Valutazione e terapia del paziente tabagista 1 la valutazione iniziale del paziente tabagista approfondimento
1. La valutazione iniziale del paziente tabagista
APPROFONDIMENTO
Strumenti per la rilevazione dei disturbi d’ansia e
dell’umore, d’abuso di sostanze e di disturbi
alimentari
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DELLA PRESENTAZIONE
3. Comorbilità tabagismo – disturbi psichiatrici
Limprescindibile necessità di indagare la salute mentale dei fumatori che accedano al
CAF , emerge chiaramente dai dati epidemiologici:
• La prevalenza di fumatori fra le persone con disturbi mentali è doppia rispetto al
resto della popolazione. 1
•
L’associazione tra la dipendenza grave da nicotina e i disturbi psichiatrici gravi
sembra simile nei diversi Paesi 2
Le forme più frequentemente associate al tabagismo sono i disturbi d'ansia e la
depressione (in termini più ampi tutti i disturbi del tono dell'umore).
4. Fumatori e disturbi d’ansia
Diversi studi dimostrano che le donne fumatrici sono affette da disturbi d’ansia in
percentuale maggiore rispetto ai controlli. 1
Il fumo di sigaretta è diffuso fra i soggetti portatori di un disturbo d’ansia generalizzata
in percentuale superiore rispetto alla popolazione generale.2
Fra le persone affette da disturbo di panico, si riscontra una percentuale di fumatori
significativamente superiore rispetto ai pazienti affetti da altri disturbi d’ansia o alla
popolazione generale;
3-4-5
inoltre la presenza di un disturbo di panico aumenta la
probabilità di iniziare a fumare.6
5. Fumatori e i disturbi depressivi
E’ dimostrato che le persone affette da depressione maggiore fumano in percentuale
superiore ai controlli1-2 e che i fumatori presentano, nella loro storia attuale o
pregressa, tassi di depressione maggiore o sintomi distimici minori in percentuale
superiore rispetto ai non fumatori. 3-4-5-2-6
Le linee guida americane7 indicano che dal 30 al 60 % dei pazienti che richiedono un
trattamento per il tabagismo presenta un’anamnesi positiva per la depressione.8-9
La letteratura conferma che i fumatori con diagnosi di depressione maggiore hanno
tassi di cessazione inferiori al resto dei fumatori, 1-3-4-10-11-12 anche se non tutti gli studi
sembrano confermarlo.5-13
6. Modalità di rilevazione
dei sintomi/disturbi psichiatrici
(o problemi alcol-sostanze correlati)
•
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•
•
•
La valutazione routinaria del fumatore a scopo clinico, prescindendo dunque da altre esigenze
di ricerca, deve trovare la giusta collocazione tra “pesantezza” e ”leggerezza”. L’esigenza di
completezza ed accuratezza deve accompagnarsi ad un approccio sufficientemente agile sia
per gli operatori che per gli utenti.
La valutazione può essere effettuata esclusivamente attraverso il colloquio clinico o affiancata
dall’utilizzo di appositi strumenti.
La scelta della modalità dipende anche dalle competenze «psi» dell’operatore che la effettua.
Se l’operatore possiede queste competenze (è psicologo o psichiatra), può effettuare
eventualmente una valutazione clinica senza l’utilizzo di test specifici.
Se l’operatore non ha queste competenze, può venire effettuata se necessario, una valutazione
di secondo livello per i pazienti che presentino eventuali aspetti problematici attuali emersi
durante il colloquio o attraverso l’utilizzo di strumenti di rilevazione semplici ed
autosomministrati.
L’analisi dei dati di una recente ricerca CCM sui CAF1 indica tuttavia che ai fini dell’astinenza a 6
mesi, non sembra essenziale una valutazione iniziale dettagliata del fumatore con
somministrazione di Test specifici per le condizioni psicopatologiche concomitanti, tuttavia
opportuno l’utilizzo di pochi e semplici test, rimandando eventualmente se necessario ad
ulteriori approfondimenti.
7. Conseguenze della rilevazione
•
Possono presentarsi diversi tipi di quadri clinici che comportano scelte diverse
rispetto al trattamento di disassuefazione dal fumo.
•
Se durante la prima visita di valutazione emergono:
– disturbi psichiatrici pregressi, può essere condotto il trattamento, mantenendo
un’attenzione costante all’eventuale ripresentarsi della pregressa
sintomatologia (specie ansioso-depressiva);
– disturbi psichiatrici attuali ma ben compensati, è importante verificare
l’esistenza di un trattamento psicologico e/o farmacologico in corso e se
possibile contattare lo specialista di riferimento o il medico di famiglia (MMG)
oppure invitare il paziente a far presente al suo medico che sta per iniziare un
trattamento di disassuefazione. Se il quadro psichiatrico è impegnativo, occorre
attendere un parere da parte dello specialista o MMG prima di iniziare il
trattamento;
– disturbi psichiatrici in atto o questi insorgono durante il trattamento di
disassuefazione, occorre contattare lo specialista o il MMG.
8.
9. Disturbi d’ansia
HADS- Hospital Anxiety and Depression Scale
(Zigmond, Snaith, 1983)1
Self Rating Anxiety Scale – SAS
(Zung , 1971, 1974)2-3
HAMA- Hamilton Anxiety Scale
(Hamilton, 1959)4
10. Disturbi dell’umore
Hamilton Rating Scale for Depression (Hamilton
,1960, 1980)1-2
Beck Depression Inventory (BDI, BDI-II)
(Beck et al. , 1961, 1996)3-4
SDS - Self Rating Depression Scale (Zung ,1965, 1972)5-6
STAI - The State Trait Anxiety Inventory
(Spielberger, Gorsuch, Lushene, 1970)7-8
12. Fumatori e Abuso di Sostanze
Alcuni studi hanno riscontrato che fra i soggetti che abusano di alcol e
sostanze, l’abitudine al fumo di tabacco si presenta con una frequenza molto al di
sopra di quella media nella popolazione, superando anche il 70%. 1-2-3
I giovani fumatori mostrano una maggior propensione al consumo di droghe rispetto
ai loro coetanei non fumatori, come ha dimostrato nel 2002 il National Survey on Drug
Use and Health, con una percentuale del 48.1% di giovani fumatori fra i 12 e 17 anni
che aveva fatto uso di droghe a fronte del 6.2 % dei non fumatori (National Institute
on Drug Abuse 2004).
13. Molte Linee guida, quali ad esempio quelle nordamericane e quelle Piemontesi
2concordano
1-
sull’opportunità di indagare e riportare in cartella, insieme all’abitudine
al fumo, l’uso di sostanze e di offrire comunque trattamenti antitabagici, effettuando,
se necessario, un invio ai servizi specialistici per le dipendenze da sostanze e da alcol.
Fra i vari studi ci sono pareri contrastanti rispetto alla scelta del momento migliore per
attivare il trattamento per il tabagismo rispetto a quello per le altre sostanze: ci sono
riscontri favorevoli sia per un trattamento contemporaneo sia per un trattamento
successivo
alla
cessazione
dell’uso
di
alcol
o
di
sostanze.
1-3-4-5
Vi sono prove che i trattamenti per il tabagismo, basati sia sul counseling sia sull’uso di
farmaci, sono efficaci anche su fumatori che stanno effettuando trattamenti per la
dipendenza da altre sostanze e non interferiscono su questi ultimi.1
14.
15. Dipendenza da Sostanze
Severity of Dependence Scale (SDS)
(Gossop et al., 1995)1
Alcohol Use Disorders Identification Test
(Fleming et al., 1991)2
The CAGE Questionnaire
(Ewing, 1984)3
17. Le persone affette, o che lo sono state, da disturbi del comportamento
alimentare hanno mediamente più difficoltà delle altre a smettere di
fumare.
La giustificazione di tale dato si ritrova, probabilmente, sia negli aspetti
compulsivi che connotano alcuni di questi disturbi, sia – sul piano psicologico nel meccanismo di controllo degli elementi vitali che
caratterizza altri disturbi (per es. anoressia).
Il rapporto terapeutico con questi pazienti è complesso, la contrattualità difficile,
gli interventi
devono essere condotti possibilmente in collaborazione con lo psichiatra o lo
specialista che ha in cura continuativa il paziente.
18. DISTURBI ALIMENTARI
The SCOFF Questionnaire (Luck , Morgan et al, 2002)1
Eating Attitude Test - EAT – 26 (Garner et al.,1982)2
Eating Disorder Examination – EDE (Mond, Hey et al, 2004)3
Binge Eating Scale – BES (Gormally et al., 1982)4