Docente:
Ruggero Poi
Argomenti:
- esempi di edutainment nel mondo da Sugata Mitra a Dave Eggers fino a Tim Rollins e il gruppo dei “kids of survival”
- le ricerche di Charles Leadbeter e Ken Robinson sulle riforme dei modelli educativi e le nuove figure degli imprenditori sociali
- sperimentazione attiva
5. la vita si sviluppa in un ambiente: non semplicemente in esso, ma a causa di
esso, attraverso un’interazione con esso.
(J.Dewey, l’arte come esperienza, ed. la nuova italia, pag. 19)
I bambini nelle nostre scuole sono liberi, ma non significa che non ci sia
organizzazione. L’organizzazione è infatti necessaria se i bambini devono
essere liberi di lavorare.
(M. Montessori, la mente del bambino, Garzanti, pag. 244)
7. periodo sensitivo dell’ordine
spir itua li che pre par ano la
i per iodi sen sitiv i si rifer isco no a fatti psic hici , son o vibr azio ni
des criv e com e ene rgie
cos cien za. Son o tras lati dall ’oss erva zion e scie ntifi ca dell a Mon tess ori che li
fond ame ntal i che cos trui ran no il futu ro
che par ton o dal non esis tent e per dare form a agli elem enti
mon do psic hico .
nter no del peri odo sen sitiv o
Le prov e neg ativ e che osta colo il tran quil lo svilu ppo psic hico all’i
rsi ese mpi di cas i in cui si
dell ’ord ine ne dim ostr ano l’es iste nza . Mar ia Mon tess ori elen ca dive
con quis te crea tive . ( si ved a in
prod uco no form e di iste ria invi ncib ile nel bam bino , bloc cato nell e sue
dell ’infa nzia ”).
mer ito gli sva riati ese mpi port ati dall a Mon tess ori ne “il seg reto
Il periodo sensitivo dell’ordine va dai sei mesi e procede oltre il secondo anno di vita. La Montessori notò
che quando un bambino dava segnali di irrequietudine, spesso quel disturbo psichico era una reazione a
qualcosa fuori posto
Il bambino già dall’anno e mezzo soffre infatti a vivere nel disordine e manifesta il malessere con pianto,
agitazione fino a sfociare nel “capriccio”.
Un ambiente ordinato nei primi anni di vita è fondamentale perché il bambino è in una fase in cui sta
costruendo il suo ordine mentale imitando quello ambientale.
8. ordine esterno : si tratta dell’ordine relativo ai rapporti tra le parti
dell’ambiente ed esterne all’individuo
ordine interno : è un orientamento interno, ovvero significa per il piccolo
avere il controllo delle parti del corpo che agiscono sui movimenti. Stiamo
parlando della memoria muscolare. Si tratta di un senso muscolare, che
permette di rendersi conto della posizione delle varie membra e fissarle in
questa particolare memoria.
Il bambino dimostra di avere un periodo sensitivo molto precoce rispetto
all’orientamento del suo corpo, un’attenzione speciale per attitudini e posizioni
delle membra.
9. -ordine temporale: si tratta di azioni abitudinarie e rituali che si verificano in una
sequenza lineare prestabilita.
C’è un macro livello di organizzazione della giornata dove il bambino entra, esce, mangia
a orari prestabiliti e un livello più strutturato di micro routines, durante le quali il bambino
lavora con i materiali di sviluppo e di vita pratica seguendo un ordine temporale legato alle
sue esigenze. Ogni volta che la maestra introduce un materiale nuovo nella stanza andrà
a presentarlo seguendo le indicazioni “performative” di: silenzio, pulizia, essenzialità e
lentezza dei movimenti.
“...e più un esercizio era insegnato con esattezza di particolari nell’esecuzione e più
sembrava diventare stimolo a una ripetizione inesauribile.” (M.Montessori, il segreto
dell’infanzia)
10. -ordine spaziale: riguarda l’organizzazione dell’ambiente spaziale.
Questa deve seguire una strutturazione logica e rispecchiare l’ordine cosmico. Ogni materiale
non presenta elementi ridondanti e superflui e come già detto deve risultare attrattivo a partire
dalla superficie, il colore e la sua composizione naturale.
Una volta usato il materiale viene riordinato dal bambino stesso per poter essere utilizzato da
un altro compagno. Tutto ciò che non rientra nell’attività didattica non sarà presente alla vista
del fanciullo. Ogni materiale ha un suo preciso colore che rientra in uno schema logico
trasversale al metodo. Il lavoro stesso dei materiali richiede spesso un’attività di riordino ad es.:
torre rosa, scala marrone, aste della lunghezza o più in generale le attività di vita pratica
“Allora compresi che nell’ambiente del bambino tutto deve essere misurato oltreché ordinato,
e che dall’eliminazione di confusione e di superfluità nascono appunto l’interesse e la
concentrazione”. (M.Montessori, il segreto dell’infanzia)
11. ordine sonoro: riguarda l’organizzazione del rumore e il
facilitare la concentrazione attraverso un adeguata attenzione
al silenzio.
Molte ricerche hanno dimostrato quanto sia più difficile
tenere viva la concentrazione in un ambiente rumoroso.
Questo è anche dovuto al fatto che un ambiente caotico non
può essere organizzato. La maestra montessori usa poche
parole e con tono molto basso, andando a caratterizzare
l’ambiente sonoro per la calma e la concentrazione di
fondo.
“ I nostri bambini impararono a muoversi tra le cose senza
urtarle, a correre leggermente senza rumore, diventando
accorti e agili.” (M. Montessori, Il segreto dell’infanzia).
12. -ordine mentale: quest’ultimo riguarda la capacità della mente di auto organizzarsi. Un
ordine che è strettamente connesso allo sviluppo sensoriale dei primi anni di vita.
L’organizzazione di una mappa mentale procede reperendo tra le sue coordinate gli
stimoli sensoriali e accostandoli fino ad ottenere deduzioni.
14. Solo quando sarete capaci di costruire una stella semplice che appaia elegante,
netta ben fatta, dovrete affrontare stelle più complesse. Rammentate sempre che
un atteggiamento non frettoloso e una mano ferma sono il requisito preliminare
per il successo del vostro lavoro
Gretl Zimermann, “stelle di paglia”, 1968
15. - l’ordine, proprio del bravo artigiano
e che si rispecchia nel suo manufatto.
L’ordine “interno”, psichico, prodotto
dal flusso di concentrazione dato dal
lavoro appagante e costruttivo è
fondamentale nella creazione di un
ordine esterno che si rispecchia nei
manufatti prodotti
- la reiterazione. Ogni progresso
parte dallo studio di un modello
esistente da cui imparare la struttura
e il funzionamento per arrivare infine
a comprenderne la regola sottesa.
Nel metodo montessori il modello
d’analisi è nel materiale, pensato
proprio per sviluppare le funzionalità
psico-motorie e cognitive
16. -la ripetizione dell’esercizio è determinante per
diventare pratici e sicuri in un lavoro. Nel metodo
m o n t e s s o r i i l b a m b i n o p u ò s p e r i m e n t a re i l
materiale preparato nell’ambiente tutte le volte
che vuole e per il tempo che desidera. La routine
sollecita infatti l’attenzione e la creazione di un
proprio ritmo interno
- la pazienza e l’umiltà sono doti richieste per
poter aver successo nel lavoro di artigiano, ma
sono anche caratteristiche che la maestra
montessori dimostra quotidianamente a scuola,
diventando anche un modello per i bambini. La
pazienza e l’umiltà possono essere dunque
assorbite nei comportamenti che la maestra rivela
nell’ambiente
-l’evoluzione attraverso variazioni a partire dai
modelli più semplici già acquisiti. Il progredire nella
conoscenza del mondo avviene attraverso materiali
sempre più complessi e studiati appositamente per
lo stadio di sviluppo specifico del bambino.
17. ordine ed equilibrio
Pedagogicamente il lavoro della scuola è di organizzare il lavoro del bambino.
L’organizzazione e l’offerta del lavoro al bambino è il nostro compito. é l’organizzazione del
lavoro che guida a stabilire l’ordine mentale nel bambino.
(M.Montessori, the California lectures of Maria Montessori)
18. Per Dewey l’ordine è un processo attivo in cui l’uomo si trova in continua tensione volendo
inglobare un ordine che è a lui esterno. Tale fermento psichico converte l’emozione in un
interesse, che ricade direttamente sugli oggetti e sull’ambiente circostante.
L’uomo fa un’esperienza viva della natura e dell’ambiente attraversando cicli di energie frenate,
rilassate, sopite, concentrate.
20. Il flusso
“il flusso è lo stato psicologico di massima positività e
gratificazione che si può percepire svolgendo una
determinata attività e corrisponde alla completa immersione
nel compito”
Mihaly
Csikszentmihalyi
21. 3 “…il bambino finisce per immergersi nel suo esercizio con tale intensità d’attenzione, che non si
accorge più delle cose circostanti e continua a lavorare, ripetendo l’esercizio uniformemente decine
e decine di volte consecutive. Questo è il fenomeno della concentrazione e della ripetizione
dell’esercizio, a cui è collegato lo sviluppo interiore..”
ll bambino al lavoro non è un piccolo adulto al lavoro: la modalità di azione, ma soprattutto l’obiettivo del
suo svolgimento, sono molto differenti. Quando un bambino lavora, non lo fa per raggiungere uno scopo
esteriore, ma per il puro piacere di lavorare alla creazione di sé, della sua psiche e del suo corpo. Agisce
attraverso la ripetizione più e più volte di un esercizio, la fine di tale attività non è dettata da motivazioni
esterne, sociali, ma interne, proprie della sua persona. Non sarà neanche la stanchezza a sospendere il
suo agire, in quanto è proprio al termine del lavoro che il bambino si ritrova pieno di energie e rafforzato.
La legge del minor sforzo (economia di tempo ed energia) associata al massimo risultato è propria del
lavoro dell’adulto, del lavoro produttivo, contestualizzato all’interno dell’ambiente sociale e super-naturale
che l’adulto si è costruito, ma non fa parte delle caratteristiche del lavoro del bambino, il quale, invece,
impiega grandi quantità d’energie senza sofferenza e sacrificio, ma con naturale ed istintiva dedizione.
“Una volta dopo aver contato sedici esercizi di una piccina di quattro anni, feci cantare un inno alla
scolaresca, per distrarre l’attenzione della piccina; ma essa continuò imperturbata a sfilare,
mescolare e rimettere a posto i cilindri.”(da M.Montessori, La scoperta del bambino)
25. “ Un’anima agile e attiva agiva in loro trovandosi sempre più a suo agio, ed
emanava una calda luce spirituale, che distoglieva i grovigli, che opprimevano
l’anima di quegli adulti che venivano in contatto con essa”
( p. 174 il segreto dell’infanzia).