1. Il cinema delle origini
IL LINGUAGGIO
A) INQUADRATURE AUTARCHICHE: ogni ripresa esaurisce in se stessa la
rappresentazione di un evento o di una situazione
Ex. 1 i primi filmati di Lumière o Edison, costituiti da una sola inquadratura
Ex. 2 Voyage dans la lune di Meliès, il passaggio da un’inquadratura all’altra coincide
con la fine di una scena e l’inizio di un’altra.
C’è un accumulo più che una concatenazione: le immagini si sommano tra di loro , più
che succedersi.
Gli eventi sembrano possedere una durata ma non un autentico sviluppo.
B) SPAZIO PIATTO, PRIVO DI PROFONDITA’
La piattezza era dovuta a 5 fattori: l’illuminazione verticale; la fissità della macchina da
presa; la sua posizione orizzontale e frontale rispetto a quanto è rappresentato; l’uso
frequente dei fondali dipinti; gli attori lontani dalla macchina da presa e sempre rivolti
verso di essa.
Lo spettatore si sente esterno al quadro dell’azione.
2. C) L’IMMAGINE NON HA PUNTI DI FORZA
1) Policentrica: c’è la presenza contemporanea di più zone d’attenzione. I piani
d’insieme appaiono brulicanti di oggetti e di persone
2) Centrigufa: la realtà raffigurata deborda dal quadro
L’immagine appare come un ritaglio in qualche modo casuale: è confusa ma cattura il
reale in tutta la sua immediatezza
D) IL FILM E’ UN TESTO NON AUTOSUFFICIENTE
Il senso di ciò che appare sullo schermo non è sempre evidente.
Per chiarirlo occorre sempre un imbonitore oppure lo spettatore deve far ricorso alle sue
conoscenze pregresse (altri film o letture scolastiche)
Il cinema mette in gioco un regime basato sul MOSTRARE (cinema presenta semplicemente
una situazione, senza cercare di raccontarla) e sull’ ATTRARRE (l’immagine è un piccolo
shock, un vivido spettacolo, un motivo di sopresa)
Il cinema insomma esibisce la realtà: non la spiega, non la giustifica, non la narra. Il cinema
attrae lo spettatore, ne acquista l’attenzione e ne eccita la curiosità come una macchina delle
meraviglie (al pari del fonografo o dei Raggi X)
3. LE FORME DELLA VISIONE
Il cinema delle origini esplora delle POSSIBILITÀ. In due sensi:
1) è capace di catturare e riproporre la realtà, ma anche di inventarne delle nuove. Il suo è
uno sguardo penetrante
2) può scoprire o riproporre alla vista molteplici aspetti. Il mondo è disponibile sotto gli
occhi di tutti.
Possiamo ora capire meglio alcuni aspetti del cinema
A) LA SUA FUNZIONE
Alla fine dell’800 aumentano gli stimoli visivi ma si ha anche l’impressione di non
riuscire più ad afferrare la realtà.
Ex. 1 i primi viaggi in treno: il viaggiatore è sottoposto a un bombardamento di sensazioni ma allo stesso
tempo non arriva più a distinguere con precisione il paesaggio che gli scorre sotto gli occhi.
Ex. 2 la metropoli: la luce che penetra nei palazzi in ferro e vetro come il Crystal Palace rivela agli
spettatori i segreti dell’ambiente ma allo stesso tempo fa smarrire loro il senso degli spazi e dei volumi.
Ex. 3 l’esperienza della folla: l’individuo immerso nella moltitudine si eccita per il numero e la varietà di
coloro che la compongono ma non riesce a distinguere i volti e a conoscere davvero chi gli sta attorno
Il cinema moltiplica ulteriormente gli scorci visibili (opera una INTENSIFICAZIONE) ma
allo stesso tempo li rende pienamente afferrabili (opera una RESTITUZIONE)
4. B) LA SUA NATURA
Condivide la natura delle tecnologie del suo tempo, capaci di domare le energie naturali
e di restituirle sotto forma di esperienza lavorativa, ma capaci anche di essere dispositivi
spettacolari (pensate alle locomotive a vapore)