una funzione informativa
ed orientativa, mentre, dall’altro, il passaggio video dei TG regionali o locali offrirà visibilità ed adeguata
diffusione mediatica. La notizia, corredata sia da cronaca che da approfondimento, susciterà
l’attenzione e coinvolgerà la comunità campolese e quella immediatamente limitrofa, mentre la
televisione incrementerà ancor di più le eco generate sulla questione in oggetto.
H
L’OPINIONE PUBBLICA E
IL TARGET MIRATO
LA POPOLAZIONE È CHIAMATA AD AGIRE MA ANCHE A CONFRONTARSI IN MANIERA APERTADIGITAL E CONVENTIONAL PER AUMENTARE LA NOSTRA DIFFUSIONE ED OTTENERE RISULTATI
Perché abbiamo deciso di corredare il portare
web con una pagina per le donazioni?
Il nostro progetto ha l’obiettivo di sensibilizzare
e consapevolizzare l’opinione pubblica rispetto
ad una tematica così difficile e sentita. Quindi
informare e allo stesso tempo concedere alla
cittadinanza (di Campoli e non solo) opportunità
di contribuire attraverso una donazione
volontara, dimostra come l’intento base sia stato
pienamente assolto e sapientemente diffuso.
Le donazioni saranno un motore propulsore
per la prosecuzione autonoma del progetto. Un
seguito che porterà alla creazione di specifici
eventi e laboratori, al fine di toccare temi relativi
alla scoperta delle tradizioni culinarie, delle
religioni e della cultura dei “40”, per permettere
di toccare con mano le loro radici e di rendere
manifesta la loro essenza.
La nostra distribuzione si svilupperà lungo due strade parallele, la cui coerenza di fondo è legata al
target a cui si riferiscono. Digital & Conventional. La strada digital nell’epoca dei nativi digitali è un
must che deve essere percorso e curato nei minimi dettagli. Colloquiare attraverso il web e i social
network è la via più veloce per permettere la diffusione, fruizione e valutazione di un’iniziativa, di un
contenuto, di un video o di una qualsiasi azione che possa avere un impatto sulla società in generale
e sulla propria comunità in particolare. La creazione di una pagina Facebook, di un canale Youtube
e di un account Google+ (i tre social network più diffusi al mondo) metterà in evidenza, in maniera
facile ed istantanea, tutta la produzione realizzata. Stiamo parlando di piattaforme perfette dove
condividere video, articoli, canzoni; dove poter postare un proprio pensiero, instaurare discussioni; dove
poter contare sul contributo anche della comunità estera con dei contenuti che possano essere fruibili
per tutti, semplici, chiari ed apprezzabili. Inoltre, attraverso il fenomeno della viralità dei contenuti o
tramite adeguate sponsorizzazioni mirate verso il target ricercato, i social network ci racconteranno
nel breve tempo in che modo si traducono i nostri sforzi definendo l’evoluzione del coinvolgimento,
riusciranno a darci dei numeri concreti basati sul traffico generato dai “BIG 3”, integrando il tutto con
il numero di click della piattaforma web, appositamente creata, che linkerà al suo interno i tre social
prescelti. In secondo piano, ma con un’efficacia paragonabile a quella dei social, verrà creata anche una
mailing list con newsletter che, in tempi regolari e stabiliti, aggiornerà gli utenti con temi che toccano
sensibilmente la tematica del progetto, con i nuovi post sul sito web e soprattutto inciteranno gli
stessi alla frequentazione e contribuzione personale sulle piattaforme social.
Conventional vuol significare tradizionale ma non per questo sinonimo di canale secondario e poco
efficace. Il coinvolgimento di testate giornalistiche e mass media - territoriali ed anche nazionali -
attraverso comunicati stampa ed inviti alle redazioni, saranno la base per rendere l’opinione pubblica
edotta di quanto si sta cercando di fare. I giornali, da un lato, svolgeranno una funzione informativa
ed orientativa, mentre, dall’altro, il passaggio video dei TG regionali o locali offrirà visibilità ed adeguata
diffusione mediatica. La notizia, corredata sia da cronaca che da approfondimento, susciterà
l’attenzione e coinvolgerà la comunità campolese e quella immediatamente limitrofa, mentre la
televisione incrementerà ancor di più le eco generate sulla questione in oggetto.
Perché abbiamo deciso di corredare il portare
web con una pagina per le donazioni?
Il nostro progetto ha l’obiettivo di sensibilizzare
e consapevolizzare l’opinione pubblica rispetto
ad una tematica così difficile e sentita. Quindi
informare e allo stesso tempo concedere alla
cittadinanza (di Campoli e non solo) opportunità
di contribuire attraverso una donazione
volontara, dimostra come l’intento base sia stato
pienamente assolto e sapientemente diffuso.
Le donazioni saranno un motore propulsore
per la prosecuzione autonoma del progetto. Un
seguito che porterà alla creazione di specifici
eventi e laboratori, al fine di toccare temi relativi
alla scoperta delle tradizioni culinarie, delle
religioni e della cultura dei “40”, per permettere
di toccare con mano le loro radici e di rendere
manifesta la loro essenza.
21. 21L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
Ottenere donazioni da parte della cittadinanza significa avere assolto con pienezza i propri obiettivi e averli indirizzati in maniera adeguata al pubblico interessato.
# LA DISTRIBUZIONE DEL PROGETTO
22. 22 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA
UNA CASA PER TE
I
ADERENZA AL TARGET E
AGLI OBIETTIVI PRESCELTI
LA POPOLAZIONE È CHIAMATA AD AGIRE MA ANCHE A CONFRONTARSI IN MANIERA APERTAUN PROGETTO NASCE PER ARRIVARE AGLI OBIETTIVI SPERATI E ALLA PLATEA A CUI SONO RIVOLTI
Un progetto nasce per raggiungere degli obiettivi in cui crede. Il progetto L’immigrazione fa
Quaranta genera pertanto proposte e progettazioni per arrivare all’obiettivo di una cittadinanza
che sia globale, attiva e consapevole del proprio agire. Esso mira a realizzare percorsi
interculturali finalizzati alla valorizzazione delle differenze per portare ad un coinvolgimento
cooperativo, per consentire e garantire risvolti psicologici positivi e di crescita per color che
ne sono coinvolti. Il Progetto vuol garantire un inserimento efficace nel mondo del lavoro
perché, soltanto se l’integrazione sarà totale e permetterà l’inclusione nel mondo lavorativo e
degli immigrati nel quadro della popolazione attiva, si potranno definire raggiunti gli obiettivi.
Si punta a risultati a breve e lungo termine per assicurare dei risvolti costruttivi nel futuro.
Nella stretta relazione che intercorre tra microcosmo personale e macrocosmo dell’umanità,
bisogna sviluppare una nuova idea di umanesimo e renderla fattibile, pratica, visibile attraverso
l’inserimento nella comunità e, in primis, nel mondo del lavoro. La società multietnica è
realtà e come tale bisogna consentire che sia concretizzabile civilmente. Perché ciò si realizzi
bisogna coinvolgere attivamente e consapevolmente immigrati e campolesi nella costruzione
di collettività più ampie e composite. Il target è rappresentato dai 40, dai cittadini campolesi,
dagli enti. Per rendere gli immigrati parte di una comunità, inseriti senza discriminazione e
protagonisti di un integrazione possibile bisogna rendere tangibile questo agire. In che modo?
Su due binari paralleli. Il primo locale, convenzionale. Attraverso una comunicazione tradizionale
che includerà testate giornalistiche, mass media, creazione di flyer, brochure. Per una funzione
informativa ed orientativa fondamentale per smuovere e rendere partecipi, per incuriosire ed
informare costruttivamente e obiettivamente. Il secondo è non locale: la strada digitale veloce e
globale. L’uso dei social network, da Youtube a canale Google+ a facebook, consentirà di inserire
su piattaforme perfette video, immagini, musica, articoli e di poter postare il proprio pensiero,
di raggiungere la comunità estero con contenuti che siano facilmente fruibili. La realizzazione
di una mailing list con newsletter permetterà di aggiornare gli utenti con temi che toccano la
tematica del Progetto. Due binari paralleli per essere “qui ed ora” sempre. Per concretizzare un
impegno sociale con strumenti d’efficienza