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L’IMMAGINE 
Classe 2D 
a.s. 2013-2014
Quest’anno, il nostro lavoro si è proposto di analizzare in tutte le sue 
possibili declinazioni il concetto di immagine, intesa come possibile 
rappresentazione della realtà. 
Passando dall’evidenza e precisione delle figure geometriche, con le quali, 
attraverso varie trasformazioni, si possono creare immagini naturalistiche di 
straordinaria bellezza ed estrema armonia, alla rappresentazione dei 
personaggi letterali e notare come questa riflette, per armonia o contrasto, 
il mondo interiore del personaggio stesso. 
Ma si può anche costruire strategicamente la propria immagine per 
esercitare il potere sugli altri, come abbiamo più volte visto nel corso della 
storia. 
Eccoci ora alla conclusione del nostro viaggio fatto di attimi colti al momento 
opportuno… il nostro è finito, ma il vostro deve ancora cominciare.
UNITA’ DI APPRENDIMENTO 
IMMAGINE 
-MATEMATICA 
-ITALIANO 
-ARTE 
-STORIA 
-INGLESE 
-GEOMETRIA
U.D.A. GEOMETRIA 
Le ISOMETRIE ed ESCHER 
-Bindi Paolo 
-Gioè Simone 
-Milan Federico 
-Podini Mattia
Maurits Cornelis Escher (1898 – 1972) è stato 
un incisore e grafico olandese. È conosciuto 
principalmente per le sue incisioni su legno, 
litografie e mezzetinte che tendono a 
presentare costruzioni impossibili, esplorazioni 
dell‘infinito del piano e dello spazio e motivi 
geometrici. Le opere di Escher sono molto amate 
dagli scienziati, logici, matematici e fisici che 
apprezzano il suo uso razionale di poliedri, 
distorsioni geometriche ed interpretazioni 
originali di concetti appartenenti alla scienza.
Analizziamo ora delle 
opere di Escher che 
contengono alcune 
isometrie studiate:
Pesci e Anatre 
In questa litografia si possono ritrovare 
traslazioni con due vettori differenti che 
vengono applicate più volte.
Uno dei due vettori, sia per le anatre 
(rosso), sia per i pesci (verde), è il 
seguente:
Il secondo è invece questo:
Pesci Volanti 
Quest’altra litografia presenta invece tre 
diverse rotazioni ripetute sempre più 
volte:
Quella verde è di 180° (simmetria 
centrale) e trasforma il pesce rosso nel 
pesce bianco.
Il punto rosso e quello blu sono invece il 
centri delle rotazioni che trasformano i 
pesci bianchi negli altri pesci bianchi e i 
pesci rossi negli altri pesci rossi.
Rondini, Farfalle, Api e 
Pipistrelli 
Questa immagine è più complessa delle 
precedenti poiché basata su più di una 
trasformazione:
Ogni figura presenta un’asse di 
simmetria che la taglia:
I pallini sono il centro delle simmetrie 
centrali (rotazioni di 180°) che 
trasformano gli animali a coppie di due: 
Api e Farfalle Rondini e Pipistrelli 
Rondini e Farfalle 
Api e Pipistrelli
Motore Guzzi V7 
- Ildebrando Spadaro Lama
- Giorgio Raimondi 
Motore V10 
Lamborghini
Carro armato 
High-Tech 
- Giacomo Lupi
Fiocco di 
neve 
- Mattia Podini
Fiore 
- Alessandra Chiappa
Unità di apprendimento di italiano – l’immagine 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
In questo progetto, che sarà incentrato sull’immagine dal punto di 
vista interiore ed esteriore, cercheremo di far venire alla luce, tramite 
opere e libri che hanno fatto la storia della letteratura, la differenza tra 
immagine esteriore e ciò che siamo veramente. 
L’immagine di una persona infatti, può essere o non essere in 
contrasto con ciò che si ha dentro. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
A tutti è capitato di stupirsi nello scoprire come gli altri possano avere 
un’immagine di noi diversa dalla nostra, visto che noi sappiamo cosa 
c’è sotto la ‘’maschera’’ e gli altri non vedono che questa, dal di fuori. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Poiché quest’anno abbiamo iniziato a leggere il romanzo “I promessi 
sposi” di Alessandro Manzoni abbiamo deciso di incentrare alcuni 
esempi su alcuni personaggi che hanno un ruolo fondamentale nella 
storia. Quest’ultimi presentano una sostanziale differenza tra 
esteriorità ed interiorità. Uno dei fini che il Manzoni si propone di 
raggiungere attraverso il romanzo è quello di rappresentare il doloroso 
distacco, esistente nella vita dell’uomo, fra il piano ideale dei principi e 
quello reale dell’esperienza quotidiana. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Manzoni non rappresenta soltanto lo scontro diretto tra bene e male, 
fra violenza prevaricatrice e innocenza oppressa, bensì anche il 
contrasto fra il facile prevalere delle apparenze, del superficiale 
conformismo e il difficile affermarsi del “vero morale”. 
Fra i diversi modi di presentazione di cui si serve Manzoni per 
introdurre nell’intreccio i personaggi, essenziale è quello del ritratto: 
grazie ad esso l’autore interviene direttamente fornendo alcuni 
riferimenti relativi ai tratti fisici, alla situazione sociale e anche al 
comportamento, alla personalità della figura che verrà delineandosi 
nel corso del romanzo stesso. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Don Abbondio 
• Don Abbondio è uno dei personaggi principali de ‘I Promessi Sposi’, 
tuttavia a dire il vero Alessandro Manzoni non ne dà una precisa 
descrizione fisica. 
• Si sa che ha gli occhi grigi, statura bassa, è corpulento e ha superato 
i sessant’anni, ma non viene menzionata una casata di discendenza. 
• E’ il curato del paese, ha scelto questa professione più per i benefici 
economici che per vera vocazione. E’ anche una sorta di banco dei 
pegni del paese. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Don Abbondio 
• Il comportamento di don Abbondio, ispirato al timore di non far 
torto al potente di turno, il suo agire che non rispetta gli obblighi 
morali che il suo abito gli impone, sono atti che denunciano la 
debolezza e la fragilità dell’individuo calato in una dimensione 
storica e sociale che lo opprimono. La sua volontà è annullata dalla 
paura di una ritorsione del violento; il suo libero arbitrio, il suo 
senso morale scompaiono sotto i colpi dell’ arroganza e dell’esercizio 
illegale del potere. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Don Abbondio 
• In questo romanzo, Don Abbondio è l’esempio di una medesima 
immagine sia interiore che esteriore. Ciò si nota ad esempio dal suo 
comportamento con i bravi proprio nel primo capitolo, facendo 
capire che lui è un uomo codardo, pigro e schivo, che si sottrae 
davanti alle difficoltà e agli ostacoli che incontra. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Don Abbondio 
• Ne è un esempio la descrizione che fa il Manzoni del suo modo di 
camminare tornando dopo aver celebrato il suo uffizio: “..proseguiva il suo 
cammino, guardando a terra, e buttando con un piede verso il muro i 
ciottoli che facevano inciampo..” è il solo gesto attivo di Don Abbondio, 
gesto che nasconde un suo valore morale. Il bravo curato non vuole ostacoli, 
la sua strada deve essere libera e liscia senza intralci, così come la sua vita 
senza incagli e responsabilità. Proseguendo la descrizione leggiamo “..poi 
alzava il viso, e girati oziosamente gli occhi all’intorno..” dove l’avverbio 
oziosamente è indicativo del senso di vuoto dell’animo. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Padre Cristoforo 
• Il personaggio a cui il Manzoni dedica uno dei suoi ritratti più vivi e 
intensi è Padre Cristoforo, del quale l’autore traccia anche la storia, 
cioè quella serie di eventi che hanno contribuito a formarne la 
personalità. 
• A differenza di Don Abbondio, egli ha una contrapposizione tra le due 
immagini. Lo scopo dello scrittore è quello di rivelare attraverso la 
descrizione fisica il carattere e il temperamento del personaggio la cui 
caratteristica è quella di essere in perenne lotta fra orgoglio e umiltà. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Padre Cristoforo 
• E’ più vicino ai sessant’anni che ai cinquanta, ha la tonsura, la barba bianca 
e lunga, i lineamenti marcati e occhi incavati. Il suo nome vero era Lodovico 
ed era figlio di un mercante. E’ lui che consiglia a Lucia e Renzo di fuggire 
da Lecco. 
• Simbolo del coraggio del cristianesimo che difende i più deboli, Fra 
Cristoforo è un padre cappuccino che prese i voti per sfuggire alla sua 
dissoluta vita precedente. E’ molto religioso e spirituale, ma il suo animo è 
spesso irrequieto. E’ molto determinato e coraggioso, ha un forte 
autocontrollo e un profondo senso della giustizia che lo spinge a schierarsi 
contro i potenti per difendere i più deboli. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Padre Cristoforo 
• Dalla descrizione di Padre Cristoforo emerge subito la duplice 
personalità di questo personaggio: l'uomo forte e battagliero e 
l'uomo pacato, umile e dedito al sacrificio. Sia l’aspetto fisico che il 
suo comportamento mostrano continuamente questo suo dibattersi 
tra il temperamento focoso e la sua volontà di dominarsi. Anche il 
suo linguaggio che solitamente è umile e tranquillo, a volte diventa 
impetuoso e appassionato. E' un peccatore pentito. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Padre Cristoforo 
• Manzoni lo presenta dal temperamento onesto e al tempo stesso 
violento, dal carattere impulsivo ma generoso, animato da un 
profondo senso di giustizia, dall'amore per i deboli e dall'impegno 
instancabile per la loro difesa. 
• Manzoni attraverso il personaggio di Padre Cristoforo sottolinea la 
difficoltà per l’uomo di dominare il Proprio istinto. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Padre Cristoforo 
• Per i personaggi di maggior rilievo Manzoni coglie attraverso pochi 
tratti fisici e qualche acuto rilievo psicologico, il carattere, la 
personalità, per poi tornare indietro e spiegare le ragioni che hanno 
contribuito a formare quel comportamento: Il volto scarno e la 
barba bianca, ad esempio, non ci dicono solo l’età o la vita di 
penitenza di un frate qualsiasi, perché si insinua il rilievo 
psicologico; così come la descrizione dei gesti con spirito di 
osservazione, ad esempio “..alzando la barba con un moto leggiero..” 
delinea oltre alle parole, i tratti del personaggio nel quale si 
alternano moti di passione e momenti di riflessione. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Padre Cristoforo 
• La gestualità nell’affrontare Don Rodrigo, ..”dando indietro due 
passi, postandosi fieramente sul piede destro, …. , alzando la mano 
con l’indice teso verso Don Rodrigo..” sottolinea il suo 
atteggiamento da combattente: non ha bisogno di avere una spada 
in mano; bastano a colpire nel segno le sue parole. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
La Monaca di Monza 
• La Monaca di Monza, il cui nome di battesimo è Gertrude, è un 
personaggio molto enigmatico e abbastanza rilevante nel romanzo. 
in ogni espressione che il Manzoni usa per offrire al lettore la 
visione completa ed esatta del dramma di Gertrude, si avvertono 
variamente intrecciati due sentimenti: lo sdegno per una fra le 
brutali consuetudini di un secolo corrotto e inumano, e un accorato 
accento di pietà per la sorte dell’infelice vittima. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
La Monaca di Monza 
• La Monaca di Monza è un personaggio realmente esistito, il suo vero 
nome era Marianna de Leyva y Marino. E’ una creatura debole, che 
cede alle pressioni della famiglia che le prospettano una vita 
monastica, pur non avendo la minima vocazione. 
• Simbolo della monacazione forzata, si immerge in una torbida 
relazione proibita con Egidio, altro personaggio negativo di cui la 
Monaca di Monza è succube. Non è malvagia, semplicemente non 
agisce e non ha coscienza, aspetta che siano gli altri ad agire per lei. 
E’ indecisa, ambigua, porta con sé un forte rancore, è debole e 
capricciosa. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
La Monaca di Monza 
• Non è una monaca come le altre; è giovane, ma più potente della badessa o 
della priora, fornita di un’autorità che le deriva dal prestigio mondano della 
sua nobile famiglia. Queste allusioni annunciano perciò un personaggio 
insolito e misterioso. L'autore non nasconde le responsabilità di coloro che 
la forzano a un destino che non è il suo (il padre, la badessa, Egidio...), 
tuttavia sottolinea le colpe individuali della "Signora" che sono da 
ricondurre in gran parte a lei, secondo quella visione morale per cui la 
responsabilità del male commesso è del singolo e non può trovare scuse 
nella coercizione esercitata da altri. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
La Monaca di Monza 
• La sua immagine esterna è vincolata dal ruolo che lei ricopre, la sua veste le 
impone di comportarsi umilmente e le vieta di trovare le delizie della vita 
mondana. Il suo carattere interiore è infatti sottolineato dall’orgoglio e 
dalla sua debolezza, che desidera i privilegi della sua condizione 
aristocratica ma non ha la forza di ribellarsi alle decisioni altrui, dunque 
finisce per soccombere ed essere risucchiata in un vortice di peccati e delitti 
(la sua indole non è malvagia e perciò è portata al crimine dalla volontà di 
altri, a causa della sua scarsa determinazione). 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
La Monaca di Monza 
• Gli elementi fisici del ritratto sono animati da una serie di contrapposizioni e da 
molte antitesi: con una prima, l’autore afferma che la monaca era di una bellezza 
sbattuta, «sfiorita e scomposta», particolare che ci fa capire quanto fosse 
tormentata moralmente. Una seconda contrapposizione è di natura cromatica: 
un velo nero le cadeva dalle due parti della testa e sotto questo, una 
bianchissima benda come la fronte, le incorniciava il volto. Nel pallore del suo 
viso emergevano due neri sopraccigli, un paio di occhi che a volte incutevano 
timore e chiedevano aiuto e le labbra rosate. 
Anche nel vestire c’era qualcosa di strano; l’abito infatti aveva la vita attillata e 
tutto ciò rivelava un’attenzione mondana; dalla benda le usciva una ciocchettina 
di capelli neri, a testimoniare che non aveva nemmeno rispettato le regole del 
convento che prescrivevano di tenerli corti. La scelta del colore e non colore 
bianco e nero, esprime la personalità della suora, dominata da purezza e peccato. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
L’Innominato 
• Dal punto di vista psicologico, l’Innominato appare subito avvolto 
nel mistero, un personaggio malvagio e influente, che si circonda 
di uomini di fiducia che lo aiutano a realizzare i suoi atti illeciti. Pur 
incarnando l’eroe negativo, in realtà l’Innominato si converte a metà 
dell’opera: il rapimento di Lucia, su richiesta di don Rodrigo, è 
l’ultimo atto malvagio che lui compie prima di decidere di cambiare 
vita. 
• Durante la notte in cui Lucia è prigioniera nel castello, la 
disperazione dell'Innominato giunge ad un punto critico, tanto da 
fargli desiderare il suicidio, ma ecco che la Divina Provvidenza e le 
parole di Lucia lo salvano e gli mostrano la via della misericordia e 
del perdono. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
L’Innominato 
• Dal punto di vista fisico era grande, bruno, calvo; bianchi i pochi 
capelli che gli rimanevano; rugosa la faccia: a prima vista, gli si 
sarebbe dato più de' sessant'anni che aveva; ma il contegno, le 
mosse, la durezza risentita de' lineamenti, il lampeggiar sinistro, ma 
vivo degli occhi, indicavano una forza di corpo e d'animo, che 
sarebbe stata straordinaria in un giovine. 
• L’Innominato è prigioniero del suo ruolo di prepotente e da 
oppressore, tramite l’incontro con Lucia, si trasforma nel salvatore 
lottando tra orgoglio e un’inquieta volontà di fare bene. Il suo 
atteggiamento si modifica da imperioso a esitante, aprendosi alla 
compassione. Nel dialogo alterna tonalità iraconde a una dolcezza 
per lui inconsueta. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
L’Innominato 
• La sua conversione giunge dopo la notte angosciosa, infatti quel 
giorno arriva nel suo paese il cardinale Federigo Borromeo, 
personaggio storico. 
• La scelta di Manzoni del personaggio, per attuare la conversione, 
non è certamente casuale: infatti solo un uomo di una grandissima 
bontà come il cardinale può redimere l'Innominato. I due 
personaggi si possono descrivere, per certi aspetti, come opposti. 
Dopo la conversione l'Innominato cambia completamente e coglie al 
volo l'occasione per far del bene in maniera proporzionata al male 
che aveva fatto. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Proseguendo la ricerca, spostiamo l’attenzione su altri 
libri che hanno come tema principale l’immagine: 
• - IL RITRATTO DI DORIAN GRAY di Oscar Wilde 
• - IL CAVALIERE INESISTENTE di Italo Calvino 
• - UNO, NESSUNO E CENTOMILA di Pirandello 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
IL RITRATTO DI DORIAN 
GRAY di Oscar Wilde 
L’autore del romanzo è Oscar Wilde, nato a Dublino nel 1854 e morto 
a Parigi nel 1900. 
• Dorian, un ragazzo bellissimo, riceve in dono un ritratto fattogli 
dall’amico Basil. 
• Il desiderio che il quadro invecchi al suo posto si avvera e, mentre 
egli rimarrà sempre giovane il suo animo, corrotto dall’amicizia con 
Lord Wotton, affiorerà nel ritratto, che si modifica. 
• Dopo molti anni, ossessionato dall’idea, deciderà di squarciare il 
ritratto. Egli morirà e il quadro tornerà come all’origine, perché era 
il quadro a vivere per lui. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
IL RITRATTO DI DORIAN 
GRAY di Oscar Wilde 
• Questo romanzo, rappresenta un’eccezione, perché possiamo notare 
che sia l’immagine esteriore che quella interiore si manifestano nel 
mondo reale, la prima sotto forma del giovane che non invecchia 
mai, un bell’uomo con molte donne che viveva una vita piena di 
divertimenti senza mai subire alcun cambiamento; la seconda 
invece viene rappresentata dal quadro, che lui teneva nascosto 
perché andando avanti con la sua vita notava che il quadro subiva 
tutti i cambiamenti che non subiva il protagonista. 
• Fino a quando il quadro non diventò il ritratto di un mostro, che 
aveva accumulato tutte le esperienze a cui il personaggio si era 
lasciato andare. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
IL RITRATTO DI DORIAN 
GRAY di Oscar Wilde 
• Riassumendo, possiamo dire che entrambe le immagini si 
presentano concretamente nel romanzo. 
« Quando la giovinezza se ne sarà andata, la sua bellezza la seguirà e improvvisamente 
si renderà conto che non ci saranno più trionfi per lei, oppure dovrà accontentarsi 
di quei mediocri trionfi che il ricordo del passato renderà più amari di sconfitte. 
Ogni mese che passa la avvicina a qualcosa di tremendo. Il tempo è geloso di lei e 
combatte contro i suoi gigli e le sue rose Il suo colorito si spegnerà, le guance si 
incaveranno, gli occhi perderanno luminosità. Soffrirà, orrendamente… Ah! 
Approfitti della giovinezza finché la possiede. Non sprechi l’oro dei suoi giorni 
ascoltando gente noiosa, cercando di migliorare un fallimento senza speranza o 
gettando la sua vita agli ignoranti, alla gente mediocre, ai malvagi. Questi sono gli 
obbiettivi malsani, i falsi ideali della nostra società. Deve vivere! Vivere la sua vita 
meravigliosa che è in lei! Non lasci perdere nulla! Cerchi sempre sensazioni nuove. 
Non abbia paura di nulla. » – Lord Henry Wotton 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
IL CAVALIERE INESISTENTE 
di Italo Calvino 
• Il cavaliere inesistente è il terzo romanzo della trilogia de I nostri 
antenati. Il libro, dopo l’uomo dimidiato del Visconte dimezzato e 
l’allegoria illuminista del Barone rampante, presenta la riflessione 
Di Calvino sul mancato rapporto tra la realtà e l’uomo 
contemporaneo. 
• Scritto nel 1959, racconta le vicende di Agilulfo, un nobile e 
coraggioso paladino che combatte al servizio di Carlo Magno, ma 
che in realtà non esiste: sotto la sua armatura infatti non c'è 
assolutamente nulla. 
• In questo romanzo troviamo nuovamente la differenza tra immagine 
interiore e quella esteriore. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
IL CAVALIERE INESISTENTE 
di Italo Calvino 
• Quella esteriore è rappresentata semplicemente dallo stesso 
personaggio, dalla sua armatura vuota, la quale lo fa immaginare 
come un personaggio vuoto e privo di sentimenti; 
• In realtà (immagine interiore) egli vive moltissime avventure, 
incontra l'amore, viaggia, è immortale e non trasgredisce mai ad 
alcuna regola. E' un cavaliere perfetto, ma, nello stesso tempo, è 
piuttosto antipatico, permaloso, pignolo e vive isolato da tutti 
perché convinto di sapere tutto e non ammette che qualcuno lo 
contraddica. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
UNO, NESSUNO E 
CENTOMILA di Pirandello 
• In Uno, nessuno e centomila Vitangelo Moscarda scopre di non 
essere l’uno che credeva di essere, ma tante personalità quante 
gliene attribuiscono gli altri, pertanto nessuno per sé stesso; 
• Egli rinuncia a moglie, denaro e lavoro che facevano di lui una 
maschera; 
• Questo romanzo è la tappa finale dell’ideologia ribellistica e 
anarchica dello scrittore e anticipa, nel contempo, il dramma 
esistenzialista dell’incomunicabilità; 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
UNO, NESSUNO E 
CENTOMILA di Pirandello 
• Uno nessuno e centomila rappresenta la “summa” delle situazioni di 
ogni personaggio pirandelliano, una specie di consuntivo ideologico 
finale. Ritrae in modo emblematico la perdita di identità dell’uomo 
del novecento. 
• La stessa crisi fu scandagliata da Pirandello in Sei personaggi in 
cerca d’autore, originalissima commedia in cui i sei personaggi si 
fanno altissimo simbolo della pena di vivere e dell’impossibilità di 
liberazione. 
• Al centro della concezione pirandelliana sta il contrasto fra ciò che 
gli uomini credono di vedere, anche in buona fede, e la sostanza 
delle cose. 
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
The image 
Anno scolastico 2013/2014 
-Adela Dumitrescu 
-Matthew Kirchin 
-Anna Oldrati
This year, our class work was essentially based on the concept 
of the image. The 
first time we heard about it, we were nearly terrified by this 
new idea, but it was very intresting to discover new opinions 
about the inside and the outside of a person from our 
classmathes. Our text helped us with a whole unit about this 
argument, but we decided to use one more famous example 
of it. In the end, our work is going to talk about Oscar Wilde 
and his only novel “The picture of Dorian Gray”, that shows 
us very clearly the difference. 
We think that this is the most useful indication to our work 
and it’s also a Oscar Wilde production: 
“All charming people, I fancy, are spoiled. Is this the 
secret of their attraction.”
OSCAR WILDE
The Author 
Oscar Fingald O’Flahertie Wills Wilde was born in Dublin on 16th 
October 1854 and he died in Paris on 30th November 1900. 
Oscar Wilde had an elder brother, William, and a younger sister, Isola. He 
changed his name and his signature lots of times in the years. There aren’t 
many information about his childhood; he didn’t remember anything of 
his early years. Up to the age of nine, Oscar Wilde was educated at home, 
then he studied in the same school of his brother. Since 1874 he attended 
Trinity College in Dublin, where he was awarded for the studies about 
Greek lyrics. Later on he attended Oxford University. 
During his life he did a lot of travels and he changed lots of houses. He 
was imprisoned for two years. 
Oscar Wilde was married, but he had a relationship with Alfred Douglas; 
afterwards Oscar and Alfred were compelled to separate. 
Wilde had often financial problems and some of his friends helped him 
to settle his debts. When he died he was very ill, but before dying he 
became Christian. 
The main texts written by him are: “The Picture of Dorian Gray”, “The 
Importance of Being Earnest”, “The Canterville Ghost”, “An ideal 
husband”, “De profundis”. He also wrote short stories for children.
Oscar Wilde belonged to dandies’ movement, that spread 
during the English regency and the French restoration. 
Dandies showed their elegance in the way they dressed and 
they grew away reality. 
First ….: Brummel represented the model of dandies; he 
showed himself unproductive and committed in luxury. 
His clothing was simple but well-groomed: blue jacket 
with buttons of brass, waistcoat, knee-deep trousers and 
white tie. Also his ways of talk and his behavior 
characterized him. 
Late ….: after Victorian age, when dandies disappeared, the 
movement came in force thanks to Oscar Wilde. In his 
opinion, clothing should amaze. He wore knee-deep 
trousers and this created a scandal. 
After Oscar Wilde the movement lost his reasons.
What’s the book about? 
The novel begins on a summer day in Basil Hallward’s studio while Lord 
Henry Wotton is observing and commenting the portrait of a young man 
named Dorian Gray, who is Basil last friend and his latest inspiration. 
After a while, Dorian and the Lord become friends and after hearing Lord 
Henry’s point of view about the world and life, the young boy starts 
thinking that beauty is the only worthwhile aspect of life and begins 
whishing that the portrait would grow old instead of him. Under Lord 
Henry’s influence, Dorian begins exploring his senses. 
While he’s in a pub, he sees a beautiful girl and he falls in love with her. 
Some days later, he discovers that she’s the actress Sibyl Vane, who plays 
Shakespeare’s plays in a little theatre of the suburbs. Dorian approaches 
her and soon proposes marriage, though then he sees her acting in 
“Romeo and Juliet”, he tells her that her only love is theatre, not him, and 
he decides to leave her. After a few days he changes his mind, but it’s too 
late: he discovers from Lord Henry that she has died and her brother’s 
only wish is to kill him. As soon as he gets home, he notices that the 
portrait has changed and his wish has become true.
During the time he spends into the city town, he commits lots of 
sins and the portrait, which was hidden and locked in the highest 
room of the house, where nobody goes, becomes uglier and uglier, 
as his soul is. When Basil discovers what’s happend to his work of 
art and unveils it, he is killed by Dorian. 
Some days after the murderer, Dorian leaves the city for a little long 
period and, when he comes back, his body is the same like when he 
left: he hasn’t grown old as Lord Henry and his wife have done. 
In the end, Dorian falls in love again with a young lady named 
Hetty Merton and he stars wondering if the portrait is still 
changing even if he has given up his immoral ways. But his not so 
lucky and he pierces the heart of his own portrait with the same 
knife that killed Basil. As he does that, he dies and his body 
becomes so ugly that the servants only recognise him by his rings.
L'IMMAGINE 
Quest'anno è stato deciso che l'unità didattica si sarebbe basata 
sull'immagine. 
Cercando sul dizionario la parola immagine abbiamo trovato vari 
significati, tra i quali: la forma con la quale una cosa appare a chi 
la guarda, il modo di presentarsi e la rappresentazione mentale 
prodotta dalla fantasia. 
Che collegamento c'è tra immagine e storia? 
Studiando la storia abbiamo incontrato numerosi personaggi che 
hanno costruito la propria immagine. Vi sono per esempio 
personaggi i quali hanno avuto regni duraturi, altri molto brevi e 
altri ancora durano tuttora. 
I tre personaggi in cui ci siamo imbattuti che rappresentano a 
pieno il modello di immagine sono: Gesù, Nerone e Diocleziano.
Ma cos'hanno di comune e di differente questi tre 
personaggi? 
In primo luogo associamo l'idea di innovazione e cambiamento 
a Gesù e Diocleziano. Al contrario Nerone rappresentò un 
periodo di crudeltà e repressione. La differenza sostanziale tra 
queste figure è la durata dei loro regni. Passiamo da Nerone 
che si presentò inizialmente come modello di perfetto 
imperatore fino a quando, a causa della sua superiorità e 
prepotenza, venne definito pazzo tanto da far crollare il suo 
impero; arrriviamo a Gesù il quale, grazie alla sua umiltà e la 
sua devozione, creò un impero che dura ancora. Infine 
troviamo Diocleziano che, tramite la tetrarchia, creò un impero 
ben difeso che però non durò molto.
IMMAGINE 
-NERONE 
- GESU’ 
-DIOCLEZIANO 
ANNO 2013/2014 classe 2Dsc 
● Massi Mauri Marta 
● Milani Morgana 
● Schifano Veronica 
● Taverna Alice
DIOCLEZIANO 
GAIO AURELIO VALERIO 
Governa DAL 20 NOVEMBRE 284 D.C 
AL 1 MAGGIO 305 D.C. 
Periodo CRISI TERZO SECOLO 
DALMAZIA 
ROMA 
- - - - 
CONIUGATO 
IMPERATORE E TETRARCA DI ROMA 
- - - - 
MOSSI 
AZZURRI 
FONDATORE DELLA 
TETRARCHIA E AUTORE DI 
MOLTEPLICI RIFORME 
Gaio Aurelio Valerio 
ROMA Dio2c0l NeOzViaEnMoBRE 284
IL PALAZZO 
DI 
DIOCLEZIANO 
Il palazzo di Diocleziano era situato in Croazia, a Spalato. Fu fatto edificare da Diocleziano 
molto probabilmente tra il 293 e il 305. L'imperatore dopo aver abdicato trascorse la pensione 
fino alla morte. Il palazzo era, ed è tutt'ora, per quello che ne resta, situato al centro della città. 
Dopo essere stato più volte restaurato, essendo comunque in ottime condizioni, entrò a far 
parte dell'UNESCO nel 1979. 
Al suo interno era presente Il peristilio, uno degli ambienti meglio conservati tutt'oggi, e pare 
che avesse la funzione di scenografia per le cerimonie ufficiali alle quali partecipava come 
protagonista l'imperatore. 
Il palazzo è un palese esempio delle tendenze architettoniche nell'età di Diocleziano, 
improntate a tendenze conservatrici, come per esempio anche nelle terme di Diocleziano a 
Roma, di impostazione analoga a quelle di Caracalla. La villa, come alcuni altri esempi tardo-imperiali, 
è costruita a modello di un castrum, con le mura di cinta e i torrioni, ma fece da 
ispirazione anche il complesso dei palazzi imperiali del Palatino. L'edificio è l'antecedente più 
vicino ai castelli medievali, ma anche ai monasteri fortificati, con il peristilio che funge da 
centro.
NERONE 
LUCIO DOMIZIO ENOBARDO CLAUDIO CESARE AUGUSTO 
GERMANICO 
Govern 
a 
15 DICEMBRE 54 D.C. 
AL 9 GIUGNO 68 D.C. 
Periodo DINASTIA GIULIO-CLAUDIA 
ANTIUM(ROMA) 
ROMA 
- - - - 
CONIUGATO 
IMPERATORE DI ROMA 
- - - - 
MOSSI 
MARRONI 
AFFIANCATO DAL 
FILOSOFO SENECA E DALLA 
MADRE AGRIPPINA 
Nerone 
ROMA 15 DICEMBRE 54 D.C.
VITA E OPERE 
Nerone in una prima fase affiancato dalla moglie Ottaviana e guidato da Seneca, uno dei primi 
scrittori filosofi a Roma, seguì il modello di imperatore ideale. In una seconda fase possiamo 
notare un declino radicale dell'impero romano perchè sembra di rivivere la situazione 
dell'impero romano ai tempi di Caligola. Due fattori principali che caratterizzano questa fase 
sono il nuovo matrimonio di Nerone con Poppea e il ritorno della madre Aggrippina dall'esilio. 
Nerone fece molte vittime durante il suo impero tra cui la madre, indusse Seneca al suicidio 
perchè non accetava la concorenza nel campo letterario-filosofico soprattutto nelle gare 
indotte da lui e per questo motivo nel perido del suo impero molti filosofi non scrissero più, 
anche se c'era molto da scrivere e si suicidarono. 
Nerone era associato alla figura del tiranno a cui si legano gli aggettivi violento e crudele; 
durante il suo regno decise di edificare il nuovo palazzo imperiale La domus aurea e venne 
accusato dell'incendio di Roma nel 64 d.C proprio perchè si verificato nei quartieri dove lui 
aveva stablito di costruire il suo palazzo; su questo si hanno ancora molti dubbi perchè 
Nerone accusò i cristiani e da qui iniziarono le persecuzioni cristiani che duranono fini 
all'editto di tolleranza del 313. 
Dopo che fu abbandonato dai pretoriani e dall'esercito tentò di fuggire e infine si tolse la via 
nei pressi di Roma nella villa di un suo liberto nel 68 d.C. 
Alla sua morte subì la domnatio memoriae, ovverò la cancellazione del suo nome dagli atti 
ufficiali dell'impero.
LA 
DOMUS 
AUREA: 
La Domus Aurea era costruita con materiali molto pregiati come 
il marmo, l'oro e moltissime pietre preziose, ma con le basi in 
mattone. Gli architetti che la progettarono furono Severo e 
Celere e in seguito fu decorata dal rinomato pittore Fabullo. Al 
complesso della residenza, estesa per più di 800 ettari, 
appartenevano molti vigneti, pascoli e boschi, un enorme lago 
artificiale dove si erge oggi il Colosseo e una moltitudine di 
giardini con padiglioni dedicati esclusivamente allo svolgimento 
di feste. Si accedeva alla villa dalla via Sacra e nel vestibolo, la 
stanza che si trova all'entrata delle domus romane, era situata 
una statua alta 120 piedi che raffigurava Nerone nelle veste del 
Dio Sole. Gli affreschi e le decorazioni della Domus Aurea 
furono riscoperte solo nel Rinascimento. Solo quando ci fu 
l’eruzione del Vesuvio che travolse la città di Pompei nel 79 d.C. 
gli studiosi si interessarono nuovamente alla Domus Aurea. Nel 
1980 è stata inserita, insieme a tutto il centro storico di Roma 
nella lista dei patrimoni dell'umanità dall' UNESCO.
- - - - 
GESU’ DI NAZARET 
CONVENZIONALMENTE NELL’ANNO 0 
MA IN REALTA’ NELL’ANNO 7 D.C. 
Periodo DA AUGUSTO A TIBERIO 
BETLEMME(PALESTINA) 
NAZARET 
- - - - 
NUBILE 
PREDICATORE 
MORI MOSSI 
AZZURRI 
DISCENDENTE DI DIO 
E MASSIMO ESPONENTE DEL 
CRISTIANESIMO 
Gesù 
NAZARET 7 D.C. 
- - - -
VITA E OPERE 
Gesù, figlio di Dio, crebbe con la madre Maria e Giuseppe, durante l’impero 
di Augusto. Fu fondatore della religione cristiana, che lo riconosce come il 
Messia o come “Dio fatto uomo”. Invece per la religione ebraica Gesù è stato 
un predicatore itinerante, ma non il Messia atteso, infatti per loro non era 
figlio di Dio. Le più importanti fonti testuali relative a Gesù sono i Vangeli 
canonici e il Nuovo Testamento. 
Gesù iniziò il suo ministero pubblico di predicazione quando aveva circa 
trent’anni in seguito al battesimo ricevuto da Giovanni. La durata della vita di 
Gesù non è conoscibile con certezza. Le località menzionate dai Vangeli 
sono concentrate soprattutto nella zona del lago di Genezaret, in Galilea. 
Oltre ai suoi famosi discorsi, Gesù fu ricordato per i suoi numerosi miracoli. Il 
ministero di predicazione dei cristiani non fu semplice, perché vennero 
spesso perseguitati. Infatti la predicazione di Gesù lo portò alla sua 
condanna a morte durante il regno di Ponzio Pilato. La data della sua morte 
non è determinabile con precisione, ma i quattro evangelisti concordano sul 
fatto che essa sia avvenuta un venerdì durante le festività collegate alla 
Pasqua ebraica. Si pensa che sia avvenuta tra il 30 e il 33.
IL DISCORSO 
DELLA 
MONTAGNA 
La predicazione di Gesù avvenne sotto l’impero di 
Tiberio, durante il quale ci furono molte innovazioni 
seguite da un succedersi di imperatori. Per questo 
motivo molti credevano che Gesù fosse legato alla 
politica e che propagandasse una sua idea su di 
essa; alcuni storici però scrissero che il regno 
predicato da Gesù fosse privo di connotazioni 
propriamente politiche e sociali. Uno degli episodi 
che causò questo fraintendimento fu il “Discorso 
della montagna” nel quale veniva predicato che “gli 
ultimi saranno i primi” nel regno dei cieli. Infatti il 
Cristianesimo segnò una rivalutazione della 
persona umana e contribuì a migliorare le 
condizioni di vita delle classi inferiori. 
Raffigurazione del discorso della 
montagna di Carl Heinrich Bloch.
Definizioni di Matematica 
-Chiappa Alessandra 
-Lana Giuseppina 
-Picco Chiara 
-Porotti Linda
FUNZIONE: siano A e B due insiemi; si dice funzione da A a B una relazione che associa ad ogni 
elemento di A un solo elemento di B 
DOMINIO: l’insieme di partenza A si chiama dominio e l’insieme di arrivo B si chiama codominio 
IMMAGINE: quando è data una funzione f, l’immagine di un elemento X appartenente al 
dominio della funzione si indica con il simbolo f(x) se y è l’immagine di x tramite una certa 
funzione f, x è la controimmagine di y. 
L’insieme costituito dalle immagini di tutti gli elementi del dominio è chiamato insieme 
immagine 
FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE: giocano un ruolo di primo piano funzioni che hanno come 
dominio e codominio l’insieme R dei numeri reali
Esistono vari tipi di funzioni: 
• INIETTIVA: Una funzione f : A -> B si dice iniettiva se ogni elemento di B è immagine di al più 
un elemento di A 
• SURIETTIVA: Una funzione f : A -> B si dice suriettiva se ogni elemento di B è immagine di 
almeno un elemento di A 
• BIIETTIVA: Una funzione f : A -> B che è sia iniettiva sia suriettiva si dice biiettiva (o 
corrispondenza biunivoca o corrispondenza uno a uno). Una funzione f è biiettiva se e solo 
se ogni elemento di B è immagine di un unico elemento di A
TRASFORMAZIONE GEOMETRICA: ogni funzione biunivoca che associa ogni punto del piano ad 
un punto del piano stesso 
Il punto che corrisponde a P nella trasformazione f si indica con f(P) e si dice corrispondente o 
immagine o trasformato di P nella f 
TRASFORMAZIONE INVERSA: è una trasformazione geometrica indicata dal simbolo f—1 se P’ è 
l’immagine di P nella trasformazione f, allora P è l’immagine di P’ nella trasformazione f 
TRASFORMAZIONE INVOLUTORIA: applicata due volte una trasformazione f su un punto P si 
ottiene lo stesso punto P
ISOMETRIA: si chiama isometria ogni trasformazione che conserva la distanza 
INVARIANTI: 
• Allineamento dei punti 
• L’incidenza e il parallelismo delle rette 
• La lunghezza dei segmenti 
• L’ampiezza degli angoli
SIMMETRIA ASSIALE: si chiama simmetria assiale rispetto ad una data retta r la trasformazione 
che associa ad ogni punto P del piano il punto P’ simmetrico di P rispetto ad r 
INVARIANTI: 
• Allineamento dei punti 
• L’incidenza e il parallelismo delle rette 
• La lunghezza dei segmenti 
• L’ampiezza degli angoli 
ELEMENTI UNITI: tutti i punti appartenenti all’asse di simmetria e le rette perpendicolari all’asse
SIMMETRIA CENTRALE: si chiama simmetria centrale di centro O la trasformazione che associa 
ad ogni punto P del piano il suo simmetrico rispetto ad O 
INVARIANTI: 
• Allineamento dei punti 
• L’incidenza e il parallelismo delle rette 
• La lunghezza dei segmenti 
• L’ampiezza degli angoli 
• Direzione 
• Orientamento delle figure 
ELEMENTI UNITI: l’unico punto unito è il centro della simmetria e invece sono unite le infinite 
rette passanti per il centro
ROTAZIONE: dato un angolo orientato α, si dice rotazione di centro O e angolo di rotazione 
α la trasformazione che associa ad ogni punto P il punto P’ che soddisfa le seguenti 
condizioni: 
• L’angolo POP’ orientato in modo che OP sia il primo lato ha la stessa ampiezza e lo 
stesso orientamento di α; 
• OP’=OP 
INVARIANTI: 
• Allineamento dei punti 
• L’incidenza e il parallelismo delle rette 
• La lunghezza dei segmenti 
• L’ampiezza degli angoli 
• Orientamento delle figure 
ELEMENTI UNITI: l’unico punto unito è il centro di rotazione
TRASLAZIONE: si chiama traslazione di vettore v la trasformazione che associa a ogni punto P del 
piano il punto P’ tale che PP’ abbia la stesa direzione, lo stesso verso e lo stesso modulo di v. 
INVARIANTI: 
• L’allineamento dei punti; 
• L’incidenza e il parallelismo tra le rette; 
• La lunghezza dei segmenti e l’ampiezza degli angoli; 
• Le direzioni; 
• L’orientamento delle figure. 
ELEMENTI UNITI: infinite rette che hanno la stessa direzione del vettore v.
TRASFORMAZIONE COMPOSTA: si chiama trasformazione composta di una prima trasformazione 
f e di una seconda trasformazione g, la trasformazione, indicata con il simbolo gof, che fa 
corrispondere a ogni punto P del piano il punto P’’, ottenuto determinando dapprima 
l’immagine di P’ di P nella f e poi l’immagine P’’ di P’ nella g 
COMPOSIZIONE DI ISOMETRIE: la trasformazione composta di due isometrie è una isometria
COMPOSIZIONE DI SIMMERIE ASSIALI CON ASSI PARALLELI: la trasformazione composta di due 
simmetrie assiali con assi paralleli è una traslazione di vettore perpendicolare agli assi, con verso 
dal primo al secondo asse, e modulo uguale al doppio della distanza tra gli assi 
COMPOSIZIONE DI SIMMETRIE ASSIALI CON ASSI INCIDENTI: la trasformazione composta di due 
simmetrie assiali con assi incidenti in O è una rotazione avente centro in O e angolo di rotazione, 
orientato dal primo al secondo asse, di ampiezza uguale al doppio dell’angolo formato dai due 
assi
COMPOSIZIONE DI SIMMETRIE CENTRALI: la trasformazione composta di due simmetrie centrali, 
di centri O e O’, è una traslazione di vettore parallelo ed equiverso a OO’, avente modulo doppio 
di OO’ 
COMPOSIZIONE DI TRASLAZIONI: la trasformazione composta di una traslazione di vettore v e di 
una traslazione di vettore w è una traslazione di vettore v + w
COMPOSIZIONE DI ROTAZIONI: la trasformazione composta di due rotazioni aventi lo stesso 
centro O e angoli di rotazione di ampiezze α e β è una rotazione di centro O e angolo di 
rotazione di ampiezza α + β 
TEOREMA FONDAMENTALE SULLE ISOMETRIE: ogni isometria è la composizione di al più tre 
simmetrie assiali
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L’immagine

  • 1. L’IMMAGINE Classe 2D a.s. 2013-2014
  • 2. Quest’anno, il nostro lavoro si è proposto di analizzare in tutte le sue possibili declinazioni il concetto di immagine, intesa come possibile rappresentazione della realtà. Passando dall’evidenza e precisione delle figure geometriche, con le quali, attraverso varie trasformazioni, si possono creare immagini naturalistiche di straordinaria bellezza ed estrema armonia, alla rappresentazione dei personaggi letterali e notare come questa riflette, per armonia o contrasto, il mondo interiore del personaggio stesso. Ma si può anche costruire strategicamente la propria immagine per esercitare il potere sugli altri, come abbiamo più volte visto nel corso della storia. Eccoci ora alla conclusione del nostro viaggio fatto di attimi colti al momento opportuno… il nostro è finito, ma il vostro deve ancora cominciare.
  • 3. UNITA’ DI APPRENDIMENTO IMMAGINE -MATEMATICA -ITALIANO -ARTE -STORIA -INGLESE -GEOMETRIA
  • 4. U.D.A. GEOMETRIA Le ISOMETRIE ed ESCHER -Bindi Paolo -Gioè Simone -Milan Federico -Podini Mattia
  • 5. Maurits Cornelis Escher (1898 – 1972) è stato un incisore e grafico olandese. È conosciuto principalmente per le sue incisioni su legno, litografie e mezzetinte che tendono a presentare costruzioni impossibili, esplorazioni dell‘infinito del piano e dello spazio e motivi geometrici. Le opere di Escher sono molto amate dagli scienziati, logici, matematici e fisici che apprezzano il suo uso razionale di poliedri, distorsioni geometriche ed interpretazioni originali di concetti appartenenti alla scienza.
  • 6. Analizziamo ora delle opere di Escher che contengono alcune isometrie studiate:
  • 7. Pesci e Anatre In questa litografia si possono ritrovare traslazioni con due vettori differenti che vengono applicate più volte.
  • 8. Uno dei due vettori, sia per le anatre (rosso), sia per i pesci (verde), è il seguente:
  • 9. Il secondo è invece questo:
  • 10. Pesci Volanti Quest’altra litografia presenta invece tre diverse rotazioni ripetute sempre più volte:
  • 11. Quella verde è di 180° (simmetria centrale) e trasforma il pesce rosso nel pesce bianco.
  • 12. Il punto rosso e quello blu sono invece il centri delle rotazioni che trasformano i pesci bianchi negli altri pesci bianchi e i pesci rossi negli altri pesci rossi.
  • 13. Rondini, Farfalle, Api e Pipistrelli Questa immagine è più complessa delle precedenti poiché basata su più di una trasformazione:
  • 14. Ogni figura presenta un’asse di simmetria che la taglia:
  • 15. I pallini sono il centro delle simmetrie centrali (rotazioni di 180°) che trasformano gli animali a coppie di due: Api e Farfalle Rondini e Pipistrelli Rondini e Farfalle Api e Pipistrelli
  • 16.
  • 17. Motore Guzzi V7 - Ildebrando Spadaro Lama
  • 18. - Giorgio Raimondi Motore V10 Lamborghini
  • 19. Carro armato High-Tech - Giacomo Lupi
  • 20. Fiocco di neve - Mattia Podini
  • 22. Unità di apprendimento di italiano – l’immagine Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 23. In questo progetto, che sarà incentrato sull’immagine dal punto di vista interiore ed esteriore, cercheremo di far venire alla luce, tramite opere e libri che hanno fatto la storia della letteratura, la differenza tra immagine esteriore e ciò che siamo veramente. L’immagine di una persona infatti, può essere o non essere in contrasto con ciò che si ha dentro. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 24. A tutti è capitato di stupirsi nello scoprire come gli altri possano avere un’immagine di noi diversa dalla nostra, visto che noi sappiamo cosa c’è sotto la ‘’maschera’’ e gli altri non vedono che questa, dal di fuori. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 25. Poiché quest’anno abbiamo iniziato a leggere il romanzo “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni abbiamo deciso di incentrare alcuni esempi su alcuni personaggi che hanno un ruolo fondamentale nella storia. Quest’ultimi presentano una sostanziale differenza tra esteriorità ed interiorità. Uno dei fini che il Manzoni si propone di raggiungere attraverso il romanzo è quello di rappresentare il doloroso distacco, esistente nella vita dell’uomo, fra il piano ideale dei principi e quello reale dell’esperienza quotidiana. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 26. Manzoni non rappresenta soltanto lo scontro diretto tra bene e male, fra violenza prevaricatrice e innocenza oppressa, bensì anche il contrasto fra il facile prevalere delle apparenze, del superficiale conformismo e il difficile affermarsi del “vero morale”. Fra i diversi modi di presentazione di cui si serve Manzoni per introdurre nell’intreccio i personaggi, essenziale è quello del ritratto: grazie ad esso l’autore interviene direttamente fornendo alcuni riferimenti relativi ai tratti fisici, alla situazione sociale e anche al comportamento, alla personalità della figura che verrà delineandosi nel corso del romanzo stesso. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 27. Don Abbondio • Don Abbondio è uno dei personaggi principali de ‘I Promessi Sposi’, tuttavia a dire il vero Alessandro Manzoni non ne dà una precisa descrizione fisica. • Si sa che ha gli occhi grigi, statura bassa, è corpulento e ha superato i sessant’anni, ma non viene menzionata una casata di discendenza. • E’ il curato del paese, ha scelto questa professione più per i benefici economici che per vera vocazione. E’ anche una sorta di banco dei pegni del paese. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 28. Don Abbondio • Il comportamento di don Abbondio, ispirato al timore di non far torto al potente di turno, il suo agire che non rispetta gli obblighi morali che il suo abito gli impone, sono atti che denunciano la debolezza e la fragilità dell’individuo calato in una dimensione storica e sociale che lo opprimono. La sua volontà è annullata dalla paura di una ritorsione del violento; il suo libero arbitrio, il suo senso morale scompaiono sotto i colpi dell’ arroganza e dell’esercizio illegale del potere. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 29. Don Abbondio • In questo romanzo, Don Abbondio è l’esempio di una medesima immagine sia interiore che esteriore. Ciò si nota ad esempio dal suo comportamento con i bravi proprio nel primo capitolo, facendo capire che lui è un uomo codardo, pigro e schivo, che si sottrae davanti alle difficoltà e agli ostacoli che incontra. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 30. Don Abbondio • Ne è un esempio la descrizione che fa il Manzoni del suo modo di camminare tornando dopo aver celebrato il suo uffizio: “..proseguiva il suo cammino, guardando a terra, e buttando con un piede verso il muro i ciottoli che facevano inciampo..” è il solo gesto attivo di Don Abbondio, gesto che nasconde un suo valore morale. Il bravo curato non vuole ostacoli, la sua strada deve essere libera e liscia senza intralci, così come la sua vita senza incagli e responsabilità. Proseguendo la descrizione leggiamo “..poi alzava il viso, e girati oziosamente gli occhi all’intorno..” dove l’avverbio oziosamente è indicativo del senso di vuoto dell’animo. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 31. Padre Cristoforo • Il personaggio a cui il Manzoni dedica uno dei suoi ritratti più vivi e intensi è Padre Cristoforo, del quale l’autore traccia anche la storia, cioè quella serie di eventi che hanno contribuito a formarne la personalità. • A differenza di Don Abbondio, egli ha una contrapposizione tra le due immagini. Lo scopo dello scrittore è quello di rivelare attraverso la descrizione fisica il carattere e il temperamento del personaggio la cui caratteristica è quella di essere in perenne lotta fra orgoglio e umiltà. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 32. Padre Cristoforo • E’ più vicino ai sessant’anni che ai cinquanta, ha la tonsura, la barba bianca e lunga, i lineamenti marcati e occhi incavati. Il suo nome vero era Lodovico ed era figlio di un mercante. E’ lui che consiglia a Lucia e Renzo di fuggire da Lecco. • Simbolo del coraggio del cristianesimo che difende i più deboli, Fra Cristoforo è un padre cappuccino che prese i voti per sfuggire alla sua dissoluta vita precedente. E’ molto religioso e spirituale, ma il suo animo è spesso irrequieto. E’ molto determinato e coraggioso, ha un forte autocontrollo e un profondo senso della giustizia che lo spinge a schierarsi contro i potenti per difendere i più deboli. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 33. Padre Cristoforo • Dalla descrizione di Padre Cristoforo emerge subito la duplice personalità di questo personaggio: l'uomo forte e battagliero e l'uomo pacato, umile e dedito al sacrificio. Sia l’aspetto fisico che il suo comportamento mostrano continuamente questo suo dibattersi tra il temperamento focoso e la sua volontà di dominarsi. Anche il suo linguaggio che solitamente è umile e tranquillo, a volte diventa impetuoso e appassionato. E' un peccatore pentito. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 34. Padre Cristoforo • Manzoni lo presenta dal temperamento onesto e al tempo stesso violento, dal carattere impulsivo ma generoso, animato da un profondo senso di giustizia, dall'amore per i deboli e dall'impegno instancabile per la loro difesa. • Manzoni attraverso il personaggio di Padre Cristoforo sottolinea la difficoltà per l’uomo di dominare il Proprio istinto. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 35. Padre Cristoforo • Per i personaggi di maggior rilievo Manzoni coglie attraverso pochi tratti fisici e qualche acuto rilievo psicologico, il carattere, la personalità, per poi tornare indietro e spiegare le ragioni che hanno contribuito a formare quel comportamento: Il volto scarno e la barba bianca, ad esempio, non ci dicono solo l’età o la vita di penitenza di un frate qualsiasi, perché si insinua il rilievo psicologico; così come la descrizione dei gesti con spirito di osservazione, ad esempio “..alzando la barba con un moto leggiero..” delinea oltre alle parole, i tratti del personaggio nel quale si alternano moti di passione e momenti di riflessione. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 36. Padre Cristoforo • La gestualità nell’affrontare Don Rodrigo, ..”dando indietro due passi, postandosi fieramente sul piede destro, …. , alzando la mano con l’indice teso verso Don Rodrigo..” sottolinea il suo atteggiamento da combattente: non ha bisogno di avere una spada in mano; bastano a colpire nel segno le sue parole. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 37. La Monaca di Monza • La Monaca di Monza, il cui nome di battesimo è Gertrude, è un personaggio molto enigmatico e abbastanza rilevante nel romanzo. in ogni espressione che il Manzoni usa per offrire al lettore la visione completa ed esatta del dramma di Gertrude, si avvertono variamente intrecciati due sentimenti: lo sdegno per una fra le brutali consuetudini di un secolo corrotto e inumano, e un accorato accento di pietà per la sorte dell’infelice vittima. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 38. La Monaca di Monza • La Monaca di Monza è un personaggio realmente esistito, il suo vero nome era Marianna de Leyva y Marino. E’ una creatura debole, che cede alle pressioni della famiglia che le prospettano una vita monastica, pur non avendo la minima vocazione. • Simbolo della monacazione forzata, si immerge in una torbida relazione proibita con Egidio, altro personaggio negativo di cui la Monaca di Monza è succube. Non è malvagia, semplicemente non agisce e non ha coscienza, aspetta che siano gli altri ad agire per lei. E’ indecisa, ambigua, porta con sé un forte rancore, è debole e capricciosa. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 39. La Monaca di Monza • Non è una monaca come le altre; è giovane, ma più potente della badessa o della priora, fornita di un’autorità che le deriva dal prestigio mondano della sua nobile famiglia. Queste allusioni annunciano perciò un personaggio insolito e misterioso. L'autore non nasconde le responsabilità di coloro che la forzano a un destino che non è il suo (il padre, la badessa, Egidio...), tuttavia sottolinea le colpe individuali della "Signora" che sono da ricondurre in gran parte a lei, secondo quella visione morale per cui la responsabilità del male commesso è del singolo e non può trovare scuse nella coercizione esercitata da altri. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 40. La Monaca di Monza • La sua immagine esterna è vincolata dal ruolo che lei ricopre, la sua veste le impone di comportarsi umilmente e le vieta di trovare le delizie della vita mondana. Il suo carattere interiore è infatti sottolineato dall’orgoglio e dalla sua debolezza, che desidera i privilegi della sua condizione aristocratica ma non ha la forza di ribellarsi alle decisioni altrui, dunque finisce per soccombere ed essere risucchiata in un vortice di peccati e delitti (la sua indole non è malvagia e perciò è portata al crimine dalla volontà di altri, a causa della sua scarsa determinazione). Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 41. La Monaca di Monza • Gli elementi fisici del ritratto sono animati da una serie di contrapposizioni e da molte antitesi: con una prima, l’autore afferma che la monaca era di una bellezza sbattuta, «sfiorita e scomposta», particolare che ci fa capire quanto fosse tormentata moralmente. Una seconda contrapposizione è di natura cromatica: un velo nero le cadeva dalle due parti della testa e sotto questo, una bianchissima benda come la fronte, le incorniciava il volto. Nel pallore del suo viso emergevano due neri sopraccigli, un paio di occhi che a volte incutevano timore e chiedevano aiuto e le labbra rosate. Anche nel vestire c’era qualcosa di strano; l’abito infatti aveva la vita attillata e tutto ciò rivelava un’attenzione mondana; dalla benda le usciva una ciocchettina di capelli neri, a testimoniare che non aveva nemmeno rispettato le regole del convento che prescrivevano di tenerli corti. La scelta del colore e non colore bianco e nero, esprime la personalità della suora, dominata da purezza e peccato. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 42. L’Innominato • Dal punto di vista psicologico, l’Innominato appare subito avvolto nel mistero, un personaggio malvagio e influente, che si circonda di uomini di fiducia che lo aiutano a realizzare i suoi atti illeciti. Pur incarnando l’eroe negativo, in realtà l’Innominato si converte a metà dell’opera: il rapimento di Lucia, su richiesta di don Rodrigo, è l’ultimo atto malvagio che lui compie prima di decidere di cambiare vita. • Durante la notte in cui Lucia è prigioniera nel castello, la disperazione dell'Innominato giunge ad un punto critico, tanto da fargli desiderare il suicidio, ma ecco che la Divina Provvidenza e le parole di Lucia lo salvano e gli mostrano la via della misericordia e del perdono. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 43. L’Innominato • Dal punto di vista fisico era grande, bruno, calvo; bianchi i pochi capelli che gli rimanevano; rugosa la faccia: a prima vista, gli si sarebbe dato più de' sessant'anni che aveva; ma il contegno, le mosse, la durezza risentita de' lineamenti, il lampeggiar sinistro, ma vivo degli occhi, indicavano una forza di corpo e d'animo, che sarebbe stata straordinaria in un giovine. • L’Innominato è prigioniero del suo ruolo di prepotente e da oppressore, tramite l’incontro con Lucia, si trasforma nel salvatore lottando tra orgoglio e un’inquieta volontà di fare bene. Il suo atteggiamento si modifica da imperioso a esitante, aprendosi alla compassione. Nel dialogo alterna tonalità iraconde a una dolcezza per lui inconsueta. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 44. L’Innominato • La sua conversione giunge dopo la notte angosciosa, infatti quel giorno arriva nel suo paese il cardinale Federigo Borromeo, personaggio storico. • La scelta di Manzoni del personaggio, per attuare la conversione, non è certamente casuale: infatti solo un uomo di una grandissima bontà come il cardinale può redimere l'Innominato. I due personaggi si possono descrivere, per certi aspetti, come opposti. Dopo la conversione l'Innominato cambia completamente e coglie al volo l'occasione per far del bene in maniera proporzionata al male che aveva fatto. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 45. Proseguendo la ricerca, spostiamo l’attenzione su altri libri che hanno come tema principale l’immagine: • - IL RITRATTO DI DORIAN GRAY di Oscar Wilde • - IL CAVALIERE INESISTENTE di Italo Calvino • - UNO, NESSUNO E CENTOMILA di Pirandello Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 46. IL RITRATTO DI DORIAN GRAY di Oscar Wilde L’autore del romanzo è Oscar Wilde, nato a Dublino nel 1854 e morto a Parigi nel 1900. • Dorian, un ragazzo bellissimo, riceve in dono un ritratto fattogli dall’amico Basil. • Il desiderio che il quadro invecchi al suo posto si avvera e, mentre egli rimarrà sempre giovane il suo animo, corrotto dall’amicizia con Lord Wotton, affiorerà nel ritratto, che si modifica. • Dopo molti anni, ossessionato dall’idea, deciderà di squarciare il ritratto. Egli morirà e il quadro tornerà come all’origine, perché era il quadro a vivere per lui. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 47. IL RITRATTO DI DORIAN GRAY di Oscar Wilde • Questo romanzo, rappresenta un’eccezione, perché possiamo notare che sia l’immagine esteriore che quella interiore si manifestano nel mondo reale, la prima sotto forma del giovane che non invecchia mai, un bell’uomo con molte donne che viveva una vita piena di divertimenti senza mai subire alcun cambiamento; la seconda invece viene rappresentata dal quadro, che lui teneva nascosto perché andando avanti con la sua vita notava che il quadro subiva tutti i cambiamenti che non subiva il protagonista. • Fino a quando il quadro non diventò il ritratto di un mostro, che aveva accumulato tutte le esperienze a cui il personaggio si era lasciato andare. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 48. IL RITRATTO DI DORIAN GRAY di Oscar Wilde • Riassumendo, possiamo dire che entrambe le immagini si presentano concretamente nel romanzo. « Quando la giovinezza se ne sarà andata, la sua bellezza la seguirà e improvvisamente si renderà conto che non ci saranno più trionfi per lei, oppure dovrà accontentarsi di quei mediocri trionfi che il ricordo del passato renderà più amari di sconfitte. Ogni mese che passa la avvicina a qualcosa di tremendo. Il tempo è geloso di lei e combatte contro i suoi gigli e le sue rose Il suo colorito si spegnerà, le guance si incaveranno, gli occhi perderanno luminosità. Soffrirà, orrendamente… Ah! Approfitti della giovinezza finché la possiede. Non sprechi l’oro dei suoi giorni ascoltando gente noiosa, cercando di migliorare un fallimento senza speranza o gettando la sua vita agli ignoranti, alla gente mediocre, ai malvagi. Questi sono gli obbiettivi malsani, i falsi ideali della nostra società. Deve vivere! Vivere la sua vita meravigliosa che è in lei! Non lasci perdere nulla! Cerchi sempre sensazioni nuove. Non abbia paura di nulla. » – Lord Henry Wotton Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 49. IL CAVALIERE INESISTENTE di Italo Calvino • Il cavaliere inesistente è il terzo romanzo della trilogia de I nostri antenati. Il libro, dopo l’uomo dimidiato del Visconte dimezzato e l’allegoria illuminista del Barone rampante, presenta la riflessione Di Calvino sul mancato rapporto tra la realtà e l’uomo contemporaneo. • Scritto nel 1959, racconta le vicende di Agilulfo, un nobile e coraggioso paladino che combatte al servizio di Carlo Magno, ma che in realtà non esiste: sotto la sua armatura infatti non c'è assolutamente nulla. • In questo romanzo troviamo nuovamente la differenza tra immagine interiore e quella esteriore. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 50. IL CAVALIERE INESISTENTE di Italo Calvino • Quella esteriore è rappresentata semplicemente dallo stesso personaggio, dalla sua armatura vuota, la quale lo fa immaginare come un personaggio vuoto e privo di sentimenti; • In realtà (immagine interiore) egli vive moltissime avventure, incontra l'amore, viaggia, è immortale e non trasgredisce mai ad alcuna regola. E' un cavaliere perfetto, ma, nello stesso tempo, è piuttosto antipatico, permaloso, pignolo e vive isolato da tutti perché convinto di sapere tutto e non ammette che qualcuno lo contraddica. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 51. UNO, NESSUNO E CENTOMILA di Pirandello • In Uno, nessuno e centomila Vitangelo Moscarda scopre di non essere l’uno che credeva di essere, ma tante personalità quante gliene attribuiscono gli altri, pertanto nessuno per sé stesso; • Egli rinuncia a moglie, denaro e lavoro che facevano di lui una maschera; • Questo romanzo è la tappa finale dell’ideologia ribellistica e anarchica dello scrittore e anticipa, nel contempo, il dramma esistenzialista dell’incomunicabilità; Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 52. UNO, NESSUNO E CENTOMILA di Pirandello • Uno nessuno e centomila rappresenta la “summa” delle situazioni di ogni personaggio pirandelliano, una specie di consuntivo ideologico finale. Ritrae in modo emblematico la perdita di identità dell’uomo del novecento. • La stessa crisi fu scandagliata da Pirandello in Sei personaggi in cerca d’autore, originalissima commedia in cui i sei personaggi si fanno altissimo simbolo della pena di vivere e dell’impossibilità di liberazione. • Al centro della concezione pirandelliana sta il contrasto fra ciò che gli uomini credono di vedere, anche in buona fede, e la sostanza delle cose. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 53. Davide Ferraro, Maia Zambarbieri, Marco Tonna, Francesca Spinelli LS – 2° D
  • 54. The image Anno scolastico 2013/2014 -Adela Dumitrescu -Matthew Kirchin -Anna Oldrati
  • 55. This year, our class work was essentially based on the concept of the image. The first time we heard about it, we were nearly terrified by this new idea, but it was very intresting to discover new opinions about the inside and the outside of a person from our classmathes. Our text helped us with a whole unit about this argument, but we decided to use one more famous example of it. In the end, our work is going to talk about Oscar Wilde and his only novel “The picture of Dorian Gray”, that shows us very clearly the difference. We think that this is the most useful indication to our work and it’s also a Oscar Wilde production: “All charming people, I fancy, are spoiled. Is this the secret of their attraction.”
  • 57. The Author Oscar Fingald O’Flahertie Wills Wilde was born in Dublin on 16th October 1854 and he died in Paris on 30th November 1900. Oscar Wilde had an elder brother, William, and a younger sister, Isola. He changed his name and his signature lots of times in the years. There aren’t many information about his childhood; he didn’t remember anything of his early years. Up to the age of nine, Oscar Wilde was educated at home, then he studied in the same school of his brother. Since 1874 he attended Trinity College in Dublin, where he was awarded for the studies about Greek lyrics. Later on he attended Oxford University. During his life he did a lot of travels and he changed lots of houses. He was imprisoned for two years. Oscar Wilde was married, but he had a relationship with Alfred Douglas; afterwards Oscar and Alfred were compelled to separate. Wilde had often financial problems and some of his friends helped him to settle his debts. When he died he was very ill, but before dying he became Christian. The main texts written by him are: “The Picture of Dorian Gray”, “The Importance of Being Earnest”, “The Canterville Ghost”, “An ideal husband”, “De profundis”. He also wrote short stories for children.
  • 58. Oscar Wilde belonged to dandies’ movement, that spread during the English regency and the French restoration. Dandies showed their elegance in the way they dressed and they grew away reality. First ….: Brummel represented the model of dandies; he showed himself unproductive and committed in luxury. His clothing was simple but well-groomed: blue jacket with buttons of brass, waistcoat, knee-deep trousers and white tie. Also his ways of talk and his behavior characterized him. Late ….: after Victorian age, when dandies disappeared, the movement came in force thanks to Oscar Wilde. In his opinion, clothing should amaze. He wore knee-deep trousers and this created a scandal. After Oscar Wilde the movement lost his reasons.
  • 59. What’s the book about? The novel begins on a summer day in Basil Hallward’s studio while Lord Henry Wotton is observing and commenting the portrait of a young man named Dorian Gray, who is Basil last friend and his latest inspiration. After a while, Dorian and the Lord become friends and after hearing Lord Henry’s point of view about the world and life, the young boy starts thinking that beauty is the only worthwhile aspect of life and begins whishing that the portrait would grow old instead of him. Under Lord Henry’s influence, Dorian begins exploring his senses. While he’s in a pub, he sees a beautiful girl and he falls in love with her. Some days later, he discovers that she’s the actress Sibyl Vane, who plays Shakespeare’s plays in a little theatre of the suburbs. Dorian approaches her and soon proposes marriage, though then he sees her acting in “Romeo and Juliet”, he tells her that her only love is theatre, not him, and he decides to leave her. After a few days he changes his mind, but it’s too late: he discovers from Lord Henry that she has died and her brother’s only wish is to kill him. As soon as he gets home, he notices that the portrait has changed and his wish has become true.
  • 60. During the time he spends into the city town, he commits lots of sins and the portrait, which was hidden and locked in the highest room of the house, where nobody goes, becomes uglier and uglier, as his soul is. When Basil discovers what’s happend to his work of art and unveils it, he is killed by Dorian. Some days after the murderer, Dorian leaves the city for a little long period and, when he comes back, his body is the same like when he left: he hasn’t grown old as Lord Henry and his wife have done. In the end, Dorian falls in love again with a young lady named Hetty Merton and he stars wondering if the portrait is still changing even if he has given up his immoral ways. But his not so lucky and he pierces the heart of his own portrait with the same knife that killed Basil. As he does that, he dies and his body becomes so ugly that the servants only recognise him by his rings.
  • 61.
  • 62. L'IMMAGINE Quest'anno è stato deciso che l'unità didattica si sarebbe basata sull'immagine. Cercando sul dizionario la parola immagine abbiamo trovato vari significati, tra i quali: la forma con la quale una cosa appare a chi la guarda, il modo di presentarsi e la rappresentazione mentale prodotta dalla fantasia. Che collegamento c'è tra immagine e storia? Studiando la storia abbiamo incontrato numerosi personaggi che hanno costruito la propria immagine. Vi sono per esempio personaggi i quali hanno avuto regni duraturi, altri molto brevi e altri ancora durano tuttora. I tre personaggi in cui ci siamo imbattuti che rappresentano a pieno il modello di immagine sono: Gesù, Nerone e Diocleziano.
  • 63. Ma cos'hanno di comune e di differente questi tre personaggi? In primo luogo associamo l'idea di innovazione e cambiamento a Gesù e Diocleziano. Al contrario Nerone rappresentò un periodo di crudeltà e repressione. La differenza sostanziale tra queste figure è la durata dei loro regni. Passiamo da Nerone che si presentò inizialmente come modello di perfetto imperatore fino a quando, a causa della sua superiorità e prepotenza, venne definito pazzo tanto da far crollare il suo impero; arrriviamo a Gesù il quale, grazie alla sua umiltà e la sua devozione, creò un impero che dura ancora. Infine troviamo Diocleziano che, tramite la tetrarchia, creò un impero ben difeso che però non durò molto.
  • 64. IMMAGINE -NERONE - GESU’ -DIOCLEZIANO ANNO 2013/2014 classe 2Dsc ● Massi Mauri Marta ● Milani Morgana ● Schifano Veronica ● Taverna Alice
  • 65. DIOCLEZIANO GAIO AURELIO VALERIO Governa DAL 20 NOVEMBRE 284 D.C AL 1 MAGGIO 305 D.C. Periodo CRISI TERZO SECOLO DALMAZIA ROMA - - - - CONIUGATO IMPERATORE E TETRARCA DI ROMA - - - - MOSSI AZZURRI FONDATORE DELLA TETRARCHIA E AUTORE DI MOLTEPLICI RIFORME Gaio Aurelio Valerio ROMA Dio2c0l NeOzViaEnMoBRE 284
  • 66. IL PALAZZO DI DIOCLEZIANO Il palazzo di Diocleziano era situato in Croazia, a Spalato. Fu fatto edificare da Diocleziano molto probabilmente tra il 293 e il 305. L'imperatore dopo aver abdicato trascorse la pensione fino alla morte. Il palazzo era, ed è tutt'ora, per quello che ne resta, situato al centro della città. Dopo essere stato più volte restaurato, essendo comunque in ottime condizioni, entrò a far parte dell'UNESCO nel 1979. Al suo interno era presente Il peristilio, uno degli ambienti meglio conservati tutt'oggi, e pare che avesse la funzione di scenografia per le cerimonie ufficiali alle quali partecipava come protagonista l'imperatore. Il palazzo è un palese esempio delle tendenze architettoniche nell'età di Diocleziano, improntate a tendenze conservatrici, come per esempio anche nelle terme di Diocleziano a Roma, di impostazione analoga a quelle di Caracalla. La villa, come alcuni altri esempi tardo-imperiali, è costruita a modello di un castrum, con le mura di cinta e i torrioni, ma fece da ispirazione anche il complesso dei palazzi imperiali del Palatino. L'edificio è l'antecedente più vicino ai castelli medievali, ma anche ai monasteri fortificati, con il peristilio che funge da centro.
  • 67. NERONE LUCIO DOMIZIO ENOBARDO CLAUDIO CESARE AUGUSTO GERMANICO Govern a 15 DICEMBRE 54 D.C. AL 9 GIUGNO 68 D.C. Periodo DINASTIA GIULIO-CLAUDIA ANTIUM(ROMA) ROMA - - - - CONIUGATO IMPERATORE DI ROMA - - - - MOSSI MARRONI AFFIANCATO DAL FILOSOFO SENECA E DALLA MADRE AGRIPPINA Nerone ROMA 15 DICEMBRE 54 D.C.
  • 68. VITA E OPERE Nerone in una prima fase affiancato dalla moglie Ottaviana e guidato da Seneca, uno dei primi scrittori filosofi a Roma, seguì il modello di imperatore ideale. In una seconda fase possiamo notare un declino radicale dell'impero romano perchè sembra di rivivere la situazione dell'impero romano ai tempi di Caligola. Due fattori principali che caratterizzano questa fase sono il nuovo matrimonio di Nerone con Poppea e il ritorno della madre Aggrippina dall'esilio. Nerone fece molte vittime durante il suo impero tra cui la madre, indusse Seneca al suicidio perchè non accetava la concorenza nel campo letterario-filosofico soprattutto nelle gare indotte da lui e per questo motivo nel perido del suo impero molti filosofi non scrissero più, anche se c'era molto da scrivere e si suicidarono. Nerone era associato alla figura del tiranno a cui si legano gli aggettivi violento e crudele; durante il suo regno decise di edificare il nuovo palazzo imperiale La domus aurea e venne accusato dell'incendio di Roma nel 64 d.C proprio perchè si verificato nei quartieri dove lui aveva stablito di costruire il suo palazzo; su questo si hanno ancora molti dubbi perchè Nerone accusò i cristiani e da qui iniziarono le persecuzioni cristiani che duranono fini all'editto di tolleranza del 313. Dopo che fu abbandonato dai pretoriani e dall'esercito tentò di fuggire e infine si tolse la via nei pressi di Roma nella villa di un suo liberto nel 68 d.C. Alla sua morte subì la domnatio memoriae, ovverò la cancellazione del suo nome dagli atti ufficiali dell'impero.
  • 69. LA DOMUS AUREA: La Domus Aurea era costruita con materiali molto pregiati come il marmo, l'oro e moltissime pietre preziose, ma con le basi in mattone. Gli architetti che la progettarono furono Severo e Celere e in seguito fu decorata dal rinomato pittore Fabullo. Al complesso della residenza, estesa per più di 800 ettari, appartenevano molti vigneti, pascoli e boschi, un enorme lago artificiale dove si erge oggi il Colosseo e una moltitudine di giardini con padiglioni dedicati esclusivamente allo svolgimento di feste. Si accedeva alla villa dalla via Sacra e nel vestibolo, la stanza che si trova all'entrata delle domus romane, era situata una statua alta 120 piedi che raffigurava Nerone nelle veste del Dio Sole. Gli affreschi e le decorazioni della Domus Aurea furono riscoperte solo nel Rinascimento. Solo quando ci fu l’eruzione del Vesuvio che travolse la città di Pompei nel 79 d.C. gli studiosi si interessarono nuovamente alla Domus Aurea. Nel 1980 è stata inserita, insieme a tutto il centro storico di Roma nella lista dei patrimoni dell'umanità dall' UNESCO.
  • 70. - - - - GESU’ DI NAZARET CONVENZIONALMENTE NELL’ANNO 0 MA IN REALTA’ NELL’ANNO 7 D.C. Periodo DA AUGUSTO A TIBERIO BETLEMME(PALESTINA) NAZARET - - - - NUBILE PREDICATORE MORI MOSSI AZZURRI DISCENDENTE DI DIO E MASSIMO ESPONENTE DEL CRISTIANESIMO Gesù NAZARET 7 D.C. - - - -
  • 71. VITA E OPERE Gesù, figlio di Dio, crebbe con la madre Maria e Giuseppe, durante l’impero di Augusto. Fu fondatore della religione cristiana, che lo riconosce come il Messia o come “Dio fatto uomo”. Invece per la religione ebraica Gesù è stato un predicatore itinerante, ma non il Messia atteso, infatti per loro non era figlio di Dio. Le più importanti fonti testuali relative a Gesù sono i Vangeli canonici e il Nuovo Testamento. Gesù iniziò il suo ministero pubblico di predicazione quando aveva circa trent’anni in seguito al battesimo ricevuto da Giovanni. La durata della vita di Gesù non è conoscibile con certezza. Le località menzionate dai Vangeli sono concentrate soprattutto nella zona del lago di Genezaret, in Galilea. Oltre ai suoi famosi discorsi, Gesù fu ricordato per i suoi numerosi miracoli. Il ministero di predicazione dei cristiani non fu semplice, perché vennero spesso perseguitati. Infatti la predicazione di Gesù lo portò alla sua condanna a morte durante il regno di Ponzio Pilato. La data della sua morte non è determinabile con precisione, ma i quattro evangelisti concordano sul fatto che essa sia avvenuta un venerdì durante le festività collegate alla Pasqua ebraica. Si pensa che sia avvenuta tra il 30 e il 33.
  • 72. IL DISCORSO DELLA MONTAGNA La predicazione di Gesù avvenne sotto l’impero di Tiberio, durante il quale ci furono molte innovazioni seguite da un succedersi di imperatori. Per questo motivo molti credevano che Gesù fosse legato alla politica e che propagandasse una sua idea su di essa; alcuni storici però scrissero che il regno predicato da Gesù fosse privo di connotazioni propriamente politiche e sociali. Uno degli episodi che causò questo fraintendimento fu il “Discorso della montagna” nel quale veniva predicato che “gli ultimi saranno i primi” nel regno dei cieli. Infatti il Cristianesimo segnò una rivalutazione della persona umana e contribuì a migliorare le condizioni di vita delle classi inferiori. Raffigurazione del discorso della montagna di Carl Heinrich Bloch.
  • 73. Definizioni di Matematica -Chiappa Alessandra -Lana Giuseppina -Picco Chiara -Porotti Linda
  • 74. FUNZIONE: siano A e B due insiemi; si dice funzione da A a B una relazione che associa ad ogni elemento di A un solo elemento di B DOMINIO: l’insieme di partenza A si chiama dominio e l’insieme di arrivo B si chiama codominio IMMAGINE: quando è data una funzione f, l’immagine di un elemento X appartenente al dominio della funzione si indica con il simbolo f(x) se y è l’immagine di x tramite una certa funzione f, x è la controimmagine di y. L’insieme costituito dalle immagini di tutti gli elementi del dominio è chiamato insieme immagine FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE: giocano un ruolo di primo piano funzioni che hanno come dominio e codominio l’insieme R dei numeri reali
  • 75. Esistono vari tipi di funzioni: • INIETTIVA: Una funzione f : A -> B si dice iniettiva se ogni elemento di B è immagine di al più un elemento di A • SURIETTIVA: Una funzione f : A -> B si dice suriettiva se ogni elemento di B è immagine di almeno un elemento di A • BIIETTIVA: Una funzione f : A -> B che è sia iniettiva sia suriettiva si dice biiettiva (o corrispondenza biunivoca o corrispondenza uno a uno). Una funzione f è biiettiva se e solo se ogni elemento di B è immagine di un unico elemento di A
  • 76. TRASFORMAZIONE GEOMETRICA: ogni funzione biunivoca che associa ogni punto del piano ad un punto del piano stesso Il punto che corrisponde a P nella trasformazione f si indica con f(P) e si dice corrispondente o immagine o trasformato di P nella f TRASFORMAZIONE INVERSA: è una trasformazione geometrica indicata dal simbolo f—1 se P’ è l’immagine di P nella trasformazione f, allora P è l’immagine di P’ nella trasformazione f TRASFORMAZIONE INVOLUTORIA: applicata due volte una trasformazione f su un punto P si ottiene lo stesso punto P
  • 77. ISOMETRIA: si chiama isometria ogni trasformazione che conserva la distanza INVARIANTI: • Allineamento dei punti • L’incidenza e il parallelismo delle rette • La lunghezza dei segmenti • L’ampiezza degli angoli
  • 78. SIMMETRIA ASSIALE: si chiama simmetria assiale rispetto ad una data retta r la trasformazione che associa ad ogni punto P del piano il punto P’ simmetrico di P rispetto ad r INVARIANTI: • Allineamento dei punti • L’incidenza e il parallelismo delle rette • La lunghezza dei segmenti • L’ampiezza degli angoli ELEMENTI UNITI: tutti i punti appartenenti all’asse di simmetria e le rette perpendicolari all’asse
  • 79. SIMMETRIA CENTRALE: si chiama simmetria centrale di centro O la trasformazione che associa ad ogni punto P del piano il suo simmetrico rispetto ad O INVARIANTI: • Allineamento dei punti • L’incidenza e il parallelismo delle rette • La lunghezza dei segmenti • L’ampiezza degli angoli • Direzione • Orientamento delle figure ELEMENTI UNITI: l’unico punto unito è il centro della simmetria e invece sono unite le infinite rette passanti per il centro
  • 80. ROTAZIONE: dato un angolo orientato α, si dice rotazione di centro O e angolo di rotazione α la trasformazione che associa ad ogni punto P il punto P’ che soddisfa le seguenti condizioni: • L’angolo POP’ orientato in modo che OP sia il primo lato ha la stessa ampiezza e lo stesso orientamento di α; • OP’=OP INVARIANTI: • Allineamento dei punti • L’incidenza e il parallelismo delle rette • La lunghezza dei segmenti • L’ampiezza degli angoli • Orientamento delle figure ELEMENTI UNITI: l’unico punto unito è il centro di rotazione
  • 81. TRASLAZIONE: si chiama traslazione di vettore v la trasformazione che associa a ogni punto P del piano il punto P’ tale che PP’ abbia la stesa direzione, lo stesso verso e lo stesso modulo di v. INVARIANTI: • L’allineamento dei punti; • L’incidenza e il parallelismo tra le rette; • La lunghezza dei segmenti e l’ampiezza degli angoli; • Le direzioni; • L’orientamento delle figure. ELEMENTI UNITI: infinite rette che hanno la stessa direzione del vettore v.
  • 82. TRASFORMAZIONE COMPOSTA: si chiama trasformazione composta di una prima trasformazione f e di una seconda trasformazione g, la trasformazione, indicata con il simbolo gof, che fa corrispondere a ogni punto P del piano il punto P’’, ottenuto determinando dapprima l’immagine di P’ di P nella f e poi l’immagine P’’ di P’ nella g COMPOSIZIONE DI ISOMETRIE: la trasformazione composta di due isometrie è una isometria
  • 83. COMPOSIZIONE DI SIMMERIE ASSIALI CON ASSI PARALLELI: la trasformazione composta di due simmetrie assiali con assi paralleli è una traslazione di vettore perpendicolare agli assi, con verso dal primo al secondo asse, e modulo uguale al doppio della distanza tra gli assi COMPOSIZIONE DI SIMMETRIE ASSIALI CON ASSI INCIDENTI: la trasformazione composta di due simmetrie assiali con assi incidenti in O è una rotazione avente centro in O e angolo di rotazione, orientato dal primo al secondo asse, di ampiezza uguale al doppio dell’angolo formato dai due assi
  • 84. COMPOSIZIONE DI SIMMETRIE CENTRALI: la trasformazione composta di due simmetrie centrali, di centri O e O’, è una traslazione di vettore parallelo ed equiverso a OO’, avente modulo doppio di OO’ COMPOSIZIONE DI TRASLAZIONI: la trasformazione composta di una traslazione di vettore v e di una traslazione di vettore w è una traslazione di vettore v + w
  • 85. COMPOSIZIONE DI ROTAZIONI: la trasformazione composta di due rotazioni aventi lo stesso centro O e angoli di rotazione di ampiezze α e β è una rotazione di centro O e angolo di rotazione di ampiezza α + β TEOREMA FONDAMENTALE SULLE ISOMETRIE: ogni isometria è la composizione di al più tre simmetrie assiali