2. La questione linguistica
MANZONI PUBBLICA IL ROMANZO IN UNA PRIMA
VERSIONE NEL 1827 E SUCCESSIVAMENTE NEL 1840.
FRA LE DUE VERSIONI MANZONI APPORTA MODIFICHE
SOPRATTUTTO ALLA LINGUA. GIA’ NELL’EDIZIONE DEL
‘27 AVEVA CERCATO DI SCRIVERE IN UNA LINGUA CHE
POTESSE ESSERE NAZIONALE; PER PREPARARE LA
NUOVA EDIZIONE DEL 1840 MANZONI TRASCORSE UN
PERIODO A FIRENZE PER «SCIACQUARE I PANNI IN
ARNO» CIOE’PER ENTRARE IN CONTATTO CON IL
FIORENTINO PARLATO CHE UTILIZZO’ COME MODELLO
PER CORREGGERE LINGUISTICAMENTE IL ROMANZO.
3. Il primo romanzo storico
• Manzoni sceglie di ambientare la vicenda de I Promessi
Sposi nel Seicento; più precisamente le vicende si
svolgono in Lombardia fra il 1628 e il 1630. Manzoni
racconta di fatti avvenuti due secoli prima rispetto
all’Ottocento, secolo in cui lui vive. Questo gli dà la
possibilità di:
• 1) Avere la giusta distanza storica per esprime giudizi su
un’epoca tanto diversa, caratterizzata da
violenza, ignoranza, superstizione.
• 2) Costruisce un parallelismo fra le situazione della
Lombardia del ‘600 occupata dagli spagnoli e la
Lombardia dell’800 dominata dagli
austriaci, dimostrando come la violenza e la
sopraffazione siano una costante storica.
4. Il manoscritto
• Per accentuare la finzione storica, Manzoni finge di aver
trovato un manoscritto dal quale copia la storia e in
effetti le prime pagine del romanzo sono scritte in un
italiano seicentesco. Poi dichiara ai lettori di essere
stanco di trascrivere pertanto prosegue nella narrazione
parafrasando il contenuto del manoscritto, ma
rimanendo, a suo dire, fedele al suo contenuto.
• In realtà la storia è interamente inventata dall’autore
anche se ci sono numerosi riferimenti a fatti realmente
accaduti (l’arrivo in Italia dei Lanzichenecchi, la
carestia, l’epidemia di peste) e personaggi realmente
vissuti (es. il cardinal Borromeo).
5. Narratore onnisciente
• Manzoni è la voce narrante e sa tutto della storia di
cui narra e dei personaggi che ne sono protagonisti
a tal punto da indovinare quali possano essere i
loro pensieri.
• Nello stesso tempo il fatto di averci detto che sta
copiando la storia da un manoscritto del Seicento,
gli permette il distacco necessario per esprimere il
proprio giudizio morale spesso facendo uso
dell’ironia. Manzoni usa questa figura retorica
quando sta pensando l’esatto contrario di ciò che
scrive.
6. La vicenda
• La storia racconta di Renzo e Lucia due giovani di
umile condizione che vedono ostacolato il loro
matrimonio da don Rodrigo, prepotente signorotto
locale. Per mettersi in salvo dalla situazione
pericolosa (Lucia rischia di essere rapita)
divideranno le loro strade; lei a Monza in un
monastero, lui a Milano. Attorno a loro la violenza
della guerra, la carestia e la peste. I due riusciranno
a sopravvivere all’epidemia e si ritroveranno nel
lazzaretto di Milano, dove Don Rodrigo muore.
7. I temi
• Gli umili Renzo e Lucia sono i protagonisti del
romanzo e, malgrado le difficoltà e le ingiustizie che
sono costretti a subire, riusciranno nel loro intento
grazie alla loro operosità e alla fiducia nella
Provvidenza divina.
• Per divina provvidenza Manzoni intende il progetto
di Dio in base al quale si compiono fatti che
all’uomo sono incomprensibili, ma che deve
accettare con fiducia e rassegnazione. E’evidente
che la morale di Manzoni è profondamente
cristiana.