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Cos’è una novella?
Le origini della novella
La novella nel Medioevo
Giovanni Boccaccio e il Decamerone
La novella nell’ottocento e nel novecento
Giovanni Verga e rosso Malpelo
Luigi Pirandello e Ciaula scopre la luna
LA NOVELLA
CALONZI LUDOVICA 2C
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Che cos’è una novella?
Breve narrazione, per lo più in prosa, di un fatto, sia
esso storico, reale, o del tutto immaginario. Oltre
che per la brevità, la novella si caratterizza in
origine per lo stretto legame con la narrazione orale
e per la tendenza a una rappresentazione vivida e
concreta; anche quando ha per tema avvenimenti
fantastici o soprannaturali, la novella,
contrariamente alla fiaba, li inserisce in genere in
una cornice realistica e credibile. È generalmente in
prosa, ma non mancano esempi di novella in versi, e
il suo scopo è principalmente l’intrattenimento.
Rispetto al romanzo, la novella si distingue non
solo per le dimensioni, ma anche per l’intreccio
meno complesso e più lineare.
La novella
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Le origini della novella
Le origini orientali della novella
La novella si diffonde in Europa durante il
Basso Medioevo.
Le sue origini però sono più antiche e
sono da ricercare in particolare nella
tradizione orientale.
Le mille e una notte è la più celebre
raccolta di novelle orientali.
Il nucleo più antico risale al IX secolo d.C.
Spicca la mescolanza, tipica delle novelle
orientali, di elementi fantastici ed
elementi realistici
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Nel Medioevo la novellistica ebbe una
straordinaria diffusione e venne rielaborata in
varie forme narrative quali fabliaux, racconti
didattico-allegorici, romanzi cavallereschi, o
costituì un genere letterario a sé stante, come
avvenne nel Decameron di Giovanni Boccaccio
(slide successiva), che rappresentò un punto di
riferimento costante nella novellistica medievale
e rinascimentale.
In Italia il Novellino è la prima raccolta di novelle
in volgare, è un’opera di un anonimo fiorentino.
La novella nel Medioevo
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Giovanni Boccaccio e il Decamerone
Il più celebre autore di novelle del Medioevo
europeo è Giovanni Boccaccio.
Il Decamerone, che dal greco dieci giorni, è una
raccolta di cento novelle inserite in una cornice.
Dieci giovani fiorentini ( tre ragazzi e sette ragazze)
si ritirano in campagna per sfuggire alla peste del
1348: ogni giorno, per dieci giorni, ciascuno di essi
racconta una novella su un tema prestabilito.
Le novelle si caratterizzano in particolare per il
realismo e la concretezza delle situazioni, oltre che
le precise indicazioni spazio-temporali.
Il decamerone viene considerato un capolavoro
assoluto che sarà seguito e imitato nei secoli
successivi
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La novella nell’ottocento e nel novecento
L'Ottocento
Nell'Ottocento avviene il passaggio dalla novella al racconto;
il successo di quest'ultimo è agevolato dalla sua diffusione su
riviste popolari e letterarie. Abbandonato il patrimonio
boccaccesco e rendendosi conto degli effetti negativi
apportati dalla Rivoluzione Industriale, gli autori sentono la
necessità di esprimere e dare libero sfogo alla sfera
irrazionale, immaginaria, segreta, e si abbandonano
spontaneamente ai propri sentimenti. Nel racconto
dell'Ottocento all'interesse per l'evento si sostituisce quello
per le motivazioni del comportamento dei protagonisti,
mentre lo scrittore tende a diventare un perfetto regista del
meccanismo narrativo, di cui elabora attentamente la
successione delle sequenze e l'attribuzione delle parti ai
rispettivi interpreti.
Il Novecento
Nel Novecento è assai difficile poter distinguere esattamente
le novelle dal genere del racconto, il quale mostra ormai una
grande varietà di strutture e di tecniche compositive. La
novella infatti viene gradualmente sostituita da quest'ultimo.
Lo sforzo di penetrazione psicologica, l'esilità nella trame, la
tematica legata alle illusioni e alle frustrazioni di uomini
comuni, caratterizzano buona parte della novella dei primi
decenni del secolo. A questi temi si collegano le opere del
novellista russo Anton Cechov, che costruisce racconti
esilissimi nella trama, fatti di impressioni, ricordi, atmosfere,
perfettamente aderenti al contenuto intimistico, alle
sfumature spirituali degli uomini frustrati, inetti, illusi, che ne
sono protagonisti.
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Giovanni Carmelo Verga (Catania, 2 settembre 1840 – Catania, 27 gennaio 1922) è stato
uno scrittore, drammaturgo e senatore italiano, considerato il maggior esponente della
corrente letteraria del verismo. Famosissimo per aver scritto varie novelle nell’ottocento tra
cui Rosso mal pelo
La novella narra di un ragazzo che lavora in una cava di rena rossa.
Inasprito da pregiudizi che la mentalità popolare attribuisce a chi ha i capelli rossi, non
trova affetto nemmeno dalla madre. Lavora con il padre, Mastro Misciu che è l'unico a
dimostrargli affetto. Spinto dal disperato bisogno di soldi, Mastro Misciu accetta la
pericolosa richiesta del padrone di lavorare all'abbattimento di un pilastro.Una sera, mentre
sta scavando, quel pilastro gli cade addosso e muore. Dopo la morte del padre, alla cava
viene a lavorare un ragazzino soprannominato "Ranocchio" per il suo modo claudicante di
camminare. Viene adottato da Malpelo che da un lato lo protegge e dall'altro lo tormenta
picchiandolo e maltrattandolo nell'intento di insegnargli a vivere in quel mondo così duro e
crudele. Quando viene ritrovato il cadavere di Mastro Misciu, Malpelo custodisce come
tesori gli oggetti appartenuti al padre. Poco dopo Ranocchio muore. Malpelo, ormai solo
assume il compito rischioso di esplorare una galleria abbandonata. Preso del pane, del
vino, gli attrezzi e i vestiti di suo padre, si addentra in un cunicolo e non ne uscirà mai più. I
lavoratori della cava ancora temono di vederselo spuntare da un momento all'altro con i
suoi "capelli rossi e occhiacci grigi".
Giovanni Verga e Rosso Malpelo
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Luigi Pirandello e Ciaula scopre la luna
Luigi Pirandello (Girgenti, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936) è stato un
drammaturgo, scrittore e poeta italiano, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel
1934. Tra i suoi lavori spiccano diverse novelle e racconti brevi e circa quaranta drammi,
l'ultimo dei quali incompleto.
È famoso per aver scritto anche numerose novelle tra cui la raccolta di novelle per un
anno.
Ciàula scopre la luna è una novella contenuta nella raccolta Novelle per un anno.
Ciàula è un ragazzo che lavora in una miniera di zolfo in Sicilia di un minatore chiamato
Zi' Scarda, alle dipendenze di Cacciagallina. Una sera, quest'ultimo, vuole farli restare a
lavorare per finire il carico di quel giorno, ma non viene assecondato da tutti.
Gli unici a trattenersi sono Zi' Scarda , e Ciàula.
Ciàula non è preoccupato per il buio della miniera, perché ne conosce bene le gallerie,
ma ha paura del buio della notte. Ciò ha avuto inizio quando nella miniera è scoppiata
una mina, che ha ucciso il figlio di Zi' Scarda e ha reso Zi' Scarda cieco da un occhio.
Quella notte Ciàula è impaurito per il buio che troverà uscendo dalla miniera. Con il sacco
pieno di zolfo sale verso la superficie ma quando arriva in prossimità degli ultimi scalini,
con grande stupore si accorge di essere circondato di luce. Sbalordito, lascia cadere il
sacco dalle spalle e scopre la bellezza della luna (“sapeva che cos’era; ma come tante
cose si sanno, a cui non si è data mai importanza”).