SlideShare a Scribd company logo
1
LE PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONELE PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONE
PER RIDURRE I RISCHI MECCANICIPER RIDURRE I RISCHI MECCANICI
DELLE MACCHINEDELLE MACCHINE
Corrado Cigaina
corrado_cigaina@asl.pavia.it
2
premessa
Una macchina può essere resa sicura in molti modi
È fondamentale progettare e scegliere le misure di
prevenzione più appropriate in funzione di:
– Esigenze di produzione
– Modalità di carico e scarico pezzi
– Necessità di accesso alla zona pericolosa
– Tipo di materiale lavorato
– Lay-out del reparto
3
Ridurre i rischi di una macchina
“Modus operandi” :
1.È possibile eliminare il pericolo (progettazione) ? NO..
2.È possibile ridurre il rischio? ...NO ...
3.È possibile installare un riparo? .. NO ....
4.È possibile installare un dispositivo di protezione?.. NO..
5.Serve posizionare la segnaletica di sicurezza?
6.Servono delle procedure scritte?
7.Servono dei DPI?
Formazione ed addestramento
4
Principi delle misure di prevenzione
Prevenire il contatto - impedire che le parti del corpo
entrino in contatto con parti in movimento
Essere sicuro – non devono essere facilmente rimosse
e/o manomesse
Proteggere da rotture – proteggere dagli oggetti
eventualmente scagliati dalla macchina
Non creare nessun nuovo pericolo – assicurare al
lavoratore di operare in modo comodo e confortevole
5
Principi delle misure di prevenzione
Occorre analizzare:
– I comandi per la messa in moto degli organi
lavoratori delle macchine
– Gli organi di trasmissione ( ingranaggi e gli altri
organi o elementi di trasmissione)
– Gli organi lavoratori e le relative zone pericolose
– Equipaggiamenti elettrici che siano rispondenti
alle norme CEI applicabili
6
Ripari e dispositivi di protezione
Riparo elemento della macchina
utilizzato specificamente per
garantire la protezione tramite una
barriera materiale;
dispositivo di protezione
dispositivo (diverso da un riparo)
che riduce il rischio, da solo o
associato ad un riparo;
7
Ripari e dispositivi di protezione
8
Protezioni fisiche – i ripari
Riparo fisso
riparo mantenuto chiuso:
– O in modo permanente (es
saldatura)
– O per mezzo di elementi di
fissaggio (viti, dadi) che possono
essere rimossi mediante utensili
Riparo mobile
riparo generalmente collegato alla
macchina che può essere aperto
manualmente o con comandi
9
Requisiti generali dei ripari
– Sufficientemente robusti e resistenti
– Non devono provocare rischi supplementari (taglio,
schiacciamento)
– Non devono poter essere facilmente inefficaci
(elusione)
– Non devono limitare l'osservazione del processo
produttivo quando richiesto
– Dovranno essere mantenuti saldamente in
posizione
– Qualunque riparo mobile dovrà essere interbloccato
RIPARO IDONEO = RIPARO CONFORME UNI EN 953
10
EN ISO 14120
Norma internazionale che sostituirà la EN 953 (forse nel
2015)– prevede tra l'altro delle prove d'impatto
i costruttori di ripari, saranno tenuti:
– Certificare la conformità dei loro prodotti ai nuovi
requisiti;
– Dare indicazione della massima resistenza dei
propri ripari in termini di energia di impatto tramite
specifici test di laboratorio;
– Dare definizione dei limiti di utilizzo dei propri
prodotti.
11
Riparo regolabile
Riparo regolabile
Riparo fisso o mobile regolabile allo scopo di limitare
l’accesso alle parti di elementi mobili indispensabili
per la lavorazione.
La regolazione:
–rimane fissa durante la lavorazione
–si deve effettuare facilmente e
senza attrezzi
12
Riparo interbloccato semplice
Riparo associato ad un dispositivo di
interblocco:
– Le funzioni pericolose della
macchina non si avviano finchè il
riparo non è stato chiuso
– Se il riparo viene aperto con la
macchina in funzione viene dato un
comando di arresto
– La chiusura del riparo non comanda
l'avvio delle funzioni pericolose della
macchina
13
dispositivo di interblocco
UNI EN ISO 14119:13
Dispositivo meccanico, elettrico o altro tipo che
impedisce agli elementi pericolosi della macchina di
funzionare finchè il riparo non è chiuso
ATTUATORE
SWITCH
14
tipologie UNI EN ISO 14119:13
Tipo 1 - Dispositivo ad azione meccanica non codificato
– Camme, camme lineari, cerniere
Tipo 2 - Dispositivo ad azione meccanica codificato
– Sensori di posizione con attuatore a linguetta
Tipo 3 - Dispositivo senza contatto non codificato
– Induttivi, magnetici ottici
Tipo 4 - Dispositivo senza contatto codificato
Attuatore codificato: attuatore progettato(es. per mezzo
della forma) appositamente per attuare un determinato
sensore
15
suddivisione UNI EN ISO 14119:13
Tipo 1 Tipo 2 Tipo 3 o Tipo 4
16
Posizionamento degli switches
collocati in modo che siano sufficientemente protetti
contro la possibilità di essere modificati:
– elementi di fissaggio affidabili che possono essere
allentati con un utensile (chiave o chiave inglese)
– Interblocchi Tipo 1: switches fissati
in modo permanente (tasselli, perni) per
garantirne la posizione dopo
la loro regolazione
17
Posizionamento degli attuatori
fissati in modo da minimizzare la possibilità che si
allentino o cambino posizione ( necessario attuare un
regolare controllo).
– gli elementi di fissaggio devono essere affidabili e
richiedere l’uso di un utensile per il loro
allentamento
– L’attuatore deve essere, se necessario, protetto da
eventuali danneggiamenti e/o cause esterne;
18
Elusione
I ripari e i dispositivi di protezione:
– devono essere di costruzione robusta,
– non devono provocare pericoli supplementari,
– non devono essere facilmente elusi o resi
inefficaci,
Il datore di lavoro utilizzatore
deve adottare provvedimenti
per minimizzare la manomissione
19
Elusione UNI EN ISO 14119:13
Azione che rende inoperativo un dispositivo di
interblocco o lo scavalca con il risultato che la
macchina è utilizzata in modo differente da quanto
previsto dal costruttore o senza misura di protezione
necessarie
Elusione in un modo ragionevolmente prevedibile:
elusione effettuata manualmente o mediante l'utilizzo
di oggetti facilmente disponibili (cacciaviti, chiavi
inglesi, chiavi a brugola, pinze, monete, chiavi, copia
di attuatori)
20
Esempi per ridurre le elusioni
prevenzione dell’accesso agli elementi del dispositivo
– montaggio non raggiungibile;
– ostacoli fisici e protezioni;
– montaggio in posizioni nascoste;
prevenzione della sostituzione degli attuatori:
– livello di codifica degli attuatori basso, medio
alto;
prevenzione dello smontaggio o spostamento (saldatura,
incollaggio, viti non smontabili, rivettatura);
integrazione con un sistema di monitoraggio e controllo;
21
Misure per ridurre l'elusione
22
Manipolazione - elusione
motivare i lavoratori ad un comportamento sicuro
Motivare un lavoratore a al rispetto della sicurezza non
dovrebbe essere difficile; infatti chi mai vorrebbe farsi
male?
Eppure l'elusione è un fenomeno ancora molto diffuso
nelle aziende
Il lavoratore si culla in
false sicurezze !!!!
23
Scelta dei ripari
In seguito alla valutazione del rischio viene scelto il
riparo
Criteri di scelta più importanti:
– Probabilità e gravità della lesione
– Pericoli della macchina
– Uso previsto della macchina
– Natura e frequenza di
accesso alla zona pericolosa
24
Scelta in funzione frequenza accesso
25
Scelta in funzione frequenza accesso
Accesso non necessario durante il funzionamento
della macchina
– Ripari fissi
Accesso necessario durante il funzionamento della
macchina:
– Riparo mobile interbloccato se frequenza di
accesso elevata (> 1 volta per turno);
– Riparo fisso se frequenza di accesso è bassa,
il suo montaggio e smontaggio sono semplici
da eseguire e sono effettuati in condizioni di
lavoro sicuro.
26
Scelta in funzione frequenza accesso
Accesso necessario durante il ciclo di lavoro ma non
durante il moto degli elementi pericolosi (es.
cambio pezzo
– Riparo mobile con interblocco
– Riparo con comando dell’avviamento.
Accesso necessario durante il moto degli elementi
pericolosi, (es seghe circolari),
– riparo a chiusura automatica o autoregolabile;
– riparo regolabile.
27
Barriera distanziatrice UNI EN 13857:08
Riparo che non racchiude completamente la zona
pericolosa, ma impedisce o riduce l’accesso in virtù
delle sue dimensioni e della sua distanza dalla zona
pericolosa
28
distanze sicurezza
Scelta dipendente dalla valutazione dei rischi
– Rischio alto, distanze più cautelative
– rischio basso, distanze più permissive
riferimento agli arti superiori - inferiori considerando:
1. Accessibilità verso l'alto
2. Accesso al disopra della una struttura
3. Accessibilità attraverso aperture
4. Accessibilità al disotto della struttura
1 2 3 4
29
Accessibilità verso l'alto
L’altezza degli elementi pericolosi dal piano di
riferimento deve essere:
– H ≥ 2,5 m in condizioni di rischio ridotto
– H ≥ 2,7 m in condizioni di rischio elevato
Nel caso gli organi pericolosi siano
posti ad altezze inferiori a quelle
indicate il contatto deve essere
evitato installando ad esempio ripari H
30
Accessibilità al disopra della struttura
Per un corretto posizionamento della strutture di
protezione è necessario considerare :
– a altezza della zona pericolosa;
– b altezza della struttura di protezione;
– c distanza orizzontale dalla zona pericolosa.
Identificati i valori è possibile
prendere in esame i prospetti
della UNI EN ISO 13857/08
31
Accessibilità al disopra – rischio basso
32
Accessibilità al disopra -rischio alto
33
Accessibilità al disopra
Rischio di abrasione - distanza orizzontale c della zona
pericolosa = ?
– altezza b della struttura di protezione 1300 mm
– altezza a della zona pericolosa 2300 mm.
34
Accessibilità al disopra
Rischio amputazione - altezza della struttura di protezione b =?
altezza della zona pericolosa a 1500 mm
distanza orizzontale c 700 mm
35
Foglio di calcolo gratuito
Scaricabile previa registrazione: www.machinesafety.co.uk
36
Accessibilità attraverso aperture
distanza di sicurezza è determinata in base alla
dimensione e alla forma dell'apertura.
– Sd distanza di sicurezza,
– e la dimensione più piccola dell'apertura
37
Accessibilità attraverso aperture
Tabella calcolo
Barriera realizzata
con reti a maglia
quadra-feritoia
38
Accessibilità attraverso aperture
Tabella calcolo
Apertura che consente il
passaggio del braccio
A= ampiezza movimento
39
Accessibilità attraverso aperture
Tabella calcolo
Apertura che consente il
passaggio del braccio
A= ampiezza movimento
40
Accessibilità attraverso aperture
Nel caso di aperture di forma irregolare:
1. Determinare:
Diametro apertura circolare più piccola
Lato apertura quadrata più piccola
Larghezza dell'apertura a feritoia più ridotta in cui
l'apertura irregolare può essere inserita
2. scegliere le 3 relative distanze di sicurezza
3. utilizzare la distanza di sicurezza minore
41
Accessibilità attraverso aperture
Riparo a tunnell
Permette il passaggio del materiale
in uscita o da lavorare evitando
che il lavoratore entri in contatto
con la zona pericolosa
La distanza di sicurezza sd è data dalla distanza del
tunnel dalla zona di pericolo sd1 più la lunghezza del
tunnel sd2
Sd = sd 1 + sd 2
Sd si determina con le tabelle “accessibilità
attraverso aperture”
42
Accessibilità attraverso aperture
Determinare la distanza sr dalla zona pericolosa a cui collocare un
riparo fisso, costituito da una rete a maglia quadra con lato di
15 mm.
43
Accessibilità al disotto
Sd (sr) distanza sicurezza
> valori della tabella
Apertura “e” corrisponde
– ad un lato di
un'apertura quadrata,
– al diametro di
un'apertura circolare,
– alla dimensione più
piccola di una apertura
ad asola
44
Spazi minimi per evitare schiacciamenti
UNI EN 349/08
Spazi minimi per evitare i
Rischi di schicciamento
di alcune
parti del corpo
45
Spazi minimi per evitare schiacciamenti
UNI EN 349/08
46
Dispositivo di sicurezza
Dispositivo (diverso da un riparo) che elimina o riduce il
rischio, da solo o associato ad un riparo.
I principali sono:
– Sistemi fotoelettrici
– Sistemi elettromeccanici (microinterruttori)
– Sistema a doppio comando
– Sistemi sensibili alla pressione (pedane)
– aperture di sicurezza
47
Barriere fotoelettriche ESPE
Possono essere:
– Un sensore di attraversamento
– Sensore di presenza
– Sensore combinato presenza -
attraversamento
48
Sensore di attraversamento
Un trasmettitore fotoelettrico
emette uno o più raggi a
infrarossi ad un ricevitore,
creando un’area immateriale
Applicazione:
spesso utilizzate per proteggere zone pericolose
specifiche o come sistemi di protezione perimetrali
49
Barriere fotoelettriche
Risoluzione
Portata
Tempo di
risposta
dimensione minima che un oggetto deve
avere perché questo, attraversando l’area
controllata, causi l’intervento del dispositivo
massima distanza operativa che può esistere
tra emettitore e ricevitore.
tempo che la barriera impiega ad inviare il
segnale di allarme, una volta intercettata la
zona protetta
50
Barriere fotoelettriche
Criteri di scelta:
Definizione della zona da proteggere.
Definizione del tipo di rilevamento:
– dita o mani
– corpo
– presenza di una persona
Definizione distanza di sicurezza tra barriera e pericolo
Definizione del Livello/Tipo di sicurezza da adottare
– barriere fotoelettriche TIPO 2 o TIPO 4 (IEC
61496)
51
Distanza minima sicurezza
UNI EN ISO 13855 - Barriere efficaci se posizionate ad
una distanza ≥ alla minima distanza di sicurezza S
S = (K x T) + C
K velocità di avvicinamento del corpo o delle parti del corpo,
espressa in mm al secondo
T tempo totale di arresto macchina formato da:
– t1 tempo di risposta del dispositivo di protezione in secondi
– t2 tempo di reazione della macchina per l’arresto dell’azione
pericolosa, in secondi
C distanza aggiuntiva espressa in mm
52
Distanza minima sicurezza
K varia in funzione della risoluzione “d”:
– Se d ≤ 40 mm K = 2000 mm/s
– Se 40 mm< d ≤ 70 mm K = 1600 mm/s
C tiene conto della possibile intrusione di parti del corpo
attraverso l’area sensibile prima che esse possano
essere rilevate. In questo caso:
– C = 8 x (d-14) se d ≤ 40 mm
– C = 850 se d > 40 mm e per barriere a 2, 3, 4
raggi
– C = 1200 - (0,4 x H) per barriere orizzontali
53
Distanza minima sicurezza
risoluzione d ≤ 40 mm
S = (2000 m/s x T) + 8 (d-14) mm
risoluzione d > 40 mm fino a 70 mm
S = (1600 m/s x T) + 850 mm
54
Funzione di muting
esclusione temporanea, automatica in condizioni di
sicurezza della barriera di protezione
Possibilità di:
– Permettere l’accesso di persone all’interno dell’area
pericolosa durante la parte non pericolosa del ciclo
macchina
– Permettere il transito del
materiale ed impedire
l’accesso della persona
55
Funzione blanking
Una o più aree della zona di rilevamento vengono
oscurate-configurate per poter permettere il passagio
dei materiali lavorati.
– Fisso le aree “insensibili” sono fisse
– Flottante le aree “insensibili” seguono l'oggetto
in movimento
da utilizzarsi solo quando effettivamente necessario alla
lavorazione
56
Barriere fotoelettriche
Vantaggi:
– Protegge più operatori
– consente maggiore libertà di movimento
– Non sono richiesti interventi di regolazione
– Aumento di produttività della macchina
Svantaggi.
– Non adatto per macchine dotate di notevole
inerzia
– Non protegge da trucioli e/o proiezione di
materiali
– Costose
– È richiesto un continuo controllo-manutenzione
57
Dispositivo di comando a due mani
Dispositivo che richiede l'azionamento contemporaneo di
due organi per mezzo di entrambe le mani per avviare
e mantenere l'azione di una macchina
–Protezione mediante allontanamento
–Permette di accedere alla zona pericolosa della
macchina
–Protegge un solo lavoratore
– Conforme alla UNI EN 574:2008
58
tre tipi tipologie in base all’affidabilità in caso di
manomissione.
TIPO I e TIPO II - I comandi devono:
– essere azionati simultaneamente
– essere mantenuti entrambi durante l'azione
pericolosa
al rilascio di un pulsante la macchina si ferma ma con:
– tipo I si riattiva se il pulsante viene ri-premuto,
– tipo II, si riattiva solo se i pulsanti vengono entrambi
rilasciati e poi ripremuti
Tipologie UNI EN 574:2008
59
TIPO III - medesime caratteristiche tipo I e tipo II, ma:
– per attivare la macchina i pulsanti del III tipo
devono essere azionati contemporaneamente,
on una sfasatura inferiore o uguale a 0,5 sec.
Tipologie UNI EN 574:2008
60
esempi contro la manomissione
Con una sola mano:
– Distanziare gli attuatori di 26 mm
– separare gli attuatori con
schermi o sopraelevazione con
ghiere in modo tale che gli
attuatori non possano essere
toccati con le estremità di una
cordicella di 260 mm
61
esempi contro la manomissione
mano-gomito:
– Distanziare attuatori di 55 mm
– separazione degli attuatori con
schermi sopraelevazione in
modo tale che gli attuatori non
possano essere toccati
contemporaneamente con le
estremità di un dispositivo di
misura composto da una barra
rigida di 300 mm, con diametro
non superiore a 5 mm, e di una
cordicella di 250 mm, fissata a
quest’ultima.
62
UNI EN 574 – distanza di sicurezza
Tra gli attuatori e la fonte di pericolo deve esserci una
distanza minima di sicurezza (UNI EN ISO 13855) che
si calcola:
S = (K x T) + C
K = coefficiente in mm /sec che tiene conto della velocità
con cui le mani si avvicinano al pericolo (comando a due mani =
1600 m/sec)
T = tempo espresso in secondi
C = distanza addizionale in mm che tiene conto di possibili
intrusioni rapide (comando a due mani = 250 mm)
S = 1600 x T + 250
63
Istruzioni ed informazioni
Istruzioni per l’installazione
tutte quelle informazioni necessarie ad una corretta
installazione, esempio:
– dimensioni, spazi necessari all'installazione,
– controllo, manutenzione, regolazioni
– indicazioni sul modo di determinare la distanza
di sicurezza a cui va installato
Istruzioni d’utilizzo
anche mediante illustrazioni, schemi, simboli, figure
Istruzioni per la manutenzione
devono comprendere le informazioni necessarie per
la manutenzione
64
Dispositivi di comando
elemento attraverso il quale l’operatore attiva o disattiva
le funzioni della macchina
Principali caratteristiche:
– chiaramente visibili ed identificabili
– situati fuori dalle zone pericolose;
– protetti contro il rischio di azionamento accidentale
– disposti in modo tale che l’operatore addetto al
comando sia in grado di verificare l’assenza di
persone dalle zone di rischio.
65
Protezione avviamento accidentale
pulsanti, pedali, leve, ecc. devono
essere protetti contro il rischio di
azionamento accidentale o
involontario
66
Dispositivi di comando ad azione mantenuta
avviano e mantengono un determinata funzione della
macchina solo se azionati continuativamente
dall’operatore; al loro rilascio la funzione comandata si
arresta
Utilizzati per macchine:
– portatili
– ove per operazioni di messa a punto,
manutenzione, ..... è necessario rimuovere o
disabilitare un riparo o un dispositivo di
sicurezza
67
Dispositivi arresto emergenza
misura di protezione complementare
Tutte le macchine devono avere uno o più dispositivi
d'arresto d'emergenza ad eccezione:
– macchine"portatili e/o condotte a mano
– macchine nelle quali il dispositivo non
ridurrebbe il rischio, sia perché non
diminuirebbe il tempo d'arresto, sia perché non
consentirebbe d'adottare le misure speciali
richieste per tale rischio
68
Comando arresto d'emergenza
deve:
– essere chiaramente individuabile, ben visibile
– essere rapidamente accessibile
– restare inserito una volta azionato
– possibile disinserirlo solo mediante riarmo;
il riarmo dell’arresto di emergenza non deve avviare
nuovamente la macchina, ma solo consentirne il
riavvio mediante l’apposito comando;
69
Dispositivi arresto emergenza
Dispositivo arresto d'emergenza può essere:
– Pulsante a fungo
– Fune
– Barra
– Maniglia, pedale...
L'attuatore deve essere di colore rosso con eventuale
sfondo giallo
70
Selettore modale di funzionamento
Una macchina può avere diverse modalità di
funzionamento (manuale, automatico, azionamento
con pedale, comando a due mani, ecc.)
Quando la selezione del modo di funzionamento
modifica le condizioni di sicurezza della macchina, tale
selezione deve avvenire mediante un selettore modale
71
Selettore modale di funzionamento
Se per alcune operazioni la macchina deve poter
funzionare con i dispositivi di protezione neutralizzati,
è necessario intervenire con un selettore modale
può essere azionato mediante
– una chiave
– un codice d’accesso
– Un comando a distanza
72
Selettore modale di funzionamento
deve simultaneamente:
– escludere il funzionamento automatico;
– autorizzare i movimenti soltanto mediante
dispositivi di comando ad azione mantenuta
– autorizzare il funzionamento degli elementi
mobili pericolosi soltanto in condizioni di
sicurezza migliorate (velocità ridotta,
intermittenza);
– evitare qualsiasi movimento, dovuto
all’azionamento volontario o involontario della
macchina,
73
esempio
1 la chiave è rimossa, si genera un segnale di arresto
2 la porta può essere aperta
3 inserita la chiave nell'area protetta si attiva la modalità
di funzionamento di "setup"; i movimenti pericolosi
della macchina vengono avviati da un comando ad
azione mantenuta.
74
Si ricorda che....
Un riparo e/o un dispositivo di sicurezza dal 06/03/2010
è una “macchina”:
– Marcatura “CE”, dichiarazione di conformità....
Un riparo e/o un dispositivo di sicurezza potrebbe
essere stato immesso sul mercato ai sensi della
vecchia direttiva macchine ( D.P.R. 459/96):
– Pretendere dichiarazione conformità D.Lgs
17/10 se installato oggi!
75
..... ma poi tutto viene vanificato.....
I lavoratori a volte sono dei “professionisti” nell'uso delle
macchine

More Related Content

What's hot

DIP- CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO
DIP- CONTRO LE CADUTE DALL’ALTODIP- CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO
DIP- CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO
RLST_FI
 
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoroinformazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro
Corrado Cigaina
 
uso delle piattaforme di lavoro elevabili
uso delle piattaforme di lavoro elevabiliuso delle piattaforme di lavoro elevabili
uso delle piattaforme di lavoro elevabili
Corrado Cigaina
 
Sistemi arresto caduta
Sistemi arresto cadutaSistemi arresto caduta
Sistemi arresto caduta
Corrado Cigaina
 
sicurezza delle macchine e valutazione dei rischi
sicurezza delle macchine e valutazione dei rischisicurezza delle macchine e valutazione dei rischi
sicurezza delle macchine e valutazione dei rischi
Corrado Cigaina
 
Dispositivi protezione individuale_14
Dispositivi protezione individuale_14Dispositivi protezione individuale_14
Dispositivi protezione individuale_14
Corrado Cigaina
 
valutazione e gestione dei rischi correlati al lavoro in quota
valutazione e gestione dei rischi correlati al lavoro in quotavalutazione e gestione dei rischi correlati al lavoro in quota
valutazione e gestione dei rischi correlati al lavoro in quota
Corrado Cigaina
 
Corso di formazione e aggiornamento PLE con e senza stabilizzatori
Corso di formazione e aggiornamento PLE con e senza stabilizzatoriCorso di formazione e aggiornamento PLE con e senza stabilizzatori
Corso di formazione e aggiornamento PLE con e senza stabilizzatori
Lisa Servizi
 
la formazione dei lavoratori
la formazione dei lavoratorila formazione dei lavoratori
la formazione dei lavoratori
Corrado Cigaina
 
principali dispositivi di protezione collettiva per i lavori in quota
principali dispositivi di protezione collettiva per i lavori in quotaprincipali dispositivi di protezione collettiva per i lavori in quota
principali dispositivi di protezione collettiva per i lavori in quota
Corrado Cigaina
 
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoro
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoroinfortuni ed uso delle attrezzature di lavoro
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoro
Corrado Cigaina
 
Gestione degli eventi indesiderati, compiti del RSPP
Gestione degli eventi indesiderati, compiti del RSPPGestione degli eventi indesiderati, compiti del RSPP
Gestione degli eventi indesiderati, compiti del RSPP
Corrado Cigaina
 
Dispositivi di protezione individuale (DPi)
Dispositivi di protezione individuale (DPi)Dispositivi di protezione individuale (DPi)
Dispositivi di protezione individuale (DPi)Dario
 
Corso art 77_comma_5 - dpi anticaduta - ANTEPRIMA - r2014-09
Corso art 77_comma_5 - dpi anticaduta - ANTEPRIMA - r2014-09Corso art 77_comma_5 - dpi anticaduta - ANTEPRIMA - r2014-09
Corso art 77_comma_5 - dpi anticaduta - ANTEPRIMA - r2014-09
SISTEMA SRL
 
Dpi ptt.
Dpi ptt.Dpi ptt.
Dpi ptt.
i6dxa
 
Corso di formazione e aggiornamento MACCHINE MOVIMENTO TERRA
Corso di formazione e aggiornamento MACCHINE MOVIMENTO TERRACorso di formazione e aggiornamento MACCHINE MOVIMENTO TERRA
Corso di formazione e aggiornamento MACCHINE MOVIMENTO TERRA
Lisa Servizi
 
TEPALL - Modulo 2 - principali rischi di cantiere
TEPALL - Modulo 2  - principali rischi di cantiereTEPALL - Modulo 2  - principali rischi di cantiere
TEPALL - Modulo 2 - principali rischi di cantiere
Corrado Cigaina
 
Corso di formazione ESCAVATORE IDRAULICO
Corso di formazione ESCAVATORE IDRAULICOCorso di formazione ESCAVATORE IDRAULICO
Corso di formazione ESCAVATORE IDRAULICO
Lisa Servizi
 
la valutazione dei rischi lavorativi (2013)
la valutazione dei rischi lavorativi (2013)la valutazione dei rischi lavorativi (2013)
la valutazione dei rischi lavorativi (2013)
Corrado Cigaina
 
SICUREZZA: VERIFICA PERIODICA DELLE ATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE. Ing. Berton
SICUREZZA: VERIFICA PERIODICA DELLE ATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE. Ing. BertonSICUREZZA: VERIFICA PERIODICA DELLE ATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE. Ing. Berton
SICUREZZA: VERIFICA PERIODICA DELLE ATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE. Ing. Berton
eAmbiente
 

What's hot (20)

DIP- CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO
DIP- CONTRO LE CADUTE DALL’ALTODIP- CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO
DIP- CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO
 
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoroinformazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro
 
uso delle piattaforme di lavoro elevabili
uso delle piattaforme di lavoro elevabiliuso delle piattaforme di lavoro elevabili
uso delle piattaforme di lavoro elevabili
 
Sistemi arresto caduta
Sistemi arresto cadutaSistemi arresto caduta
Sistemi arresto caduta
 
sicurezza delle macchine e valutazione dei rischi
sicurezza delle macchine e valutazione dei rischisicurezza delle macchine e valutazione dei rischi
sicurezza delle macchine e valutazione dei rischi
 
Dispositivi protezione individuale_14
Dispositivi protezione individuale_14Dispositivi protezione individuale_14
Dispositivi protezione individuale_14
 
valutazione e gestione dei rischi correlati al lavoro in quota
valutazione e gestione dei rischi correlati al lavoro in quotavalutazione e gestione dei rischi correlati al lavoro in quota
valutazione e gestione dei rischi correlati al lavoro in quota
 
Corso di formazione e aggiornamento PLE con e senza stabilizzatori
Corso di formazione e aggiornamento PLE con e senza stabilizzatoriCorso di formazione e aggiornamento PLE con e senza stabilizzatori
Corso di formazione e aggiornamento PLE con e senza stabilizzatori
 
la formazione dei lavoratori
la formazione dei lavoratorila formazione dei lavoratori
la formazione dei lavoratori
 
principali dispositivi di protezione collettiva per i lavori in quota
principali dispositivi di protezione collettiva per i lavori in quotaprincipali dispositivi di protezione collettiva per i lavori in quota
principali dispositivi di protezione collettiva per i lavori in quota
 
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoro
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoroinfortuni ed uso delle attrezzature di lavoro
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoro
 
Gestione degli eventi indesiderati, compiti del RSPP
Gestione degli eventi indesiderati, compiti del RSPPGestione degli eventi indesiderati, compiti del RSPP
Gestione degli eventi indesiderati, compiti del RSPP
 
Dispositivi di protezione individuale (DPi)
Dispositivi di protezione individuale (DPi)Dispositivi di protezione individuale (DPi)
Dispositivi di protezione individuale (DPi)
 
Corso art 77_comma_5 - dpi anticaduta - ANTEPRIMA - r2014-09
Corso art 77_comma_5 - dpi anticaduta - ANTEPRIMA - r2014-09Corso art 77_comma_5 - dpi anticaduta - ANTEPRIMA - r2014-09
Corso art 77_comma_5 - dpi anticaduta - ANTEPRIMA - r2014-09
 
Dpi ptt.
Dpi ptt.Dpi ptt.
Dpi ptt.
 
Corso di formazione e aggiornamento MACCHINE MOVIMENTO TERRA
Corso di formazione e aggiornamento MACCHINE MOVIMENTO TERRACorso di formazione e aggiornamento MACCHINE MOVIMENTO TERRA
Corso di formazione e aggiornamento MACCHINE MOVIMENTO TERRA
 
TEPALL - Modulo 2 - principali rischi di cantiere
TEPALL - Modulo 2  - principali rischi di cantiereTEPALL - Modulo 2  - principali rischi di cantiere
TEPALL - Modulo 2 - principali rischi di cantiere
 
Corso di formazione ESCAVATORE IDRAULICO
Corso di formazione ESCAVATORE IDRAULICOCorso di formazione ESCAVATORE IDRAULICO
Corso di formazione ESCAVATORE IDRAULICO
 
la valutazione dei rischi lavorativi (2013)
la valutazione dei rischi lavorativi (2013)la valutazione dei rischi lavorativi (2013)
la valutazione dei rischi lavorativi (2013)
 
SICUREZZA: VERIFICA PERIODICA DELLE ATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE. Ing. Berton
SICUREZZA: VERIFICA PERIODICA DELLE ATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE. Ing. BertonSICUREZZA: VERIFICA PERIODICA DELLE ATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE. Ing. Berton
SICUREZZA: VERIFICA PERIODICA DELLE ATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE. Ing. Berton
 

Viewers also liked

Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro
Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoroSistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro
Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro
Corrado Cigaina
 
introduzione al monitoraggio ambientale di fibre di amianto
introduzione al monitoraggio ambientale di fibre di amiantointroduzione al monitoraggio ambientale di fibre di amianto
introduzione al monitoraggio ambientale di fibre di amianto
Corrado Cigaina
 
Bonifica amianto in matrice compatta
Bonifica amianto in matrice compattaBonifica amianto in matrice compatta
Bonifica amianto in matrice compatta
Corrado Cigaina
 
aspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documento
aspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documentoaspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documento
aspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documento
Corrado Cigaina
 
la gestione degli appalti privati secondo il D.lgs 81/08
la gestione degli appalti privati secondo il D.lgs 81/08la gestione degli appalti privati secondo il D.lgs 81/08
la gestione degli appalti privati secondo il D.lgs 81/08
Corrado Cigaina
 
Prevenzione degli infortuni nelle opere scavo
Prevenzione degli infortuni nelle opere scavoPrevenzione degli infortuni nelle opere scavo
Prevenzione degli infortuni nelle opere scavo
Corrado Cigaina
 
la formazione: un percorso in continua evoluzione
la formazione: un percorso in continua evoluzionela formazione: un percorso in continua evoluzione
la formazione: un percorso in continua evoluzione
Corrado Cigaina
 
Ambienti confinati e luoghi sospetti d'inquinamento
Ambienti confinati e luoghi sospetti d'inquinamentoAmbienti confinati e luoghi sospetti d'inquinamento
Ambienti confinati e luoghi sospetti d'inquinamento
Corrado Cigaina
 
Gli organi di vigilanza, controllo e assistenza in materia di salute e sicur...
 Gli organi di vigilanza, controllo e assistenza in materia di salute e sicur... Gli organi di vigilanza, controllo e assistenza in materia di salute e sicur...
Gli organi di vigilanza, controllo e assistenza in materia di salute e sicur...
Safer - Formazione e Consulenza
 
Gestione ed uso dei D.P.I. contro il rischio amianto
Gestione ed uso dei D.P.I. contro il rischio amiantoGestione ed uso dei D.P.I. contro il rischio amianto
Gestione ed uso dei D.P.I. contro il rischio amianto
Corrado Cigaina
 
il preposto: compiti e responsabilità
il preposto: compiti e responsabilitàil preposto: compiti e responsabilità
il preposto: compiti e responsabilità
Corrado Cigaina
 
Introduzione al rischio amianto
Introduzione al rischio amiantoIntroduzione al rischio amianto
Introduzione al rischio amianto
Corrado Cigaina
 
rischio amianto: approfondimenti legislativi
rischio amianto: approfondimenti legislativirischio amianto: approfondimenti legislativi
rischio amianto: approfondimenti legislativi
Corrado Cigaina
 
Gli Interpelli art 12 D.Lgs 81 08
Gli Interpelli art 12 D.Lgs 81 08Gli Interpelli art 12 D.Lgs 81 08
Gli Interpelli art 12 D.Lgs 81 08
Corrado Cigaina
 
il cantiere edile di bonifica amianto: principali fattori di rischio
il cantiere edile di bonifica amianto: principali fattori di rischioil cantiere edile di bonifica amianto: principali fattori di rischio
il cantiere edile di bonifica amianto: principali fattori di rischioCorrado Cigaina
 
dai dubbi applicativi alla progettazione della formazione dei lavoratori
dai dubbi applicativi alla progettazione della formazione dei lavoratoridai dubbi applicativi alla progettazione della formazione dei lavoratori
dai dubbi applicativi alla progettazione della formazione dei lavoratori
Corrado Cigaina
 
indicazioni per programmare la formazione dei lavoratori
indicazioni per programmare la formazione dei lavoratoriindicazioni per programmare la formazione dei lavoratori
indicazioni per programmare la formazione dei lavoratori
Corrado Cigaina
 
La valutazione del rischio rumore
La valutazione del rischio rumoreLa valutazione del rischio rumore
La valutazione del rischio rumore
Corrado Cigaina
 
il processo di valutazione rischi e la formazione dei lavoratori secondo le r...
il processo di valutazione rischi e la formazione dei lavoratori secondo le r...il processo di valutazione rischi e la formazione dei lavoratori secondo le r...
il processo di valutazione rischi e la formazione dei lavoratori secondo le r...
Corrado Cigaina
 

Viewers also liked (19)

Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro
Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoroSistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro
Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro
 
introduzione al monitoraggio ambientale di fibre di amianto
introduzione al monitoraggio ambientale di fibre di amiantointroduzione al monitoraggio ambientale di fibre di amianto
introduzione al monitoraggio ambientale di fibre di amianto
 
Bonifica amianto in matrice compatta
Bonifica amianto in matrice compattaBonifica amianto in matrice compatta
Bonifica amianto in matrice compatta
 
aspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documento
aspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documentoaspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documento
aspetti pratici per valutare i rischi e gestire il relativo documento
 
la gestione degli appalti privati secondo il D.lgs 81/08
la gestione degli appalti privati secondo il D.lgs 81/08la gestione degli appalti privati secondo il D.lgs 81/08
la gestione degli appalti privati secondo il D.lgs 81/08
 
Prevenzione degli infortuni nelle opere scavo
Prevenzione degli infortuni nelle opere scavoPrevenzione degli infortuni nelle opere scavo
Prevenzione degli infortuni nelle opere scavo
 
la formazione: un percorso in continua evoluzione
la formazione: un percorso in continua evoluzionela formazione: un percorso in continua evoluzione
la formazione: un percorso in continua evoluzione
 
Ambienti confinati e luoghi sospetti d'inquinamento
Ambienti confinati e luoghi sospetti d'inquinamentoAmbienti confinati e luoghi sospetti d'inquinamento
Ambienti confinati e luoghi sospetti d'inquinamento
 
Gli organi di vigilanza, controllo e assistenza in materia di salute e sicur...
 Gli organi di vigilanza, controllo e assistenza in materia di salute e sicur... Gli organi di vigilanza, controllo e assistenza in materia di salute e sicur...
Gli organi di vigilanza, controllo e assistenza in materia di salute e sicur...
 
Gestione ed uso dei D.P.I. contro il rischio amianto
Gestione ed uso dei D.P.I. contro il rischio amiantoGestione ed uso dei D.P.I. contro il rischio amianto
Gestione ed uso dei D.P.I. contro il rischio amianto
 
il preposto: compiti e responsabilità
il preposto: compiti e responsabilitàil preposto: compiti e responsabilità
il preposto: compiti e responsabilità
 
Introduzione al rischio amianto
Introduzione al rischio amiantoIntroduzione al rischio amianto
Introduzione al rischio amianto
 
rischio amianto: approfondimenti legislativi
rischio amianto: approfondimenti legislativirischio amianto: approfondimenti legislativi
rischio amianto: approfondimenti legislativi
 
Gli Interpelli art 12 D.Lgs 81 08
Gli Interpelli art 12 D.Lgs 81 08Gli Interpelli art 12 D.Lgs 81 08
Gli Interpelli art 12 D.Lgs 81 08
 
il cantiere edile di bonifica amianto: principali fattori di rischio
il cantiere edile di bonifica amianto: principali fattori di rischioil cantiere edile di bonifica amianto: principali fattori di rischio
il cantiere edile di bonifica amianto: principali fattori di rischio
 
dai dubbi applicativi alla progettazione della formazione dei lavoratori
dai dubbi applicativi alla progettazione della formazione dei lavoratoridai dubbi applicativi alla progettazione della formazione dei lavoratori
dai dubbi applicativi alla progettazione della formazione dei lavoratori
 
indicazioni per programmare la formazione dei lavoratori
indicazioni per programmare la formazione dei lavoratoriindicazioni per programmare la formazione dei lavoratori
indicazioni per programmare la formazione dei lavoratori
 
La valutazione del rischio rumore
La valutazione del rischio rumoreLa valutazione del rischio rumore
La valutazione del rischio rumore
 
il processo di valutazione rischi e la formazione dei lavoratori secondo le r...
il processo di valutazione rischi e la formazione dei lavoratori secondo le r...il processo di valutazione rischi e la formazione dei lavoratori secondo le r...
il processo di valutazione rischi e la formazione dei lavoratori secondo le r...
 

Similar to principali misure prevenzione per ridurre i rischi meccanici

Caduta dall'alto
Caduta dall'altoCaduta dall'alto
Caduta dall'alto
DavideDOvidio
 
282 2015 sistemi di protezione individuale dalle cadute
282   2015   sistemi di protezione individuale dalle cadute282   2015   sistemi di protezione individuale dalle cadute
282 2015 sistemi di protezione individuale dalle cadute
http://www.studioingvolpi.it
 
239 2015 lavoratori-autonomi_guida
239   2015   lavoratori-autonomi_guida239   2015   lavoratori-autonomi_guida
239 2015 lavoratori-autonomi_guida
http://www.studioingvolpi.it
 
Rischio meccanico
Rischio meccanicoRischio meccanico
Rischio meccanico
seagruppo
 
2008_ISPESL_LAVORI IN QUOTA - LAVORI IN QUOTA
2008_ISPESL_LAVORI IN QUOTA - LAVORI IN QUOTA2008_ISPESL_LAVORI IN QUOTA - LAVORI IN QUOTA
2008_ISPESL_LAVORI IN QUOTA - LAVORI IN QUOTA
accornerofabio
 
218 2016 inail - criticitàmacchinecantiere rilevate
218   2016   inail - criticitàmacchinecantiere rilevate218   2016   inail - criticitàmacchinecantiere rilevate
218 2016 inail - criticitàmacchinecantiere rilevate
http://www.studioingvolpi.it
 
Caem gold checkout 2015 uso e manutenzione / use and maintainance
Caem gold checkout 2015   uso e manutenzione / use and maintainanceCaem gold checkout 2015   uso e manutenzione / use and maintainance
Caem gold checkout 2015 uso e manutenzione / use and maintainance
CAEM Magrini spa
 
Rischi specifici 81 2008
Rischi specifici  81 2008Rischi specifici  81 2008
Rischi specifici 81 2008
Scuola Paritaria S. Freud
 
55 2016 rischio-cadute_ponteggi_pimus
55   2016  rischio-cadute_ponteggi_pimus55   2016  rischio-cadute_ponteggi_pimus
55 2016 rischio-cadute_ponteggi_pimus
http://www.studioingvolpi.it
 
238 2015 rischio caduta le misure di salvataggio e la gestione dell’emergenza
238   2015  rischio caduta le misure di salvataggio e la gestione dell’emergenza238   2015  rischio caduta le misure di salvataggio e la gestione dell’emergenza
238 2015 rischio caduta le misure di salvataggio e la gestione dell’emergenza
http://www.studioingvolpi.it
 
Rischio meccanico - Materiale didattico 2
Rischio meccanico - Materiale didattico 2Rischio meccanico - Materiale didattico 2
Rischio meccanico - Materiale didattico 2
seagruppo
 
Corso art73 comma5 - Corso piattaforme di lavoro elevabili (PLE) - ANTEPRIMA ...
Corso art73 comma5 - Corso piattaforme di lavoro elevabili (PLE) - ANTEPRIMA ...Corso art73 comma5 - Corso piattaforme di lavoro elevabili (PLE) - ANTEPRIMA ...
Corso art73 comma5 - Corso piattaforme di lavoro elevabili (PLE) - ANTEPRIMA ...
SISTEMA SRL
 
300 guida applicativa-sicurezza_macchine
300   guida applicativa-sicurezza_macchine300   guida applicativa-sicurezza_macchine
300 guida applicativa-sicurezza_macchine
http://www.studioingvolpi.it
 
Le norme di sicurezza
Le norme di sicurezzaLe norme di sicurezza
Le norme di sicurezzaDario
 
Igiene del lavoro - Manutenzione impianti elettrici
Igiene del lavoro - Manutenzione impianti elettriciIgiene del lavoro - Manutenzione impianti elettrici
Igiene del lavoro - Manutenzione impianti elettriciDario
 
Rischio meccanico - Materiale didattico 3
Rischio meccanico - Materiale didattico 3Rischio meccanico - Materiale didattico 3
Rischio meccanico - Materiale didattico 3
seagruppo
 
Leica DISTO ™D8 - Misuratore Laser - Fornid
Leica DISTO ™D8 - Misuratore Laser - FornidLeica DISTO ™D8 - Misuratore Laser - Fornid
Leica DISTO ™D8 - Misuratore Laser - Fornid
Fornid - Articoli tecnici e industriali
 

Similar to principali misure prevenzione per ridurre i rischi meccanici (20)

Caduta dall'alto
Caduta dall'altoCaduta dall'alto
Caduta dall'alto
 
282 2015 sistemi di protezione individuale dalle cadute
282   2015   sistemi di protezione individuale dalle cadute282   2015   sistemi di protezione individuale dalle cadute
282 2015 sistemi di protezione individuale dalle cadute
 
239 2015 lavoratori-autonomi_guida
239   2015   lavoratori-autonomi_guida239   2015   lavoratori-autonomi_guida
239 2015 lavoratori-autonomi_guida
 
257 opuscolo autonomi
257   opuscolo autonomi257   opuscolo autonomi
257 opuscolo autonomi
 
Rischio meccanico
Rischio meccanicoRischio meccanico
Rischio meccanico
 
32 2015 inail-reti_di_sicurezza
32   2015   inail-reti_di_sicurezza32   2015   inail-reti_di_sicurezza
32 2015 inail-reti_di_sicurezza
 
2008_ISPESL_LAVORI IN QUOTA - LAVORI IN QUOTA
2008_ISPESL_LAVORI IN QUOTA - LAVORI IN QUOTA2008_ISPESL_LAVORI IN QUOTA - LAVORI IN QUOTA
2008_ISPESL_LAVORI IN QUOTA - LAVORI IN QUOTA
 
218 2016 inail - criticitàmacchinecantiere rilevate
218   2016   inail - criticitàmacchinecantiere rilevate218   2016   inail - criticitàmacchinecantiere rilevate
218 2016 inail - criticitàmacchinecantiere rilevate
 
Caem gold checkout 2015 uso e manutenzione / use and maintainance
Caem gold checkout 2015   uso e manutenzione / use and maintainanceCaem gold checkout 2015   uso e manutenzione / use and maintainance
Caem gold checkout 2015 uso e manutenzione / use and maintainance
 
Rischi specifici 81 2008
Rischi specifici  81 2008Rischi specifici  81 2008
Rischi specifici 81 2008
 
55 2016 rischio-cadute_ponteggi_pimus
55   2016  rischio-cadute_ponteggi_pimus55   2016  rischio-cadute_ponteggi_pimus
55 2016 rischio-cadute_ponteggi_pimus
 
238 2015 rischio caduta le misure di salvataggio e la gestione dell’emergenza
238   2015  rischio caduta le misure di salvataggio e la gestione dell’emergenza238   2015  rischio caduta le misure di salvataggio e la gestione dell’emergenza
238 2015 rischio caduta le misure di salvataggio e la gestione dell’emergenza
 
Rischio meccanico - Materiale didattico 2
Rischio meccanico - Materiale didattico 2Rischio meccanico - Materiale didattico 2
Rischio meccanico - Materiale didattico 2
 
Corso art73 comma5 - Corso piattaforme di lavoro elevabili (PLE) - ANTEPRIMA ...
Corso art73 comma5 - Corso piattaforme di lavoro elevabili (PLE) - ANTEPRIMA ...Corso art73 comma5 - Corso piattaforme di lavoro elevabili (PLE) - ANTEPRIMA ...
Corso art73 comma5 - Corso piattaforme di lavoro elevabili (PLE) - ANTEPRIMA ...
 
300 guida applicativa-sicurezza_macchine
300   guida applicativa-sicurezza_macchine300   guida applicativa-sicurezza_macchine
300 guida applicativa-sicurezza_macchine
 
Le norme di sicurezza
Le norme di sicurezzaLe norme di sicurezza
Le norme di sicurezza
 
Igiene del lavoro - Manutenzione impianti elettrici
Igiene del lavoro - Manutenzione impianti elettriciIgiene del lavoro - Manutenzione impianti elettrici
Igiene del lavoro - Manutenzione impianti elettrici
 
Rischio meccanico - Materiale didattico 3
Rischio meccanico - Materiale didattico 3Rischio meccanico - Materiale didattico 3
Rischio meccanico - Materiale didattico 3
 
Leica DISTO ™D8 - Misuratore Laser - Fornid
Leica DISTO ™D8 - Misuratore Laser - FornidLeica DISTO ™D8 - Misuratore Laser - Fornid
Leica DISTO ™D8 - Misuratore Laser - Fornid
 
Piano preventiva e sicurezza
Piano preventiva e sicurezzaPiano preventiva e sicurezza
Piano preventiva e sicurezza
 

More from Corrado Cigaina

D.lgs 81/08 , i soggetti responsabili
D.lgs 81/08 , i soggetti responsabiliD.lgs 81/08 , i soggetti responsabili
D.lgs 81/08 , i soggetti responsabili
Corrado Cigaina
 
nuove disposizioni sulla vigilanza per la salute e sicurezza de lavoro
nuove disposizioni sulla vigilanza per la salute e sicurezza de lavoronuove disposizioni sulla vigilanza per la salute e sicurezza de lavoro
nuove disposizioni sulla vigilanza per la salute e sicurezza de lavoro
Corrado Cigaina
 
informazione e formazione dei lavoratori "di qualità"
informazione e formazione dei lavoratori "di qualità"informazione e formazione dei lavoratori "di qualità"
informazione e formazione dei lavoratori "di qualità"
Corrado Cigaina
 
TEPALL - Modulo 4 la vigilanza nei cantieri e sulle macchine
TEPALL - Modulo 4 la vigilanza nei cantieri e sulle macchineTEPALL - Modulo 4 la vigilanza nei cantieri e sulle macchine
TEPALL - Modulo 4 la vigilanza nei cantieri e sulle macchine
Corrado Cigaina
 
TEPALL- Modulo 1 - cantieri edili, aspetti generali
TEPALL- Modulo 1 - cantieri edili, aspetti generali TEPALL- Modulo 1 - cantieri edili, aspetti generali
TEPALL- Modulo 1 - cantieri edili, aspetti generali
Corrado Cigaina
 
ATEX - rischio esplosione e misure di prevenzione
ATEX  - rischio esplosione e misure di prevenzioneATEX  - rischio esplosione e misure di prevenzione
ATEX - rischio esplosione e misure di prevenzione
Corrado Cigaina
 
gestione del rischio amianto
gestione del rischio amiantogestione del rischio amianto
gestione del rischio amianto
Corrado Cigaina
 
introduzione alla valutazione del rischio chimico
introduzione alla valutazione del rischio chimicointroduzione alla valutazione del rischio chimico
introduzione alla valutazione del rischio chimico
Corrado Cigaina
 
Valori limite di esposizione personale ad agenti chimici
Valori limite di esposizione personale ad agenti chimiciValori limite di esposizione personale ad agenti chimici
Valori limite di esposizione personale ad agenti chimici
Corrado Cigaina
 
progettazione della sicurezza nel cantiere "amianto"
progettazione della sicurezza nel cantiere "amianto"progettazione della sicurezza nel cantiere "amianto"
progettazione della sicurezza nel cantiere "amianto"
Corrado Cigaina
 
sicurezza sul lavoro: le attività dell'organo di vigilanza
sicurezza sul lavoro: le attività dell'organo di vigilanzasicurezza sul lavoro: le attività dell'organo di vigilanza
sicurezza sul lavoro: le attività dell'organo di vigilanza
Corrado Cigaina
 

More from Corrado Cigaina (11)

D.lgs 81/08 , i soggetti responsabili
D.lgs 81/08 , i soggetti responsabiliD.lgs 81/08 , i soggetti responsabili
D.lgs 81/08 , i soggetti responsabili
 
nuove disposizioni sulla vigilanza per la salute e sicurezza de lavoro
nuove disposizioni sulla vigilanza per la salute e sicurezza de lavoronuove disposizioni sulla vigilanza per la salute e sicurezza de lavoro
nuove disposizioni sulla vigilanza per la salute e sicurezza de lavoro
 
informazione e formazione dei lavoratori "di qualità"
informazione e formazione dei lavoratori "di qualità"informazione e formazione dei lavoratori "di qualità"
informazione e formazione dei lavoratori "di qualità"
 
TEPALL - Modulo 4 la vigilanza nei cantieri e sulle macchine
TEPALL - Modulo 4 la vigilanza nei cantieri e sulle macchineTEPALL - Modulo 4 la vigilanza nei cantieri e sulle macchine
TEPALL - Modulo 4 la vigilanza nei cantieri e sulle macchine
 
TEPALL- Modulo 1 - cantieri edili, aspetti generali
TEPALL- Modulo 1 - cantieri edili, aspetti generali TEPALL- Modulo 1 - cantieri edili, aspetti generali
TEPALL- Modulo 1 - cantieri edili, aspetti generali
 
ATEX - rischio esplosione e misure di prevenzione
ATEX  - rischio esplosione e misure di prevenzioneATEX  - rischio esplosione e misure di prevenzione
ATEX - rischio esplosione e misure di prevenzione
 
gestione del rischio amianto
gestione del rischio amiantogestione del rischio amianto
gestione del rischio amianto
 
introduzione alla valutazione del rischio chimico
introduzione alla valutazione del rischio chimicointroduzione alla valutazione del rischio chimico
introduzione alla valutazione del rischio chimico
 
Valori limite di esposizione personale ad agenti chimici
Valori limite di esposizione personale ad agenti chimiciValori limite di esposizione personale ad agenti chimici
Valori limite di esposizione personale ad agenti chimici
 
progettazione della sicurezza nel cantiere "amianto"
progettazione della sicurezza nel cantiere "amianto"progettazione della sicurezza nel cantiere "amianto"
progettazione della sicurezza nel cantiere "amianto"
 
sicurezza sul lavoro: le attività dell'organo di vigilanza
sicurezza sul lavoro: le attività dell'organo di vigilanzasicurezza sul lavoro: le attività dell'organo di vigilanza
sicurezza sul lavoro: le attività dell'organo di vigilanza
 

principali misure prevenzione per ridurre i rischi meccanici

  • 1. 1 LE PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONELE PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONE PER RIDURRE I RISCHI MECCANICIPER RIDURRE I RISCHI MECCANICI DELLE MACCHINEDELLE MACCHINE Corrado Cigaina corrado_cigaina@asl.pavia.it
  • 2. 2 premessa Una macchina può essere resa sicura in molti modi È fondamentale progettare e scegliere le misure di prevenzione più appropriate in funzione di: – Esigenze di produzione – Modalità di carico e scarico pezzi – Necessità di accesso alla zona pericolosa – Tipo di materiale lavorato – Lay-out del reparto
  • 3. 3 Ridurre i rischi di una macchina “Modus operandi” : 1.È possibile eliminare il pericolo (progettazione) ? NO.. 2.È possibile ridurre il rischio? ...NO ... 3.È possibile installare un riparo? .. NO .... 4.È possibile installare un dispositivo di protezione?.. NO.. 5.Serve posizionare la segnaletica di sicurezza? 6.Servono delle procedure scritte? 7.Servono dei DPI? Formazione ed addestramento
  • 4. 4 Principi delle misure di prevenzione Prevenire il contatto - impedire che le parti del corpo entrino in contatto con parti in movimento Essere sicuro – non devono essere facilmente rimosse e/o manomesse Proteggere da rotture – proteggere dagli oggetti eventualmente scagliati dalla macchina Non creare nessun nuovo pericolo – assicurare al lavoratore di operare in modo comodo e confortevole
  • 5. 5 Principi delle misure di prevenzione Occorre analizzare: – I comandi per la messa in moto degli organi lavoratori delle macchine – Gli organi di trasmissione ( ingranaggi e gli altri organi o elementi di trasmissione) – Gli organi lavoratori e le relative zone pericolose – Equipaggiamenti elettrici che siano rispondenti alle norme CEI applicabili
  • 6. 6 Ripari e dispositivi di protezione Riparo elemento della macchina utilizzato specificamente per garantire la protezione tramite una barriera materiale; dispositivo di protezione dispositivo (diverso da un riparo) che riduce il rischio, da solo o associato ad un riparo;
  • 7. 7 Ripari e dispositivi di protezione
  • 8. 8 Protezioni fisiche – i ripari Riparo fisso riparo mantenuto chiuso: – O in modo permanente (es saldatura) – O per mezzo di elementi di fissaggio (viti, dadi) che possono essere rimossi mediante utensili Riparo mobile riparo generalmente collegato alla macchina che può essere aperto manualmente o con comandi
  • 9. 9 Requisiti generali dei ripari – Sufficientemente robusti e resistenti – Non devono provocare rischi supplementari (taglio, schiacciamento) – Non devono poter essere facilmente inefficaci (elusione) – Non devono limitare l'osservazione del processo produttivo quando richiesto – Dovranno essere mantenuti saldamente in posizione – Qualunque riparo mobile dovrà essere interbloccato RIPARO IDONEO = RIPARO CONFORME UNI EN 953
  • 10. 10 EN ISO 14120 Norma internazionale che sostituirà la EN 953 (forse nel 2015)– prevede tra l'altro delle prove d'impatto i costruttori di ripari, saranno tenuti: – Certificare la conformità dei loro prodotti ai nuovi requisiti; – Dare indicazione della massima resistenza dei propri ripari in termini di energia di impatto tramite specifici test di laboratorio; – Dare definizione dei limiti di utilizzo dei propri prodotti.
  • 11. 11 Riparo regolabile Riparo regolabile Riparo fisso o mobile regolabile allo scopo di limitare l’accesso alle parti di elementi mobili indispensabili per la lavorazione. La regolazione: –rimane fissa durante la lavorazione –si deve effettuare facilmente e senza attrezzi
  • 12. 12 Riparo interbloccato semplice Riparo associato ad un dispositivo di interblocco: – Le funzioni pericolose della macchina non si avviano finchè il riparo non è stato chiuso – Se il riparo viene aperto con la macchina in funzione viene dato un comando di arresto – La chiusura del riparo non comanda l'avvio delle funzioni pericolose della macchina
  • 13. 13 dispositivo di interblocco UNI EN ISO 14119:13 Dispositivo meccanico, elettrico o altro tipo che impedisce agli elementi pericolosi della macchina di funzionare finchè il riparo non è chiuso ATTUATORE SWITCH
  • 14. 14 tipologie UNI EN ISO 14119:13 Tipo 1 - Dispositivo ad azione meccanica non codificato – Camme, camme lineari, cerniere Tipo 2 - Dispositivo ad azione meccanica codificato – Sensori di posizione con attuatore a linguetta Tipo 3 - Dispositivo senza contatto non codificato – Induttivi, magnetici ottici Tipo 4 - Dispositivo senza contatto codificato Attuatore codificato: attuatore progettato(es. per mezzo della forma) appositamente per attuare un determinato sensore
  • 15. 15 suddivisione UNI EN ISO 14119:13 Tipo 1 Tipo 2 Tipo 3 o Tipo 4
  • 16. 16 Posizionamento degli switches collocati in modo che siano sufficientemente protetti contro la possibilità di essere modificati: – elementi di fissaggio affidabili che possono essere allentati con un utensile (chiave o chiave inglese) – Interblocchi Tipo 1: switches fissati in modo permanente (tasselli, perni) per garantirne la posizione dopo la loro regolazione
  • 17. 17 Posizionamento degli attuatori fissati in modo da minimizzare la possibilità che si allentino o cambino posizione ( necessario attuare un regolare controllo). – gli elementi di fissaggio devono essere affidabili e richiedere l’uso di un utensile per il loro allentamento – L’attuatore deve essere, se necessario, protetto da eventuali danneggiamenti e/o cause esterne;
  • 18. 18 Elusione I ripari e i dispositivi di protezione: – devono essere di costruzione robusta, – non devono provocare pericoli supplementari, – non devono essere facilmente elusi o resi inefficaci, Il datore di lavoro utilizzatore deve adottare provvedimenti per minimizzare la manomissione
  • 19. 19 Elusione UNI EN ISO 14119:13 Azione che rende inoperativo un dispositivo di interblocco o lo scavalca con il risultato che la macchina è utilizzata in modo differente da quanto previsto dal costruttore o senza misura di protezione necessarie Elusione in un modo ragionevolmente prevedibile: elusione effettuata manualmente o mediante l'utilizzo di oggetti facilmente disponibili (cacciaviti, chiavi inglesi, chiavi a brugola, pinze, monete, chiavi, copia di attuatori)
  • 20. 20 Esempi per ridurre le elusioni prevenzione dell’accesso agli elementi del dispositivo – montaggio non raggiungibile; – ostacoli fisici e protezioni; – montaggio in posizioni nascoste; prevenzione della sostituzione degli attuatori: – livello di codifica degli attuatori basso, medio alto; prevenzione dello smontaggio o spostamento (saldatura, incollaggio, viti non smontabili, rivettatura); integrazione con un sistema di monitoraggio e controllo;
  • 21. 21 Misure per ridurre l'elusione
  • 22. 22 Manipolazione - elusione motivare i lavoratori ad un comportamento sicuro Motivare un lavoratore a al rispetto della sicurezza non dovrebbe essere difficile; infatti chi mai vorrebbe farsi male? Eppure l'elusione è un fenomeno ancora molto diffuso nelle aziende Il lavoratore si culla in false sicurezze !!!!
  • 23. 23 Scelta dei ripari In seguito alla valutazione del rischio viene scelto il riparo Criteri di scelta più importanti: – Probabilità e gravità della lesione – Pericoli della macchina – Uso previsto della macchina – Natura e frequenza di accesso alla zona pericolosa
  • 24. 24 Scelta in funzione frequenza accesso
  • 25. 25 Scelta in funzione frequenza accesso Accesso non necessario durante il funzionamento della macchina – Ripari fissi Accesso necessario durante il funzionamento della macchina: – Riparo mobile interbloccato se frequenza di accesso elevata (> 1 volta per turno); – Riparo fisso se frequenza di accesso è bassa, il suo montaggio e smontaggio sono semplici da eseguire e sono effettuati in condizioni di lavoro sicuro.
  • 26. 26 Scelta in funzione frequenza accesso Accesso necessario durante il ciclo di lavoro ma non durante il moto degli elementi pericolosi (es. cambio pezzo – Riparo mobile con interblocco – Riparo con comando dell’avviamento. Accesso necessario durante il moto degli elementi pericolosi, (es seghe circolari), – riparo a chiusura automatica o autoregolabile; – riparo regolabile.
  • 27. 27 Barriera distanziatrice UNI EN 13857:08 Riparo che non racchiude completamente la zona pericolosa, ma impedisce o riduce l’accesso in virtù delle sue dimensioni e della sua distanza dalla zona pericolosa
  • 28. 28 distanze sicurezza Scelta dipendente dalla valutazione dei rischi – Rischio alto, distanze più cautelative – rischio basso, distanze più permissive riferimento agli arti superiori - inferiori considerando: 1. Accessibilità verso l'alto 2. Accesso al disopra della una struttura 3. Accessibilità attraverso aperture 4. Accessibilità al disotto della struttura 1 2 3 4
  • 29. 29 Accessibilità verso l'alto L’altezza degli elementi pericolosi dal piano di riferimento deve essere: – H ≥ 2,5 m in condizioni di rischio ridotto – H ≥ 2,7 m in condizioni di rischio elevato Nel caso gli organi pericolosi siano posti ad altezze inferiori a quelle indicate il contatto deve essere evitato installando ad esempio ripari H
  • 30. 30 Accessibilità al disopra della struttura Per un corretto posizionamento della strutture di protezione è necessario considerare : – a altezza della zona pericolosa; – b altezza della struttura di protezione; – c distanza orizzontale dalla zona pericolosa. Identificati i valori è possibile prendere in esame i prospetti della UNI EN ISO 13857/08
  • 31. 31 Accessibilità al disopra – rischio basso
  • 33. 33 Accessibilità al disopra Rischio di abrasione - distanza orizzontale c della zona pericolosa = ? – altezza b della struttura di protezione 1300 mm – altezza a della zona pericolosa 2300 mm.
  • 34. 34 Accessibilità al disopra Rischio amputazione - altezza della struttura di protezione b =? altezza della zona pericolosa a 1500 mm distanza orizzontale c 700 mm
  • 35. 35 Foglio di calcolo gratuito Scaricabile previa registrazione: www.machinesafety.co.uk
  • 36. 36 Accessibilità attraverso aperture distanza di sicurezza è determinata in base alla dimensione e alla forma dell'apertura. – Sd distanza di sicurezza, – e la dimensione più piccola dell'apertura
  • 37. 37 Accessibilità attraverso aperture Tabella calcolo Barriera realizzata con reti a maglia quadra-feritoia
  • 38. 38 Accessibilità attraverso aperture Tabella calcolo Apertura che consente il passaggio del braccio A= ampiezza movimento
  • 39. 39 Accessibilità attraverso aperture Tabella calcolo Apertura che consente il passaggio del braccio A= ampiezza movimento
  • 40. 40 Accessibilità attraverso aperture Nel caso di aperture di forma irregolare: 1. Determinare: Diametro apertura circolare più piccola Lato apertura quadrata più piccola Larghezza dell'apertura a feritoia più ridotta in cui l'apertura irregolare può essere inserita 2. scegliere le 3 relative distanze di sicurezza 3. utilizzare la distanza di sicurezza minore
  • 41. 41 Accessibilità attraverso aperture Riparo a tunnell Permette il passaggio del materiale in uscita o da lavorare evitando che il lavoratore entri in contatto con la zona pericolosa La distanza di sicurezza sd è data dalla distanza del tunnel dalla zona di pericolo sd1 più la lunghezza del tunnel sd2 Sd = sd 1 + sd 2 Sd si determina con le tabelle “accessibilità attraverso aperture”
  • 42. 42 Accessibilità attraverso aperture Determinare la distanza sr dalla zona pericolosa a cui collocare un riparo fisso, costituito da una rete a maglia quadra con lato di 15 mm.
  • 43. 43 Accessibilità al disotto Sd (sr) distanza sicurezza > valori della tabella Apertura “e” corrisponde – ad un lato di un'apertura quadrata, – al diametro di un'apertura circolare, – alla dimensione più piccola di una apertura ad asola
  • 44. 44 Spazi minimi per evitare schiacciamenti UNI EN 349/08 Spazi minimi per evitare i Rischi di schicciamento di alcune parti del corpo
  • 45. 45 Spazi minimi per evitare schiacciamenti UNI EN 349/08
  • 46. 46 Dispositivo di sicurezza Dispositivo (diverso da un riparo) che elimina o riduce il rischio, da solo o associato ad un riparo. I principali sono: – Sistemi fotoelettrici – Sistemi elettromeccanici (microinterruttori) – Sistema a doppio comando – Sistemi sensibili alla pressione (pedane) – aperture di sicurezza
  • 47. 47 Barriere fotoelettriche ESPE Possono essere: – Un sensore di attraversamento – Sensore di presenza – Sensore combinato presenza - attraversamento
  • 48. 48 Sensore di attraversamento Un trasmettitore fotoelettrico emette uno o più raggi a infrarossi ad un ricevitore, creando un’area immateriale Applicazione: spesso utilizzate per proteggere zone pericolose specifiche o come sistemi di protezione perimetrali
  • 49. 49 Barriere fotoelettriche Risoluzione Portata Tempo di risposta dimensione minima che un oggetto deve avere perché questo, attraversando l’area controllata, causi l’intervento del dispositivo massima distanza operativa che può esistere tra emettitore e ricevitore. tempo che la barriera impiega ad inviare il segnale di allarme, una volta intercettata la zona protetta
  • 50. 50 Barriere fotoelettriche Criteri di scelta: Definizione della zona da proteggere. Definizione del tipo di rilevamento: – dita o mani – corpo – presenza di una persona Definizione distanza di sicurezza tra barriera e pericolo Definizione del Livello/Tipo di sicurezza da adottare – barriere fotoelettriche TIPO 2 o TIPO 4 (IEC 61496)
  • 51. 51 Distanza minima sicurezza UNI EN ISO 13855 - Barriere efficaci se posizionate ad una distanza ≥ alla minima distanza di sicurezza S S = (K x T) + C K velocità di avvicinamento del corpo o delle parti del corpo, espressa in mm al secondo T tempo totale di arresto macchina formato da: – t1 tempo di risposta del dispositivo di protezione in secondi – t2 tempo di reazione della macchina per l’arresto dell’azione pericolosa, in secondi C distanza aggiuntiva espressa in mm
  • 52. 52 Distanza minima sicurezza K varia in funzione della risoluzione “d”: – Se d ≤ 40 mm K = 2000 mm/s – Se 40 mm< d ≤ 70 mm K = 1600 mm/s C tiene conto della possibile intrusione di parti del corpo attraverso l’area sensibile prima che esse possano essere rilevate. In questo caso: – C = 8 x (d-14) se d ≤ 40 mm – C = 850 se d > 40 mm e per barriere a 2, 3, 4 raggi – C = 1200 - (0,4 x H) per barriere orizzontali
  • 53. 53 Distanza minima sicurezza risoluzione d ≤ 40 mm S = (2000 m/s x T) + 8 (d-14) mm risoluzione d > 40 mm fino a 70 mm S = (1600 m/s x T) + 850 mm
  • 54. 54 Funzione di muting esclusione temporanea, automatica in condizioni di sicurezza della barriera di protezione Possibilità di: – Permettere l’accesso di persone all’interno dell’area pericolosa durante la parte non pericolosa del ciclo macchina – Permettere il transito del materiale ed impedire l’accesso della persona
  • 55. 55 Funzione blanking Una o più aree della zona di rilevamento vengono oscurate-configurate per poter permettere il passagio dei materiali lavorati. – Fisso le aree “insensibili” sono fisse – Flottante le aree “insensibili” seguono l'oggetto in movimento da utilizzarsi solo quando effettivamente necessario alla lavorazione
  • 56. 56 Barriere fotoelettriche Vantaggi: – Protegge più operatori – consente maggiore libertà di movimento – Non sono richiesti interventi di regolazione – Aumento di produttività della macchina Svantaggi. – Non adatto per macchine dotate di notevole inerzia – Non protegge da trucioli e/o proiezione di materiali – Costose – È richiesto un continuo controllo-manutenzione
  • 57. 57 Dispositivo di comando a due mani Dispositivo che richiede l'azionamento contemporaneo di due organi per mezzo di entrambe le mani per avviare e mantenere l'azione di una macchina –Protezione mediante allontanamento –Permette di accedere alla zona pericolosa della macchina –Protegge un solo lavoratore – Conforme alla UNI EN 574:2008
  • 58. 58 tre tipi tipologie in base all’affidabilità in caso di manomissione. TIPO I e TIPO II - I comandi devono: – essere azionati simultaneamente – essere mantenuti entrambi durante l'azione pericolosa al rilascio di un pulsante la macchina si ferma ma con: – tipo I si riattiva se il pulsante viene ri-premuto, – tipo II, si riattiva solo se i pulsanti vengono entrambi rilasciati e poi ripremuti Tipologie UNI EN 574:2008
  • 59. 59 TIPO III - medesime caratteristiche tipo I e tipo II, ma: – per attivare la macchina i pulsanti del III tipo devono essere azionati contemporaneamente, on una sfasatura inferiore o uguale a 0,5 sec. Tipologie UNI EN 574:2008
  • 60. 60 esempi contro la manomissione Con una sola mano: – Distanziare gli attuatori di 26 mm – separare gli attuatori con schermi o sopraelevazione con ghiere in modo tale che gli attuatori non possano essere toccati con le estremità di una cordicella di 260 mm
  • 61. 61 esempi contro la manomissione mano-gomito: – Distanziare attuatori di 55 mm – separazione degli attuatori con schermi sopraelevazione in modo tale che gli attuatori non possano essere toccati contemporaneamente con le estremità di un dispositivo di misura composto da una barra rigida di 300 mm, con diametro non superiore a 5 mm, e di una cordicella di 250 mm, fissata a quest’ultima.
  • 62. 62 UNI EN 574 – distanza di sicurezza Tra gli attuatori e la fonte di pericolo deve esserci una distanza minima di sicurezza (UNI EN ISO 13855) che si calcola: S = (K x T) + C K = coefficiente in mm /sec che tiene conto della velocità con cui le mani si avvicinano al pericolo (comando a due mani = 1600 m/sec) T = tempo espresso in secondi C = distanza addizionale in mm che tiene conto di possibili intrusioni rapide (comando a due mani = 250 mm) S = 1600 x T + 250
  • 63. 63 Istruzioni ed informazioni Istruzioni per l’installazione tutte quelle informazioni necessarie ad una corretta installazione, esempio: – dimensioni, spazi necessari all'installazione, – controllo, manutenzione, regolazioni – indicazioni sul modo di determinare la distanza di sicurezza a cui va installato Istruzioni d’utilizzo anche mediante illustrazioni, schemi, simboli, figure Istruzioni per la manutenzione devono comprendere le informazioni necessarie per la manutenzione
  • 64. 64 Dispositivi di comando elemento attraverso il quale l’operatore attiva o disattiva le funzioni della macchina Principali caratteristiche: – chiaramente visibili ed identificabili – situati fuori dalle zone pericolose; – protetti contro il rischio di azionamento accidentale – disposti in modo tale che l’operatore addetto al comando sia in grado di verificare l’assenza di persone dalle zone di rischio.
  • 65. 65 Protezione avviamento accidentale pulsanti, pedali, leve, ecc. devono essere protetti contro il rischio di azionamento accidentale o involontario
  • 66. 66 Dispositivi di comando ad azione mantenuta avviano e mantengono un determinata funzione della macchina solo se azionati continuativamente dall’operatore; al loro rilascio la funzione comandata si arresta Utilizzati per macchine: – portatili – ove per operazioni di messa a punto, manutenzione, ..... è necessario rimuovere o disabilitare un riparo o un dispositivo di sicurezza
  • 67. 67 Dispositivi arresto emergenza misura di protezione complementare Tutte le macchine devono avere uno o più dispositivi d'arresto d'emergenza ad eccezione: – macchine"portatili e/o condotte a mano – macchine nelle quali il dispositivo non ridurrebbe il rischio, sia perché non diminuirebbe il tempo d'arresto, sia perché non consentirebbe d'adottare le misure speciali richieste per tale rischio
  • 68. 68 Comando arresto d'emergenza deve: – essere chiaramente individuabile, ben visibile – essere rapidamente accessibile – restare inserito una volta azionato – possibile disinserirlo solo mediante riarmo; il riarmo dell’arresto di emergenza non deve avviare nuovamente la macchina, ma solo consentirne il riavvio mediante l’apposito comando;
  • 69. 69 Dispositivi arresto emergenza Dispositivo arresto d'emergenza può essere: – Pulsante a fungo – Fune – Barra – Maniglia, pedale... L'attuatore deve essere di colore rosso con eventuale sfondo giallo
  • 70. 70 Selettore modale di funzionamento Una macchina può avere diverse modalità di funzionamento (manuale, automatico, azionamento con pedale, comando a due mani, ecc.) Quando la selezione del modo di funzionamento modifica le condizioni di sicurezza della macchina, tale selezione deve avvenire mediante un selettore modale
  • 71. 71 Selettore modale di funzionamento Se per alcune operazioni la macchina deve poter funzionare con i dispositivi di protezione neutralizzati, è necessario intervenire con un selettore modale può essere azionato mediante – una chiave – un codice d’accesso – Un comando a distanza
  • 72. 72 Selettore modale di funzionamento deve simultaneamente: – escludere il funzionamento automatico; – autorizzare i movimenti soltanto mediante dispositivi di comando ad azione mantenuta – autorizzare il funzionamento degli elementi mobili pericolosi soltanto in condizioni di sicurezza migliorate (velocità ridotta, intermittenza); – evitare qualsiasi movimento, dovuto all’azionamento volontario o involontario della macchina,
  • 73. 73 esempio 1 la chiave è rimossa, si genera un segnale di arresto 2 la porta può essere aperta 3 inserita la chiave nell'area protetta si attiva la modalità di funzionamento di "setup"; i movimenti pericolosi della macchina vengono avviati da un comando ad azione mantenuta.
  • 74. 74 Si ricorda che.... Un riparo e/o un dispositivo di sicurezza dal 06/03/2010 è una “macchina”: – Marcatura “CE”, dichiarazione di conformità.... Un riparo e/o un dispositivo di sicurezza potrebbe essere stato immesso sul mercato ai sensi della vecchia direttiva macchine ( D.P.R. 459/96): – Pretendere dichiarazione conformità D.Lgs 17/10 se installato oggi!
  • 75. 75 ..... ma poi tutto viene vanificato..... I lavoratori a volte sono dei “professionisti” nell'uso delle macchine