Il significato della tpn forlì 09.10.2013 - m.antonini
Wound care e stomia
1. ANTONINI Mario
Infermiere Stomaterapista/Esperto Wound Care – ASL Toscana Centro (Ambito Empolese)
Prof. Laurea in Infermieristica (Inf.ca Clinica Chirurgica – Inf.ca Specialistica – Attività Professionalizzanti) – Università di
Firenze (Sedi Empoli e Firenze)
PREVENZIONE E GESTIONE LESIONI CUTANEE NELLA
NUTRIZIONE ARTIFICIALE E NELLE STOMIE
Master di 1° livello
LESIONI CUTANEE DELL’ADULTO E DEL BAMBINO: PREVENZIONE E TRATTAMENTO
2. STOMIA ADDOMINALE
Stoma: dal greco “bocca, apertura”; consiste
nell’abboccamento di un viscere o di una cavità alla cute,
creando una comunicazione fra interno ed esterno.
3. • Comunicazione tra la cavità gastrica
e la cute
GASTROSTOMIA
Lesioni guaribili con esclusione
del transito alimentare
Neoplasie Faringe – Esofago
Neoplasie inoperabili
Disturbi permanenti della
deglutizione di carattere
neurologico
4. • Confezionamento per via
laparotomica di una fistola digiuno-
cutanea
DIGIUNOSTOMIA
Neoplasie inoperabili dello stomaco e del
duodeno
Stenosi cicatriziali post-infiammatorie
dell’esofago e dello stomaco
Fistole digestive come complicanza di
deiscenze di anastomosi esofago-
gastriche o esofago-digiunali
Alimentari a seguito di Peritonectomia
con chemio-ipertermia intraperitoneale
(HIPEC)
5. • Anastomosi creata chirurgicamente
tra l’ileo e la parete addominale, allo
scopo di evacuare in modo
temporaneo o definitivo tutto o parte
del contenuto intestinale.
ILEOSTOMIA
Definitiva o Temporanea
Terminale o Laterale
Continente o Incontinente
6. • Abboccamento del colon alla cute.
Può essere temporanea o definitiva
COLOSTOMIA
Definitiva o Temporanea
Terminale – Laterale – A Doppia
Canna
7. “La cute peristomale dovrebbe
essere intatta, senza segni
evidenti di arrossamento
(eritema), perdita di sostanza
(erosione o ulcerazione)
oppure sensazioni di prurito,
bruciore o dolore”
Colwell J, Beitz J. Survey of wound ostomy and continence (WOC) nurse clinicians on stomal and
peristomal complications: A content validation study. J Wound Ostomy Continence Nurs.
2007;34(1):57-69.
8. INTEGRITA’ CUTANEA
CUTE PERILESIONALE (definizione)
Con il termine cute perilesionale si intende l’area di cute presente entro 8-10 centimetri dal margine di una lesione cutanea1.
CUTE PERISTOMALE (definizione)
Colwell et al2. identificano la cute peristomale dall’inizio della giunzione muco-cutanea fino ad una estensione di 4 inch di raggio (= 10 cm).
PER CHI E PER QUALE MOTIVO È IMPORTANTE LA CUTE PERISTOMALE?
- Paziente (famiglia, relazioni sociali, lavoro, QOL)
- Care-Giver (familiare/badante)
- Stomaterapista (>delle visite ambulatoriali/domiciliari; consumo maggiorato dei presidi; ospedalizzazione prolungata; costi)
- Chirurgo (la cute sottoposta a complicanze è un fattore di rischio per deiscenza, infezioni ed ernie dopo l’intervento di ricanalizzazione)
1. Ippolito AM, Lui P, Cassino R, Cuffaro P, Scalise MT, D’Elia M, Ravaldi R, Mori S, Ritrovato B, Forma O, Corsi A, Pierangeli M. La cute: identificazione dei criteri per una gestione corretta. Acta Vulnologica 2012,
Volume 10, n.3
2. Colwell J, Ratcliff C, Goldberg M, Baharestani M, et al. MASD part 3: peristomal moisture-associated dermatitis and periwound moisture-associated dermatitis. J Wound Ostomy Continence Nurs. 2011; 38: 541-
553.
9. COSA E’ UNA ALTERAZIONE CUTANEA PERISTOMALE (ACP)?
- Qualsiasi compromissione dell’integrità della cute peristomale (definizione)
- Ampia variabilità nel tasso di incidenza:
- 10,2 – 40% (review di 7 studi)1
- 18 – 55%2
- La mancanza di consenso riguardo alla definizione delle Complicanze peristomali non permette il confront sui tassi di
prevalenza
1. Salvadalena G. Incidence of complications of the stoma and peristomal skin among individuals with
colostomy, ileostomy, and urostomy: a systematic review. J Wound Ostomy Continence Nurs.
2008;35(6):596-607.
2. Bosio G, Pisani F, Lucibello L, Fonti A, Scrocca A, Morandell C, Anselmi L, Antonini M, Militello G,
Mastronicola D, Gasperini S. A proposal for classifying peristomal skin disorders: results of a multicenter
observational study. Ostomy Wound Manage. 2007;53(9):38-43.
3. Colwell J, Beitz J. Survey of wound ostomy and continence (WOC) nurse clinicians on stomal and peristomal
complications: A content validation study. J Wound Ostomy Continence Nurs. 2007;34(1):57-69.
ST. CYR ET AL. (2012)
An evaluation of the
canadian assessment guide
44%
BOSIO ET AL. (2007)
A proposal for classifying peristomal skin
disorders: results of a multicenter
observational study
52%
COLWELL ET AL. (2001)
The state of the
sandard diversion
56%
ANTONINI M, MILITELLO G (2013)
The incidence of Stomal and Peristomal
Complications in Italy: results of a pilot study
56%
SCARPA ET AL (2007)
Rod in loop ileostomy: just an
insignificant detail for ileostomy-
related complications?
61%
10. PREVENZIONE ASSESSMENT E CLASSIFICAZIONE TRATTAMENTO
Disegno pre-operatorio (Stoma-Siting)
Conoscenza delle Complicanze Stomali
e Peristomali
Conoscenza dei presidi e degli
accessori
Intervento Chirurgico
(confezionamento della stomia)
Valutare e riconoscere le lesioni
cutanee
Medicazioni avanzate
Educazione (Linee Guida RNAO)
Utilizzo di una scala di valutazione
delle ACP
Conoscenza dei presidi e degli
accessori
Prevenzione Assessment e Classificazione Trattamento
11. 1. VALUTARE E/O RIVALUTARE
- Valutare il paziente e la
lesione (se possibile)
2. PREVENZIONE
- Disegno pre-operatorio
- Confezionamento della
Stomia
- Educazione
- Conoscenza dei presidi
3. ASSESSMENT E CLASSIFICAZIONE
DELLE LESIONI
- Conoscienza delle
Complicanze stomali e
peristomali
- Valutare e riconoscere le
lesioni cutanee
- Utilizzo di una scala di
valutazione
3. TRATTAMENTO
- Conoscenza dei presidi e
degli accessori
- Conoscenza delle
medicazioni avanzate
4. VALUTARE I RISULTATI
- Gli obiettivi non sono stati
raggiunti, oppure sono stati
raggiunti solo parzialmente
(rivalutare)
4. VALUTARE I RISULTATI
- Gli obiettivi sono stati
raggiunti (il ciclo è completo)
12. PREVENZIONE
• Disegno pre-operatorio (STOMA SITING)
• Intervento Chirurgico (CONFEZIONAMENTO DELLA STOMIA)
• Educazione (LINEE GUIDA RNAO)
• Conoscenza dei presidi e degli accessori
• Disegno pre-operatorio
• Educazione (Linee Guida RNAO)
• Conoscenza dei presidi e degli
accessori
PREVENZIONE
13. Prevenzione – DISEGNO PRE-OPERATORIO
• RACCOMANDAZIONE 6: Il Disegno pre-operatorio dovrebbe essere effettuato
a tutte le persone per le quali è previsto il confezionamento di una stomia.
Level of Evidence = IIa1,2,3
• Il Disegno pre-operatorio e la consulenza hanno come obiettivo il
miglioramento della riabilitazione del paziente e l’adattamento alla nuova
condizione4
• Diversi studi indicano che I pazienti hai quali è stato effettuato il Disegno
pre-operatorio da Infermieri Stomaterapisti, hanno una riduzione delle
complicanze5,6
1. American Society of Colorectal Surgeons Committee Members; Wound Ostomy Continence Nurses Society Committee Members ASCRS and WOCN joint position statement on the value of preoperative marking
for patients undergoing fecal ostomy surgery. J Wound Ostomy Continence Nurs 2007 Nov-Dec; 34 (6): 627-8.
2. Colwell JC, Gray M. Does preoperative teaching and Stoma Site marking affect surgical outcomes in patients undergoing ostomy surgery? J Wound Ostomy Continence Nurs 2007 Sept-Oct 2007; 34 (5): 492-6.
3. Park JJ, Del Pino A, Orsay CP, Nelson RL, Pearl RK, Cintron JR, Abcarian H. Stoma complications: the Cook County Hospital experience. Dis Colon Rectum 1999 Dec; 42 (12): 1575-80.
4. Jeter KF. Perioperative teaching and counseling. Cancer. 1992;70:1346–1349.
5. Millan M, Tegido M, Biondo S, Garcia-Granero E. Preoperative stoma siting and education by stomatherapists of colorectal cancer patients: A descriptive study in twelve Spanish colorectal surgical units.
Colorectal Dis. 2010; 12(7 Online): e88-e92. doi:10.1111/j.1463-1318.2009.01942.x.
6. Pittman J, Rawl SM, Schmidt CM, et al. Demographic and clinical factors related to ostomy complications and quality of life in veterans with an ostomy. J Wound Ostomy Continence Nurs. 2008; 35(5): 493-503.
doi:10.1097/01.WON.0000335961.68113.cb
14. Prevenzione – DISEGNO PRE-OPERATORIO
La CARTA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELLO STOMIZZATO - Bay
Front Medical Centre Ostomy Fair - Florida – 1976, recita:
- Art.1: Ricevere preoperatoriamente informazioni circa i benefici
derivanti all’intervento chirurgico, nonché notizie adeguate
sulla possibilità di vivere con una stomia.
- Art. 2: Avere una stomia ben confezionata e situata in una
posizione appropriata in modo che possa essere
adeguatamente gestita.
- Art. 3: Avere il supporto di esperti professionisti medici e
stomaterapisti nel periodo pre- e post-operatorio sia in
ospedale che nella comunità di appartenenza.
- Art. 4: ricevere una informazione completa ed imparziale sui
prodotti per stomia disponibili nel proprio paese
- Art. 5: avere l’opportunità di scegliere il prodotto
maggiormente soddisfacente fra quelli disponibili senza
pregiudizi o costrizioni di sorta
15. Prevenzione – DISEGNO PRE-OPERATORIO
Illustrazione di un Disegno pre-operatorio (Stoma Siting) in una donna con
addome protuberante1.
1. American Society of Colorectal Surgeons Committee Members; Wound Ostomy Continence Nurses Society Committee Members
ASCRS and WOCN joint position statement on the value of preoperative marking for patients undergoing fecal ostomy surgery. J
Wound Ostomy Continence Nurs 2007 Nov-Dec; 34 (6): 627-8.
16. Prevenzione – CONFEZIONAMENTO DI UNA STOMIA
Tecnica chirurgica: “L’apertura dell’ileostomia avviene
preferibilmente quando è terminata la chiusura della laparotomia;
tenendo conto che l’ansa efferente è posta nella posizione caudale e
l’ansa efferente è in posizione craniale, l’apertura dell’ileostomia
avviene mediante un’incisione trasversale sul versante dell’ansa
efferente, cioè quella in posizione craniale, in un punto posto
all’incirca 1 cm al di sopra della cute. Mantenendo la bacchetta al di
sotto dell’ansa si pratica a questo punto l’eversione della parete
intestinale, in maniera da ottenere uno stoma che risulta
sopraelevato rispetto al piano cutaneo di 2-4 cm. I bordi
dell’ileostomia vengono fissati alla cute, la bacchetta viene
mantenuta per 10 giorni”1.
1. Barresi G, Gaetini A. Chirurgia del Digiuno-Ileo: loop ileostomy”. in “Nuovo trattato di Tecnica chirurgica. Pareti
addominali, stomaco-duodeno-digiuno-ileo”. UTET Editore 1997. Vol.2: 491-492.
17. Prevenzione – EDUCAZIONE1 (LINEE GUIDA RNAO)
• RACCOMANDAZIONE n.3
• Consultare il team interdisciplinare per la valutazione e gli interventi necessari per i nuovi pazienti o per
chi è già portatore di stomia.
• RACCOMANDAZIONE n.9
• Valutare lo stoma immediatamente dopo l’intervento e le condizioni della cute stomale/peristomale
con ogni misuratore utilizzando uno strumento per la classificazione validato per monitorare le
complicanze.
• RACCOMANDAZIONE n.10
• Identificare i fattori di rischio che influenzano le complicazioni stomali e peristomali .
• RACCOMANDAZIONE n.17
• È raccomandata una valutazione e un follow-up di un infermiere stomaterapista per il paziente e per la
famiglia dopo l’intervento chirurgico, per diminuire il distress psicologico, per promuovere una qualità di
vita ottimale e per prevenire le complicanze.
• RACCOMANDAZIONE n.18
• Educare il cliente e la famiglia a riconoscere le complicanze che interessano lo stoma e la cute
peristomale
1. AA.VV. Ostomy care and management. RNAO, August 2009.
18. Prevenzione e Trattamento
CONOSCENZA DEI PRESIDI E DEGLI ACCESSORI
1. Stoma Perfetto
• Lo stoma perfetto (PROBABILMENTE) non esiste
2. Conoscere la Stomia
• Il tipo di stomia, come è stata fatta, etc.
3. Non fermarsi mai alla prima valutazione
• E nemmeno al disegno pre-operatorio
4. Cercare di capire il problema
• Equipe multidisciplinare
5. Conoscere i presidi e gli accessori
• Tutti, anche quelli che non vengono mai utilizzati, oppure che
non vengono ritenuti idonei, prima o poi possono tornare utili
19. ASSESSMENT E CLASSIFICAZIONE
• Brevi cenni di ANATOMIA E FISIOLOGIA DELLA CUTE
• Elenco delle COMPLICANZE STOMALI E PERISTOMALI
• Riconoscere le LESIONI CUTANEE
• Le Scale di Classificazione delle Alterazioni Cutanee Peristomali (SACS 2.0)
• Brevi cenni di Anatomia e
Fisiologia della Cute
• Conoscere le Complicanze
Stomali e Peristomali
• Riconoscere le Lesioni Cutanee
• Le Scale di Classificazione delle
Alterazioni Cutanee Peristomali
(SACS 2.0)
ASSESSMENT E
CLASSIFICAZIONE
20. TEMPO COMPLICANZE STOMALI COMPLICANZE PERISTOMALI SEGNI CUTANEI
Complicanze post-operatorio
immediato
(0-72 hrs)
Edema Dermatite Allergica da Contatto (DAC)
Alterazioni Cutanee
Peristomali (ACP)
Ischemi e Necrosi Candidiasi
Infezioni
Emorragia intra e peristomale Follicolite
Malposizionamento Lesioni pseudo-verrucose
Lesioni ProliferativeMalconfezionamento Depositi di Ossalati
Complicanze post-operatorio
tardivo
Retrazione Neoplasia
Prolasso Distacco muco-cutaneo
Perdita di sostanza
Fistola Ulcere da Pressione (UDP)
Stenosi Dermatite Irritativa da Contatto (DIC)
Ernia Pyoderma Gangrenoso
Trauma Trauma
Poliposi pseudo-infiammatoria Dermatite Artefatta
Psoriasi
Disordini cutanei pre-esistentiEczema
Dermatite Seborroica
ELENCO DELLE COMPLICANZE STOMALI E PERISTOMALI
21. ASSESSMENT
ASSESSMENT DEL PAZIENTE STOMIZZATO
• Per una migliore valutazione il sistema di raccolta dovrebbe essere rimosso
• La migliore posizione per la valutazione è quella seduta
• La valutazione include la tipologia di effluenti (feci formate, semi-formate,
liquide)
• La valutazione comprende inoltre la localizzazione dell’apertura della stomia
22. Complicanze - MALPOSIZIONAMENTO
CAUSE
• Errata o mancata valutazione pre-operatoria (Disegno pre-
operatorio)
• Posizionamento dello stoma in sede di ferita laparotomica, in
prossimità di salienze ossee, oppure su pliche cutanee
ESITI
• Difficoltà nell’apparecchiamento della stomia
• > dei costi per accessori e presidi da stomia
• Alterazioni cutanee peristomali
• Infezione della ferita chirurgica
• Necessità di re-intervento chirurgico?
23.
24. Complicanze – MALCONFEZIONAMENTO
Scorretta tecnica chirurgica nel confezionamento
della stomia. Soprattutto a seguito della
formazione di stomie escludenti su bacchetta a
protezione di anastomosi a valle.
25. Complicanze – MALCONFEZIONAMENTO
CAUSE
Carenza nelle competenze chirurgiche per il corretto
confezionamento di una stomia
ESITI
• Difficoltosa e/o ritardata ripresa della corretta canalizzazione
intestinale
• Difficoltà nell’alimentazione
• > Rischio di ostruzione
• Conservazione transito intestinale
• Rischio di deiscenza dell’anastomosi colo-rettale
• Alterazioni cutanee peristomali
• Peggioramento consistente della QOL
27. L’INFIAMMAZIONE
AULO CORNELIO CELSO
L'infiammazione consiste in una sequenza dinamica di fenomeni che si manifestano con una intensa
reazione vascolare. Questi fenomeni presentano caratteristiche relativamente costanti, nonostante
l'infinita varietà di agenti lesivi, in quanto non sono determinati soltanto dall'agente lesivo, quanto
soprattutto dalla liberazione di sostanze endogene: i mediatori chimici della flogosi. I fenomeni
elementari, che costituiscono la risposta infiammatoria, comprendono vasodilatazione e aumento di
permeabilità, che portano al passaggio di liquidi dal letto vascolare al tessuto leso (edema) ed
infiltrazione leucocitaria nell'area di lesione. L'infiammazione serve, dunque, a distruggere, diluire e
confinare l'agente lesivo, ma allo stesso tempo mette in moto una serie di meccanismi che favoriscono
la riparazione o la sostituzione del tessuto danneggiato.
Clinicamente, i segni cardine dell'infiammazione sono:
• Arrossamento (RUBOR)
• Tumefazione (TUMOR)
• Calore della parte infiammata (CALOR)
• Dolore (DOLOR)
• Alterazione funzionale (FUNCTIO LAESA)
28. FASI DELLA RIPARAZIONE TESSUTALE
LE FASI DELLA RIPARAZIONE TESSUTALE
EVENTO
Processo di
coagulazione
Processo
infiammatorio
Processo di migrazione e
proliferazione
Processo di
rimodellamento
Ore Giorni Settimane Mesi
1. Falanga V. Classifications for wound bed preparation and stimulation of chronic wounds. Wound Repair Regen 2000; 8: 347-52
29. T - Tessuto non vitale o carente
I - Infezione o Infiammazione
M – Macerazione o secchezza
(squilibrio dei fluidi)
E – Epidermide (margini non proliferativi o
sottominati)
“The TIME framework is a useful practical
tool based on identifying the barriers to
healing and implementing a
plan of care to remove these barriers and
promote wound healing.
It is important to understand wound bed
preparation and TIME within the context of
total patient care. If a wound
fails to heal there is often a complex mix of
local and host factors which will need to be
assessed and treated”.
Dowsett C, Newton H. «Wound Bed Preparation: TIME in practice» Wounds
International, 2005.
WOUND BED PREPARATION: CONCETTO DEL TIME
30. ANATOMIA DELLA CUTE
COMPOSIZIONE1
La cute umana è composta da tre strati di tessuto
epidermide, derma e ipoderma:
• L’Epidermide è lo strato più esterno, ed è composto
da cellule epiteliali
• Il Derma è lo strato di mezzo, composto da tessuto
connettivo come il Collagene con l’Elastina
• L’Ipoderma è lo strato più interno, ed è composto da
tessuto grasso
1. Micali G, Potenza MC, Fabbrocini G, Monfrecola G, Tosti A, Veraldi S. «Fisiologia della cute» in «Le basi della dermatologia» Springer – Verlag Italia, 2014.1
31. FISIOLOGIA DELLA CUTE
FUNZIONI1
• Barriera: contro le infezioni, raggi ultravioletti,
sostanze chimiche nocive, altre sostanze nocive
• Prevenzione: dalla perdita di liquidi ed elettroliti
• Termoregolazione
• Terminazioni nervose: fornisce segnali dolorosi a
seguito di traumi
Micali G, Potenza MC, Fabbrocini G, Monfrecola G, Tosti A, Veraldi S. «Fisiologia della cute» in «Le basi della dermatologia» Springer – Verlag Italia, 2014.1
32. FISIOLOGIA DELLA CUTE
FUNZIONI1
La superficie della cute sana è Acida con un pH di 4 – 6.
Il pH svolge un ruolo fondamentale nella barriera cutanea (mantello
acido) ed aiuta a regolare l’attività della flora batterica residente
(microbioma cutaneo).
Tuttavia, il pH acido svolge un ulteriore ruolo nel garantire la coesione
dello strato corneo e la funzione di barriera1.
1. Ali SM , Yosipovitch G. Skin pH: from basic science to basic skin care. Acta
Derm Venereol 2013; 93: 261-67.
33. MACERAZIONE PERISTOMALE ASSOCIATA A DANNO CUTANEO
Peristomal Moisture-Associated Skin Damage (MASD)
La MASD viene definita come una infiammazione ed erosione
della cute causata dalla continua esposizione a varie sorgenti di
umidità1.
La MASD peristomale viene definita come una infiammazione e
denudazione della cute adiacente allo stoma associata
all’esposizione ad effluenti come le urine o le feci2.
Le evidenze scientifiche suggeriscono che la MASD rappresenta
la forma più comune di danno a livello della cute peristomale
(30-40% dei casi)2,3.
1. Gray M, Black JM, Baharestani MM, et al. Moisture-Associated Skin Damage: overview and pathophysiology. J Wound Ostomy Continence Nurs. 2011; 38 (3): 233-241.
2. Colwell J, Ratcliff C, Goldberg M, Baharestani M, et al. MASD part 3: peristomal moisture-associated dermatitis and periwound moisture-associated dermatitis. J Wound Ostomy Continence Nurs. 2011; 38: 541-
553.
3. Agarwal S, Erlich A. Stoma dermatitis: prevalent but often overlooked. Dermatitis. 2010; 21 (3): 138-147.
34. MACERAZIONE PERISTOMALE ASSOCIATA A DANNO CUTANEO
Peristomal Moisture-Associated Skin Damage (MASD)
Mentre la MASD peristomale condivide molte caratteristiche con altre tipologie
di MASD, possiede anche diverse caratteristiche uniche, inclusa la necessità di
coprire la cute peristomale con un presidio di raccolta per le feci o le urine1!
FATTORI DI RISCHIO
• Natura degli effluenti2,3
• Tempo di esposizione
• Caratteristiche del presidio di raccolta4
• Tempo sostituzione presidio (viene definito come il tempo in cui un presidio
di raccolta mantiene un sigillo sicuro e previene infiltrazioni e alterazioni
cutanee peristomali5)
• Iperidratazione
• Età avanzata
1. Gray M, Colwell JC, Doughty D, Goldberg M, Hoeflok J, Manson A, McNichol L, Rao S. Peristomal Moisture-Associated Skin Damage in adults with fecal ostomies. A comprehensive review and consensus. J Wound Ostomy
Continence Nurs. 2013; 40 (4): 389-399.
2. Pittman J, Rawl SM, Schmidt CM, et al. Demographic and clinical factors related to ostomy complications and quality of life in veterans with an ostomy. J Wound Ostomy Continence Nurs. 2008; 35 (5): 493-503.
3. Nybaek H, Bang Knudesen D, Norgaard L. Skin problems in ostomy patients: a case control study of risk factors. Acta Dermatol-Venereol. 2009; 89: 64-67.
4. Colwell J, Ratcliff C, Goldberg M, Baharestani M, et al. MASD part 3: peristomal moisture-associated dermatitis and periwound moisture-associated dermatitis. J Wound Ostomy Continence Nurs. 2011; 38: 541-553
5. Richbourg L, Fellows J, Arroyave W. Ostomy pouch wear time in the United States. J Wound Ostomy Continence Nurs. 2008; 35 (5): 504-508.
35.
36.
37. ACP - DERMATITE IRRITATIVA DA CONTATTO (DIC)
CLINICA
• Cute eritemato/edematosa
• Aree di erosione superficiale localizzate nell’area del contatto
38. FUNZIONI1
La MASD rappresenta una perturbazione nella
normale funzione di barriera della cute, ed
innesca un processo infiammatorio. I meccanismi
fondamentali coinvolti in questo processo sono
l’eccessiva idratazione (macerazione) e l’aumento
del pH1,2,3.
1. Black JM, Gray M, Bliss DZ et al. MASD Part 2: Incontinence-associated dermatitis
and intertriginous dermatitis. J WOCN 2011; 38(4): 359-70.
2. Langemo D, Hanson D, Hunter S et al. Incontinence and incontinenceassociated
dermatitis. Adv Skin Wound Care 2011; 24(3): 126-40.
3. Beeckman D, Schoonhoven L, Verhaeghe S, et al. Prevention and treatment of
incontinence-associated dermatitis: literature review. J Adv Nurs 2009; 65(6): 1141-
54.
MACERAZIONE PERISTOMALE ASSOCIATA A DANNO CUTANEO
Peristomal Moisture-Associated Skin Damage (MASD)
39. FUNZIONI1
L’eccessiva idratazione comporta un edema e
rottura nello strato corneo con macerazione
cutanea1.
Il risultato di questa eccessiva idratazione è la
maggior facilità, da parte di agenti irritanti, di
penetrare all’interno dello strato corneo e
aumentare l’infiammazione. La cute è, inoltre,
maggiormente soggetta ad eventi traumatici2.
1. Ichikawa-Shiegeta Y, Sugama J, Sanada H, et al. Physiological and appearance
characteristics of skin maceration in elderly women with incontinence. J Wound
Care 2014; 23(1):18-30.
2. Gray M, Beeckman D, Bliss DZ, et al. Incontinence-associated dermatitis: a
comprehensive review and update. J WOCN 2012; 39(1): 61-74.
MACERAZIONE PERISTOMALE ASSOCIATA A DANNO CUTANEO
Peristomal Moisture-Associated Skin Damage (MASD)
40. FUNZIONI1
L’esposizione a Feci e/o Urine comporta una
alcalinizzazione della cute
I batteri della cute convertono l’urea in ammonio
che è alcalino. le feci contengono enzimi in grado di
produrre ammonio dall’urea. Le feci contengono
enzimi in grado di danneggiare lo strato corneo
Le feci liquide sono più dannose perché contengono
più enzimi digestivi1,2. Gli enzimi sono più attivi a pH
alcalino.
L’aumento del pH consente ai microrganismi di
proliferare e incrementare il rischio di infezione.
1. Gray M, Bliss DZ, Ermer-Sulten J, et al. Incontinence associated dermatitis: a
consensus. J WOCN 2007; 34(1): 45-54.
2. Shigeta Y, Nakagami G, Sanada H, et al. Exploring the relationship between skin
property and absorbent pad environment. J Clin Nurs. 2009; 18(11): 1607-16.
MACERAZIONE PERISTOMALE ASSOCIATA A DANNO CUTANEO
Peristomal Moisture-Associated Skin Damage (MASD)
41. I - Infezione o Infiammazione
RICONOSCERE LE LESIONI CUTANEE
ERITEMA DI GRADO SEVERO:
Arrossamento doloroso diffuso intorno alla lesione. L’eritema si
manifesta anche in associazione ad altre lesioni come segno
espansivo di processi infiammatori ed infettivi.
42. I - Infezione o Infiammazione
RICONOSCERE LE LESIONI CUTANEE
DISCOLORAZIONE CUTANEA:
Ad esempio esiti di processi cicatriziali (Cicatrice Cribiforme nel
Pyoderma Gangrenoso).
43. I - Infezione o Infiammazione
RICONOSCERE LE LESIONI CUTANEE
EROSIONE:
È una parola che deriva dal
latino “erodere”. L’erosione
cutanea è una perdita di alcuni
o di tutti gli strati
dell’epidermide, lasciando la
cute scoperta.
44. I - Infezione o Infiammazione
RICONOSCERE LE LESIONI CUTANEE
ULCERA
L’Ulcera è una piaga della cute
oppure di una membrana
mucosa, accompagnata dalla
disintegrazione del tessuto.
L’ulcera può risultare come una
completa perdita di tessuto
dell’epidermide e spesso
porzioni del derma fino al
grasso sottocutaneo.
45. ACP - DERMATITE IRRITATIVA DA CONTATTO (DIC)
CAUSE
• Malposizionamento
• Malconfezionamento
• Utilizzo di disinfettanti
• Presidi per la gestione della stomia non idonei
• Scorretto posizionamento del presidio (es. troppo grande)
POSSIBILI ESITI
• Eritema della cute peristomale
• Lesioni da erosive fino a diventare ulcerative
• Prurito
• Sovrainfezioni
46. ACP - DERMATITE IRRITATIVA DA CONTATTO (DIC)
Trattamento
Chirurgico
Interventi
Infermieristici
• Scelta del presidio di raccolta più idoneo (es. convesso)
• Adattamento del presidio di raccolta in dotazione (se errore
nella gestione)
• Esclusione dell’uso di sostanze istolesive (alcool, etere,
trielina, benzina, H2O2, etc)
• Utilizzo di accessori (anelli idrocolloidali, cinture, film
protettivi)
• Irrigazione nelle colostomie
• Correzione del malposizionamento nei casi più gravi
• Eventuale re-intervento chirurgico in caso di fistola
47.
48. ACP - DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO (DAC)
▪ L’allergia è una ipersensibilità specifica verso determinati
agenti chimici o molecole, i quali, una volta stabiliti, esitano
in una reazione infiammatoria se l’agente responsabile viene
nuovamente incontrato.
▪ È caratterizzata da lesioni eritemato-vescicolose, papulose o
francamente bollose.
▪ I margini della lesione non sono ben definiti.
▪ Le lesioni possono essere pruriginose, dolorose, erose e
crostose.
49. ACP - DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO (DAC)
CAUSE
• Sensibilizzazione all’idrocolloide del presidio, oppure ai suoi
eccipienti
• Sensibilizzazione verso allergeni (coloranti, profumi, saponi, lozioni,
conservanti)
POSSIBILI ESITI
• Eritema vescicoloso della cute peristomale
• Prurito
• Dolore
• Desquamazione
50. ACP - DERMATITE IRRITATIVA DA CONTATTO (DIC)
Trattamento
Chirurgico
Interventi
Infermieristici
• Sostituzione del presidio di raccolta
• Esclusione dell’uso di sostanze allergizzanti (es. profumi,
saponi, etc.)
• Utilizzo di accessori (anelli idrocolloidali, cinture, film
protettivi)
• Irrigazione nelle colostomie
51. Infezioni - CANDIDA
▪ È una infezione causata dal lievito Candida Albicans.
▪ La C. Albicans è un organismo commensale che si trova nella
bocca, apparato G.I. e vagina.
▪ È molto comune nelle persone anziane, individui
immunosoppressi, diabetici e nei soggetti che ricevono
terapie antibiotiche prolungate.
▪ È caratterizzata da lesioni eritematose con bordi irregolari e
pustolosi satellite.
52. Infezioni - FOLLICOLITE
▪ La Follicolite è una infiammazione eritemato-pustolosa del
follicolo pilifero solitamente causata dallo Staphylococcus
aureus o Streptococci oppure da entrambi.
▪ È il risultato di frequenti rasature o sostituzioni di presidio
53. Lesioni Proliferative – LESIONI PSEUDO-VERRUCOSE
DEFINIZIONE
Granulomi da corpo estraneo
Noduli fibroproduttivi
aspecifici
Polipi pseudo-infiammatori
Compaiono sulla giunzione muco-cutanea
Sulla circonferenza inferiore della giunzione muco-cutanea
Formazioni fibroproduttive a carattere benigno che compaiono
sulla superficie dello stoma
54. TESSUTO DI GRANULAZIONE:
(Granulation Tissue)
Il Tessuto di Granulazione sostituisce temporaneamente il Derma nella
fase di ri-modellamento della ferita che, successivamente, esita in una
cicatrice1.
Il Tessuto di Granulazione incorpora una densa rete di vasi sanguigni,
nuovi capillari (Angiogenesi), con uno strato superiore irregolare creato
dai capillari che si intrecciano insieme sulla superficie della ferita. Tutto
questo conferisce al Tessuto di Granulazione il tipico aspetto a granuli rossi
che, nonostante questa struttura, non tende a sanguinare facilmente2.
La presenza del Tessuto di Granulazione all’interno della ferita è il segno
che il processo di guarigione è in corso e il nuovo tessuto proteggerà la
ferita dalla Colonizzazione batterica poiché è resistente all’infezione3,4,5.
1. Johnson S (2007) Haelan Tape for the treatment of overgranulation tissue. Wounds UK. Available at: http://www.wounds-uk.com/journal-articles/haelan-tape-for-the-treatment-of-overgranulation-tissue
2. Dowsett C (2002) The management of surgical wounds in a community setting. Br J Comm Nurs 7(6): (Wound Care Suppl) 33–38
3. Dealey C (1999) The Care of Wounds. 2nd edition. Blackwell Scientific Publications, Oxford
4. Dunford C (1999) Hypergranulation tissue. J Wound Care 8(10): 506–7
5. Collins F, Hampton S, White R (2002) A-Z Dictionary of Wound Care. Quay Books. Mark Allen Publishing, Wiltshire
RICONOSCERE LE LESIONI CUTANEE
55. LESIONI PROLIFERATIVE
GRANULOMA:
È una reazione immunitaria a lesioni tipiche delle
infiammazioni croniche, ma anche da corpi
estranei. Macroscopicamente è caratterizzato da
neoformazioni nodulari a struttura microscopica
concentrica.
56. LESIONI PROLIFERATIVE
IPERGRANULAZIONE:
(Overgranulation Tissue, Hypergranulation Tissue)
Quando il Tessuto di Granulazione «cresce oltre» la superficie della ferita viene
definito come Tessuto di Ipergranulazione, oppure Granulazione esuberante, etc.
È presente, solitamente, nelle ferite che guariscono per seconda intenzione ed è
clinicamente caratterizzato da un tessuto rosso friabile, lucido, di consistenza
morbida, facilmente sanguinante, che si rileva al di sopra del tessuto cutaneo
circostante1.
L’eziologia di questa tipologia di tessuto è ancora sconosciuta. La letteratura collega
questo tipo di tessuto alla presenza di un processo infettivo, ma non è ancora chiaro
cosa insorga prima.
Possono essere definite tre tipologie di Tessuto di Ipergranulazione:
1. Tipo 1: tessuto infiammatorio, con eccesso di essudato, dovuto a continuti
traumi o frizione da mobilità
2. Tipo 2: ambiente della ferita occluso (probabilmente dovuto a Infezione o
Colonizzazione Critica)2,3.
3. Tipo 3: squilibrio cellulare. Uno squilibrio tra sintesi di collagene e degradazione
dovuto alla patologia del paziente
1. Johnson S (2007) Haelan Tape for the treatment of overgranulation tissue. Wounds UK. Available at: http://www.wounds-uk.com/journal-articles/haelan-tape-for-the-treatment-of-overgranulation-tissue
2. Banerjee D (1999) The aetiology and management of pilonidal sinus. J Wound Care 8: 309–10
3. Vandeputte J, Hoekstra H (2006) Observed hypergranulation may be related to oedema of granulation tissue. Available at: http://www.medlineplace.com/woundcare/products/dermagel/PDFs/Observed%20
Hypergranulation.pdf
57. LESIONI PROLIFERATIVE
IPERGRANULAZIONE NELLA PEG
La presenza di Infezione nel sito di inserzione della PEG rappresenta una
eventualità abbastanza frequente. I microrganismi presenti più frequentemente
sono lo Staphylococcus Aureus, la Candida e lo Pseudomonas Aeruginosa1.
Una non corretta gestione della sonda può incrementare la presenza di Tessuto
di Ipergranulazione, facilità di sanguinamento, aumento nella produzione di
essudato e cattivo odore2.
1. Rolston K, Mihu C, Tarrand J (2011) Current microbiology of percutaneous endoscopic gastrostomy tube (PEG tube) insertion site infections in patients with cancer. Support Care Cancer 19(8): 1267–71
2. Johnson S (2007) Haelan Tape for the treatment of overgranulation tissue. Wounds UK. Available at: http://www.wounds-uk.com/journal-articles/haelan-tape-for-the-treatment-of-overgranulation-tissue
58. RICONOSCERE LE LESIONI CUTANEE
INFEZIONE LOCALE:
L’INFEZIONE LOCALE è contenuta in una posizione, sistema o struttura.
Specialmente nelle ferite croniche l’infezione locale spesso si presenta
con segni difficili da descrivere che possono essere considerati segni
nascosti di infezione. Questi segni potrebbero successivamente
sviluppare una Infezione conclamata
Segni di INFEZIONE LOCALE1,2,3:
• Ipergranulazione (eccessivo tessuto vascolarizzato)
• Sanguinamento (tessuto di granulazione friabile)
• Lesione in espansione
• Ritardo nella guarigione oltre le aspettative
• Comparsa o aumento di dolore
• Cattivo odore
1. Collier M. Recognition and management of wound infections. World Wide Wounds 2004.
2. Gardner SE and Frantz RA. Wound bioburden and infection-related complications in diabetic foot ulcers. Biol
Res Nurs 2008; 10(1):44–53.
3. Galpin JE, Chow AW, Bayer AS, and Guze LB. Sepsis associated with decubitus ulcers. Am J Med 1976; 61:346–
50.
59. GESTIONE DEL TESSUTO DI
IPERGRANULAZIONE
Paziente con Ipergranulazione
Valutare per la presenza di patologie maligne
Se presenza di tessuto maligno fare riferimento allo
specialista. Gestire l’area perilesionale ma non
trattare come tessuto di Ipergranulazionealigne
Se assenza di malignità
Valutare per segni e sintomi di Infezione
Se l’infezione è confermata, utilizzare medicazioni
antimicrobiche topiche (revisione dopo 2 settimane)
Antibiotico sistemico se necessario
Se non infetto
Valutare e garantire il corretto posizionamento
della sonda (PEG/catetere sovrapubico)
Applicare una medicazione non-aderente altamente
traspirante
Se il Tessuto di Ipergranulazione rimane
Applicare una medicazione che garantisca un rilascio
prolungato di Steroidi
Tessuto di
Ipergranulazione
gestito
Nessun ulteriore
trattamento richiesto
Tessuto di
Ipergranulazione
gestito
Rivalutare
1. Source: Jackie Stephen-Haynes, Professor and Consultant Nurse in Tissue Viability, Birmingham City
University and Worcestershire Health and Care NHS Trust (2013) Managing Overgranulation.
Available at: https://woundcare-today.com
60.
61. LESIONI PROLIFERATIVE
LESIONI PSEUDO-VERRUCOSE
È una crescita eccessiva di tessuto causata
dall’esposizione della cute a una sostanza irritante.
La continua irritazione con il passare del tempo porta
a IPERCHERATOSI (ispessimento dello strato più esterno
dell’epidermide) e ACANTOSI (ispessimento dello Strato
Spinoso della cute1).
Queste lesioni Pseudo-verrucose sono localizzate
all’area di esposizione cronica e possono sanguinare
facilmente.
1. Colwell J. Stomal and peristomal skin complications. In: Colwell J, et al., editors. Fecal and urinary diversions: management principles. St. Louis: Mosby; 2004. p. 308-25
63. Lesioni Proliferative - NEOPLASIA
NEOPLASIA:
(dal greco néos, «nuovo», e plásis, «formazione») o tumore (dal latino
tumor, «rigonfiamento»), indica, in patologia, «una massa abnormale
di tessuto che cresce in eccesso ed in modo scoordinato rispetto ai
tessuti normali, e che persiste in questo stato dopo la cessazione degli
stimoli che hanno indotto il processo»
ULCERE NEOPLASTICHE:
Sono caratterizzate da tessuto di granulazione spugnoso, friabile e
facilmente sanguinante, oppure come tessuto di ipergranulazione.
64. “Non esiste una singola medicazione adatta a tutti i
tipi di ferita né tantomeno a tutte le fasi di una ferita
stessa…”
T.D. Turner, 1984
65. MEDICAZIONI AVANZATE
La prima medicazione è la placca da
stomia…..
È realmente necessario utilizzare una
medicazione avanzata?
Se la medicazione è necessaria, è
possibile metterla sotto la placca?
Nelle lesioni L1 e L2 può bastare rimuovere la
causa (foro troppo grande, presidio errato,
feci troppo liquide, allergia al presidio),
oppure limitarla (es. malposizionamento)
66. TIMINGDELLALESIONE
Dry
Wet
Necrotic Sloughy EphiteliasingGranulating
Moist Debride Absorbe Protect & hydrate
Idrogel/Collagenasi + Alginato
Alginato + Ag
Idrofibra + Ag
Alginato + Ag
Idrofibra + Ag
Idrocolloide
Medicazioni ogni 24/48h (essudato +++/++)
Medicazioni ogni 48/72h
(essudato ++/+)
Medicazioni ogni 72h/7gg (essudato
+/-)
Lesione L1 – L2Lesione L3Lesione L4 – L5
Classificazi
one
SACS
Monopezzo/Sistema a 2 pezzi Sistema a 2 pezzi Sistema a 2 pezzi
67. RICONOSCERE LE LESIONI CUTANEE
T - Tessuto non vitale o carente
Il Tessuto non vitale è unanimamente chiamato Tessuto
necrotico o Slough.
Il Tessuto necrotico può apparire nero, oppure marrone.
Mentre lo Slough è tessuto fibrinoso di colore giallo.
Quando il tessuto necrotico secca e diventa di consistenza
coriacea si parla di Escara.
68. METODI DI DEBRIDEMENT
TIPO DI DEBRIDEMENT METODO UTILIZZATO
Debridement autolitico
Medicazioni occlusive o semi-occlusive (es. idrocolloidi), oppure
Idrogeli
Medicazioni ipertoniche saline e miele (la medicazione promuove il
Debridement autolitico attraverso l’osmosi)
Alcuni antisettici (argento, miele e prodotti a base di iodio)
Debridement enzimatico
• Necessarie frequenti sostituzioni delle medicazioni
• Lento ma specifico
• Può essere utilizzato insieme ad altre strategie di debridement
Collagenasi
Debridement chirurgico
• Chirurgo o professionista specializzato
• Non selettivo
• Rischio di sanguinamento/emorragia e danni al tessuto sano
Indicato nella rimozione di ampie zone di tessuto necrotico/infetto
(bisturi, forbici)
1. Leaper DJ, Schuiltz G, Carville K, Fletcher J, Swanson T, Drake R. Extending the TIME concept: what have we learned in the past 10 years? Int Wound J 2012; 9 (Suppl. 2): 1-19.
69. CONTAMINAZIONE
Tutte le ferite possono acquisire
microrganismi. In assenza di idonee
condizioni nutritive e fisiche per ciascuna
specie microbica, o in caso di incapacità di
evadere le difese dell’ospite, esse non si
riprodurranno e non potranno persistere, e
quindi la loro presenza è soltanto
temporanea e la guarigione della ferita non
risulterà ritardata.
COLONIZZAZIONE
Le specie microbiche crescono
e si riproducono con successo,
ma non provocano danni
nell’ospite e non provocano
l’infezione della ferita.
INFEZIONE
La crescita, la proliferazione e la penetrazione nei
tessuti dell’ospite provoca lesioni cellulari e reazioni
immunologiche manifeste nell’ospite. La guarigione
della ferita è interrotta. Fattori locali possono fare
aumentare il rischio di infezione.
COLONIZZAZIONE CRITICA
Condizione in cui la carica batterica
raggiunge un livello in cui interferisce con
la guarigione, ma non produce i classici
segni e sintomi di infezione.
- Fase di passaggio dalla colonizzazione
all’infezione
- Transizione verso una persistenza
batterica / infiammazione cronica
INFEZIONE
70. INFEZIONE
L’Apparato Gastro-Intestinale è anche un organo metabolico ed
immunologico che serve come una barriera contro gli organismi e gli antigeni
che vivononel suo interno1.
La concentrazione batterica all’interno del cieco raggiunge la cifra di 1012
organismi per millilitro di feci.
Sangue portale e linfonodi mesenterici sono solitamente sterili e questo
sottolineal’efficacia della barriera intestinale.
1. MACFIE J. “Current status of bacterial translocation as a cause of surgical sepsis”. British Medical Bullettin 2004; 71: 1-11.
71. INFEZIONE
TRASLOCAZIONE BATTERICA:
È definita come il passaggio di BATTERI dal tratto GASTROINTESTINALE verso siti
EXTRA-INTESTINALI STERILI, come ad esempio il COMPLESSO DEI LINFONODI
MESENTERICI, Fegato, Milza, Reni e Torrente Ematico1.
1. Berg RD, Garlington AW. “Translocation of certain indigenous bacteria from the gastrointestinal tract to the mesenteric lymph
nodes and other organs in a gnotobiotic mouse model”. Infect Immun 1979; 23:403-11.
72. INFEZIONE
QUORUM SENSING:
E’ un sistema di regolazione trascrizionale dipendente dalla DENSITÀ CELLULARE, ovvero
un meccanismo che molte cellule batteriche della stessa specie utilizzano per comunicare
tra di loro.
Questo meccanismo viene attivato quanto la concentrazione di molecola segnale
all'interno di cellule della popolazione batterica è alta. In questo modo la molecola si
legherà all'attivatore trascrizionale, che a sua volta attiverà o reprimerà una serie di
geni, determinando l'attivazione o lo spegnimento di vie metaboliche o processi cellulari
specifici1.
1. Spoering AL, Gilmore MS “Quorum Sensing and DNA release in bacterial biofilms”. Current opinion in microbiology, Elsevier 2006, 9: 133-
137
73. INFEZIONE
BIOFILM:
Il BIOFILM è meglio descritto come un derivato microbico, caratterizzato da
una comunità sessile di cellule irreversibilmente attaccate ad un substrato, ad
una interfaccia oppure tra loro, immerse in una matrice di Sostanza Polimerica
Extracellulare (EPS) che loro stessi hanno prodotto. Le cellule del Biofilm
esibiscono un fenotipo alterato con riguardo al tasso di crescita ed al gene
trascrizionale quando si confronta con le loro libere controparti1.
I Biofilms proteggono i microrganismi dalle perturbazioni esterne,
permettendo la comunicazione tra microbi e maggiore virulenza.
1. Rodney MD, Costerton JW “Biofilms: survival mechanism of clinically relevant microrganisms”. Clinical Microbiology Reviews, April 2002.
74.
75. Perdita di Sostanza – DISTACCO MUCO-CUTANEO/SUPPURAZIONI ED
ASCESSI
CAUSE
• Tecnica chirurgica (problemi nella suturazione con i fili da sutura)
• Contaminazione intraoperatoria (pessima preparazione intestinale
pre-operatoria, interventi chirurgici in urgenza)
• Cute a rischio per fattori concomitanti (diabete, steroidi,
irradiazione)
POSSIBILI ESITI
• Separazione della giunzione mucocutanea (parziale o totale)
• Drenaggio non completo
• Stenosi della stomia
• Fistole
76. Trattamento
Chirurgico
Interventi
Infermieristici
• Irrigazione eseguita precocemente (nelle
colostomie)
• Palpazione/osservazione dell’area,
esplorazione digitale dello stoma per
escludere/confermare la presenza di un
tramite fistoloso
• Rimozione precoce di alcuni punti di sutura
peristomali
• Utilizzo di medicazioni avanzate
• Reintervento con riconfezionamento dello
stoma (difficile!)
• Drenaggio della raccolta
• Sutura muco-cutanea dopo o nel corso della
guarigione
Perdita di Sostanza – DISTACCO MUCO-CUTANEO/SUPPURAZIONI ED
ASCESSI
77. Caso Clinico– NECROSI SU URETEROCUTANEOSTOMIA
Cistectomia radicale con confezionamento di UCS bilaterale.
15.03.2010 UCS dx, necrosi peristomale, tessuto di necrosi nella sede del pregresso
drenaggio
29.03.2010 Fistolizzazione della zona peristomale con la zona del pregresso drenaggio
78. Caso Clinico– NECROSI SU URETEROCUTANEOSTOMIA
29.03.2010 Medicazione a zaffo della lesione con GARZA ANTIMICROBICA CON
PHMB (tre volte a settimana)
Apparecchiamento della stomia con presidio di raccolta 2 pezzi con sacca Uro
Adattamento della placca idrocolloidale del presidio per alloggiamento della
medicazione
06.04.2010 Recupero dell’uretere rimasto beante, tramite apposizione di nuovi punti
di sutura
79. Caso Clinico– NECROSI SU URETEROCUTANEOSTOMIA
15.04.2011 Medicazione con Idrofibra + Argento (due volte a settimana)
04.05.2010 Chiusura della lesione
80. Perdita di Sostanza – DERMATITE ARTEFATTA
• Lesioni traumatiche auto-indotte
• Distribuzione e forma atipiche
• Andamento cronico
• Patologia psichiatrica
81. Perdita di Sostanza – PYODERMA GANGRENOSO PERISTOMALE
Si tratta di una dermatosi neutrofila non infettiva.
Clinicamente ha inizio con delle pustole sterili che rapidamente
progrediscono e si trasformano in ulcerazioni molto dolorose e di
profondità e diametro variabili, caratterizzate dal classico bordo
violaceo.
Il Pyoderma è spesso caratterizzato da ricorrenti ulcerazioni cutanee
con essudato muco purulento oppure emorragico.
La diagnosi di Pyoderma Gangrenoso si basa sulla storia delle malattie
del paziente, sulla tipica presentazione cutanea, sul reperto
istopatologico e sulla esclusione di altre malattie che possono avere un
aspetto simile. L’eziologia del Pyoderma Gangrenoso non è stata ancora
chiaramente determinata.
83. Perdita di Sostanza – ULCERE DA PRESSIONE
L’ulcera da pressione è un’area localizzata di danno della cute e
dei tessuti sottocutanei causata da forze di pressione, trazione,
frizione, o da una combinazione di questi fattori, che si forma
normalmente in corrispondenza di prominenze ossee e la cui
gravità è classificata in stadi.
84. CAUSE
• Placca convessa che comprime su una ernia parastomale
• Placca convessa che comprime su una recidiva tumorale addominale
• Bacchetta
• Cintura
POSSIBILI ESITI
• Ulcerazione cutanea peristomale più o meno profonda
• Sanguinamento
• Dolore
• Infezione
Perdita di Sostanza – ULCERE DA PRESSIONE
85. Trattamento
Chirurgico
Interventi
Infermieristici
• Rivalutazione del presidio utilizzato
• Rimozione della bacchetta
• Rimozione della cintura (o utilizzo di presidi
che amortizzano l’effetto della cintura)
• Utilizzo di medicazioni avanzate
• Irrigazione (nelle colostomie)
Eventuale intervento chirurgico di riparazione
dell’ernia/ricanalizzazione (se possibile)
Perdita di Sostanza – DISTACCO MUCO-CUTANEO/SUPPURAZIONI ED
ASCESSI
86.
87. LE SCALE DI CLASSIFICAZIONE DELLE
ALTERAZIONI CUTANEE PERISTOMALI
• Studio Alterazioni Cutanee Peristomali (SACS 2.0)
• Studio Alterazioni Cutanee
Peristomali (SACS 2.0)
COMPLICANZE PERISTOMALI
88. PRIMA DI TUTTO…..UN CHIARIMENTO!
CLASSIFICARE (definizione – Vocabolario Treccani)
Dividere in classi, assegnare (piante, animali, minerali, libri, ecc.) a una
determinata classe.
CLASSIFICAZIONE
L’operazione, l’effetto, il modo del classificare; divisione o distribuzione in classi, cioè in
categorie: c. delle piante, degli animali, avente lo scopo di dare un ordine alla immensa
varietà delle specie, e insieme un nome che consenta di individuarle facilmente
«In una disciplina professionale il processo del conoscere si sviluppa nella ricerca
delle caratteristiche o degli attributi dei fenomeni che risultano osservabili e
misurabili e nel definire modelli interpretativi».
Santullo A, Curzi G. «Scale di misura e scale di valutazione». In «Le scale di valutazione in Sanità». McGraw-Hill, 2009.
89. LE SCALE DI CLASSIFICAZIONE DELLE ALTERAZIONI CUTANEE PERISTOMALI
LA CLASSIFICAZIONE SACS 2.0
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLA CLASSIFICAZIONE SACS 2.0
- È uno strumento Evidence-Based sviluppato dai bisogni clinici
• La revisione della letteratura internazionale ha rilevato la mancanza di uno strumento per la classificazione delle
alterazioni cutanee peristomali
- La Classificazione SACS™ 2.0 è stata sviluppata per aiutare a stabilire un linguaggio commune per la valutazione e la
classificazione delle lesioni peristomali
- Fornisce definizioni operative per l’interpretazione uniforme delle lesioni cutanee peristomali
- Un Sistema di classificazione oggettivo per documentare l’incidenza delle lesioni cutanee peristomali
90. LE SCALE DI CLASSIFICAZIONE DELLE ALTERAZIONI CUTANEE PERISTOMALI
LA CLASSIFICAZIONE SACS 2.0
1. Completare la Classificazione con l’inclusione di un
ulteriore grado di severità (L5)
2. Classificare tutti i tipi di Alterazione Cutanea
Peristomale, escludendo la nozione di lesione prevalente»
94. LE SCALE DI CLASSIFICAZIONE DELLE ALTERAZIONI CUTANEE PERISTOMALI
LA CLASSIFICAZIONE SACS 2.0
Obiettivo n.1: Completare la Classificazione con l’inclusione di un ulteriore grado di severità (L5)
L1 – LESIONE IPEREMICA
(arrossamento peristomale
senza perdita di sostanza)
L2 – LESIONE EROSIVA (con
perdita di sostanza sino e non
oltre il Derma)
L3 – LESIONE ULCERATIVA (oltre il
Derma)
L4 – LESIONE ULCERATIVA
(Fibrinosa/Necrotica)
L5 – LESIONE ULCERATIVA CHE
INTERESSA I PIANI OLTRE LA FASCIA
MUSCOLARE (con o senza
Fibrina, Necrosi, Pus o Fistole)
LX – LESIONE PROLIFERATIVA
(Granulomi, Depositi di
Ossalati, Neoplasie)
95. LE SCALE DI CLASSIFICAZIONE DELLE ALTERAZIONI CUTANEE PERISTOMALI
LA CLASSIFICAZIONE SACS 2.0
Objective n.1: Completare la Classificazione con l’inclusione di un ulteriore grado di severità (L5)
L5 – – LESIONE ULCERATIVA CHE INTERESSA I PIANI OLTRE LA
FASCIA MUSCOLARE (con o senza Fibrina, Necrosi, Pus o
Fistole)
Abbiamo proposto la sola
aggiunta del quadro
concernente l’individuazione
della nuova lesione non
classificabile che abbiamo
chiamato (L5)1,2.
1. Sandy-Hodgetts K, Carville K, Leslie GD. Determining risk factors for surgical wound dehiscence: a literature
review. Int Wound J 2015;12:265-75.
2. Dealey C. The management of patients with acute wounds. In: Dealey C. The Care of Wounds: A Guide for
Nurses. Fourth edition. Hoboken, NJ: John Wiley & Sons; 2012.
96. L5 – LESIONE ULCERATIVA CHE INTERESSA I
PIANI OLTRE LA FASCIA MUSCOLARE (con o
senza Fibrina, Necrosi, Pus o Fistole)
L5, TI-III-IV
97. LE SCALE DI CLASSIFICAZIONE DELLE ALTERAZIONI CUTANEE PERISTOMALI
LA CLASSIFICAZIONE SACS 2.0
Obiettivo n.2: Classificare tutti i tipi di Alterazione Cutanea Peristomale, escludendo la nozione di lesione
prevalente»
L2, TV: LESIONE EROSIVA CON PERDITA DI SOSTANZA
SUPERFICIALE (LESIONI 1, 2 AND 3); L4, TII-III-IV – LESIONE
ULCERATIVA FIBRINOSA/NECROTICA (LESIONI 5 AND 6); LX, TIII-
IV – LESIONE PROLIFERATIVA (LESIONE 4)
QUANDO VIENE UTILIZZATO LO STRUMENTO SACS 2.0:
- Documentare ogni Lesione osservata
- Documentare la Localizzazione topografica di ogni lesione osservata
La sola classificazione del segno prevalente (lesione più grave) è riduttiva in molti casi e non
esplicativa per il personale sanitario. Ad esempio, “l’arrossamento” può essere presente come
singola lesione (semplice arrossamento — L1), oppure coesistere insieme a una lesione
ulcerativa con presenza di fibrina o necrosi (L4) come segno della presenza di un processo
infiammatorio/infettivo, ma può anche non essere presente in una lesione ulcerativa (L3) come
avviene durante il processo di guarigione di una ferita. Nella letteratura internazionale queste
lesioni possono fare riferimento a lesioni cutanee primarie, presenti al momento della comparsa
del disordine, oppure come lesioni cutanee secondarie come risultato di modifiche avvenute nel
tempo dovute alla progressione della malattia, manipolazioni, farmaci o processo di guarigione1.
Durante la fase della Consensus Conference è stato unanimamente deciso che ogni lesione
presente sulla cute peristomale dovesse essere classificata.
1. Dealey C. The management of patients with acute wounds. In: Dealey C. The
Care of Wounds: A Guide for Nurses. Fourth edition. Hoboken, NJ: John Wiley &
Sons; 2012.
CLASSIFICAZIONE DELLE LESIONI NELLA FOTO (ESEMPIO):
- L2, TV (lesioni 1,2 e 3)
- L4, TII-III-IV (lesioni 5 e 6)
- LX, TIII-IV (lesione 4)
98. LE SCALE DI CLASSIFICAZIONE DELLE ALTERAZIONI CUTANEE PERISTOMALI
LA CLASSIFICAZIONE SACS 2.0
L2, TV:
Lesione
erosiva con
perdita di
sostanza
superficiale
L4, TII-III-IV –
Lesione
Ulcerativa
Fibrinosa/Necr
otica
LX, TIII-IV –
Lesione
Proliferativa
L2, TV: Lesione erosiva con perdita di sostanza superficiale
L4, TII-III-IV – Lesione Ulcerativa Fibrinosa/Necrotica
LX, TIII-IV Lesione Proliferativa
99. ANTONINI Mario
Infermiere Stomaterapista/Esperto Wound Care – ASL Toscana Centro (Ambito Empolese)
Prof. Laurea in Infermieristica (Inf.ca Clinica Chirurgica – Inf.ca Specialistica – Attività Professionalizzanti) – Università di
Firenze (Sedi Empoli e Firenze)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Master di 1° livello
LESIONI CUTANEE DELL’ADULTO E DEL BAMBINO: PREVENZIONE E TRATTAMENTO