Gestione delle Competenze 2. Sviluppare il modello di competenza
3 Il Mercato moderno
1. Il mercato moderno,Il mercato moderno,
le sue evoluzioni ele sue evoluzioni e
l’avvento di Internetl’avvento di Internet
2. Le relazioni di base tra i mercatiLe relazioni di base tra i mercati
Mercati dei
produttori
Mercati dei
consumatori
Mercati degli
intermediari
Mercati delle
risorse
Settore
pubblico
Beni e servizi Beni e servizi
Risorse Risorse
Denaro Denaro
Denaro Denaro
Servizi,
denaro
Servizi,
denaro
Servizi,
denaro
Tasse,
beni
Tasse,
beni
Tasse,
beni
Tasse
Servizi
3. Le nuove logiche di mercatoLe nuove logiche di mercato
Le forti interconnessioni tra i vari mercati creanoLe forti interconnessioni tra i vari mercati creano
nuove forme di collegamento tranuove forme di collegamento tra
le aziende che vi operanole aziende che vi operano
Le nuove modalità di interazione tra gliLe nuove modalità di interazione tra gli
operatori rendono possibile la nascitaoperatori rendono possibile la nascita
dei cosiddettidei cosiddetti metamercatimetamercati
Il nuovo contesto genera anche nuovi ambitiIl nuovo contesto genera anche nuovi ambiti
competitivi nei quali le aziende affrontano sia icompetitivi nei quali le aziende affrontano sia i
concorrenti tradizionaliconcorrenti tradizionali
sia nuovi concorrenti (sia nuovi concorrenti (ipercompetizioneipercompetizione))
4. Il mercato globaleIl mercato globale
Alcuni fattori, negli ultimi decenni, hannoAlcuni fattori, negli ultimi decenni, hanno
contribuito ad abbattere ogni genere di ostacolocontribuito ad abbattere ogni genere di ostacolo
alla espansione dei mercatialla espansione dei mercati
Libera circolazione dei capitaliLibera circolazione dei capitali
Libera circolazione delle personeLibera circolazione delle persone
Velocità delle comunicazioniVelocità delle comunicazioni
Gli operatori hanno adottato tecniche diGli operatori hanno adottato tecniche di
“massificazione” dei prodotti che hanno favorito“massificazione” dei prodotti che hanno favorito
la nascita di mercati “globali”la nascita di mercati “globali”
5. Il ruolo del mercato finanziarioIl ruolo del mercato finanziario
Il mercato che tratta i capitaliIl mercato che tratta i capitali
viene dettoviene detto mercato finanziariomercato finanziario
Il fattore produttivo “capitale” èIl fattore produttivo “capitale” è
oggi quello che nel breve periodooggi quello che nel breve periodo
può determinare lo sviluppo di un determinatopuò determinare lo sviluppo di un determinato
settore economicosettore economico
L’andamento dell’economia “reale“L’andamento dell’economia “reale“
può discostarsi nel breve periodopuò discostarsi nel breve periodo
da quello del mercato finanziarioda quello del mercato finanziario
6. Mercato “reale” e “finanziario”Mercato “reale” e “finanziario”
Il mercato finanziario è nato comeIl mercato finanziario è nato come
rappresentazione del mercato realerappresentazione del mercato reale
• AzioniAzioni: valore di un’azienda: valore di un’azienda
• DebitoDebito: capacità prospettica: capacità prospettica
di produrre redditodi produrre reddito
Ipotizzando l’andamento del mercato reale, ilIpotizzando l’andamento del mercato reale, il
mercato finanziario spesso concentra nel brevemercato finanziario spesso concentra nel breve
periodo effettiperiodo effetti
di lungo periodo, espandendonedi lungo periodo, espandendone
la portatala portata
7. Il ruolo della tecnologiaIl ruolo della tecnologia
La tecnologia è stato un fattore fondamentaleLa tecnologia è stato un fattore fondamentale
per tutti i processiper tutti i processi
economicieconomici
TelefoniaTelefonia
Radio / TV / SatelliteRadio / TV / Satellite
InformaticaInformatica
L’Information & Communication TechnologyL’Information & Communication Technology
(ICT) ha creato un mercato proprio e ha fatto(ICT) ha creato un mercato proprio e ha fatto
nascere un nuovonascere un nuovo
modo di interpretare tutti i mercatimodo di interpretare tutti i mercati
8. Le caratteristiche di InternetLe caratteristiche di Internet
Internet è un canale di comunicazioneInternet è un canale di comunicazione
bidirezionalebidirezionale
Internet è presente ovunqueInternet è presente ovunque
L’accesso ad Internet è a basso costoL’accesso ad Internet è a basso costo
Grazie all’evoluzione della tecnologia,Grazie all’evoluzione della tecnologia,
può essere considerato un mezzo sicuropuò essere considerato un mezzo sicuro
L’interazione con la componente tecnologica èL’interazione con la componente tecnologica è
alla portata di tuttialla portata di tutti
9. La realtà “digitale” e l’economiaLa realtà “digitale” e l’economia
L’impulso e la diffusione dellaL’impulso e la diffusione della
tecnologia digitale hannotecnologia digitale hanno
introdotto una nuova faseintrodotto una nuova fase
dell’economia mondialedell’economia mondiale
Per la prima volta è possibilePer la prima volta è possibile
fare business con prodotti efare business con prodotti e
servizi completamente digitaliservizi completamente digitali
Il World Wide Web ha reso laIl World Wide Web ha reso la
tecnologia digitale ed Internettecnologia digitale ed Internet
alla portata di tuttialla portata di tutti
10. Le facce dell’economia “digitale”Le facce dell’economia “digitale”
New EconomyNew Economy è l’insieme delleè l’insieme delle
iniziative imprenditoriali che sfruttanoiniziative imprenditoriali che sfruttano
le tecnologie digitali come risorsa, comele tecnologie digitali come risorsa, come
prodotto e come canale di distribuzioneprodotto e come canale di distribuzione
Net EconomyNet Economy è l’insieme delleè l’insieme delle
attività svolte dalle impreseattività svolte dalle imprese
attraverso Internet e leattraverso Internet e le
tecnologie ad essa associatetecnologie ad essa associate
11. La New EconomyLa New Economy
Nasce nella seconda metà degliNasce nella seconda metà degli
anni ’90 grazie alla diffusione dianni ’90 grazie alla diffusione di
Internet e del WEBInternet e del WEB
Coinvolge società di informatica, diCoinvolge società di informatica, di
telecomunicazioni, dell’intrattenimentotelecomunicazioni, dell’intrattenimento
e nuove realtàe nuove realtà
Subisce l’inevitabile declino nelSubisce l’inevitabile declino nel
biennio 2000/2001biennio 2000/2001
12. Le cause dello sviluppoLe cause dello sviluppo
Aspettative esagerate sulla diffusioneAspettative esagerate sulla diffusione
e sulle capacità di Internete sulle capacità di Internet
Fiducia nella bontà delle nuoveFiducia nella bontà delle nuove
idee imprenditorialiidee imprenditoriali
Disponibilità di capitali dovuta allaDisponibilità di capitali dovuta alla
lunga fase di espansione dellalunga fase di espansione della
economia mondialeeconomia mondiale
13. Le cause del declinoLe cause del declino
Rallentamento dello sviluppo dell’economiaRallentamento dello sviluppo dell’economia
mondialemondiale
Ritmo di diffusione di Internet eRitmo di diffusione di Internet e
delle tecnologie legate alle telecomunicazioni piùdelle tecnologie legate alle telecomunicazioni più
ridottoridotto
del previstodel previsto
Mancanza di modelli di businessMancanza di modelli di business
adeguatiadeguati
14. La Net EconomyLa Net Economy
Le tecnologie digitali sono diventateLe tecnologie digitali sono diventate
parte integrante della vita quotidianaparte integrante della vita quotidiana
Le aziende con un modello di business adeguatoLe aziende con un modello di business adeguato
sono sopravvissutesono sopravvissute
Le aziende dell’economiaLe aziende dell’economia
“tradizionale” sfruttano Internet“tradizionale” sfruttano Internet
come ulteriore risorsa per ilcome ulteriore risorsa per il
proprio sviluppoproprio sviluppo
15. Cos’è un “mercato virtuale” (I)Cos’è un “mercato virtuale” (I)
UnUn mercato virtualemercato virtuale è unè un
mercato nel quale domanda,mercato nel quale domanda,
offerta, prodotto/servizio eofferta, prodotto/servizio e
pagamenti possono esserepagamenti possono essere
gestiti in maniera completamentegestiti in maniera completamente
digitaledigitale
• Pay per viewPay per view
• EbookEbook
• SoftwareSoftware
16. Cos’è un “mercato virtuale” (II)Cos’è un “mercato virtuale” (II)
UnUn mercato virtualemercato virtuale è un luogoè un luogo
virtuale ove gli operatori economici effettuanovirtuale ove gli operatori economici effettuano
le proprie transazioni commercialile proprie transazioni commerciali
• I prodotti e i servizi trattatiI prodotti e i servizi trattati
possono essere “reali”possono essere “reali”
• La dimensione virtuale riguardaLa dimensione virtuale riguarda
le modalità di contrattazione, dile modalità di contrattazione, di
fissazione del prezzo e, eventualmente,fissazione del prezzo e, eventualmente,
del pagamentodel pagamento
17. CaratteristicheCaratteristiche del “mercato virtuale”del “mercato virtuale”
Non è soggetto a limiti spazialiNon è soggetto a limiti spaziali
e temporalie temporali
Non prevede barriere all’entrataNon prevede barriere all’entrata
Adotta un regime competitivo diAdotta un regime competitivo di
libera concorrenzalibera concorrenza
Può trattare più facilmente beniPuò trattare più facilmente beni
altamente standardizzati o beni così specifici daaltamente standardizzati o beni così specifici da
essere di individuazioneessere di individuazione
e qualità certae qualità certa
Editor's Notes
La società attuale è contraddistinta da una molteplicità di mercati che si relazionano tra loro in vari modi e che presentano livelli di sviluppo e di evoluzione diversi nel tempo.
L’economia di ogni paese e l’economia globale sono costituiti da complessi insiemi di mercati, connessi tra loro da numerosi processi di scambio che li legano in un rapporto di stretta interdipendenza.
Ciascuno di questi mercati si distingue per i propri elementi di riferimento (operatori e prodotti/servizi) e per i flussi che lo legano agli altri mercati.
Osservato nella sua struttura di base, il sistema economico in cui la società attuale è organizzato si divide in:
Mercati della risorse. Sono i mercati in cui vengono trattate le materie prime, quelli del lavoro e quelli finanziari.
Mercati dei produttori. Sono i mercati in cui le risorse vengono trasformate per la realizzazione di beni e servizi.
Mercati degli intermediari. Sono i mercati grazie ai quali è possibile far incontrare l’offerta dei produttori con la domanda dei consumatori.
Mercati dei consumatori. Sono quelli nei quali gli individui cedono lavoro al fine di ottenere denaro da utilizzare per acquistare beni e servizi.
Mercati del settore pubblico. Sono quelli mediante i quali lo stato preleva le risorse necessarie alla distribuzione dei beni ed all’erogazione dei servizi a beneficio della società.
Tutti i flussi sono collegati tra loro e l’equilibrio del sistema economico è raggiungibile solo se lo sviluppo di tutti questi elementi procede in modo coordinato (questo dovrebbe essere il compito della politica economica).
Le forti interconnessioni tra i vari mercati creano nuove forme di collegamento tra le aziende che vi operano: risorse e know-how provenienti da operatori diversi entrano in contatto tra loro ed avviano un processo di “osmosi” che lega tra loro culture aziendali anche molto differenti.
Questa nuova ragnatela di collegamenti dà origine ai cosiddetti metamercati.
Un metamercato è un ambiente caratterizzato dalla presenza di aziende con competenze e specializzazioni complementari, ciascuna delle quali è impegnata in un costante processo di monitoraggio, alla ricerca di alleanze e joint-venture, con l’obiettivo di espandere la propria presenza oltre il proprio comparto originario.
La convergenza tra i settori economici ha come effetto una maggiore difficoltà per le aziende a definire con precisione i propri concorrenti.
Questo effetto è definito ipercompetizione ed identifica lo stato concorrenziale che si manifesta in mercati in continua evoluzione e caratterizzati da confini incerti tra i settori e quindi sono abitati da un numero elevatissimo di concorrenti.
Nel nuovo contesto, le imprese operano in un mercato molto più dinamico, mettono continuamente in discussione le regole concorrenziali tradizionali e si muovono alla ricerca di opportunità alternative: sono quindi ipercompetitive perché costrette a ragionare non più in termini di settore, ma di metamercato, situazione alla quale l’azienda può reagire passivamente, rassegnandosi a svolgere un ruolo di imitatrice, o attivamente, diventando quindi proattiva.
Un’impresa proattiva è quella in grado di anticipare i cambiamenti del mercato globale e di sviluppare in tempo il know-how necessario per volgerli a proprio favore; in altri termini, un’impresa è proattiva quando sa gestire adeguatamente le conseguenze di accadimenti non ancora manifesti.
Un’altra conseguenza evidente dell’evoluzione della società moderna è la divisione del mondo in aree con livelli uniformi di sviluppo e di tenore di vita.
Purtroppo tra i vari livelli sussistono tuttora grandissime sperequazioni e questo fa sì che la distanza tra i paesi più sviluppati e quelli più arretrati sia enorme e sia in continuo aumento. I paesi più industrializzati hanno visto i bisogni dei vari soggetti subire uno sviluppo molto simile, con la conseguenza che i produttori impegnati sui vari mercati hanno potuto intraprendere delle strategie volte alla promozione di prodotti standardizzati ed hanno potuto godere di tassi di espansione senza precedenti.
In questa evoluzione grande importanza hanno avuto anche i mezzi di comunicazione di massa.
La disponibilità di strumenti come la televisione, la radio ed Internet, attraverso i quali raggiungere un numero straordinariamente elevato di persone, ha reso possibile il consolidamento di un livello di immagine standardizzato per moltissimi prodotti, favorendo l’uniformazione dei bisogni e, di conseguenza, l’ampliamento sia in senso demografico che in senso geografico dei vari mercati.
Oltre alla crescita uniforme dei bisogni dei soggetti presenti nei paesi ad economia più avanzata ed alla disponibilità di mezzi di comunicazione capillari e pervasivi, anche alcune altre condizioni si sono rivelate estremamente favorevoli per la nascita e lo sviluppo di mercati di dimensione “globale”.
Uno di questi fattori è sicuramente quello finanziario.
La libera circolazione dei capitali, infatti, ha facilitato lo spostamento di masse di denaro anche ingenti in un lasso di tempo molto breve ed ha favorito, quindi la possibilità di effettuare investimenti produttivi in qualunque parte del mondo, permettendo di disporre così di un potenziale produttivo elevatissimo a costi il più possibile ridotti (di fatto questo ha causato e sta causando anche il nascere di sacche di sfruttamento delle popolazioni più povere che non contribuiscono certo a migliorare il livello di vita dei paesi in via di sviluppo).
Un altro fattore rilevante è quello relativo alla facilità di spostamento delle persone.
Il proliferare del turismo di massa e la possibilità di effettuare viaggi di lavoro a costi sempre più bassi ed in tempi più brevi ha favorito il contatto anche tra culture tra loro molto diverse ed ha contribuito a renderle sempre più vicine, con la conseguenza che le esigenze ed i bisogni meno radicati nelle varie tradizioni nazionali hanno subito un processo di omologazione, contribuendo a far nascere mercati di dimensione sempre più ampia.
A spingere poi decisamente verso una sempre maggiore “globalizzazione” dei mercati hanno provveduto i produttori, adottando delle tecniche di comunicazione e di produzione sempre più persuasive e sofisticate volte a favorire la “massificazione” completa della propria offerta ed a rendere possibile la vendita dello stesso prodotto in tutti i paesi.
Si è appena detto del ruolo svolto dalla libera circolazione dei capitali nello sviluppo di mercati di dimensione globale.
Il mercato che tratta della compravendita di capitali è denominato mercato finanziario.
Anche nella classificazione tradizionale dei fattori produttivi il capitale rappresentava un elemento di importanza fondamentale ma oggi esso ha assunto un peso determinante in quanto si tratta dell’unico fattore che può, da solo, determinare lo sviluppo (o il declino) di un determinato settore economico, almeno nel breve periodo.
Questo è dovuto al fatto che l’offerta di capitali è sempre alla ricerca di impieghi che possano dare, nel corso del tempo, i rendimenti più elevati e duraturi e, quando viene individuato un settore particolarmente promettente, i capitali tendono a concentrarvisi, determinando uno sviluppo molto più rapido di quello che gli altri fattori (tipicamente lavoro e terra, con tutto ciò che essi rappresentano) consentirebbero.
Proprio perché gli impieghi di capitale si basano più sulle aspettative che sui risultati concreti, l’andamento del mercato finanziario può spesso risultare in controtendenza rispetto a quello dell’economia “reale”, quella cioè che fa riferimento alla produzione effettiva di un determinato settore o di un particolare paese, e in anticipo rispetto a quello che sarà lo sviluppo reale del settore stesso o della nazione. Anche queste sfasature, ovviamente, tendono poi ad essere riassorbite nel lungo periodo.
La distinzione tra breve e lungo periodo è cruciale per la comprensione dei fenomeni economici.
Il primo è quello all’interno del quale un determinato sistema può trovarsi in condizioni di non equilibrio e nel quale si possono verificare le perturbazioni che innescano poi i processi che lo riconducono ad una situazione stabile. Per studiare questi fenomeni vengono creati appositi modelli di analisi.
Il secondo, invece, è considerato come un periodo di tempo sufficientemente ampio da consentire il completamento dei processi di aggiustamento conseguenti alle varie perturbazioni ed il raggiungimento di una nuova situazione di equilibrio, diversa da quella iniziale.
Le relazioni tra il mercato finanziario e quello reale sono estremamente importanti per comprendere le dinamiche evolutive di un’economia moderna.
La base di queste relazioni sta nel fatto che ogni elemento di un mercato finanziario tende a rappresentare, di fatto, un corrispondente elemento del mondo reale.
Ad esempio, le azioni di una determinata azienda, cioè l’insieme dei titoli che rappresenta il capitale di rischio di un’impresa, è, di fatto, l’equivalente finanziario del valore reale dell’azienda stessa. I due valori possono non coincidere e discostarsi tra loro notevolmente se considerati all’interno di periodi di tempo sufficientemente brevi. Una testimonianza di ciò si può trovare anche nell’evoluzione di alcuni titoli azionari quotati alla borsa italiana negli ultimi anni: Tiscali, ad esempio, ha avuto per qualche tempo una capitalizzazione di borsa superiore a quella di Fiat ma, naturalmente, questo non aveva nessuna corrispondenza nella realtà, come poi è apparso evidente nel corso del tempo.
Un altro esempio è quello delle obbligazioni, cioè dei titoli che rappresentano quote del debito contratto da una determinata impresa con gli investitori. Esse rappresentano, di fatto, la capacità prospettica di un’azienda di produrre reddito e, con questo, di rimborsare il prestito ottenuto, remunerandolo adeguatamente.
Basandosi sulle aspettative, e, quindi, ipotizzando l’andamento del mercato reale, il mercato finanziario spesso concentra nel breve periodo effetti che nell’economia reale si hanno solo nel lungo periodo, espandendo a volte la portata di tali effetti, sia in positivo che in negativo.
La disponibilità di capitali e la capacità dei produttori di realizzare prodotti in grado di soddisfare i consumatori di tutto il mondo non sarebbero stati sufficienti a determinare lo sviluppo di mercati di dimensione globale se non fosse stata disponibile anche una tecnologia capace di informare adeguatamente i vari soggetti e di tenere sotto controllo i progetti di sviluppo.
La disponibilità di strumenti come il telefono, in grado di annullare le distanze e di permettere il colloquio diretto delle persone, di radio e televisione diffuse su tutta la terra attraverso le comunicazioni satellitari, hanno fornito la base sulla quale costruire i presupposti dello sviluppo (soprattutto dal lato della domanda ma anche da quello del coordinamento dell’offerta). L’informatica ha poi fornito gli strumenti per governare tutto il processo.
Proprio quella che oggi viene più propriamente chiamata Information & Communication Technology (ICT) ha permesso di approfondire la conoscenza delle nuove dinamiche di mercato, di cogliere le interrelazioni che si venivano a creare in mercati sempre più dipendenti l’uno dall’altro e sempre più complessi e di formulare previsioni e calcolare i risultati delle molteplici iniziative prese dai vari operatori.
Di fatto l’ICT ha consentito la nascita di mercati completamente nuovi ed ha cambiato per sempre il modo di interpretare l’evoluzione di quelli esistenti.
Alla base dell’ultima fase evolutiva, sperimentata sia dalle tecnologie informatiche che da quelle delle comunicazioni, è sicuramente l’esplosione del fenomeno Internet.
Essa, infatti, presenta alcune caratteristiche inedite che ne fanno uno strumento assolutamente nuovo nel panorama delle tecnologie disponibili e che permettono di pensare a soluzioni innovative anche per quanto riguarda lo svolgimento delle attività di tipo tradizionale.
In primo luogo, Internet ha le stesse capacità della televisione di veicolare informazioni ma, contrariamente a questa, si configura come un canale bidirezionale, egualmente efficiente sia nel porgere contenuti che nel recepire messaggi provenienti dai consumatori o da altri operatori.
Come le altre tecnologie, inoltre, essa è praticamente onnipresente e ha un costo di accesso relativamente basso. Internet ha ancora un elevato potenziale di sviluppo che dovrà essere adeguatamente sfruttato per poter raggiungere la stessa pervasività della televisione, ma la tendenza in tutto il mondo è sicuramente in quella direzione.
Allo stesso modo, anche la semplicità d’uso, pur migliorabile, è arrivata ad un livello decisamente elevato, adatto già ad un impiego di massa.
Il fattore ancora considerato più carente è quello relativo alla sicurezza. Tuttavia le tecnologie oggi a disposizione ed il continuo miglioramento degli strumenti permetteranno di rendere le comunicazioni su Internet e la circolazione delle informazioni più sicure ed utilizzabili per ogni genere di transazione commerciale.
Uno degli ambiti nei quali la tecnologia digitale ha apportato grandi cambiamenti è proprio quello dell’economia.
Ci sono dei mercati, come quello finanziario, che ormai vivono solo all’interno dei computer (di fatto, oggi, la compravendita dei titoli non prevede mai la consegna fisica del bene ma semplicemente la registrazione della transazione avvenuta e del nuovo proprietario) e molti altri che sono stati radicalmente modificati dall’avvento della tecnologia digitale.
Questa non è una novità degli ultimi anni (gli elaboratori elettronici sono stati introdotti nelle aziende nel secondo dopoguerra) tuttavia la penetrazione in tutti gli ambiti della vita sociale (compreso quello domestico) e la possibilità di un uso di massa (come quello consentito dall’avvento di internet e, in particolar modo, del World Wide Web), sono effettivamente fenomeni molto recenti, che hanno dato un impulso straordinario alla diffusione delle nuove tecnologie.
La tecnologia digitale è stata ed è così significativa da aver inaugurato, di fatto, una nuova era economica.
In alcuni casi questa evoluzione ha sofferto, come era logico aspettarsi, di uno sviluppo troppo rapido, tale da non consentire l’elaborazione in parallelo di modelli organizzativi ed imprenditoriali capaci di supportare le nuove possibilità.
Per tale ragione è opportuno individuare due diverse fasi della nuova era tecnologica dell’economia.
La prima fase è quella denominata New Economy, caratterizzata da un’esplosione di iniziative imprenditoriali completamente basate ed orientate allo sfruttamento della tecnologia digitale. Quest’ultima si configura, in pratica, come risorsa produttiva, come prodotto e come canale distributivo.
La seconda fase, denominata Net Economy, invece, si caratterizza per essere collegata con l’economia tradizionale e per il proporsi, di fatto, come un’evoluzione di questa, la quale considera il fattore tecnologico (e soprattutto Internet) come un’ulteriore leva da utilizzare per promuovere lo sviluppo degli affari.
La New Economy, così come è stata definita, si può considerare come una fase chiusa dell’evoluzione economica.
Essa nasce nella seconda metà degli anni ’90 sull’onda dell’esplosione e della diffusione di Internet e crolla nel biennio 2000/2001 a seguito della fase di flessione della borsa e dell’economia mondiale.
L’idea alla base della New Economy era quella che, grazie ad Internet, sarebbe stato possibile far nascere servizi completamente nuovi, in grado di promuovere una nuova fase dello sviluppo sociale; per tale ragione le prime iniziative intraprese erano tutte orientate al settore delle telecomunicazioni, dell’intrattenimento o alla promozione di servizi inediti.
Come già accennato, una delle cause del rapido sviluppo della New Economy, è stata l’ampia disponibilità di capitali investiti nelle nuove iniziative imprenditoriali legate al WEB e ad Internet.
Negli anni della crescita, il capitale di rischio ha prediletto ampiamente, anche attraverso nuove figure di facilitazione degli affari (i cosiddetti incubator o business angel), le nuove iniziative imprenditoriali, fidando sulle aspettative di rapido sviluppo del business che il WEB lasciava intravedere.
Di fatto, l’euforia imperante ha portato a considerare, nella valutazione di varie iniziative, alcuni parametri economici inediti che non si sono poi rivelati adeguati a rappresentare la realtà del business (la bontà di un’iniziativa basata su WEB veniva misurata, ad esempio, sul numero di visite giornaliere o mensili al sito, non sul fatto che fosse capace di creare reddito per l’impresa che lo gestiva) ed a trascurare quelli tradizionali, con la conseguente necessità di arrivare in tempi brevi ad una fase di razionalizzazione del settore.
Il declino della New Economy può, di fatto, essere addebitato sia alla diffusione più lenta del previsto della tecnologia sia a fattori di tipo più marcatamente economico.
Per quanto riguarda il primo aspetto, Internet si è sviluppata con ritmi assolutamente senza precedenti nella storia delle invenzioni umane, tuttavia le aspettative che erano alla base della New Economy erano per uno sviluppo ancora più rapido. Purtroppo la capacità dell’infrastruttura di supportare masse di utenti sempre più ingenti non ha corrisposto alle aspettative e anche le prestazioni si sono rivelate decisamente inferiori alle attese.
Dal punto di vista macroeconomico non va trascurato l’andamento globale dell’economia che, dopo un periodo lunghissimo di espansione, ha rallentato di molto la sua corsa, e, da quello microeconomico, la mancanza di modelli di business adeguati per uno sviluppo organico delle varie iniziative imprenditoriali.
Un modello di business può essere interpretato, in effetti, come la combinazione di riferimento delle risorse impiegate all’interno di una determinata impresa per assicurare ad essa la crescita desiderata nel corso del tempo.
L’obiettivo base di ogni impresa è, da sempre, la produzione di un reddito: ogni modello che non descriva chiaramente la modalità con cui verrà realizzato un profitto non può costituire una base adeguata per una nuova iniziativa imprenditoriale.
Nell’economia tradizionale i modelli di business sono ormai noti e il successo o meno di una nuova iniziativa dipende dalla capacità dell’imprenditore di innovare o di razionalizzare ed ottimizzare il modello esistente.
Con la New Economy gli obiettivi che spesso animavano le nuove iniziative non erano quelli di conseguire un reddito ma di raggiungere un tasso di crescita rapido ed elevato, in modo da convincere la borsa (o altri investitori) della bontà dell’idea ed ottenere la propria remunerazione dalla vendita dell’impresa invece che dal suo funzionamento.
L’adozione di modelli di questo genere non poteva che portare al declino della fase economica che li aveva fatti nascere e prosperare.
Dalla constatazione, invece, che la tecnologia digitale è in qualche modo entrata effettivamente a far parte del quotidiano e che si può contare su di essa per sviluppare effettivamente nuove idee e nuovi canali nasce la Net Economy.
In essa operano, di fatto, le stesse aziende che già avevano dimostrato le proprie capacità imprenditoriali nell’economia tradizionale e che, sfruttando la loro solidità, hanno abbracciato Internet ed il WEB come un nuovo strumento per promuovere lo sviluppo del proprio business originario.
In questo ambito vanno considerate anche quelle imprese che, pur essendo nate nel periodo di euforia della New Economy, hanno saputo ispirarsi a modelli di business più solidi e capaci di produrre reddito a medio o a lungo termine, assicurandosi così la sopravvivenza e la capacità di svilupparsi ulteriormente.
Sia che si parli di New Economy sia che si parli di Net Economy, Internet ha reso possibile la nascita, per i produttori, di nuovi modi di offrire prodotti e servizi e, per gli acquirenti, di nuovi modi per acquistarli. Questo fa sì che si possa parlare di veri e propri mercati virtuali.
Di fatto, secondo le caratteristiche che si prendono in considerazione, si possono dare ben due definizioni di mercato virtuale.
Nella prima il mercato virtuale è un mercato nel quale domanda, offerta, prodotto/servizio e pagamenti possono essere gestiti in maniera completamente digitale. Si tratta della definizione più radicale e prevede che tutto il ciclo di produzione, di scambio e di pagamento avvenga senza mai dover far riferimento ad attività del mondo reale.
Perché questo sia possibile, occorre che sia il prodotto/servizio (un libro elettronico, la televisione digitale satellitare in pay per view o, più semplicemente, un programma software distribuito con una formula commerciale tradizionale ma consegnato attraverso Internet o attraverso una licenza di tipo shareware, dove la distribuzione è gratuita e l’uso a pagamento) sia il denaro abbiano natura “elettronica” (ad esempio utilizzando le carte di credito).
La seconda definizione, invece, parte dall’ipotesi che, benché la transazione commerciale venga perfezionata attraverso Internet, alcune fasi dello scambio possano avvenire nel mondo reale. In questo secondo caso, il mercato virtuale è semplicemente il luogo ove gli operatori economici effettuano le proprie transazioni commerciali.
Data la definizione appena fornita, qui non è necessario che i prodotti e i servizi trattati siano di tipo elettronico ma possono benissimo essere “reali”.
Un esempio di questa combinazione potrebbe essere quella relativa all’acquisto via WEB di un bene fisico che verrà poi consegnato attraverso la posta o un corriere. La dimensione virtuale riguarda, in questo caso, solo le modalità di contrattazione e di fissazione e pagamento del prezzo di acquisto.
Che si consideri la prima o la seconda definizione, un mercato virtuale ha comunque alcune caratteristiche ben precise.
In primo luogo il suo regime competitivo non può essere che di libera concorrenza. L’apertura di un’attività imprenditoriale su WEB non richiede tipicamente alcuna autorizzazione e riguarda di solito beni ampiamente disponibili, il che rende possibile pressoché a chiunque l’ingresso sul mercato, senza alcuna barriera all’entrata.
I beni che vengono commercializzati in questo modo sono solitamente prodotti o servizi per i quali è superflua la possibilità di vedere ed esaminare in anticipo ciò che si desidera acquistare. I beni dotati di queste caratteristiche sono molti, si va dalle materie prime che vengono acquistate in base a caratteristiche ed a classificazioni definite convenzionalmente (ad esempio, il petrolio), a beni specifici le cui caratteristiche non possono che essere individuate in modo certo attraverso un nome o un codice (un libro o un CD musicale).
Un’altra caratteristica base dei mercati virtuali è quella di essere operativi 24 ore al giorno e di essere raggiungibili da qualunque parte del mondo, grazie all’ubiquità di Internet.