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LO SVILUPPO
COGNITIVO
Lo sviluppo
La chiave dell’intelligenza e dello sviluppo
mentale sta nelle prime relazioni e nelle
esperienze emotive vissute attraverso
l’eccitante reciprocità con la madre e non
nella acquisizione di capacità isolate dal
contesto relazionale.
Le emozioni
• Le emozioni hanno lo scopo fondamentale di
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• Intelligenza è la capacità di dare una struttura
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dati ci appaiono già collegati dando origine ad
un’altra struttura che risulti più adeguata.
• Nel primo caso l’intelligenza si manifesta come
capacità di capire; nel secondo caso
l’intelligenza si manifesta come capacità di
risolvere problemi. Noi possiamo risolvere
problemi nel presente, nel passato attraverso
ricostruzioni e nel futuro attraverso previsioni.
Jean Piaget
 Intelligenza: processo di
adattamento alla realtà.

 La conoscenza come
processo piuttosto che uno
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Jean Piaget
L’organismo si adatta costruendo forme nuove,
l’intelligenza costruisce nuove strutture mentali
che servono a comprendere e spiegare
l’ambiente.
L’acquisizione della conoscenza è un processo
evolutivo.
Conoscenza è adattamento e si costruisce
nella relazione individuo-ambiente.
Il modello di Piaget

BAMBINO

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CONOSCENZA
Il modello di Piaget
Lo sviluppo cognitivo si realizza in base a tre processi universali:
 assimilazione: è il processo per cui si incorporano in schemi
propri i dati dell’esperienza
accomodamento: gli schemi posseduti vengono modificati per
essere adattati a nuovi dati.
 adattamento è l’equilibrio tra assimilazione e accomodamento

L’attivazione di questi processi garantisce l’evoluzione delle
strutture mentali.
mentali
Il modello di Piaget
Cambiamento delle strutture
mentali.
mentali

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cui il bambino agisce sulla realtà

Cambiamento della conoscenza del
mondo.
Gli stadi dello sviluppo
Lo sviluppo cognitivo è un processo continuo in
quanto governato da funzioni invarianti di
adattamento e equilibrio ma anche discontinuo in
quanto con il crescere dell’età si verificano
modificazioni strutturali chiamati stadi di sviluppo.
Ogni stadio prevede un a forma particolare di
organizzazione psicologica con proprie
conoscenze ed interpretazioni della realtà.
Nel passaggio da uno stadio all’altro le
acquisizioni vengono integrate in strutture più
evolute.
Il modello di Piaget
Teoria stadiale.
Lo stadio è un periodo in cui il pensiero riflette una particolare
struttura mentale.

Periodo senso-motorio da 0 a 2 anni
Periodo preoperazionale da 2 ai 6 anni
Periodo operazioni concrete dai 7 agli 11 anni
Periodo operazioni formali dai 11 fino ai 15 anni
Stadio sensomotorio
Dalla nascita ai 18 mesi
Il bambino conosce il mondo attraverso attività
fisiche che può compiere.
Le attività sono mediate da schemi di azione
pratici che si coordinano per dar luogo a
sequenze.
Questo stadio termina con l’acquisizione del
pensiero e del linguaggio
Stadio sensomotorio
1° stadio : esercizio dei riflessi (0-1mese)
2° stadio: reazioni circolari primarie e primi adattamenti acquisiti (0-4 mesi
3° stadio: le reazioni circolari secondarie (4-8 mesi)
4° stadio: coordinamento degli schemi secondari e applicazione a
situazioni nuove (8-12 mesi)
5° stadio: reazioni circolari terziarie e scoperta di mezzi nuovi con
sperimentazione attiva (12-18 mesi)
6° stadio: invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale (1824 mesi)
Conquiste fondamentali
 Nozione di oggetto permanente – capacità
di mantenere la conoscenza dell’oggetto
nel tempo e di ripetere mentalmente
azioni viste
 Nozione di spazio, tempo causalità
 Rappresentazione ossia capacità di
immaginare se stesso e i propri movimenti
nello spazio come se li vedesse
dall’esterno
Stadio pre-operatorio
Dai 2 ai 6 anni
 Imitazione differita, gioco simbolico,
linguaggio
 Ancora non è acquisito pienamente il
pensiero logico
 Egocentrismo intellettuale
 Irreversibilità
Stadio operatorio concreto
Dai 7 ai 12 anni
 Le azioni mentali si coordinano tra loro e
diventano operazioni concrete
 Le operazioni sono strutture mentali
caratterizzate da reversibilità per cui ad ogni
operazione corrisponde una operazione
inversa
 Coordinazione di punti di vista diversi dal
proprio
Jean Piaget
Periodo operazioni formali
Questa terza fase assume due forme:
pensiero ipotetico- deduttivo: l’atto di intelligenza
avviene di soluzione di un problema e generalmente di
previsione. Il pensiero ha una possibilità più ampia di
muoversi nell'ambito del futuro, Acquisizione della capacità
di sviluppare procedimenti induttivi. Scoperta induttiva di un
rapporto di dipendenza fra due eventi o nella
dimostrazione rigorosa dell'esistenza di un tale rapporto
pensiero complesso: si manifesta come comprensione
di elementi “complessi” che richiedono appunto
coordinazione di più eventi che si influenzano a vicenda.
Il modello di Piaget
Le operazioni mentali del ragazzino non sono più limitate a
concetti concreti ma anche a ragionamenti astratti, ad
affermazioni puramente verbali o logiche, al possibile come al
reale, al futuro come al presente (Freeman, 1993).
In questa fase l’adolescente può utilizzare i risultati ottenuti dalle
operazioni per formulare ipotesi facendo riferimento alle
relazioni logiche tra le diverse preposizioni proprio come uno
scienziato.
Il modello di Piaget
La caratteristica del pensiero formale è l’uso di un metodo che si
potrebbe definire sperimentale nel trovare la soluzione che
consiste nel valutare ogni singola variabile tenendo costanti le
altre formulando un piano mentale che riesce a prevedere alcune
possibili conseguenze. A questo punto le conoscenze che egli
costruirà saranno il frutto di un lavoro deduttivo.

In sintesi, il pensiero formale è un pensiero: intuitivo, ipotetico,
flessibile, logico e astratto.
Lev S. Vygotskij
Psicologo russo, il comportamento
umano non può essere compreso se
non si tiene conto del contesto in cui
esso si sviluppa.
Il contesto secondo l’autore è il
tessuto socioculturale che circonda
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modi convenzionali di entrare in
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cultura è rappresentata da sistemi
simbolici condivisi ossia il linguaggio
parlato e scritto, il disegno, il calcolo.
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Lo sviluppo individuale è un processo
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  • 2. Lo sviluppo La chiave dell’intelligenza e dello sviluppo mentale sta nelle prime relazioni e nelle esperienze emotive vissute attraverso l’eccitante reciprocità con la madre e non nella acquisizione di capacità isolate dal contesto relazionale.
  • 3. Le emozioni • Le emozioni hanno lo scopo fondamentale di creare organizzare e orchestrare molte delle funzioni principali della mente. • Intelletto, capacità scolastiche, senso di Sé, coscienza e moralità hanno tutti radici comuni nelle primissime esperienze emotive. • Le emozioni sono le artefici di una vasta gamma di operazioni cognitive nel corso di tutta la vita e rendono possibile il pensiero creativo in ogni sua forma.
  • 4. Ricerche in campo neurologico Studi di imaging del cervello Ricerche sulle prime fasi dello sviluppo Stretto legame Tra Sviluppo Affettivo e cognitivo
  • 5. Cosa è l’intelligenza • Intelligenza è la capacità di dare una struttura coerente ad un insieme di dati di conoscenza, o di cambiare la struttura d’insieme con cui certi dati ci appaiono già collegati dando origine ad un’altra struttura che risulti più adeguata. • Nel primo caso l’intelligenza si manifesta come capacità di capire; nel secondo caso l’intelligenza si manifesta come capacità di risolvere problemi. Noi possiamo risolvere problemi nel presente, nel passato attraverso ricostruzioni e nel futuro attraverso previsioni.
  • 6. Jean Piaget  Intelligenza: processo di adattamento alla realtà.  La conoscenza come processo piuttosto che uno stato.
  • 7. Jean Piaget L’organismo si adatta costruendo forme nuove, l’intelligenza costruisce nuove strutture mentali che servono a comprendere e spiegare l’ambiente. L’acquisizione della conoscenza è un processo evolutivo. Conoscenza è adattamento e si costruisce nella relazione individuo-ambiente.
  • 8. Il modello di Piaget BAMBINO MONDO CONOSCENZA
  • 9. Il modello di Piaget Lo sviluppo cognitivo si realizza in base a tre processi universali:  assimilazione: è il processo per cui si incorporano in schemi propri i dati dell’esperienza accomodamento: gli schemi posseduti vengono modificati per essere adattati a nuovi dati.  adattamento è l’equilibrio tra assimilazione e accomodamento L’attivazione di questi processi garantisce l’evoluzione delle strutture mentali. mentali
  • 10. Il modello di Piaget Cambiamento delle strutture mentali. mentali Cambiamento della modalità con cui il bambino agisce sulla realtà Cambiamento della conoscenza del mondo.
  • 11. Gli stadi dello sviluppo Lo sviluppo cognitivo è un processo continuo in quanto governato da funzioni invarianti di adattamento e equilibrio ma anche discontinuo in quanto con il crescere dell’età si verificano modificazioni strutturali chiamati stadi di sviluppo. Ogni stadio prevede un a forma particolare di organizzazione psicologica con proprie conoscenze ed interpretazioni della realtà. Nel passaggio da uno stadio all’altro le acquisizioni vengono integrate in strutture più evolute.
  • 12. Il modello di Piaget Teoria stadiale. Lo stadio è un periodo in cui il pensiero riflette una particolare struttura mentale. Periodo senso-motorio da 0 a 2 anni Periodo preoperazionale da 2 ai 6 anni Periodo operazioni concrete dai 7 agli 11 anni Periodo operazioni formali dai 11 fino ai 15 anni
  • 13. Stadio sensomotorio Dalla nascita ai 18 mesi Il bambino conosce il mondo attraverso attività fisiche che può compiere. Le attività sono mediate da schemi di azione pratici che si coordinano per dar luogo a sequenze. Questo stadio termina con l’acquisizione del pensiero e del linguaggio
  • 14. Stadio sensomotorio 1° stadio : esercizio dei riflessi (0-1mese) 2° stadio: reazioni circolari primarie e primi adattamenti acquisiti (0-4 mesi 3° stadio: le reazioni circolari secondarie (4-8 mesi) 4° stadio: coordinamento degli schemi secondari e applicazione a situazioni nuove (8-12 mesi) 5° stadio: reazioni circolari terziarie e scoperta di mezzi nuovi con sperimentazione attiva (12-18 mesi) 6° stadio: invenzione di mezzi nuovi mediante combinazione mentale (1824 mesi)
  • 15. Conquiste fondamentali  Nozione di oggetto permanente – capacità di mantenere la conoscenza dell’oggetto nel tempo e di ripetere mentalmente azioni viste  Nozione di spazio, tempo causalità  Rappresentazione ossia capacità di immaginare se stesso e i propri movimenti nello spazio come se li vedesse dall’esterno
  • 16. Stadio pre-operatorio Dai 2 ai 6 anni  Imitazione differita, gioco simbolico, linguaggio  Ancora non è acquisito pienamente il pensiero logico  Egocentrismo intellettuale  Irreversibilità
  • 17. Stadio operatorio concreto Dai 7 ai 12 anni  Le azioni mentali si coordinano tra loro e diventano operazioni concrete  Le operazioni sono strutture mentali caratterizzate da reversibilità per cui ad ogni operazione corrisponde una operazione inversa  Coordinazione di punti di vista diversi dal proprio
  • 18. Jean Piaget Periodo operazioni formali Questa terza fase assume due forme: pensiero ipotetico- deduttivo: l’atto di intelligenza avviene di soluzione di un problema e generalmente di previsione. Il pensiero ha una possibilità più ampia di muoversi nell'ambito del futuro, Acquisizione della capacità di sviluppare procedimenti induttivi. Scoperta induttiva di un rapporto di dipendenza fra due eventi o nella dimostrazione rigorosa dell'esistenza di un tale rapporto pensiero complesso: si manifesta come comprensione di elementi “complessi” che richiedono appunto coordinazione di più eventi che si influenzano a vicenda.
  • 19. Il modello di Piaget Le operazioni mentali del ragazzino non sono più limitate a concetti concreti ma anche a ragionamenti astratti, ad affermazioni puramente verbali o logiche, al possibile come al reale, al futuro come al presente (Freeman, 1993). In questa fase l’adolescente può utilizzare i risultati ottenuti dalle operazioni per formulare ipotesi facendo riferimento alle relazioni logiche tra le diverse preposizioni proprio come uno scienziato.
  • 20. Il modello di Piaget La caratteristica del pensiero formale è l’uso di un metodo che si potrebbe definire sperimentale nel trovare la soluzione che consiste nel valutare ogni singola variabile tenendo costanti le altre formulando un piano mentale che riesce a prevedere alcune possibili conseguenze. A questo punto le conoscenze che egli costruirà saranno il frutto di un lavoro deduttivo. In sintesi, il pensiero formale è un pensiero: intuitivo, ipotetico, flessibile, logico e astratto.
  • 21. Lev S. Vygotskij Psicologo russo, il comportamento umano non può essere compreso se non si tiene conto del contesto in cui esso si sviluppa. Il contesto secondo l’autore è il tessuto socioculturale che circonda l’individuo. La cultura racchiude un insieme di credenze, valori, conoscenze, abilità modi convenzionali di entrare in relazione con l’altro e soprattutto la cultura è rappresentata da sistemi simbolici condivisi ossia il linguaggio parlato e scritto, il disegno, il calcolo.
  • 22. Lev S. Vygotskij Lo sviluppo individuale è un processo attraverso cui un soggetto si appropria dei significati e degli strumenti della cultura a cui appartiene e li interiorizza in attività e comportamenti che favoriscono la socializzazione e lo scambio. Lo sviluppo si realizza in un contesto interattivo.
  • 23. Lev S. Vygotskij La zona di sviluppo prossimale. rappresenta la distanza tra il livello di sviluppo attualmente posseduto dal bambino e il livello potenziale più elevato che il bambino può raggiungere. In altre parole è la differenza tra ciò che il bambino sa fare e ciò che potrebbe fare. Lo sviluppo è garantito dalla guida di un adulto che assolve una funzione di scaffolding ossia di strutturazione del compito da eseguire.