Le persone che lavorano nelle organizzazioni hanno bisogno di capi emotivamente competenti, hanno necessità di spazi di ascolto in cui sia possibile riscoprire un mondo fiducioso e ricco di possibilità, hanno bisogno di esprimere pienamente il proprio potenziale, migliorando l’efficacia del proprio contributo nell’azienda.
Persone motivate e competenti realizzano performance eccellenti e accrescono il valore dell’azienda.
L'intervento di coaching sostiene le persone nello sviluppo del potenziale.
Il successo di una organizzazione: far crescere le personeLuisa Ghianda
Il successo di una organizzazione nasce dalla capacità di far crescere le persone, generando appartenenza, tenendo alta la motivazione, muovendo quell'orgoglio legato all' "essere parte" che fidelizza il lavoratore, restituendogli la sensazione di essere un prezioso valore aggiunto.
Alta motivazione e senso di appartenenza è l'aria che ho respirato per anni presso la Giorgio Armani.
Oggi, da formatrice, mi chiedo come aiutare le organizzazioni ad ottenere lo stesso clima.
Workshop Coaching Trasformazionale (training di 4 giornate 2+2):
per facilitare un cambiamento più profondo, più duraturo e più rispettoso
inizio 13 dicembre 2011
Leadership & Leader, Cos'è la leadershipMirko Cuneo
Per leadership aziendale si intende quel processo sociale che porta una persona, all’interno di un’azienda, ad essere in grado di influenzare i comportamenti degli altri senza l’ausilio di metodi coercitivi o minacce.
Il successo di una organizzazione: far crescere le personeLuisa Ghianda
Il successo di una organizzazione nasce dalla capacità di far crescere le persone, generando appartenenza, tenendo alta la motivazione, muovendo quell'orgoglio legato all' "essere parte" che fidelizza il lavoratore, restituendogli la sensazione di essere un prezioso valore aggiunto.
Alta motivazione e senso di appartenenza è l'aria che ho respirato per anni presso la Giorgio Armani.
Oggi, da formatrice, mi chiedo come aiutare le organizzazioni ad ottenere lo stesso clima.
Workshop Coaching Trasformazionale (training di 4 giornate 2+2):
per facilitare un cambiamento più profondo, più duraturo e più rispettoso
inizio 13 dicembre 2011
Leadership & Leader, Cos'è la leadershipMirko Cuneo
Per leadership aziendale si intende quel processo sociale che porta una persona, all’interno di un’azienda, ad essere in grado di influenzare i comportamenti degli altri senza l’ausilio di metodi coercitivi o minacce.
La leadership può essere definita come il processo volto a influenzare le attività di un individuo o di un gruppo che si impegna per il conseguimento di uno o più obiettivi specifici.
Il termine “processo” sottolinea come la leadership non sia una posizione statica che trae la sua legittimità da funzioni ben precise e sganciate dalla relazione con gli altri, ma sia un comportamento dinamico che trae la sua linfa dall’interazione con gli altri.
Team working - Costruire i rapporti per lavorare bene assiemeMirko Cuneo
Lavoro di squadra significa che un gruppo di persone lavora in modo coordinato alla realizzazione di un progetto. Il team è il responsabile del risultato finale.
Tipologie di collaboratori: la principale variabile situazionaleFederico Fantacone
Come classificare i propri collaboratori in funzione del loro livello di maturità e del livello di ruolo loro affidato. E definire strategie di gestione che tengano conto della interdipendenza tra i due fattori
L’approccio formativo e metodologico.
SALeF lavora “nelle” e “con le” organizzazioni innanzitutto intervenendo nella comunità-organizzazione a partire dagli ingredienti che la compongono, per motivare la squadra e ottenere performance elevate e durature sia del singolo che del team.
Leadership, Team Building e Community Management - Master SQcuola di BlogMarco FABBRI
Come trasferire alcuni concetti "classici" nella nuova realtà "social".
Webinar tenuto il 20 febbraio 2012 nell'ambito del II Corso del Master in Social Media Marketing "SQcuola di Blog".
Team working soft skills_coach pasquale adamoPasquale Adamo
Il TEAM WORKING e la capacità di lavorare in gruppo, è una di quelle competenze trasversali (soft skills) più richieste nel mondo del lavoro. Saper lavorare con gli altri in modo costruttivo ed efficace, è un'abilità che può fare la differenza sul lavoro. Una risorsa che possiede capacità di TEAM WORKING è sicuramente una risorsa con un valore aggiunto.
Un’azienda partecipata dal Ministero del Lavoro con circa 1000 dipendenti ci ha richiesto un intervento di team building per il top management costituito da 14 persone, finalizzato a rinforzare l’identità del team dirigenziale attraverso un
processo di riallineamento degli stili di comunicazione e negoziazione. La costruzione del team, in questo caso, è stata facilitata da un lavoro di conoscenza, analisi e integrazione delle diverse modalità con le quali i dirigenti affrontavano usualmente situazioni negoziali ed organizzative.
La richiesta è nata dall’esigenza di massimizzare la coerenza dei comportamenti organizzativi e degli stili di comunicazione con il brand aziendale.
FILMCAMS C.G.I.L. Ascoli Piceno Corso di FormazioneMicaela Passini
Presentazione per Corso di formazione
FILMCAMS C.G.I.L. Ascoli Piceno
Incontri teorico-esperenziali per migliorare
le proprie compentenze COMUNICATIVE, di ACCOGLIENZA, EMPATICHE e di SELF - EMPOWERMENT
WORKNESS - Tecniche evolutive per chi lavorafabio cortese
WORNESS
Migliora la tua intelligenza sistemica permettendoti di cogliere le leggi più sottili e nascoste che influenzano i contesti professionali che frequenti
Integra le metodologie evolutive più innovative e consolidate della cultura occidentale e di quella orientale.
La leadership può essere definita come il processo volto a influenzare le attività di un individuo o di un gruppo che si impegna per il conseguimento di uno o più obiettivi specifici.
Il termine “processo” sottolinea come la leadership non sia una posizione statica che trae la sua legittimità da funzioni ben precise e sganciate dalla relazione con gli altri, ma sia un comportamento dinamico che trae la sua linfa dall’interazione con gli altri.
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Lavoro di squadra significa che un gruppo di persone lavora in modo coordinato alla realizzazione di un progetto. Il team è il responsabile del risultato finale.
Tipologie di collaboratori: la principale variabile situazionaleFederico Fantacone
Come classificare i propri collaboratori in funzione del loro livello di maturità e del livello di ruolo loro affidato. E definire strategie di gestione che tengano conto della interdipendenza tra i due fattori
L’approccio formativo e metodologico.
SALeF lavora “nelle” e “con le” organizzazioni innanzitutto intervenendo nella comunità-organizzazione a partire dagli ingredienti che la compongono, per motivare la squadra e ottenere performance elevate e durature sia del singolo che del team.
Leadership, Team Building e Community Management - Master SQcuola di BlogMarco FABBRI
Come trasferire alcuni concetti "classici" nella nuova realtà "social".
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Team working soft skills_coach pasquale adamoPasquale Adamo
Il TEAM WORKING e la capacità di lavorare in gruppo, è una di quelle competenze trasversali (soft skills) più richieste nel mondo del lavoro. Saper lavorare con gli altri in modo costruttivo ed efficace, è un'abilità che può fare la differenza sul lavoro. Una risorsa che possiede capacità di TEAM WORKING è sicuramente una risorsa con un valore aggiunto.
Un’azienda partecipata dal Ministero del Lavoro con circa 1000 dipendenti ci ha richiesto un intervento di team building per il top management costituito da 14 persone, finalizzato a rinforzare l’identità del team dirigenziale attraverso un
processo di riallineamento degli stili di comunicazione e negoziazione. La costruzione del team, in questo caso, è stata facilitata da un lavoro di conoscenza, analisi e integrazione delle diverse modalità con le quali i dirigenti affrontavano usualmente situazioni negoziali ed organizzative.
La richiesta è nata dall’esigenza di massimizzare la coerenza dei comportamenti organizzativi e degli stili di comunicazione con il brand aziendale.
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Il Coaching organizzativo per gli studi professionaliMARZIA GORINI
Il coaching organizzativo interviene per avviare un processo di rinnovamento e sviluppo dello studio professionale verso obiettivi definiti e condivisi al fine di:
consolidare l’esperienza acquisita, migliorare e adeguare l’organizzazione all’evoluzione del mondo del lavoro 4.0 per renderla innovativa, coordinata, efficace e produttiva
creare una squadra di lavoro fondata sulla relazione tra persone orientate ai risultati e al benessere reciproco
ricercare e sviluppare nuove attività e ambiti professionali emergenti nel mercato locale e digitale.
Un’esperienza formativa coinvolgente e significativa, particolarmente adatta a persone con ruoli di responsabilità.
È un ottimo strumento per creare chiarezza e armonia all’interno delle aziende familiari, dove c’è spesso bisogno di scindere fra ambito professionale e personale, valorizzando le diverse caratteristiche di ognuno e unendole per l’obiettivo comune.
Percorso Superiore per leader, imprenditori, direttori generali, dirigenti di alto livello.
Destinato a chi desidera far emergere la propria leadership in modo efficace, costruttivo e carismatico, a chi si è assunto l’importante compito di condurre e dirigere altre persone unendole per il raggiungimento di mete comuni
FORMAZIONE PER LA CULTURA D’IMPRESA IN ODONTOIATRIALuisa Ghianda
Un contesto odontoiatrico, come ogni realtà organizzativa deve creare un proprio modello di cultura d’impresa, che lo sintetizzi e lo identifichi completamente. Rivedere i propri modelli e aiutare l'equipe sanitaria a crescere, sviluppando risorse psicosociali, sono, a mio avviso, i cardini di un processo che ogni realtà clinica, che voglia potenziare il proprio benessere organizzativo e che non voglia essere soppiantata da realtà più dinamiche, deve tenere in considerazione.
Quanto la motivazione dei collaboratori di un'azienda influisce sui risultati aziendali?
La motivazione è il risultato di un processo, non una causa, che si fonda su metodiche chiare e ripetibili e su routine quotidiane.
Essere Leader - al Complexity Literacy Meeting le slides del libro presentato...Complexity Institute
La leadership al tempo della complessità promuove le capacità autorganizzanti di un gruppo, di un’azienda, di una società, ai fini della sopravvivenza, del benessere, dell’adattamento creativo.
Ottieni il lavoro che vuoi Massimo PerciavalleMake It So
"Ottieni il lavoro che vuoi" vuole essere una risposta per giovani e meno giovani, per chi ha un lavoro, per chi non ce l'ha, per chi l'ha perso e per chi è alla ricerca di qualcosa che soddisfi le proprie passioni. Vi aiuterà a trovare un lavoro in linea con i vostri valori e ideali e a stare meglio con voi stessi e con gli altri. Lo farà accompagnandovi in un percorso di self-coaching. Il self-coaching è una pratica che vi permetterà, attraverso domande, stimoli ed esercizi, di attivare riflessioni e suggestioni per scoprire possibilità e prospettive che magari sono a portata di mano ma che normalmente non considerate. Stimolerà la vostra motivazione e responsabilità, rendendola più funzionale al raggiungimento dei vostri desideri professionali. Prenderete consapevolezza di alcune vostre risorse interiori e potrete così valorizzarle e utilizzarle a vostro favore nel lavoro e nella professione. Capirete come mantenere un atteggiamento positivo, propositivo e fiducioso delle vostre possibilità. Imparerete ad essere meno timorosi nell'affrontare le difficoltà quotidiane del mercato lavorativo attuale. Individuerete obiettivi professionali chiari e raggiungibili che vi permetteranno di comprendere il vostro focus e di prendere una direzione precisa. Svilupperete un piano d'azione che vi permetterà di utilizzare al meglio anche gli strumenti 3.0 del nuovo millennio, per attuare una strategia di personal branding vincente e redditizia. Un libro utile per tutti.
Similar to Ritrovare il senso della propria esperienza professionale. L'intervento di coaching (20)
Separarsi è sempre doloroso, lo è sempre quando un sogno va in frantumi. Tuttavia trovare un modo per lasciarsi con amorevolezza significa onorare quel tratto di strada fatto insieme.
Non è facile essere genitori. La relazione educativa richiede intelligenza emotiva, conoscenza di sé, equilibrio interiore, energia.
Il genitore svolge un compito delicato, spesso carico di contrarietà, ruolo che necessita di buone competenze psico-sociali, oltre che di buone doti personali. I bambini sono emotivamente vulnerabili e dipendenti dalle figure adulte: si nutrono dei loro gesti e delle loro parole, elementi che inevitabilmente lasciano un segno. Lo stesso vale per gli adolescenti, apparentemente più autonomi, ma estremamente bisognosi di adeguate figure di riferimento, capaci di star loro accanto in una fase di transizione così delicata e ricca di cambiamenti, che può minare il processo di costruzione della personalità.
I figli guardano con attenzione al modello che si offre loro, mentre ascoltano poco le parole. I genitori, a volte, non riescono a spiegarsi come tutte le cure dedicate a creare un buon rapporto con i propri figli si rivelino inefficaci. Certamente questo è un momento storico carico di cambiamenti sociali disorientanti, dove l'autorità di un tempo appare tramontata. Eppure dare regole chiare continua ad essere importante. Le regole aiutano a crescere. Se l'autoritarismo viene spesso rifiutato, l'autorevolezza risulta ancora un punto di forza.
La genitorialità può mettere in crisi i partner, invece che cementarne il legame. Ciò accade perché il ruolo genitoriale porta con sé antichi copioni familiari, magari poco in sintonia con quelli del partner, antiche dinamiche legate al proprio modo di essere stati figli, anch’esse magari distanti dal vissuto del coniuge. E quando i figli crescono e se ne vanno di casa si può presentare la “sindrome da nido vuoto”, dove sensazioni di solitudine e abbandono hanno la meglio. Queste difficili condizioni possono trovare una risoluzione.
Un percorso di supporto alla genitorialità è occasione di confronto, indagine dei propri dubbi, sviluppo di nuove conoscenze, momento per trovare risposte efficaci ai bisogni dei propri figli, momento per rileggere dinamiche familiari di difficile comprensione, occasione per ritrovare il senso del proprio compito educativo, così da aiutare i propri figli a diventare grandi.
Sfida alla genitoralita’, ciclo di conferenze Comune di Giussano 2017Luisa Ghianda
CICLO DI CONFERENZE: SFIDA ALLA GENITORIALITA'
Comune di Giussano MB, Sala Consiliare “A. Sassu”
16-01-'17: I “NO” CHE AIUTANO A CRESCERE
13-02-'17: GESTIONE DEI CONFLITTI
06-03-'17: QUANDO ESSERE GENITORI DIPENDE DALLA CULTURA, UN CONFRONTO TRA DIVERSE PRATICHE DI MATERNAGE
03-04-'17: ALLA RICERCA DI SE STESSI, GLI ADOLESCENTI E L’IDENTITA’ CULTURALE
Non è facile essere genitori. La relazione educativa richiede intelligenza emotiva, conoscenza di sé, equilibrio interiore, energia. Il genitore svolge un compito delicato, spesso carico di contrarietà, ruolo che necessita di buone competenze psico-sociali, oltre che di buone doti personali.
Durante le serate verrà esplorata la genitorialità in una prospettiva psico-culturale, con l’obiettivo di fornire le coordinate per una sana gestione del ruolo educativo a partire da uno scambio di vissuti ed esperienze tra i partecipanti, dove l’incontro tra persone accomunate dallo stesso ruolo è fonte di trasformazione, crescita, chiarimento di dubbi e opportunità per trovare risposte concrete alle difficoltà relazionali con i propri figli.
Relatrici: Dott.ssa Luisa Ghianda e Dott.ssa Chiara Dallavalle
studio Kappa Desio MB - www.studiokappa.it
Moderatrice: Assessore Avv. Elisa Grosso
Luisa Ghianda, laureata in psicologia ed in lingue e letterature straniere, counselor psicosociale formata in Analisi transazionale, psicodrammatista, conduttore di gruppo con metodi attivi, specializzata nella gestione dei conflitti in ambito privato ed organizzativo. Si occupa di formazione comportamentale in ambito organizzativo e percorsi di counseling individuale e di gruppo in ambito privato.
Chiara Dallavalle, PhD in antropologia culturale, ha approfondito il tema delle migrazioni e dell’intercultura integrando l’attività universitaria con il lavoro sul campo nell’ambito delle migrazioni forzate. Progetta e conduce percorsi di facilitazione culturale, e realizza interventi di ricerca-azione in ambito interculturale con l’obiettivo di analizzare e migliorare le pratiche professionali attraverso la costruzione di modalità operative condivise.
In medicina il tempo dedicato alla relazione non è denaro; è già terapia.
Parlare con un malato e ascoltare il suo vissuto non significa strutturare il tempo solo a favore di una valida accoglienza, ma costituisce un vero e proprio strumento di indagine, volto a cogliere l’essenza del rapporto medico-paziente.
A sostegno di questa tesi, Balint afferma che il medico rappresenta la prima medicina per il malato, e la relazione che si instaura è la prima forma di atto terapeutico (Balint, 1957).
La difficoltà effettiva di completare la preparazione bio-medica dell’operatore con competenze comunicativo-relazionali potrebbe sembrare quella di confrontarsi con materie poco oggettivabili e particolarmente dipendenti dalle inclinazioni personali. Tuttavia, una adeguata formazione psicosociale gode delle stesse caratteristiche di chiarezza, insegnabilità e verificabilità delle competenze scientifiche.
Amante delle etimologie delle parole, Erica Francesca Poli sottolinea come il verbo “curare” nella forma latina più antica si scrivesse “coera”, espressione di un atteggiamento di premura, amicizia, amore, dedizione. La cura ha luogo quando l’esistenza di qualcuno mi sta a cuore. Dunque è un atto d’amore verso se stessi e verso l’Altro. Guarire comporta entrare in una dimensione di cura con se stessi, in una relazione d’amore con la vita.
Oggi, per altro, di fronte al mistero delle autoguarigioni è possibile arrivare ad affermare che guarire è un talento, una scalata in autonomia oppure una alleanza tra co-piloti, in cui uno, il medico, conosce le regole e tende la mano all’altro, il paziente...Ed ancora, la “mal-attia è ben-attia, ossia occasione di guarigione in senso più ampio, fisica ed emotiva” (Poli E.F., 2014).
La medicina centrata sul paziente ha compreso l’importanza della relazione d’amore ed ha compreso anche che per guarire è necessario aumentare il livello di consapevolezza, la capacità di osservazione (dal latino “ob-servare”, custodire, stare in guardia). Essa fonda i suoi principi sul modello tradizionale, senza rinunciare ai suoi obiettivi, né condannare il metodo scientifico, ma prevedendo un allargamento di vedute identificando la necessità di aggiungere un forte elemento di confronto con il vissuto emotivo del paziente, attraverso strumenti comunicativo-relazionali.
Sono passati ormai diversi anni da quando Levenstein e Stewart identificarono il malato non solo come un insieme di segni e sintomi costituenti la “patologia organica”, ma come una “persona” (Levenstein J. et al., 1986; Stewart M. et al, 1986). Oggi è consolidata la necessità di lavorare “per” e “con” il paziente, invece che “sul” paziente, essere umano che, per altro, non guarirà se vi è in lui un qualsiasi blocco alla guarigione, a sancire il suo grado di unicità e autodeterminazione.
Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...Luisa Ghianda
Una relazione efficace dal punto di vista terapeutico è quella in cui il paziente si sente compreso, seguito con attenzione, è quella in cui sperimenta fiducia, rispetto ed impegno. Identificando e legittimando le esigenze emotive del paziente, comprendendone il punto di vista, dedicando tempo all’ascolto e al dialogo, aiutandolo ad investire energia nella crisi, il paziente si sentirà accolto nella sua interezza, ovvero nella sua dimensione fisica e psicologica.
Litigare fa bene! Seminario con metodologia psicodrammatica Luisa Ghianda
I conflitti sono eventi inevitabili tra esseri umani, momenti fisiologici della vita sociale e lavorativa. Nei conflitti si scatenano emozioni di vario tipo, che possono essere benefiche e produttive, oppure rappresentare un ostacolo alla relazione. Gestire i conflitti significa apprendere come districarsi tra gli aspetti emotivi e relazionali che questi sollecitano, separando le persone dal problema ed utilizzando criteri oggettivi per inventare soluzioni vantaggiose per tutti. In tal modo è possibile cogliere gli elementi costruttivi che il conflitto comporta, trasformandolo in un'occasione di conoscenza di sé e di incontro con gli altri.
Raccolti: Il teatro in azienda. Metodi Attivi e Psicodramma nella formazione ...Luisa Ghianda
I metodi d’azione sono un ausilio potente per favorire la crescita personale, poiché capaci di promuovere consapevolezza personale e relazionale, attraverso un riaddestramento emotivo e l’uso del corpo nella sua globalità. Utilizzati nella formazione, favoriscono una ridefinizione del ruolo professionale. L'individuo viene sollecitato a mettere in atto slittamenti creativi, che intervengono nella relazione fra sé e la parte di sé inesplorata, fra sé e gli altri, favorendo l'insight.
Melting pot. Strumenti diversificati per un mix vincente nella formazione com...Luisa Ghianda
PSICODRAMMA, ANALISI TRANSAZIONALE, FILMATI, TECNICHE ANALOGICHE E METAFORICHE, MINDFULNESS: l'insieme degli strumenti conduce ad una metodologia altamente esperienziale, che consente di indagare in modo molto puntuale la gestione del ruolo professionale.
Melting pot. Strumenti diversificati per un mix vincente nella formazione com...
Ritrovare il senso della propria esperienza professionale. L'intervento di coaching
1. RITROVARE IL SENSO DELLA PROPRIA ESPERIENZA
PROFESSIONALE
di Luisa Ghianda
Oggi i lavoratori, soprattutto quelli che operano all'interno di contesti competitivi, sono
logorati, spaesati, ma i più resilienti sono anche desiderosi di produrre performance
eccellenti e di ripensare alla propria dimensione professionale con ottimismo e positività,
ritrovandovi un senso.
La fame di relazioni "sane" è fortemente cresciuta, tanto che i comportamenti più
vagheggiati nei contesti professionali fanno riferimento a concetti quali empatia, etica, team
working, rispetto.
Una leadership "consapevole" è quanto mai necessaria, anche perché rappresenta la
dimensione decisiva del successo di una organizzazione. Solo una leadership efficace crea
motivazione nei dipendenti ed appartenenza al contesto professionale. Ed è impossibile
pensare di essere un leader vincente se non si ha un buon grado di auto-consapevolezza
dei propri comportamenti e degli effetti che i propri gesti hanno sugli interlocutori. Non è
immaginabile realizzare una leadership coinvolgente e credibile se non si è di esempio per
il proprio team, se non si è coerenti negli atteggiamenti, nei valori, negli agiti, se non si
possiede empatia.
2. È proprio quest’ultima, troppo spesso ingiustamente relegata in un angolo buio, dimenticata
dalla maggior parte dei contesti professionali, che non vogliono sentire parlare di emozioni,
colei che, invece, favorisce il benessere nei lavoratori, restituendo loro il senso della propria
presenza sul luogo di lavoro. Perché le persone hanno necessità di essere “viste”,
considerate, valorizzate, bisogni di cui non si spogliano alla mattina prima di andare a
lavorare, bisogni che portano sempre sotto pelle e che più che mai gridano appagamento
sul posto di lavoro. Chissà che il successo di facebook non si basi anche su questa sua
capacità di dare visibilità agli esseri umani, alle loro vite, alle loro vittorie, alle loro emozioni,
delusioni comprese, vissuti narrati nel social network con un sottostante bisogno di ottenere
un riscontro, di ricevere una “carezza”, di avere un gruppo di appartenenza in silenzioso
ascolto. Un click su “mi piace” assurge proprio al ruolo di carezza, in fondo, e, seppur
virtuale, è pur sempre fonte di riconoscimento.
Anche nelle organizzazioni emerge il bisogno di essere in connessione con gli altri, una
connessione che, però, non lascia spazio alla virtualità. Se il capo c’è, con la testa e con il
cuore, può offrire sostegno, ascoltare, valorizzare.
Il capo non ha un compito semplice, indubbiamente. Produrre comportamenti consapevoli,
sviluppare pensieri costruttivi, contenere convinzioni limitanti, liberarsi da schemi
comportamentali ripetitivi e fallimentari, offrire empatia, guidare senza sostituirsi, dirigere
senza imporre significa possedere buone competenze manageriali. Tutte caratteristiche per
niente scontate. Se è vero che il talento del singolo è un elemento soggettivo, una
predisposizione innata, è altrettanto certo che un contesto facilitante consente di far
emergere potenzialità latenti, sviluppare il potenziale, colmare lacune, migliorare lati fragili.
Non è possibile creare il talento, ma è ipotizzabile sviluppare quel potenziale che consente
all’individuo di esprimersi al meglio.
Ma per lavorare sulle proprie potenzialità il solo buon senso o un lavoro "fai da te" potrebbero
non essere sufficienti, perché lo sviluppo personale, il cambiamento necessitano un lavoro
di analisi sia del proprio percorso individuale evolutivo generale, sia delle proprie esigenze
più particolari di formazione, affermazione, realizzazione personale e professionale.
Sviluppare il potenziale comporta la messa in discussione di se stessi, comporta un buon
management dei propri processi psicofisiologici, quali la capacità di gestire lo stress,
aumentare il self-control, ritrovare l'equilibrio psico-fisico, come pure l'implementazione di
nuove conoscenze, legate, ad esempio, alla gestione efficace delle relazioni, della
comunicazione, del lavoro in gruppo, dei collaboratori. Il tutto ben bilanciato, in perfetto
3. equilibrio, per non andare fuori strada. Il tutto mescolato con l’etica, piena assunzione di
responsabilità del ruolo, che non prevede alcuna fuori uscita dai principi dichiarati.
Per una vita professionale di successo, al sapere fare management va aggiunta la capacità
di rimettere in primo piano le relazioni, portare in campo il fair play, come già Shakespeare
aveva suggerito, termine forse un po’ in disuso, che fa riferimento a quell'attitudine alla
lealtà, a quell’etica comportamentale improntata al riconoscimento e al rispetto dell'altro.
Il fair play è ciò che trasforma un capo in un leader.
Ci sono, poi, compiti sempre più complessi da affrontare, rispetto ai quali le organizzazioni
non concedono sconti o proroghe, cambiamenti di ruolo, contesto, capo, difficoltà
improvvise, eventi emotivamente stressanti, calo di energia o motivazione, situazioni in cui
le proprie competenze potrebbero non essere sufficienti e le risorse personali essere
particolarmente affievolite.
Io penso che il lavoratore non vada lasciato solo nei momenti di difficoltà. Credo che le
risorse umane, proprio perché preziose risorse, vadano sostenute nel loro processo di
crescita. Richiedere performance eccellenti senza offrire alcuna forma di auto-sviluppo è
una modalità miope da parte dell’organizzazione. Superare i propri limiti, focalizzare le
proprie qualità positive, sfruttare le proprie aree di eccellenza, mettere in atto comportamenti
efficaci necessitano un lavoro personale, il cui obiettivo è l'aumento dell'auto-
consapevolezza, perché solo quando si sa cosa si sta facendo si possono raggiungere
buoni risultati.
Il coaching è un modo concreto per realizzare processi di sviluppo professionale ad hoc, per
approfondire e sviluppare nuove consapevolezze, per rispondere al bisogno diffuso di
benessere nelle organizzazioni.
E’ un intervento fortemente personalizzato e congruente con la dimensione soggettiva
dell’esperienza di lavoro del singolo individuo, abbracciando temi di interesse per la persona
stessa, tipo uno specifico risultato da raggiungere, un problema da risolvere, il superamento
di un momento di empasse, la piena espressione del talento.
La realtà soggettiva del coachee è spogliata da valutazioni e giudizi, nonché sottoposta a
diverse chiavi d' interpretazione legate al ruolo, cosicché egli possa cogliere le motivazioni
intrinseche che regolano il comportamento agito. La consapevolezza di sé e delle proprie
dinamiche comportamentali si amplificano notevolmente, permettendo alla persona di
ricongiungersi consapevolmente con le proprie intenzioni e con i propri comportamenti, con
un conseguente aumento di responsabilità nei confronti dei propri agiti. Il risultato di tale
4. lavoro interiore è quello di sentirsi più autodiretti, a favore di un'autonomia psicologica che
muove nuove scelte al di fuori di dinamiche automatiche ed inconsapevoli.
Il cambiamento frutto di un intervento di coaching non è una mera applicazione
comportamentale, bensì l’esito di un nuovo stato di equilibrio interno, dove nuovi stilemi
emotivi, cognitivi, relazionali e comportamentali sono stati messi a fuoco.
La personalizzazione e la profondità dell’intervento di coaching non sono strettamente
connessi alla vita privata ed emotiva del lavoratore, sebbene queste due dimensioni, proprio
perché non separate dall’attività professionale, costituiranno l’elemento di sfondo, né in
ombra, né in primo piano, ma prese in esame se funzionale al lavoro in corso. Il presidio
costante del grado di libertà del coachee costituirà, comunque, un elemento protettivo.
Il cambiamento obbliga all’introspezione, ad un lavoro che tocca la sfera interiore. Il coachee
deve poter entrare in contatto con sé stesso, con i suoi desideri e bisogni, deve poter
esaminare in modo lucido il suo rapporto con il contesto di riferimento, fino ad entrare in
rapporto con le sue risorse personali. La prescrizione di comportamenti ritenuti adeguati non
ha un vero valore formativo, soprattutto per quei manager che hanno già una solida
esperienza professionale e che quindi non necessitano di modelli semplificanti quanto
piuttosto di modelli personali, auto-costruiti in seguito all’acquisizione di nuove
consapevolezze legate all’approfondimento della conoscenza di sé stessi. Ciò significa
accedere ad un lavoro di indagine dei propri meccanismi interiori, del sé.
L’efficacia dell’intervento di coaching è legata proprio alla presa in carico di schemi mentali
impliciti, modalità interiori di interpretazione della realtà, mappe di riferimento. L’obiettivo è
un riallineamento mentale ed emotivo, passando attraverso la ristrutturazione di abitudini
mentali ricorrenti e depotenzianti, nonché attraverso il consolidamento di “meta
competenze”, quali la capacità di gestire le emozioni, di relazionarsi in modo sano e
costruttivo con gli altri, di implementare resilienza e creatività.
Il vantaggio dell’organizzazione nel promuovere interventi di coaching sarà quello di
produrre concretamente un aumento del livello di performance dei suoi dipendenti, mentre
il vantaggio del lavoratore sarà quello di beneficiare di un’esperienza di evoluzione
personale che gli consentirà di lavorare e vivere in modo più sereno, con una ricaduta
positiva su collaboratori e colleghi.
L’essere umano è portatore di enormi risorse potenziali, spesso lasciate ad uno stato
latente, depotenziate da meccanismi interiori inconsapevoli e automatici. Il lavoro di
coaching contribuisce a svelare e mobilitare risorse inespresse, aumentando la
consapevolezza di sé, vero motore del cambiamento. Riconoscere i bisogni più profondi
5. sottostanti ai propri comportamenti insoddisfacenti chiarisce meccanismi interiori ancestrali,
da cui nasce la possibilità di appagare quei bisogni con comportamenti più sani.
Riconoscere le convinzioni profonde attorno alle quali è organizzata la propria esperienza
consente di prendere le distanze da ciò che fino a quel momento è apparso inevitabile ed
assoluto. A partire dal riconoscimento dei propri schemi depotenzianti è possibile attivare
nuovi stati mentali positivi e potenti.
Le persone che lavorano nelle organizzazioni hanno bisogno di capi emotivamente
competenti, hanno necessità di spazi di ascolto in cui sia possibile riscoprire un mondo
fiducioso e ricco di possibilità, hanno bisogno di esprimere pienamente il proprio potenziale,
migliorando l’efficacia del proprio contributo nell’azienda. Persone motivate e competenti
realizzano performance eccellenti e accrescono il valore dell’azienda.