La Psicomotricità è la scienza che studia l’attività motoria del corpo dal punto di vista psichico, è quindi un’attività che si propone di dare al bambino un luogo di libera espressione dei propri impulsi e dei propri vissuti, utilizzando il corpo come strumento. Il gioco libero è il canale espressivo più naturale ed istintivo per ogni bambino.
La psicomotricità relazionale è ormai ritenuta un’efficace metodologia educativa che lavora sulla dimensione affettivo-emozionale delle relazioni bambino-bambino e bambino-adulto.
Si tratta di una disciplina relativamente giovane nata dall’incontro di diverse discipline, allo scopo di unificare il dualismo cartesiano “Mente” “Corpo”, per arrivare a considerare la persona globalmente. Essa parte dal presupposto che il movimento del bambino contiene già in sé, per sua natura, tutte le informazioni relative a quella che sarà la sua attività psichica, i suoi processi emozionali e motivazionali, quelli funzionali nonché i processi cognitivi. Non si può parlare di prima infanzia senza partire dal suo “sviluppo psicomotorio”: il bambino, infatti, matura a partire dall’esperienza corporea. Se la costrizione della personalità del bambino passa attraverso la rappresentazione che questi ha del suo corpo, allora, è necessario agire sul corpo per ottenere cambiamenti significativi anche a livello mentale.
2. La Psicomotricità relazionale è una scienza che
studia l’attività motoria del corpo dal punto di vista
psichico.
E’ quindi un’attività che si propone di dare un luogo di
libera espressione dei propri vissuti e dei propri
impulsi al bambino.
E’ ritenuta un’efficace metodologia educativa che
lavora sulla dimensione affettivo-emozionale delle
relazioni.
Parte dall’assunto che il movimento del bambino
contiene già in sé tutte le informazioni relative a
quella che sarà la sua attività psichica.
3. LA PSICOMOTRICITA’
Alla base dell’agire e del pensiero della
Psicomotricità ci sono:
- La centralità del corpo
- Azione come costitutrice della realtà
- La relazione come fondamento del processo
evolutivo
Unisce sia
l’aspetto
biologico sia
quello psichico
del bambino
Legata al gioco
di gruppo
Condotta da un
adulto
Ad alta densità
emotiva
Attività non
strutturata
4. L’IMPORTANZA DELLA PSICOMOTRICITA’ AL NIDO
Il bambino nei suoi primi due anni di vita, in assenza di linguaggio e
concettualizzazioni, può stabilire esclusivamente relazioni corporee e
motorie, contatti, gesti, mimica, atteggiamenti, sguardi, suoni vocali. La
sua comunicazione si esprime in modo intra-verbale con la modalità
psicomotoria.
L’approccio psicomotorio con i bambini piccoli permette quindi di stabilire
una comunicazione proprio attraverso il corpo, ed è proprio in quest’ottica
che conviene cominciare a lavorare a livello psicomotorio sin dall’asilo
nido.
5. GLI INGREDIENTI PER UNA BUONA RIUSCITA
La Psicomotricità ha la finalità di favorire il gioco spontaneo del bambino passando
attraverso sperimentazioni di processi senso-motori e di simbolizzazione.
Il bambino deve essere lasciato libero di esprimere e sviluppare le sue potenzialità
innate allo scopo di raggiungere il suo sviluppo generale.
Assieme ad un bambino che gioca, deve esserci un adulto impegnato nel suo
sviluppo, nella sua crescita e nella sua educazione
Per in gioco sé stesso, il bambino deve sentirsi avvolto da un ambiente
rassicurante, da un preciso ordine spazio-temporale-oggettuale e da regole chiare
rispettate da tutti.
6. SPAZIO – TEMPO E MATERIALI UTILIZZATI NEL SETTING
DELLA PSICOMOTRICITA’
La stanza deve essere molto spaziosa
Il pavimento liscio e non troppo freddo
Gruppo possibilmente eterogeneo
Il gruppo non deve superare i 15 bambini
Il materiale viene fornito dallo psicomotricista
L’adulto deve evitare di proporre e tantomeno imporre alcun
tipo di azione
La durata e di circa un’ora compresi i tempi rituali di inizio e
fine incontro
7. MATERIALI E OGGETTI DELLA PSICOMOTRICITA’
Ogni oggetto inserito nella stanza, stimola un’attività diversa, ciò che
importa è che al bambino venga data la massima libertà motoria, che
non venga anticipato, ma che al contrario, si stimoli la scoperta
spontanea, dii sé stesso, degli oggetti e degli altri.
I materiali che vengono messi a disposizione sono i seguenti: palloni,
materassi, coperte, foulards, carte, cartone, cuscini, corde, bastoni in
gomma e cerchi.
Ognuno di questo oggetti muove sentimenti ed emozioni e, il modo in
cui il bambino si rapporta ad essi, ci fa capire quali sono i suoi bisogni
e desideri.
8. La seduta di Psicomotricità è strutturata a fasi ognuna delle quali
presenta delle caratteristiche al fine di ottenere il risultato più
efficace.
All’inizio della seduta è opportuno cantare una filastrocca
assieme ai bambini, poi si ripetono le tre regole che sono: non ci
si fa e non si fa male, non si esce dalla sala, alla fine i giochi
vanno riordinati. Alla fine della seduta si possono fare dei disegno
oppure cantare assieme una canzone,
Durante le sedute è importante che lo psicomotricista osservi: il
gioco spontaneo, il linguaggio corporeo, il linguaggio simbolico
ed eventualmente il disegno
FASI, RITUALI E REGOLE
9.
10. CONCLUSIONI
La prima infanzia è un periodo di rapida evoluzione psichica e di
repentini cambiamenti cognitivi e fisici, queste modifiche sono
finalizzate ad adattarsi all’ambiente che sta scoprendo e nel quale
deve trovare il suo posto. Attraverso la psicomotricità il bambino ha
la possibilità di entrare in una relazione empatica permettendo
all’adulto di capire i suoi bisogni e desideri. La Psicomotricità aiuta
i nostri bambini a diventare degli adulti equilibrati.