Alpago - Piancavallo - Valcellina
Autore: Stefano Burra, Andrea Rizzato
Editore: Idea Montagna
Argomento: scialpinismo
Pagine: 288 a colori
Data di pubblicazione: 25/11/2011
Formato: 15x21 cm
78 itinerari con foto, tracciati, cartine e relazioni dettagliate, notizie storiche e culturali
Questa guida è una monografia scialpinistica sul Gruppo del Col Nudo e Cavallo, con tutti i percorsi principali della catena montuosa. Sono relazionati 78 itinerari, cui si aggiungono numerose varianti, sia in salita, sia in discesa, che spaziano dalle più elementari passeggiate sugli sci, fino alle escursioni molto impegnative riservate ad ottimi scialpinisti. Naturalmente il libro non vuole avere pretesa di completezza poiché, fortunatamente, ogni escursionista potrà sempre sviluppare nuove linee di salita e discesa, grazie alla favorevole orografia della zona; queste meravigliose montagne, infatti, bene si prestano ad essere interpretate da chi possiede la giusta preparazione e fantasia per andare alla scoperta di qualcosa di nuovo.
Alla stesura delle relazioni, il più possibile aggiornate e puntuali, abbiamo abbinato una ricerca fotografica che potesse descrivere tecnicamente i luoghi, trasmettendone parimenti tutta la delicata poesia e la rude severità; a due passi dalle grandi Dolomiti, infatti, qui si trovano scenari e prospettive altrettanto accattivanti, con l’unicità di trovarsi ad un passo dal Mare Adriatico. Dalle creste innevate lo specchio del mare emerge scintillando sulla linea dell’orizzonte, in un unico caldo abbraccio con le nostre città, i paesi e le valli.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=30
48 itinerari scialpinistici nella splendida Val Visdende
Autore: Albino De Bernardin, Andrea Rizzato
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 184 a colori
Formato: 15x21 cm
Data di pubblicazione: 20/12/2013
Nel variegato panorama editoriale gravitante sulle Dolomiti ben poco è stato scritto sulla Val Visdende, estremo lembo di montagne venete incastonate tra le Creste di Confine, le Dolomiti stesse e le Alpi Carniche. La vallata, famosa più per i suoi prati e i boschi di fondovalle, è invero sconosciuta nei suoi recessi più elevati, laddove la sequenza ininterrotta di cime si fonde con il cielo oramai prossimo all’Austria e all’Europa.
La Val Visdende è anche la valle dei silenzi, abbandonata com’è dalla stabile presenza dell’uomo, è un luogo dove il muto colloquio tra natura e escursionista può essere ancora coltivato. Come per un misterioso incanto infatti, sembra che tutti si siano dimenticati di questi luoghi quando altrove si apriva la porta ad uno sviluppo tumultuoso e spesso poco accorto, tanto che in quota non ci sono strutture turistiche, non si può salire in auto tra i boschi, non esistono funivie e piste da sci. La valle è ancora naturale! Non solo: descrivendone i possibili itinerari scialpinistici si coprono distanze notevoli (circa venti chilometri da est a ovest e dieci da nord a sud). Una sorta di vero e proprio gruppo montuoso, un territorio ampio e sufficientemente esteso anche per chi ama spaziare e cambiare prospettive, ambienti e scenari.
Ecco quindi l’obiettivo di questa guida scialpinistica: raccontare, descrivere, documentare cosa si trova all’interno del meraviglioso scrigno della Val Visdende quando la neve rende tutto ancora più affascinante e splendente. Una guida monografica, completa ed esaustiva delle possibilità scialpinistiche in zona, con il secondo fine, o buon proposito, di riproporre il tema della valorizzazione e della tutela dei luoghi con un gesto davvero concreto. È un inizio, un primo passo, ma speso nella convinzione che questi itinerari, con la bellezza che offrono, valgano più di mille parole.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=50
104 itinerari intorno a Cortina d'Ampezzo
Autore: Stefano Burra, Luca Galante
È inutile dire quanto bella e affascinante sia la conca ampezzana. Essa è conosciuta in tutto il mondo quale luogo di montagna tra i più apprezzati. Accanto alla molteplice offerta dedicata al turismo di massa, attorno a Cortina, fortunatamente, si possono trovare luoghi esclusivi. Gli scialpinisti non hanno lesinato nella loro ricerca.
Questa guida, prima e unica monografia di scialpinismo della conca, va a scoprire tutti i pendii, le cime e i canali dove è possibile lasciare una traccia sulla neve. In modo che nulla sia lasciato intentato.
Comprende 104 itinerari nelle aree:
Croda da Lago - Cernera
Nuvolau
Fanes - Lagazuoi
Tofane
Croda Rossa - Vallandro
Cristallo
Pomagagnon
Sorapis
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
- cenni storici
- elenchi riassuntivi
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=63
83 itinerari in Val di Zoldo
Autori: Stefano Burra, Leonardo Pra Floriani
La Val di Zoldo, famosa per due tra le più belle perle dolomitiche, riserva un magico mondo, quasi incontaminato, dedicato allo scialpinismo. Accanto alle famose salite di Pelmo e Civetta infatti offre angoli per lo più sconosciuti. I gruppi del Bosconero, della Val Prampèr, del Tamer-San Sebastiano danno ancora l'impressione di essere "fuori dal mondo".
La guida, una vera e propria monografia, tratta tutte le possibilità scialpinistiche comprendendo 83 itinerari di tutte le difficoltà nei cinque sottogruppi trattati.
Comprende 83 itinerari nei gruppi di:
Pelmo
Civetta
Bosconero
Prampèr
Tamer-San Sebastiano
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
- cenni storici
- elenchi riassuntivi
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=64
Valle del Boite, Centro Cadore, Val d’Ansiei, Misurina.
Il Cadore rientra tra quelle regioni montane tanto forti dal punto di vista identitario quanto indefinite dal punto di vista geografico. Un territorio con labili confini, ma con fortissime fondamenta culturali, che ne fanno una delle regioni alpine dove seguire in maniera esemplare l'evoluzione storica del paesaggio. Una terra di forti contrasti, dove isolate frazioni quasi disabitate si trovano a brevissima distanza da centri turistici di primaria importanza, dove sentieri affollatissimi si trovano a pochi chilometri in linea d’aria da percorsi completamenti immersi nel silenzio.
Non si può dire che manchino montagne importanti, anzi proprio in Cadore si ergono alcune delle più alte vette delle Dolomiti e alcuni dei gruppi più monumentali, come il Sorapìs, il Pelmo e l’Antelao e le stesse Dolomiti di Sesto che si affacciano con il loro versante meridionale sulla Val d’Ansiei. Altresì il Cadore è via d'accesso alle Marmarole e alle Dolomiti Friulane, zone fra le più selvagge, spettacolari e silenziose dell’intero arco alpino.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=202
Il territorio della Val Badia, nella sua limitata estensione, racchiude un infinito scrigno di tesori e, senza dubbio, l’unico modo possibile per avvicinarli e apprezzarli appieno è camminando. Percorrendo a piedi i sentieri d’alta quota riusciremo a percepire i grandi spazi e i grandi silenzi della montagna, scoprendone dettagli e scorci nascosti che mai noteremmo qualora ci spostassimo solamente in auto. Il turismo oggi è frenetico, in pochi giorni si cerca di scoprire il maggior numero possibile di località, utilizzando soltanto auto e funivie, senza spostarsi dai luoghi dove tutti possono arrivare senza fatica. Ma così facendo, perdiamo la vera essenza di una vacanza in alta quota.
Questo libro vuole essere un invito a scoprire e riscoprire la montagna e un omaggio alle Dolomiti patrimonio dell’umanità UNESCO. Si tratta di 34 itinerari tra montagne ammantate di leggenda, sulle quali sono state scritte pagine di storia dell’alpinismo nonché teatro di sanguinosi scontri durante la Prima Guerra Mondiale. Insomma, al di là del panorama dolomitico, già da solo in grado di emozionarci e affascinarci oltre ogni immaginazione, è facile, camminando in questi luoghi, essere sopraffatti anche dalla suggestione delle gesta eroiche dei nostri antenati.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=131
Appennino Tosco-Emiliano - Settore Est
Prosegue e si conclude con questo volume la descrizione degli itinerari di neve e ghiaccio esistenti sul crinale appenninico tra Emilia Romagna e Toscana.
L'opera prende in considerazioni le montagne più a est e comprende i gruppi Giovo-Rondinaio, Alpe delle Tre Potenze, Monte Gomito, Monte Cimone, Libro Aperto, Monte Spigolino, Monte Corno alle Scale.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=105
Scialpinismo, sci ripido, freeride in Appennino Tosco-Emiliano
L'Appennino sa essere domestico ma anche selvaggio e nei suoi versanti si può trovare, nella stagione invernale, diversi modi espressivi: dalle lunghe escursioni in valloni incontaminati, ai ripidi canali, alle discese mozzafiato dove l'unico problema è “sciare...“.
Delle Alpi, ormai, tutti sanno tutto e si è scritto qualsiasi tipo di libro e sono assai antropizzate; sono poche le linee ancora da salire e da scendere, poche le possibilità di trovarsi in perfetta solitudine ad affrontare un'escursione. In Appennino è diverso, le montagne riservano ancora delle zone veramente selvagge dove l'uomo non ha mai calcato o quasi il suo piede e le pareti offrono spesso linee che aspettano solo che qualcuno vada a scoprirle; questo è stato il grande privilegio che l'Appennino ha saputo offrire all'autore: la possibilità di cercare le proprie linee e di trovare le proprie discese.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=104
Ghiaccio, scialpinismo, roccia, falesie, ferrate nei Parchi del Pollino e dell’Appennino Lucano.
La guida più completa per vivere il verticale durante le quattro stagioni in una delle zone più belle dell’Italia Meridionale.
Si compone di 5 parti ben distinte, corrispondenti alle 5 attività verticali praticabili nei Parchi del Pollino e dell'Appennino Lucano. La zona ha vissuto l'incursione, circa 35 anni fa, di uno dei più grandi alpinisti italiani, Alessandro Gogna.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=83
48 itinerari scialpinistici nella splendida Val Visdende
Autore: Albino De Bernardin, Andrea Rizzato
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 184 a colori
Formato: 15x21 cm
Data di pubblicazione: 20/12/2013
Nel variegato panorama editoriale gravitante sulle Dolomiti ben poco è stato scritto sulla Val Visdende, estremo lembo di montagne venete incastonate tra le Creste di Confine, le Dolomiti stesse e le Alpi Carniche. La vallata, famosa più per i suoi prati e i boschi di fondovalle, è invero sconosciuta nei suoi recessi più elevati, laddove la sequenza ininterrotta di cime si fonde con il cielo oramai prossimo all’Austria e all’Europa.
La Val Visdende è anche la valle dei silenzi, abbandonata com’è dalla stabile presenza dell’uomo, è un luogo dove il muto colloquio tra natura e escursionista può essere ancora coltivato. Come per un misterioso incanto infatti, sembra che tutti si siano dimenticati di questi luoghi quando altrove si apriva la porta ad uno sviluppo tumultuoso e spesso poco accorto, tanto che in quota non ci sono strutture turistiche, non si può salire in auto tra i boschi, non esistono funivie e piste da sci. La valle è ancora naturale! Non solo: descrivendone i possibili itinerari scialpinistici si coprono distanze notevoli (circa venti chilometri da est a ovest e dieci da nord a sud). Una sorta di vero e proprio gruppo montuoso, un territorio ampio e sufficientemente esteso anche per chi ama spaziare e cambiare prospettive, ambienti e scenari.
Ecco quindi l’obiettivo di questa guida scialpinistica: raccontare, descrivere, documentare cosa si trova all’interno del meraviglioso scrigno della Val Visdende quando la neve rende tutto ancora più affascinante e splendente. Una guida monografica, completa ed esaustiva delle possibilità scialpinistiche in zona, con il secondo fine, o buon proposito, di riproporre il tema della valorizzazione e della tutela dei luoghi con un gesto davvero concreto. È un inizio, un primo passo, ma speso nella convinzione che questi itinerari, con la bellezza che offrono, valgano più di mille parole.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=50
104 itinerari intorno a Cortina d'Ampezzo
Autore: Stefano Burra, Luca Galante
È inutile dire quanto bella e affascinante sia la conca ampezzana. Essa è conosciuta in tutto il mondo quale luogo di montagna tra i più apprezzati. Accanto alla molteplice offerta dedicata al turismo di massa, attorno a Cortina, fortunatamente, si possono trovare luoghi esclusivi. Gli scialpinisti non hanno lesinato nella loro ricerca.
Questa guida, prima e unica monografia di scialpinismo della conca, va a scoprire tutti i pendii, le cime e i canali dove è possibile lasciare una traccia sulla neve. In modo che nulla sia lasciato intentato.
Comprende 104 itinerari nelle aree:
Croda da Lago - Cernera
Nuvolau
Fanes - Lagazuoi
Tofane
Croda Rossa - Vallandro
Cristallo
Pomagagnon
Sorapis
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
- cenni storici
- elenchi riassuntivi
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=63
83 itinerari in Val di Zoldo
Autori: Stefano Burra, Leonardo Pra Floriani
La Val di Zoldo, famosa per due tra le più belle perle dolomitiche, riserva un magico mondo, quasi incontaminato, dedicato allo scialpinismo. Accanto alle famose salite di Pelmo e Civetta infatti offre angoli per lo più sconosciuti. I gruppi del Bosconero, della Val Prampèr, del Tamer-San Sebastiano danno ancora l'impressione di essere "fuori dal mondo".
La guida, una vera e propria monografia, tratta tutte le possibilità scialpinistiche comprendendo 83 itinerari di tutte le difficoltà nei cinque sottogruppi trattati.
Comprende 83 itinerari nei gruppi di:
Pelmo
Civetta
Bosconero
Prampèr
Tamer-San Sebastiano
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
- cenni storici
- elenchi riassuntivi
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=64
Valle del Boite, Centro Cadore, Val d’Ansiei, Misurina.
Il Cadore rientra tra quelle regioni montane tanto forti dal punto di vista identitario quanto indefinite dal punto di vista geografico. Un territorio con labili confini, ma con fortissime fondamenta culturali, che ne fanno una delle regioni alpine dove seguire in maniera esemplare l'evoluzione storica del paesaggio. Una terra di forti contrasti, dove isolate frazioni quasi disabitate si trovano a brevissima distanza da centri turistici di primaria importanza, dove sentieri affollatissimi si trovano a pochi chilometri in linea d’aria da percorsi completamenti immersi nel silenzio.
Non si può dire che manchino montagne importanti, anzi proprio in Cadore si ergono alcune delle più alte vette delle Dolomiti e alcuni dei gruppi più monumentali, come il Sorapìs, il Pelmo e l’Antelao e le stesse Dolomiti di Sesto che si affacciano con il loro versante meridionale sulla Val d’Ansiei. Altresì il Cadore è via d'accesso alle Marmarole e alle Dolomiti Friulane, zone fra le più selvagge, spettacolari e silenziose dell’intero arco alpino.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=202
Il territorio della Val Badia, nella sua limitata estensione, racchiude un infinito scrigno di tesori e, senza dubbio, l’unico modo possibile per avvicinarli e apprezzarli appieno è camminando. Percorrendo a piedi i sentieri d’alta quota riusciremo a percepire i grandi spazi e i grandi silenzi della montagna, scoprendone dettagli e scorci nascosti che mai noteremmo qualora ci spostassimo solamente in auto. Il turismo oggi è frenetico, in pochi giorni si cerca di scoprire il maggior numero possibile di località, utilizzando soltanto auto e funivie, senza spostarsi dai luoghi dove tutti possono arrivare senza fatica. Ma così facendo, perdiamo la vera essenza di una vacanza in alta quota.
Questo libro vuole essere un invito a scoprire e riscoprire la montagna e un omaggio alle Dolomiti patrimonio dell’umanità UNESCO. Si tratta di 34 itinerari tra montagne ammantate di leggenda, sulle quali sono state scritte pagine di storia dell’alpinismo nonché teatro di sanguinosi scontri durante la Prima Guerra Mondiale. Insomma, al di là del panorama dolomitico, già da solo in grado di emozionarci e affascinarci oltre ogni immaginazione, è facile, camminando in questi luoghi, essere sopraffatti anche dalla suggestione delle gesta eroiche dei nostri antenati.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=131
Appennino Tosco-Emiliano - Settore Est
Prosegue e si conclude con questo volume la descrizione degli itinerari di neve e ghiaccio esistenti sul crinale appenninico tra Emilia Romagna e Toscana.
L'opera prende in considerazioni le montagne più a est e comprende i gruppi Giovo-Rondinaio, Alpe delle Tre Potenze, Monte Gomito, Monte Cimone, Libro Aperto, Monte Spigolino, Monte Corno alle Scale.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=105
Scialpinismo, sci ripido, freeride in Appennino Tosco-Emiliano
L'Appennino sa essere domestico ma anche selvaggio e nei suoi versanti si può trovare, nella stagione invernale, diversi modi espressivi: dalle lunghe escursioni in valloni incontaminati, ai ripidi canali, alle discese mozzafiato dove l'unico problema è “sciare...“.
Delle Alpi, ormai, tutti sanno tutto e si è scritto qualsiasi tipo di libro e sono assai antropizzate; sono poche le linee ancora da salire e da scendere, poche le possibilità di trovarsi in perfetta solitudine ad affrontare un'escursione. In Appennino è diverso, le montagne riservano ancora delle zone veramente selvagge dove l'uomo non ha mai calcato o quasi il suo piede e le pareti offrono spesso linee che aspettano solo che qualcuno vada a scoprirle; questo è stato il grande privilegio che l'Appennino ha saputo offrire all'autore: la possibilità di cercare le proprie linee e di trovare le proprie discese.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=104
Ghiaccio, scialpinismo, roccia, falesie, ferrate nei Parchi del Pollino e dell’Appennino Lucano.
La guida più completa per vivere il verticale durante le quattro stagioni in una delle zone più belle dell’Italia Meridionale.
Si compone di 5 parti ben distinte, corrispondenti alle 5 attività verticali praticabili nei Parchi del Pollino e dell'Appennino Lucano. La zona ha vissuto l'incursione, circa 35 anni fa, di uno dei più grandi alpinisti italiani, Alessandro Gogna.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=83
Tra tutti i gruppi dolomitici, quello delle Pale di San Martino (fonte di continua ispirazione alpinistica e artistica per il loro cantore Dino Buzzati) è forse il più immaginifico e fantastico, a causa della sua estensione, del continuo mutare del paesaggio, degli ambienti e delle conformazioni rocciose. Un gruppo montuoso che può entusiasmare già al primo contatto, anche solo arrivando in auto al tramonto al Passo Rolle, camminando per pochi minuti lungo le facili sterrate della Val Venegia o della Val Canali e che poi "rischia" di attrarre in maniera irresistibile l'escursionista quando si cominciano a scoprire luoghi come il Vallone delle Lede, la Valle di Focobon, il Cimerlo, il piccolo Ghiacciaio della Fradusta o l'Orrido delle Comelle.
Le ferrate e i sentieri attrezzati sono anch'essi un incentivo a percorrere vecchi sentieri dei cacciatori, cenge da pecore o da camosci, guglie rocciose dalle forme bizzarre, canaloni isolati e severi. Lunghi percorsi attrezzati come la Bolver Lugli al Cimon della Pala, ferrate brevi e impegnative come la Stella Alpina all'Agner, si affiancano a ferrate di media difficoltà, quasi sempre altamente panoramiche (Buzzati, Gusella, Velo, Porton, Orsa) e infine a sentieri attrezzati dove le corde fisse aiutano a superare in sicurezza i passaggi più difficoltosi. Ognuno potrà selezionare le difficoltà tecniche e l'impegno fisico da affrontare ma soprattutto potrà scegliere quali sogni inseguire.
Elenco delle vie ferrate:
- Ferrata Bolver-Lugli
- Ferrata del Velo
- Sentiero Attrezzato Gusella
- Ferrata del Porton
- Sentiero Attrezzato Buzzati
- Sentiero Attrezzato De Paoli
- Ferrata dell'Orsa
- Ferrata Fiamme Gialle
- Ferrata Stella Alpina
- Ferrata Gabitta d'Ignoti
- Sentiero delle Farangole
- Sentiero Attrezzato delle Sedole
- Ferrata dell'Orsa
- Ferrata Monte Agner
- Ferrata del Canalone in Val Canali
- Sentiero del Cacciatore
- Ferrata della Vecchia
- Ferrata del Canalone al Mulaz
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=73
L'Appennino sa essere domestico ma anche selvaggio e nei suoi versanti si può trovare, nella stagione invernale, diversi modi espressivi: dalle lunghe escursioni in valloni incontaminati, ai ripidi canali, alle discese mozzafiato dove l'unico problema è “sciare“...
Delle Alpi, ormai, tutti sanno tutto e si è scritto qualsiasi tipo di libro e sono assai antropizzate; sono poche le linee ancora da salire e da scendere, poche le possibilità di trovarsi in perfetta solitudine ad affrontare un'escursione. In Appennino è diverso, le montagne riservano ancora delle zone veramente selvagge dove l'uomo non ha mai calcato o quasi il suo piede e le pareti offrono spesso linee che aspettano solo che qualcuno vada a scoprirle; questo è stato il grande privilegio che l'Appennino ha saputo offrire all'autore: la possibilità di cercare le proprie linee e di trovare le proprie discese.
“L'avventura, secondo me, non conosce quota! Ci si può ingaggiare con la montagna a 8000 metri come a 2000 metri, ognuno può trovare la propria dimensione ed esplorare il terreno che preferisce e in cui si sente a casa; l'avventura è uno stato mentale che nasce e cresce dentro ognuno di noi se giustamente alimentato con motivazioni, progetti, obiettivi, voglia di mettersi in discussione e di migliorare il proprio livello fisico, tecnico e mentale. Credo che tutti abbiamo un debito di riconoscenza verso le montagne di casa! Per me... era semplicemente giunto il momento di saldarlo.“
La guida prende in considerazione 74 vie scelte nei gruppi del Monte Gomito, Alpe Tre Potenze, Abetone, Val di Luce, Corno alle Scale, Cimone, Libro Aperto, Cima Tauffi, Giovo, Rondinaio, Lago Santo, Monte Cusna, Febbio, Alpe di Vallestrina, Cipolla, Sassofratto Vecchio, Cella, Le Porraie, Castellino, Prado, Cerreto Laghi, Monte Alto, Punta Buffanaro, Monte Casarola, Alpe di Succiso.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=104
66 itinerari dalle Dolomiti di Brenta alle Pale di San Martino
Le Dolomiti Occidentali presentano un'orografia molto complessa e comprendono gruppi montuosi relativamente piccoli e apparentemente poco articolati, come il Sassolungo o il Làtemar, e vere e proprie catene montuose in miniatura come il Catinaccio, il Brenta e le Pale di San Martino o addirittura a insiemi di più catene come succede per il Gruppo della Marmolada e i rilievi che gravitano attorno alle Odle.
Questa guida propone 66 escursioni ad anello in otto gruppi montuosi: Dolomiti di Brenta, Làtemar, Catinaccio, Sassolungo, Odle-Putia-Puez, Sella, Marmolada e Pale di San Martino. Si tratta di escursioni di varia difficoltà sia attorno ad un intero gruppo montuoso che a sottogruppi o singole cime all'interno di gruppi più complessi, con percorsi da uno a più giorni che vanno dai facili sentieri ai più impegnativi itinerari ad alta quota o lungo vie ferrate e percorsi attrezzati. Le escursioni, molte delle quali poco conosciute ma degne di interesse, sono suddivise in schede con descrizione dettagliata dei percorsi suddivisi per tappe e corredati da dislivelli, tempi, profili altimetrici, difficoltà, cenni storici, curiosità turistiche da vedere in zona e numerose fotografie a colori.
Ma non si tratta solo di escursioni finalizzate alla bellezza e alla libertà del camminare: l'idea di questa guida è anche quella di invogliare il lettore a sforzarsi ad osservare e a tentare di capire l'ambiente di queste favolose montagne, ecco perché oltre a qualche "anello classico" vengono presentati anche percorsi meno battuti, a volte scomodi e fuori dalle rotte abituali. Le note naturalistiche, geologiche, culturali e storiche non mancano e sono inserite in modo da renderle il più possibile fruibili all'escursionista, inserendole in vari contesti, sia nelle introduzioni che nelle descrizioni dei percorsi.
In sintesi una guida che non potrà mancare a tutti gli appassionati di escursioni sulle Dolomiti che vogliano conoscere i molteplici aspetti di queste splendide montagne su tutti i versanti e non si accontentano di escursioni con andata e ritorno lungo lo stesso sentiero!
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=68
65 itinerari.
Sfogliando questo libro, molti riconosceranno nelle fotografie i perfetti e magnetici denti rocciosi delle Tre Cime di Lavaredo, la grande e incantatrice parete nord ovest della Civetta, le piramidi maestose delle Tofane o il balcone panoramico del Lagazuoi.
Un attimo di incertezza è facile che cominci ad affiorare nel tentativo di riconoscere i profili del Cimon del Froppa e dei Tàmer, ma magari anche nell’individuare al primo sguardo il versante sud della Croda dei Toni o i profili più ombrosi del Pelmo e della Moiazza.
Sarà infine il conoscitore più attento e il frequentatore più curioso delle Dolomiti, a non perdersi tra le immagini dei verdi pascoli delle Vette Feltrine, nelle guglie tormentate del Bosconero o lungo la seghettata cresta del Miaron. Ma ridurre un libro come “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Orientali”, soltanto a un elenco di magnifici percorsi destinati a stupire, è addirittura riduttivo.
Come nel gemello “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Occidentali”, gli autori riversano, in parole e immagini, non solo gli itinerari eseguiti sul campo e la loro esperienza, ma anche il loro amore per la montagna, le loro competenze e le loro conoscenze, il rigore e l’autorevolezza di chi “guida” nel senso più antico e moderno del termine, prendendo per mano il camminatore e consentendogli di trovare il “suo” percorso, la “sua” cima, le “sue Dolomiti”, trasformando l’escursione non solo in un’attività fisica che consente di allenare muscoli.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=207
Guida escursionistica e alpinistica alle 86 cime dolomitiche oltre i 3000 metri di altezza in 16 gruppi dolomitici
Le relazioni di 86 vie normali alle più alte cime oltre i 3000 delle Dolomiti, con foto, tracciati, cartine, relazioni dettagliate, notizie storiche e culturali.
Si tratta della 2° edizione del libro 3000 delle Dolomiti! Dopo la prima edizione del 2012 questa ristampa
comprende correzioni, aggiornamenti, nuove foto e migliori disegni delle vie di roccia.
Vie ferrate in Sassolungo - Sella - Sciliar - Catinaccio - Marmolada - Latemar. Catinaccio, Marmolada, Sella, Sassolungo, Latemar: sono tutti nomi che richiamano spesso alla mente l’idea stessa delle Dolomiti, toponimi ben impressi nell’immaginario collettivo e nella mente di escursionisti e alpinisti. Una capillare organizzazione turistica, i numerosi impianti di risalita, la sterminata rete di punti di appoggio gestiti, fanno delle Dolomiti di Fassa una della aree più facilmente accessibili dell’intero arco alpino. Molte di queste cime sono entrate tra le immagini simbolo dei Monti Pallidi, basti pensare alle Torri del Vajolet, al Ghiacciaio della Marmolada, all’Alpe di Siusi. Le ferrate più famose e tecnicamente impegnative sono tra le più frequentate delle Alpi, soprattutto quelle che si sviluppano tra i bastioni di roccia del gruppo del Sella (vero crocevia dei gruppi dolomitici) come la Ferrata delle Mesules, la Ferrata Piazzetta e la Ferrata Brigata Tridentina, oppure quelle che risalgono le pareti rocciose del Colac e del Col Ombert. Molti escursionisti scelgono anche le ferrate del Catinaccio d’Antermoia o il primo tratto del Sentiero Bepi Zac perché, con difficoltà tecniche contenute, possono compiere escursioni di straordinario fascino. Cosa resta quindi da consigliare tra queste valli, dove a volte si ha quasi l’impressione di essere ormai assuefatti alla bellezza e alla sua quotidiana rappresentazione mediatica? Prima di tutto di usare le ferrate più famose come strumento di conoscenza di alcune della montagne più sorprendenti delle Alpi e poi di provare a percorrere la panoramica e silenziosa cresta dei Monzoni, tra crinali erbosi, rocce vulcaniche e memorie della Grande Guerra, di compiere un itinerario di grandissimo respiro come quello che transita attraverso la Ferrata Ombretta oppure di inoltrarsi nella piccola selva rocciosa del gruppo della Vallaccia.
Scopri le novità editoriali di Idea Montagna fra libri di arrampicata, alpinismo, ghiaccio, alta montagna, scialpinismo, vie normali, vie di roccia, escursionismo, grotta e mountain bike
Val Veny - Val Ferret - Valdigne - La Thuile
Oggi il Monte Bianco è un simbolo, un nome che evoca automaticamente il concetto di montagna, di vetta. Così facilmente osservabile dalle valli che lo circondano, il Bianco è diventato spesso anche immagine stereotipata, come gran parte dei più spettacolari gruppi alpini. Una fitta rete di sentieri lascia spesso l’escursionista al di fuori della fortezza di roccia e ghiaccio del massiccio vero e proprio, quasi sempre accessibile soltanto agli alpinisti, ma allo stesso tempo permette di capire la complessità di questo gruppo montuoso, le tante sorprese, i paesaggi grandiosi e sorprendenti. Ampie dorsali erbose, piccole sommità, ripiani di origine glaciale, panoramici valichi, permettono a tutti di ammirare orizzonti vastissimi e di comprendere quanto complesso e diversificato sia il microcosmo del Monte Bianco. Inoltre, spostandosi verso i solitari valloni e le silenziose conche che si affacciano lungo la valle di La Thuile oppure risalendo i sentieri ai piedi delle montagne della Valdigne, ci si inoltrerà in una dimensione ancora più autentica, dove l’escursionista più curioso e attento saprà leggere le tracce della storia dell’uomo e della natura.
Un libro suggestivo per i bellissimi paesaggi racchiusi in quella lingua di terra dove si svolse una guerra silenziosa.
34 percorsi tra forti, trincee e postazioni di guerra rimaste intatte che hanno una certa analogia con le “vere“ trincee, dove si era combattuto. Le “vere“ trincee avevo avuto modo di esplorarle in precedenti escursioni, da bambino, nella zona del Lagorai e di Cima d'Asta, in Trentino. La domanda e la perplessità allora sorsero spontanee: che anche in Val d'Intelvi si fosse combattuta, lì proprio lì, la Prima Guerra Mondiale? Che anche lì ci furono uomini relegati nel fondo di buche, a vivere per mesi sopraffatti da freddo, malattie e ansie? Sinceramente tra le nozioni storiche apprese nei primi anni di scuola non trovai soddisfacenti risposte a questa domanda. Restava allora la perplessità e il sospetto che in Val d'Intelvi si fosse combattuta una Prima Guerra Mondiale più nascosta, più silenziosa e poco nota. Il mistero meritava una soluzione.
La risposta alla fine arrivò, e giunse dopo brevi ricerche: si chiamava, “Sistema Difensivo Italiano alla Frontiera Nord verso la Svizzera“; una dicitura complessa, più popolarmente nota con il nome del generale che la pensò: Linea Cadorna.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=128
130 vie normali in Ampezzo, Cadore, Braies, Pusteria
La conca ampezzana, certamente una delle più belle delle Dolomiti, è, malgrado l’alta frequentazione, per gran parte sconosciuta.
Questo volume permette di scoprirne gli angoli più nascosti, ma per questo non meno affascinanti degli itinerari iper-frequentati che d’estate vengono presi d’assalto.
Sono qui descritte 130 vie normali ad altrettante vette attorno alla perla dolomitica. Accanto ai percorsi classici, quindi, risultano finalmente valorizzate esplorazioni semi-sconosciute, anche per i Cortinesi stessi.
Una guida escursionistica che comprende a volte quell’alpinismo facile che richiede una certa dose di esperienza e capacità di orientamento in terreni poco battuti.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=214&from=IM
40 escursioni a tema sulle Dolomiti
Un libro che racconta le Dolomiti sviscerandole in 11 capitoli tematici, seguendo con logica una cronologia che va dalla loro formazione al recente riconoscimento quale Patrimonio Mondiale dell'Unesco. I contenuti sono di tipo naturalistico, ecologico, storico, turistico ed escursionistico. Con 40 escursioni correlate, 11 capitoli tematici, circa 600 foto, oltre 30 schemi e disegni, 30 tabelle e 10 schede di approfondimento con interviste e testimonianze.
- 11 capitoli tematici
- circa 600 foto, oltre 30 schemi e disegni, 30 tabelle
- 10 schede di approfondimento con interviste e testimonianze
- 40 escursioni a tema complete di mappe, profili altimetrici, tempi parziali, tempi totali, scala difficoltà, cime da salire, cose da vedere
I 3000 delle Dolomiti si ergono come isolati colossi fra le splendide valli e cime dolomitiche del Trentino Alto Adige e del Veneto. Se alcune vette sono alla portata di ogni escursionista, altre costituiscono degli impegnativi itinerari alpinistici riservati a escursionisti esperti con le necessarie conoscenze di arrampicata in cordata ed esperienza su terreni e pareti rocciose.
Il grande successo decretato dagli amanti delle Dolomiti ha costretto autori ed editore a pubblicare la terza edizione del volume "3000 delle Dolomiti". Un successo certamente non casuale, visto l'approfondimento delle relazioni di tutte le elevazioni dolomitiche che superano i tremila metri di altezza.
Questa terza edizione costituisce un importante aggiornamento alle precedenti del 2012 e 2014, presentando alcuni itinerari non esposti nella prima stesura come la via originale di Grohmann alla Fópa di Matìa e la salita dal versante nord della Crodaccia Alta e alcune relazioni più dettagliate come le vie normali alla Punta Piccola dei Scarpèri, al Pilastro Nino, alla Piccola Furchetta, alla Cima De Falkner e all'Antelao, la cui via normale ha subito un importante crollo nel novembre 2014. Questo anche grazie al contributo di alcuni membri del Gruppo 3000 Dolomiti, fra cui il vicentino Beppe Ziggiotto che nel 2017 ha concluso per primo, a quanto ci risulta, la salita di tutti i 3000 dolomitici fra cui la Cima De Falkner, probabilmente inaccessa da 65 anni. Sono inoltre presenti dei nuovi schizzi di salita per gli itinerari in roccia curati dal disegnatore e alpinista Marco Romelli, nonché nuove immagini di alcuni itinerari.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=159
Le 27 escursioni proposte coprono tutto il territorio della Val di Zoldo e i suoi gruppi montuosi, sconfinando spesso anche sui versanti rivolti verso l’Ampezzano, il Cadore e l’Agordino.
Ai percorsi più noti e turistici affacciati su Pelmo e Civetta, si aggiungono itinerari più selvaggi e a volte quasi sconosciuti che si inerpicano sui pendii dei cosiddetti “monti minori” di Zoldo.
A completare le già notevoli possibilità escursionistiche si va ad aggiungere l’Anello Zoldano, un percorso a tappe di più giorni che ripercorre sentieri preesistenti sfruttando in maniera ottimale l’ospitalità dei rifugi dislocati nel territorio.
La Val di Zoldo è una vera miniera per gli escursionisti che qui possono trovare percorsi di tutte le lunghezze e difficoltà, nonché spunti per osservazioni geologiche, paleontologiche, naturalistiche e storiche.
La sua posizione inoltre la rende facilmente accessibile per chi proviene dalla pianura veneta e può così compiere escursioni giornaliere, anche se si consiglia vivamente di pernottare in zona per poter così godere appieno delle possibilità offerte da questo angolo straordinario dei “Monti Pallidi”.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=130
Vol. 1 - Appennino Tosco-Emiliano - Settore Ovest
313 itinerari di alpinismo invernale in 30 diversi gruppi montuosi
Autore: Andrea Greci
Il volume prende in esame il tratto di crinale Tosco-Emiliano compreso tra il Passo del Cirone (Parma - Massa Carrara) e il Passo delle Radici (Reggio Emilia – Lucca) operando non tanto una selezione degli itinerari più meritevoli ma cercando di catalogare tutte le vie alpinistiche possibili, montagna per montagna, versante per versante.
Gruppi montuosi:
Val Magra, Conca del Braiola, Conche del Lago Santo e delle Guadine, Conca di Badignana, Conca dei Lagoni, Valditacca, Conca del Lago Verde, Conca di Prato Spilla, Monte Acuto, Conca dei Ghiaccioni, Alpe di Succiso, Vallone di Rio Pascolo, Monte Casarola, Conca delle Sorgenti del Secchia, Monte Ventasso, Vallone dell'Inferno, Conca di Cerreto Laghi, Monte Cavalbianco, Lama di Rio Re, Lama di Mezzo, Val Ovola, Monte Cusna, Alpe di Vallestrina, Conca della Valcalda, Lama Lite, Valle dei Porci, Abetina Reale, Lunigiana, Orecchiella, Casone di Profecchia.
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- cartine topografiche dei percorsi
- foto panoramiche dei gruppi montuosi con i nomi delle cime
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=62
L’autore, naturalista e scrittore, invita a percorrere e ad ammirare “consapevolmente” le più belle montagne del mondo, quale incredibile laboratorio naturale.
Propone 12 temi legati alla natura, all’ecologia e all’intervento dell’uomo, sviscerandoli con approfondita scientificità e comprensibile divulgazione. L’escursionista può così sperimentare direttamente, durante i 44 itinerari proposti, le nozioni acquisite, scoprendo, anzi ri-scoprendo, una regione, quella dolomitica, che non dev’essere solo territorio di conquista ma, soprattutto, terreno d’azione per una crescita culturale legata alla Natura.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=148
36 itinerari nelle Dolomiti del Cadore - Zoldo - Agordino - Schiara
Chiunque risalga la valle del fiume Piave, da Belluno fino alle porte di Auronzo, avrà immediatamente la sensazione di attraversare uno spettacolare paesaggio naturale e nello stesso tempo un ambiente abitato e vissuto, incontrando paesi e borghi che affondano le proprie radici culturali in una storia millenaria, ammirando montagne che emanano un fascino grandioso e autentico. Tra gli itinerari descritti si trovano non solo le ferrate che si sviluppano sui gruppi montuosi più celebrati ma anche i tanti sentieri attrezzati, sicuramente meno famosi della Costantini, della Zacchi e della Alleghesi ma certamente più rispettosi dell'orografia e dell'essenza stessa delle montagne, percorsi logici e panoramici, seguiti da secoli da cacciatori e pastori, dove spesso il rumore dei propri passi rompe il silenzio. Ogni escursionista potrà quindi ritrovare la sua ferrata, il suo sentiero, sia che ricerchi impegnative o atletiche emozioni verticali sia che voglia esplorare cenge e camini dove la corda fissa è soltanto un dispositivo di sicurezza, quasi secondario.
Elenco delle vie ferrate:
Corno Del Doge - Cengia del Doge
Forcella Vanedel - Strada Sanmarchi
Cimon del Froppa - Forcella Marmarole
Monte Ciastelin - Sentiero dei Camosci
Sentiero degli Alpini e Forcella Froppa
Monte Ciarido - Sentiero Amalio Da Prà
Monte Tudaio - Sentiero dei Mede
Forcella del Ghiacciaio - Ferrata del Cadorin
Crode di San Piero e Croda Mandrin - Sentiero Alpinistico Attrezzato
Domegge - Ferrate Sportive
Val Prigioniera - Sentiero Attrezzato del Gufo
Cresta del Miaron - Sentiero Olivato
Col Reàn - Via Antersass e Scale di Ciesamatta
Palazza Alta - Ferrata Fiamme Gialle
Civetta - Ferrata degli Alleghesi
Civetta - Ferrata Tissi
Civetta - Passo del Tenente (Via Normale)
Moiazza - Cima Moiazza Sud - Ferrata Costantini
Spiz de Mezzodì - Ferrata Sora 'l Sass e Sentiero del Belvedere
Prampèr - Val Pramperét - Scalet del Pissandol
Bosconero - Viaz de le Ponte
Piz de Sagron - Passo del Comedon - L'Intaiada
Vajont - Ferrata della Memoria
La Schiara - Forcella de la Gusela - Ferrata Sperti
La Schiara - Ferrata Zacchi e Ferrata Berti
Pelf - Ferrata Marmol (Rossi) e Ferrata Guardiano
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=74
Guida escursionistica
Autore: Stefano Burra, Andrea Rizzato
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 272
Formato: 15x21 cm
Data di pubblicazione: 10/06/2013
Le Dolomiti d’Oltrepiave sono comprese tra il Fiume Piave a ponente, la Val Tagliamento a nord, la Val Vajont e la Val Cellina a sud e la Val Tramontina ad est.
L’originale e sintetica denominazione, oramai accettata e normalmente utilizzata, identifica l’ampia porzione di cime e vallate dal carattere tipicamente dolomitico alla sinistra orografica del Piave.
La composizione geologica analoga al resto delle Dolomiti più a occidente e i loro scenari altrettanto subilimi e grandiosi, le pongono a pieno diritto nell’area recentemente nominata Patrimonio dell’Umanità, di cui rappresentano anche delle emergenze assolute.
In questi luoghi si condensa, e spesso si esprime con sublime bellezza, tutto il fascino ambientale e paesaggistico delle Dolomiti stesse. Per fare qualche esempio è sufficiente citare la selva di guglie e pinnacoli che popolano gli Spalti di Toro e i Monfalconi, le grandi pareti del Duranno e della Cima dei Preti, o le praterie d’alta montagna nel Pramaggiore; tra tutte, impossibile non citarlo, spicca il Campanile di Val Montanaia, autentico simbolo di queste vallate, spesso riconosciuto come la più bella e isolata torre nelle Alpi.
La guida rappresenta un invito ad esplorare questo vasto territorio dove i punti di appoggio gestiti sono rari e per la maggior parte costituiti da malghe e casere, in luoghi ameni, solitari e dalla struggente bellezza.
Gli itinerari, quasi sempre fuori dal turismo di massa, fanno respirare all’escursionista il vero sapore della wilderness incontaminata.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=46
Quello del Monte Bianco è il gruppo delle grandi ascensioni, dove si sono scritte pagine importanti della storia dell'alpinismo. Ma accanto alle "grande course" riservate a pochi vi sono itinerari che si aprono ad una maggiore frequentazione grazie alla bellezza dell'arrampicata ma soprattutto dell'ambiente circostante. Una guida per gustare il Monte Bianco senza l'assillo della grande prestazione.
Generazioni di alpinisti si sono confrontate con le sue pareti, seguendo i percorsi già tracciati o accogliendo le nuove sfide di cui il massiccio è fonte inesauribile. A partire dagli iniziali scopi naturalistici e scientifici, le motivazioni che hanno mosso i frequentatori del Monte
Bianco sono diventate avventurose e romantiche, poi sempre più focalizzate sul gesto sportivo. Parallelamente alle tendenze attuali, orientate all'arrampicata su misto di alta difficoltà accessibile a un gruppo ristretto di "fortissimi", questo testo propone una scelta di itinerari di livello tecnico "medio", cioè raggiungibile da chiunque attraverso una preparazione adeguata. Lungo queste vie, la performance sportiva fine a se stessa passa in secondo piano a favore della completezza dell'esperienza, senza trascurare l'eleganza delle linee e l'armonia dei movimenti che generano. In questo modo, lungo gli itinerari di arrampicata "plaisir" come sulle vie storiche tracciate dai pionieri, possiamo immergerci completamente nell'ambiente unico del Monte Bianco senza che l'ansia per la prestazione o per il rischio prenda il sopravvento sul sentimento della bellezza del mondo incantato a cui abbiamo accesso.
Con questa 2° edizione l'autore Marco Romelli conferma la sua grande conoscenza delle vie di roccia e ghiaccio sulle cime del Gruppo del Monte Bianco. 80 relazioni dettagliate di vie di media difficoltà su roccia, ghiaccio e misto a 57 cime nel Gruppo del Monte Bianco.
Una guida che fa venire voglia di mettersi i ramponi e trovare il fiato, la forza e l'equilibrio necessari per affrontare le splendide scalate presentate! Un grande lavoro di ricerca alpinistica su vie classiche e di piacere che fanno parte dei sogni di ogni alpinista.
Elementi distintivi del libro:
- lingue: italiano, inglese, francese e tedesco
- foto con tracciati delle vie di salita
- disegni delle vie di salita
- dislivelli
- difficoltà
- attrezzatura necessaria
- consigli per la salita
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=75
165 cime tra Lago di Lecco e Valle Camonica
Autore: Roberto Ciri, Oliviero Bellinzani
Editore: Idea Montagna
Argomento: vie normali
Pagine: 496 a colori
Formato: 15x21 cm
Data di pubblicazione: 25/07/2013
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- schizzi di salita per le vie in roccia
- cartine topografiche dei percorsi
- foto panoramiche dei gruppi montuosi con i nomi delle cime
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
- cenni storici
- curiosità da vedere in zona
- elenchi riassuntivi
L'attesa e più completa guida alle cime delle Prealpi Lecchesi e Bergamasche dal Lago di Lecco alla Valle Camonica a sud delle Alpi Orobie: 165 cime in 11 gruppi montuosi dalle Grigne alla Concarena passando per la Presolana, Regina delle orobie. Una guida che spazia dalle vie di arrampicata sulle torri della Grignetta alle vie di cresta delle selvagge cime del gruppo dell'Arera, alla scoperta dei fantastici panorami dominati dai giganti delle Orobie.
Ben 165 vie normali, molte delle quali poco conosciute ma degne di interesse, suddivise in schede con descrizione dettagliata dei percorsi di avvicinamento e salita, difficoltà, dislivelli, foto a colori con tracciato della via, schizzi di salita per le vie di roccia, difficoltà, foto di dettaglio, cenni storici e curiosità turistiche da vedere in zona.
Si tratta del primo di tre volumi dedicati alle Prealpi Lombarde e prende in considerazione gli 11 gruppi montuosi compresi nelle Prealpi Centrali, dette anche Prealpi Bergamasche ma comprendenti anche le montagne di Lecco: Grigne, Resegone, Campelli-Aralalta, Valbona-Sornadello, Alben, Arera-Menna, Torrezzo, Formico-Misma, Presolana, Pora, Camino-Concarena.
Un vasto territorio che copre le tre province di Lecco, Bergamo e Brescia e, da ovest ad est, 16 valli: Valsassina, Val della Grigna, Valtorta, Val Taleggio, Valle Imagna, Val Brembana, Val Secca, Val Canale, Val Parina, Val di Riso, Val Seriana, Val Nembo, Val di Scalve, Valle Borlezza, Val Cavallina e Valle Camonica.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=47
ALPI APUANE: PIZZO D’UCCELLO, CIRCO GLACIALE DEL SOLCO DI EQUIEros Tetti
La straordinaria valenza paesistica del Circo Glaciale del Solco di Equi che ha come elemento preminente la Parete nord del Pizzo d’Uccello, nel concorso Fai (Fondo Ambiente Italiano) è stata molto apprezzata (quasi 3000 voti), e del resto la Parete Nord (denominato Cervino della Toscana) compare spesso sulle copertine di pubblicazioni specializzate, quasi un simbolo delle Apuane, che peraltro, com’è noto, sono delle meravigliose Alpi Mediterranee.
Tra tutti i gruppi dolomitici, quello delle Pale di San Martino (fonte di continua ispirazione alpinistica e artistica per il loro cantore Dino Buzzati) è forse il più immaginifico e fantastico, a causa della sua estensione, del continuo mutare del paesaggio, degli ambienti e delle conformazioni rocciose. Un gruppo montuoso che può entusiasmare già al primo contatto, anche solo arrivando in auto al tramonto al Passo Rolle, camminando per pochi minuti lungo le facili sterrate della Val Venegia o della Val Canali e che poi "rischia" di attrarre in maniera irresistibile l'escursionista quando si cominciano a scoprire luoghi come il Vallone delle Lede, la Valle di Focobon, il Cimerlo, il piccolo Ghiacciaio della Fradusta o l'Orrido delle Comelle.
Le ferrate e i sentieri attrezzati sono anch'essi un incentivo a percorrere vecchi sentieri dei cacciatori, cenge da pecore o da camosci, guglie rocciose dalle forme bizzarre, canaloni isolati e severi. Lunghi percorsi attrezzati come la Bolver Lugli al Cimon della Pala, ferrate brevi e impegnative come la Stella Alpina all'Agner, si affiancano a ferrate di media difficoltà, quasi sempre altamente panoramiche (Buzzati, Gusella, Velo, Porton, Orsa) e infine a sentieri attrezzati dove le corde fisse aiutano a superare in sicurezza i passaggi più difficoltosi. Ognuno potrà selezionare le difficoltà tecniche e l'impegno fisico da affrontare ma soprattutto potrà scegliere quali sogni inseguire.
Elenco delle vie ferrate:
- Ferrata Bolver-Lugli
- Ferrata del Velo
- Sentiero Attrezzato Gusella
- Ferrata del Porton
- Sentiero Attrezzato Buzzati
- Sentiero Attrezzato De Paoli
- Ferrata dell'Orsa
- Ferrata Fiamme Gialle
- Ferrata Stella Alpina
- Ferrata Gabitta d'Ignoti
- Sentiero delle Farangole
- Sentiero Attrezzato delle Sedole
- Ferrata dell'Orsa
- Ferrata Monte Agner
- Ferrata del Canalone in Val Canali
- Sentiero del Cacciatore
- Ferrata della Vecchia
- Ferrata del Canalone al Mulaz
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=73
L'Appennino sa essere domestico ma anche selvaggio e nei suoi versanti si può trovare, nella stagione invernale, diversi modi espressivi: dalle lunghe escursioni in valloni incontaminati, ai ripidi canali, alle discese mozzafiato dove l'unico problema è “sciare“...
Delle Alpi, ormai, tutti sanno tutto e si è scritto qualsiasi tipo di libro e sono assai antropizzate; sono poche le linee ancora da salire e da scendere, poche le possibilità di trovarsi in perfetta solitudine ad affrontare un'escursione. In Appennino è diverso, le montagne riservano ancora delle zone veramente selvagge dove l'uomo non ha mai calcato o quasi il suo piede e le pareti offrono spesso linee che aspettano solo che qualcuno vada a scoprirle; questo è stato il grande privilegio che l'Appennino ha saputo offrire all'autore: la possibilità di cercare le proprie linee e di trovare le proprie discese.
“L'avventura, secondo me, non conosce quota! Ci si può ingaggiare con la montagna a 8000 metri come a 2000 metri, ognuno può trovare la propria dimensione ed esplorare il terreno che preferisce e in cui si sente a casa; l'avventura è uno stato mentale che nasce e cresce dentro ognuno di noi se giustamente alimentato con motivazioni, progetti, obiettivi, voglia di mettersi in discussione e di migliorare il proprio livello fisico, tecnico e mentale. Credo che tutti abbiamo un debito di riconoscenza verso le montagne di casa! Per me... era semplicemente giunto il momento di saldarlo.“
La guida prende in considerazione 74 vie scelte nei gruppi del Monte Gomito, Alpe Tre Potenze, Abetone, Val di Luce, Corno alle Scale, Cimone, Libro Aperto, Cima Tauffi, Giovo, Rondinaio, Lago Santo, Monte Cusna, Febbio, Alpe di Vallestrina, Cipolla, Sassofratto Vecchio, Cella, Le Porraie, Castellino, Prado, Cerreto Laghi, Monte Alto, Punta Buffanaro, Monte Casarola, Alpe di Succiso.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=104
66 itinerari dalle Dolomiti di Brenta alle Pale di San Martino
Le Dolomiti Occidentali presentano un'orografia molto complessa e comprendono gruppi montuosi relativamente piccoli e apparentemente poco articolati, come il Sassolungo o il Làtemar, e vere e proprie catene montuose in miniatura come il Catinaccio, il Brenta e le Pale di San Martino o addirittura a insiemi di più catene come succede per il Gruppo della Marmolada e i rilievi che gravitano attorno alle Odle.
Questa guida propone 66 escursioni ad anello in otto gruppi montuosi: Dolomiti di Brenta, Làtemar, Catinaccio, Sassolungo, Odle-Putia-Puez, Sella, Marmolada e Pale di San Martino. Si tratta di escursioni di varia difficoltà sia attorno ad un intero gruppo montuoso che a sottogruppi o singole cime all'interno di gruppi più complessi, con percorsi da uno a più giorni che vanno dai facili sentieri ai più impegnativi itinerari ad alta quota o lungo vie ferrate e percorsi attrezzati. Le escursioni, molte delle quali poco conosciute ma degne di interesse, sono suddivise in schede con descrizione dettagliata dei percorsi suddivisi per tappe e corredati da dislivelli, tempi, profili altimetrici, difficoltà, cenni storici, curiosità turistiche da vedere in zona e numerose fotografie a colori.
Ma non si tratta solo di escursioni finalizzate alla bellezza e alla libertà del camminare: l'idea di questa guida è anche quella di invogliare il lettore a sforzarsi ad osservare e a tentare di capire l'ambiente di queste favolose montagne, ecco perché oltre a qualche "anello classico" vengono presentati anche percorsi meno battuti, a volte scomodi e fuori dalle rotte abituali. Le note naturalistiche, geologiche, culturali e storiche non mancano e sono inserite in modo da renderle il più possibile fruibili all'escursionista, inserendole in vari contesti, sia nelle introduzioni che nelle descrizioni dei percorsi.
In sintesi una guida che non potrà mancare a tutti gli appassionati di escursioni sulle Dolomiti che vogliano conoscere i molteplici aspetti di queste splendide montagne su tutti i versanti e non si accontentano di escursioni con andata e ritorno lungo lo stesso sentiero!
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=68
65 itinerari.
Sfogliando questo libro, molti riconosceranno nelle fotografie i perfetti e magnetici denti rocciosi delle Tre Cime di Lavaredo, la grande e incantatrice parete nord ovest della Civetta, le piramidi maestose delle Tofane o il balcone panoramico del Lagazuoi.
Un attimo di incertezza è facile che cominci ad affiorare nel tentativo di riconoscere i profili del Cimon del Froppa e dei Tàmer, ma magari anche nell’individuare al primo sguardo il versante sud della Croda dei Toni o i profili più ombrosi del Pelmo e della Moiazza.
Sarà infine il conoscitore più attento e il frequentatore più curioso delle Dolomiti, a non perdersi tra le immagini dei verdi pascoli delle Vette Feltrine, nelle guglie tormentate del Bosconero o lungo la seghettata cresta del Miaron. Ma ridurre un libro come “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Orientali”, soltanto a un elenco di magnifici percorsi destinati a stupire, è addirittura riduttivo.
Come nel gemello “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Occidentali”, gli autori riversano, in parole e immagini, non solo gli itinerari eseguiti sul campo e la loro esperienza, ma anche il loro amore per la montagna, le loro competenze e le loro conoscenze, il rigore e l’autorevolezza di chi “guida” nel senso più antico e moderno del termine, prendendo per mano il camminatore e consentendogli di trovare il “suo” percorso, la “sua” cima, le “sue Dolomiti”, trasformando l’escursione non solo in un’attività fisica che consente di allenare muscoli.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=207
Guida escursionistica e alpinistica alle 86 cime dolomitiche oltre i 3000 metri di altezza in 16 gruppi dolomitici
Le relazioni di 86 vie normali alle più alte cime oltre i 3000 delle Dolomiti, con foto, tracciati, cartine, relazioni dettagliate, notizie storiche e culturali.
Si tratta della 2° edizione del libro 3000 delle Dolomiti! Dopo la prima edizione del 2012 questa ristampa
comprende correzioni, aggiornamenti, nuove foto e migliori disegni delle vie di roccia.
Vie ferrate in Sassolungo - Sella - Sciliar - Catinaccio - Marmolada - Latemar. Catinaccio, Marmolada, Sella, Sassolungo, Latemar: sono tutti nomi che richiamano spesso alla mente l’idea stessa delle Dolomiti, toponimi ben impressi nell’immaginario collettivo e nella mente di escursionisti e alpinisti. Una capillare organizzazione turistica, i numerosi impianti di risalita, la sterminata rete di punti di appoggio gestiti, fanno delle Dolomiti di Fassa una della aree più facilmente accessibili dell’intero arco alpino. Molte di queste cime sono entrate tra le immagini simbolo dei Monti Pallidi, basti pensare alle Torri del Vajolet, al Ghiacciaio della Marmolada, all’Alpe di Siusi. Le ferrate più famose e tecnicamente impegnative sono tra le più frequentate delle Alpi, soprattutto quelle che si sviluppano tra i bastioni di roccia del gruppo del Sella (vero crocevia dei gruppi dolomitici) come la Ferrata delle Mesules, la Ferrata Piazzetta e la Ferrata Brigata Tridentina, oppure quelle che risalgono le pareti rocciose del Colac e del Col Ombert. Molti escursionisti scelgono anche le ferrate del Catinaccio d’Antermoia o il primo tratto del Sentiero Bepi Zac perché, con difficoltà tecniche contenute, possono compiere escursioni di straordinario fascino. Cosa resta quindi da consigliare tra queste valli, dove a volte si ha quasi l’impressione di essere ormai assuefatti alla bellezza e alla sua quotidiana rappresentazione mediatica? Prima di tutto di usare le ferrate più famose come strumento di conoscenza di alcune della montagne più sorprendenti delle Alpi e poi di provare a percorrere la panoramica e silenziosa cresta dei Monzoni, tra crinali erbosi, rocce vulcaniche e memorie della Grande Guerra, di compiere un itinerario di grandissimo respiro come quello che transita attraverso la Ferrata Ombretta oppure di inoltrarsi nella piccola selva rocciosa del gruppo della Vallaccia.
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Val Veny - Val Ferret - Valdigne - La Thuile
Oggi il Monte Bianco è un simbolo, un nome che evoca automaticamente il concetto di montagna, di vetta. Così facilmente osservabile dalle valli che lo circondano, il Bianco è diventato spesso anche immagine stereotipata, come gran parte dei più spettacolari gruppi alpini. Una fitta rete di sentieri lascia spesso l’escursionista al di fuori della fortezza di roccia e ghiaccio del massiccio vero e proprio, quasi sempre accessibile soltanto agli alpinisti, ma allo stesso tempo permette di capire la complessità di questo gruppo montuoso, le tante sorprese, i paesaggi grandiosi e sorprendenti. Ampie dorsali erbose, piccole sommità, ripiani di origine glaciale, panoramici valichi, permettono a tutti di ammirare orizzonti vastissimi e di comprendere quanto complesso e diversificato sia il microcosmo del Monte Bianco. Inoltre, spostandosi verso i solitari valloni e le silenziose conche che si affacciano lungo la valle di La Thuile oppure risalendo i sentieri ai piedi delle montagne della Valdigne, ci si inoltrerà in una dimensione ancora più autentica, dove l’escursionista più curioso e attento saprà leggere le tracce della storia dell’uomo e della natura.
Un libro suggestivo per i bellissimi paesaggi racchiusi in quella lingua di terra dove si svolse una guerra silenziosa.
34 percorsi tra forti, trincee e postazioni di guerra rimaste intatte che hanno una certa analogia con le “vere“ trincee, dove si era combattuto. Le “vere“ trincee avevo avuto modo di esplorarle in precedenti escursioni, da bambino, nella zona del Lagorai e di Cima d'Asta, in Trentino. La domanda e la perplessità allora sorsero spontanee: che anche in Val d'Intelvi si fosse combattuta, lì proprio lì, la Prima Guerra Mondiale? Che anche lì ci furono uomini relegati nel fondo di buche, a vivere per mesi sopraffatti da freddo, malattie e ansie? Sinceramente tra le nozioni storiche apprese nei primi anni di scuola non trovai soddisfacenti risposte a questa domanda. Restava allora la perplessità e il sospetto che in Val d'Intelvi si fosse combattuta una Prima Guerra Mondiale più nascosta, più silenziosa e poco nota. Il mistero meritava una soluzione.
La risposta alla fine arrivò, e giunse dopo brevi ricerche: si chiamava, “Sistema Difensivo Italiano alla Frontiera Nord verso la Svizzera“; una dicitura complessa, più popolarmente nota con il nome del generale che la pensò: Linea Cadorna.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=128
130 vie normali in Ampezzo, Cadore, Braies, Pusteria
La conca ampezzana, certamente una delle più belle delle Dolomiti, è, malgrado l’alta frequentazione, per gran parte sconosciuta.
Questo volume permette di scoprirne gli angoli più nascosti, ma per questo non meno affascinanti degli itinerari iper-frequentati che d’estate vengono presi d’assalto.
Sono qui descritte 130 vie normali ad altrettante vette attorno alla perla dolomitica. Accanto ai percorsi classici, quindi, risultano finalmente valorizzate esplorazioni semi-sconosciute, anche per i Cortinesi stessi.
Una guida escursionistica che comprende a volte quell’alpinismo facile che richiede una certa dose di esperienza e capacità di orientamento in terreni poco battuti.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=214&from=IM
40 escursioni a tema sulle Dolomiti
Un libro che racconta le Dolomiti sviscerandole in 11 capitoli tematici, seguendo con logica una cronologia che va dalla loro formazione al recente riconoscimento quale Patrimonio Mondiale dell'Unesco. I contenuti sono di tipo naturalistico, ecologico, storico, turistico ed escursionistico. Con 40 escursioni correlate, 11 capitoli tematici, circa 600 foto, oltre 30 schemi e disegni, 30 tabelle e 10 schede di approfondimento con interviste e testimonianze.
- 11 capitoli tematici
- circa 600 foto, oltre 30 schemi e disegni, 30 tabelle
- 10 schede di approfondimento con interviste e testimonianze
- 40 escursioni a tema complete di mappe, profili altimetrici, tempi parziali, tempi totali, scala difficoltà, cime da salire, cose da vedere
I 3000 delle Dolomiti si ergono come isolati colossi fra le splendide valli e cime dolomitiche del Trentino Alto Adige e del Veneto. Se alcune vette sono alla portata di ogni escursionista, altre costituiscono degli impegnativi itinerari alpinistici riservati a escursionisti esperti con le necessarie conoscenze di arrampicata in cordata ed esperienza su terreni e pareti rocciose.
Il grande successo decretato dagli amanti delle Dolomiti ha costretto autori ed editore a pubblicare la terza edizione del volume "3000 delle Dolomiti". Un successo certamente non casuale, visto l'approfondimento delle relazioni di tutte le elevazioni dolomitiche che superano i tremila metri di altezza.
Questa terza edizione costituisce un importante aggiornamento alle precedenti del 2012 e 2014, presentando alcuni itinerari non esposti nella prima stesura come la via originale di Grohmann alla Fópa di Matìa e la salita dal versante nord della Crodaccia Alta e alcune relazioni più dettagliate come le vie normali alla Punta Piccola dei Scarpèri, al Pilastro Nino, alla Piccola Furchetta, alla Cima De Falkner e all'Antelao, la cui via normale ha subito un importante crollo nel novembre 2014. Questo anche grazie al contributo di alcuni membri del Gruppo 3000 Dolomiti, fra cui il vicentino Beppe Ziggiotto che nel 2017 ha concluso per primo, a quanto ci risulta, la salita di tutti i 3000 dolomitici fra cui la Cima De Falkner, probabilmente inaccessa da 65 anni. Sono inoltre presenti dei nuovi schizzi di salita per gli itinerari in roccia curati dal disegnatore e alpinista Marco Romelli, nonché nuove immagini di alcuni itinerari.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=159
Le 27 escursioni proposte coprono tutto il territorio della Val di Zoldo e i suoi gruppi montuosi, sconfinando spesso anche sui versanti rivolti verso l’Ampezzano, il Cadore e l’Agordino.
Ai percorsi più noti e turistici affacciati su Pelmo e Civetta, si aggiungono itinerari più selvaggi e a volte quasi sconosciuti che si inerpicano sui pendii dei cosiddetti “monti minori” di Zoldo.
A completare le già notevoli possibilità escursionistiche si va ad aggiungere l’Anello Zoldano, un percorso a tappe di più giorni che ripercorre sentieri preesistenti sfruttando in maniera ottimale l’ospitalità dei rifugi dislocati nel territorio.
La Val di Zoldo è una vera miniera per gli escursionisti che qui possono trovare percorsi di tutte le lunghezze e difficoltà, nonché spunti per osservazioni geologiche, paleontologiche, naturalistiche e storiche.
La sua posizione inoltre la rende facilmente accessibile per chi proviene dalla pianura veneta e può così compiere escursioni giornaliere, anche se si consiglia vivamente di pernottare in zona per poter così godere appieno delle possibilità offerte da questo angolo straordinario dei “Monti Pallidi”.
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Vol. 1 - Appennino Tosco-Emiliano - Settore Ovest
313 itinerari di alpinismo invernale in 30 diversi gruppi montuosi
Autore: Andrea Greci
Il volume prende in esame il tratto di crinale Tosco-Emiliano compreso tra il Passo del Cirone (Parma - Massa Carrara) e il Passo delle Radici (Reggio Emilia – Lucca) operando non tanto una selezione degli itinerari più meritevoli ma cercando di catalogare tutte le vie alpinistiche possibili, montagna per montagna, versante per versante.
Gruppi montuosi:
Val Magra, Conca del Braiola, Conche del Lago Santo e delle Guadine, Conca di Badignana, Conca dei Lagoni, Valditacca, Conca del Lago Verde, Conca di Prato Spilla, Monte Acuto, Conca dei Ghiaccioni, Alpe di Succiso, Vallone di Rio Pascolo, Monte Casarola, Conca delle Sorgenti del Secchia, Monte Ventasso, Vallone dell'Inferno, Conca di Cerreto Laghi, Monte Cavalbianco, Lama di Rio Re, Lama di Mezzo, Val Ovola, Monte Cusna, Alpe di Vallestrina, Conca della Valcalda, Lama Lite, Valle dei Porci, Abetina Reale, Lunigiana, Orecchiella, Casone di Profecchia.
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- cartine topografiche dei percorsi
- foto panoramiche dei gruppi montuosi con i nomi delle cime
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=62
L’autore, naturalista e scrittore, invita a percorrere e ad ammirare “consapevolmente” le più belle montagne del mondo, quale incredibile laboratorio naturale.
Propone 12 temi legati alla natura, all’ecologia e all’intervento dell’uomo, sviscerandoli con approfondita scientificità e comprensibile divulgazione. L’escursionista può così sperimentare direttamente, durante i 44 itinerari proposti, le nozioni acquisite, scoprendo, anzi ri-scoprendo, una regione, quella dolomitica, che non dev’essere solo territorio di conquista ma, soprattutto, terreno d’azione per una crescita culturale legata alla Natura.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=148
36 itinerari nelle Dolomiti del Cadore - Zoldo - Agordino - Schiara
Chiunque risalga la valle del fiume Piave, da Belluno fino alle porte di Auronzo, avrà immediatamente la sensazione di attraversare uno spettacolare paesaggio naturale e nello stesso tempo un ambiente abitato e vissuto, incontrando paesi e borghi che affondano le proprie radici culturali in una storia millenaria, ammirando montagne che emanano un fascino grandioso e autentico. Tra gli itinerari descritti si trovano non solo le ferrate che si sviluppano sui gruppi montuosi più celebrati ma anche i tanti sentieri attrezzati, sicuramente meno famosi della Costantini, della Zacchi e della Alleghesi ma certamente più rispettosi dell'orografia e dell'essenza stessa delle montagne, percorsi logici e panoramici, seguiti da secoli da cacciatori e pastori, dove spesso il rumore dei propri passi rompe il silenzio. Ogni escursionista potrà quindi ritrovare la sua ferrata, il suo sentiero, sia che ricerchi impegnative o atletiche emozioni verticali sia che voglia esplorare cenge e camini dove la corda fissa è soltanto un dispositivo di sicurezza, quasi secondario.
Elenco delle vie ferrate:
Corno Del Doge - Cengia del Doge
Forcella Vanedel - Strada Sanmarchi
Cimon del Froppa - Forcella Marmarole
Monte Ciastelin - Sentiero dei Camosci
Sentiero degli Alpini e Forcella Froppa
Monte Ciarido - Sentiero Amalio Da Prà
Monte Tudaio - Sentiero dei Mede
Forcella del Ghiacciaio - Ferrata del Cadorin
Crode di San Piero e Croda Mandrin - Sentiero Alpinistico Attrezzato
Domegge - Ferrate Sportive
Val Prigioniera - Sentiero Attrezzato del Gufo
Cresta del Miaron - Sentiero Olivato
Col Reàn - Via Antersass e Scale di Ciesamatta
Palazza Alta - Ferrata Fiamme Gialle
Civetta - Ferrata degli Alleghesi
Civetta - Ferrata Tissi
Civetta - Passo del Tenente (Via Normale)
Moiazza - Cima Moiazza Sud - Ferrata Costantini
Spiz de Mezzodì - Ferrata Sora 'l Sass e Sentiero del Belvedere
Prampèr - Val Pramperét - Scalet del Pissandol
Bosconero - Viaz de le Ponte
Piz de Sagron - Passo del Comedon - L'Intaiada
Vajont - Ferrata della Memoria
La Schiara - Forcella de la Gusela - Ferrata Sperti
La Schiara - Ferrata Zacchi e Ferrata Berti
Pelf - Ferrata Marmol (Rossi) e Ferrata Guardiano
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Guida escursionistica
Autore: Stefano Burra, Andrea Rizzato
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 272
Formato: 15x21 cm
Data di pubblicazione: 10/06/2013
Le Dolomiti d’Oltrepiave sono comprese tra il Fiume Piave a ponente, la Val Tagliamento a nord, la Val Vajont e la Val Cellina a sud e la Val Tramontina ad est.
L’originale e sintetica denominazione, oramai accettata e normalmente utilizzata, identifica l’ampia porzione di cime e vallate dal carattere tipicamente dolomitico alla sinistra orografica del Piave.
La composizione geologica analoga al resto delle Dolomiti più a occidente e i loro scenari altrettanto subilimi e grandiosi, le pongono a pieno diritto nell’area recentemente nominata Patrimonio dell’Umanità, di cui rappresentano anche delle emergenze assolute.
In questi luoghi si condensa, e spesso si esprime con sublime bellezza, tutto il fascino ambientale e paesaggistico delle Dolomiti stesse. Per fare qualche esempio è sufficiente citare la selva di guglie e pinnacoli che popolano gli Spalti di Toro e i Monfalconi, le grandi pareti del Duranno e della Cima dei Preti, o le praterie d’alta montagna nel Pramaggiore; tra tutte, impossibile non citarlo, spicca il Campanile di Val Montanaia, autentico simbolo di queste vallate, spesso riconosciuto come la più bella e isolata torre nelle Alpi.
La guida rappresenta un invito ad esplorare questo vasto territorio dove i punti di appoggio gestiti sono rari e per la maggior parte costituiti da malghe e casere, in luoghi ameni, solitari e dalla struggente bellezza.
Gli itinerari, quasi sempre fuori dal turismo di massa, fanno respirare all’escursionista il vero sapore della wilderness incontaminata.
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Quello del Monte Bianco è il gruppo delle grandi ascensioni, dove si sono scritte pagine importanti della storia dell'alpinismo. Ma accanto alle "grande course" riservate a pochi vi sono itinerari che si aprono ad una maggiore frequentazione grazie alla bellezza dell'arrampicata ma soprattutto dell'ambiente circostante. Una guida per gustare il Monte Bianco senza l'assillo della grande prestazione.
Generazioni di alpinisti si sono confrontate con le sue pareti, seguendo i percorsi già tracciati o accogliendo le nuove sfide di cui il massiccio è fonte inesauribile. A partire dagli iniziali scopi naturalistici e scientifici, le motivazioni che hanno mosso i frequentatori del Monte
Bianco sono diventate avventurose e romantiche, poi sempre più focalizzate sul gesto sportivo. Parallelamente alle tendenze attuali, orientate all'arrampicata su misto di alta difficoltà accessibile a un gruppo ristretto di "fortissimi", questo testo propone una scelta di itinerari di livello tecnico "medio", cioè raggiungibile da chiunque attraverso una preparazione adeguata. Lungo queste vie, la performance sportiva fine a se stessa passa in secondo piano a favore della completezza dell'esperienza, senza trascurare l'eleganza delle linee e l'armonia dei movimenti che generano. In questo modo, lungo gli itinerari di arrampicata "plaisir" come sulle vie storiche tracciate dai pionieri, possiamo immergerci completamente nell'ambiente unico del Monte Bianco senza che l'ansia per la prestazione o per il rischio prenda il sopravvento sul sentimento della bellezza del mondo incantato a cui abbiamo accesso.
Con questa 2° edizione l'autore Marco Romelli conferma la sua grande conoscenza delle vie di roccia e ghiaccio sulle cime del Gruppo del Monte Bianco. 80 relazioni dettagliate di vie di media difficoltà su roccia, ghiaccio e misto a 57 cime nel Gruppo del Monte Bianco.
Una guida che fa venire voglia di mettersi i ramponi e trovare il fiato, la forza e l'equilibrio necessari per affrontare le splendide scalate presentate! Un grande lavoro di ricerca alpinistica su vie classiche e di piacere che fanno parte dei sogni di ogni alpinista.
Elementi distintivi del libro:
- lingue: italiano, inglese, francese e tedesco
- foto con tracciati delle vie di salita
- disegni delle vie di salita
- dislivelli
- difficoltà
- attrezzatura necessaria
- consigli per la salita
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165 cime tra Lago di Lecco e Valle Camonica
Autore: Roberto Ciri, Oliviero Bellinzani
Editore: Idea Montagna
Argomento: vie normali
Pagine: 496 a colori
Formato: 15x21 cm
Data di pubblicazione: 25/07/2013
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- schizzi di salita per le vie in roccia
- cartine topografiche dei percorsi
- foto panoramiche dei gruppi montuosi con i nomi delle cime
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
- cenni storici
- curiosità da vedere in zona
- elenchi riassuntivi
L'attesa e più completa guida alle cime delle Prealpi Lecchesi e Bergamasche dal Lago di Lecco alla Valle Camonica a sud delle Alpi Orobie: 165 cime in 11 gruppi montuosi dalle Grigne alla Concarena passando per la Presolana, Regina delle orobie. Una guida che spazia dalle vie di arrampicata sulle torri della Grignetta alle vie di cresta delle selvagge cime del gruppo dell'Arera, alla scoperta dei fantastici panorami dominati dai giganti delle Orobie.
Ben 165 vie normali, molte delle quali poco conosciute ma degne di interesse, suddivise in schede con descrizione dettagliata dei percorsi di avvicinamento e salita, difficoltà, dislivelli, foto a colori con tracciato della via, schizzi di salita per le vie di roccia, difficoltà, foto di dettaglio, cenni storici e curiosità turistiche da vedere in zona.
Si tratta del primo di tre volumi dedicati alle Prealpi Lombarde e prende in considerazione gli 11 gruppi montuosi compresi nelle Prealpi Centrali, dette anche Prealpi Bergamasche ma comprendenti anche le montagne di Lecco: Grigne, Resegone, Campelli-Aralalta, Valbona-Sornadello, Alben, Arera-Menna, Torrezzo, Formico-Misma, Presolana, Pora, Camino-Concarena.
Un vasto territorio che copre le tre province di Lecco, Bergamo e Brescia e, da ovest ad est, 16 valli: Valsassina, Val della Grigna, Valtorta, Val Taleggio, Valle Imagna, Val Brembana, Val Secca, Val Canale, Val Parina, Val di Riso, Val Seriana, Val Nembo, Val di Scalve, Valle Borlezza, Val Cavallina e Valle Camonica.
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ALPI APUANE: PIZZO D’UCCELLO, CIRCO GLACIALE DEL SOLCO DI EQUIEros Tetti
La straordinaria valenza paesistica del Circo Glaciale del Solco di Equi che ha come elemento preminente la Parete nord del Pizzo d’Uccello, nel concorso Fai (Fondo Ambiente Italiano) è stata molto apprezzata (quasi 3000 voti), e del resto la Parete Nord (denominato Cervino della Toscana) compare spesso sulle copertine di pubblicazioni specializzate, quasi un simbolo delle Apuane, che peraltro, com’è noto, sono delle meravigliose Alpi Mediterranee.
"Il ritorno alla montagna riparte da Biella", di Simona PeroloSimona C. Perolo
A Biella, il Cai e la Fondazione Sella festeggiano i 30 anni della fondazione di Mountain Wilderness, con un convegno sul futuro delle 'terre alte'. Nella suggestiva location dell'ex lanificio Sella, oltre 200 tra alpinisti, guide alpine, giornalisti specializzati, ambientalisti, protagonisti del 'ritorno alla montagna' e lo scrittore Paolo Cognetti.
"I trekkers stranieri salvano la stagione", di Simona PeroloSimona C. Perolo
Anche in alta quota, il turismo è sempre più 'mordi e fuggi'. Sulle montagne biellesi, i rifugi sopravvivono grazie agli stranieri. Gli italiani sono pochi, e vanno di fretta.
163 vie di roccia con foto e schizzo
Autore: Stefano Santomaso
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 384 a colori
Data di pubblicazione: 20/06/2011
Formato: 15x21 cm
La Moiazza è stata da sempre la montagna simbolo degli alpinisti di Agordo (riuniti perlopiù nel gruppo rocciatori GIR), i quali generazione dopo generazione hanno saputo sempre con modestia e lontano da clamori mediatici, misurare il loro intuito e la loro bravura tracciandovi innumerevoli difficili salite. Anche il sottoscritto è uno di loro.
Avviato già nei primi anni di vita sulle cime più facili in groppa ai miei genitori, oggi, dopo più di trent'anni, dopo aver percorso queste rocce in lungo e in largo, dopo averle salite e discese centinaia di volte, rivedo spesso frammenti della mia infanzia specchiarsi ed infrangersi su queste rocce. E sorprendentemente i ricordi più forti non sono legati a corde, chiodi, moschettoni o a passaggi estremi e vie impossibili, ma ai raggi del sole che al mattino presto filtrano attraverso le strette fessure di un fienile svegliando i bambini, all'odore caratteristico dell'erba di montagna appena falciata, al battito ritmico di chi, dopo ore di duro lavoro, batteva affilando la lama della falce.
Oggi purtroppo quel mondo non esiste più. Gran parte di quel bucolico paesaggio costato tanto lavoro e fatica è ormai abbandonato a se stesso, per colpa principalmente della politica che, incapace di scelte forti a favore delle comunità locali, ha lasciato a se stessa l'agricoltura di montagna.
Ma anche avvicinandosi alle rocce la situazione è più o meno desolante. Nei pressi dell'attacco della Ferrata Costantini è evidente un grande bollo rosso della misura circa di un frigorifero, però purtroppo niente birre fresche! Stessa sorte al sentiero che sale, già evidente, attraverso gli Scalet delle Masenade dove un tempo si portavano a pascolare le pecore: una miriade di bolli rossi e frecce colorate indica agli alpinisti il giusto tracciato. Alla base di alcune pareti poi, ben visibili file di spit, catene, moschettoni e cordini che penzolano; una specie di "alpiconsumismo" che lentamente ma inesorabilmente sta sfruttando ed addomesticando le pareti.
Quello che ne è uscito non è la solita guida di arrampicata che solitamente propone ascensioni ben attrezzate e preconfezionate per il grande pubblico che evidenzia il "meglio del meglio" (o il "meglio del peggio"), bensì una raccolta di itinerari dove il primo criterio di scelta è stato il valore alpinistico delle salite, dove nulla si deve dare per scontato e dove bisogna ancora conquistarsi la vetta con fatica, intuito ed esperienza. Perchè questa, al di là delle mode che passano, è l'unica e vera essenza dell'alpinismo.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=20
24 itinerari tra mare e montagna
24 itinerari con scheda tecnica contenente dislivello, tempo richiesto, lunghezza, difficoltà, punti di appoggio, periodo consigliato e se adatto alle famiglie.
Inoltre caratteristiche generali, accesso itinerario e discesa.
Ogni relazione è completata da una scheda di approfondimento culturale nonché da bellissime foto del territorio.
Molto spesso si definiscono le Cinque Terre come il luogo per eccellenza dove camminare tra mare e montagna. Un'affermazione veritiera perché in questo tratto di costa ligure, scoscesi pendii si concludono bruscamente su strette calette, aspre scogliere e minuscole baie.
Nello stesso tempo però, non si possono definire le Cinque Terre un vero e proprio luogo di mare, se si pensa che alcuni borghi e frazioni sono lontani dalla costa, oppure se si considera che tra Portovenere e Monterosso non esiste una vera spiaggia se non quella di Corniglia e nemmeno un approdo sicuro se non quello di Vernazza. O, infine, se si pensa a quanto sia forte il legame con la terra, così eroicamente conquistata metro per metro per potere coltivare ulivi, vigne, agrumi, ortaggi. D'altro lato si possono chiamare montagne dei pendii solo perché ripidi e scoscesi e invece privi di tutte quelle caratteristiche che rendono tali le montagne “vere“?
Ebbene le Cinque Terre sono un luogo unico al mondo, che sfugge alle definizioni, dove acqua e terra, già di per sé straordinariamente ricche di contrasti, sono le basi su cui l'uomo ha per secoli modellato un paesaggio, rendendolo trama visibile di una storia di quotidiana fatica e di fragile bellezza.
Con questa piccola guida dedicata al Buon Turismo, l’intento di Legambiente è spostare il focus dalle grandi destinazioni turistiche a quelle meno conosciute offrendo a chi la leggerà la possibilità di fare un turismo di scoperta dei territorio, guidati da chi li conosce perché spesso vi abita, alla scoperta di paesaggi, saperi e sapori che fanno dell’Italia un Paese unico al mondo.
Nella scelta delle destinazioni abbiamo privilegiato i parchi nazionali o regionali che negli ultimi due anni hanno ricevuto l’Oscar dell’Ecoturismo, il riconoscimento che viene assegnato da Legambiente e Federparchi a quelle realtà che hanno realizzato progetti di sviluppo sostenibile.
La conca ampezzana, forse la più magica delle Dolomiti, è, malgrado l'alta frequentazione, per gran parte sconosciuta. Questo volume permette di scoprirne gli angoli più nascosti ma per questo non meno affascinanti degli itinerari iper-frequentati che d'estate vengono presi d'assalto. Vengono descritte 111 vie normali ad altrettante vette attorno alla perla dolomitica. Accanto ai percorsi classici quindi vengono finalmente valorizzate esplorazioni semi-sconosciute anche per i cortinesi stessi. Una guida escursionistica che comprende a volte quell'alpinismo facile che richiede una certa dose di esperienza e capacità di orientamento in terreni poco battuti.
Attività dell’area pilota Alto Bellunese del progetto AlpES (Alpine Ecosystem Services – mapping, maintenance, management).
Etifor ha sviluppato – per la Regione Veneto in collaborazione con il Gruppo di Azione Locale – le attività in Val di Zoldo.
52 itinerari sulla neve sulle Prealpi Veronesi e Vicentine
Autore: Francesco Carrer, Luciano Dalla Mora
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 336 a colori
Formato: 15x21 cm
124 fotografie a colori
58 cartine
104 tabelle altimetriche e di percorsop
Note tecniche e culturali
Spesso succede che pensando ad una escursione sulla neve ci vengono alla mente meravigliosi paesaggi lontani, itinerari carichi di chilometri di avvicinamento che a volte fermano l’entusiasmo iniziale. I nostri Amici Francesco e Luciano, con questa guida invernale che spazia dall'Adige al Brenta, ci invitano a riscoprire meravigliose escursioni invernali “fuori porta”.
Una serie di percorsi che ci portano a godere ambienti familiari, ma lontani dal consueto aspetto estivo, coperti dal bianco mantello. Una piacevole scoperta a pochi chilometri dalla nostra pianura veneta, dove i molti segni dell'uomo, avvolte dalla coltre nevosa e dal silenzio, vengono esaltate nella loro bellezza, rivisitate anche nella tragicità di una guerra o nelle fatiche del mondo alpestre, nei segni della fede e nelle tracce del passato.
Ringraziamo quindi gli autori che attraverso questa pubblicazione hanno offerto, agli amanti della neve, una splendida opportunità di conoscenza della nostra Prealpe con una ricca serie di itinerari, descrizioni e consigli che, alla scoperta, aggiungono sicurezza e tanta voglia di partire.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=9
Arrampicate sportive e d'avventura
Autore: Ermes Bergamaschi
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 224 a colori
Formato: 15x21 cm
La Valsugana è la lunga e famosa valle che collega la pianura veneta alla conca di Trento. Importante via di comunicazione, nel settore più a sud, quello tra Grigno e Valstagna, si presenta come uno stretto solco (Canale del Brenta) sormontato in entrambi i lati da imponenti pareti di roccia calcarea.
Le quote non elevate, le comodità di accesso e la roccia in molte parti magnifica hanno permesso, a partire dai primi anni '60 del secolo scorso, lo sviluppo dell'arrampicata (anche se i primi approcci si erano vissuti già negli anni '30).
Numerosissimi gli itinerari tracciati, a volte di diverse lunghezze di corda, quasi sempre impegnativi, per arrivare certamente ad affermare che alcuni di essi non temono il confronto con blasonate vie dolomitiche.
Ne è l'esempio "Valsugana Away" aperta nel 1981 dal compianto Lorenzo Massarotto e Leopoldo Roman sul Sasso Rosso. Come pure "Tovaric" al Pilastro dei Barbari dei fratelli Casarotto, Sergio Boato e Carla Berto nel 1987 e "Nuovo Millennio" al Pilastro di Serafini ad opera di Giuseppe Tararan, Francesco Leardi e R. Citton alla fine degli anni '90.
L'alpinismo d'avventura dei primi anni, tutto a chiodi e mezzi naturali, ha visto in seguito un'evoluzione sportiva che ha portato a riattrezzare alcuni itinerari molto ripetuti come quelli al Covolo del Butistone, alla Parete di Arsiè e alla Parete di Primolano. Vie caratterizzate dalla medio-alta difficoltà e soprattutto dalla roccia magnifica tanto che nemmeno il disturbo della strada statale, a volte proprio sotto sulla verticale, ne ha impedito la frequentazione. Qui l'arrampicata ha nomi evocativi e mitici: "Ritorno dall'oltretomba", "Diedro dei Garofani", "E mi e ti e Toni". Ma anche "Roberta Dalle Feste", "Sergio Lovadina", "Paolo De Tuoni", tre vie che Umberto Marampon, vero custode della valle, ha voluto dedicare a tre amici tragicamente scomparsi. Grazie all'opera di questo sempre giovane arrampicatore la valle riserva molte possibilità di arrampicata artificiale con tetti e strapiombi incombenti direttamente sul fondovalle.
Ermes Bergamaschi quindi, tramite quest'opera, intende valorizzare e rilanciare, con la descrizione di ben 101 itinerari, le potenzialità alpinistiche di una zona dove si sono intrecciati legami indissolubili e si sono scritte pagine memorabili ma soprattutto dove il terreno d'avventura e di scoperta non si è ancora esaurito.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=19
Valtournenche e Valle di Saint Barthélemy
Questo primo volume della collana Vie Normali Valle d'Aosta prende in esame tutte le vette quotate e indicate come tali nella cartografia ufficiale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, che ricadono come accesso dalla Valle di Saint Barthélemy e dalla Valtournenche, per un totale di 95 cime.
Non è stata tralasciata alcuna cima e tutte le vie sono state salite personalmente dagli autori, quasi esclusivamente nella stagione estiva 2018. Alcune montagne presentano vie logiche di salita da più di un versante e da vallate differenti, ma sono state selezionate in questo caso le vie tecnicamente più facili e con il percorso più logico, con il minore dislivello, con un avvicinamento più agevole e con una durata più breve. Sono comunque indicate, nelle rispettive voci, eventuali varianti e altre possibilità di salita alla stessa cima.
Alcune cime che fanno parte dell'orizzonte geografico, visivo e alpinistico di queste valli, ma che presentano una via normale più breve, logica e sicura (anche in relazione alle trasformazioni delle montagne avvenute negli ultimi decenni) che si sviluppa dalle valli limitrofe, sono inserite nei relativi volumi della collana e in particolare nel Volume 2. Monte Rosa. Valle d’Ayas e Valle di Gressoney e nel Volume 8. Dent d’Heréns. Valpelline.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=210
Definire il Lago di Como “ambiente magnifico“ è a dir poco riduttivo.
Chi ha la fortuna di vivere sulle sue sponde ritiene assurdo che vi possano essere persone che non ne abbiano mai sentito parlare. Sarà forse a causa di quel curioso fenomeno per il quale ciò che ci riguarda, che conosciamo e che amiamo debba giocoforza essere noto a tutti?
O perché il piccolo mondo nel quale viviamo, per quanto limitato esso sia, rappresenta sempre e comunque la totalità degli universi possibili? Ma esistono persone che non abbiano mai sentito parlare di Alessandro Volta? O del Manzoni? Chi non conosce la particolare forma a “lambda“ del Lago di Como? Chi non conosce gli sfarzi lussuosi o l’intimità malinconica delle tante ville che adornano le rive del lago?
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=205
Das Westufer, Nördlicher Gardasee, Ledrotal, Sarcatal, Das Ostufer.
Der Gardasee ist im Laufe der Jahrzehnte zu einem Wahrzeichen des Freiluftsports geworden, ein wahres Muss für Wanderfreunde, Jogger, Kletterer, Radfahrer, Drachenflieger und Schwimmer in ganz Europa. Die Fuß- und Radwege ziehen sich in jedes kleine Tal hinein und säumen auf fast 160 km Länge in unmittelbarer Nähe der Gardaseeberge den größten See Italiens.
Da die Wege praktisch ganzjährig begehbar sind, taucht man im Wandel der Jahreszeiten in die ganze Farbfülle der Natur sowie in die Geschichte dieses Sees ein.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=195
50 escursioni.
C’è una stretta valle, compresa fra le vette rocciose delle Dolomiti di Brenta e la verde dorsale della Paganella, dove sorgono due ameni paesini dolomitici, Molveno e Andalo, accompagnati dalle altre tre località turistiche con cui formano la Comunità della Paganella: Cavedago, Spormaggiore e Fai della Paganella.
Nel complesso un’area da cui godere di visioni privilegiate sulle guglie e le torri del Brenta, fra tutte la Brenta Alta, il celeberrimo Campanile Basso, la Torre di Brenta e tutte le vette della Catena Centrale. Escursioni panoramiche per tutti i gusti, in cui ritrovare spazi di quiete e silenzio prima di rigettarsi nella vivace mondanità di Molveno, Andalo e dei paesi vicini. Fra questi scenari naturali e lungo questi sentieri accoglienti auguro a chi vorrà percorrerli di trovare la pace, l’armonia e la serenità che hanno accompagnato le mie escursioni.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=198
Camminare a Chamonix? Apparentemente non ha senso! Siamo nella capitale mondiale dell’alpinismo, nel luogo dove questa attività ha avuto la sua origine ufficiale. A partire dalla fine del Settecento, Chamonix è stata il campo base per generazioni di appassionati, venuti da ogni angolo della terra a combattere la propria battaglia personale sui ghiacciai e sulle guglie granitiche del Monte Bianco. Eppure non sono stati gli alpinisti a “scoprire” Chamonix. Sono stati gli antichi viaggiatori, gli escursionisti del passato. Questi primi esploratori, curiosi e impressionabili, si sono lasciati travolgere dall’esperienza sublime (proprio nel senso romantico del termine) che qui, di fronte al Monte Bianco in tutta la sua poderosa magnificenza, costituisce uno stimolo costante e intenso.
Ancora oggi l’escursionismo è una delle attività sportive più praticate nella valle di Chamonix. È proprio camminando, prendendo il proprio tempo, alternando liberamente il ritmo sereno del passo alle pause per guardare, toccare, ascoltare, che si apprezza al meglio la semplice bellezza di questo “tempio della natura”. Camminando oppure correndo, per godere del puro piacere di uno sforzo intenso nell’aria cristallina, di fronte a un panorama grandioso.
Sui bei sentieri di Chamonix c’è spazio per tutti e si incontra un po’ di tutto: escursionisti, trail runners, alpinisti in avvicinamento alle vie d’arrampicata o in salita ai rifugi. Non importa se si va lenti o veloci, carichi o leggeri, soli o in compagnia. Quello che conta è sapersi avvicinare a questa maestosa natura alpina con lo stesso sguardo incantato dei pionieri, magari arricchito dalla consapevolezza moderna dell’estrema fragilità della natura stessa.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=211
Randonner à Chamonix ? On pourrait penser que cela n’a pas de sens ! C’est en effet la capitale mondiale de l’alpinisme, là où est officiellement née cette discipline. En effet, dès la fin du XVIIème siècle, Chamonix est devenu le camp de base de toutes les générations d’alpinistes, venus du monde entier pour se mesurer aux glaciers et aux aiguilles de granit du massif du Mont-Blanc. Mais les alpinistes n’ont pas été les premiers à découvrir Chamonix. Ce fut les explorateurs, les “randonneurs du passé” ! Ces derniers, curieux et admirateurs, furent littéralement conquis par les paysages sublimes et variés de la vallée.
La randonnée pédestre est encore aujourd’hui une des activités phare à Chamonix. C’est bien en marchant à son propre rythme, en prenant le temps de faire des pauses pour observer, toucher et écouter que l’on profite au mieux de la richesse qu’offre ce merveilleux “temple de la nature”. En marchant ou en courant, randonner dans la vallée de Chamonix permet d’allier effort et contemplation !
Sur les sentiers de la vallée, il y a de la place pour tout le monde et on y rencontre une diversité de pratiquants insolites : randonneurs, traileurs et alpinistes qui les empruntent pour rejoindre les refuges ou les voies d’escalade. Rapides ou lents, seuls ou accompagnés, avec un gros ou un petit sac, cela n’a pas d’importance. Ce qui compte, c’est de savoir s’approcher de cette formidable nature alpine avec le même esprit et regard enchanté que les premiers explorateurs, avec peut être en plus, la conscience de l’extrême fragilité de ce milieu.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=212
Il desiderio fondamentale di questo libro è quello di diffondere una cultura sanitaria. Una cultura che non sia ovviamente specialistica o professionale ma che, in maniera semplice e divulgativa, permetta di scoprire e apprendere le principali modalità di trattamento e di gestione di piccole e grandi problematiche sanitarie.
Affrontando escursioni più o meno impegnative in ambienti cosiddetti “impervi” non è possibile non conoscere i rudimenti del Primo Soccorso, pur nella speranza di non dover mai impiegare i concetti e le tecniche apprese.
Il testo vorrebbe illustrare come soccorrere un infortunato, in quegli ambienti dove l’aiuto dell’equipe sanitaria professionale potrebbe tardare ad arrivare, proprio a causa della natura del territorio e a causa della distanza dai centri urbani.
Libro su: https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=163
Le vallate delle Orobie Valtellinesi hanno orientamento all’incirca nord-sud e sono racchiuse da montagne severe, con versanti ripidi. I pendii ricchi di itinerari scialpinistici hanno esposizioni prevalentemente da nord est a nord ovest (salvo poche eccezioni) e consentono di trovare neve in ottime condizioni per gran parte della stagione sciistica.
Sebbene molti siano facilmente raggiungibili, agli itinerari più frequentati si affiancano percorsi poco conosciuti, che offrono uno scialpinismo di ricerca ed esplorazione, nei quali non è raro dover battere traccia con le pelli per tutto il percorso di salita, fino ai pendii sui quali lasciare i primi solchi sulla neve intonsa nelle divertenti discese.
Questa guida nasce con l’intento di raccogliere i principali itinerari scialpinistici delle Orobie Valtellinesi e offrire una panoramica quasi completa a chi senta il desiderio di esplorare questa stupenda area geografica, a torto spesso trascurata perché molti itinerari fra le sue valli non sono entrati nel novero delle grandi classiche, ripetute magari ogni stagione.
Scheda del libro: https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=162
Il territorio della Valle Aurina occupa il bacino imbrifero del Torrente Aurino che percorre il rigoglioso fondovalle per tutta la sua lunghezza, dalla sua sorgente a monte dell’abitato di Casere/Kasern fino alla chiusa naturale di Campo Tures, oltre 30 chilometri più a valle. È un territorio davvero straordinario e ricco di contrasti questo remoto angolo d’Italia, incastonato nel punto più settentrionale della nostra nazione. Si tratta di una caratteristica vallata alpina caratterizzata sul lato destro orografico dall’impressionante muraglia rocciosa delle Alpi Aurine che cinge a nord il solco vallivo principale senza soluzione di continuità. In questo gruppo montuoso si contano numerosi “tremila”, che culminano nei 3420 m della Cima di Campo/Turnerkamp in Valle di Riobianco. Questa splendida cordigliera, impreziosita da numerosi ghiacciai, svetta di oltre 2000 metri sul fondovalle dove sono adagiati i numerosi e ridenti centri abitati della valle. Un'ininterrotta catena di monti, il cui paesaggio è stato nei millenni plasmato dall’azione dei ghiacciai, in cui percorrere splendidi itinerari escursionistici altamente panoramici.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=161
Die Dreitausender der Dolomiten erheben sich wie alleinstehende Kolosse zwischen den herrlichen T älern und Gipfeln des TrentinoS üdtirol und Venetiens. Einige davon sind erwanderbar, andere wiederum sind anspruchsvolle Routen, die erfahrenen Wanderern mit den nötigen Kenntnissen f ür das Voranschreiten auf Fels und als Seilschaft vorbehalten sind.
Diese dritte Ausgabe ist eine wichtige Aktualisierung der vorhergehenden von 2012 und 2014 und stellt einige Routen vor, die in der ersten Niederschrift nicht enthalten sind (wie die Originalf ühre von Grohmann auf die Fópa di Matìa und die Route auf der Nordflanke der Hohen Schlechten Gaisl), und einige ausf ührlichere Routenbeschreibungen (wie die Normalwege zur Klein-Schusterspitze, zum Pilastro (Pfeiler) Nino, zur Kleinen Furchetta, zur Cima de Falkner und zum Antelao, dessen Normalweg im November 2014 durch einen grossen Felssturz besch ädigt worden ist). Dies alles auch dank dem Beitrag einiger Mitglieder des Gruppo 3000 Dolomiti, darunter Beppe Ziggiotto aus Vicenza, der nach unserem Wissen 2017 als Erster die Besteigung aller 3000er der Dolomiten abgeschlossen hat, darunter die wahrscheinlich seit 65 Jahren unbestiegene Cima De Falkner. Man findet auch einige neue Skizzen von Kletterrouten durch den Zeichner und Alpinisten Marco Romelli, sowie neue Bilder einiger Routen.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=160
I tre versanti di un Parco
Nel cuore geografico delle Alpi, accanto ai confini con la Svizzera e l’Austria, si estende una delle più belle e importanti aree protette d’Europa.
Nato nel 1935, passato grazie a successivi ampliamenti dagli 8.000 ettari iniziali agli attuali 134.619, il Parco Nazionale dello Stelvio ospita vette altissime come l’Ortles, il Gran Zebrù e il Cevedale, meravigliose foreste di abete rosso e larice, pascoli d’alta quota e cascate, un centinaio tra laghi e laghetti di montagna e lo stesso numero di ghiacciai.
Chi percorre i sentieri, le vette e i ghiacciai dello Stelvio è il benvenuto. L’invito dell’autore a chi legge e utilizza sul terreno questa guida è di guardarsi intorno, ammirare e capire. E di rispettare gli animali e le piante, il lavoro dell’uomo, la fragile bellezza di quest’angolo straordinario delle Alpi e della Terra.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=152
Appennino piacentino, parmense e reggiano
Un’accurata selezione di escursioni adatte alle famiglie, a chi muove i primi passi in montagna e agli escursionisti che si vogliono avvicinare alle tante sorprese dell’Appennino settentrionale.
Un approccio innovativo ai sentieri, non solo descritti nel dettaglio, ma anche spunto per comprendere la natura e la storia, per raccontare leggende e per giocare. Un libro per grandi e piccoli camminatori che vogliono divertrisi in maniera sicura consapevole sulle colline e le montagne emiliane.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=156
Arrampicate nei Colli Euganei
La seconda edizione preannuncia un incremento di attività nella parete regina dei Colli Euganei: Rocca Pendice, dove l’arrampicata è resa molto particolare dalla trachite, facendola assomigliare a quella in granito. La sua parete est continua a regalare grandi vie all'insegna sia dell'alpinismo che dell'arrampicata sportiva. Tante le vie aperte negli ultimi anni, tutte comprese nel nuovo volume, rinnovato nella grafica e nei contenuti.
Completano il quadro gli aggiornamenti alle pareti del Monte Pirio, della Busa dell'Oro e del Sasso delle Eriche.
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22 itinerari
Se chiedete a qualsiasi biker che cosa vuol dire per lui la mountain bike, con tutta probabilità vi risponderà che essa rappresenta una delle massime espressioni di libertà, e pensandoci bene ha ragione. Pedalare tra i boschi, arrampicandosi su irti sentieri o gettandosi a capofitto lungo adrenaliniche discese, appaga completamente il desiderio di evasione e di ricerca del contatto con la natura, che molto spesso nel quotidiano si tende a smarrire.
I Colli Euganei sono un perfetto mix di natura e luoghi di estremo interesse storico, religioso e culturale. La mountain bike è il mezzo ideale per scoprirli.
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44 itinerari a tema
La Valle d’Aosta è una delle regioni alpine per eccellenza, un nome che immediatamente evoca grandi montagne, le cime dei 4000, imponenti ghiacciai e severe pareti. In realtà, questa piccola regione, delimitata dai grandi gruppi del Gran Paradiso, del Monte Bianco, del Cervino e del Monte Rosa, non è soltanto un susseguirsi di vette e vallate ma è molto di più: è un prezioso scrigno di biodiversità, un avvincente libro che racconta di una storia millenaria e di altrettanto secolari tradizioni, una regione dove si parlano sia il francese che l’italiano, ma anche il patois che affonda le radici nell’antico franco-provenzale e dialetti medievali germanici nelle valli di Ayas e Gressoney, un luogo dove si può ancora camminare su selciati Romani ed entrare nelle miniere dei Salassi.
Qui si è fatta la storia dell’alpinismo europeo e ancora si possono vivere le stesse emozioni dei “pionieri” affrontando salite negli angoli più selvaggi della regione. Nello stesso tempo ci si può abbandonare con tutta la famiglia a un cammino lento nei fondovalle, ascoltando il rumore dei torrenti e ammirando le forme e i colori di alberi, fiori e rocce. Chi vuole conoscere la storia geologica delle Alpi oppure studiare l’evoluzione dei ghiacciai nel corso dei millenni, si troverà davanti un vero e proprio manuale a cielo aperto, che ha pochi eguali nel Continente.
Questo libro vuole essere un invito, in 11 capitoli e 44 escursioni, a scoprire con occhi nuovi, attenti e consapevoli, questo microcosmo solo apparentemente facile da comprendere e in realtà sfaccettato e ricco di coinvolgenti sorprese. Questa guida non vuole essere un compendio enciclopedico in miniatura né si propone come pubblicazione di alcun valore scientifico, ma vuole soltanto proporre una diversa chiave di lettura della Valle d’Aosta e soprattutto fornire interessanti spunti per camminare sui sentieri della regione con una consapevolezza inedita, per spingere piedi e pensieri verso un escursionismo che si possa tramutare in un’emozionante cammino di stupore e conoscenza.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=157
130 cime fra Lago d'Idro, Alpi di Ledro e Lago di Garda
Estese sul vasto territorio montuoso compreso fra il Lago d'Idro a ovest e il Lago di Garda a est, le Prealpi Gardesane Occidentali costituiscono un variegato ambiente montano che offre ampie possibilità escursionistiche, sia estive che invernali, con panorami dominati dall'azzurro specchio d'acqua del Lago di Garda e dalla Catena del Monte Baldo.
Questa guida presenta una selezione di 130 cime che permettono di soddisfare sia le preferenze degli escursionisti che le esigenze degli alpinisti, con pareti verticali su cui sono stati ricavati sia percorsi attrezzati e vie ferrate, sia impegnative vie di roccia, come nell'area di Cima Capi e sulle pareti intorno ad Arco. Ad ognuna delle cime è dedicata una scheda con descrizione del percorso, dislivelli, tempi di salita e totali, difficoltà, attrezzatura necessaria o consigliata e quanto altro possa essere utile per documentarsi prima di effettuare la salita della cima. Se poi si considerano anche le informazioni aggiuntive che vengono fornite su altre 80 cime vicine a quelle principali ecco che il numero di vette coinvolte nel libro sale a un totale di 210.
L'escursionista amante dei percorsi lungo panoramiche creste e dorsali potrà trovare in questa guida numerosi itinerari per piacevoli escursioni coronate dal raggiungimento delle cime proposte, le cui vie normali non presentano particolari difficoltà e sono ideali nelle mezze stagioni o in inverno. Il tutto accompagnato dalle importanti testimonianze storiche della Grande Guerra 1915-18, il cui fronte montano ha oltremodo interessato le Prealpi Gardesane che ancora oggi presentano numerosi resti di trinceramenti e fortificazioni.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=155
123 vie di roccia classiche e moderne in:
Civetta, Moiazza, Gruppo di Fanis, Tofane, Nuvolau, Croda da Lago, Cristallo, Pelmo, Dolomiti Zoldane, Schiara, Antelao, Marmarole.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=153
È difficile a volte dettare confini nei territori montani. Le Dolomiti sono un grande gruppo che interseca cime e vallate con un andamento geografico da ovest a est ma con una notevole estensione anche nel senso longitudinale. Sono state quindi prese in considerazione le zone più a est, quelle che si rifanno in genere al Cadore e alla provincia di Belluno con una puntata più a nord in Alto Adige. Le montagne di questa zona sono in genere meno “addomesticate” rispetto a quelle delle Dolomiti Occidentali. Il Cadore, probabilmente a causa di una più difficile situazione economica degli ultimi anni rispetto alle Dolomiti in territorio trentino,
hanno il grande vantaggio di aver mantenuto maggiormente la propria wilderness, intesa questa anche in termini di rispetto delle tradizioni, architettura tradizionale locale e, non ultimo, rispetto del territorio. È proprio questo il grande vantaggio delle Dolomiti Bellunesi: l’opportunità da ora in avanti di valorizzare tutto questo patrimonio perché ancora non profondamente cambiato come
avvenuto in altre aree, dove urbanizzazione e costruzione di impianti di risalita hanno reso la montagna troppo simile alla pianura in termini di antropizzazione.
Questo modello purtroppo, a volte si scontra con i desideri dei valligiani ma, forse, abbandonati i vecchi schemi che vedono nell’industria dello sci l’unico riscatto della montagna, si potrà offrire ai turisti montani, quali escursionisti di vario genere, cultori dell’arte e alpinisti, una ben più valida alternativa.
Percorsi ad anello, lungo tratte antiche, ma anche lungo itinerari moderni.
La scelta non è casuale. Perché il percorso cosiddetto ad anello permette, in un’unica escursione, di ammirare più paesaggi e di circondarsi di tante montagne.
In Valchiavenna transita la famosa Via Spluga, passano la Via Francisca, la Via del Giubileo, la Via dei Càrden, la Via Bregaglia, il Sentiero del Cardinello.
Un insieme di itinerari tra l’attuale e l’antico, sempre diversi e in grado di proporre al lettore e all'escursionista la miriade di possibilità offerte dalla vallata, tra piane e laghi, nella prima porzione della valle, per trasformarsi poi in più arditi percorsi, sino a raggiungere l’ambito dell’alta montagna e andare a conoscere le più belle vette della Valchiavenna.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=150
44 itinerari in tutta le regione - Territorio unico nel suo genere, inciso da lunghe valli le cui creste superano spesso i tremila metri, ricco di boschi, laghi e aree selvagge, dove in pochi chilometri si passa dal clima mediterraneo del Tenero ai ghiacciai del Basòdino e dell’Adula, il Ticino esprime una magia particolare che, insieme a una straordinaria rete di sentieri e di rifugi, lo rende un vero paradiso escursionistico.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=151
1. collana skialp 1
scialpinismo in
col nudo-cavallo
alpago - piancavallo - valcellina
StefanoBurraAndreaRizzatoscialpinismoincolnudo-cavallo
Stefano Burra Andrea Rizzato
1
Il Gruppo del Col Nudo e Cavallo,
ai margini meridionali delle Dolomiti,
è uno dei più apprezzati per la pratica
dello scialpinismo.
Facilmente accessibile dalla pianura
e dallaVal Belluna,favorito da
un’orografia ideale oltre che da un
innevamento abbondante,regala
escursioni di ogni lunghezza e
difficoltà.
Questa guida monografica descrive
tutti i percorsi principali,dai più
semplici a quelli alpinistici,con
numerose varianti di salita e discesa.
GLIAUTORI
Stefano Burra
Fotografo, scialpinista e alpinista, è alla sua prima
esperienza editoriale. In questo lavoro ha messo a
frutto l’approfondita conoscenza del territorio, di
cui ha percorso tutte le vallate e raggiunto tutte le
cime.
Andrea Rizzato
Fotografo, escursionista e scialpinista, collabora
con alcune case editrici e riviste legate alla mon-
tagna. Ha pubblicato: Le Stagioni delle Dolomiti,
Panorama 2006; Dolomiti, Cento Itinerari Circolari,
Panorama 2007; Dolomiti, Escursioni alle Malghe,
Panorama 2009; Dolomiti, 150 Itinerari per Medi e
Buoni Scialpinisti, Tamari Montagna Edizioni 2010;
Dolomiti da Scoprire,Touring Club Editore 2011.
È membro accademico del Gruppo Italiano Scrittori
di Montagna.
COLLABORATORI
TuttelerelazionisonodegliAutori,alcunedellequa-
li sulla base dei contributi degli alpinisti sotto citati.
Tutte le immagini, salvo ove diversamente indicato,
sono degliAutori.
Hanno collaborato con immagini e informazioni:
Ezio Bellotto,Ettore Bona,Luca DallaVenezia,Gian-
carlo Del Zotto, Davide Pacquola, Massimo Taglia-
pietra.
Un ringraziamento particolare va a Ugo Baccini che
ha messo a disposizione informazioni storiche e in-
dicazioni sugli itinerari e a Luciano Sartorello e Da-
rio Facchin che hanno fornito il materiale di alcune
loroesplorazionineiterritoripiùimpervidelgruppo.
Si invitano i lettori a scrivere a colnudo-cavallo@libero.it
perrichiestedichiarimenti,persegnalarevariazioniriscon-
trateneipercorsieperriceveregliaggiornamenti.
¤ 23,50
ISBN 978-88-97299-16-5
9 788897 299165 >
2. 6
IN MONTAGNA
DALLAPARTE DELLAMONTAGNA
Esistonomoltimodidifrequentarelamontagna.Ilprimo,
eilpiùrilevante,èquellodichi,pernecessitàocasualità,
si è trovato avivere in quota e a sopravvivere con quello
cheildifficileambientealpinometteadisposizione.Così
è stato per gli antichi cacciatori preistorici di decine di
migliaia d’anni fa, in perenne inseguimento delle prede
dacuidipendevalavitadeiclan.
Essieranoperfettamenteconsapevolichelalorosoprav-
vivenzadipendevadaunasimbiositotaleconl’ambiente
che veniva percepito come abitato da forze divine, da
conoscereerispettare.
Così si è verificato per tutte quelle culture montanare
stabili per cui sopravvivere significava tagliare il bo-
sco per lasciar posto alle colture e ai pascoli e la cui
incolumità e continuità dipendevano dagli andamenti
stagionali, dagli eventi meteorici più o meno regolari
o eccezionali; alluvioni, frane, valanghe, incendi erano
percepiti come provocati da entità malvage,spesso abi-
tatrici delle cime inviolabili, in perenne contrasto con il
“bene” proposto da forme di religiosità provenienti da
lontanoedall’esterno,imposteancheaforza.
Ci sono stati periodi,non troppo lontani da noi e in par-
te non ancora del tutto conclusi, in cui esistevano, ben
nettamente distinte, una cultura di montagna e una di
pianura, la prima tendente all’isolamento e alla conser-
vazione,lasecondainvecedinamicaeincontinuaespan-
sione. Così il montanaro dei secoli scorsi scendeva in
basso per lavorare,sfruttando la propria forza e manua-
lità,per poi“tornare a baita”e riprendere lavita di sem-
pre,mentredallapianurasisalivapersfruttarelerisorse
della montagna (il bosco, le miniere…) o per esplorare
unterritorioignoto,perconquistarecimemaisalite,per
descrivere letterariamente o topograficamente un am-
biente che gli autoctoni conoscevano e tramandavano
amemoria,senzabisognodellascritturaodeldisegno.
Si arriva,secolo dopo secolo,al periodo attuale in cui la
montagna è il semplice prolungamento della pianura ed
è totalmente dipendente dalle regole, soprattutto eco-
nomiche, che la cultura della pianura sta imponendo a
tuttoilPianeta.
In questa visione la montagna deve assoggettarsi alla
categoria dello sviluppo senza limiti e il montanaro
diventa perlopiù un erogatore di servizi mentre tutti
gli altri frequentatori sono classificabili come clienti e
consumatori.
Così anche l’escursionista, lo sciatore, l’alpinista sono
deisempliciutentichedovrebberoesserenormalizzatie
attenersiaicomportamentistandardizzatiprevisti.
Ovviamente questa è una schematizzazione brutale
e per fortuna la realtà è molto più complessa e difficil-
mente comprimibile e riducibile a regole così strette e
semplificate.
E infatti esiste anche un altro modo,un’altra via per fre-
quentarelamontagna.
Alla lista vanno aggiunti anche coloro per i quali l’am-
biente alpino non è fonte di sopravvivenza o coloro che
non ne sono interessati per le potenzialità economiche
o di semplice svago,ma del proprio andare in montagna
fannoun’attivitàpiùarticolatache,inqualchemodo,può
anchecompendiarelealtre.
Esiste la via di chi non considera se stesso né la vittima
di un ambiente ingrato,ma nemmeno né il suo padrone,
né il cliente e si sente in qualche modo responsabile sia
7
SKIALP Scialpinismo in Col Nudo-Cavallo
delproprioagiresiadellaculturadicuiè,ancheinvolon-
tariamente,esponenteeportatore.
Cisonouominichenonriesconoanonsentirsichiamati
in prima persona davanti a una strada forestale inutile,
molto costosa e con un impatto devastante,non riesco-
no a non sentirsi chiamati all’azione contro una pista da
sci,già realizzata o in progetto,che è un insulto al buon
senso, al corretto uso di risorse economiche pubbliche,
all’integritàdelpaesaggio.
Unosloganusatoqualcheannofarecitava“inMontagna
dallapartedellaMontagna”.Essoincarnaperfettamente
questa filosofia della frequentazione consapevole, del
senso di responsabilità che si trasforma in azione. Uno
dei luoghi che per molti di noi è diventato occasione e
palestra per applicarne i princìpi è stata proprio l’area
del Cansiglio e Col Nudo-Cavallo.Questo massiccio pre-
alpinoaconfinetralapianuraeleDolomiti,puressendo
uno dei rilievi classificabili come minori, nel corso degli
anni è diventato uno dei simboli di tutto il movimento
ambientalista veneto e friulano impegnato nella difesa
della montagna ma anche, con Piancavallo, metafora
dellosprecodidenaropubblicoedelladevastazioneam-
bientalesenzanemmenounagiustificazioneanchesolo
ciecamenteeconomica.
Sono in molti ad affermare che il Cansiglio, con la sua
famosa Foresta, è uno dei luoghi importanti dell’iden-
tità veneto-friulana, essendo stata per secoli uno dei
possedimenti forestali più importanti della Repubblica
di Venezia, il“Bosco da remi”dai cui faggi sono stati ri-
cavati i remi di tutta la flotta veneziana. Per chi mitizza
ed enfatizza questi eventi storici dovrebbe essere un
luogosacroedinviolabile.Pernoiambientalisti,piùsen-
sibiliforse,manonsolo,all’integritàdelpaesaggioealla
conservazione delle biodiversità, il Cansiglio è un luogo
da tutelare poiché ha miracolosamente conservato nel
tempotutteoquasilesuecaratteristichenaturali.
Per la legislazione regionale, nazionale ed europea il
Cansiglio è un’area su cui sono stati posti quasi tutti i
vincoli possibili,essendo stato riconosciuto il suovalore
sovralocale ed inserito in Rete Natura 2000 quale Sito
di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale
ecosìilsuolivelloditutelaèparagonabilequasiaquella
di un Parco Nazionale. Nonostante tutto questo la for-
tissima lobby economico-politica che sta dietro allo sci
da discesa continua a proporre progetti di espansione
illimitata e ora il prossimo traguardo da conseguire è
il collegamento, con un primo impianto di risalita, tra il
Piancavallo e l’Alpago,attraverso Forcella Palantina.Chi
lo sostiene giura che sarà l’ultimo e che questo collega-
mento non prevede piste,ma ha in mente una specie di
Cavallo di Troia che, rotta l’integrità paesaggistica sul
versanteveneto del Cansiglio,mette in bilancio già nuo-
velineedipilonienuovepiste.
Valoredelpaesaggio?Cambiamenticlimatici?Crisieco-
nomica? Area protetta? C’è ancora chi pensa che l’eco-
nomia,da sola,sarà in grado di risolvere tutti i problemi
mache,proprioperottenerequesto,vadalasciatalibera
diagireesenzavincoli.
Noi non la pensiamo così e siamo convinti che lo sci da
discesa sia,ormai per tutta la montagna,anche là dove
èinattodamoltianni,nonilpresentemagiàilpassatoe
cheilnostroagireperlaprotezionedell’ambientealpino
stia creando le condizioni per un futuro migliore, anche
perimontanaristessi.
Cosìcomecihaindicatoemostratoconilsuoesempioe
impegnopersonaleSergioFradeloni,ormaimoltiannifa.
ToiodeSavorgnani
AlessandroGogna
SKIALP Scialpinismo in Col Nudo-Cavallo
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=30
3. 8
UNABATTAGLIALUNGA25ANNI
I progetti per far diventare il piccolo polo turistico friu-
lano del Piancavallo un grande comprensorio sciistico
non finiscono mai; a distanza di 25 anni, pur con con-
dizioni di innevamento sempre meno abbondanti, si
parla ancora di controverse strategie di ampliamento
del demanio sciabile.
Il caso del Piancavallo si pone, soprattutto oggi, in
controtendenza con il resto dell’arco alpino, dove ci
si sta indirizzando verso una migliore armonia con
l’ambiente; oltre che necessaria, questa è sempre più
ricercata da parte della clientela e sempre più ammi-
nistratori regionali e locali comprendono che bisogna
mantenere intatte le bellezze naturali, in estate e in
inverno,e si impegnano quindi a migliorare la ricettivi-
tà, promuovendo i loro paesi soprattutto con la tutela
dell’ambiente.
C’è sempre più coscienza che le offerte turistiche
legate alla valorizzazione degli spazi naturali devono
passare attraverso politiche di rispetto della bio-diver-
sità e che si devono ri-naturalizzare i luoghi dove, nel
recente passato, si sono realizzati impianti di difficile
gestione, soprattutto se legate alla monocultura dello
sci.
Questi generano sempre meno interesse economico,
in quanto il cambio climatico e le quote non sufficien-
tementeelevatedeterminanoincertezzeecostiingen-
ti di gestione, che inevitabilmente ricadono sugli enti
pubblici o sui consorzi turistici.
Da ciò,prevedere l’ampliamento del comprensorio del
Piancavallo rappresenta una follia gestionale; le moti-
vazioni sono semplici ed evidenti: le limitate quote su
cuisiopererebbe,lascarsitàdiacquaperilnecessario
innevamento artificiale, gli elevatissimi costi energe-
tici e la concorrenza dei poli più attrezzati, in grado di
soddisfare le esigenze sportive e ludiche di un pubbli-
co molto vario.
I notevoli danni ambientali che il passaggio delle piste
provocherebbe all’ecosistema Cansiglio è in grado di
compromettere, oltretutto, la possibilità di un utilizzo
estivo del territorio e quindi di una programmazione
turistica intelligente e capace di gestire i flussi nelle
quattro stagioni.
In qualità di socio del Club Alpino Italiano ho sempre
creduto valide le linee di indirizzo che il sodalizio ha
espresso nelle varie sedi per la non proliferazione di
nuovi collegamenti sciistici; analogamente, credo for-
temente alle impostazioni culturali ed ambientali che
il club esprime a tutela dei paesaggi montani.È neces-
sario il dialogo, per far comprendere che le esigenze
economiche delle popolazioni devono coincidere con
le esigenze ecologiche, per evitare gli impatti negativi
sull’ambiente che, deteriorando il capitale naturale,
impoveriscono irrimediabilmente le comunità nel
tempo.
Con questa convinzione, ho partecipato a tutti gli in-
contri fra alpinisti ed ambientalisti a Casera Palanti-
na in Alpago, cercando di far comprendere alla parte
friulana del comprensorio che sarebbe stato più utile
valorizzare le risorse naturali del territorio friulano e
della Valcellina con un Parco Regionale e ora con la
nomina“Dolomiti Patrimonio dell’Umanità”decretata
dall’Unesco.
Iltutto,supportatodall’esperienzaportatanegliincon-
tri annuali,che hanno visto l’interesse e la presenza di
nomi importanti dell’alpinismo italiano e mondiale
quali l’amico, oggi scomparso, Giuliano De Marchi e
CarloAlbertoPinelli,AlessandroGogna,ReinholdMes-
sner,Kurt Diemberger,Fausto De Stefani e altri.
Non si possono scordare,infine,gli artefici locali,con-
vinti dell’utilità del dialogo serrato e della determina-
zione per impedire lo scempio; tra questi, per impor-
tanza e impegno, dobbiamo citare Sergio Fradeloni e
SilvanoZucchiatti.
IClubAlpini delVeneto e del FriuliVenezia Giulia han-
no poi dato il loro apporto costante per salvaguarda-
re le montagne, anche attraverso le scuole del CAI.
Con il supporto del Soccorso Alpino, nell’aprile del
9
SKIALP Scialpinismo in Col Nudo-Cavallo
1989, è stata organizzata un’occupazione di tutte
le cime sciabili fra Piancavallo e Alpago da parte di
scialpinisti ed escursionisti, con l’obiettivo di ester-
nare un“no”alla banalizzazione della montagna con
seggiovie,funi e piste,evidenziando invece la grande
potenzialità di un turismo visto in modo estensivo e
morbido, anziché intensivo.
Mi sono trovato poi a diventare Sindaco di Budoia e
quindi coinvolto nelle scelte di politica territoriale,
poichépartedellepistedascidelPiancavalloricadono
nelComunestessoepartedeiprogettidiampliamento
avrebbero dovuto trovare il consenso dell’Amministra-
zione Comunale.
Cercando di rimanere coerente con le convinzioni ma-
turate negli anni, mi sono sempre opposto alla logica
di ampliamento degli impianti di Piancavallo, soste-
nendo la necessità della riconversione o della ristrut-
turazione dell’esistente per rendere più efficace e frui-
bilelagestione;maopponendomifermamenteadogni
proposta di ampliamento verso nuovi comprensori.
Era emersa qualche anno fa la volontà di abbandonare
(momentaneamente, dico io) il collegamento con il
Cansiglio promovendo tre nuove piste sul Col Cornier
in Comune di Budoia.
Mi sono opposto con determinazione anche a questa
iniziativa, proponendo poi un nuovo appellativo al Col
Cornier come“montagna dei ragazzi”, per ridare valo-
re culturale a quel monte; una dedica per impedire lo
sfruttamento di un’area di grande valenza ambientale.
Mi hanno sostenuto in molti: oltre al Comune di Budo-
ia,laProLoco,gliAlpini,LegaAmbiente,ilWWF,l’allora
Comunità Montana del Livenza, il Club Alpino Italiano
checonl’AlpinismoGiovanilehapromossountrekking
diduegiornisullacima.Qui,perladedica,ciaspettava
proprio SilvanoZucchiatti.
Da quel monte, l’unico libero sopra gli impianti del
Piancavallo,si possono osservare le cime dove il pano-
rama si estende da Venezia all’Istria, dalle Giulie fino
alle Dolomiti. Si possono trovare fioriture bellissime e
confrontare le urbanizzazioni dello stesso Piancavallo
con i pascoli naturali di Budoia e le riserve naturali del
Bosco e della Piana del Cansiglio.
Ai frequentatori della montagna lancio quindi un ap-
pello accorato: rispettate i paesaggi che attraversate,
capite le difficoltà di chi vive in montagna,apprezzate
le culture locali, favorite l’economia dei luoghi attra-
verso l’acquisto dei prodotti locali, sostenete sempre
l’importanza delle politiche turistiche dolci, contra-
stando gli interventi che modificano irreversibilmente
i luoghi. Quelli che oggi amiamo tanto frequentare,
perché splendidi nella loro originaria bellezza.
ToniZambon
Presidente del Consiglio Direttivo CAI
della Regione FriuliVenezia Giulia
SKIALP Scialpinismo in Col Nudo-Cavallo
4. 11
La cresta tra il Monte Castelat
e il Monte Guslon
INTRODUZIONE 5
IN MONTAGNA DALLA PARTE DELLA MONTAGNA 6
UNA BATTAGLIA LUNGA 25 ANNI 8
MAPPA GENERALE 14
NOTE TECNICHE 16
PUNTI D’APPOGGIO 21
NUMERI UTILI 22
BIBLIOGRAFIA 23
NOTIZIE STORICHE SULLO SCIALPINISMO NEL GRUPPO COL NUDO CAVALLO 25
UNO PIEVE D’ALPAGO 33
001 Col Nudo - Versante Val Stabalì 35
002 Cima Lastei - Versante Val Stabalì 38
003 Cima Secca - Versante Val Stabalì 41
004 Pala di Castello - Versante Val Stabalì 44
DUE CHIES D’ALPAGO 49
005 Cima Valars o Lastramor - Versante Valars 54
006 Cima Busa Secca - Versante Valars 56
007 Cimon del Teverone - Versante Valars 58
008 Cima Busa Secca - Versante Funes d’Alpago 60
009 Monte Fagoreit - Versante Funes d’Alpago 63
010 Monte Crepon - Versante Funes d’Alpago 65
011 Crep Nudo - Versante Funes d’Alpago 68
012 Capel Grande - Versante Funes d’Alpago 71
013 Forcella Venàl - Versante Funes d’Alpago 74
014 Cresta Sud del Capel Grande - Versante Funes d’Alpago 78
015 Monte Venàl - Versante Funes d’Alpago 80
016 Forcella Federola - Versante Val Federola 82
017 Monte Venàl - Versante Val Federola 85
018 Monte Venàl - Versante Val Federola 87
019 Monte Venàl - Direttissima Parete Sud 90
020 Forcella Antander - Versante Vallon Antander 92
021 Monte Antander - Versante Vallon Antander 95
022 Monte Messer - Versante Vallon e Forcella Antander 97
5. 12
TRE PIANON DI TAMBRE - MALGA CATE 101
023 Monte Messer - Versante sud - Via Fradeloni 104
024 Monte Paster - Versante Val Salatis 108
025 Monte Pianina - Versante Val Salatis e Forcella Grava Piana 112
026 Monte Sestier - Versante Val Salatis 116
027 Forcella Sestier - Versante Val Salatis 120
028 Cima Val Grande - Versante Val Salatis e Forcella Caulana 123
029 Monte Caulana - Versante Val Salatis e Forcella Caulana 126
030 Forcella Val Grande - Versante Val Salatis e Forcella Caulana 128
031 Forcella Lastè - Versante Val Sperlonga 130
032 Monte Lastè - Versante Val Sperlonga e Forcella Lastè 133
033 Monte Cornor - Versante Val Bona e Forcella Cornor 135
034 Monte Castelat - Versante Val Bona e Forcella Cornor 140
035 Monte Guslon - Versante Val Bona e Forcella Castelat 143
036 Portela della Vallazza - Versante Col delle Fratte e Vallazza 148
037 Monte Guslon - Versante Col delle Fratte, Vallazza e Portela 151
QUATTRO COL INDES 155
038 Monte Guslon - Versante Nigonella 158
039 Monte Guslon - Versante Valle del Cadin 162
040 Monte Castelat - Versante Valle del Cadin 165
041 Cima delle Vacche - Cresta Ovest 168
042 Traversata delle creste tra Cima delle Vacche e M. Guslon 171
043 Monte Cornor - Versante Val de Piera e F.lla Cornor 173
044 Giro del Monte Cornor - Da Malga Pian Grande 177
045 Forcella Lastè e Rifugio Semenza - Versante Val de Piera 180
046 Monte Lastè - Versante Val de Piera e Forcella Lastè 183
047 Cimon del Cavallo - Versante Val de Piera 185
048 Forcella Palantina - Versante Casera Palantina 188
049 Monte Forcella - Versante Casera Palantina e F.lla Palantina 192
050 Monte Colombera - Versante Casera Palantina, F.lla Palantina 194
051 Cimon di Palantina - Versante Casera Palantina 196
052 Col Cornier - Versante Val Seraie 198
CINQUE PIANCAVALLO 201
053 Col Cornier - Versante Baracca del Sauc e Forcella del Sauc 204
054 Zuc Torondo - Versante Rifugio Arneri e Valle di Sass 207
055 Forcella Palantina Bassa - Vers. F.lla del Sauc, Col Cornier 209
056 Forcella Palantina Alta - Versante Rif. Arneri e Valle di Sass 211
057 Monte Forcella - Versante Rifugio Arneri e Valle di Sass 213
058 Monte Colombera - Versante Rifugio Arneri e Valle di Sass 215
059 Monte Tremol - Versante Valle di Sass o Val Sughet 218
060 Cimon di Palantina - Versante Val Sughet 223
061 Forcella del Cavallo - Versante Val Sughet 225
062 Cimon del Cavallo - Versante Val Sughet 227
063 Cimon dei Furlani - Versante Val Sughet e Pian Mazzega 229
064 Val Piccola - Da Casera Pian delle More 233
065 Forcella Val Grande e Cima Val Grande - Versante Val Grande 235
066 Cima Val Piccola - Versante Val Grande e Forcella Val Grande 238
067 Giro del Monte Cavallo - Da Casera Pian delle More 240
068 Monte Caulana - Versante Val Grande 242
SEI BARCIS - VALCELLINA 245
069 Groppa Paster - Versante Val Prescudin e Val del Tasseit 247
070 Monte Paster - Via del Canalone Est 250
071 Monte I Muri Cima Ovest - Versante Val Tasseit, Forcja Bassa 252
072 Monte Pianina - Versante Val del Tasseit e Forcja Bassa 254
073 Monte Sestier - Versante Val Pentina e Val di Sass 257
SETTE PEDEMONTANA PORDENONESE 261
074 Col Ceschet - Versante Madonna del Monte 265
075 Pala Fontana - Versante Marsure 268
076 Pala d’Altei - Vers. Grizzo, C.ra Pian della Corona, C.ra Rupeit 270
OTTO CANSIGLIO 273
077 Mezzomiglio - Versante Pianture 277
078 Monte Pizzoc - Dal Pian del Cansiglio 280
IN ALPAGO DALL’ALBA AL TRAMONTO 284
INDICE DEGLI ITINERARI IN ORDINE DI DIFFICOLTÀ 286
13
7. 102
V A L
M. ANTANDER
M. MESSER
M. I MURI
M. SESTIER
M. GUSLON
M. LASTÈ
CIMON DEL CAVALLO
CIMA DELLE VACCHE
SANT’ANNA
M. VENAL
CIMON DI PALANTINA
CIMON DEI FURLANI
M. FORCELLA
M. COLOMBERA
M. TREMOL
COL DEL CUC
M. CORNOR
COL DELLE CIMA VAL
GRANDE
M. CAULANA
COL DE LA BANCA
CRODA PIERA
CIMA COLASSERE
M. PIANINA
M. PASTER
M. ANGELO
M. LAURA
DENTE DI VENAL
C.ra Palantina
1508
C.ra Maghe
1384
Rif. C. e M.
Semenza
2020
1990
1204
Malga Cate
Casera Pian Formosa
Biv. Toffolon
Agritur. M.ga
Pian Grant
1211
Bivacco
Invernale
Col Indes
1161
C.ra Pian de le Stele
1421
C.ra Astor
1389
1051
Baita Medòl
969
C.ra Cate
1022
1207
C.ra Pal
1054
C. ra Pian del Tac
C.ra Ton
1111
Malga Pradosàn
1345
2058
2195
2208
2170
2251
2190
2183
2007
2066
2247
2133
2007
2068
1940
2084
2019
2049
2067
1230
1207
2230
2184
2212
1982
Malga Pian d. Lastre
1345
Malga di Col Indes
1180
Baracche Mognol
1454
Forc. Tremol
1974
Forc. Colombera
1974
Forc. Lastè
2020
Forc. Val Grande
1926
Forc. Grava Piana
1931
Forc. Antander
1993
Forc. Federola
2068
Forc. Venal
2212
Brutt Pass
2155
Forcja Bassa
1827
Forc. I Muri
1950
Forca Bassa
1853
Forc. Sestier
1902
Forc. Colossere
1902
Forc. Caulana
1960
Forc. Castelat
Porta Vallazza
2110
2040
Forc. Palantina
2055
Forc. dei Friulani
2135
CIMA VAL PICCOLA
PIAN FORMOSA
M. MEDOL
1141
1617
Biv. Pastour
1139
Ric. Bitter
N I G O N E L L A
V A L L A Z
Z
A
V A L
S A L A T I S
VA L
D I SA
S
23
24
25
26
27
28
30
31
33
32
34
35v
35
36
37
29
M. CASTELAT
Forc. Cornor
2099
V A L
G R A N D
VAL
SPERLONGA
VALBONA
FILON
C O S T A G R A V A L O N G A
V A L D I S A S S
V A L D E L
T A S S E
I T
V A L L E D E L C A D I N
Pianon è una piccola frazione poco discosta daTambre,la principale
località turistica dell’Alpago,raggiungibile indifferentemente da Puos
o da Farra per ottime strade asfaltate.Tutti gli itinerari scialpinistici
che interessano la vasta zona circostante si raggiungono per la
stradina che collega Pianon stesso a Chies d’Alpago.Questa viene
normalmente pulita dalla neve ed è poco pendente,per cui percorribi-
le in auto con cautela,anche dopo le precipitazioni.
Da Pianon si segue la stradina che conduce a Chies,costeggiando sotto
il Guslon.Dopo una cava ed un’isolata casetta nel bosco a destra,stacca
a monte la stradina per il Col delle Fratte e laVallazza del Guslon.Prose-
guendosigiungeinveceaMalgaCate(conampioparcheggio),doveinizia
laforestaledellaValSalatisgrazieallaqualesiapproccianotuttelemete
dellavallata.ÈutilespecificarechesullaCartaTabaccoeinletteraturala
Malga Cate è indicata come Casera Pal; sulla facciata della costruzione,
però, è incisa la scritta Malga Cate e così la indicheremo nelle relazioni.
Questafaottimoserviziodiagriturismo,apertotuttiifinesettimana.
Scialpinismo in Col Nudo-Cavallo TRE PIANON DI TAMBRE - MALGA CATE
103
8. 104 105
Il difficile versante sud del Monte Messer,
a destra la cima Brutt Pass
023
II percorso è molto impegnativo per la natura com-
plessa del terreno su cui si svolge. Il canalone è l’al-
veo naturale di innumerevoli valanghe provenienti
dai soprastanti pendii del Monte Messer. È quindi
necessario attendere che tutta la neve sospesa ven-
ga scaricata e che la superficie del letto di va-
langa sia un poco spianata. Ciò si ha in tarda
stagione.
I pendii superiori, data l’esposizione, si
riscaldano rapidamente favorendo l’as-
sestamento, ma in tarda stagione pos-
sono, per effetto dell’eccessivo riscalda-
mento, rappresentare un grave pericolo,
per la loro natura sospesa. II salto di roccia
richiede assicurazione in salita e discesa, e
data la sua lunghezza è bene prevedere l’uso di due
corde, che possono essere abbandonate all’uscita,
senza portarle in vetta. In tarda stagione si consi-
glia di effettuare il percorso nelle primissime ore del
mattino.
II percorso ha richiesto una perlustrazione estiva
per risolvere i dubbi sul passaggio tra la parte supe-
riore e l’ingresso nel canalone.
DEDICAASERGIO FRADELONI
Riportiamo le note di Ugo Bacci-
ni, primo apritore di questa via il
26 maggio 1991 assieme a Man-
lio Giubilato, pubblicate sul nu-
mero Autunno Inverno 91/92
de Le Alpi Venete e per noi
aggiornate: “Dedico a
Sergio questa nuo-
va via scialpinisti-
ca perché si possa
sempre ricordare
la sua gioia di vive-
re e il suo entusia-
smo. Lo incontrai
per la prima volta
sul Col Nudo. Non tar-
dammo a legare. Non
solo i nostri interessi era-
no in comune ma anche i rispet-
tivi punti di vista. E non è poco.
Mi ricordo che gli parlai della Sud
del Messer. Fu l’unico a non pren-
dermi per matto. Quando avan-
zai l’ipotesi, prese dal suo archivio
tutte le diapositive che riguarda-
vano questo versante della mon-
tagna, proprio come aveva fatto
per la salita invernale scialpinisti-
MONTE MESSER 2230 m
Versante sud - Via Sergio Fradeloni
ESPOSIZIONE
sud ovest
DISLIVELLO
1200 m
DIFFICOLTÀ
S5 – OSA
TEMPO DI SALITA
3 h
PUNTO DI PARTENZA
Malga Cate 1054 m
Cartina a pag.103
023
Scialpinismo in Col Nudo-Cavallo TRE PIANON DI TAMBRE - MALGA CATE
9. 106 107
Il ripido canale (foto di Ugo Baccini)
023
renomoltomenoimpegnativo.Sipercorrearitrosol’itinerarioseguito
per la salita fin sopra il salto di roccia. Occasione ottima per mettere
in pratica le tecniche di discesa in corda doppia con recupero dell’at-
trezzatura.
Raggiuntoilfondodelcanalone,losipercorreintuttalasualunghezza
su neve di valanga,fin dove la neve finisce.
Variante diretta sulla parete sud
UgoBaccinihapercorsoancheladirettriceintegraledel
canalone rocciosoverso lavetta.Dopo il passaggio roc-
cioso,infatti,il canalone si impenna con pareti e scivoli
e conduce in modo lineare fino alla sommità.
saputo aprire e per l’umanità che
ha saputo cavare da questi muc-
chi di pietre. L’ultima volta l’ho in-
contrato a Claut, in quel piccolo
cimitero, contornato dalle mon-
tagne, a perpetuare la sua, la no-
stra testimonianza, che vuo-
le quelle montagne così
come sono”.
“Qualche giorno pri-
ma che questo libro
andasse in stampa
ci siamo incontra-
ti in molti, a Pianca-
vallo, per ricordare
Sergio, a vent’anni
dalla sua partenza.
Mi ha impressionato ri-
trovare viva la sua imma-
gine in tutti quelli che l’hanno
conosciuto. E per me questo è il se-
gno più importante dello spessore
di una persona: il semplice segno
lasciato, profondo e leggibile a tanti
anni di distanza, in un mondo, quel-
lo di oggi, che macina e distrugge in
breve tempo ogni cosa. Ho avuto la
riprova che Sergio aveva capito, e il
suo comportamento è stato la te-
stimonianza di questa sua maturità
chesentocomeundono,comeuna
traccia per continuare a costruire la
nostraumanità,ultimaveramonta-
gna che ognuno dovrà scalare.
Mi piacerebbe che questo senso
della vita di Sergio passasse at-
traverso questa guida: andare in
montagna per portarsi a casa tut-
to lo splendore che riusciamo a
catturare non solo con gli occhi,
ma anche con i sentimenti.
Questo è l’insegnamento che ci
ha lasciato, facciamone tesoro”.
023
L’uscita sui pendii superiori
(foto di Ugo Baccini)
SALITA
Da Malga Cate, alla base della Val Salatis, si sale in direzione nord est
verso lo sbocco di un profondo canalone che si apre alle pendici del
Monte Messer.Si sale per il canalone cheviavia si fa sempre più stret-
to e ripido. Si tiene la sinistra e si supera una strozzatura di roccia;
poco sopra si traversa verso sinistra tra roccia e neve,fin sot-
to ad un salto di sfasciumi di roccia e muschio (1700 me-
tri).Si supera il salto (35 metri,III grado; marcio),oltre il
quale,con le pelli,si prosegue sempre in direzione nord
est rimontando i ripidi pendii.Si risale un ampio catino,
fin sotto una parete di roccia grigia a forma triangolare.
Si piega a sinistra aggirando la parete e, salendo per un
poco marcato avvallamento verso sinistra, si raggiunge
la cresta. Seguendo il filo di cresta verso destra, in breve si
raggiunge la cima.
DISCESA
La discesa può avere iniziodalla cima:si percorronoi pendiiin direzio-
ne sud ovest, per poi tagliare a destra e sbucare a destra (spalle alla
cima) della parete di roccia grigia.
Il percorso è molto esposto nella parte alta ed è quindi consigliabile
abbandonare gli sci sulla cresta,da dove può iniziare la discesa su ter-
ca al Col Nudo, ancora negli anni
‘60. Allora non esistevano itinerari
noti, lo sci alpinismo era agli esor-
di, in una simile situazione biso-
gnava vedere oltre il proprio naso,
cosa che a lui riusciva benissimo e
che gli ha permesso di avviare
una stagione di scoperta.
Dal suo archivio ho vi-
sto spuntare imma-
gini di un Piancaval-
lo e di un Cansiglio
incredibilmente in-
contaminati, ir-
riconoscibili per
chi li ha visti solo
di recente. Immagi-
ni che facevano capire
da dove derivasse la sua
consapevolezza di dover di-
fendere luoghi come la Palantina
e la Val Salatis. L’ho sempre senti-
to dire che doveva ringraziare altri,
che doveva ringraziare la monta-
gna, forse non si era ancora ac-
corto che tutti noi dobbiamo rin-
graziare lui per la traccia che ha
Scialpinismo in Col Nudo-Cavallo TRE PIANON DI TAMBRE - MALGA CATE