ROVINE CONTEMPORANEE - Serena Previtali (thesis book publication)Serena Previtali
Master degree thesis by Serena Previtali
Polytechnic of Milan, design Faculty. 2007
ROVINE CONTEMPORANEE.
FOTOGRAFIA E CINEMA COME RAPPRESENTAZIONE DELLE REALTÀ POSTINDUSTRIALI.
CONTEMPORARY RUINS.
PHOTOGRAPHY AND CINEMA AS A REPRESENTATION OF THE POSTINDUSTRIAL ERA.
Tendenza artistica diffusasi in Europa, America e Giappone negli anni Cinquanta caratterizzata dal rifiuto di qualsiasi forma, figurativa o astratta, costruita secondo canoni razionali rapportabili alla tradizione culturale precedente.
Le ragioni profonde di tale rifiuto sono da ritrovare nello stato di disagio succeduto all'immane tragedia della seconda guerra mondiale e al disinteresse per una realtà naturale e umana che ha potuto comprendere tale orrore.
Invito alla lettura di Riccardo Falcinelli: Figure. Come funzionano le immagi...KEA s.r.l.
Senza che ne siamo necessariamente consapevoli, le caratteristiche formali delle immagini guidano le nostre azioni, il nostro sguardo e il processo di elaborazione della “nostra” storia basata sulla percezione dei contenuti dell’immagine.
La scoperta dell’importanza del “come” (e non solo del “che cosa”) delle immagini è legato a un bel ricordo d’infanzia, quando Riccardo Falcinelli - sotto la guida della madre - esperisce, per approssimazioni successive, la distanza giusta a cui guardare le Ninfee di Monet…
EC_: lezioni in arte ed architettura segnicoportato segnicoportantigiovanni Colombo
GE_: meine Unterrichten in Architektuer als Semiologische Einfassungen,. Hierher ist nicht SEMIOLOGIE VON UMBERTO ECO als GUELTIGE SEMIOLOGIE anerkannt. A1360 und 09171
ROVINE CONTEMPORANEE - Serena Previtali (thesis book publication)Serena Previtali
Master degree thesis by Serena Previtali
Polytechnic of Milan, design Faculty. 2007
ROVINE CONTEMPORANEE.
FOTOGRAFIA E CINEMA COME RAPPRESENTAZIONE DELLE REALTÀ POSTINDUSTRIALI.
CONTEMPORARY RUINS.
PHOTOGRAPHY AND CINEMA AS A REPRESENTATION OF THE POSTINDUSTRIAL ERA.
Tendenza artistica diffusasi in Europa, America e Giappone negli anni Cinquanta caratterizzata dal rifiuto di qualsiasi forma, figurativa o astratta, costruita secondo canoni razionali rapportabili alla tradizione culturale precedente.
Le ragioni profonde di tale rifiuto sono da ritrovare nello stato di disagio succeduto all'immane tragedia della seconda guerra mondiale e al disinteresse per una realtà naturale e umana che ha potuto comprendere tale orrore.
Invito alla lettura di Riccardo Falcinelli: Figure. Come funzionano le immagi...KEA s.r.l.
Senza che ne siamo necessariamente consapevoli, le caratteristiche formali delle immagini guidano le nostre azioni, il nostro sguardo e il processo di elaborazione della “nostra” storia basata sulla percezione dei contenuti dell’immagine.
La scoperta dell’importanza del “come” (e non solo del “che cosa”) delle immagini è legato a un bel ricordo d’infanzia, quando Riccardo Falcinelli - sotto la guida della madre - esperisce, per approssimazioni successive, la distanza giusta a cui guardare le Ninfee di Monet…
EC_: lezioni in arte ed architettura segnicoportato segnicoportantigiovanni Colombo
GE_: meine Unterrichten in Architektuer als Semiologische Einfassungen,. Hierher ist nicht SEMIOLOGIE VON UMBERTO ECO als GUELTIGE SEMIOLOGIE anerkannt. A1360 und 09171
Ideata da Giulia Grassilli e Laura Frasca per Human Rights Nights Festival, nell'ambito del progetto AMITIE.
mostra a cura di Yulia Tikhomirova / YarT Photografy
Promuovo Evento in cui c'è stato un piccolo apporto!
Il dibattito sulle teorie dell’immagine e più in generale sulla cultura visuale si è fatto, nell’ultimo decennio, sempre più intenso. Ha attraversato un territorio di confine tra riflessione filosofica, estetica, teorie della rappresentazione, teorie dei media, con un respiro che ne ha ampliato enormemente la connotazione disciplinare, contaminando anche l’orizzonte culturale del rappresentare.
Lo scenario dischiuso coinvolge, infatti, in modo evidente l’ambito della rappre- sentazione e in qualche modo lo costringe a una riflessione che vede i termini di immagine, visualizzazione e rappresentazione ridefinire le proprie reciproche relazioni. Non si tratta solo di riflettere sul tema ampio della costruzione dei nessi referenziali tra immagine e realtà, che è centrale nelle pratiche del rap- presentare, ma di aprire la riflessione su di un orizzonte che riconosca nell’ima- ging e cioè nella ‘messa in immagine’ – e dunque nella narrazione e nella comunicazione per immagini – una dimensione in cui il pensiero visivo, non si limita semplicemente ad accompagnare il proprio referente, ma si dimostra ca- pace di innescare processi cognitivi e dunque di generare nuovo sapere.
In questo contesto l’uso del termine visualità si carica di significati molteplici. Nell’atto del ‘visualizzare’ è possibile, infatti, riconoscere almeno tre distinti modi della figurazione: l’ostendere, e cioè l’esibire, il rendere disponibile alla visione e alla conoscenza ciò che è, attraverso le modalità della retorica visiva; il rivelare, e cioè il rendere visibile ciò che è latente, utilizzando quelle che vengono de- finite come operazioni di trascrizione; e il raffigurare l’invisibile, nel senso con- cettuale che Massironi affida alla ipoteticografia e cioè il processo di raffigurazione di una ipotesi. A ciascuno di questi significati corrisponde un ap- proccio strategico della rappresentazione, in un orizzonte vasto nel quale è pos- sibile ricomprendere, accanto ad ambiti più tradizionali della produzione di immagini, quelli innovativi introdotti dalle possibilità offerte dalla riproducibilità tecnica prima, e dalle nuove dimensioni del digitale e dell’interattività, poi.
Il percorso di riflessione che il Settimo Seminario di studi “Idee per la Rappre- sentazione” propone, ruota intorno a un’idea di immagine intesa come ‘pro- cesso’ e cioè come costruzione complessa di un itinerario narrativo che va indagato in relazione a quegli insiemi di strategie progettuali, di pratiche visive e di teorie dello sguardo che ne sostanziano non solo il significato ma anche le pratiche d’uso, in continuità con un percorso di ricerca che ha caratterizzato gli studi sulla cultura visiva sin dagli anni Sessanta e di cui in qualche modo i visual studies rappresentano lo sviluppo più recente.
Il fumetto ci insegna la forza comunicativa della polarità fra immagine e testoKEA s.r.l.
Report sul bel libro di Andrea Tosti, Graphic novel. Storia e teoria del romanzo a fumetti e del rapporto fra parola e immagine, Tunué, Latina, 2016
Andrea Tosti ci accompagna in un viaggio alla scoperta di come gli iconotesti raccontino storie attraverso la creazione di paesaggi visivi, di qual è la carica anarchica insita nelle immagine e di come le parole la possano mitigare, piegando le immagini anche a scopi didattici.
Graphic novel è un libro di cui consiglio la lettura a chi professionalmente sfrutta la capacità comunicativa di immagini e testi. Comunicatori tecnici e technical writer troveranno particolarmente interessante la figura di Will Eisner, che negli anni Quaranta realizzò “fumetti didattici finalizzati alla manutenzione preventiva”, nonché l’uso che architetti, urbanisti e designer fanno dei fumetti a fini di storytelling.
Ideata da Giulia Grassilli e Laura Frasca per Human Rights Nights Festival, nell'ambito del progetto AMITIE.
mostra a cura di Yulia Tikhomirova / YarT Photografy
Promuovo Evento in cui c'è stato un piccolo apporto!
Il dibattito sulle teorie dell’immagine e più in generale sulla cultura visuale si è fatto, nell’ultimo decennio, sempre più intenso. Ha attraversato un territorio di confine tra riflessione filosofica, estetica, teorie della rappresentazione, teorie dei media, con un respiro che ne ha ampliato enormemente la connotazione disciplinare, contaminando anche l’orizzonte culturale del rappresentare.
Lo scenario dischiuso coinvolge, infatti, in modo evidente l’ambito della rappre- sentazione e in qualche modo lo costringe a una riflessione che vede i termini di immagine, visualizzazione e rappresentazione ridefinire le proprie reciproche relazioni. Non si tratta solo di riflettere sul tema ampio della costruzione dei nessi referenziali tra immagine e realtà, che è centrale nelle pratiche del rap- presentare, ma di aprire la riflessione su di un orizzonte che riconosca nell’ima- ging e cioè nella ‘messa in immagine’ – e dunque nella narrazione e nella comunicazione per immagini – una dimensione in cui il pensiero visivo, non si limita semplicemente ad accompagnare il proprio referente, ma si dimostra ca- pace di innescare processi cognitivi e dunque di generare nuovo sapere.
In questo contesto l’uso del termine visualità si carica di significati molteplici. Nell’atto del ‘visualizzare’ è possibile, infatti, riconoscere almeno tre distinti modi della figurazione: l’ostendere, e cioè l’esibire, il rendere disponibile alla visione e alla conoscenza ciò che è, attraverso le modalità della retorica visiva; il rivelare, e cioè il rendere visibile ciò che è latente, utilizzando quelle che vengono de- finite come operazioni di trascrizione; e il raffigurare l’invisibile, nel senso con- cettuale che Massironi affida alla ipoteticografia e cioè il processo di raffigurazione di una ipotesi. A ciascuno di questi significati corrisponde un ap- proccio strategico della rappresentazione, in un orizzonte vasto nel quale è pos- sibile ricomprendere, accanto ad ambiti più tradizionali della produzione di immagini, quelli innovativi introdotti dalle possibilità offerte dalla riproducibilità tecnica prima, e dalle nuove dimensioni del digitale e dell’interattività, poi.
Il percorso di riflessione che il Settimo Seminario di studi “Idee per la Rappre- sentazione” propone, ruota intorno a un’idea di immagine intesa come ‘pro- cesso’ e cioè come costruzione complessa di un itinerario narrativo che va indagato in relazione a quegli insiemi di strategie progettuali, di pratiche visive e di teorie dello sguardo che ne sostanziano non solo il significato ma anche le pratiche d’uso, in continuità con un percorso di ricerca che ha caratterizzato gli studi sulla cultura visiva sin dagli anni Sessanta e di cui in qualche modo i visual studies rappresentano lo sviluppo più recente.
Il fumetto ci insegna la forza comunicativa della polarità fra immagine e testoKEA s.r.l.
Report sul bel libro di Andrea Tosti, Graphic novel. Storia e teoria del romanzo a fumetti e del rapporto fra parola e immagine, Tunué, Latina, 2016
Andrea Tosti ci accompagna in un viaggio alla scoperta di come gli iconotesti raccontino storie attraverso la creazione di paesaggi visivi, di qual è la carica anarchica insita nelle immagine e di come le parole la possano mitigare, piegando le immagini anche a scopi didattici.
Graphic novel è un libro di cui consiglio la lettura a chi professionalmente sfrutta la capacità comunicativa di immagini e testi. Comunicatori tecnici e technical writer troveranno particolarmente interessante la figura di Will Eisner, che negli anni Quaranta realizzò “fumetti didattici finalizzati alla manutenzione preventiva”, nonché l’uso che architetti, urbanisti e designer fanno dei fumetti a fini di storytelling.
Comparazione tra la teoria della tecnica sociale di Francesco Fattorello e la semiotica di Greimas, Landowski e Cosenza. In particolare focus sui punti di contatto ne \"La società riflessa\" di Eric Landowski.
Progetto di "Sociologia visuale". Analisi dei film "Indovina chi viene a cena" e "Indovina chi", collegati con le teorie di sociologia visuale e sugli studi sulle coppie miste.
La semiotica a supporto della progettazione: vademecum per UX designersLuna Gasparini
La semiotica arricchisce ed estende il concetto di usabilità.
Partendo da questo assioma, ho integrato il famoso modello progettuale digitale stilato da Jesse James Garrett (The elements of user experience) con alcuni concetti fondativi della semiotica, quali la dialogicità e le inferenze, al fine di stilare un piccolo ma innovativo vademecum per UX designers.
Elaborato finale Semiotica del progetto di comunicazione
Professore Salvatore Zingale
Semiotica della Rappresentazione Visiva: Esercitazioni.Eleonora Mencarini
03 Ottobre 2012 - Lezione 1.
Corso di Laurea Triennale in Interfacce e Tecnologie della Comunicazione, Facoltá di Scienze Cognitive, Universitá degli Studi di Trento.
SEMIOTICA GENERATIVA delle passioni, quadrato semiotico, percorso narrativo e mapping.
Analisi della comunicazione e dell'identità visiva di una grande marca come Twinings che si racconta in 2 dei suoi più importanti spot televisivi. Dal livello della manifestazione, a quello della discorsività, alla narratività fino ad arrivare alle forme profonde del senso che possono emergere ed essere rappresentate nel quadrato semiotico.
MEMORY OF TASTE OR TASTE OF MEMORY? Analisi antropologico-culturale della mne...ISTITUTO EUROPEO DI MUSICA
Si può affermare che la mnemotecnica alessandrina è la storia della nascita del piano regolatore, di una cultura che ha saputo fare i conti con le implicazioni macrourbanistiche che governano la crescita dello spazio e con le implicazioni microstrutturali che governano i parametri della cura del corpo. In tal senso spazio urbanistico e spazio corporeo vivono in simbiosi, colonne portanti di ciò che è definito il gusto colossale del bello ellenistico.
Il prototipo messo a punto rispetto al bene culturale San Pietro Barisano ha consistito in una rappresentazione delle stratificazioni che il tempo ha modellato su una precisa emergenza artistica, tenendo conto del reticolo cittadino confluito nelle funzioni del luogo di culto. Oltre alla cultura nel senso artistico ed estetico, si mette al centro l’umano e l’inattuale, ovvero l’interrogativo sul come l’oggetto è stato vissuto e con che sembianze si è impresso nella mente delle persone che lo hanno frequentato, che lo hanno assunto come simbolo e centro della propria quotidianità, dei ricordi e dei racconti, o che potrebbero farlo. Ci siamo chiesti in che senso il luogo rappresenta una risorsa per le persone, partendo dal presupposto che le cose non hanno un senso solo per sé ma per noi.
LUCEBUIO Raul Gabriel , low resolution, ex cotonificio delle piane-Fondazion...Raul Gabriel
LUCEBUIO Raul Gabriel , low resolution, ex cotonificio delle piane-Fondazione Divisionismo Tortona-Museo Diocesano Tortona- testi di Paolo Bolpagni e Alessandro Beltrami
La mostra Memoria Variabile presenta lavori video, fotografie e installazioni dei seguenti autori:
Vincenzo Agnetti, Maggie Cardelús, Martina Della Valle, Rä di Martino, Laurent Fiévet, Meri Gorni, Paolo Inverni, Vladimir Kupriyanov, Lena Liv, Fabio Mauri, Marcelo Moscheta, Davide Mosconi, Daniel Pitín, Catherine Poncin, Kurt Ralske, Moira Ricci, Sylvie Romieu, Eric Rondepierre, Indre Serpytyte, Mirko Smerdel, Aldo Tagliaferro, Dubravka Vidović, Ciro Vitale, Roger Welch.
@ Galleria Milano
a cura di Gigliola Foschi e Carla Pellegrini
Flavia Barca Una cultura contemporanea per il bene comune 2015Flavia Barca
È arrivato il momento di identificare una visione sul rapporto tra cultura, paesaggio e futuro, ovvero un progetto pubblico sul futuro delle città e dei territori che passi attraverso il riuso dei nostri beni e spazi e attraverso lo sviluppo di nuova arte, quindi la creazione di spazi che promuovano la creatività e l’innovazione. Insomma è arrivato il momento di elaborare un progetto contemporaneo.
4. Fieldwork: “Il Quarticciolo” Nasce come “borgata” intorno agli anni ’30-’40 in seguito all’immigrazione del sud Italia. Nel 1938 l'Istituto autonomo case popolari realizzò a nord dell'Alessandrino il Quarticciolo , (23.000 abitanti) destinato a ospitare la popolazione trasferita forzatamente dal centro storico a causa delle demolizioni effettuate da Mussolini per costruire Corso Rinascimento e via della Conciliazione
10. Modificazione del paesaggio non solo attraverso l’intervento materiale ma soprattutto attraverso la sua percezione : Paesaggio_visuale Paesaggio_sonoro Paesaggio_corporeo Paesaggio_virtuale Morphing-Land scape
11. Antropologia _visuale L’antropologia della comunicazione visuale vide il suo sviluppo all’inizio degli anni ’70 nel gruppo di ricerca del PIEF (Program In Ethnographic Film), dove si vennero a delineare le linee guida sia interpretative che metodologiche dei modelli e dei codici visuali.
12. Antropologia _visuale Il gruppo nasce come un’associazione antropologica, che grazie al sostanziale contributo di Sol Worth, aveva come finalità quella di sottolineare le aree d’indagine e le forme visuali che dovessero essere prese in considerazione dall’antropologia visuale. Fu proprio la nascita della rivista Studies in the Antropology of Visual Communication , diretta dallo stesso Worth, a chiarire le aree d’interesse dell’antropologia visuale.
13. Antropologia _visuale Nella newsletter 5,2 del 1974 vengono specificate le seguenti tematiche: - lo studio, l’analisi, e la produzione di film etnografici e di fotografie etnografiche in funzione della ricerca e dell’insegnamento: - l’analisi delle forme simboliche visuali di una conformazione storico culturale, - teorie, tecnologie e metodologie visuali per la registrazione e l’analisi del comportamento umano e le relazioni fra i diversi modi della comunicazione, - l’analisi della strutturazione della realtà quale viene evidenziata dai prodotti visuali e dai manufatti,
14.
15. Antropologia _visuale L’antropologo visuale non è più solamente interessato al film etnografico, come semplice registrazione della realtà, ma a tutti i codici e modelli visuali che si manifestano in una data “cultura”.
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17. Comunicazione _Visuale Il mondo come testo è stato sostituito da un mondo come immagine , ed è quindi sempre più difficile definire la cultura soltanto in termini linguistici. (Mirzoeff, 2002) La crescente importanza della cultura visuale offre all’antropologia della comunicazione nuove prospettive: per capire la visual culture è importante riconoscere che l’immagine visiva non è stabile , ma cambia continuamente il nostro rapporto con la realtà. L’aspetto visuale della comunicazione diventa, quindi, parte integrante del “fare” antropologia.
18.
19. Comunicazione _Visuale L’immagine che abbiamo del mondo è una costruzione simbolica di significati In breve gli scritti antropologici sono essi stessi interpretazioni, e per di più di secondo o di terzo ordine. Sono quindi invenzioni, invenzioni nel senso che sono “qualcosa di fabbricato” , “qualcosa di confezionato”- il significato originario di fictio - non che sono false, irreali o semplicemente ipotesi pensate “come se” Cliffors Geertz, Interpretazione di Culture, 1988
20. Comunicazione _Visuale La Jetée di Chris Marker come utilizzo “altro” dell’immagine fotografica de-contestualizzata. Transito dall’immagine fissa al documentario. Narrazione_ montaggio
21.
22. Gea Casolaro She investigates usage and meanings of images as well as the different possibilities to look at reality, beyond stereotypes and cultural impositions. Destabilizzazione del quotidiano e della percezione del reale Molteplicità di interpretazioni Multiply Identities _Multiply Geographies
23. Seguendo i fili che formano il tessuto della città, 2005-2006 Prato come luogo dell'industria tessile L'intenzione del lavoro realizzato per Spread in Prato 2005 è stata quella di fotografare i dipendenti del lanificio Zanieri cercando di uscire dai confini della spersonalizzazione del lavoro per focalizzarsi sul loro “tempo libero”. Molteplici identità di Prato
24. Human Landscapes - Beijing n. 1 e n. 2, 2004 Morphing_Landscape Modificazione del paesaggio nell’attraversamento umano. Human Landscapes 2, 1999
25.
26. Riflessi di una città, 2006, Venezia Lavorare contro l'idea di "tipico". […] Riflessi di una città è un lavoro che interroga sull'idea di rappresentazione, di stereotipo , di immaginario." Dall'intervista a Gea Casolaro di Alejandro Burgos Bernal e Simona Metalli.
27. Il centro della periferia, 2006 Spostamento dei confini della grande città (Roma) nella realtà dei cittadini di Frascati Espansione della metropoli
28. Visioni dell'EUR, 2002-2006 Visioni dell'EUR mette in scena le molteplici percezioni della realtà che ci circonda.
29. Cartoline personali [Personal postcards], 2003 Messa in gioco dello sguardo privato sullo spazio pubblico E’ in questo transitare che la rappresentazione di una geografia si altera, diventa nuova percezione
30. Volver atrás para ir adelante, 2003, Galerias Pacifico Il territorio non è più lo spazio fisico ma un concetto percettivo Ritmo_ Paesaggio
31. Doppio Sguardo [Double Glance], 2003, Calle Florida, Buenos Aires Luoghi dove i conlitti hanno imposto le proprie geografie Un doppio sguardo dove potere e conflitto si scontrano, si moltiplicano, si compenetrano
32. To feel at home, 2002 2 fasi: Chiedere a dei passanti di descrivere l'esterno della loro abitazione con testi e/o disegni. A cercare una casa che rispondesse a quella descrizione in un paese dall'altra parte del confine. Superamento de concetto di confine . Ad esempio case descritte in Germania venivano fotografate in Repubblica Ceca
34. Non Luogo Bolzano [No Site Bolzano], 2000 immagine di Bolzano a cui vengono accostate due immagini più piccole di luoghi simili fotografati in altre città del mondo. Il Frame è il Montaggio
35. Maybe in Sarajevo (Maybe in Mexico City), 1998-99 May be in Sarajevo Maybe in Sarajevo (Maybe in Istanbul), 1998-99
36. Maybe in Sarajevo, Maybe in London, 1998-99 Localizzazione soggettiva del territorio Percezione temporanea del vissuto GEO_GRAFIA come pratica_racconto dei “territori vissuti” May be in Sarajevo
37.
38. Breve Bibliografia e Web_grafia Mirzoeff, N., 2002, Introduzione alla cultura visuale , Roma, Meltemi. Alinovi, F. ; Marra C., 2006, La Fotografia. Illusione o Rivelazione?, Editrice Quinlan, Bologna. Gravano V., 2008, Paesaggi Attivi. Saggio contro la contemplazione , Costa&Nolan, Milano www.comune.roma.it www.urbanistica.comune.roma.it www.italianarea.it