2. Quest’anno, il nostro lavoro si è proposto di analizzare in tutte le sue
possibili declinazioni il concetto di immagine, intesa come possibile
rappresentazione della realtà.
Passando dall’evidenza e precisione delle figure geometriche, con le quali,
attraverso varie trasformazioni, si possono creare immagini naturalistiche di
straordinaria bellezza ed estrema armonia, alla rappresentazione dei
personaggi letterali e notare come questa riflette, per armonia o contrasto,
il mondo interiore del personaggio stesso.
Ma si può anche costruire strategicamente la propria immagine per
esercitare il potere sugli altri, come abbiamo più volte visto nel corso della
storia.
Eccoci ora alla conclusione del nostro viaggio fatto di attimi colti al momento
opportuno… il nostro è finito, ma il vostro deve ancora cominciare.
4. U.D.A. GEOMETRIA
Le ISOMETRIE ed ESCHER
-Bindi Paolo
-Gioè Simone
-Milan Federico
-Podini Mattia
5. Maurits Cornelis Escher (1898 – 1972) è stato
un incisore e grafico olandese. È conosciuto
principalmente per le sue incisioni su legno,
litografie e mezzetinte che tendono a
presentare costruzioni impossibili, esplorazioni
dell‘infinito del piano e dello spazio e motivi
geometrici. Le opere di Escher sono molto amate
dagli scienziati, logici, matematici e fisici che
apprezzano il suo uso razionale di poliedri,
distorsioni geometriche ed interpretazioni
originali di concetti appartenenti alla scienza.
10. Pesci Volanti
Quest’altra litografia presenta invece tre
diverse rotazioni ripetute sempre più
volte:
11. Quella verde è di 180° (simmetria
centrale) e trasforma il pesce rosso nel
pesce bianco.
12. Il punto rosso e quello blu sono invece il
centri delle rotazioni che trasformano i
pesci bianchi negli altri pesci bianchi e i
pesci rossi negli altri pesci rossi.
13. Rondini, Farfalle, Api e
Pipistrelli
Questa immagine è più complessa delle
precedenti poiché basata su più di una
trasformazione:
15. I pallini sono il centro delle simmetrie
centrali (rotazioni di 180°) che
trasformano gli animali a coppie di due:
Api e Farfalle Rondini e Pipistrelli
Rondini e Farfalle
Api e Pipistrelli
22. Unità di apprendimento di italiano – l’immagine
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
23. In questo progetto, che sarà incentrato sull’immagine dal punto di
vista interiore ed esteriore, cercheremo di far venire alla luce, tramite
opere e libri che hanno fatto la storia della letteratura, la differenza tra
immagine esteriore e ciò che siamo veramente.
L’immagine di una persona infatti, può essere o non essere in
contrasto con ciò che si ha dentro.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
24. A tutti è capitato di stupirsi nello scoprire come gli altri possano avere
un’immagine di noi diversa dalla nostra, visto che noi sappiamo cosa
c’è sotto la ‘’maschera’’ e gli altri non vedono che questa, dal di fuori.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
25. Poiché quest’anno abbiamo iniziato a leggere il romanzo “I promessi
sposi” di Alessandro Manzoni abbiamo deciso di incentrare alcuni
esempi su alcuni personaggi che hanno un ruolo fondamentale nella
storia. Quest’ultimi presentano una sostanziale differenza tra
esteriorità ed interiorità. Uno dei fini che il Manzoni si propone di
raggiungere attraverso il romanzo è quello di rappresentare il doloroso
distacco, esistente nella vita dell’uomo, fra il piano ideale dei principi e
quello reale dell’esperienza quotidiana.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
26. Manzoni non rappresenta soltanto lo scontro diretto tra bene e male,
fra violenza prevaricatrice e innocenza oppressa, bensì anche il
contrasto fra il facile prevalere delle apparenze, del superficiale
conformismo e il difficile affermarsi del “vero morale”.
Fra i diversi modi di presentazione di cui si serve Manzoni per
introdurre nell’intreccio i personaggi, essenziale è quello del ritratto:
grazie ad esso l’autore interviene direttamente fornendo alcuni
riferimenti relativi ai tratti fisici, alla situazione sociale e anche al
comportamento, alla personalità della figura che verrà delineandosi
nel corso del romanzo stesso.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
27. Don Abbondio
• Don Abbondio è uno dei personaggi principali de ‘I Promessi Sposi’,
tuttavia a dire il vero Alessandro Manzoni non ne dà una precisa
descrizione fisica.
• Si sa che ha gli occhi grigi, statura bassa, è corpulento e ha superato
i sessant’anni, ma non viene menzionata una casata di discendenza.
• E’ il curato del paese, ha scelto questa professione più per i benefici
economici che per vera vocazione. E’ anche una sorta di banco dei
pegni del paese.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
28. Don Abbondio
• Il comportamento di don Abbondio, ispirato al timore di non far
torto al potente di turno, il suo agire che non rispetta gli obblighi
morali che il suo abito gli impone, sono atti che denunciano la
debolezza e la fragilità dell’individuo calato in una dimensione
storica e sociale che lo opprimono. La sua volontà è annullata dalla
paura di una ritorsione del violento; il suo libero arbitrio, il suo
senso morale scompaiono sotto i colpi dell’ arroganza e dell’esercizio
illegale del potere.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
29. Don Abbondio
• In questo romanzo, Don Abbondio è l’esempio di una medesima
immagine sia interiore che esteriore. Ciò si nota ad esempio dal suo
comportamento con i bravi proprio nel primo capitolo, facendo
capire che lui è un uomo codardo, pigro e schivo, che si sottrae
davanti alle difficoltà e agli ostacoli che incontra.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
30. Don Abbondio
• Ne è un esempio la descrizione che fa il Manzoni del suo modo di
camminare tornando dopo aver celebrato il suo uffizio: “..proseguiva il suo
cammino, guardando a terra, e buttando con un piede verso il muro i
ciottoli che facevano inciampo..” è il solo gesto attivo di Don Abbondio,
gesto che nasconde un suo valore morale. Il bravo curato non vuole ostacoli,
la sua strada deve essere libera e liscia senza intralci, così come la sua vita
senza incagli e responsabilità. Proseguendo la descrizione leggiamo “..poi
alzava il viso, e girati oziosamente gli occhi all’intorno..” dove l’avverbio
oziosamente è indicativo del senso di vuoto dell’animo.
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31. Padre Cristoforo
• Il personaggio a cui il Manzoni dedica uno dei suoi ritratti più vivi e
intensi è Padre Cristoforo, del quale l’autore traccia anche la storia,
cioè quella serie di eventi che hanno contribuito a formarne la
personalità.
• A differenza di Don Abbondio, egli ha una contrapposizione tra le due
immagini. Lo scopo dello scrittore è quello di rivelare attraverso la
descrizione fisica il carattere e il temperamento del personaggio la cui
caratteristica è quella di essere in perenne lotta fra orgoglio e umiltà.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
32. Padre Cristoforo
• E’ più vicino ai sessant’anni che ai cinquanta, ha la tonsura, la barba bianca
e lunga, i lineamenti marcati e occhi incavati. Il suo nome vero era Lodovico
ed era figlio di un mercante. E’ lui che consiglia a Lucia e Renzo di fuggire
da Lecco.
• Simbolo del coraggio del cristianesimo che difende i più deboli, Fra
Cristoforo è un padre cappuccino che prese i voti per sfuggire alla sua
dissoluta vita precedente. E’ molto religioso e spirituale, ma il suo animo è
spesso irrequieto. E’ molto determinato e coraggioso, ha un forte
autocontrollo e un profondo senso della giustizia che lo spinge a schierarsi
contro i potenti per difendere i più deboli.
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33. Padre Cristoforo
• Dalla descrizione di Padre Cristoforo emerge subito la duplice
personalità di questo personaggio: l'uomo forte e battagliero e
l'uomo pacato, umile e dedito al sacrificio. Sia l’aspetto fisico che il
suo comportamento mostrano continuamente questo suo dibattersi
tra il temperamento focoso e la sua volontà di dominarsi. Anche il
suo linguaggio che solitamente è umile e tranquillo, a volte diventa
impetuoso e appassionato. E' un peccatore pentito.
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34. Padre Cristoforo
• Manzoni lo presenta dal temperamento onesto e al tempo stesso
violento, dal carattere impulsivo ma generoso, animato da un
profondo senso di giustizia, dall'amore per i deboli e dall'impegno
instancabile per la loro difesa.
• Manzoni attraverso il personaggio di Padre Cristoforo sottolinea la
difficoltà per l’uomo di dominare il Proprio istinto.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
35. Padre Cristoforo
• Per i personaggi di maggior rilievo Manzoni coglie attraverso pochi
tratti fisici e qualche acuto rilievo psicologico, il carattere, la
personalità, per poi tornare indietro e spiegare le ragioni che hanno
contribuito a formare quel comportamento: Il volto scarno e la
barba bianca, ad esempio, non ci dicono solo l’età o la vita di
penitenza di un frate qualsiasi, perché si insinua il rilievo
psicologico; così come la descrizione dei gesti con spirito di
osservazione, ad esempio “..alzando la barba con un moto leggiero..”
delinea oltre alle parole, i tratti del personaggio nel quale si
alternano moti di passione e momenti di riflessione.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
36. Padre Cristoforo
• La gestualità nell’affrontare Don Rodrigo, ..”dando indietro due
passi, postandosi fieramente sul piede destro, …. , alzando la mano
con l’indice teso verso Don Rodrigo..” sottolinea il suo
atteggiamento da combattente: non ha bisogno di avere una spada
in mano; bastano a colpire nel segno le sue parole.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
37. La Monaca di Monza
• La Monaca di Monza, il cui nome di battesimo è Gertrude, è un
personaggio molto enigmatico e abbastanza rilevante nel romanzo.
in ogni espressione che il Manzoni usa per offrire al lettore la
visione completa ed esatta del dramma di Gertrude, si avvertono
variamente intrecciati due sentimenti: lo sdegno per una fra le
brutali consuetudini di un secolo corrotto e inumano, e un accorato
accento di pietà per la sorte dell’infelice vittima.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
38. La Monaca di Monza
• La Monaca di Monza è un personaggio realmente esistito, il suo vero
nome era Marianna de Leyva y Marino. E’ una creatura debole, che
cede alle pressioni della famiglia che le prospettano una vita
monastica, pur non avendo la minima vocazione.
• Simbolo della monacazione forzata, si immerge in una torbida
relazione proibita con Egidio, altro personaggio negativo di cui la
Monaca di Monza è succube. Non è malvagia, semplicemente non
agisce e non ha coscienza, aspetta che siano gli altri ad agire per lei.
E’ indecisa, ambigua, porta con sé un forte rancore, è debole e
capricciosa.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
39. La Monaca di Monza
• Non è una monaca come le altre; è giovane, ma più potente della badessa o
della priora, fornita di un’autorità che le deriva dal prestigio mondano della
sua nobile famiglia. Queste allusioni annunciano perciò un personaggio
insolito e misterioso. L'autore non nasconde le responsabilità di coloro che
la forzano a un destino che non è il suo (il padre, la badessa, Egidio...),
tuttavia sottolinea le colpe individuali della "Signora" che sono da
ricondurre in gran parte a lei, secondo quella visione morale per cui la
responsabilità del male commesso è del singolo e non può trovare scuse
nella coercizione esercitata da altri.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
40. La Monaca di Monza
• La sua immagine esterna è vincolata dal ruolo che lei ricopre, la sua veste le
impone di comportarsi umilmente e le vieta di trovare le delizie della vita
mondana. Il suo carattere interiore è infatti sottolineato dall’orgoglio e
dalla sua debolezza, che desidera i privilegi della sua condizione
aristocratica ma non ha la forza di ribellarsi alle decisioni altrui, dunque
finisce per soccombere ed essere risucchiata in un vortice di peccati e delitti
(la sua indole non è malvagia e perciò è portata al crimine dalla volontà di
altri, a causa della sua scarsa determinazione).
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
41. La Monaca di Monza
• Gli elementi fisici del ritratto sono animati da una serie di contrapposizioni e da
molte antitesi: con una prima, l’autore afferma che la monaca era di una bellezza
sbattuta, «sfiorita e scomposta», particolare che ci fa capire quanto fosse
tormentata moralmente. Una seconda contrapposizione è di natura cromatica:
un velo nero le cadeva dalle due parti della testa e sotto questo, una
bianchissima benda come la fronte, le incorniciava il volto. Nel pallore del suo
viso emergevano due neri sopraccigli, un paio di occhi che a volte incutevano
timore e chiedevano aiuto e le labbra rosate.
Anche nel vestire c’era qualcosa di strano; l’abito infatti aveva la vita attillata e
tutto ciò rivelava un’attenzione mondana; dalla benda le usciva una ciocchettina
di capelli neri, a testimoniare che non aveva nemmeno rispettato le regole del
convento che prescrivevano di tenerli corti. La scelta del colore e non colore
bianco e nero, esprime la personalità della suora, dominata da purezza e peccato.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
42. L’Innominato
• Dal punto di vista psicologico, l’Innominato appare subito avvolto
nel mistero, un personaggio malvagio e influente, che si circonda
di uomini di fiducia che lo aiutano a realizzare i suoi atti illeciti. Pur
incarnando l’eroe negativo, in realtà l’Innominato si converte a metà
dell’opera: il rapimento di Lucia, su richiesta di don Rodrigo, è
l’ultimo atto malvagio che lui compie prima di decidere di cambiare
vita.
• Durante la notte in cui Lucia è prigioniera nel castello, la
disperazione dell'Innominato giunge ad un punto critico, tanto da
fargli desiderare il suicidio, ma ecco che la Divina Provvidenza e le
parole di Lucia lo salvano e gli mostrano la via della misericordia e
del perdono.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
43. L’Innominato
• Dal punto di vista fisico era grande, bruno, calvo; bianchi i pochi
capelli che gli rimanevano; rugosa la faccia: a prima vista, gli si
sarebbe dato più de' sessant'anni che aveva; ma il contegno, le
mosse, la durezza risentita de' lineamenti, il lampeggiar sinistro, ma
vivo degli occhi, indicavano una forza di corpo e d'animo, che
sarebbe stata straordinaria in un giovine.
• L’Innominato è prigioniero del suo ruolo di prepotente e da
oppressore, tramite l’incontro con Lucia, si trasforma nel salvatore
lottando tra orgoglio e un’inquieta volontà di fare bene. Il suo
atteggiamento si modifica da imperioso a esitante, aprendosi alla
compassione. Nel dialogo alterna tonalità iraconde a una dolcezza
per lui inconsueta.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
44. L’Innominato
• La sua conversione giunge dopo la notte angosciosa, infatti quel
giorno arriva nel suo paese il cardinale Federigo Borromeo,
personaggio storico.
• La scelta di Manzoni del personaggio, per attuare la conversione,
non è certamente casuale: infatti solo un uomo di una grandissima
bontà come il cardinale può redimere l'Innominato. I due
personaggi si possono descrivere, per certi aspetti, come opposti.
Dopo la conversione l'Innominato cambia completamente e coglie al
volo l'occasione per far del bene in maniera proporzionata al male
che aveva fatto.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
45. Proseguendo la ricerca, spostiamo l’attenzione su altri
libri che hanno come tema principale l’immagine:
• - IL RITRATTO DI DORIAN GRAY di Oscar Wilde
• - IL CAVALIERE INESISTENTE di Italo Calvino
• - UNO, NESSUNO E CENTOMILA di Pirandello
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
46. IL RITRATTO DI DORIAN
GRAY di Oscar Wilde
L’autore del romanzo è Oscar Wilde, nato a Dublino nel 1854 e morto
a Parigi nel 1900.
• Dorian, un ragazzo bellissimo, riceve in dono un ritratto fattogli
dall’amico Basil.
• Il desiderio che il quadro invecchi al suo posto si avvera e, mentre
egli rimarrà sempre giovane il suo animo, corrotto dall’amicizia con
Lord Wotton, affiorerà nel ritratto, che si modifica.
• Dopo molti anni, ossessionato dall’idea, deciderà di squarciare il
ritratto. Egli morirà e il quadro tornerà come all’origine, perché era
il quadro a vivere per lui.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
47. IL RITRATTO DI DORIAN
GRAY di Oscar Wilde
• Questo romanzo, rappresenta un’eccezione, perché possiamo notare
che sia l’immagine esteriore che quella interiore si manifestano nel
mondo reale, la prima sotto forma del giovane che non invecchia
mai, un bell’uomo con molte donne che viveva una vita piena di
divertimenti senza mai subire alcun cambiamento; la seconda
invece viene rappresentata dal quadro, che lui teneva nascosto
perché andando avanti con la sua vita notava che il quadro subiva
tutti i cambiamenti che non subiva il protagonista.
• Fino a quando il quadro non diventò il ritratto di un mostro, che
aveva accumulato tutte le esperienze a cui il personaggio si era
lasciato andare.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
48. IL RITRATTO DI DORIAN
GRAY di Oscar Wilde
• Riassumendo, possiamo dire che entrambe le immagini si
presentano concretamente nel romanzo.
« Quando la giovinezza se ne sarà andata, la sua bellezza la seguirà e improvvisamente
si renderà conto che non ci saranno più trionfi per lei, oppure dovrà accontentarsi
di quei mediocri trionfi che il ricordo del passato renderà più amari di sconfitte.
Ogni mese che passa la avvicina a qualcosa di tremendo. Il tempo è geloso di lei e
combatte contro i suoi gigli e le sue rose Il suo colorito si spegnerà, le guance si
incaveranno, gli occhi perderanno luminosità. Soffrirà, orrendamente… Ah!
Approfitti della giovinezza finché la possiede. Non sprechi l’oro dei suoi giorni
ascoltando gente noiosa, cercando di migliorare un fallimento senza speranza o
gettando la sua vita agli ignoranti, alla gente mediocre, ai malvagi. Questi sono gli
obbiettivi malsani, i falsi ideali della nostra società. Deve vivere! Vivere la sua vita
meravigliosa che è in lei! Non lasci perdere nulla! Cerchi sempre sensazioni nuove.
Non abbia paura di nulla. » – Lord Henry Wotton
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
49. IL CAVALIERE INESISTENTE
di Italo Calvino
• Il cavaliere inesistente è il terzo romanzo della trilogia de I nostri
antenati. Il libro, dopo l’uomo dimidiato del Visconte dimezzato e
l’allegoria illuminista del Barone rampante, presenta la riflessione
Di Calvino sul mancato rapporto tra la realtà e l’uomo
contemporaneo.
• Scritto nel 1959, racconta le vicende di Agilulfo, un nobile e
coraggioso paladino che combatte al servizio di Carlo Magno, ma
che in realtà non esiste: sotto la sua armatura infatti non c'è
assolutamente nulla.
• In questo romanzo troviamo nuovamente la differenza tra immagine
interiore e quella esteriore.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
50. IL CAVALIERE INESISTENTE
di Italo Calvino
• Quella esteriore è rappresentata semplicemente dallo stesso
personaggio, dalla sua armatura vuota, la quale lo fa immaginare
come un personaggio vuoto e privo di sentimenti;
• In realtà (immagine interiore) egli vive moltissime avventure,
incontra l'amore, viaggia, è immortale e non trasgredisce mai ad
alcuna regola. E' un cavaliere perfetto, ma, nello stesso tempo, è
piuttosto antipatico, permaloso, pignolo e vive isolato da tutti
perché convinto di sapere tutto e non ammette che qualcuno lo
contraddica.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
51. UNO, NESSUNO E
CENTOMILA di Pirandello
• In Uno, nessuno e centomila Vitangelo Moscarda scopre di non
essere l’uno che credeva di essere, ma tante personalità quante
gliene attribuiscono gli altri, pertanto nessuno per sé stesso;
• Egli rinuncia a moglie, denaro e lavoro che facevano di lui una
maschera;
• Questo romanzo è la tappa finale dell’ideologia ribellistica e
anarchica dello scrittore e anticipa, nel contempo, il dramma
esistenzialista dell’incomunicabilità;
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
52. UNO, NESSUNO E
CENTOMILA di Pirandello
• Uno nessuno e centomila rappresenta la “summa” delle situazioni di
ogni personaggio pirandelliano, una specie di consuntivo ideologico
finale. Ritrae in modo emblematico la perdita di identità dell’uomo
del novecento.
• La stessa crisi fu scandagliata da Pirandello in Sei personaggi in
cerca d’autore, originalissima commedia in cui i sei personaggi si
fanno altissimo simbolo della pena di vivere e dell’impossibilità di
liberazione.
• Al centro della concezione pirandelliana sta il contrasto fra ciò che
gli uomini credono di vedere, anche in buona fede, e la sostanza
delle cose.
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
54. The image
Anno scolastico 2013/2014
-Adela Dumitrescu
-Matthew Kirchin
-Anna Oldrati
55. This year, our class work was essentially based on the concept
of the image. The
first time we heard about it, we were nearly terrified by this
new idea, but it was very intresting to discover new opinions
about the inside and the outside of a person from our
classmathes. Our text helped us with a whole unit about this
argument, but we decided to use one more famous example
of it. In the end, our work is going to talk about Oscar Wilde
and his only novel “The picture of Dorian Gray”, that shows
us very clearly the difference.
We think that this is the most useful indication to our work
and it’s also a Oscar Wilde production:
“All charming people, I fancy, are spoiled. Is this the
secret of their attraction.”
57. The Author
Oscar Fingald O’Flahertie Wills Wilde was born in Dublin on 16th
October 1854 and he died in Paris on 30th November 1900.
Oscar Wilde had an elder brother, William, and a younger sister, Isola. He
changed his name and his signature lots of times in the years. There aren’t
many information about his childhood; he didn’t remember anything of
his early years. Up to the age of nine, Oscar Wilde was educated at home,
then he studied in the same school of his brother. Since 1874 he attended
Trinity College in Dublin, where he was awarded for the studies about
Greek lyrics. Later on he attended Oxford University.
During his life he did a lot of travels and he changed lots of houses. He
was imprisoned for two years.
Oscar Wilde was married, but he had a relationship with Alfred Douglas;
afterwards Oscar and Alfred were compelled to separate.
Wilde had often financial problems and some of his friends helped him
to settle his debts. When he died he was very ill, but before dying he
became Christian.
The main texts written by him are: “The Picture of Dorian Gray”, “The
Importance of Being Earnest”, “The Canterville Ghost”, “An ideal
husband”, “De profundis”. He also wrote short stories for children.
58. Oscar Wilde belonged to dandies’ movement, that spread
during the English regency and the French restoration.
Dandies showed their elegance in the way they dressed and
they grew away reality.
First ….: Brummel represented the model of dandies; he
showed himself unproductive and committed in luxury.
His clothing was simple but well-groomed: blue jacket
with buttons of brass, waistcoat, knee-deep trousers and
white tie. Also his ways of talk and his behavior
characterized him.
Late ….: after Victorian age, when dandies disappeared, the
movement came in force thanks to Oscar Wilde. In his
opinion, clothing should amaze. He wore knee-deep
trousers and this created a scandal.
After Oscar Wilde the movement lost his reasons.
59. What’s the book about?
The novel begins on a summer day in Basil Hallward’s studio while Lord
Henry Wotton is observing and commenting the portrait of a young man
named Dorian Gray, who is Basil last friend and his latest inspiration.
After a while, Dorian and the Lord become friends and after hearing Lord
Henry’s point of view about the world and life, the young boy starts
thinking that beauty is the only worthwhile aspect of life and begins
whishing that the portrait would grow old instead of him. Under Lord
Henry’s influence, Dorian begins exploring his senses.
While he’s in a pub, he sees a beautiful girl and he falls in love with her.
Some days later, he discovers that she’s the actress Sibyl Vane, who plays
Shakespeare’s plays in a little theatre of the suburbs. Dorian approaches
her and soon proposes marriage, though then he sees her acting in
“Romeo and Juliet”, he tells her that her only love is theatre, not him, and
he decides to leave her. After a few days he changes his mind, but it’s too
late: he discovers from Lord Henry that she has died and her brother’s
only wish is to kill him. As soon as he gets home, he notices that the
portrait has changed and his wish has become true.
60. During the time he spends into the city town, he commits lots of
sins and the portrait, which was hidden and locked in the highest
room of the house, where nobody goes, becomes uglier and uglier,
as his soul is. When Basil discovers what’s happend to his work of
art and unveils it, he is killed by Dorian.
Some days after the murderer, Dorian leaves the city for a little long
period and, when he comes back, his body is the same like when he
left: he hasn’t grown old as Lord Henry and his wife have done.
In the end, Dorian falls in love again with a young lady named
Hetty Merton and he stars wondering if the portrait is still
changing even if he has given up his immoral ways. But his not so
lucky and he pierces the heart of his own portrait with the same
knife that killed Basil. As he does that, he dies and his body
becomes so ugly that the servants only recognise him by his rings.
61.
62. L'IMMAGINE
Quest'anno è stato deciso che l'unità didattica si sarebbe basata
sull'immagine.
Cercando sul dizionario la parola immagine abbiamo trovato vari
significati, tra i quali: la forma con la quale una cosa appare a chi
la guarda, il modo di presentarsi e la rappresentazione mentale
prodotta dalla fantasia.
Che collegamento c'è tra immagine e storia?
Studiando la storia abbiamo incontrato numerosi personaggi che
hanno costruito la propria immagine. Vi sono per esempio
personaggi i quali hanno avuto regni duraturi, altri molto brevi e
altri ancora durano tuttora.
I tre personaggi in cui ci siamo imbattuti che rappresentano a
pieno il modello di immagine sono: Gesù, Nerone e Diocleziano.
63. Ma cos'hanno di comune e di differente questi tre
personaggi?
In primo luogo associamo l'idea di innovazione e cambiamento
a Gesù e Diocleziano. Al contrario Nerone rappresentò un
periodo di crudeltà e repressione. La differenza sostanziale tra
queste figure è la durata dei loro regni. Passiamo da Nerone
che si presentò inizialmente come modello di perfetto
imperatore fino a quando, a causa della sua superiorità e
prepotenza, venne definito pazzo tanto da far crollare il suo
impero; arrriviamo a Gesù il quale, grazie alla sua umiltà e la
sua devozione, creò un impero che dura ancora. Infine
troviamo Diocleziano che, tramite la tetrarchia, creò un impero
ben difeso che però non durò molto.
64. IMMAGINE
-NERONE
- GESU’
-DIOCLEZIANO
ANNO 2013/2014 classe 2Dsc
● Massi Mauri Marta
● Milani Morgana
● Schifano Veronica
● Taverna Alice
65. DIOCLEZIANO
GAIO AURELIO VALERIO
Governa DAL 20 NOVEMBRE 284 D.C
AL 1 MAGGIO 305 D.C.
Periodo CRISI TERZO SECOLO
DALMAZIA
ROMA
- - - -
CONIUGATO
IMPERATORE E TETRARCA DI ROMA
- - - -
MOSSI
AZZURRI
FONDATORE DELLA
TETRARCHIA E AUTORE DI
MOLTEPLICI RIFORME
Gaio Aurelio Valerio
ROMA Dio2c0l NeOzViaEnMoBRE 284
66. IL PALAZZO
DI
DIOCLEZIANO
Il palazzo di Diocleziano era situato in Croazia, a Spalato. Fu fatto edificare da Diocleziano
molto probabilmente tra il 293 e il 305. L'imperatore dopo aver abdicato trascorse la pensione
fino alla morte. Il palazzo era, ed è tutt'ora, per quello che ne resta, situato al centro della città.
Dopo essere stato più volte restaurato, essendo comunque in ottime condizioni, entrò a far
parte dell'UNESCO nel 1979.
Al suo interno era presente Il peristilio, uno degli ambienti meglio conservati tutt'oggi, e pare
che avesse la funzione di scenografia per le cerimonie ufficiali alle quali partecipava come
protagonista l'imperatore.
Il palazzo è un palese esempio delle tendenze architettoniche nell'età di Diocleziano,
improntate a tendenze conservatrici, come per esempio anche nelle terme di Diocleziano a
Roma, di impostazione analoga a quelle di Caracalla. La villa, come alcuni altri esempi tardo-imperiali,
è costruita a modello di un castrum, con le mura di cinta e i torrioni, ma fece da
ispirazione anche il complesso dei palazzi imperiali del Palatino. L'edificio è l'antecedente più
vicino ai castelli medievali, ma anche ai monasteri fortificati, con il peristilio che funge da
centro.
67. NERONE
LUCIO DOMIZIO ENOBARDO CLAUDIO CESARE AUGUSTO
GERMANICO
Govern
a
15 DICEMBRE 54 D.C.
AL 9 GIUGNO 68 D.C.
Periodo DINASTIA GIULIO-CLAUDIA
ANTIUM(ROMA)
ROMA
- - - -
CONIUGATO
IMPERATORE DI ROMA
- - - -
MOSSI
MARRONI
AFFIANCATO DAL
FILOSOFO SENECA E DALLA
MADRE AGRIPPINA
Nerone
ROMA 15 DICEMBRE 54 D.C.
68. VITA E OPERE
Nerone in una prima fase affiancato dalla moglie Ottaviana e guidato da Seneca, uno dei primi
scrittori filosofi a Roma, seguì il modello di imperatore ideale. In una seconda fase possiamo
notare un declino radicale dell'impero romano perchè sembra di rivivere la situazione
dell'impero romano ai tempi di Caligola. Due fattori principali che caratterizzano questa fase
sono il nuovo matrimonio di Nerone con Poppea e il ritorno della madre Aggrippina dall'esilio.
Nerone fece molte vittime durante il suo impero tra cui la madre, indusse Seneca al suicidio
perchè non accetava la concorenza nel campo letterario-filosofico soprattutto nelle gare
indotte da lui e per questo motivo nel perido del suo impero molti filosofi non scrissero più,
anche se c'era molto da scrivere e si suicidarono.
Nerone era associato alla figura del tiranno a cui si legano gli aggettivi violento e crudele;
durante il suo regno decise di edificare il nuovo palazzo imperiale La domus aurea e venne
accusato dell'incendio di Roma nel 64 d.C proprio perchè si verificato nei quartieri dove lui
aveva stablito di costruire il suo palazzo; su questo si hanno ancora molti dubbi perchè
Nerone accusò i cristiani e da qui iniziarono le persecuzioni cristiani che duranono fini
all'editto di tolleranza del 313.
Dopo che fu abbandonato dai pretoriani e dall'esercito tentò di fuggire e infine si tolse la via
nei pressi di Roma nella villa di un suo liberto nel 68 d.C.
Alla sua morte subì la domnatio memoriae, ovverò la cancellazione del suo nome dagli atti
ufficiali dell'impero.
69. LA
DOMUS
AUREA:
La Domus Aurea era costruita con materiali molto pregiati come
il marmo, l'oro e moltissime pietre preziose, ma con le basi in
mattone. Gli architetti che la progettarono furono Severo e
Celere e in seguito fu decorata dal rinomato pittore Fabullo. Al
complesso della residenza, estesa per più di 800 ettari,
appartenevano molti vigneti, pascoli e boschi, un enorme lago
artificiale dove si erge oggi il Colosseo e una moltitudine di
giardini con padiglioni dedicati esclusivamente allo svolgimento
di feste. Si accedeva alla villa dalla via Sacra e nel vestibolo, la
stanza che si trova all'entrata delle domus romane, era situata
una statua alta 120 piedi che raffigurava Nerone nelle veste del
Dio Sole. Gli affreschi e le decorazioni della Domus Aurea
furono riscoperte solo nel Rinascimento. Solo quando ci fu
l’eruzione del Vesuvio che travolse la città di Pompei nel 79 d.C.
gli studiosi si interessarono nuovamente alla Domus Aurea. Nel
1980 è stata inserita, insieme a tutto il centro storico di Roma
nella lista dei patrimoni dell'umanità dall' UNESCO.
70. - - - -
GESU’ DI NAZARET
CONVENZIONALMENTE NELL’ANNO 0
MA IN REALTA’ NELL’ANNO 7 D.C.
Periodo DA AUGUSTO A TIBERIO
BETLEMME(PALESTINA)
NAZARET
- - - -
NUBILE
PREDICATORE
MORI MOSSI
AZZURRI
DISCENDENTE DI DIO
E MASSIMO ESPONENTE DEL
CRISTIANESIMO
Gesù
NAZARET 7 D.C.
- - - -
71. VITA E OPERE
Gesù, figlio di Dio, crebbe con la madre Maria e Giuseppe, durante l’impero
di Augusto. Fu fondatore della religione cristiana, che lo riconosce come il
Messia o come “Dio fatto uomo”. Invece per la religione ebraica Gesù è stato
un predicatore itinerante, ma non il Messia atteso, infatti per loro non era
figlio di Dio. Le più importanti fonti testuali relative a Gesù sono i Vangeli
canonici e il Nuovo Testamento.
Gesù iniziò il suo ministero pubblico di predicazione quando aveva circa
trent’anni in seguito al battesimo ricevuto da Giovanni. La durata della vita di
Gesù non è conoscibile con certezza. Le località menzionate dai Vangeli
sono concentrate soprattutto nella zona del lago di Genezaret, in Galilea.
Oltre ai suoi famosi discorsi, Gesù fu ricordato per i suoi numerosi miracoli. Il
ministero di predicazione dei cristiani non fu semplice, perché vennero
spesso perseguitati. Infatti la predicazione di Gesù lo portò alla sua
condanna a morte durante il regno di Ponzio Pilato. La data della sua morte
non è determinabile con precisione, ma i quattro evangelisti concordano sul
fatto che essa sia avvenuta un venerdì durante le festività collegate alla
Pasqua ebraica. Si pensa che sia avvenuta tra il 30 e il 33.
72. IL DISCORSO
DELLA
MONTAGNA
La predicazione di Gesù avvenne sotto l’impero di
Tiberio, durante il quale ci furono molte innovazioni
seguite da un succedersi di imperatori. Per questo
motivo molti credevano che Gesù fosse legato alla
politica e che propagandasse una sua idea su di
essa; alcuni storici però scrissero che il regno
predicato da Gesù fosse privo di connotazioni
propriamente politiche e sociali. Uno degli episodi
che causò questo fraintendimento fu il “Discorso
della montagna” nel quale veniva predicato che “gli
ultimi saranno i primi” nel regno dei cieli. Infatti il
Cristianesimo segnò una rivalutazione della
persona umana e contribuì a migliorare le
condizioni di vita delle classi inferiori.
Raffigurazione del discorso della
montagna di Carl Heinrich Bloch.
74. FUNZIONE: siano A e B due insiemi; si dice funzione da A a B una relazione che associa ad ogni
elemento di A un solo elemento di B
DOMINIO: l’insieme di partenza A si chiama dominio e l’insieme di arrivo B si chiama codominio
IMMAGINE: quando è data una funzione f, l’immagine di un elemento X appartenente al
dominio della funzione si indica con il simbolo f(x) se y è l’immagine di x tramite una certa
funzione f, x è la controimmagine di y.
L’insieme costituito dalle immagini di tutti gli elementi del dominio è chiamato insieme
immagine
FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE: giocano un ruolo di primo piano funzioni che hanno come
dominio e codominio l’insieme R dei numeri reali
75. Esistono vari tipi di funzioni:
• INIETTIVA: Una funzione f : A -> B si dice iniettiva se ogni elemento di B è immagine di al più
un elemento di A
• SURIETTIVA: Una funzione f : A -> B si dice suriettiva se ogni elemento di B è immagine di
almeno un elemento di A
• BIIETTIVA: Una funzione f : A -> B che è sia iniettiva sia suriettiva si dice biiettiva (o
corrispondenza biunivoca o corrispondenza uno a uno). Una funzione f è biiettiva se e solo
se ogni elemento di B è immagine di un unico elemento di A
76. TRASFORMAZIONE GEOMETRICA: ogni funzione biunivoca che associa ogni punto del piano ad
un punto del piano stesso
Il punto che corrisponde a P nella trasformazione f si indica con f(P) e si dice corrispondente o
immagine o trasformato di P nella f
TRASFORMAZIONE INVERSA: è una trasformazione geometrica indicata dal simbolo f—1 se P’ è
l’immagine di P nella trasformazione f, allora P è l’immagine di P’ nella trasformazione f
TRASFORMAZIONE INVOLUTORIA: applicata due volte una trasformazione f su un punto P si
ottiene lo stesso punto P
77. ISOMETRIA: si chiama isometria ogni trasformazione che conserva la distanza
INVARIANTI:
• Allineamento dei punti
• L’incidenza e il parallelismo delle rette
• La lunghezza dei segmenti
• L’ampiezza degli angoli
78. SIMMETRIA ASSIALE: si chiama simmetria assiale rispetto ad una data retta r la trasformazione
che associa ad ogni punto P del piano il punto P’ simmetrico di P rispetto ad r
INVARIANTI:
• Allineamento dei punti
• L’incidenza e il parallelismo delle rette
• La lunghezza dei segmenti
• L’ampiezza degli angoli
ELEMENTI UNITI: tutti i punti appartenenti all’asse di simmetria e le rette perpendicolari all’asse
79. SIMMETRIA CENTRALE: si chiama simmetria centrale di centro O la trasformazione che associa
ad ogni punto P del piano il suo simmetrico rispetto ad O
INVARIANTI:
• Allineamento dei punti
• L’incidenza e il parallelismo delle rette
• La lunghezza dei segmenti
• L’ampiezza degli angoli
• Direzione
• Orientamento delle figure
ELEMENTI UNITI: l’unico punto unito è il centro della simmetria e invece sono unite le infinite
rette passanti per il centro
80. ROTAZIONE: dato un angolo orientato α, si dice rotazione di centro O e angolo di rotazione
α la trasformazione che associa ad ogni punto P il punto P’ che soddisfa le seguenti
condizioni:
• L’angolo POP’ orientato in modo che OP sia il primo lato ha la stessa ampiezza e lo
stesso orientamento di α;
• OP’=OP
INVARIANTI:
• Allineamento dei punti
• L’incidenza e il parallelismo delle rette
• La lunghezza dei segmenti
• L’ampiezza degli angoli
• Orientamento delle figure
ELEMENTI UNITI: l’unico punto unito è il centro di rotazione
81. TRASLAZIONE: si chiama traslazione di vettore v la trasformazione che associa a ogni punto P del
piano il punto P’ tale che PP’ abbia la stesa direzione, lo stesso verso e lo stesso modulo di v.
INVARIANTI:
• L’allineamento dei punti;
• L’incidenza e il parallelismo tra le rette;
• La lunghezza dei segmenti e l’ampiezza degli angoli;
• Le direzioni;
• L’orientamento delle figure.
ELEMENTI UNITI: infinite rette che hanno la stessa direzione del vettore v.
82. TRASFORMAZIONE COMPOSTA: si chiama trasformazione composta di una prima trasformazione
f e di una seconda trasformazione g, la trasformazione, indicata con il simbolo gof, che fa
corrispondere a ogni punto P del piano il punto P’’, ottenuto determinando dapprima
l’immagine di P’ di P nella f e poi l’immagine P’’ di P’ nella g
COMPOSIZIONE DI ISOMETRIE: la trasformazione composta di due isometrie è una isometria
83. COMPOSIZIONE DI SIMMERIE ASSIALI CON ASSI PARALLELI: la trasformazione composta di due
simmetrie assiali con assi paralleli è una traslazione di vettore perpendicolare agli assi, con verso
dal primo al secondo asse, e modulo uguale al doppio della distanza tra gli assi
COMPOSIZIONE DI SIMMETRIE ASSIALI CON ASSI INCIDENTI: la trasformazione composta di due
simmetrie assiali con assi incidenti in O è una rotazione avente centro in O e angolo di rotazione,
orientato dal primo al secondo asse, di ampiezza uguale al doppio dell’angolo formato dai due
assi
84. COMPOSIZIONE DI SIMMETRIE CENTRALI: la trasformazione composta di due simmetrie centrali,
di centri O e O’, è una traslazione di vettore parallelo ed equiverso a OO’, avente modulo doppio
di OO’
COMPOSIZIONE DI TRASLAZIONI: la trasformazione composta di una traslazione di vettore v e di
una traslazione di vettore w è una traslazione di vettore v + w
85. COMPOSIZIONE DI ROTAZIONI: la trasformazione composta di due rotazioni aventi lo stesso
centro O e angoli di rotazione di ampiezze α e β è una rotazione di centro O e angolo di
rotazione di ampiezza α + β
TEOREMA FONDAMENTALE SULLE ISOMETRIE: ogni isometria è la composizione di al più tre
simmetrie assiali