discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
Il cinema classico e moderno
1. Il cinema classico
IL LINGUAGGIO
Nasce una tecnica narrativa, si sviluppa la grammatica del cinema.
Lo spettatore diventa un privilegiato: il suo risulta essere il migliore dei punti di vista
possibili.
La macchina da presa mima l'attenzione dello spettatore sulla scena: ad una prima
inquadratura totale (comprendo la scena nella sua interezza), seguono diversi dettagli e
particolari che focalizzano l'attenzione su ciò che succede; infine si torna al totale per capire
come l'ambiente è cambiato.
2. Il cinema moderno
QUANDO NASCE
Il cinema classico non termina in un batter di ciglia; il passaggio al cinema moderno è un
processo lungo, favorito da molteplici fattori:
1) trasformazioni nello scenario sociale: la seconda guerra mondiale, l’Olocausto, la
bomba atomica rendono evidente che il sogno di una unica grande società che
condivida gli stessi sogni e le stesse visioni è pura illusione;
2) trasformazioni della “macchina cinema”: l’industria cinematografica perde la sua
compattezza, si affacciano sulla scena molte cinematografie nazionali, nascono i primi
forti produttori indipendenti;
3) trasformazioni del pubblico: all’audience generalista si sostituiscono pubblici più definiti
e maturi; nascono i target;
4) trasformazioni nel panorama mediale: la televisione assorbe funzioni e prodotti che
prima erano propri del cinema.
3. SVILUPPO STORICO DEL CINEMA MODERNO
Non è facile attribuire l’etichetta di moderno ad un autore o ad una corrente. Il passaggio (dal
classico al moderno) fu lento e non sempre netto.
Il cinema moderno nasce da due esperienze lontanissime fra di loro:
a) il cinema neorealista italiano (anni ‘40), con il suo bisogno di uscire dlla logica della
messa in scena e di trovare un rapporto più stretto con la realtà;
b) il cinema fiammeggiante americano (anni ‘50), con la sua esasperazione delle
convenzioni, alla ricerca dei limiti e delle possibilità del cinema (andatevi a vedere i film
di Nicholas Ray e di Samuel Fuller).
Il cinema moderno “matura” grazie:
1) ai grandi autori degli anni ’60, impegnati in una personale ricerca stilistica: Antonioni,
Bergman, Pasolini, etc.;
2) alla Nouvelle Vague francese (Truffaut, Godard, Varda, etc.), che vuole “distruggere” il
monotono “cinema de papa” antecedente;
3) alle nuove correnti delle cinematografie nazionali (Free Cinema inglese, etc.)
4. Il cinema moderno si consolida negli anni ’70 grazie:
1) ai grandi cineasti del periodo (Woody Allen, Scorsese, Fassbinder, Tarkovskij); agli
inesauribili sperimentatori, spesso ignoti al grande pubblico (Straub e Huillet, Chantal
Akerman, etc.);
2) agli autori hollywoodiani impegnati in una rivisitazione dei generi (Robert Altman, Arthur
Penn, Sidney Pollack, etc.)
3) Il cinema moderno sembra trovare la sua celebrazione nel cinema intellettuale di Wim
Wenders.
5. ELEMENTI
1) L’immagine non è più attenta solamente al nucleo dell’azione, ma vuole essere il più
possibile ricettiva e disponibile. La mdp si lascia guidare da ciò che può essere filmato,
anziché imporre le proprie regole: rifiuta insomma ogni selezione preventiva o forzata di
quanto si manifesta di fronte ad essa.
Assumono importanza alcuni dispositivi quali:
a) profondità di campo: permette di inquadrare e tenere sott’occhio tutti i piani dello
spazio, senza doverli selezionare o inquadrare spicchio a spicchio.
b) piano-sequenza: ci restituisce un’azione (o una serie di avvenimenti) in continuità,
senza suddividerla in diverse inquadrature. Assume importanza l’ambiente che,
grazie al piano-sequenza, viene mostrato in tutta la sua complessità; le azioni
vengono inoltre contestualizzate maggiormente.
2) L’immagine tende a sottolineare il proprio statuto: non nasconde di essere una
rappresentazione, una reinterpretazione di ciò che mostra, un elemento linguistico.
Ne deriva il frequente utilizzo di riprese che rinnovano e perturbano i tradizionali modi di
filmare; il cinema non si finge realtà ma mostra di essere finzione.
6. 3) Lo spettatore non viene più condotto dalle inquadrature ma si trova a dover decidere
dove porre la sua attenzione. Egli si trova infatti di fronte a:
a) porzioni di mondo prive di linee di forza.
b) rappresentazione spesso ambigue riguardo al loro statuto.
Lo spettatore resta spaesato. Egli può reagire in due modi:
- limitarsi a prendere atto di ciò che gli viene mostrato.
- avventurarsi in percorsi personali, scegliendo soggettivamente i suoi centri d’attenzione.
Il cinema moderno appare dunque caratterizzato da due elementi:
A) dimensione anti-narrativa: le storie raccontate dai film non sono lineari, non
hanno un inizio ed una fine.
B) opacità della scrittura: lo stile complesso dei film non è più funzionale a far
comprendere ogni cosa allo spettatore.