La Medicina Narrativa è professionalizzante, ed è una competenza di base legata al patrimonio delle scienze sociali che contribuisce a migliorare il modo di lavorare, fornendo gli strumenti concreti per un approccio di cura basato sull’ascolto di cui beneficia l’intero sistema delle cure.
Presa in carico o linee guida sulle patologie? - introduzione al congresso (V...csermeg
XXI Congresso CSeRMEG 23-24 ottobre 2009 PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI o LINEE GUIDA SULLE PATOLOGIE? Per una pratica guidata non solo dalla nosografia - www.csermeg.it
Intervento sulla medicina narrativa di Maria Giulia Marini, ISTUD, al convegno "Incontro tra storie ed evidenze per una sanità da trasformare". Milano 28 ottobre 2011
Presentazione sulla medicina narrativa di Maria Giulia Marini al Convegno organizzato da ISTUD "Incontro tra storie ed evidenze per una sanità da trasformare" il 28 ottobre 2011 a Milano
Medicina generale e femminile (Maria Luisa Agnolio) csermeg
Seminario di Primavera CSeRMEG 16 aprile 2005 SPECIAL INTERESTS Le passioni disciplinari in Medicina Generale, idee ed esperienze a confronto - www.csermeg.it
La Medicina Narrativa è professionalizzante, ed è una competenza di base legata al patrimonio delle scienze sociali che contribuisce a migliorare il modo di lavorare, fornendo gli strumenti concreti per un approccio di cura basato sull’ascolto di cui beneficia l’intero sistema delle cure.
Presa in carico o linee guida sulle patologie? - introduzione al congresso (V...csermeg
XXI Congresso CSeRMEG 23-24 ottobre 2009 PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI o LINEE GUIDA SULLE PATOLOGIE? Per una pratica guidata non solo dalla nosografia - www.csermeg.it
Intervento sulla medicina narrativa di Maria Giulia Marini, ISTUD, al convegno "Incontro tra storie ed evidenze per una sanità da trasformare". Milano 28 ottobre 2011
Presentazione sulla medicina narrativa di Maria Giulia Marini al Convegno organizzato da ISTUD "Incontro tra storie ed evidenze per una sanità da trasformare" il 28 ottobre 2011 a Milano
Medicina generale e femminile (Maria Luisa Agnolio) csermeg
Seminario di Primavera CSeRMEG 16 aprile 2005 SPECIAL INTERESTS Le passioni disciplinari in Medicina Generale, idee ed esperienze a confronto - www.csermeg.it
Medicina Narrativa: dal singolare al plurale per generare sostenibilitàISTUD Business School
Presentazione di Paola Chesi, ricercatrice area Sanità e Salute di ISTUD in occasione del Convegno "Pratiche Narrative e Cura“, Università Bicocca, Milano del 6 Maggio 2003
La Comunicazione: base e strumento della relazione medico-paziente.Interazione Clinica
Vorrei Iniziare parlando del Dott. Gregory House. Per chi non lo conoscesse [...] protagonista di una serie televisiva che ha riscosso notevole sucesso ...
“Aderisco Perché”, una campagna per tornare a vivere
“Tornare a vivere” dopo un trapianto d’organo
assumendo correttamente la terapia immunosoppressiva.
Non sempre però i pazienti hanno le informazioni necessarie,
e per scarsa informazione o motivazione mettono a rischio il successo clinico del trapianto.
“Aderisco Perché”, promossa da AIDO, ANED, EPAC Onlus, SIN e SITO, è la prima campagna di sensibilizzazione sull’aderenza alle terapie rivolta ai pazienti trapiantati d’organo e alle loro famiglie.
[..] l'analista, come l'archeologo, non può limitarsi ad osservare ciò che è rimasto del passato [...] entrambi hanno necessità di dissotterrare elementi e reperti che possano chiarire il senso di ciò che è visibile...
L’identità del professionista in sanità tra qualità e spesa: tra le nebulose ...ISTUD Business School
Presentazione di Maria Giulia Marini, ISTUD, durante l'evento "L'identità professionale in Sanità tra spesa e qualità della cura" organizzato dall'Area Sanità di ISTUD, in collaborazione con AME (Associazione Medica Ebraica Italiana), Assolombarda, Confindustria Lombardia Sanità Servizi e CERGAS Bocconi.
Epidemiologia dei bisogni di presa in carico (Lino Gambarelli)csermeg
XXI Congresso CSeRMEG 23-24 ottobre 2009 PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI o LINEE GUIDA SULLE PATOLOGIE? Per una pratica guidata non solo dalla nosografia - www.csermeg.it
Attribuibilità degli eventi cardiovascolari (Marina Bosisio)csermeg
XXI Congresso CSeRMEG 23-24 ottobre 2009 PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI o LINEE GUIDA SULLE PATOLOGIE? Per una pratica guidata non solo dalla nosografia - www.csermeg.it
Salute per tutti: miti, speranze e certezze della Primary Health Care. A cura...Giuseppe Fattori
L’idea di scrivere un libro a più mani nasce sostanzialmente da
due considerazioni che sono l’esito dell’effetto congiunto della
pandemia da Covid-19 e della, forse ancor più grave, crisi climatica:
due fenomeni complessi, apparentemente disgiunti, che stanno
condizionando pesantemente le nostre vite e che sono destinati a far
sentire a lungo i loro effetti sul piano biologico, sociale, economico
ed ecologico.
Dunque, la prima considerazione discende dalla consapevolezza che
uomo, natura e società sono un tutt’uno e che la concezione classica
(meccanicistica) della scienza basata sullo studio analitico delle
parti, per quanto importante e tuttora valida, non è in grado, da
sola, di capire e di gestire i problemi complessi, di natura sistemica,
che affliggono la nostra società. Un problema non da poco perché il
cambiamento del modello di interpretazione della realtà implica una
revisione profonda del nostro modo abituale di osservare il mondo
e di prendere le decisioni.
La seconda considerazione riguarda la constatazione dell’incapacità
degli attuali servizi territoriali di far fronte ai nuovi bisogni di
prevenzione e di cura e la conseguente necessità di avviare con
urgenza un radicale cambiamento nel modo di intendere e di
promuovere la salute e di garantire cure efficaci per tutti.
Sulla base di questi presupposti, abbiamo cercato quindi di
spiegare in poche parole e con qualche semplice esempio in che
cosa consiste la visione sistemica e come essa richieda un diverso
metodo di approccio ai problemi che caratterizzano il nostro tempo,
in particolare per quanto riguarda i temi relativi alla salute, alla
prevenzione e alla Primary Health Care.
Medicina Narrativa: dal singolare al plurale per generare sostenibilitàISTUD Business School
Presentazione di Paola Chesi, ricercatrice area Sanità e Salute di ISTUD in occasione del Convegno "Pratiche Narrative e Cura“, Università Bicocca, Milano del 6 Maggio 2003
La Comunicazione: base e strumento della relazione medico-paziente.Interazione Clinica
Vorrei Iniziare parlando del Dott. Gregory House. Per chi non lo conoscesse [...] protagonista di una serie televisiva che ha riscosso notevole sucesso ...
“Aderisco Perché”, una campagna per tornare a vivere
“Tornare a vivere” dopo un trapianto d’organo
assumendo correttamente la terapia immunosoppressiva.
Non sempre però i pazienti hanno le informazioni necessarie,
e per scarsa informazione o motivazione mettono a rischio il successo clinico del trapianto.
“Aderisco Perché”, promossa da AIDO, ANED, EPAC Onlus, SIN e SITO, è la prima campagna di sensibilizzazione sull’aderenza alle terapie rivolta ai pazienti trapiantati d’organo e alle loro famiglie.
[..] l'analista, come l'archeologo, non può limitarsi ad osservare ciò che è rimasto del passato [...] entrambi hanno necessità di dissotterrare elementi e reperti che possano chiarire il senso di ciò che è visibile...
L’identità del professionista in sanità tra qualità e spesa: tra le nebulose ...ISTUD Business School
Presentazione di Maria Giulia Marini, ISTUD, durante l'evento "L'identità professionale in Sanità tra spesa e qualità della cura" organizzato dall'Area Sanità di ISTUD, in collaborazione con AME (Associazione Medica Ebraica Italiana), Assolombarda, Confindustria Lombardia Sanità Servizi e CERGAS Bocconi.
Epidemiologia dei bisogni di presa in carico (Lino Gambarelli)csermeg
XXI Congresso CSeRMEG 23-24 ottobre 2009 PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI o LINEE GUIDA SULLE PATOLOGIE? Per una pratica guidata non solo dalla nosografia - www.csermeg.it
Attribuibilità degli eventi cardiovascolari (Marina Bosisio)csermeg
XXI Congresso CSeRMEG 23-24 ottobre 2009 PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI o LINEE GUIDA SULLE PATOLOGIE? Per una pratica guidata non solo dalla nosografia - www.csermeg.it
Salute per tutti: miti, speranze e certezze della Primary Health Care. A cura...Giuseppe Fattori
L’idea di scrivere un libro a più mani nasce sostanzialmente da
due considerazioni che sono l’esito dell’effetto congiunto della
pandemia da Covid-19 e della, forse ancor più grave, crisi climatica:
due fenomeni complessi, apparentemente disgiunti, che stanno
condizionando pesantemente le nostre vite e che sono destinati a far
sentire a lungo i loro effetti sul piano biologico, sociale, economico
ed ecologico.
Dunque, la prima considerazione discende dalla consapevolezza che
uomo, natura e società sono un tutt’uno e che la concezione classica
(meccanicistica) della scienza basata sullo studio analitico delle
parti, per quanto importante e tuttora valida, non è in grado, da
sola, di capire e di gestire i problemi complessi, di natura sistemica,
che affliggono la nostra società. Un problema non da poco perché il
cambiamento del modello di interpretazione della realtà implica una
revisione profonda del nostro modo abituale di osservare il mondo
e di prendere le decisioni.
La seconda considerazione riguarda la constatazione dell’incapacità
degli attuali servizi territoriali di far fronte ai nuovi bisogni di
prevenzione e di cura e la conseguente necessità di avviare con
urgenza un radicale cambiamento nel modo di intendere e di
promuovere la salute e di garantire cure efficaci per tutti.
Sulla base di questi presupposti, abbiamo cercato quindi di
spiegare in poche parole e con qualche semplice esempio in che
cosa consiste la visione sistemica e come essa richieda un diverso
metodo di approccio ai problemi che caratterizzano il nostro tempo,
in particolare per quanto riguarda i temi relativi alla salute, alla
prevenzione e alla Primary Health Care.
Rivoluzione digitale e medicina narrativa - Cristina Cenci, 24 maggio 2016 #s...Eugenio Santoro
Intervento di Cristina Cenci al convegno Comunicare e promuovere la Salute ai Tempi dei Social Media #salutesocial, IRCCS - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, 24 maggio 2016 http://www.marionegri.it/it_IT/home/archivio_news_focus/archivio_news/News_2016/Comunicare+e+promuovere+la+salute+ai+tempi+dei+social+media/135852,News.html
Raimondo Vllano - Sicurezza e qualità farmaceutica dal secolo breve a oggiRaimondo Villano
Elementi di sicurezza e qualità farmaceutica dal ‘secolo breve’ a oggi
Raimondo Villano
Accademico Effettivo A.I.S.F.
Accademia Italiana di Storia della Farmacia A.I.S.F.
Congresso Nazionale - Trento, Galleria bianca di Piedicastello (7/9 giugno 2013)
Con il Patrocinio di:
Fondazione Museo Storico di Trento, Federazione Ordini Farmacisti Italiani, Unifarco per la Cultura, Unifarm
Sabato, 8 giugno 2012 - Sessione mattutina - Comunicazioni a tema libero
Abstract
Premesso il senso della memoria focalizzato sul binomio di relazione uomo-medicamento nella storia della scienza e della professione, si parte da cenni indicativi anteriori al XX secolo e da un preambolo del contesto evolutivo dell’intero ‘secolo breve’ per effettuare una ricognizione fino ai tempi attuali sui principali elementi di sicurezza e qualità nel mondo farmaceutico o in ambiti ad esso correlati e, più precisamente, nella ricerca scientifica e nella produzione industriale, nelle istituzioni e nella professione, individuandone i tratti operativi essenziali o gli indirizzi evolutivi. La conclusione verte sulle potenzialità proiettive di rilievo globale nello scenario di inizio terzo millennio, non prescindendo dal magistero e dalla pastorale della Chiesa.
Given the sense of memory focused on the combination of the man-in the history of medicine and science of the profession, you start with hints indicative prior to the twentieth century and an evolutionary context of the entire premise of the 'short twentieth century' to carry out a survey to the current times on the main elements of safety and quality in the pharmaceutical world or in areas related to it, and more specifically, in scientific research and in industrial production, in institutions and in the profession, identifying the traits essential operational or addresses of evolution. The conclusion focuses on the potential global importance of projective scenario beginning of the third millennium, not apart from the magisterium and the pastoral care of the Church.
R. Villano “Elementi di sicurezza e qualità farmaceutica dal ‘secolo breve’ a oggi”, conferenza tenuta al Congresso nazionale dell’Accademia Italiana di Storia della Farmacia A.I.S.F. presso la Fondazione del Museo Storico di Trento nella Sessione mattutina - Comunicazioni a tema libero - dell’8 giugno 2013 (Galleria bianca di Piedicastello, con il patrocinio di: Fondazione Museo Storico di Trento, Federazione Ordini Farmacisti Italiani, Unifarco per la Cultura, Unifarm). Premesso il senso della memoria focalizzato sul binomio di relazione uomo-medicamento nella storia della scienza e della professione, si parte da cenni indicativi anteriori al XX secolo e da un preambolo del contesto evolutivo dell’intero ‘secolo breve’ per effettuare una ricognizione fino ai tempi attuali sui principali elementi di sicurezza e qualità nel mondo farmaceutico o in ambiti ad esso correlati e, più precisamente, nella ricerca scientifica e nella produzione industriale, nelle istituzioni e nella professione, individuandone i tratti operativi essenziali o gli indirizzi evolutivi. La conclusione verte sulle potenzialità proiettive di rilievo globale nello scenario di inizio terzo millennio, non prescindendo dal magistero e dalla pastorale della Chiesa.
R. Villano-Sicurezza e qualità farmaceutica dal secolo breve a oggi X NCCFRaimondo Villano
R. Villano “Antibioticoresistenza”. Si tracciano cenni storici sul concetto di antibiosi, su ricerche, scoperta e produzione degli antibiotici e sul loro ruolo mondiale non solo terapeutico ma anche strategico dal secondo dopoguerra. Poi, si esaminano a livello nazionale ed internazionale: le problematiche inerenti consumo, uso improprio e abuso di antibiotici nell’uomo, in zootecnia, agricoltura e, quindi, nel ciclo alimentare e nell’ambiente; le politiche di contrasto al fenomeno dell’iperprescrizione e nei cittadini il grado di informazione e consapevolezza dei rischi; le linee guida di buona prassi comportamentale del malato; i documenti principali di lotta a tale emergenza. Si effettuano, inoltre, una rassegna analitica e un approfondimento su alcune super patologie (tubercolosi, gonorrea, meningite, ecc.) e sulle resistenze batteriche ai principali antibiotici. Si realizzano, infine, una ricognizione sull’attualità delle tecnologie e degli indirizzi di ricerca applicata e una rassegna sulle principali recenti nuove terapie. Chiude il lavoro un’appendice tecnica contenente un apparato essenziale di normative e direttive ministeriali italiane e comunitarie europee sul tema. È in diverse istituzioni scientifiche, storiche, professionali e in molte Biblioteche specialistiche, civiche e nazionali in Italia e all’estero, tra cui: Ministero della Salute; Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL; Institute for the Preservation of Medical Traditions of Smithsonian Institution-Washington USA; Medica Statale; Scienze Mediche e farmaceutiche Sede di Medicina Università di Genova; Dipartimento di Scienze farmaceutiche Università di Padova; Nobile Collegio Chimico Farmaceutico Universitas Aromatariorum Urbis; nazionali: Napoli, Roma, Firenze, Potenza; Malatestiana di Cesena. (Chiron, ISBN 978-88-97303-25-1, CDD 610 VIL ant 2015 it, LCC DG461-583.8, Prima Edizione, pp. 164, Napoli, maggio 2015; Prima Ristampa giugno 2015; Seconda Edizione ISBN 978-97303-27-5, CDD 610 VIL ant 2015 it , LCC NXI-820, pp. 256, Roma, luglio 2015);
Il congresso si configura come una novità nel campo della Medicina, in un'epoca in cui il web, il giornalismo pseudoscientifico e le correnti contrarie alla Scienza contribuiscono alla disinformazione, a falsi miti e a bugie dalle ripercussioni anche gravi sulla salute del singolo e della comunità e si rivolge a quella parte integrante della "catena della scienza" che è il primo punto di riferimento per i pazienti.
ABS. DA :
R. Villano “Uomo - Malattia - Cura: storia, analisi e profili evolutivi”. Nell’incessante attività tra gli estremi della prevenzione dai malanni e della tutela della salute può insinuarsi la malattia, il cui rapporto con l’uomo ha come fulcro dell’azione di contrasto la cura e il farmaco; più in senso lato, la relazione uomo-malattia-cura (e/o tutela-prevenzione) è una relazione tra uomini e civiltà, sintesi di osmosi e baricentrici equilibri di competenze e prospettive tecniche, scientifiche, professionali, politiche, sociali, economiche, culturali e religiose. Attorno a questa triade ruota una galassia di problematiche delle quali si cerca in questo volume di delineare le principali. (Chiron, Seconda edizione: 303 VIL uom 2020 it 2, LCC RA418-418.5, ISBN 978-88-97303-33-6, pp. 1.116, agosto 2020).
Guidelines for the nursing management of peg pejMario Antonini
Enteral nutrition (EN) is the introduction of nutrients into the gastrointestinal tract through a tube placed in a natural or artifi cial stoma. Tubes may be passed into the stomach (gastrostomy) or the jejunum (jejunostomy) in patients who cannot obtain adequate nourishing via oral feeding. Following placement, nurses are typically responsible for management of gastrostomy or other enteral tube devices in both the acute and home care settings.
Sacs 2.0 a review of the original sacs scale WUWHS Florence 29.09.2016Mario Antonini
About eight years have passed since the publication of the SACS Classification, the use of which has proved to be essential in Italy, not only on account of the particular characteristics of this instrument but also and above all as it is a point of reference for debate and discussion and aims to facilitate an objective awareness of peristomal skin lesions.
La fase pre-operatoria inizia nel momento in cui viene presa la decisione di effettuare l’intervento chirurgico, ed ha termine quando il paziente viene posizionato sopra il letto chirurgico. In questa fase sono comprese tutte le attività che sono necessarie alla preparazione del paziente all’intervento chirurgico
Valutazione clinica e classificazione delle complicanze del complesso stomale...Mario Antonini
L’integrità della cute peristomale è l’obiettivo principale del paziente stomizzato e dello stomaterapista. Sfortunatamente, le alterazioni della cute peristomale sono un rilevante problema, colpendo circa 1/3 delle persone portatrici di colostomia e più di 2/3 dei pazienti portatori di ileostomia e urostomia
Valutazione clinica e classificazione delle complicanze del complesso stomaleMario Antonini
L’integrità della cute peristomale è l’obiettivo principale del paziente stomizzato e dello stomaterapista. Sfortunatamente, le alterazioni della cute peristomale sono un rilevante problema, colpendo circa 1/3 delle persone portatrici di colostomia e più di 2/3 dei pazienti portatori di ileostomia e urostomia.
A proposal for classifying peristomal skin disorders: results of a multicente...Mario Antonini
The challenges of caring for abdominal ostomy disorders have grown over the years. Because the literature shows no evidence of a tool to classify peristomal skin disorders, a study group comprised of seven enterostomal therapy nurses and four surgeons sought to provide an objective, reproducible, standardized classification instrument. A prospective, observational study was conducted
among eight ostomy centers across Italy. The 339 patient participants (272 men, 67 women, average age 63 [25 to 85] years) were divided into two groups according to onset of complications (less than or greater than 1 year); 800 digital photographs were taken to enhance observation and blood samples were drawn for additional data. From the data obtained, a classification scheme was created
and subsequently tested using four non-study group experts. The resulting instrument facilitated lesion interpretation and detection, including topography. Thus far, this is the first validated classification attempt not based on assessments of lesions attributable to entirely different etiopathogenetic factors. Further research to refine the tool and to correlate the additional data obtained from blood samples with the classification system is underway.
Studio osservazionale multicentrico sulle alterazioni cutanee post-enterostom...Mario Antonini
Le problematiche relative alle stomie addominali hanno acquistato nel corso degli anni un’importanza sempre maggiore. A ciò hanno contribuito sia la notevole diffusione di queste gravi “menomazioni” che il sempre maggiore interesse suscitato dall’aspetto qualitativo e quantitativo della vita. Proprio per sottolineare l’interesse qualitativo
della vita di questi particolari pazienti, nasce l’opportunità di questo studio.
1. 3
Articolo
scientiFicoAioss.it | anno 25 - n. 04/2017
introduzione
Nella popolazione italiana, il tumore del colon-retto si piazza
al secondo posto con il 13% delle neoplasie totali. Conside-
rando la frequenza rispetto al sesso, si piazza al terzo posto
negli uomini con il 14% del totale, mentre nelle donne al se-
condo posto con il 13%1
. I dati dell’Istituto nazionale di stati-
stica (ISTAT) indicano per il 2012 (ultimo anno al momento
disponibile) 19.202 decessi attribuibili al tumore del colon-
retto (10.406 negli uomini e 8.796 nelle donne)2
. Questa pato-
logia rappresenta, nell’11% dei casi, la seconda principale
causa tumorale di morte (uomini 10%, donne 12%)1
.
Alcune persone che vengono sottoposte ad intervento chirur-
gico per tumore al colon-retto possono necessitare del con-
fezionamento di una stomia intestinale, temporanea oppure
definitiva. La parola stomia deriva da un termine greco, στόμα,
che significa bocca, apertura. Tale procedura comporta
l’asportazione della parte di intestino affetta da malattia e la
conseguente apertura (stomia) sull’addome. Dalla stomia ver-
ranno eliminate le feci che verranno raccolte in un apposito
presidio (sacca).
Avere una stomia significa avere delle importanti preoccupa-
zioni che toccano la sfera emotiva, sociale e fisica soprattutto
in riferimento al funzionamento intestinale che risulta essere
imprevedibile ed incontrollabile3,4,5,6
. La ricerca ha esaminato
quali sono gli aspetti sociali legati all’incontinenza, tra cui
avere una colostomia o una ileostomia, e li ha collegati alla
sporcizia, all’inquinamento ed allo stigma sociale3,5,7,8,9
.
L’autocontrollo nel processo di eliminazione e la capacità di
scegliere il luogo ed il momento adatti è un processo che
viene definito “autocontrollo innato”. Considerando che l’au-
tocontrollo sfinteriale, urinario ed intestinale, fa parte dei più
elementari processi di socializzazione, le persone stomizzate
possono vivere questa situazione come una perdita dell’auto-
controllo innato10
.
Indossare un presidio di raccolta, tenerlo attaccato alla cute
addominale e cambiarlo periodicamente rappresentano le
abilità necessarie finalizzate all’adattamento alla nuova con-
dizione di persona portatrice di stomia. Queste abilità rappre-
sentano la base per il ritorno a quella che in letteratura viene
definita come “vita normale”13
.
Molti studi accademici hanno esaminato come la narrazione
riordina la sofferenza e abilita le persone malate a creare un
senso di continuità che le riconnetta al loro mondo sociale e
culturale11,12,13,14,15,16
.
Con il termine “Medicina Narrativa” intendiamo quella forma
espressiva attraverso cui le preoccupazioni concernenti la sa-
lute si strutturano e vengono veicolate da pazienti, parenti ed
amici, nonché dallo staff medico, nelle conversazioni, nelle
un progetto di medicinA nArrAtivA
con le persone stomizzAte
di Antonini M.1, Botteselle E.2, Bullitta M.3, Caldarola D.4, Casoni L.5, Cilli D.6, Deledda MT.7, Eto L.8, Falco L.9, Ferruzzi A.10, Fiordispina G.11, Fo-
dale C.12, Gaddoni E.13, Grassi M.14, Grezio M.15, Guerra E.16, Lungo P.17, Mazzotta L.18, Melis V.19, Palumbo G.20, Panarelli A.21, Pantano O.22,
Sannicandro N.23, Sacchetti P.24, Tantulli Bartoli R.25, Tarantino A.26, Vivoli G.27
1USL Toscana Centro – Nuovo Ospedale San Giuseppe – Empoli; 2A.O. Istituti Ospitalieri – Presidio di Cremona; 3AOU Sassari; 4Policlinico
Universitario – Bari; 5Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia – Arcispedale Santa Maria Nuova; 6AO San Giovanni Addolorata – Roma; 7Ospedale
SS Annunziata Sassari; 8Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale – Napoli; 9ASL TO1 – Ospedale Martini - Torino; 10Policlinico Universitario
Campus Bio-Medico – Roma; 11Ospedale Maria Vittoria – Torino; 12AOU G. Martino – Messina; 13AOU di Bologna - Policlinico Sant’Orsola-Mal-
pighi – Bologna; 14ASL TO2 – Ospedale San Giovanni Bosco - Torino; 15AUSL Bologna – Ospedale Maggiore; 16AO Spedali Civili di Brescia;
17Ospedale Maggiore della Carità - Novara; 18Poliambulatorio “Cittadella della Salute” Vito Fazzi” - Lecce; 19A.O. Ospedali Riuniti di Bergamo
– Ospedale Papa Giovanni XXIII; 20I.C.P. E. Bassini – Cinisello; 21Policlinico di Bari; 22San Giovanni Battista “Molinette” – Torino; 23AOU Ospedali
Riuniti di Foggia; 24San Filippo Neri – Roma; 25Ospedale Santa Maria Annunziata – Bagno a Ripoli (FI); 26I.E.O. Milano; 27Azienda Ospedaliero-
Universitaria Careggi - Firenze
AbstrAct
problema: Con il termine “Medicina Narrativa” intendiamo quella forma espressiva attraverso cui le preoccupazioni concernenti la salute si
strutturano e vengono veicolate da pazienti, parenti ed amici, nonché dallo staff medico, nelle conversazioni, nelle prestazioni e nei report dei
casi specifici. Si parla di narrazione quando una persona riferisce ad un’altra una determinata cosa, attraverso un racconto che prevede “un
ascoltatore, un arco temporale, una trama e un punto cardinale e che si struttura attraverso l’ordine, l’enfasi, gli intervalli e i ritmi che ne defi-
niscono il contenuto.
Da una revisione della letteratura internazionale è emersa indiscussa la totale mancanza di articoli in materia di Medicina Narrativa o di Nursing
Narrativo correlati all’aspetto delle persone stomizzate. Questa carenza è stato lo spunto fondamentale per poter affrontare per la prima volta
questo argomento, per chiedere alle persone con stomia di raccontarsi, di aprirsi e per permettere all’Infermiere Stomaterapista di comprendere
meglio il vissuto per poter migliorare la qualità dell’assistenza e la propria professionalità.
A tal fine è stato condotto uno studio sulla Medicina Narrativa applicata alle persone portatrici di stomia residenti su tutto il territorio italiano.
Keywords: Stomia; Medicina Narrativa
Rivista AIOSS.it 04-17 03/12/17 19:37 Pagina 3
2. prestazioni e nei report dei casi specifici17
. Si parla di narra-
zione quando una persona riferisce ad un’altra una determi-
nata cosa18
attraverso un racconto che prevede “un
ascoltatore, un arco temporale, una trama e un punto cardi-
nale19
e che si struttura attraverso l’ordine, l’enfasi, gli intervalli
e i ritmi che ne definiscono il contenuto.
Nel percorso assistenziale della persona stomizzata, dal mo-
mento della presa in carico, passando attraverso il disegno
pre-operatorio (stoma-siting), l’educazione all’autogestione, la
ripresa della vita sociale e familiare, fino alla ricanalizzazione,
oppure per tutta la vita, l’Infermiere Stomaterapista svolge un
compito importante, a volte di cesello, spesso estenuante.
Parlare, educare, ascoltare, riportare i dati all’interno di una
cartella clinica, sono atti meccanici e ripetitivi. Passare da
questo scenario alla narrazione, quindi all’apertura alle emo-
zioni della persona stomizzata, alla relazione, alla metafora, ai
simboli, alla parola empatica, quale effetto può avere sul be-
nessere del professionista e sulla sua professionalità?20
Quale
effetto può avere sulla persona malata e sulla famiglia che lo
circonda?
Immergersi in una storia di malattia vuol dire saper svolgere il
complicato esercizio di immaginazione della situazione del-
l’altro/a, di comprensione del suo punto di vista, di indulgenza
nei confronti delle sue paure e speranze, di apertura ai suoi
valori, avvicinandosi a lui/lei, pur riconoscendo la distanza che
permane tra se e l’altro, in una parola immergersi in una storia
di malattia, diventare intimi con essa, significa esercitare l’em-
patia21
.
La Medicina Narrativa è rappresentata da tutto quello che si
verifica tra i professionisti sanitari ed il paziente: dalla raccolta
di informazioni sugli eventi prima dell’insorgenza della malat-
tia, come la malattia si presenta, con attenzione alle caratteri-
stiche fisiche, psicologiche, sociali ed ontologiche.
L’attenzione è pertanto rivolta al peso della malattia ed a tro-
vare la via migliore per personalizzare le strategie di cura. La
Medicina Narrativa fortifica la pratica clinica con la compe-
tenza narrativa a riconoscere, assorbire, metabolizzare, inter-
pretare ed essere commossi dalle storie delle malattie…
..aiutare i Medici, Infermieri, Assistenti Sociali ed i Fisioterapisti
a migliorare l’efficacia della cura attraverso lo sviluppo della
capacità di attenzione, riflessione, rappresentazione e affilia-
zione con i pazienti e colleghi.
Negli studi di Salute Pubblica i differenti concetti di “cattiva
salute”, sono spesso visti come alternative intercambiabili. Le
informazioni ottenute su popolazioni più ampie permettono di
dimostrare come differenti concetti e misurazioni producono
differenti quadri di “salute” e di “cattiva salute”. La trilogia di
concetti formata dalla “Illness”, “Disease” e “Sickness” è uti-
lizzata per catturare i differenti aspetti della “cattiva salute”22,23
.
illness: definisce la “cattiva salute” con la quale si identifica
la persona, spesso basata su sintomi fisici o mentali riportati.
Può significare la presenza di problemi minori, oppure na-
scondere gravi problemi di salute e grande sofferenza24
. Tutto
questo può includere condizioni che limitano la persona a
condurre una vita normale.
disease: E’ la condizione che viene diagnosticata dal Medico,
oppure da un altro esperto. Idealmente tutto questo dovrebbe
includere una diagnosi specifica espressa basandosi su co-
dici diagnostici sistematici e standardizzati. Questo, nella
maggior parte dei casi, potrebbe anche significare che le con-
dizioni specifiche hanno una causa biomedica riconosciuta e,
spesso, cure e trattamenti noti. Comunque, dovrebbe essere
menzionato che ci sono gravi limitazioni a questa pratica
ideale. Una è rappresentata dal fatto che un certo numero di
diagnosi mediche è basata su informazioni soggettive prove-
nienti da pazienti riguardo a dolore e sintomatologia. Un’altra
limitazione è data dalle diagnosi che si basano su sindromi
ed interrelazioni complesse tra vari apparati e non sempre
sono specifiche.
sickness: è il ruolo sociale che una persona malata assume
spontaneamente oppure alla quale le viene assegnato dalla
società in diverse aree della vita. Ci sono dati come quello re-
lativo all’assenza dal lavoro per malattia, che spesso sono uti-
lizzati per misurare le conseguenze sociali per la persona
malata25,26,27,28
.
Da una revisione della letteratura internazionale è emersa in-
discussa la totale mancanza di articoli in materia di Medicina
Narrativa o di Nursing Narrativo correlati alle persone stomiz-
zate. Questo è stato lo spunto fondamentale per poter affron-
tare per la prima volta l’argomento, e permettere alle persone
con stomia di raccontarsi e di aprirsi o per consentire all’In-
fermiere Stomaterapista di comprendere meglio il suo vissuto
affinchè sia possibile migliorare la qualità dell’assistenza e la
propria professionalità.
materiali e metodi
È stato condotto uno studio sulla Medicina Narrativa applicata
alle persone portatrici di stomia. Sono stati coinvolti 26 Ambu-
latori disseminati su tutto il territorio italiano (Figura 1). L’obiet-
tivo principale dello studio è stato quello di sviluppare un
progetto di Medicina Narrativa con le persone portatrici di sto-
mia.
Figura 1
Obiettivi secondari della ricerca sono:
Tracciare il percorso di cura per comprendere i bisogni•
del paziente ed ipotizzare nuovi servizi
Comprendere l’impatto emotivo, sociale e relazionale•
della stomia
4
Articolo
scientiFico Aioss.it | anno 25 - n. 04/2017
Rivista AIOSS.it 04-17 03/12/17 19:37 Pagina 4
3. 5
Disegnare il profilo del personale sanitario•
Comprendere gli aspetti della disease (aspetti clinici•
della malattia), della illness (il significato del vivere con
una stomia) e della sicKness la percezione sociale
della malattia (lo STIGMA sociale).
La trama narrativa è stata creata dagli Infermieri Stomate-
rapisti appartenenti al gruppo di studio con il supporto della
Fondazione ISTUD. L’obiettivo era quello di raccogliere al-
meno 100 diari/narrazioni di pazienti adulti con stomia intesti-
nale o urinaria. Le narrazioni/diari sono stati raccolti previa
autorizzazione e firma del consenso informato da parte del
paziente.
I criteri di inclusione:
Persone sottoposte ad intervento chirurgico di confezio-1
namento di stomia negli ultimi 12 mesi
Persone stomizzate che abbiano fornito il proprio con-2
senso alla partecipazione allo studio
Persone maggiorenni in grado di fornire volontariamente3
il proprio consenso
I criteri di esclusione:
Persone stomizzate non ancora maggiorenni1
Persone non in grado di fornire il proprio consenso in2
modo cosciente ed autonomo
Assenza del consenso informato debitamente firmato3
La somministrazione ed il ritiro dei diari è avvenuto tra ottobre
e dicembre 2015. Sono state raccolte 151 narrazioni, con un
risultato superiore alle aspettative di oltre il 50%.
I pazienti potevano riportare indietro i loro racconti in-•
serendoli in un apposito contenitore oppure in un involu-
cro chiuso;
Scrivere in un apposito modulo online;•
Scrivere i racconti in formato Word ed inviarlo attraverso•
posta elettronica
I racconti sono stati interpretati da tre lettori indipendenti del
Team ISTUD seguendo la grounded tHeorY Ap-
proAcH e analizzati con un apposito software chiamato
NVIVO per valutare la ricorrenza delle parole e dei loro sinon-
imi.
La ricerca è stata svolta utilizzando una metodologia quali-
quantitativa, con l’utilizzo di un questionario a risposta a scelta
multipla arricchito da racconti.
La traccia narrativa è stata incentrata su alcune frasi aventi lo
scopo di guidare ed aiutare lo scrittore nella narrazione delle
proprie esperienze.
Molti di questi termini utilizzati fanno riferimento al Metalin-
guaggio Naturale Semantico, un mini-linguaggio che si è di-
mostrato essere uno strumento efficacie per descrivere e
confrontare i significati e le idee espresse in qualsiasi lingua.
È stato costruito sulla base di ampie ricerche cross-linguisti-
che condotte da molti studiosi nei vari anni.
L’efficacia di questo strumento deriva dal fatto che essa cor-
risponde al nucleo comune di tutte le lingue.
Ci sono termini universali che troviamo in tutte le lingue. Esi-
stono 65 termini.
Corrispondono, o almeno così viene pensato dagli studiosi, a
quello che Leibnitz chiama “Alfabeto dei pensieri umani” (Al-
phabetum Cogitationum Humanorum).
Questi hanno la loro intrinseca grammatica universale29
.
Il primo incontro con il Chirurgo•
Durante l’incontro mi sono sentito/a…•
Avrei voluto sapere…•
L’incontro con l’Infermiere Stomaterapista•
Durante l’incontro mi sono sentito•
Avrei voluto sapere…•
Il Chirurgo per me era…•
Considerando come ho immaginato la stomia è come...•
Lungo il percorso di cura mi sarebbe piaciuto avere a mio•
fianco…
Considerando l’esperienza avrei voluto che fosse andata•
diversamente
La stomia e me stesso oggi•
Spazio bianco per scrivere liberamente•
Come ti sei sentito/a a scrivere il tuo racconto?•
Articolo
scientiFicoAioss.it | anno 25 - n. 04/2017
Rivista AIOSS.it 04-17 03/12/17 19:37 Pagina 5
4. 6
Articolo
scientiFico Aioss.it | anno 25 - n. 04/2017
risultati
Nei tre mesi della raccolta dati sono state collezionate 151 nar-
razioni. Il 63% (95 diari) sono stati compilati da pazienti di
sesso maschile e il 37% (56 diari) da pazienti di sesso femmi-
nile.
L’età media dei pazienti è di 63 anni, con una età minima di
26 ed una età massima di 93. Il 70% delle persone portatrici
di stomia era sposato ed il 78% aveva figli; il 43% delle per-
sone intervistate ha affermato di avere una formazione scola-
stica di tipo universitario (Grafico 1), mentre il 55% di essere
pensionato.
grafico 1: Titolo di studio
Dalla analisi dei diari risultano i momenti fondamentali per il
paziente: l’incontro con il Chirurgo e l’incontro con lo Stoma-
terapista.
L’incontro con il Chirurgo viene definito un evento cruciale in
cui scoprono alcuni dettagli fondamentali:
Che verrà confezionata una stomia (sia essa definitiva o•
temporanea)
La motivazione per la quale sarà necessario quel tipo di•
intervento chirurgico
Nella maggior parte dei casi il paziente scopre in questa•
occasione che la patologia principale è di origine tumo-
rale
I pazienti vedono l’intervento chirurgico in due maniere diffe-
renti:
Per alcuni di loro l’intervento chirurgico e la stomia rap-•
presentano un modo per salvare la loro vita. In questo
caso sarà facile per il Chirurgo dare informazioni relative
all’intervento
Per altri rappresenta un cambiamento, spesso irreversi-•
bile, della loro vita quotidiana. Su questo aspetto si foca-
lizzano l’attenzione e le energie del paziente. In questo
caso il Chirurgo dovrà convincere la persona che avrà,
comunque, una buona qualità della vita
Continuando con l’analisi dei racconti del paziente è stato pos-
sibile delineare almeno tre tipologie di profilo di Chirurgo (Gra-
fico 2):
grafico 2: Profilo del Chirurgo
Il cHirurgo proFessionAle, prodigo di informazioni per il1
paziente e per la sua famiglia. È in grado di fornire perfino
un supporto psicologico. Le persone portatrici di stomia
gli riconoscono competenze tecniche ed umane (questa
è il profilo prevalente all’interno delle narrazioni”:
“E’ stato franco e comprensivo…..mi ha chiesto di affi-
darmi totalmente alla struttura”.
“Ho pensato che avrei incontrato un robot freddo e sin-
tetico. Ho invece incontrato una persona. Chiara, precisa
ma con toni umani, che mi informava senza spaventarmi,
già sapeva che avevo paura”.
Il cHirurgo tecnico, da informazioni relative all’intervento2
chirurgico essenzialmente di natura tecnica.
“Il Chirurgo ha esaminato le mie precedenti relazioni e
confermato la diagnosi di Adenocarcinoma rettale e mi
ha prescritto una nuova serie di accertamenti da fare”.
“Il Chirurgo mi ha spiegato la situazione e l’intera proce-
dura con poche parole”.
Il cHirurgo Frettoloso, da poche informazioni nel corso3
di una visita che dura pochi minuti.
Figure 2-6
Rivista AIOSS.it 04-17 03/12/17 19:37 Pagina 6
5. 7
Articolo
scientiFicoAioss.it | anno 25 - n. 04/2017
“Buongiorno Signor R, durante l’intervento chirurgico (che in-
izialmente aveva l’obiettivo di togliere i diverticoli) ci sono state
delle complicazioni…..Sono veramente dispiaciuto…..I diver-
ticoli erano molti e di grosse dimensioni…..ma sfortunata-
mente c’era un cancro esteso a tutto il perineo. Più tardi
l’oncologo verrà da lei e le dirà quello che dovrà fare. I miei
migliori auguri! 7 – 8 minuti”.
Una ulteriore situazione è rappresentata dagli interventi chi-
rurgici che vengono effettuati in regime di emergenza. In que-
ste situazioni il personale medico si sente esentato dal
colloquio con il paziente, che è in una situazione di salute cri-
tica, e con i familiari.
Uno degli aspetti prevalenti che sono emersi dai diari è il pro-
cesso dinamico delle emozioni provate dal paziente nel corso
dell’incontro con il Chirurgo che successivamente dovrà effet-
tuare l’intervento.
L’emozione prevalente è la paura/il panico (43%), mentre in
questa fase il sentimento della rabbia risulta essere totalmente
assente. In altri casi emerge la rassegnazione (12%) da
parte della persona interessata, il confezionamento di una sto-
mia è l’unica strada che può essere perseguita.
In altri casi durante il colloquio tra paziente e Chirurgo si assi-
ste ad una evoluzione, l’emozione prevalente passa dalla
confusione (19%) alla speranza (19%) grazie alle parole del
Chirurgo. Alcuni pazienti reagiscono alle parole del Chirurgo
con tristezza (7%) mentre per altri c’è la speranza per un re-
cupero o per un miglioramento della qualità della vita (Gra-
fico 3).
grafico 3: Il processo dinamico delle emozioni durante l’in-
contro con il Chirurgo
Una delle domande rivolte alle persone stomizzate che hanno
aderito allo studio è stata quella di comprendere se c’erano
degli aspetti o delle informazioni che avrebbero voluto sapere
dopo l’incontro con il Chirurgo.
Nella fase successiva al colloquio, l’emozione prevalente da
parte del paziente è stata quella di non voler ricevere ulteri-
ori informazioni (39%).
In alcuni casi questo accade perché:
Il Chirurgo ha fornito al paziente tutte le informazioni ne-•
cessarie (19%)
In altri casi è la strada migliore da perseguire come difesa•
personale (20%)
Altre persone sentono la necessità di ottenere più informa-
zioni riguardo la vita dopo l’intervento, più dettagli nei con-
fronti della patologia, oppure riguardo all’intervento stesso.
Alcuni pazienti vogliono inoltre sapere quando recupereranno
e quando torneranno alla “normalità”. Nel 7% dei casi i pa-
zienti hanno chiesto anche se la stomia avrebbe potuto essere
evitabile (Grafico 4).
grafico 4: Avrei voluto sapere che…
Dopo l’incontro con il Chirurgo e prima dell’intervento chirur-
gico stesso, il paziente ha modo di entrare in contatto e di co-
noscere una nuova figura professionale rappresentata dallo
Stomaterapista. Nella maggior parte dei centri lo Stomatera-
pista è colui che accompagna la persona, futura stomizzata,
dalla presa in carico pre-operatoria, fino alla ricanalizzazione
(se la stomia sarà temporanea), oppure per tutta la vita (se la
stomia sarà definitiva).
Dall’analisi delle narrazioni è emerso che lo Stomaterapista è
il punto di riferimento per il paziente, egli si occupa di raf-
forzare la comunicazione, calma e rassicura la persona, si
apre a nuove possibilità nella gestione della stomia, spesso
stabilisce una relazione umana. Nella maggior parte dei rac-
conti la buona relazione con lo Stomaterapista è sottolineata
(Grafico 5).
“E’ stato piacevole perché si tratta di una persona molto
umana, comprensiva e pacata. Mi ha fornito molte informazioni
dettagliate e mi ha dato molta sicurezza e calma”.
grafico 5: Incontro con lo Stomaterapista
Per quanto riguarda l’aspetto emozionale manifestato durante
l’incontro spetta allo Stomaterapista il compito di rassicurare,
tranquillizzare e confortare la persona con stomia (81%) e
Rivista AIOSS.it 04-17 03/12/17 19:37 Pagina 7
6. dare quelle informazioni delle quali nessuno si era occupato
prima (Grafico 6).
“Dal momento in cui ho incontrato lo Stomaterapista…..mi
sono sentito rassicurato perché ho ricevuto le risposte per tutti
i miei dubbi”.
“Devo ammettere che non mi sentivo pronto dal punto di vista
psicologico per affrontare questa situazione ma, grazie al sup-
porto del mio stoma terapista, mi sono sentito pronto ad af-
frontare la mia nuova situazione con determinazione e
serenità”.
grafico 6: Le emozioni durante l’incontro con l’Infermiere Sto-
materapista
Dall’analisi delle narrazioni emerge che il 49% ha ritenuto
esauriente il colloquio con lo Stomaterapista; il 29% avrebbe
invece voluto sapere o chiedere maggiori informazioni
riguardo a la vita con una stomia; Il 10% avrebbe voluto avere
maggiori dettagli, mentre un altro 10% avrebbe voluto sapere
se, dopo il confezionamento di una stomia, ci sarebbe stato
un graduale ritorno ad una vita normale. Un restante 3%
riteneva che la stomia non fosse necessaria e che il Chirurgo
avrebbe potuto anche evitarla (Grafico 7).
grafico 7: Avrei voluto sapere che…..
Di seguito alcuni estratti dai Diari dei pazienti:
“Ho chiesto tutte le informazioni possibili che potrebbero ren-
dere la mia vita con la stomia più semplice. Ho seguito ogni
consiglio che mi ha dato lo Stomaterapista e mi sono sentito
meglio”.
“Mi sarebbe piaciuto sapere se ci sarebbero state visite am-
bulatoriali dopo la dimissione”.
L’intervento chirurgico che prevede il confezionamento di una
stomia rappresenta un totale cambiamento della vita per i
pazienti che hanno una stomia permanente. Questo evento
rappresenta un punto di rottura, spesso traumatico. Per i pazi-
enti che, invece, hanno una stomia temporanea è un passo
sulla via del recupero, ma anche per loro può rappresentare
un trauma.
“Per me l’intervento chirurgico era il primo passo verso una
possibile soluzione. Tutti i professionisti sanitari, anestesiologi,
il Chirurgo, gli Infermieri, mi hanno guidato e sostenuto in
modo straordinario”.
“E’ stato l’ancora di salvataggio (l’intervento chirurgico), anche
se l’ho affrontato con paura”.
Nell’analisi delle narrazioni è stato anche chiesto come il
paziente si immaginava la stomia prima dell’intervento e come,
nella realtà, è stata per loro dopo. Le frasi estrapolate riportate
in basso evidenziano le varie tipologie di coping nelle persone
stomizzate. Si va da un approccio decisamente positivo e
propositivo, a situazioni di coping difficile, soprattutto nel caso
della persona che ha paura/vergogna per il distacco della
placca/sacchetto. In quest’ultimo caso sarebbe interessante
correlare la narrazione alla motivazione alla base del distacco
avvenuto in pubblico.
“Molto più facile da gestire, molto meno invasiva, meno do-
lorosa e certamente molto utile per ottenere il recupero della
funzionalità intestinale. Certamente l’invalidità di avere una sto-
mia rimane, in confronto al tradizionale modo di vivere”.
“E’ qualcosa che blocca i tuoi movimenti. Sono sempre im-
paurito quando esco fuori, perché se la placca/sacchetto si
stacca potrei morire di vergogna. E’ già accaduto e ti senti ve-
ramente umiliato”.
Oltre agli aspetti che abbiamo fin qui analizzato, l’incontro con
il Chirurgo, l’incontro con lo Stomaterapista, l’approccio alla
stomia ed alla sua gestione, è stato interessante anche com-
prendere il rapporto tra la persona e la stomia, un rapporto
spesso addirittura intimo nel quale la stomia viene “battezzata”
con un nome, a rapporti anche completamente distaccati.
“Siamo diventati buoni amici perché mi tiene vivo”. il compro-
messo
“Oggi vivo la mia vita con serenità, la stomia è facilmente
gestibile, la mia vita è un po’ cambiata, vado ancora fuori, vi-
aggio e nuoto in mare”. il coping
“Probabilmente perché spero di risolvere il problema vedo la
stomia come temporanea (anche se per molto tempo), il che
8
Articolo
scientiFico Aioss.it | anno 25 - n. 04/2017
Rivista AIOSS.it 04-17 03/12/17 19:37 Pagina 8
7. 9
Articolo
scientiFico
significa provare a vivere naturalmente, senza essere troppo
influenzati dalle abitudini”. la speranza
“Sto vivendo con essa, so che ha salvato la mia vita, ma è dif-
ficile”. la gratitudine
“Sono preoccupato. Mi sento sotto valutazione ogni volta che
devo cambiare la sacca”. il rifiuto
Nella gestione della stomia, nella maggioranza dei racconti i
membri della famiglia (caregivers) sono di supporto per il
paziente, in particolare la moglie ed i figli. In aggiunta alla
famiglia, in alcuni casi, il paziente necessita anche del sup-
porto del professionista o, comunque, di un caregiver esterno
(badante, personale infermieristico a pagamento). In un nu-
mero minore di casi, le persone portatrici di stomia vogliono
al loro fianco soltanto il professionista sanitario (Infermiere Sto-
materapista), oppure riescono a gestire la loro stomia in modo
autonomo.
Il Coping viene definito come “lo sforzo cosciente per risolvere
problemi personali ed interpersonali, cercando di padroneg-
giare, minimizzare o tollerare lo stress o i conflitti”. L’adatta-
mento dei pazienti che vedono la stomia/intervento chirurgico
come un salvavita è veloce.
La situazione è invece diversa quando il paziente non vede
l’intervento chirurgico/stomia come un salvavita. In questo
caso il coping rappresenta una lenta conquista e non avviene
dopo il primo incontro con il professionista sanitario.
La principale risorsa per il Coping, l’accettazione e la gestione
della stomia passa attraverso i legami familiari. Se è presente
un universo familiare accogliente, il Coping risulterà essere
più facile.
Quindi il supporto dello Stomaterapista è importante perché
la gestione ottimale della stomia preserva la qualità della vita.
In caso di assenza di Coping i racconti sono molto corti: forse
i pazienti non hanno voglia di condividere la propria storia con
gli altri e si chiedono perché questo evento è accaduto proprio
a loro. Sono persone spesso sole, oppure ne hanno la sen-
sazione.
Nell’abilità di Coping delle persone portatrici di stomia in re-
lazione all’età ed al sesso è possibile osservare che le donne
e le persone sotto i 70 anni (Grafico 8) si adattano più facil-
mente delle altre. Alcuni racconti sono molto brevi, le persone
non si aprono, in questi casi le narrazioni vengono considerate
stabili.
grafico 8: Coping nelle Narrazioni
Aioss.it | anno 25 - n. 04/2017
Rivista AIOSS.it 04-17 03/12/17 19:37 Pagina 9
8. conclusioni
È stata la prima esperienza italiana di Medicina Narrativa con
persone portatrici di stomia provenienti da tutte le Regioni.
La traccia narrativa è stata valutata dagli Infermieri Stomate-
rapisti come uno strumento utile per comprendere l’anima, le
esigenze organizzative e la percezione della vecchia/nuova
identità dei pazienti e dei loro familiari.
La condivisione dei racconti dei pazienti può costruire il dia-
logo tra i differenti profili sanitari come il Chirurgo, l’Infermiere
Stomaterapista, Dietisti, Psicologi, Sessuologi, durante il per-
corso di cura.
La traccia narrativa utilizzata dall’Infermiere Stomaterapista in
questo progetto si è trasformata in un diario che sarà utilzzato
dagli Infermieri stessi nella pratica clinica quotidiana.
L’analisi delle tracce narrative dei pazienti, oltre ad ottenere i
dati che sono stati presentati in questo studio, ci ha permesso
di comprendere quanto sia possibile estendere lo studio ad
altri obiettivi:
Coinvolgere le Associazioni di Infermieri Stomaterapisti di•
altre nazioni nella Medicina Narrativa associata alle per-
sone portatrici di stomia
Esplorare l’adattamento delle persone portatrici di stomia•
temporanea e definitiva, valutandone le differenze
Esplorare le differenze nella vita quotidiana delle persone•
portatrici di colo/ileo/urostomie
Raccogliere i racconti dei professionisti sanitari e dei•
caregivers
Concentrarsi sulla vita delle persone portatrici di stomia•
definitiva
bibliografia
Pool Airtum 2007-2011.1
ISTAT 2012.2
Kelly MP. Self, identity and radical surgery. Sociology of3
Health and Illness. 1992; 14:391–415.
Klopp AL. body image and self-concept among individuals4
with ostomys. Journal of Enteroostomal Therapy. 1990; 17:98–
105.
Manderson L. boundary breaches: the body, sex and sexu-5
ality after ostomy surgery. Social Science and Medicine. 2005;
61:405–415. [PubMed: 15893055]
Notter J, Burnard P. preparing for loop ileostomy surgery:6
Women’s Accounts from a Qualitative study. International
Journal of Nursing Studies. 2006; 43:147–159. [PubMed:
15907850]
MacDonald, L. the experience of stigma: living with rectal7
cancer. In: Anderson, P.; Bury, M., editors. Living with Chronic
Illness: The Experience of Patients and Their Families. London:
Unwin Hyman; 1988. p. 177-202.
Mitteness LS, Barker JC. stigmatizing a “normal” condition:8
urinary incontinence in late life. Medical Anthropology Quar-
terly. 1995; 9:188–210. [PubMed: 7671114]
Rozmovits L, Ziebland S. expressions of loss of Adulthood in9
the narratives of people with colorectal cancer. Qualitative
Health Research. 2004; 14:187–203. [PubMed: 14768457]
Lea R. the shitful body: excretion and control. Medische An-10
thropologie. 1999; 11:7–18.
Becker G. metaphors in disrupted lives: infertility and cul-11
tural constructions of continuity. Medical Anthropology Quar-
terly. 1994; 8:383–410.
Gregg J. An unanticipated source of Hope: stigma and cer-12
vical cancer in brazil. Medical Anthropology Quarterly. 2011;
25:70–84. [PubMed: 21495495]
Kelly MP. coping with an ileostomy. Social Science & Medi-13
cine. 1991; 33:115–125. [PubMed: 1887275]
Kleinman, A. the illness narratives: suffering, Healing & the14
Human condition. New York: Basic Books; 1988.
Mattingly, C. Healing dramas and clinical plots: the narrative15
structure of experience. Cambridge: Cambridge University
Press; 1988.
Mattingly, C.; Garro, LC. narrative and the cultural construc-16
tion of illness and Healing. Berkeley: University of California
Press; 2000.
Hurwitz B. “introduzione” in Marini GM, Arreghini L. “medicina17
narrativa per una sanità sostenibile”. Collana Fondazione
ISTUD/Lupetti 2012.
Smith HB. “narrative versions, narrative theories” in Mitchell18
WJT “on narrative”. University of Chicago Press, Chicago
1981, pp 209-23.
Charon R. narrative medicine. Honoring the stories of ill-19
ness”. Oxford University Press, Oxford 2006, p.3.
Cosso A, Duccoli D. l’ascolto e l’aiuto: la medicina narrativa20
a sostegno di chi cura”. in Marini GM, Arreghini L. “medicina
narrativa per una sanità sostenibile”. Collana Fondazione
ISTUD/Lupetti 2012.
Zannini L. “medical humanities e medicina narrativa”. Raffa-21
ello Cortina Editore, Milano 2008.
Aggleton P. Health. London: Routledge, 1990.22
Alexanderson K. sickness absence: a review of performed23
studies with focus on levels of exposure and theories uti-
lized. Scand J Soc Med 1998;26:241–9.
Idler EL, Benyamini Y. self-rated health and mortality: a review24
of twentyseven community studies. J Health Soc Behav
1997;38:21–37.
Hensing G, Alexanderson K, Allebeck P, et al. How to measure25
sickness absence? literature review and suggestions of five
basic measures. Scand J Soc Med 1998;26:133–44.
Van-Poppel MN, de Vet HC, Koes BW, et al. measuring sick26
leave: a comparision of self-reported data on sick leave and
data from company records. Occup Med (Lond) 2002;52:485–
90.
Marmot M, Feeney A, Shipley M, et al. sickness absence as a27
measure of health status and functioning. J Epidemiol Com-
munity Health 1995;49:124–30.
Yeandle S, Macmillan R. the role of health in labour market28
detachment. In: Alcock P, ed. Work to welfare. Cambridge:
Cambridge University Press, 2003.
Wierzbicka A. Griffith University of Canberra – Australia.29
10
Articolo
scientiFico Aioss.it | anno 25 - n. 04/2017
Rivista AIOSS.it 04-17 03/12/17 19:37 Pagina 10