1. La digitalizzazione dei processi organizzativi e commerciali
4°MASTER
EXPORT MANAGEMENT E SVILUPPO DI PROGETTI INTERNAZIONALI
Roma, 29, 30, 31 luglio2014
7. Dematerializzazione
La trasformazione di prodotti fisici in prodotti digitalizzati consente:
La distribuzione ubiquitaria dei contenuti
La modifica diffusa dei contenuti
La condivisione peer-to-peer dei contenuti
9. Big Data: le tre dimensioni
Volume:grazie a software di data management come Hadoop e MapReduce è possibile gestire anche dati non strutturati, con la conseguenza che il volume di dati disponibile per essere analizzato diventa molto più grande di quello dei database tradizionali
Varietà: i dati analizzati non possono essere solo non strutturati ma anche eterogenei (entries di database ma anche immagini, video, testi, suoni, sensori, eccetera)
Velocità: i dati digitali possono essere processati e analizzati in tempo reale, mentre la metodologia campionaria richiedeva settimane o mesi per la raccolta dei dati.
10. Big Data: le tre trasformazioni
Totalità: dallo studio dei campioni all’analisi di TUTTI i dati
Esattezza: Rinuncia alla ricerca della precisa esattezza per cui meno errori di campionamento implicano maggiori errori di misurazione
Superamento della Causalità: le correlazioni non ci dicono perché qualcosa sta accadendo ma che qualcosa sta accadendo
11. Big data: dalla causalità alla correlazione
Per usare i Big Data bisogna uscire da una logica di causalità ed entrare in una logica di correlazione.
Vi è una infinità di dati già disponibili che aspettano solo di essere processati e interpretati come indizii di altri fenomeni con i quali sono in correlazione.
La forma mentis è quella di intuire quali sono i rapporti che fanno muovere certe correlazioni in maniera più stretta di altri e in base a questo poter avviare un percorso di studio di un fenomeno.
Questa messe di dati non deriva solo da applicazioni e macchinari ma anche dagli stessi individui cui viene offerto di «quantificare» ogni loro atto (Fitbit, Jawbone, Zeo)
19. Costimarginali(quasi) zero
Nel campo dei beni digitali il costo marginale di produzione e distribuzione, ovvero il costo per l’unità n-esima di un prodotto/servizio, tende a zero, esclusa la quantificazione delle ore/uomo necessarie
21. Internet dellecose
L’Internet delle cose (Internet of Things) è lo sviluppo di una rete neurale globale, composta da miliardi di apparecchiature, oggetti e sistemi connessi a internet, dunque identificabili con un indirizzo IP, e capaci di trasmettere informazioni su se stesse e sull’ambiente in cui si trovano e di dialogare tra loro.
L’Internet delle cose è stato ipotizzato nel 1995 da Kevin Ashton del MIT ma è oggi reso possibile da tre sviluppi:
L’abbassamento dei prezzi dei chip a radio frequenza (RFID) e dei sistemi microelettromeccanici (quali giroscopi, accellerometri, sensori di pressione)
Lo sviluppo del nuovo protocollo internet IPv6, grazia al quale gli indirizzi internet disponibili passeranno dagli attuali 4,3 miliardi dell’IPv4 a 340 trilioni di trilioni di trilioni
I software e le tecniche dei Big Data
24. «Il biocapitalismo può essere definito come la messa a valore della materia biologica e del vissuto psichico degli individui.
Il biocapitalismo oltrepassa l'idea dello sfruttamento del lavoratore salariato o precario per spingersi verso l'uso dell'essere umano come identità da manipolare a pagamento (chirurgia estetica), come vettore di mode monetizzabili (il fruitore di media e costrutti simbolici), come materia biologica da brevettare (ingegneria genetica), come vissuto da "riempire" e a cui trasferire senso (l'entertainment e l'industria culturale). Il biocapitalismo ha scoperto che il valore risiede nelle identità, nei significati, nelle esperienze degli individui e nel loro desiderio di acquisire sempre nuove identità, nuovi significati, nuove esperienze. Grazie al fatto che oggi la materia biologica e il vissuto psichico sono brevettabili e manipolabili, essi diventano le vere fonti del valore».
Biagio Carrano, febbraio 2008 (ripreso da Treccani.it)
Biocapitalismo
27. Enterprise 2.0
“Enterprise 2.0 is the use of emergent social software platforms within companies, or between companies and their partners or customers“
Andrew McAfee
Il modello proposto da McAfee punta a sviluppare la produttività e l’innovatività delle imprese attraverso l’utilizzo dei media sociali e degli strumenti del web 2.0, oltrepassando i confini aziandali e coinvolgendo anche clienti e collaboratori nei processi seguenti:
Knowledge sharing
Business process innovation
Corporate culture
Idea generation
32. Il contesto del commercio elettronico
I mercati
Le tendenze
Gli strumenti
Gli esempi
33. Mercato mondo
Nel 2012 il valore dell’e-commerce B2C a
livello globale ha superato per la prima
volta il tetto dei mille miliardi di dollari,
con una crescita media del 21,1% sul
2011.
Nel 2013 le vendite sono cresciute
ulteriormente del 18,3% per raggiungere
la cifra di 1,298 trilioni di dollari.
L’area del Nord-America (364,6 miliardi di
dollari nel 2012) cresce del 12,2%
raggiungendo nel 2013 un valore di 409
miliardi di dollari. L’area Asia-Pacific
(332,46 miliardi di dollari nel 2012), di
contro, cresce del 30% e ha superato i
433 miliardi nel 2013 – un terzo dell’e-commerce
B2C a livello globale
39. Mercato Europa
L’Europaoccidentalerappresenteràneiprossimianniil24.3% di tuttigliinvestimentidigitali, con l’Europacentralee orientalecheporteràun altro3.9%. L’interaEuropa saràappenadietrol’areaAsia-Pacificoin termini di quote di spesadi comunicazionedigitaleglobale, ma circa un 10% menodel Nord America.
40. Mercato Europa
Tra i cinque maggiori paesi d’Europa l’Italia resterà indietro sia per investimenti pubblicitari che per penetrazione dei tablet.
41. Mercato Europa
Inghilterra, Germania e Francia rappresentano il 70-80% del mercato europeo dell’e-commerce
La crescita maggiore nei prossimi anni si vedrà in Russia, con tassi di crescita fino al 200%
Nei mercati maturi aumenta la frequenza e la quota di spesa dedicate all’e- commerce, mentre la crescita dei mercati emergenti è legata all’ingresso di nuovi clienti
Nel 2014 il mobile commerce dovrebbe raggiungere i 24 miliardi di euro, di cui 9,7 miliardi solo da UK
Maggiori crescite del mobile commerce in Europa:
Polonia: +113%
Germania: 112%
Francia: 106%
42.
43. Mercato Italia
Le aziende più attive sul web esportano di più: il 39% del fatturato export delle medie imprese digitalmente avanzate deriva dall’e-commerce.
Solo il 30% delle PMI utilizza internet per vendere/acquistare o esportare/importare.
44. Il ritardo dell’e-commerce italiano è un inevitabile conseguenza del ritardo digitale del paese.
Nel 2013 vi è stato un calo del gioco online e un incremento del giro d’affari di marketplace come Amazon e eBay, che hanno eroso fatturato ai siti di editoria online, di consmetica e di elettronica.
45. Secondo eMarketer il mercato dell’e-commerce in Italia continuerà a crescere anche a due cifre fino al 2017, quando la popolazione di acquirenti digitali superererà i 18 milioni.
Tuttavia la quota attuale in Italia di acquirenti digitali è pari al 28,2% della popolazione totale, contro il 72,7% della Gran Bretagna e il 52,9 dell’Europa occidentale nel suo complesso.
47. Tendenze dei servizi di vendita online:
flash sales
azzeramento costi di spedizione nel settore abbigliamento e accessori, esplosione dei giochi online
ingresso sul mercato digitale di piccole realtà semi-artigianali
48. Si spende ancora poco rispetto ad altri mercati per conquistare un cliente online
La media mondiale è di 51 dollari.
49. Si investe poco nella realizzazione di siti multilingua e inevitabilmente ne risentono le vendite all’estero
50. L’e-commerce italiano sembra
trascurare quasi completamente
l’area Asia Pacifico che invece
quella con maggiore crescita dei
prossimi anni
51. Nel 2013 l’Italia ha realizzato un fatturato nel commercio elettronico B2C pari a 12 miliardi di euro.
La Germania e la Francia hanno fatturato circa 50 miliardi.
Il Regno Unito 107 miliardi.
L’Italia cresce a un tasso del 20% all’anno ma resta in deficit commerciale per un miliardo
52. Nel 2013 il mobile commerce nel nostro paese è cresciuto di oltre il 200%.
Il 65% delle imprese oggetto di un recente rapporto sull’e-commerce in Italia ha dichiarato che aumenterà gli investimenti sul canale mobile, in particolare nelle attività presentate nel grafico:
54. eMarketerstimache270,9 million di utentiinternet in Cinafarannoun’acquistovia internet quest’anno, inclusigliacquistieffettuatida dispositivomobile.
Dal 2016, eMarketerprevedecheilnumerodeiclient online arrive a 423,4 milionicon ilmobile componenteimportante.
Mercato Cina
56. Valore dell’e-commerce cinese nel 2012: 107 miliardi di dollari
Valore dell’e-commerce cinese nel 2016: 457 miliardi di dollari
Mercato Cina
57. Internet users: 233 milioninel2013, 142.5 milioninel2008.
Telefonimobili: 77.2% dellapopolazione, 66.9% nel2009
Smartphones: 125.7 milioninel2013, 16.4 million in 2009.
Iscrittia social network: 173.6 million in 2013, 71.6 million in 2008
Spesapubblicitariatotale: $22.67 miliardinel2013, $20.63 miliardiin 2008.
Spesacomunicazionedigitale: $4.55 miliardi, solo il3.9% del totaleglobale
Spesain pubblicitàsudispositive mobili: $162 milliardi, 1% dellaspesapubblicitariaglobalesudispositive mobili
Mercato Russia
63. Lo sviluppo di contenuti
capaci di coinvolgere il
potenziale cliente è la sfida
di tutti i direttori marketing
64. Creare contenuti originali
Promuovere contenuti di terzi
Conversare attraverso i contenuti
Sollecitare la creatività dei clienti
65. Un mercato a «creatività diffusa»
Distribuzione dei contenuti gratuita e ubiqua
Clienti come media
Tecnologie abilitanti per acquisti h24, critiche h24
Brand stories
Social media engagement
Il marchio come media
Collaborazione con i clienti
Il contesto
La strategia
66.
67. Non solo la notizia, ma tutti i contenuti prodotti da o scaturiti da essa
Dalla notizia al contenuto
75. Mobile Marketing
Tra quattro anni gli investimenti pubblicitari nel mobile saranno
circa il 50 o il 40% del totale in Nord America ed Europa occidentale
77. Tablet Vs. Smartphone: tablet per siti di e-commerce (viaggi e retail); smartphones per media e intrattenimento
Fruitori occidentali più orientati al tablet; quelli oriente più verso lo smartphone
La diffusione dei tablet spinge l’editoria verso l’adattamento dei loro prodotti
I siti editoriali per la mobilità sono aperti nel 75% dei casi da tablet e per il 23% da smartphones.
Chi ha il tablet resta più a lungo sul sito, apre le app due volte più spesso, legge tre volte più pagine di chi ha lo smartphone
Mobile e social sono strettamente connessi: possibile sfruttare offerte per chi accede ai siti sociali dallo smartphone
Ogni sito di e-commerce dovrebbe essere «fully responsive»
Mobile Marketing
93. Retargeting
Il retargeting è una tecnica che punta a ottenere un tasso di conversione più alta seguendo la successiva navigazione web dei visitatori di un determinato sito.
Questa tecnica di webmarketing è venduta da Google come Remarketing.
Il vantaggio è quello di andare a focalizzarsi su determinate nicchie di visitatori per raggiungerli con messaggi specifici, con la possibilità di determinare impressions, clicks e anche le transazioni effettuate e il relativo ROI.
Altri operatori del settore:
www.adcmedia.de
www.adroll.com
www.propellerads.com/
94. SEOe SEM
Google Hummingbird è il nuovo algoritmo di ricerca di Google basato sull’interazione semantica e a voce delle persone e si ritiene che condizionerà il 90% dei risultati di ricerca.
L’algoritmo è calibrato sulla ricerca vocale e in mobilità e per ora ha trasformato, attraverso il knowledge graph, l’aspetto e l’organizzazione dei contenuti in risposta alle query.
Si parte dai personaggi celebri ma verosimilmente si arriverà a presentare risultati prossimi per tematica, orientamento, periodo storico, stile e così via anche per i prodotti e i servizi in vendita online.
Con Hummingbird tutto ciò che l'utente non vede viene scartato, perchè non può arricchire l'esperienza dell'utente, e quindi non può essere preso in considerazione per aumentare la rilevanza del risultato. Un buona strategia di e-commerce sarà sempre più basata su contenuti di qualità
95. ROI e KPI
Quali sono gli obiettivi delle nostre attività digitali? In quale misura puntiamo a:
Sviluppare riconoscibilità del marchio
Generare lead
Mantenere un dialogo costante con clienti attuali e potenziali
Incrementare il reach e l’impatto
Aumentare le vendite
96. Save the Date!
Il 14 giugno2014 è entratoin vigoreilDecretoLegislativo21/2014 cherecepiscela direttiva 2011/83/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011 in tema di rafforzamento della tutela del consumatore in caso di contratti stipulati a distanza.
Alcunemodifichea tuteladel cliente
Reperibilitàdel venditore, con obbligodi fornireanchenumero di telefono, fax e posta elettronica
Prezzo, pagamento, consegna e reclami, con obbligo di fornire la logica del calcolo del prezzo, le modalità di pagamento, di consegna e di trattamento dei reclami
Dirittodi recesso, con specifichedeimoduli di recessostabilitodal Decreto
Meccanismo extra-giudizialedi reclamo e ricorso, in cui il consumatore va informato di queste modalità ma sul venditore ricade l’onere della prova