4. Uso, consumo, abuso
L’uso è la sperimentazione di un prodotto.
Dovrebbe rappresentare una scelta libera e
consapevole.
E’ influenzato dalla notorietà del prodotto, dalla sua
disponibilità, da messaggi e notizie derivanti da
informazioni diffuse tra familiari, pari, mezzi di
informazione, sostegno pubblicitario
E’ influenzato da mode, movimenti, ideologie
6. Uso, consumo, abuso
Il consumo è un fenomeno socialmente
accettato anzi incentivato.
Sorregge l’economia
E’ alla base degli scambi
Crea atteggiamenti individualistici
E’ sempre più legato al piacere personale
E’ modulato da messaggi e stimoli preparatori
7. Uso, consumo, abuso
L’abuso è legato alla riproduzione di un effetto
E’ vincolato alla necessità di un risultato o di una
risposta
Vi è un ulteriore piacere nello sperimentare la
possibilità di reiterare il consumo rispetto agli effetti
del consumo stesso
Si trasforma in atteggiamento compulsivo in funzione
del potere esercitato dalla sostanza e da quello
mostrato pubblicamente e intimamente dall’abilità o
dalle risorse investite nel procacciarsi la sostanza
8. Consumi
Negli ultimi 22 anni vi è stato un decremento del 41%
dei consumi di vino ed un aumento del 68% del
consumo di birra.
La quota dei consumatori di bevande alcoliche si
mantiene comunque molto alta.
Assai significativo è l’incremento dei consumi di
aperitivi alcolici tra adolescenti e giovani adulti
secondo una modalità che si può definire dello
Stop & Go.
9. Fattori mutanti
I valori alimentare-nutrizionale e rituale sono in calo,
stabile il farmacologico, in crescita l’alimentare-
edonistico (gusto-piacere) ed il socializzante
Sempre meno gli astemi, aumentano i dediti al bere
smodato ma non continuativo
La mortalità per intossicazione acuta è tuttora bassa,
elevata per cirrosi
10. Passato PRESENTE
Futuro
• Riduzione del consumo pro-capite (birra)
• Maggiori quantità in meno occasioni (sera, we)
• Superalcolici/alcolpops (bevande zuccherate)
• Maschi = Femmine
• Binge drinking (botellon; mega aperitif)
• Policonsumo
11. Passato PRESENTE
Futuro
• Non bevitore: abitualmente non consuma
alcolici o al max 1-2 volte all’anno
• Social drinker/bevitore sociale: consuma
alcol almeno 3-4 volte all’anno e al massimo 3-4
volte alla settimana in situazioni in cui la
socializzazione è di particolare rilievo
• Binge drinker: da 1 a 4 episodi di binge drinking
nelle ultime 2 settimane
• Forte bevitore: + di 4 episodi di binge drinking
nelle ultime 2 settimane
12. Binge DRINKER
Definizione (i)
• Quantità:
– 4 o più drink in una sola occasione per le
ragazze o 5 o più per i ragazzi (USA: Wechsler
et al., 2001)
– ½ bottiglia di superalcolici o 2 bottiglie di vino
in una sola occasione (Svezia: Hansagi et al.,
1995)
– 6 o più bottiglie di birra in una sola occasione
(Finlandia: Kauhanen et al., 1997)
– Un consumo regolare di 7 o più bicchieri di
sostanze alcoliche per le ragazze / 10 o più
per i ragazzi (contesto anglosassone)
13. Definizione (i)
• Qualità:
– Frequenza del comportamento di assunzione
(arco di 2 settimane)
– Nessuna differenza rispetto al tipo di alcolico
– Obiettivo è la perdita del controllo,
l’ubriacatura
– L’alcol è un mezzo e non un fine
19. In Europa la mortalità alcol-attribuibile
corrisponde al 6,3% di tutti i decessi per
l’anno 2002 (il doppio della media mondiale)
Le cause più frequenti sono ictus, pancreatite,
tumori del cavo orale
La mortalità è doppia per cardiopatia ischemica
tra i bevitori rispetto agli astemi
L’alcol è responsabile del 7,4% degli anni di vita
persi prematuramente
21. Attualmente l’alcol è la prima causa di morte tra
i giovani in età compresa tra i 18 ed i 26 anni.
Le bevande alcoliche più consumate sono
aperitivi, liquori e birra (+ 68% negli ultimi 20
anni). Si tratta di prodotti che sono recepiti
come meno pericolosi perché o consumati con
minore continuità rispetto al vino o ritenuti a
più bassa gradazione.
22. Tra i 44 ed i 64 anni si beve maggiormente vino
Tra i 25 ed i 44 anni si preferiscono birra ed aperitivi
Tra i 18 ed i 24 anni le ragazze bevono superalcolici più
dei maschi
Nelle età di limite vengono consumati meno birra e
meno amari
Tra i 14 ed i 17 anni vi è un incremento del 18% dei
consumatori fuori pasto
Tra i 18 ed i 24 anni l’incremento è del 27 %
23. Non esiste un consumo non a rischio per la salute
Dal punto di vista di chi si occupa di salute, non esiste un una dose di alcol non a rischio.
Gli esperti dicono che “bere alcol è comunque un rischio”.
Non esiste, dunque, un consumo di alcol sicuro per la salute. Tuttavia in molti siti anche
istituzionali (ad es. quello del Ministero della Salute italiano www.salute.gov.it) sono
pubblicate guide e/o indicazioni e/o istruzioni per l’uso di alcolici, che consigliano, se si
decide di bere alcol, di farlo durante i pasti principali della giornata, mai a digiuno,
scegliendo bevande a bassa gradazione, consumandole in piccole quantità , in un arco
temporale prolungato, in modo da rallentare l’assorbimento di alcol da parte
dell’organismo.
Società Italiana di Alcologia
24. Non esiste un consumo non a rischio per la salute
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (www.who.int ) in questi ultimi anni ha ridotto le
“quantità consentite” di alcol e non parla più di uso o di abuso di alcol, ma
semplicemente di consumo di alcol, che può suddividersi in:
- consumo a basso rischio se si beve poco
- consumo a alto rischio se si beve tanto
Società Italiana di Alcologia
25. Non esiste un consumo non a rischio per la salute
Istruzioni per l’uso sull’assunzione alcolica del Ministero della Salute :
2 unità alcoliche al giorno per gli uomini adulti in buono stato di salute
1 unità alcolica al giorno per le donne adulte in buono stato di salute (e non gravide)
2 unità alcoliche al giorno per le persone con più di 65 anni
0 unità alcoliche sotto i 18 anni
Per Unità Alcolica, in Italia si intendono: 12 grammi di alcol pure, ovvero un bicchiere di
vino (125 ml a 12°), oppure una lattina di birra (330 ml a 4,5%), oppure un aperitivo (80
ml a 18°) o un bicchierino di superalcolico (40 ml a 40°)
Società Italiana di Alcologia
26. L’alcol è un fattore protettivo?
Un bicchiere di vino richiede circa 2 ore per essere
metabolizzato
Oltrepassare le 2-3 unità alcoliche per gli uomini e 1-2
per le donne vuol dire superare il limite massimo
oltre il quale gli effetti negativi prevalgono sugli
eventuali effetti positivi
L’aumento del consumo di alcol è in relazione con
l’aumento del rischio di sviluppare neoplasie della
mammella, del cavo orale, delle prime vie aeree, del
faringe o dello stomaco
27. L’alcol è un fattore protettivo?
Nel 2002 in Italia 5000 morti per cancro tra i
maschi e 2000 tra le donne sono attribuibili
all’alcol
Nello stesso anno 9000 persone sono morte per
danno cardiovascolare attribuibile all’alcol
17000 incidenti casuali tra i maschi, 4000 tra le
donne sono stati dovuti all’alcol
28. L’alcol è un fattore protettivo?
Il 17.4 % degli italiani eccedono le dosi da non superare
secondo le raccomandazioni dell’OMS.
Fino al 21% dei 18enni arriva occasionalmente a
consumare più di 6 unità alcoliche in un’unica serata
Il 20% dei ragazzi tra gli 11 ed i 15 anni consuma
alcolici, il 65.7 % tra i 20 ed i 25 anni
Tra gli 11 ed i 17 anni il 19.1 % consuma birra, il 12.5 %
vino, il 15.7 % aperitivi o amari o superalcolici
29. L’alcol è un fattore protettivo?
Dal 1998 al 2006 il consumo di alcolici fuori
pasto è passato dal 12.6 al 20.5 % dei ragazzi
tra i 14 ed i 17 anni ed è raddoppiato tra le
ragazze (dal 9.8 al 16.7)
Il binge drinking è maggiore tra i frequentatori
delle discoteche
31. Si può parlare di Dipendenza?
Sindrome da dipendenza alcolica diagnosticata
secondo i criteri del DSM IV
Abuso di alcol (DSM IV)
Consumo incongruo ma occasionale di bevande
alcoliche: è l’assunzione di bevande alcoliche limitata
ad isolati contesti rituali ma caratterizzata da
sottostima del rischio (elevate quantità. Elevata
gradazione, assunzioni ripetute in breve tempo,
binge drinking)
32. Si può parlare di Dipendenza?
Consumo continuativo ed incongruo di bevande
alcoliche: assunzione abituale di alcol, limitata ai
pasti ma eccedente i 20 grammi/die.
Consumo continuativo di bevande alcoliche:
assunzione abituale di alcol, ai pasti e in isolati
contesti rituali in quantità non eccedenti quelle
limitate dalle raccomandazioni
Consumo occasionale: assunzione non quotidiana ma
potenzialmente incongrua se eccedente quella
limitata dalle raccomandazioni
33. Si può parlare di Dipendenza?
L’identificazione di un consumo incongruo non
si può definire esclusivamente in un ambito
quantitativo. Tiene anche conto di un utilizzo
presente in condizioni avverse o che
prevederebbero una particolare attenzione
(presenza di malattie, terapie in corso,
gravidanze, attività lavorative, inesperienza
alla guida o episodi di sospensione di
patente…….)
35. Si può parlare di Dipendenza?
La personalità è una modalità strutturata di pensiero,
sentimento e comportamento che caratterizza il tipo
di adattamento e lo stile di vita di un individuo e che
risulta da fattori temperamentali, dello sviluppo e
dell’esperienza sociale. La personalità non è fissa ed
immutabile ma si evolve attraverso situazioni che
formano la storia del soggetto. Il termine personalità
va riferito ad un criterio di comunanza e singolarità.
36. Si può parlare di Dipendenza?
• Il carattere è il complesso delle caratteristiche
individuali e delle disposizioni psichiche che
distinguono un soggetto da un altro.
• Il temperamento contiene i correlati biologici
del funzionamento psichico in particolare gli
aspetti più stabili, ereditati e presenti fin dalla
nascita
37. Si può parlare di Dipendenza?
Per tratto si intende il modo di percepire,
rapportarsi e pensare nei confronti
dell’ambiente e di se stessi, che si manifesta in
un ampio spettro di contesti sociali e
personali e si dimostra stabile nel tempo.
Rappresenta una variabile moderatrice e in
costruzione che media l’organizzazione della
personalità con il suo ambiente
38. Si può parlare di Dipendenza?
Il comportamento dei giovani ricalca la
definizione della fase prodromica di Jellinek
(bisogno di controllare l’ansia e di incentivare
la socializzazione) dove la tolleranza si
embrica con la sperimentazione del limite. In
Jellinek la dipendenza non ha un elemento
psicopatologico determinante.
39. Si può parlare di Dipendenza?
Di converso l’alcolismo di tipo II di Cloninger lo
possiamo più di frequente associare a
correlati clinici (personalità antisociali,
borderline, narcisiste, giovani donne con GAD,
DOC). In questo ambito assume un particolare
significato il craving e le interazione tra aree
limbiche e paralimbiche dell’emisfero sinistro
con le regioni frontali omolaterali
40. I giovani sono ovviamente
influenzati dalla capacità dei
genitori di proporre stili di vita
assimilabili ad atteggiamenti
tutelanti la salute e l’incolumità
propria ed altrui. Le strategie
propositive ed imitative devono
sostenere l’impegno a
sperimentare l’autonomia come
frutto dell’integrazione tra
percezione, memoria,
immaginazione, pensiero, critica e
giudizio e non quale esperienza
emotiva di indipendenza.
42. Atteggiamento
Il consumo delle bevande alcoliche è fortemente
influenzato da un atteggiamento che potremo
definire consapevole o inconsapevole
L’atteggiamento consapevole fa riferimento
all’organizzazione individuale frutto delle conoscenze
e dell’esperienza passata messa in costante relazione
con quella in corso. Fa riferimento alle norme, alla
percezione dei significati dei gesti, alla capacità di
comunicare e far partecipare la famiglia alle proprie
scelte. Sostiene la condivisione e l’approvazione.
43. Atteggiamento
L’atteggiamento consapevole rifugge dalle
ambiguità, evita le rimozioni, analizza
criticamente le convinzioni comuni.
Si traduce dunque nella proposizione di scelte
che influenzano lo stile di un gruppo
(famiglia), ne connotano il comportamento,
ne identificano l’ideologia.
44. L’alcol non è da tutti considerato
indispensabile ma vi sono contesti
feste a tema o private, Happy Hour,
Street Bar, Lounge Bar dove viene
utilizzato come elemento di life
explosion, socializzazione. In questi
contesti si mascherano le differenze di
atteggiamento tra le diverse fasce di
età e tra i due sessi. E’ qui che si deve
intervenire per fornire proposte di
avvicinamento ad atteggiamenti
tutelanti la salute e l’incolumità
propria ed altrui.
46. Operatori che intervengono senza marcare una
differenza dai contesti
Sensibilizzare e formare i pari
Inutilità dei messaggi di opposizione
Creare quindi un ambiente in cui si realizza
un’immagine dell’alcol condivisa
Strategie di mercato che sostengono la
necessità di mantenere livelli di performance
elevata indipendentemente dai meccanismi di
raggiungimento
47. Sempre più di frequente l’adolescente
sperimenta sentimenti di incertezza,
inadeguatezza o scarsa fiducia nei
propri mezzi. Può temere di
sbagliare, di non essere all’altezza, di
non essere considerato. Quanto più
avverte le difficoltà ed il peso
derivanti dai compiti cui è chiamato
da questa fase della vita tanto più
alcol o altre sostanze possono
sembrargli un mezzo utile a ridurre
sofferenza ed insofferenza, ansia ed
angoscia, incertezza o tensione.
48. L’obiettivo da perseguire è quello
di sostenere le funzioni
genitoriali e quelle educative.
Ovvero garantire che fin dalla
prima infanzia i ruoli materni e
paterni possano supportare
adeguatamente la crescita
sostenendo la fiducia di base,
l’apprendimento, l’iniziativa,
l’assunzione di impegni, la
costruzione di un’identità ed
un’ideologia, l’investimento
negli altri , la buona
accettazione di sé.
Editor's Notes
Come vedremo nel modulo dedicato agli effetti dell’alcol (XXXXXXXX), l’alcol etilico o etanolo, è un liquido incolore, aormatico, estratto dalla fermentazione degli zuccheri. E’ una sostanza che evapora facilmente. Ha un elevato contenuto calorico (7kcal/g) e uno scarso valore nutritivo (non è un alimento). E’ una sostanza psicoattiva, ovvero agisce sul cervello, tossica per l’organismo, potenzialmente cancerogena e con una capacità di indurre dipendenza superiore alle sostanze illegali più note. Causa danni diretti alle cellule di molti organi, soprattutto fegato e cervello. È una droga a tutti gli effetti.
Le immagini che seguono rappresenta soggetti, contesti e situazioni differenti che caratterizzano e qualificano il rapporto fra l’individuo e la sostanza alcolica (contenente alcol).
E’ infatti importante ricordare che il nostro rapporto con l’alcol è mediato dal rapporto con sostanze (normalmente bevande) contenenti alcol in diversa proporzione (gradazione alcolica).
Gli alcolici rappresentano una gamma di prodotti particolarmente variegata, progettata nel vero senso della parola da chi li produce e li commercializza, per differenziarsi e specificarsi in molti diversi prodotti , mirati a diverse categorie di target di consumatori (giovani e giovanissimi, adulti, maschi/femmine ecc. ), ma anche a occasioni di consumo differenti per la stessa categoria di consumatori (ad es. aperitivi, vini da pasto, distillati da degustazione, digestivi ecc.).
FRANCAMENTE 22 ANNI MI SEMBRA UN LASSO DI TEMPO CURIOSO … CITEREI I DATI PRECI ID UNA RICERCA PRECISA … OPPURE LASCEREI UNA INFORMAZIONE GENERICA TIPO “NEGLI ULTIMI DECENNI” …