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2. La promozione della salute nei luoghi di lavoro.pptx

  1. 1 La promozione della salute nei luoghi di lavoro Corso FAD Le competenze professionali del Medico Competente e il supporto al cambiamento degli stili di vita a rischio Gruppo di lavoro Promozione della Salute nei luoghi di Lavoro della Regione Emilia-Romagna Luoghi di Prevenzione Centro Regionale di Didattica Multimediale per la Promozione della Salute
  2. Il Piano Nazionale della Prevenzione e il Piano Regionale della Prevenzione 2 Il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) è parte integrante del Piano sanitario nazionale, affronta le tematiche relative alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie e prevede che ogni Regione predisponga e approvi un proprio Piano Il PNP definisce gli obiettivi, le linee di indirizzo e i settori verso i quali rivolgere le Azioni di prevenzione Ogni Regione lo recepisce con il rispettivo Piano Regionale della Prevenzione (PRP), con il quale declina le linee di indirizzo generale, in progetti particolari
  3.  rappresenta lo strumento strategico per iniziative multisettoriali utili ad armonizzare e integrare il sistema prevenzione nel Paese;  promuove l’intersettorialità quale elemento cardine della pianificazione e dell’azione;  favorisce l’empowerment individuale e di comunità e la capacity building a supporto dello sviluppo di comunità resilienti e di ambienti favorevoli alla salute, con il coinvolgimento di tutti i livelli interessati;  sostiene strategie e iniziative per migliorare l’health literacy della popolazione, valorizzando e promuovendo il coinvolgimento attivo (engagement) della persona e del suo caregiver;  orienta le azioni al mantenimento del benessere in ciascuna fase dell’esistenza (approccio life course) e ribadisce l’approccio per setting come strumento facilitante l’attuazione delle azioni di promozione della salute e di prevenzione;  promuove un approccio che tenga conto dell’impatto del genere al fine di migliorare l’appropriatezza e l’equità degli interventi. Il Piano Nazionale della Prevenzione 2020 - 2025 3
  4.  riconosce nella formazione un’opportunità per l’acquisizione di conoscenze e competenze per nuovi ambiti di intervento (es. Urban Health) e modalità di azione (es. engagement-empowerment);  promuove il potenziamento dell’attività di comunicazione alla popolazione e a suoi specifici sottogruppi, attraverso programmi e interventi volti ad aumentare l’empowerment del cittadino;  sostiene l’opportunità di interventi di formazione sulla comunicazione rivolti a operatori e professionisti sanitari affinché siano in grado di favorire la diffusione di contenuti scientificamente corretti, svolgere azione di advocacy con la comunità e con i portatori di interesse della stessa e acquisire competenze (es. per il colloquio motivazionale breve);  promuove interventi di formazione sulla comunicazione anche per operatori non sanitari coinvolti in azioni di promozione della salute e prevenzione;  sostiene la creazione di reti inter-istituzionali e di collaborazioni tra organizzazioni sanitarie e non sanitarie miranti alla diffusione di messaggi corretti, sostenuti da evidenze scientifiche, contrastando la diffusione di informazioni contraddittorie e/o ingannevoli (fake news);  riconosce la comunicazione come strumento per favorire l’equità nelle politiche intersettoriali. Il Piano Nazionale della Prevenzione 2020 - 2025 4
  5. L’impostazione del Piano Nazionale della Prevenzione si basa su 6 Macro Obiettivi declinati in obiettivi strategici, sviluppati in 10 Programmi Predefiniti (PP). Si aggiungono i Programmi Liberi (PL) (10 introdotti a livello regionale). I diversi Programmi possono essere raggruppati per aree tematiche e/o principali destinatari degli interventi. Il Piano Nazionale della Prevenzione 2020 - 2025 5
  6. I Programmi rivolti alla popolazione generale per favorire stili di vita salutari e contrastare le malattie croniche non trasmissibili sono: PP01 – Scuole che promuovono salute, PP02 – Comunità attive, PP04 – Dipendenze. Il Programma che interessa prevalentemente l’ambito sanitario e contrasta le malattie trasmissibili è: PP10 – Misure per il contrasto all’antibiotico- resistenza. Il tema Ambiente Clima e salute è declinato nel Programma PP09 – Ambiente, clima e salute. Infine, la sicurezza e la salute in ambiente di vita e di lavoro vengono promosse con i Programmi: PP03 – Luoghi di lavoro che promuovono salute, PP05 – Sicurezza negli ambienti di vita, PP06 – Piano mirato di prevenzione, PP07 – Prevenzione in Edilizia e in Agricoltura, PP08 – Prevenzione rischio cancerogeno professionale, patologie dell’apparato muscolo-scheletrico e rischio stress correlato al lavoro. Il Piano Nazionale della Prevenzione 2020 - 2025 6
  7. La “Salute in tutte le politiche” costituisce il quadro di riferimento del PRP 2021- 2025. Questa cornice concettuale, che riconosce la salute come un complesso sistema dipendente da fattori e determinanti personali, socioeconomici e ambientali, viene ulteriormente valorizzata dalla L.R. 19/2018 sulla Promozione della salute. Il Piano Regionale della Prevenzione 2021- 2025 7
  8. 8 Il Piano Regionale della Prevenzione 2021- 2025 Il gruppo dei Programmi che interessano la sicurezza e la salute in ambiente di vita e di lavoro è rappresentato da: PP03 – Luoghi di lavoro che promuovono salute, PP05 – Sicurezza negli ambienti di vita, PP06 – Piano mirato di prevenzione, PP07 – Prevenzione in Edilizia e in Agricoltura, PP08 – Prevenzione rischio cancerogeno professionale, patologie dell’apparato muscolo-scheletrico e rischio stress correlato al lavoro. PL14 – Sistema informativo regionale prevenzione nei luoghi di lavoro dell’Emilia- Romagna.
  9. Le malattie croniche sono responsabili di un elevato carico in termini di mortalità. L’ambiente di lavoro rappresenta un luogo privilegiato nel quale è possibile raggiungere un numero rilevante di persone appartenenti ad entrambi i generi, alle varie classi di età e a livelli socio-economici e culturali diversi e, come tali, caratterizzati da diversi livelli di rischio per malattie croniche e per stili di vita non corretti. PRP 2020-2025 Programma Predefinito 3 Luoghi di lavoro che promuovono salute 9
  10. Numerosi studi in letteratura, inoltre, riportano i vantaggi legati all’attuazione di programmi di promozione della salute nei luoghi di lavoro sia in termini di cambiamento da parte dei lavoratori, con adozione di stili di vita salutari, sia in termini di miglioramento della salute percepita, riduzione delle assenze dal lavoro per malattia, aumento della produttività sul lavoro e influenza positiva sulla work ability. PRP 2020-2025 Programma Predefinito 3 Luoghi di lavoro che promuovono salute 10
  11. La Regione Emilia-Romagna, a partire dal PRP 2015-2019  ha costruito una rete di aziende che promuovono salute  ha formato i medici competenti che operano sul territorio alla conduzione di interventi di counselling motivazionale con l’approccio del modello transteorico del cambiamento. Programma Predefinito 3 Luoghi di lavoro che promuovono salute Analisi di contesto 11
  12. Programma Predefinito 3 Luoghi di lavoro che promuovono salute Analisi di contesto 12 La realizzazione del PRP 2015-2019 la Regione Emilia-Romagna ha consentito la raccolta di ulteriori dati relativamente alla distribuzione delle patologie croniche in ambiente di lavoro. La prevalenza rispecchia quella rilevata nella popolazione generale, le differenze di prevalenza nella popolazione lavorativa sono principalmente legate all’età dei soggetti che lavorano. Dall’analisi dei dati rilevati nei lavoratori che hanno partecipato ai progetti regionali sulla promozione della salute si è potuta osservare la seguente diffusione dei fattori di rischio: il 41% è parzialmente attivo e il 16% sedentario il 23% dei lavoratori che ha partecipato al progetto fuma il 64% dei lavoratori intervistati consuma alcolici
  13. Programma Predefinito 3 Luoghi di lavoro che promuovono salute 13 Come conseguenza di quanto già realizzato in ambito di Promozione della Salute nei luoghi di Lavoro e in linea con le indicazioni del PNP, le Azioni previste nel PP3 della Regione Emilia-Romagna sono:  Conclusione di accordi formalizzati intersettoriali finalizzati a diffusione/sviluppo e sostenibilità del Programma con un ente/organizzazione in rappresentanza degli stakeholder coinvolti.  Predisposizione di un programma regionale di formazione al counselling breve rivolto ai medici competenti.  Progettazione e produzione di strumenti/materiali per iniziative di marketing sociale.  Promozione di sani stili di vita nelle donne che lavorano, con particolare riferimento alla predisposizione di programmi volti ad aumentare l’attività fisica e la corretta alimentazione.
  14. Programma Predefinito 3 Luoghi di lavoro che promuovono salute 14 Azioni  Predisposizione di un Documento regionale delle pratiche raccomandate e sostenibili in tema di adozione di sani stili di vita nei luoghi di lavoro.  Predisposizione di un sistema di monitoraggio delle azioni realizzate dalle aziende aderenti al programma nell’ambito di quelle proposte nel Documento regionale delle pratiche raccomandate e sostenibili in tema di adozione di sani stili di vita nei luoghi di lavoro  Realizzazione di percorsi per il coinvolgimento delle aziende private/PA all’adozione di interventi che promuovono sani stili di vita.  Mantenimento di percorsi per il coinvolgimento delle Aziende Sanitarie/Ospedaliere all’adozione di interventi che promuovono sani stili di vita.
  15. 15
  16. Le Malattie Croniche Non Trasmissibili 16
  17. Si stima che ogni anno il 71% dei decessi (circa 41 milioni di persone) siano causati da malattie non trasmissibili, inclusi in primo luogo le malattie cardiovascolari (50% delle malattie non trasmissibili), i tumori (22%), le patologie respiratorie croniche (10%) e il diabete (5%). I DANNI CONSEGUENTI ALLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI In Europa il dato sale all’86%. Le patologie croniche - malattie cardiovascolari e respiratorie, tumori, diabete - hanno in comune quattro principali fattori di rischio: fumo, abuso di alcol, cattiva alimentazione e inattività fisica. DATI DA WHO (www.euro.who.int) 17
  18. I DANNI CONSEGUENTI ALLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI In Italia su una popolazione di quasi 51 milioni di persone con più di 18 anni di età, si stima che, nel 2018, oltre 24 milioni di persone convivano con una patologia cronica e che 12,5 milioni presentino multi-cronicità DATI DA I.S.S.(www.epicentro.iss.it) 18
  19. Prevalenza malattie croniche per fascia di età (2015-2018) DATI DA I.S.S.(www.epicentro.iss.it) 19
  20. PATOLOGIE CRONICHE IN ITALIA (2015-2018) DATI DA I.S.S.(www.epicentro.iss.it) 20
  21. Causa di decessi in Italia nel 2019 Nella top 10 delle malattie cause di decessi in Italia, 9 sono MCNT DATI DA WHO (https://www.who.int/data/gho/data/them es/mortality-and-global-health- estimates/ghe-leading-causes-of-death) 21
  22. Il biennio di pandemia ha agito da killer silenzioso per quanto riguarda le malattie croniche non trasmissibili ampliando i fattori di rischio: - Aumento dello stress lavoro correlato dovuto alla mancanza di una netta definizione di spazio casa-lavoro dovuto all’incremento dell’attività di smart working, all’incertezza e alle paure legate al periodo storico - Aumento del consumo di alcol e fumo per la situazione contingente, per la mancanza di attività di sfogo e per l’aumentata disoccupazione - Aumento della sedentarietà dovuta al lock down con conseguente alla riduzione di attività (palestre, circoli sportici etc..) e perdita della motivazione all’allenamento (per riduzione della socialità) - Ritardo nel trattamento/diagnosi ex novo di patologie croniche non trasmissibili I.S.S.(www.epicentro.iss.it) ILO (www.ilo.org) 22
  23. E gli Operatori Sanitari? Il carico da novanta della pandemia da Sars-cov 2 Aumento stress lavoro correlato legato alla responsabilità, all’organizzazione lavorativa/turnazioni e all’aumentato rischio di ammalarsi Difficoltà a svolgere attività ludiche dovuta all’organizzazione dei turni in particolare per l’aumentato carico di lavoro Alimentazione scorretta e disidratazione per difficoltà di fare pause durante i turni viste le procedure di vestizione e svestizione Aumento dello stress per la paura di infettare i propri cari al rientro dal lavoro e senso di solitudine per l’autoisolamento imposto Aumento dei disturbi psicosociali in seguito al rapporto costante con la morte e alla perdita di un numero consistente di pazienti I.S.S. https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sa rs-cov-2-gestione-stress-operatori 23
  24. ULTIMI AGGIORNAMENTI 2021….. Dati ISTAT indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” su 19 mila 800 famiglie (totale di circa 45 mila 600 individui). • 19,0% della popolazione dai 14 anni in poi dichiara di essere fumatore (9 milioni 958 mila persone), il 24,0% di aver fumato in passato e il 55,7% di non aver mai fumato. • 46,2% della popolazione dai 18 anni in poi è in eccesso di peso (34,2% in sovrappeso, 12,0% obeso), mentre il 50,9% è in condizione di normopeso e il 2,9% è sottopeso. • Il 66,3% della popolazione dagli 11 anni in poi ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno: il 54,4% beve vino, il 50,4% consuma birra e il 45,4% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori. • 19 milioni 667 mila persone (il 33,7% della popolazione di 3 anni e più) dichiarano di non praticare né sport né attività fisica nel tempo libero. Marcate differenze di genere: è sedentario il 36,9% delle donne contro il 30,3% degli uomini. DATI ISTAT 24
  25. Alla luce di questa situazione, l'Unione Europea da alcuni anni riconosce la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili e la promozione di sani stili di vita come obiettivi prioritari, considerando la salute come un’opportunità ed un investimento, nonché uno strumento di sviluppo sociale ed economico Salute 25
  26. Le strategie di prevenzione in materia di salute e sicurezza devono essere volte a consolidare un approccio complessivo alla salute e al benessere anche in ambito lavorativo, attraverso l’empowerment, ossia la diffusione delle conoscenze e la sensibilizzazione delle persone al fine di indurle all’autodeterminazione alla scelta consapevole dell’adozione di stili di vita corretti e sani. Strategie di prevenzione 26
  27. La promozione della salute nei luoghi di lavoro è focalizzata sulla modifica dei comportamenti individuali in grado di influenzare negativamente lo stato di salute  ll consumo di alcol e di altre sostanze,  il fumo di tabacco  le abitudini alimentari non corrette  la sedentarietà  la mancata partecipazione ai programmi volontari di screening consigliati (prevenzione delle patologie cardiovascolari, dei tumori, .....)  la mancata effettuazione delle vaccinazioni raccomandate in soggetti a rischio Promozione della salute nei luoghi di lavoro 27
  28. Promozione della salute nei luoghi di lavoro Rischi professionali ed extraprofessionali spesso non sono indipendenti e si possono sommare o moltiplicare tra loro:  il fumo di tabacco - contiene tossici presenti anche in ambito lavorativo (IPA, benzene) - può agire sinergicamente con agenti cancerogeni di uso professionale, per es. l'asbesto)  l'alcol potenzia l'effetto tossico di alcune sostanze con cui il lavoratore può entrare in contatto sul luogo di lavoro, ad es. solventi, pesticidi, metalli 28
  29. 29 i lavoratori a più alto rischio professionale (per esempio lavoratori edili e autotrasportatori) spesso sono anche quelli che presentano le abitudini di vita meno salutari. Analogamente, i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico (ampiamente diffusi nella popolazione e tra i lavoratori) sono dovuti non solo a posture scorrette, movimentazione carichi e movimenti ripetitivi nell’ambiente di lavoro, ma anche alle altrettanto diffuse abitudini di vita sedentarie, che relegano l’esercizio corporeo a poche azioni ormai pressoché residuali nella quotidianità. Promozione della salute nei luoghi di lavoro  i lavoratori a più alto rischio professionale (per es. edili e autotrasportatori) spesso sono anche quelli che presentano le abitudini di vita meno salutari  i disturbi dell’apparato muscolo- scheletrico (ampiamente diffusi nella popolazione e tra i lavoratori) sono dovuti non solo a posture scorrette, movimentazione carichi e movimenti ripetitivi nell’ambiente di lavoro, ma anche alle altrettanto diffuse abitudini di vita sedentarie, che relegano l’esercizio corporeo a poche azioni ormai pressoché residuali nella quotidianità 29
  30. Progettazione partecipata Ruolo attivo dei soggetti aziendali e in particolare del MC Coniuga l’ottica della tutela della salute con la promozione della salute Rivolto a soggetti su cui pesano maggiormente alcuni determinanti di rischio Rivolto anche a piccole e medie aziende Approccio integrato ai fattori di rischio Caratteristiche del progetto 30
  31. Caratteristiche del progetto Il progetto è realizzabile sia nella grande impresa sia nella media e piccola (PMI sono la gran parte del tessuto produttivo regionale) Un primo livello di intervento che si sviluppa attraverso azioni preliminari e generali (inviduali e/o collettive) «trasversali» a più aree tematiche (es. allestimento di una bacheca della salute, messa a disposizioni dei lavoratori di materiale fornito da AUSL generico e/o relativo alle varie aree tematiche,…) Un ulteriore livello di intervento, più articolato e specifico incentrato su un insieme di azioni (individuali e/o collettive) mirate a conseguire il risultato in una specifica area tematica tra quelle proposte (contrasto agli abusi come alcool/tabacco/dipendenze emergenti, promozione di stili di vita sani come sana alimentazione ed esercizio fisico e prevenzione oncologica/vaccinazioni) Si compone di azioni finalizzate a contrastare abitudini non salutari incentivando stili di vita salutari Si possono definire due livelli di intervento 31
  32. Le azioni del progetto sono distinte in:  generali  Presentazione del progetto alle figure aziendali della prevenzione  Realizzazione di una bacheca aziendale per la diffusione delle informazioni relative al progetto  Messa a disposizione dei lavoratori materiali informativi relativi ai temi della promozione della salute  Programmazione di interventi di counselling individuale da parte del medico competente ai lavoratori che necessitano di supporto al cambiamento verso stili di vita salutari  e specifiche declinate per ogni Area/Tema di promozione della salute:  Fumo  Alcol  Alimentazione  Attività Fisica  Comportamenti additivi  Programmi di popolazione Caratteristiche del progetto 32
  33. 33  Il progetto è realizzabile sia nella grande impresa sia nella media e piccola  L’adesione al progetto deve essere formalizzata tramite presentazione al Servizio PSAL dell’AUSL territorialmente competente della apposita «scheda di adesione»  Il servizio PSAL risponderà, dopo valutazione del programma proposto, considerando l’azienda «aderente» e inviando la locandina di «Azienda che promuove salute»  Il nominativo dell’azienda sarà inserito sul sito web della Regione Emilia-Romagna alla pagina dedicata: https://salute.regione.emilia-romagna.it/prp/aree- tematiche/sicurezza-e-salute-in-ambiente-di-vita-e-di- lavoro/luoghi Caratteristiche del progetto 33
  34. Azioni generali realizzazione di una bacheca “della salute” aziendale, con poster, manifesti e altri materiali illustrativi messa a disposizione dei lavoratori di materiali informativi in tema di promozione della salute (sani stili di vita, vaccinazioni, ecc..) prodotti da AUSL, servizi sanitari regionale e nazionale, altre istituzioni pubbliche ed associazioni qualificate Interventi di promozione della salute individuali per i singoli lavoratori realizzati dal medico competente nell’ambito della visite mediche previste dal protocollo di sorveglianza sanitaria. 34
  35. Interventi individuali Interventi nel corso delle visite mediche previste dal protocollo di sorveglianza sanitaria Il MC ha un rapporto diretto con i lavoratori (buona opportunità per sviluppare iniziative di promozione della salute individuale, rapporto fiduciale che si instaura tra lavoratori e MC che spesso è l'unico medico a cui si rivolgono per problemi organizzativi personali) Nel corso delle visite mediche (preventive, periodiche,....) il MC viene a conoscenza di fattori di rischio extra professionali (abitudine al fumo, abuso di alcol, alimentazione non corretta, sedentarietà, ipertensione, esecuzione di vaccinazioni raccomandate e screening, ….) che riporterà nella cartella sanitaria e di rischio (in apposita scheda di promozione della salute) 35
  36. Sulla base degli elementi raccolti nella scheda di rilevazione individuale il MC potrà individuare le problematiche individuali prevalenti attivare gli interventi di promozione più opportuni nel caso specifico: - interventi informativi - counselling individuale - proposta di programmi specifici di promozione della salute verificare nel tempo l'efficacia delle iniziative adottate Interventi nel corso delle visite mediche previste dal protocollo di sorveglianza sanitaria 36
  37. Documento delle buone pratiche Sarà messo a disposizione delle aziende un Documento delle buone pratiche per accompagnare le aziende alla scelta delle azioni da intraprendere. Sono presentate diverse tipologie: individuazione di strategie aziendali quali modifiche ai menù dei pasti della mensa aziendale o forniti all'azienda e/o distributori automatici contenenti alimenti salutari tipo frutta e verdura, specifica regolamentazione aziendale per il rispetto del divieto di fumo, il consumo di alcolici, .. realizzazione di programmi di informazione/formazione dei lavoratori che prevedano al loro interno anche i temi prescelti realizzazione di programmi di informazione/formazione dei dirigenti, preposti, RLS con riferimento al ruolo di promotori convenzioni con strutture esterne per fornire servizi ai lavoratori in relazione a stili di vita corretti ed es. palestre, piscine, …. per favorire l'attività fisica, centri medici per corsi di corretta postura e movimento, .. ……………………… 37
  38. Tematiche oggetto degli interventi di promozione della salute: il contrasto al consumo di alcol il contrasto all'abitudine al fumo di tabacco la promozione della sana alimentazione la promozione dell'attività fisica e della corretta postura la promozione degli screening raccomandati per la prevenzione di alcuni tumori la promozione di vaccinazioni raccomandate per lavoratori in condizioni di rischio per specifiche patologie o lavorazioni altre iniziative………………………………………........................................ 38
  39. Non è promozione della salute Non rientrano in programmi di promozione della salute: interventi spot in azienda, non supportati da una adeguata programmazione interventi non vincolati a evidenze scientifiche di efficacia (per es. alcuni di screening) e a un favorevole rapporto costi – benefici (In particolare deve essere evitata l'esecuzione indiscriminata di esami di laboratorio che rischiano di generare falsi malati o, al contrario, di fornire false sicurezze) 39
  40. Valorizzazione delle aziende partecipanti Studio e messa in atto di strategie per valorizzare le aziende che promuovono salute: possibilità che le aziende aderenti possano ottenere la riduzione del premio INAIL (OT23) pubblicazione dell’elenco delle aziende e dei relativi programmi di PSL su un sito internet dedicato (inserire sito regione) partecipazione alla rete «Aziende che promuovono salute» della regione Emilia-Romagna Il progetto prevede 40
  41. Ruolo del medico competente – evoluzione A partire dal D. Lgs 626/94 il medico competente (ex “medico di fabbrica” ai sensi del R.D. 530/27 e così definito a partire dal D. Lgs 277/91 ) entra nel processo di prevenzione aziendale e, oltre ad eseguire la sorveglianza sanitaria, collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla predisposizione dell'attuazione delle misure per la tutela della salute e dell'integrità psicofisica dei lavoratori, all'attività di formazione ed informazione e alla predisposizione del servizio di pronto soccorso. www.medicocompetente.it 41
  42. Attuale ruolo del medico competente D. Lgs 81/08 e s.m.i., art. 25, comma 1, lettera a) “Il medico competente ... collabora … all’attuazione e valorizzazione di programmi volontari di promozione della salute, secondo i principi della responsabilità sociale” La partecipazione ai programmi di PSL, non rientrando tra gli obblighi normativi, deve essere volontaria. Tutti I programmi di PSL proposti dal medico competente devono essere opportunamente concordati tra il datore di lavoro, le funzioni aziendali coinvolte ed i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), dovendo ottenere il necessario consenso da parte di ogni dipendente che intende aderire al programma. Essi sono vincolati a evidenze scientifiche di efficacia e a un favorevole rapporto costi benefici. In particolare deve essere evitata l’esecuzione indiscriminata di esami di laboratorio che rischiano di generare falsi malati o al contrario di fornire false sicurezze. 42
  43. Interventi di promozione della salute Hanno un’azione rivolta sui fattori determinanti delle patologie cronico - degenerative maggiormente invalidanti e, in alcuni casi, mortali (tra cui malattie cardiovascolari, malattie respiratorie, neoplasie, diabete). Tali patologie hanno eziologia tipicamente multifattoriale e tra i fattori di rischio sono spesso rilevanti le abitudini personali e gli stili di vita accanto alle esposizioni ambientali e a quelle occupazionali. 43 Immagine da: http://www.robertotravan.com
  44. Il medico competente svolge un ruolo propositivo nei confronti della salute dei lavoratori e delle organizzazioni aziendali:  promuovendo iniziative  collaborando alla loro realizzazione  evidenziando i risultati attesi (che comportano ricadute vantaggiose anche di carattere economico, a medio e lungo termine). 44 Ruolo del medico competente
  45. Il MC può avere parte attiva nella promozione della salute collettiva dei lavoratori, realizzando, in maniera integrata, le seguenti azioni:  collaborazione a programmi di informazione e/o formazione dei lavoratori, che prevedano al loro interno specifiche sezioni riguardanti i temi prescelti  collaborazione a programmi di informazione e/o formazione dei dirigenti, preposti e RLS, con particolare riferimento al ruolo di promotori  collaborazione con il datore di lavoro per l’individuazione delle strategie ambientali più idonee per quello specifico contesto di lavoro (ad es. abolizione delle bevande alcoliche e esclusione delle stesse dalle convenzioni con le mense esterne, rinforzo del messaggio mediante poster o locandine, sistemi premiali nella scelta di bevande analcoliche al pasto). 45 Azioni sulla collettività dei lavoratori
  46. Il MC può avere parte attiva nella promozione della salute del singolo lavoratore, poiché la sorveglianza sanitaria prevede che i lavoratori siano sottoposti a visita medica ed eventuali accertamenti integrativi periodicamente (in relazione ai rischi valutati, come normativamente sancito). La visita medica implica la raccolta anamnestica, che include i dati anamnestici fisiologici relativi alle abitudini voluttuarie e i fattori di rischio extra-professionali (es. l'abitudine tabagica, l’abuso di bevande alcoliche, l'alimentazione non corretta, la sedentarietà, l'eventuale consumo di sostanze psicotrope/stupefacenti, l'ipertensione). L’obbligo di periodicità della visita consente, nel tempo, l’opportunità di instaurare un rapporto di fiducia tra MC e lavoratore e, a partire da esso, di pianificare e sviluppare iniziative “personalizzate” di promozione della salute; esso permette inoltre di valutare l’efficacia di tali iniziative nel tempo, consentendo di avere un feedback periodico sui risultati ottenuti e un eventuale relativamente “tempestivo” intervento nel caso di ricaduta. 46 Azioni sul singolo lavoratore
  47. Aspetti etici D.Lgs. 81/08, art.39 c.1: “L’attività di medico competente é svolta secondo i principi della medicina del lavoro e del codice etico della Commissione internazionale di salute occupazionale (ICOH)” Deve essere comunque garantita in modo assoluto la riservatezza di tutte le notizie riguardanti lo stile di vita - lo stato di salute - il numero di assenze per una data patologia - il maggiore o minore impegno profuso nella partecipazione alle stesse attività di promozione, per evitare discriminazioni o esclusioni non legate al giudizio di idoneità alla mansione specifica e alle eventuali limitazioni e/o prescrizioni presenti nello stesso. 47
  48. Aspetti etici Occorrerà sempre e con scrupolo tenere ben distinte le iniziative legate alla sorveglianza sanitaria da quelle inerenti la PSL, mantenendo sempre la chiarezza e la trasparenza necessarie in merito a:  i differenti ruoli ricoperti dal medico competente, presente nei luoghi di lavoro per obblighi legislativi e di promozione  il ruolo di eventuali altri medici specialisti eventualmente consultati (chiarendo per quale dei due aspetti vengano coinvolti e a quale scopo)  il ruolo del medico di base del singolo lavoratore  il ruolo dei medici e degli operatori sanitari delle Aziende USL 48
  49. Aspetti etici – Codice etico ICOH Il Codice etico ICOH richiamato anche dal comma 1 dell'art. 39 del D.Lgs. 81/08 sancisce che “L’attività di medico competente é svolta secondo i principi della medicina del lavoro e del codice etico della Commissione internazionale di salute occupazionale” Devono essere garantiti in modo assoluto: la riservatezza di tutte le notizie riguardanti lo stile di vita - lo stato di salute - il numero di assenze per una data patologia - il maggiore o minore impegno profuso nella partecipazione alle stesse attività di promozione per evitare discriminazioni o esclusioni non legate al giudizio di idoneità alla mansione specifica e alle eventuali limitazioni o prescrizioni presenti nello stesso 49
  50. Il progetto è partito a Modena Seminario La promozione della salute nei luoghi di lavoro Il ruolo del medico competente 24 maggio 2013 Richiesta ai medici competenti di adesione per formare un gruppo di lavoro misto che predisponesse un progetto sul tema (progetto partecipato) Da Modena il progetto si è esteso a tutta la Regione a partire dal 2017 50
  51. RISULTATI PRP 2015-2019 Nelle puntate precedenti…. Sono state coinvolte 244 unità produttive per un totale di 44.021 lavoratori 31 micro imprese ( < 10 lavoratori ) 97 piccole imprese (da 10 a 49 lavoratori) 68 aziende di medie dimensioni ( dai 50 ai 249 lavoratori) 49 grandi aziende (> 249 lavoratori) • Il 47% azione per la promozione dell’attività fisica e della corretta postura • Il 47% azione sul tema dell’alimentazione e, nello specifico • Il 48% azione per il contrasto all’abitudine al fumo di tabacco • Il 55% delle aziende ha sensibilizzato i lavoratori sul tema dell’abuso di alcol • Il 19% ha promosso lo screening delle neoplasie del collo dell’utero, il 20% lo screening delle neoplasie della mammella ed il 21% lo screening del colon retto. • Il 32% delle aziende ha promosso almeno una vaccinazione raccomandata Diamo qualche numero…. 51
  52. Uno degli obiettivi principali….Counseling motivazionale con applicazione del modello trans teorico del cambiamento Il medico competente ha valutato lo stadio motivazionale dei lavoratori intervistati ed ha applicato la tecnica di sostegno al cambiamento registrando le successive variazioni. In provincia di Modena (progetto avviato nel 2013) a fine 2017 si valutavano i primi dati: • 80 Unità Locali partecipanti (4.932 lavoratori) • Riduzione diffusione dei fattori di rischio comportamentali, con particolare riferimento all'alimentazione non corretta e alla sedentarietà nel tempo libero. • Miglioramento significativo sul piano statistico nella propensione al cambiamento con aumento dello stadio della determinazione nei fumatori e fumatori in astensione, passato dal 3% nel 2016 al 12% nel 2017. • Miglioramento anche per i lavoratori in eccesso ponderale, con un aumento dei lavoratori in stadio di determinazione (dal 2% nel 2016 al 7% nel 2017) • Modesto miglioramento nei lavoratori sedentari che dichiarano di essere in azione (valore passato dal 7% al 9%). 52
  53. Piano regionale della prevenzione 2020-2025 SICUREZZA E SALUTE IN AMBIENTE DI LAVORO https://salute.regione.emilia-romagna.it/prp/aree- tematiche/sicurezza-e-salute-in-ambiente-di-vita-e- di-lavoro/sicurezza-e-salute-in-ambiente-di-vita-e-di- lavoro Mappa della salute : https://www.mappadellasalute.it/ strumenti 53
  54. Materiali e metodi scheda di adesione dell'azienda, con cui la singola azienda comunica l'avvio di un programma di promozione della salute scheda di rilevazione individuale ad uso del MC, da compilare per ogni singolo lavoratore e allegare alla cartella sanitaria e di rischio, utile per conoscere le abitudini dei lavoratori, sondare la motivazione al cambiamento di stili di vita non corretti, monitorare nel tempo le eventuali modifiche dei comportamenti 54
  55. Materiali e metodi Consegna della Locandina all’azienda aderente Distribuzione materiali regionali in tema di Promozione della salute Raccolta e Analisi dei dati aziendali e dei dati anonimi e collettivi relativi agli stili di vita dei lavoratori (previa acquisizione del consenso informato) Pubblicazione report finale relativo alle azioni realizzate dalle aziende e al percorso verso il cambiamento di stili di vita non corretti da parte deli lavoratori coinvolti 55
  56. Possibili interventi nei luoghi di lavoro 56
  57. Possibili interventi nei luoghi di lavoro Stili di vita salutari Abolizione del fumo di tabacco Riduzione del consumo di alcol Riduzione del sovrappeso corporeo Adeguamento della dieta Aumento attività fisica Partecipazione a screening oncologici 57
  58. Possibili interventi nei luoghi di lavoro Malattie cardiovascolari Abolizione del fumo di tabacco Correzione del regime alimentare Controllo della pressione arteriosa e del peso corporeo Aumento dell’attività fisica http://www.exsmokers.eu/it-it/ 58
  59. Possibili interventi nei luoghi di lavoro Patologie respiratorie Informazione sulle interazioni tra fumo di tabacco ed esposizione a polveri, fumi e gas 59
  60. Possibili interventi nei luoghi di lavoro Malattie infettive Campagne di vaccinazione raccomandate dal SSN Informazione e formazione sulle modalità di trasmissione delle principali malattie infettive (es. SARS-CoV-2, influenzavirus, agenti infettivi che mettono a rischio la gravidanza) 60
  61. Possibili interventi nei luoghi di lavoro Neoplasie Informazione sugli effetti di fumo, alcool e sulle loro possibili interazioni con cancerogeni professionali Counselling motivazionale per la cessazione dell’abitudine tabagica Educazione alimentare e distribuzione di cibi sani nelle mense aziendali Protezione contro l’esposizione a radiazioni UV Promozione degli screening oncologici di comprovata efficacia 61
  62. Possibili interventi nei luoghi di lavoro Contrasto a dipendenze e abusi Informazione e formazione su modalità di azione ed effetti sulla salute (a breve e lungo termine) e sociali delle sostanze da abuso (incluse le bevande alcoliche e l’interferenza che esse hanno coi rischi lavorativi, con approfondimento di quanto sancito dalle vigenti norme a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori) Informazione e formazione su modalità di azione e sugli effetti sociali di dipendenze emergenti (es. gioco d’azzardo, dipendenze tecnologiche). 62
  63. Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro https://osha.europa.eu/it Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale Promozione della salute nei luoghi di lavoro – 2011 Istituto superiore di sanità https://www.epicentro.iss.it Organizzazione internazionale lavoro https://www.ilo.org WHO https://www.euro.who.it Regione Emilia Romagna https://www.regione.emilia-romagna.it/prp Mappa della Salute https://www.mappadellasalute.it/home ISTAT: https://www.istat.it/it/archivio/270163 Sitografia 63
  64. 64 Il gruppo di coordinamento regionale: Maria Teresa Cella, AUSL di Piacenza Walter Catellani, AUSL di Parma Loredana Guidi e Lia Gallinari, AUSL di Reggio Emilia Paola Prampolini, AUSL di Modena Vincenzo D’Elia, AUSL di Bologna Donatella Nini e Cristina Neretti, AUSL di Imola Eugenia Suffritti, AUSL di Ferrara Paola Grossi, Elisabetta Natalizia e Marianna Pepe, AUSL della Romagna Luoghi di Prevenzione Sandra Bosi, Marco Tamelli, Francesca Zironi e Cristina Gozzi
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