un'introduzione ai valori limite di esposizione personale ad agenti chimici e un loro utilizzo nel processo di valutazione dei rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. Aggiornato al maggio 2017
Il Modello Organizzativo e di Gestione 231 applicato alla sicurezza e salute ...Fabio Rosito
Un viaggio nel mondo della 231 applicata ai reati in materia di infortuni e malattie professionali. La normativa applicabile, la ricaduta relativa ai reati antinfortunisitici con indicazione delle sanzioni applicabili
Corso per RSPP ideato nel 2016 con elementi di novità dal punto di vista didattico. Parliamo dei Sistemi di Gestione e della loro corretta implementazione (UNI INAIL e OHSAS18001) al fine di soddisfare i requisisti del Dlgs 81/08 e del Dlgs 231/01
La logica del miglioramento continuo costituisce uno strumento indispensabile per progettare lo sviluppo delle organizzazioni produttive. Essa opera attraverso un modello costituito da 4 fasi, ciclicamente ripetute, di pianificazione (PLAN), attuazione (DO), verifica (CHECK) e miglioramento (ACT), secondo lo schema proposto dall’esperto di sistemi organizzativi W. E. Deming.
Questo corso parte dalla messa a fuoco dei concetti chiavi per poi passare alla messa a fuoco di una strategia di azione per il miglioramento continuo delle organizzazioni di servizi.
Cosa significa qualità? Quali elementi peculiari caratterizzano i servizi rispetto ai prodotti? E quali sono gli elementi specifici per lo sviluppo della qualità di un servizio?
La pianificazione di un processo di sviluppo della qualità dei servizi ruota intorno alle tre dimensioni del miglioramento continuo, dell’orientamento al cliente e di una gestione sistematica dell’attività in corso.
Come si articola nel dettaglio un ciclo di miglioramento continuo secondo lo schema di Deming?
Il concetto di Kaizen, ossia il miglioramento continuo a piccoli passi che coinvolge attivamente tutto il personale dell’azienda, attraverso un processo di cambiamento di valori, attitudini, comportamenti e culture organizzative.
Il ruolo delle tecniche di problem solving nella pianificazione di un sistema di miglioramento continuo della qualità.
Il ruolo chiave della soddisfazione del cliente e della comprensione delle sue esigenze alla base della sua domanda di servizio. Il rapporto tra qualità attesa e percepita come criterio di verifica della qualità del servizio, per la messa in moto del processo di miglioramento continuo.
Come tutto ciò si traduce nella logica della norma ISO 9001 e nella realizzazione di sistemi di gestione per la qualità secondo questa norma?
Organizzazione per processi e struttura dei sistemi qualità ISO 9001. Strumenti documentali per il monitoraggio e miglioramento della qualità e cultura della qualità e dell’orientamento al cliente nelle aziende di servizi.
Tecniche di comunicazione efficace: saper comunicare in modo adeguato ci consente di migliorare le relazioni interpersonali e di ottenere risultati di successo.
Il Modello Organizzativo e di Gestione 231 applicato alla sicurezza e salute ...Fabio Rosito
Un viaggio nel mondo della 231 applicata ai reati in materia di infortuni e malattie professionali. La normativa applicabile, la ricaduta relativa ai reati antinfortunisitici con indicazione delle sanzioni applicabili
Corso per RSPP ideato nel 2016 con elementi di novità dal punto di vista didattico. Parliamo dei Sistemi di Gestione e della loro corretta implementazione (UNI INAIL e OHSAS18001) al fine di soddisfare i requisisti del Dlgs 81/08 e del Dlgs 231/01
La logica del miglioramento continuo costituisce uno strumento indispensabile per progettare lo sviluppo delle organizzazioni produttive. Essa opera attraverso un modello costituito da 4 fasi, ciclicamente ripetute, di pianificazione (PLAN), attuazione (DO), verifica (CHECK) e miglioramento (ACT), secondo lo schema proposto dall’esperto di sistemi organizzativi W. E. Deming.
Questo corso parte dalla messa a fuoco dei concetti chiavi per poi passare alla messa a fuoco di una strategia di azione per il miglioramento continuo delle organizzazioni di servizi.
Cosa significa qualità? Quali elementi peculiari caratterizzano i servizi rispetto ai prodotti? E quali sono gli elementi specifici per lo sviluppo della qualità di un servizio?
La pianificazione di un processo di sviluppo della qualità dei servizi ruota intorno alle tre dimensioni del miglioramento continuo, dell’orientamento al cliente e di una gestione sistematica dell’attività in corso.
Come si articola nel dettaglio un ciclo di miglioramento continuo secondo lo schema di Deming?
Il concetto di Kaizen, ossia il miglioramento continuo a piccoli passi che coinvolge attivamente tutto il personale dell’azienda, attraverso un processo di cambiamento di valori, attitudini, comportamenti e culture organizzative.
Il ruolo delle tecniche di problem solving nella pianificazione di un sistema di miglioramento continuo della qualità.
Il ruolo chiave della soddisfazione del cliente e della comprensione delle sue esigenze alla base della sua domanda di servizio. Il rapporto tra qualità attesa e percepita come criterio di verifica della qualità del servizio, per la messa in moto del processo di miglioramento continuo.
Come tutto ciò si traduce nella logica della norma ISO 9001 e nella realizzazione di sistemi di gestione per la qualità secondo questa norma?
Organizzazione per processi e struttura dei sistemi qualità ISO 9001. Strumenti documentali per il monitoraggio e miglioramento della qualità e cultura della qualità e dell’orientamento al cliente nelle aziende di servizi.
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La valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro: quali sono i rischi da valutare, il processo da seguire per la loro identificazione, valutazione e le azioni da intraprendere per il trattamento dei rischi. Le diverse classi di rischio: i rischi per la salute, per la sicurezza e i rischi trasversali.
Dall’internet delle cose all'industria 4.0Alvaro Busetti
Materiali del seminario Federmanager Academy tenuto a Milano il 22 settembre 2016. Propone un approccio all'Internet delle cose e all'Industria 4.0 nel contesto della Digital Transformation.
aspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documentoCorrado Cigaina
un'analisi sul modo di operare per valutare correttamente tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori e per redigere, impelmentare e mantenere attivo nel tempo il documento di valutazione di cui agli art. 28 e29 D.Lgs 81/08. aggiornata ad ottobre 2015.
La gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso l'implementazione di un modello organizzativo: dall'analisi iniziale alle tecniche di audit
Organizzazione della prevenzione aziendale: datore di lavoro, dirigenti, preposti, medico competente, responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), lavoratori, addetti alla gestione delle emergenze. Per ciascuno dei soggetti della sicurezza sono indicati i loro ruoli e responsabilità.
Ricostruzione ed analisi del decreto legislativo del 10 agosto 2018 n. 101 recante disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679
gli obblighi del preposto e le relavite responsabilità in caso di infortunio sul lavoro; presentazione utile come aggiornamento per preposti. aggiornato al dicembre 2015
La valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro: quali sono i rischi da valutare, il processo da seguire per la loro identificazione, valutazione e le azioni da intraprendere per il trattamento dei rischi. Le diverse classi di rischio: i rischi per la salute, per la sicurezza e i rischi trasversali.
Dall’internet delle cose all'industria 4.0Alvaro Busetti
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aspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documentoCorrado Cigaina
un'analisi sul modo di operare per valutare correttamente tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori e per redigere, impelmentare e mantenere attivo nel tempo il documento di valutazione di cui agli art. 28 e29 D.Lgs 81/08. aggiornata ad ottobre 2015.
La gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso l'implementazione di un modello organizzativo: dall'analisi iniziale alle tecniche di audit
Organizzazione della prevenzione aziendale: datore di lavoro, dirigenti, preposti, medico competente, responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), lavoratori, addetti alla gestione delle emergenze. Per ciascuno dei soggetti della sicurezza sono indicati i loro ruoli e responsabilità.
Ricostruzione ed analisi del decreto legislativo del 10 agosto 2018 n. 101 recante disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679
gli obblighi del preposto e le relavite responsabilità in caso di infortunio sul lavoro; presentazione utile come aggiornamento per preposti. aggiornato al dicembre 2015
principali misure prevenzione per ridurre i rischi meccaniciCorrado Cigaina
una carrellata delle èprincipali misure di prevenzione di tipo tecnico utili a ridurre i rischi meccanici generati dalle attrezzature di lavoro. aggiornato al maggio 2015
corso per la formazione specifica e/o aggiornamento sull'uso in sicurezza delle scale portatili ; il corso si rivolge principalmente a lavoratori di vari comparti - aggiornato al gennaio 2014
corso di aggiornamento ai sensi dell'art 258 D.Lgs 81/08 per addetti che operano nelle attività di bonifica di materiali contenenti amianto - aspetti giuridico-legislativi
programma didattico finalizzato alla comprensione delle principali normative inerenti l'uso del ponteggio metallico ed alla stesura del piano di montaggio uso e smontaggio utile per la formazione dei lavoratori addetti al montaggio dei ponteggi metallici - aggiornato al novembre 2014
Gestione ed uso dei D.P.I. contro il rischio amiantoCorrado Cigaina
come gestire ed utilizzare corretamente i dispositivi di protezione individuale contro il rischio amianto. La presentazione vuole essere un utile strumento per poter formare e/o aggiornare gli addetti alla rimozione dei materiali contenenti amianto.
Gestione degli eventi indesiderati, compiti del RSPPCorrado Cigaina
infortuni, quasi infortuni, malattie professionali e danni materiali, devono essere analizzati e registrati in modo tale da evitare che simili eventi possano ripetersi. RSPP deve assistere il datore di lavoro in questo importante compito.
analisi tecnico legislativa correlata alle operazioni di bonifica di materiali contenenti amianto in matrice compatta; presentazione utilizzabile per l'aggiornamento di addetti e responsabili tecnici addetti alle operazioni di bonifica
introduzione al monitoraggio ambientale di fibre di amiantoCorrado Cigaina
introduzione alle principali tecniche di monitoraggio ambientale di inquinanti aereodispersi con riferimento alle metodologie di campionamento di fibre di amianto.
la presentazione è stata utilizzata per la formazione di responsabili tecnici addetti alle opere di bonifica di materiali contenenti amianto. presentazione aggiornata al febbraio 2015
Prevenzione degli infortuni nelle opere scavoCorrado Cigaina
un'analisi delle principali opere di scavo che solitamente vengono effettuate all'interno dei cantieri edili con particolare attenzione al processo di valutazione del rischio quale strumento per definire le misure di prevenzione del Piano di Sicurezza e Coordinamento. aggiornato al giugno 2015.
la gestione degli appalti privati secondo il D.lgs 81/08Corrado Cigaina
analisi delle principali problematiche inereti la gestione "in sicurezza" degli appalti secondo il D.Lgs 81/08. la presentazione può essere utilizzata come aggiornamento degli addetti alla sicurezza. agguiornato al maggio 2016
sicurezza delle macchine e valutazione dei rischiCorrado Cigaina
principi generali per garantire attraverso il processo di valutazione dei rischi l'uso in sicurezza delle attrezzature di lavoro di cui al titolo III del D.Lgs 81/08. la presentazione può essere utilizzata per la formazione e l'aggiornamento dei lavoratori e/o degli specialisti di settore. aggiornato all'aprile 2015.
la formazione: un percorso in continua evoluzioneCorrado Cigaina
considerazioni aulle recenti modifiche intervenute in materia di formazione salute e sicurezza sul lavoro; il nuovo Accordo stato-regioni del 07/07/2016 sui requisiti degli RSPP ex art 32 D.Lgs 81/08
progettazione della sicurezza nel cantiere "amianto"Corrado Cigaina
analisi dei principali destinatari delle norme che regolano le attività di cantiere ed un'introduzione ai principali documenti con particolare attenzione al piano di lavoro per la rimozione di materiali contenenti amianto. aggiornato al settembre 2016
sicurezza sul lavoro: le attività dell'organo di vigilanzaCorrado Cigaina
analisi delle principali attività svolte dal ASL nel corso delle attività di polizia amministrativa e polizia giudiziaria; la presentazione è stata utilizzata come corso di aggiornamento di RSPP. aggiornato al dicembre 2015
La valutazione del rischio chimico con algoritmo Mo.Va.Ris.Ch.Fabio Rosito
Le slide utilizzate durante l'AimSafe Speed Training del 26/10/2022 sul tema della valutazione del rischio chimico utilizzando l'algoritmo Mo.Va.Ris.Ch.
Argomento tratto dalle lezioni del corso universitario "elementi di procedura penale nella prevenzione". Una disamina dal punto di vista penale delle figure responsabili del d.lgs 81/08
nuove disposizioni sulla vigilanza per la salute e sicurezza de lavoroCorrado Cigaina
Con il D.L. 146/2021 sono state introdotte alcune disposizioni che apportano rilevanti novità sull’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro. aggiornato al novembre 2021
informazione e formazione dei lavoratori "di qualità"Corrado Cigaina
elementi di discussione scaturiti da una tesi laurea dal titolo" valutazione della qualità della formazione dei lavoratori del settore edile in Lomellina" - dicembre 2020
TEPALL - Modulo 4 la vigilanza nei cantieri e sulle macchineCorrado Cigaina
corso di studi in Tecniche della Prevenzione -Università degli studi di Pavia -corso "la sicurezza nei cantieri e delle macchine" modulo 4 - la vigilanza nei cantieri e sulle macchine
corso di studi in Tecniche della Prevenzione -Università degli studi di Pavia -corso "la sicurezza nei cantieri e delle macchine" modulo 3 - sicurezza delle macchine
TEPALL - Modulo 2 - principali rischi di cantiereCorrado Cigaina
corso di studi in Tecniche della Prevenzione -Università degli studi di Pavia -corso "la sicurezza nei cantieri e delle macchine" modulo 2 -i principali rischi nei cantieri
Università degli studi di Pavia - Corso di Studio in Tecniche della Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro :" La sicurezza e la salute nei cantieri edili e delle macchine" - modulo 1° -aspetti generali
valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichiCorrado Cigaina
un'introduzione alle principali metodologie per la valutazione dei rischi da movimentazione manuale dei carichi secondo il D.Lgs 81/08; aggiornato al maggio 2019
dai dubbi applicativi alla progettazione della formazione dei lavoratoriCorrado Cigaina
molti dubbi e perplessità attanagliano il modo della formazione dei lavoratori a 5 anni dall'entrata in vigore del relativo accordo stra stato e regioni; la programmazione e la progettazione divengono attività insispensabili per una formazione efficace.
Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoroCorrado Cigaina
introduzione ai sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro ed hai modelli organizzativi gestionali di cui all'art 2 D.Lgs 81/08. la presentazione può essere utile come aggiornalemto di RSPP.; aggiornato al aprile 2016
un'analisi generale del modo di operare per valutare secondo le più recenti normative il rischio rumore negli ambienti di lavoro. Presentazione utilizzata per aggiornare i Responsabili del SPP aziendale . aggiornato al febbraio 2016
Valutazione dell'esposizione a rumore e vibrazioni nei cantieri ediliCorrado Cigaina
aspetti tecnico-legislativi finalizzati a fornire indicazioni di massima per procedere alla corretta valutazione dell'esposizione a rumore e vibrazioni nelle attività lavorative fisse e variabili
Valutazione dell'esposizione a rumore e vibrazioni nei cantieri edili
Valori limite di esposizione personale ad agenti chimici
1. 1
VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONEVALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE
PROFESSIONALE AD AGENTIPROFESSIONALE AD AGENTI
CHIMICI: ISTRUZIONI PER L'USOCHIMICI: ISTRUZIONI PER L'USO
Corrado Cigaina
corrado_cigaina@ats-pavia.it
2. 2
VALORI LIMITE
Quante e quali sostanze pericolose respira un
lavoratore in azienda?
L’introduzione ed il rispetto negli ambienti di lavoro di
limiti di concentrazione ad inquinanti ambientali:
strumento di prevenzione degli effetti degli
inquinanti sulla salute dei lavoratori.
3. 3
STANDARDS
Sostanzialmente 3 tipologie
Agenti chimici gas vapori fumi nebbie polveri etc..
Agenti fisici rumore vibrazioni
radiazioni ( ionizzanti e non ionizzanti)
campi elettromagnetici
Agenti biologici : indici di esposizione biologici
4. 4
ARIA INDOOR
L'aria presente negli ambienti di lavoro al chiuso
Esistono molte sorgenti di inquinamento indoor:
Fumo di sigaretta ( rischio che non dovrebbe più
essere presente!!!)
Radon
Muffe dovute ad umidità
Attività industriali
Detergenti e disinfettanti
5. 5
ARIA INDOOR
NIOSH in un'indagine su 500 ambienti ha rilevato
che le principali fonti di inquinamento indoor sono:
Ventilazione insufficiente (52%)
Contaminanti all'interno dell'edificio 16%
contaminazione dall'esterno dell'edificio 10%
contaminazione microbica 5%
contaminazione da costruzione 4%
origini sconosciute 13%
7. 7
AGENTI PERICOLOSI
Un prodotto chimico è pericoloso in funzione di:
Tossicità :quantità di sostanza necessaria per
causare danno
Via di esposizione : come la sostanza entra nel
corpo,
Dose : quantità che entra nel corpo
Durata : tempo a cui si rimane esposti
Reazione-interazione : con altre sostanze
Sensibilità : come il corpo di una persona
reagisce alla sostanza rispetto ad altre.
8. 8
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
analisi preliminarmente dell’eventuale presenza di
agenti chimici pericolosi
valutare i rischi per la sicurezza e la salute
derivanti dalla presenza degli agenti, considerando
anche valori limite di esposizione professionale
o i valori limite biologici
9. 9
VALORI LIMITE SOSTANZE CHIMICHE
Indicano le concentrazioni di sostanze
aereodisperse al di sotto delle quali si ritiene che la
maggior parte dei lavoratori possa rimanere
esposta ripetutamente, giorno dopo giorno, per
una vita lavorativa, senza effetti negativi per la
salute
10. 10
VALORI LIMITE
non sono un indice di tossicità
Non sono una linea di demarcazione tra “il bene”
e “il male”.
soggetti a modifiche
Se non esiste un limite per una sostanza chimica
non significa che non ci sia pericolo
Per esposizione professionale di persone adulte.
non sono limiti ambientali
generalmente riferiti a sostanze singole
11. 11
TIPOLOGIE DI VALORI LIMITE
Limiti di esposizione a lungo termine Sono
espressi come media ponderata nel tempo, in
genere 8 ore
Limiti di esposizione a breve termine
normalmente su un periodo di 15 minuti
Limiti di soglia – concentrazione che non deve mai
essere superata
Riferiti “alla cute” – sostanze che possono
contribuire ad un esposizione per via cutanea
12. 12
UNITA' DI MISURA
Le sostanze pericolose aereodisperse posso essere
quantificate in diversi modi:
In base al volume - concentrazione atmosferica in
parti per milione (ppm)
in base al peso - milligrammi di sostanza per metro
cubo di aria (mg.m-3)
mg = mg/m3
= mg m-3
m3
14. 14
ESPOSIZIONE A MISCELE
Sostanze sinergiche: effetto combinato di più
sostanze supera quello della somma degli effetti di
singoli componenti
Sostanze additive: effetto biologico combinato dei
componenti è uguale alla somma degli effetti di
ciascun agente preso separatamente
Sostanze singole: qualora non siano noti o ritenuti
probabili effetti nocivi o additivi, gli agenti possono
essere considerati singolarmente
15. 15
VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE
DI LEGGE
Definiti dalla legislazione e quindi “obbligatori” per il
datore di lavoro
VOLONTARI
Definiti e pubblicati da associazioni scientifiche
(ACGIH,); Utilizzati a discrezione del datore di
lavoro
16. 16
ASSOCIAZIONI SCIENTIFICHE
TLV – Threshold Limit Value USA
MAK Maximale Arbeitsplatz-Konzentration GERMANIA
WEL – Workplace Exposure Limit UK
MAC RUSSIA
OES – Occupational Exposure Standards AU
IOELVs
(Indicative Occupational Exposure Limit Value) EU
17. ACGIH
organizzazione statunitense che si occupa dal 1938
di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
ogni anno pubblica i TLV (Threshold Limit Value):
– Limiti di indicativi
– Non costituiscono limiti di legge in Italia
– Devono essere utilizzati da igienisti esperti
19. 19
TLV-TWA ACGIH
Threshold Limit Value - Time Weighted Average
Valore Limite ponderato
concentrazione media, ponderata nel tempo,
degli inquinanti nell’aria nell’arco dell’intero
turno lavorativo
Livello di esposizione al quale si presume
che, allo stato delle attuali conoscenze
scientifiche, il lavoratore possa essere
esposto 8 ore al giorno, per 5 giorni alla
settimana, per tutta la durata della vita
lavorativa, senza risentire di effetti dannosi
per la salute
21. 21
TLV-TWA RIFERIMENTO A 8 ORE
Rappresentata matematicamente dalla formula:
C1 x T1 + C2 x T2 + ……. Cn x Tn
8
dove
C1 : concentrazione misurata nel periodo di
riferimento
T1: tempo di esposizione considerato.
22. 22
ESPOSIZIONE A MISCELE
Nel caso di attività lavorative che comportano
l’esposizione a più agenti chimici pericolosi, i rischi
sono valutati in base al rischio che comporta la
combinazione di tutti i suddetti agenti chimici.
(art 223 D.Lgs 81/08)
23. 23
ESPOSIZIONE A MISCELE
“esposizione combinata”
più sostanze presenti contemporaneamente
all’interno di una miscela
più agenti chimici singoli utilizzati
contemporaneamente
sostanze non presenti contemporaneamente,
ma utilizzate in maniera discontinua durante il
turno di lavoro
24. 24
TLV-STEL ACGIH
(Threshold Limit Value - Short Term Exposure
Limit) Valore Limite per brevi esposizioni
concentrazioni medie che possono essere raggiunte
dai vari inquinanti per un periodo massimo di 15
minuti, e comunque per non più di 4 volte al giorno
con intervalli di almeno 1 ora tra i periodi di punta
25. 25
TLV-STEL ACGIH
Se il periodo di esposizione è inferiore a 15 minuti, il
calcolo deve avvenire su un periodo di 15 minuti.
Ad esempio, se un campione di 5 minuti determina
una concentrazione di 150 ppm l'esposizione sarà
di 50 ppm.
5 x 150 = 50 ppm
15
26. 26
TLV-C ACGIH
(Threshold Limit Value - Ceiling):Valore Limite di
soglia
concentrazione che non può essere mai superata
durante tutto il turno di lavoro
(Importante per tutti i gas irritanti come fluoro, acido
fluoridrico, acido solfidrico, acido cloridrico, ecc.)
27. 27
LIMITI ACGIH
Se uno qualsiasi dei 3 TLV viene superato esiste un
potenziale rischio di esposizione per la sostanza in
questione.
Per alcuni individui, in base all’età, abitudini
personali, esposizioni pregresse, ipersuscettività, il
medico del lavoro deve valutare il grado di
protezione consigliabile.
28. 28
BEI - ACGIH
INDICE BIOLOGICO DI ESPOSIZIONE
è un indice integrato corrispondente al relativo TLV-
TWA; i BEI rappresentano i livelli degli indicatori
che, con elevata probabilità, possono ritrovarsi in
campioni prelevati da lavoratori sani esposti a
livelli di concentrazione prossimi a TLV-TWA.
29. 29
IL “CASO” DELLA FORMALDEIDE
U.E ha riclassificato la formaldeide come
cancerogeno:
Carc. 1B
H350: può provocare il cancro (ex R 45)
dal 1 gennaio 2016 si applica il Regolamento CLP:
applicazione del Titolo IX capo 2 del
DLGS 81/2008 - Protezione da agenti
cancerogeni e mutageni
Revisione del DVR in presenza di formaldeide
30. 30
FORMALDEIDE
ACGIH, aggiornamento 2017 dei TLV
introdotto valore limite TLV-TWA pari a 0,12 mg/m3
(era disponibile solo il valore limite TLV-STEL 0,37
mg/m3)
limite NON protettivo per il rischio cancerogeno ma
solo per il rischio chimico
esposizione inferiore ai valori limite non assicura la i
lavoratori dal rischio cancerogeno.
31. 31
FORMALDEIDE
Unione Europea SCOEL (“Scientific Committee on
Occupational Exposure Limits”: ) propone:
– OEL-TWA 8h 0,2 ppm (0,246 mg/mc);
– OEL-STEL 0,4 ppm (0,49 mg/mc).
limiti che proteggono sia dagli effetti irritativi sia
dagli effetti cancerogeni.
32. 32
D.LGS 81/08 - AGENTI CHIMICI
valore limite di esposizione professionale:
se non diversamente specificato, il limite della
concentrazione media ponderata nel tempo di un
agente chimico nell’aria all’interno della zona di
respirazione di un lavoratore in relazione ad un
determinato periodo di riferimento
33. 33
D.LGS 81/08 - AGENTI CHIMICI
valore limite biologico
il limite della concentrazione del relativo agente, di
un suo metabolita, o di un indicatore di effetto,
nell’appropriato mezzo biologico
34. 34
VALORI LIMITE DI LEGGE
D.LGS 81/08 ALL XXXVIII e ALL. XLIII
valori limite di esposizione professionale per alcuni
agenti chimici (anche cancerogeni)
Cancerogeni
il valore limite non rappresenta una soglia al di sotto
della quale è possibile escludere il rischio
36. 36
ALLEGATO XXXIX
Piombo e suoi composti ionici
Misurazione del livello di piombo nel sangue (PbB)
con l'ausilio della spettroscopia ad assorbimento
atomico o di un metodo che dia risultati equivalenti
Il valore limite biologico è : 60 µg Pb/100 ml di
sangue
Per le lavoratrici in età fertile : 40 µg Pb/ 100 ml di
sangue
37. 37
AGENTI CANCEROGENO
una sostanza o miscela che corrisponde ai criteri di
classificazione come sostanza cancerogena di
categoria 1 A o 1 B di cui all'allegato I del
regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento
europeo e del Consiglio
una sostanza, miscela o procedimento menzionati
all'Allegato XLII del presente decreto, nonche'
sostanza o miscela liberate nel corso di un
processo e menzionate nello stesso allegato
38. 38
ALLEGATO XLII
Produzione di auramina con il metodo Michler.
lavori che espongono agli idrocarburi policiclici
aromatici presenti nella fuliggine, nel catrame o
nellapece di carbone.
Lavori che espongono alle polveri, fumi e nebbie
prodotti durante il raffinamento del nichel a
temperature elevate.
Processo agli acidi forti nella fabbricazione di alcool
isopropilico.
esposizione a polvere di legno duro.
39. 39
AGENTE MUTAGENO
una sostanza o miscela corrispondente ai criteri di
classificazione come agente mutageno di cellule
germinali di categoria 1 A o 1 B di cui all'allegato I
del regolamento (CE) n. 1272/2008;
40. 40
ALLEGATO XXXIX
Nome agente n. EINECS n. CAS Valori limite
(mg/m3
) 8 ore
Benzene 200-753-7 71-43-2 3,25
pelle
Cloruro di vinile
monomero
200-831 75-01-4 7,77
Polveri di legno
duro
elenco IARC
vol.62/1995
5,00
Frazione inalabile
Polvere inalabile: frazione di massa di particelle aerodisperse aventi
per il 50% un taglio dimensionale di 100 micron (UNI/EN 481)
43. 43
MISURAZIONE
ART 225 D.LGS 81/08
Salvo che si possa dimostrare con altri mezzi il
conseguimento di un adeguato livello di
prevenzione e protezione, il datore di lavoro,
periodicamente,e ogni qual volta sono
modificate le condizioni che possono influire
sull’esposizione, provvede ad effettuare misure
degli agenti chimici che rappresentano un rischio
per la salute
I risultati sono allegati al DVR e resi noti agli RLS
44. 44
IGIENE INDUSTRIALE
è la disciplina scientifica volta ad individuare, valutare e
controllare i fattori ambientali di natura chimica, fisica e
biologica che derivano dalle attività produttive e che
possono incidere negativamente sulla salute ed il
benessere dei lavoratori e della popolazione.
45. 45
CHI PUO' CAMPIONARE?
personale in possesso di idonee qualifiche
nell’ambito del Servizio di Prevenzione e
Protezione (RSPP)
È possibile avvalersi di persone esterne
all'azienda in possesso delle conoscenze
professionali necessarie (igienista industriale)
Campionamenti effettuati secondo metodiche
tecniche riconosciute (UNI EN 689/97)
I campioni sono analizzati da laboratori qualificati ai
sensi del D.M. 14/05/1996
46. “Colui che assume le responsabilità di
individuazione, valutazione e controllo ai fini della
prevenzione e della eventuale bonifica, dei fattori
ambientali di natura chimica, fisica e biologica
derivanti dall’attività produttiva, presenti all’interno
ed all’esterno degli ambienti di lavoro e di vita che
possono alterare lo stato di salute e di benessere
dei lavoratori e della popolazione nel rispetto dei
canoni di etica professionale”.
IGIENISTA INDUSTRIALE
48. 48
PRINCIPI DEL CAMPIONAMENTO
Individuazione qualitativa ed eventualmente
quantitativa di sostanze inquinanti aereodisperse
Operazioni che avvengono in due momenti distinti:
– Prelievo di un campione d'aria e
dell'inquinante
– Analisi dell'inquinante campionato
Campionamento
– prima fase del procedimento analitico
– essere rappresentativo della situazione che
si vuole analizzare
49. 49
CAMPIONAMENTO INDIRETTO
Campionatore d'area o fisso
Permette di prelevare l'aria di un
ambiente in posizione fissa
Mappatura dell'inquinante
Campionatore personale
Permette di prelevare l'aria
effettivamente respirata da un
lavoratore
Permette di verificare se una
lavorazione comporta un'esposizione
superiore ai TLV
50. 50
OBBIETTIVI DI UNA INDAGINE
valutare il livello di esposizione di uno o più
lavoratori
verificare il rispetto dei limiti;
indirizzare la scelta di interventi per minimizzare
la possibilità di superamento dei limiti;
Garantire adeguate condizioni igienico ambientali
verificare l'efficacia delle misure adottate (cappe
aspirazione);
ricercare i punti di dispersione di un inquinante;
Valutare efficienza ed efficacia dei DPI
51. 51
STRATEGIA DI CAMPIONAMENTO
Dove?
la scelta dei punti di prelievo
quando?
la scelta del momento in cui prelevare
per quanto tempo?
la durata del prelievo
come?
il metodo di campionamento ed analisi
52. 52
MONITORAGGIO BIOLOGICO
La misurazione e quantificazione di sostanze
chimiche o di loro metaboliti in tessuti, fluidi,
secreti, escreti, aria espirata o in qualsiasi loro
combinazione, condotte per valutare esposizioni e
rischi per la salute, comparate con appropriato
riferimento (BEI, BAT, Valori di riferimento, ecc.).
Complementare al campionamento di aria
Dati importanti perchè rispecchiano l'assorbimento
dell'inquinante attraverso tutte le vie di
penetrazione
53. 53
MONITORAGGIO BIOLOGICO
obbligatorio per i lavoratori esposti agli agenti per i
quali è stato fissato un valore limite biologico.
Dei risultati di tale monitoraggio viene informato il
lavoratore interessato.
I risultati in forma anonima, vengono allegati al
documento di valutazione dei rischi e comunicati ai
rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori.
54. 54
CAMPIONAMENTO RISULTATI
Indipendentemente dalla metodologia adottata si
deve arrivare ad una delle seguenti conclusioni:
esposizione supera il valore limite
esposizione è ben al di sotto del valore limite di
esposizione
esposizione che sembrerebbe rispettare il
valore limite ma occorrono misure periodiche
55. ESEMPIO
Un lavoratore opera per 7 ore e 20 minuti in
prossimità di un impianto dove vi è un potenziale
rischio di inalazione di sostanza pericolosa
concentrazione della sostanza misurata durante il
lavoro (7h 20') = 0.12 mg m3
Concentrazione su 8 ore di lavoro:
7h 20min (7.33 h) a 0.12 mg m-3
40min (0.67h) a 0 mg m3
(0.12 x 7.33) + (0 x 0.67) = 0.11 mg m3
8
56. 56
ESPOSIZIONE A MISCELE
Si calcola “indice di rischio” HI (Hazard Index )
HI = (C1/L1 + C2/L2 +...Cn/Ln)
8
C = concentrazione inquinante
L = valore limite della sostanza inquinante
Se HI > 1 limite superato
Se HI < 1 limte NON superato
57. 57
TLV MISCELE
Esempio:
Un lavoratore è esposto per via inalatoria ad una
serie di solventi con valore limite:
Acetone VLE (8 ore – D.Lgs 81/08) = 500 ppm
Acetato di vinile VLE (8 ore – D.Lgs 81/08) = 5 ppm
Butanone VLE (8 ore – D.Lgs 81/08) = 200 ppm
Tutte e 3 le sostanze presentano effetti irritativi sul
sistema respiratorio
58. 58
TLV MISCELE
Concentrazioni rilevate (campionamento) su 8 ore:
Acetone = 160 ppm
Acetato di vinile VLE = 8 ppm
Butanone = 90 ppm
Applicando la formula C1 + C2 + C3 +…. Cn
T1 + T2 + T3 +......Tn
160/500 + 8/5 + 90/200
0,32 + 1,6 + 0,45 = 2,37 che è > 1 limite superato
59. 59
SUPERAMENTO DEL LIMITE
ART 225 D.LGS 81/08
il datore di lavoro identifica e rimuove le cause che
hanno cagionato tale superamento dell’evento,
adottando immediatamente le misure appropriate
di prevenzione e protezione.
60. 60
MISURE DI PREVENZIONE
Sulla base della valutazione dei rischi e dei principi
generali di prevenzione e protezione, il datore di
lavoro adotta le misure tecniche e organizzative
adeguate alla natura delle operazioni
62. 62
IMPIEGO DEI DPI
I DPI devono essere impiegati quando i rischi non
possono essere evitati o sufficientemente ridotti
da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di
protezione collettiva da misure, metodi o
procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
PERTANTO:
DPI non devono sostituire DPC quando
questi sono tecnicamente realizzabili
DPI sono previsti solo per attività che
mantengono un rischio residuo
63. 63
IMPIEGO DEI DPI
Prima di fornire DPI:
Eliminare i prodotti pericolosi
sostituire i prodotti pericolosi
eliminare le sorgenti di emissione degli
inquinanti;
ricorrere a sistemi di aspirazione e captazione;
confinare le lavorazioni
Assicurare adeguata ventilazione.
DPI protegge soltanto chi lo indossa e per un
tempo limitato.
64. 64
SCELTA DEI DPI VIE RESPIRATORIE
Nasce da un'attenta analisi del luogo di lavoro con
particolare attenzione a:
Concentrazione di O2
Tipo di inquinante (gas, vapore, polvere)
Tossicità dell'inquinante
Concentrazione nell'aria
Valori limite
Tempo di esposizione
65. 65
SCELTA DEI DPI VIE RESPIRATORIE
I respiratori a filtro sicuramente i più utilizzati
66. AVPR PER POLVERI
è importante conoscere la concentrazione “peggiore”
possibile di agente inquinante nell'aria
Adeguatezza si determina dal fattore di protezione
(FP)
FP = Cest
/ Cint
Cest= concentrazione misurata in aria
Cint = valore limite esposizione
Cest
Cint
67. ADEGUATEZZA
Fattore di protezione è espresso in molti modi
creando confusione:
Fattore di protezione assegnato (FPA)
fattore di protezione nominale (FPN)
fattore di protezione operativo (FPO)
68. FATTORE PROTEZIONE ASSEGNATO
FPA
livello di protezione che è realisticamente possibile
ottenere nell'ambiente di lavoro per il 95% degli
utilizzatori appositamente addestrati e controllati
In Italia FPA corrisponde esattamente al fattore di
protezione operativo ( FPO)
69. FPN fattore di protezione nominale
rapporto tra la concentrazione di inquinante presente
nell’atmosfera ambiente (Cest
) e la sua
concentrazione nell’aria inspirata (Cint)
dall’utilizzatore di un APVR, calcolato in relazione al
massimo valore che le norme consentono nelle
prove per la perdita di tenuta.
71. 71
ESEMPIO POLVERI LEGNO
Filtro P2 efficienza filtrante = 92%
Applicando la formula:
FPN = 100/ (100-92) = 12,5
Max Cest
= 12,5 x TLV polvere legno (5 mg/m3)
Max Cest
= 12,5 x 5 mg/m3 = 62,5 mg/m3
l’utilizzatore può esporsi a concentrazioni fino a 62,5
mg/m3
73. 73
FILTRI ANTIGAS
i filtri antigas A, B, E e K si distinguono in tre classi in
funzione della loro capacità di adsorbimento:
Classe 1: filtri di piccola capacità;
Classe 2: filtri di media capacità;
Classe 3: filtri di grande capacità
74. APVR ANTIGAS
efficienza filtrante totale determinata, dal tipo di
maschera e non dal filtro utilizzato ( efficienza del
filtro del 100%)
per aumentare il livello di protezione passare da una
semimaschera con filtri ad un pieno facciale con
filtri
76. CRITERI DI SCELTA
Livello minimo di protezione
combinazione semimaschera/quarto di maschera +
filtri classe 1 utilizzabili in presenza di
concentrazioni fino a 30 volte il TLV e comunque <
a 1000 ppm
Livello massimo di protezione
combinazione maschera intera + filtri classe 3
utilizzabile in presenza di concentrazioni fino a 400
volte il TLV e comunque < a 10.000 ppm
77. CRITERI DI SCELTA
Esempio: Un lavoratore svolge attività di verniciatura
a spruzzo in presenza di concentrazioni di toluene
pari a 200 ppm
Quale filtro serve?
Selezione antigas: generalmente i solventi presenti
sono vapori organici : filtro A1 (fino a 1000 ppm).
E’ possibile utilizzare un facciale filtrante antigas
( FFA1P1) od una semimaschera con filtro A1P1
essendo il fattore di protezione operativa (FPO)
pari a 30
78. CRITERI DI SCELTA
Quando è noto il TLV-TWA la scelta si effettua
dividendo il valore di concentrazione per il relativo
VLE
Esempio: inquinante MEK
TLV-TWA: 200 ppm
Concentrazione media ponderata: 1500 ppm
Protezione necessaria: 1500/200 = 7,5
Semimaschera (FPO= 30) ma con filtro almeno di
classe 2 (conc > 1000 ppm)