44 itinerari a tema
La Valle d’Aosta è una delle regioni alpine per eccellenza, un nome che immediatamente evoca grandi montagne, le cime dei 4000, imponenti ghiacciai e severe pareti. In realtà, questa piccola regione, delimitata dai grandi gruppi del Gran Paradiso, del Monte Bianco, del Cervino e del Monte Rosa, non è soltanto un susseguirsi di vette e vallate ma è molto di più: è un prezioso scrigno di biodiversità, un avvincente libro che racconta di una storia millenaria e di altrettanto secolari tradizioni, una regione dove si parlano sia il francese che l’italiano, ma anche il patois che affonda le radici nell’antico franco-provenzale e dialetti medievali germanici nelle valli di Ayas e Gressoney, un luogo dove si può ancora camminare su selciati Romani ed entrare nelle miniere dei Salassi.
Qui si è fatta la storia dell’alpinismo europeo e ancora si possono vivere le stesse emozioni dei “pionieri” affrontando salite negli angoli più selvaggi della regione. Nello stesso tempo ci si può abbandonare con tutta la famiglia a un cammino lento nei fondovalle, ascoltando il rumore dei torrenti e ammirando le forme e i colori di alberi, fiori e rocce. Chi vuole conoscere la storia geologica delle Alpi oppure studiare l’evoluzione dei ghiacciai nel corso dei millenni, si troverà davanti un vero e proprio manuale a cielo aperto, che ha pochi eguali nel Continente.
Questo libro vuole essere un invito, in 11 capitoli e 44 escursioni, a scoprire con occhi nuovi, attenti e consapevoli, questo microcosmo solo apparentemente facile da comprendere e in realtà sfaccettato e ricco di coinvolgenti sorprese. Questa guida non vuole essere un compendio enciclopedico in miniatura né si propone come pubblicazione di alcun valore scientifico, ma vuole soltanto proporre una diversa chiave di lettura della Valle d’Aosta e soprattutto fornire interessanti spunti per camminare sui sentieri della regione con una consapevolezza inedita, per spingere piedi e pensieri verso un escursionismo che si possa tramutare in un’emozionante cammino di stupore e conoscenza.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=157
Valtournenche e Valle di Saint Barthélemy
Questo primo volume della collana Vie Normali Valle d'Aosta prende in esame tutte le vette quotate e indicate come tali nella cartografia ufficiale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, che ricadono come accesso dalla Valle di Saint Barthélemy e dalla Valtournenche, per un totale di 95 cime.
Non è stata tralasciata alcuna cima e tutte le vie sono state salite personalmente dagli autori, quasi esclusivamente nella stagione estiva 2018. Alcune montagne presentano vie logiche di salita da più di un versante e da vallate differenti, ma sono state selezionate in questo caso le vie tecnicamente più facili e con il percorso più logico, con il minore dislivello, con un avvicinamento più agevole e con una durata più breve. Sono comunque indicate, nelle rispettive voci, eventuali varianti e altre possibilità di salita alla stessa cima.
Alcune cime che fanno parte dell'orizzonte geografico, visivo e alpinistico di queste valli, ma che presentano una via normale più breve, logica e sicura (anche in relazione alle trasformazioni delle montagne avvenute negli ultimi decenni) che si sviluppa dalle valli limitrofe, sono inserite nei relativi volumi della collana e in particolare nel Volume 2. Monte Rosa. Valle d’Ayas e Valle di Gressoney e nel Volume 8. Dent d’Heréns. Valpelline.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=210
Sponda lombarda, Alto Garda e Val di Ledro, Valle del Sarca, Sponda veneta. Il Lago di Garda è diventato, nel corso dei decenni, un luogo simbolo dello sport all'aria aperta, un vero e proprio punto di riferimento, in tutta Europa, per chi ama camminare, correre, arrampicare, pedalare, volare, nuotare. Questo specchio azzurro circondato da rocce argentate, è prima di tutto uno straordinario scrigno di biodiversità, che non ha eguali in tutto il Vecchio Continente, è pure un luogo dove gustare i profumi del Mediterraneo ai piedi delle Alpi. Potendo camminare praticamente per tutto l'anno su questi sentieri, si può davvero seguire il susseguirsi delle stagioni, immergersi in tutti i colori della natura e farsi conquistare dalle pagine scritte dalla storia. La guida presenta 48 escursioni attorno al più grande lago italiano, una scelta di itinerari tra i monti che gli fanno da contorno, con panorami di incomparabile bellezza, sia naturalistica che storica.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=146
Guida alpinistica alle 82 vette delle Alpi oltre i 4000 metri di altezza.
Le relazioni di 82 vie normali e 42 vie classiche in 9 gruppi montuosi, con foto, tracciati, relazioni dettagliate, schizzi delle vie e notizie storiche.
L'attesa e più completa guida alpinistica alle cime dei 4000 delle Alpi: tutte le 82 vie normali, molte delle quali poco frequentate, suddivise in schede con descrizione dettagliata dei percorsi di avvicinamento e salita, difficoltà, dislivelli, foto a colori con tracciato della via, schizzi di salita, foto di dettaglio e cenni storici.
La guida prende in considerazione tutte le vette alpine oltre i 4000 metri in 9 gruppi montuosi fra Val d'Aosta e Svizzera: Massiccio degli Écrins, Massiccio del Gran Paradiso, Massiccio del Monte Bianco, Gruppo del Gran Combin, Alpi del Weisshorn e del Cervino, Massiccio del Monte Rosa, Alpi del Mischabel e del Weissmies, Alpi Bernesi, Massiccio del Bernina.
Si tratta di un vasto territorio che copre numerose valli, ricoperto da ghiacciai e fornito di numerosi rifugi alpini e bivacchi di alta quota. Anche le sole vie normali di salita costituiscono un serio banco di prova per ogni alpinista, sia per le elevate quote, sia per le difficoltà e i pericoli dei ghiacciai da risalire e attraversare, sia per le vie di roccia e ghiaccio che devono essere affrontate per raggiungere le cime. Nella catena alpina l'ambiente d'alta quota si manifesta in genere già verso i 3000 metri. Un numero limitato di cime raggiunge i 4000 metri, tra le quali solo alcune superano i 4500 metri e una singola, il Monte Bianco, sfiora i 5000. Paragonate alla maggior parte delle altre sommità della catena, le cime alpine di 4000 metri assumono quindi proporzioni rilevanti. Malgrado la loro altezza sia, in valore assoluto, la metà di quella dei massimi picchi himalayani, i Quattromila sono i veri e propri Giganti delle Alpi: montagne maestose, celebri e, soprattutto, ricche di storia.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=72
50 escursioni.
C’è una stretta valle, compresa fra le vette rocciose delle Dolomiti di Brenta e la verde dorsale della Paganella, dove sorgono due ameni paesini dolomitici, Molveno e Andalo, accompagnati dalle altre tre località turistiche con cui formano la Comunità della Paganella: Cavedago, Spormaggiore e Fai della Paganella.
Nel complesso un’area da cui godere di visioni privilegiate sulle guglie e le torri del Brenta, fra tutte la Brenta Alta, il celeberrimo Campanile Basso, la Torre di Brenta e tutte le vette della Catena Centrale. Escursioni panoramiche per tutti i gusti, in cui ritrovare spazi di quiete e silenzio prima di rigettarsi nella vivace mondanità di Molveno, Andalo e dei paesi vicini. Fra questi scenari naturali e lungo questi sentieri accoglienti auguro a chi vorrà percorrerli di trovare la pace, l’armonia e la serenità che hanno accompagnato le mie escursioni.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=198
44 itinerari in tutta le regione - Territorio unico nel suo genere, inciso da lunghe valli le cui creste superano spesso i tremila metri, ricco di boschi, laghi e aree selvagge, dove in pochi chilometri si passa dal clima mediterraneo del Tenero ai ghiacciai del Basòdino e dell’Adula, il Ticino esprime una magia particolare che, insieme a una straordinaria rete di sentieri e di rifugi, lo rende un vero paradiso escursionistico.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=151
Il ghiaccio ha sempre attratto gli alpinisti. I grandi scivoli, i profondi canaloni, le seraccate e le esili goulottes catturano lo sguardo con le loro forme eleganti e sembrano suggerire percorsi, linee di salita perfette tracciate dalla natura stessa.
Questa guida insostituibile illustra, con relazioni dettagliate, fotografie e tracce, 105 vie di ghiaccio dal Monviso al Grossglockner, passando per Delfinato, Gran Paradiso, Monte Bianco, Gran Combin, Monte Rosa, Mischabel, Alpi Bernesi, Gruppo del Bernina, Alpi Orobie, Ortles-Cevedale, Adamello-Presanella, Zillertal, Dolomiti e Alti Tauri.
Una scelta completa per un alpinismo emozionante.
Le vie presentate comprendono le più belle salite classiche su Monviso, Les Bans, Mont Pelvoux, Barre des Écrins, Grande Ciamarella, Grande Casse, Becca di Monciair, Ciarforon, Gran Paradiso, Roccia Viva, Domes de Miage, Monte Bianco, Tour Ronde, Mont Blanc du Tacul, Aiguille du Midi, Grandes Jorasses, Aiguille Verte, Les Droites, Aiguille d’Argentière, Combin de Valsorey, Breithorn Occidentale, Lyskamm Orientale, Lenzspitze, Allalinhorn, Fletschhorn, Mönch, Monte Disgrazia, Piz Roseg, Piz Bernina, Pizzo di Coca, Monte Cristallo, Ortles, Gran Zebrù, Punta San Matteo, Cima Presanella, Cima Brenta, Cima Tosa, Palla Bianca, Wildspitze, Marmolada, Grossglockner e molte altre cime.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=137
Definire il Lago di Como “ambiente magnifico“ è a dir poco riduttivo.
Chi ha la fortuna di vivere sulle sue sponde ritiene assurdo che vi possano essere persone che non ne abbiano mai sentito parlare. Sarà forse a causa di quel curioso fenomeno per il quale ciò che ci riguarda, che conosciamo e che amiamo debba giocoforza essere noto a tutti?
O perché il piccolo mondo nel quale viviamo, per quanto limitato esso sia, rappresenta sempre e comunque la totalità degli universi possibili? Ma esistono persone che non abbiano mai sentito parlare di Alessandro Volta? O del Manzoni? Chi non conosce la particolare forma a “lambda“ del Lago di Como? Chi non conosce gli sfarzi lussuosi o l’intimità malinconica delle tante ville che adornano le rive del lago?
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=205
Valtournenche e Valle di Saint Barthélemy
Questo primo volume della collana Vie Normali Valle d'Aosta prende in esame tutte le vette quotate e indicate come tali nella cartografia ufficiale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, che ricadono come accesso dalla Valle di Saint Barthélemy e dalla Valtournenche, per un totale di 95 cime.
Non è stata tralasciata alcuna cima e tutte le vie sono state salite personalmente dagli autori, quasi esclusivamente nella stagione estiva 2018. Alcune montagne presentano vie logiche di salita da più di un versante e da vallate differenti, ma sono state selezionate in questo caso le vie tecnicamente più facili e con il percorso più logico, con il minore dislivello, con un avvicinamento più agevole e con una durata più breve. Sono comunque indicate, nelle rispettive voci, eventuali varianti e altre possibilità di salita alla stessa cima.
Alcune cime che fanno parte dell'orizzonte geografico, visivo e alpinistico di queste valli, ma che presentano una via normale più breve, logica e sicura (anche in relazione alle trasformazioni delle montagne avvenute negli ultimi decenni) che si sviluppa dalle valli limitrofe, sono inserite nei relativi volumi della collana e in particolare nel Volume 2. Monte Rosa. Valle d’Ayas e Valle di Gressoney e nel Volume 8. Dent d’Heréns. Valpelline.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=210
Sponda lombarda, Alto Garda e Val di Ledro, Valle del Sarca, Sponda veneta. Il Lago di Garda è diventato, nel corso dei decenni, un luogo simbolo dello sport all'aria aperta, un vero e proprio punto di riferimento, in tutta Europa, per chi ama camminare, correre, arrampicare, pedalare, volare, nuotare. Questo specchio azzurro circondato da rocce argentate, è prima di tutto uno straordinario scrigno di biodiversità, che non ha eguali in tutto il Vecchio Continente, è pure un luogo dove gustare i profumi del Mediterraneo ai piedi delle Alpi. Potendo camminare praticamente per tutto l'anno su questi sentieri, si può davvero seguire il susseguirsi delle stagioni, immergersi in tutti i colori della natura e farsi conquistare dalle pagine scritte dalla storia. La guida presenta 48 escursioni attorno al più grande lago italiano, una scelta di itinerari tra i monti che gli fanno da contorno, con panorami di incomparabile bellezza, sia naturalistica che storica.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=146
Guida alpinistica alle 82 vette delle Alpi oltre i 4000 metri di altezza.
Le relazioni di 82 vie normali e 42 vie classiche in 9 gruppi montuosi, con foto, tracciati, relazioni dettagliate, schizzi delle vie e notizie storiche.
L'attesa e più completa guida alpinistica alle cime dei 4000 delle Alpi: tutte le 82 vie normali, molte delle quali poco frequentate, suddivise in schede con descrizione dettagliata dei percorsi di avvicinamento e salita, difficoltà, dislivelli, foto a colori con tracciato della via, schizzi di salita, foto di dettaglio e cenni storici.
La guida prende in considerazione tutte le vette alpine oltre i 4000 metri in 9 gruppi montuosi fra Val d'Aosta e Svizzera: Massiccio degli Écrins, Massiccio del Gran Paradiso, Massiccio del Monte Bianco, Gruppo del Gran Combin, Alpi del Weisshorn e del Cervino, Massiccio del Monte Rosa, Alpi del Mischabel e del Weissmies, Alpi Bernesi, Massiccio del Bernina.
Si tratta di un vasto territorio che copre numerose valli, ricoperto da ghiacciai e fornito di numerosi rifugi alpini e bivacchi di alta quota. Anche le sole vie normali di salita costituiscono un serio banco di prova per ogni alpinista, sia per le elevate quote, sia per le difficoltà e i pericoli dei ghiacciai da risalire e attraversare, sia per le vie di roccia e ghiaccio che devono essere affrontate per raggiungere le cime. Nella catena alpina l'ambiente d'alta quota si manifesta in genere già verso i 3000 metri. Un numero limitato di cime raggiunge i 4000 metri, tra le quali solo alcune superano i 4500 metri e una singola, il Monte Bianco, sfiora i 5000. Paragonate alla maggior parte delle altre sommità della catena, le cime alpine di 4000 metri assumono quindi proporzioni rilevanti. Malgrado la loro altezza sia, in valore assoluto, la metà di quella dei massimi picchi himalayani, i Quattromila sono i veri e propri Giganti delle Alpi: montagne maestose, celebri e, soprattutto, ricche di storia.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=72
50 escursioni.
C’è una stretta valle, compresa fra le vette rocciose delle Dolomiti di Brenta e la verde dorsale della Paganella, dove sorgono due ameni paesini dolomitici, Molveno e Andalo, accompagnati dalle altre tre località turistiche con cui formano la Comunità della Paganella: Cavedago, Spormaggiore e Fai della Paganella.
Nel complesso un’area da cui godere di visioni privilegiate sulle guglie e le torri del Brenta, fra tutte la Brenta Alta, il celeberrimo Campanile Basso, la Torre di Brenta e tutte le vette della Catena Centrale. Escursioni panoramiche per tutti i gusti, in cui ritrovare spazi di quiete e silenzio prima di rigettarsi nella vivace mondanità di Molveno, Andalo e dei paesi vicini. Fra questi scenari naturali e lungo questi sentieri accoglienti auguro a chi vorrà percorrerli di trovare la pace, l’armonia e la serenità che hanno accompagnato le mie escursioni.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=198
44 itinerari in tutta le regione - Territorio unico nel suo genere, inciso da lunghe valli le cui creste superano spesso i tremila metri, ricco di boschi, laghi e aree selvagge, dove in pochi chilometri si passa dal clima mediterraneo del Tenero ai ghiacciai del Basòdino e dell’Adula, il Ticino esprime una magia particolare che, insieme a una straordinaria rete di sentieri e di rifugi, lo rende un vero paradiso escursionistico.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=151
Il ghiaccio ha sempre attratto gli alpinisti. I grandi scivoli, i profondi canaloni, le seraccate e le esili goulottes catturano lo sguardo con le loro forme eleganti e sembrano suggerire percorsi, linee di salita perfette tracciate dalla natura stessa.
Questa guida insostituibile illustra, con relazioni dettagliate, fotografie e tracce, 105 vie di ghiaccio dal Monviso al Grossglockner, passando per Delfinato, Gran Paradiso, Monte Bianco, Gran Combin, Monte Rosa, Mischabel, Alpi Bernesi, Gruppo del Bernina, Alpi Orobie, Ortles-Cevedale, Adamello-Presanella, Zillertal, Dolomiti e Alti Tauri.
Una scelta completa per un alpinismo emozionante.
Le vie presentate comprendono le più belle salite classiche su Monviso, Les Bans, Mont Pelvoux, Barre des Écrins, Grande Ciamarella, Grande Casse, Becca di Monciair, Ciarforon, Gran Paradiso, Roccia Viva, Domes de Miage, Monte Bianco, Tour Ronde, Mont Blanc du Tacul, Aiguille du Midi, Grandes Jorasses, Aiguille Verte, Les Droites, Aiguille d’Argentière, Combin de Valsorey, Breithorn Occidentale, Lyskamm Orientale, Lenzspitze, Allalinhorn, Fletschhorn, Mönch, Monte Disgrazia, Piz Roseg, Piz Bernina, Pizzo di Coca, Monte Cristallo, Ortles, Gran Zebrù, Punta San Matteo, Cima Presanella, Cima Brenta, Cima Tosa, Palla Bianca, Wildspitze, Marmolada, Grossglockner e molte altre cime.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=137
Definire il Lago di Como “ambiente magnifico“ è a dir poco riduttivo.
Chi ha la fortuna di vivere sulle sue sponde ritiene assurdo che vi possano essere persone che non ne abbiano mai sentito parlare. Sarà forse a causa di quel curioso fenomeno per il quale ciò che ci riguarda, che conosciamo e che amiamo debba giocoforza essere noto a tutti?
O perché il piccolo mondo nel quale viviamo, per quanto limitato esso sia, rappresenta sempre e comunque la totalità degli universi possibili? Ma esistono persone che non abbiano mai sentito parlare di Alessandro Volta? O del Manzoni? Chi non conosce la particolare forma a “lambda“ del Lago di Como? Chi non conosce gli sfarzi lussuosi o l’intimità malinconica delle tante ville che adornano le rive del lago?
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=205
I tre versanti di un Parco
Nel cuore geografico delle Alpi, accanto ai confini con la Svizzera e l’Austria, si estende una delle più belle e importanti aree protette d’Europa.
Nato nel 1935, passato grazie a successivi ampliamenti dagli 8.000 ettari iniziali agli attuali 134.619, il Parco Nazionale dello Stelvio ospita vette altissime come l’Ortles, il Gran Zebrù e il Cevedale, meravigliose foreste di abete rosso e larice, pascoli d’alta quota e cascate, un centinaio tra laghi e laghetti di montagna e lo stesso numero di ghiacciai.
Chi percorre i sentieri, le vette e i ghiacciai dello Stelvio è il benvenuto. L’invito dell’autore a chi legge e utilizza sul terreno questa guida è di guardarsi intorno, ammirare e capire. E di rispettare gli animali e le piante, il lavoro dell’uomo, la fragile bellezza di quest’angolo straordinario delle Alpi e della Terra.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=152
Le Valli del Gran Paradiso sono oggi un “simbolo della natura”, forte e radicato anche per chi non ha mai visitato questi luoghi.
Le vallate aostane del Parco Nazionale, primo istituito in Italia, Val Rhêmes, Valsavaranche e Val di Cogne, così come la vicina Valgrisenche, esclusa dall'area protetta ma così vicina geograficamente e idealmente alle valli limitrofe, racchiudono uno straordinario “tesoro” naturale, faunistico, geologico, ma anche storico e umano.
Valli e montagne vissute e da vivere a piedi, che possono essere esplorate camminando sulle comode mulattiere reali, sdraiandosi in riva a un lago ascoltando il rumore del vento, osservando l’arrampicata “in libera” di stambecchi e camosci sulle più scoscese creste di roccia o contemplando in silenzio le fioriture primaverili ai piedi di ghiacciai scintillanti.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=132
I 3000 delle Dolomiti si ergono come isolati colossi fra le splendide valli e cime dolomitiche del Trentino Alto Adige e del Veneto. Se alcune vette sono alla portata di ogni escursionista, altre costituiscono degli impegnativi itinerari alpinistici riservati a escursionisti esperti con le necessarie conoscenze di arrampicata in cordata ed esperienza su terreni e pareti rocciose.
Il grande successo decretato dagli amanti delle Dolomiti ha costretto autori ed editore a pubblicare la terza edizione del volume "3000 delle Dolomiti". Un successo certamente non casuale, visto l'approfondimento delle relazioni di tutte le elevazioni dolomitiche che superano i tremila metri di altezza.
Questa terza edizione costituisce un importante aggiornamento alle precedenti del 2012 e 2014, presentando alcuni itinerari non esposti nella prima stesura come la via originale di Grohmann alla Fópa di Matìa e la salita dal versante nord della Crodaccia Alta e alcune relazioni più dettagliate come le vie normali alla Punta Piccola dei Scarpèri, al Pilastro Nino, alla Piccola Furchetta, alla Cima De Falkner e all'Antelao, la cui via normale ha subito un importante crollo nel novembre 2014. Questo anche grazie al contributo di alcuni membri del Gruppo 3000 Dolomiti, fra cui il vicentino Beppe Ziggiotto che nel 2017 ha concluso per primo, a quanto ci risulta, la salita di tutti i 3000 dolomitici fra cui la Cima De Falkner, probabilmente inaccessa da 65 anni. Sono inoltre presenti dei nuovi schizzi di salita per gli itinerari in roccia curati dal disegnatore e alpinista Marco Romelli, nonché nuove immagini di alcuni itinerari.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=159
Il territorio della Valle Aurina occupa il bacino imbrifero del Torrente Aurino che percorre il rigoglioso fondovalle per tutta la sua lunghezza, dalla sua sorgente a monte dell’abitato di Casere/Kasern fino alla chiusa naturale di Campo Tures, oltre 30 chilometri più a valle. È un territorio davvero straordinario e ricco di contrasti questo remoto angolo d’Italia, incastonato nel punto più settentrionale della nostra nazione. Si tratta di una caratteristica vallata alpina caratterizzata sul lato destro orografico dall’impressionante muraglia rocciosa delle Alpi Aurine che cinge a nord il solco vallivo principale senza soluzione di continuità. In questo gruppo montuoso si contano numerosi “tremila”, che culminano nei 3420 m della Cima di Campo/Turnerkamp in Valle di Riobianco. Questa splendida cordigliera, impreziosita da numerosi ghiacciai, svetta di oltre 2000 metri sul fondovalle dove sono adagiati i numerosi e ridenti centri abitati della valle. Un'ininterrotta catena di monti, il cui paesaggio è stato nei millenni plasmato dall’azione dei ghiacciai, in cui percorrere splendidi itinerari escursionistici altamente panoramici.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=161
Val Veny - Val Ferret - Valdigne - La Thuile
Oggi il Monte Bianco è un simbolo, un nome che evoca automaticamente il concetto di montagna, di vetta. Così facilmente osservabile dalle valli che lo circondano, il Bianco è diventato spesso anche immagine stereotipata, come gran parte dei più spettacolari gruppi alpini. Una fitta rete di sentieri lascia spesso l’escursionista al di fuori della fortezza di roccia e ghiaccio del massiccio vero e proprio, quasi sempre accessibile soltanto agli alpinisti, ma allo stesso tempo permette di capire la complessità di questo gruppo montuoso, le tante sorprese, i paesaggi grandiosi e sorprendenti. Ampie dorsali erbose, piccole sommità, ripiani di origine glaciale, panoramici valichi, permettono a tutti di ammirare orizzonti vastissimi e di comprendere quanto complesso e diversificato sia il microcosmo del Monte Bianco. Inoltre, spostandosi verso i solitari valloni e le silenziose conche che si affacciano lungo la valle di La Thuile oppure risalendo i sentieri ai piedi delle montagne della Valdigne, ci si inoltrerà in una dimensione ancora più autentica, dove l’escursionista più curioso e attento saprà leggere le tracce della storia dell’uomo e della natura.
130 vie normali in Ampezzo, Cadore, Braies, Pusteria
La conca ampezzana, certamente una delle più belle delle Dolomiti, è, malgrado l’alta frequentazione, per gran parte sconosciuta.
Questo volume permette di scoprirne gli angoli più nascosti, ma per questo non meno affascinanti degli itinerari iper-frequentati che d’estate vengono presi d’assalto.
Sono qui descritte 130 vie normali ad altrettante vette attorno alla perla dolomitica. Accanto ai percorsi classici, quindi, risultano finalmente valorizzate esplorazioni semi-sconosciute, anche per i Cortinesi stessi.
Una guida escursionistica che comprende a volte quell’alpinismo facile che richiede una certa dose di esperienza e capacità di orientamento in terreni poco battuti.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=214&from=IM
Camminare a Chamonix? Apparentemente non ha senso! Siamo nella capitale mondiale dell’alpinismo, nel luogo dove questa attività ha avuto la sua origine ufficiale. A partire dalla fine del Settecento, Chamonix è stata il campo base per generazioni di appassionati, venuti da ogni angolo della terra a combattere la propria battaglia personale sui ghiacciai e sulle guglie granitiche del Monte Bianco. Eppure non sono stati gli alpinisti a “scoprire” Chamonix. Sono stati gli antichi viaggiatori, gli escursionisti del passato. Questi primi esploratori, curiosi e impressionabili, si sono lasciati travolgere dall’esperienza sublime (proprio nel senso romantico del termine) che qui, di fronte al Monte Bianco in tutta la sua poderosa magnificenza, costituisce uno stimolo costante e intenso.
Ancora oggi l’escursionismo è una delle attività sportive più praticate nella valle di Chamonix. È proprio camminando, prendendo il proprio tempo, alternando liberamente il ritmo sereno del passo alle pause per guardare, toccare, ascoltare, che si apprezza al meglio la semplice bellezza di questo “tempio della natura”. Camminando oppure correndo, per godere del puro piacere di uno sforzo intenso nell’aria cristallina, di fronte a un panorama grandioso.
Sui bei sentieri di Chamonix c’è spazio per tutti e si incontra un po’ di tutto: escursionisti, trail runners, alpinisti in avvicinamento alle vie d’arrampicata o in salita ai rifugi. Non importa se si va lenti o veloci, carichi o leggeri, soli o in compagnia. Quello che conta è sapersi avvicinare a questa maestosa natura alpina con lo stesso sguardo incantato dei pionieri, magari arricchito dalla consapevolezza moderna dell’estrema fragilità della natura stessa.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=211
L'Appennino sa essere domestico ma anche selvaggio e nei suoi versanti si può trovare, nella stagione invernale, diversi modi espressivi: dalle lunghe escursioni in valloni incontaminati, ai ripidi canali, alle discese mozzafiato dove l'unico problema è “sciare“...
Delle Alpi, ormai, tutti sanno tutto e si è scritto qualsiasi tipo di libro e sono assai antropizzate; sono poche le linee ancora da salire e da scendere, poche le possibilità di trovarsi in perfetta solitudine ad affrontare un'escursione. In Appennino è diverso, le montagne riservano ancora delle zone veramente selvagge dove l'uomo non ha mai calcato o quasi il suo piede e le pareti offrono spesso linee che aspettano solo che qualcuno vada a scoprirle; questo è stato il grande privilegio che l'Appennino ha saputo offrire all'autore: la possibilità di cercare le proprie linee e di trovare le proprie discese.
“L'avventura, secondo me, non conosce quota! Ci si può ingaggiare con la montagna a 8000 metri come a 2000 metri, ognuno può trovare la propria dimensione ed esplorare il terreno che preferisce e in cui si sente a casa; l'avventura è uno stato mentale che nasce e cresce dentro ognuno di noi se giustamente alimentato con motivazioni, progetti, obiettivi, voglia di mettersi in discussione e di migliorare il proprio livello fisico, tecnico e mentale. Credo che tutti abbiamo un debito di riconoscenza verso le montagne di casa! Per me... era semplicemente giunto il momento di saldarlo.“
La guida prende in considerazione 74 vie scelte nei gruppi del Monte Gomito, Alpe Tre Potenze, Abetone, Val di Luce, Corno alle Scale, Cimone, Libro Aperto, Cima Tauffi, Giovo, Rondinaio, Lago Santo, Monte Cusna, Febbio, Alpe di Vallestrina, Cipolla, Sassofratto Vecchio, Cella, Le Porraie, Castellino, Prado, Cerreto Laghi, Monte Alto, Punta Buffanaro, Monte Casarola, Alpe di Succiso.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=104
Scopri le novità editoriali di Idea Montagna fra libri di arrampicata, alpinismo, ghiaccio, alta montagna, scialpinismo, vie normali, vie di roccia, escursionismo, grotta e mountain bike
Guida escursionistica e alpinistica alle 86 cime dolomitiche oltre i 3000 metri di altezza in 16 gruppi dolomitici
Le relazioni di 86 vie normali alle più alte cime oltre i 3000 delle Dolomiti, con foto, tracciati, cartine, relazioni dettagliate, notizie storiche e culturali.
Si tratta della 2° edizione del libro 3000 delle Dolomiti! Dopo la prima edizione del 2012 questa ristampa
comprende correzioni, aggiornamenti, nuove foto e migliori disegni delle vie di roccia.
Il territorio della Val Badia, nella sua limitata estensione, racchiude un infinito scrigno di tesori e, senza dubbio, l’unico modo possibile per avvicinarli e apprezzarli appieno è camminando. Percorrendo a piedi i sentieri d’alta quota riusciremo a percepire i grandi spazi e i grandi silenzi della montagna, scoprendone dettagli e scorci nascosti che mai noteremmo qualora ci spostassimo solamente in auto. Il turismo oggi è frenetico, in pochi giorni si cerca di scoprire il maggior numero possibile di località, utilizzando soltanto auto e funivie, senza spostarsi dai luoghi dove tutti possono arrivare senza fatica. Ma così facendo, perdiamo la vera essenza di una vacanza in alta quota.
Questo libro vuole essere un invito a scoprire e riscoprire la montagna e un omaggio alle Dolomiti patrimonio dell’umanità UNESCO. Si tratta di 34 itinerari tra montagne ammantate di leggenda, sulle quali sono state scritte pagine di storia dell’alpinismo nonché teatro di sanguinosi scontri durante la Prima Guerra Mondiale. Insomma, al di là del panorama dolomitico, già da solo in grado di emozionarci e affascinarci oltre ogni immaginazione, è facile, camminando in questi luoghi, essere sopraffatti anche dalla suggestione delle gesta eroiche dei nostri antenati.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=131
Mountain bike in Appennino SettentrionaleRoberto Ciri
Relazioni con road-book fotografico a 41 itinerari di tutte le difficoltà nei territori di Liguria di Levante, Emilia-Romagna e Toscana, compresa l'Isola d'Elba. Racchiuse nei parchi e nelle riserve naturali che ormai abbiamo dissociato dalla nostra quotidianità, ci sono meraviglie dimenticate disposte a essere svelate: due ruote silenziose e una minima dose di avventura possono innescare una delle più entusiasmanti attività a nostra disposizione per assaporare bellezza e armonia, mete tanto reali e accessibili da meritare senza esitazione una benefica e liberatoria controparte di fatica e sudore. Per ogni regione sono stati selezionati i tracciati più esclusivi e remunerativi, contraddistinti da una logica struttura ad anello, elevata ciclabilità, massima percentuale di sterrato e dall'inconfondibile scenario appenninico. Ogni percorso è accompagnato da una mappa schematica del tracciato, dal profilo altimetrico e dai dati tecnici generali, e illustrato da un efficace road book fotografico che permette di seguire senza difficoltà l'itinerario. www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=78
Valle del Boite, Centro Cadore, Val d’Ansiei, Misurina.
Il Cadore rientra tra quelle regioni montane tanto forti dal punto di vista identitario quanto indefinite dal punto di vista geografico. Un territorio con labili confini, ma con fortissime fondamenta culturali, che ne fanno una delle regioni alpine dove seguire in maniera esemplare l'evoluzione storica del paesaggio. Una terra di forti contrasti, dove isolate frazioni quasi disabitate si trovano a brevissima distanza da centri turistici di primaria importanza, dove sentieri affollatissimi si trovano a pochi chilometri in linea d’aria da percorsi completamenti immersi nel silenzio.
Non si può dire che manchino montagne importanti, anzi proprio in Cadore si ergono alcune delle più alte vette delle Dolomiti e alcuni dei gruppi più monumentali, come il Sorapìs, il Pelmo e l’Antelao e le stesse Dolomiti di Sesto che si affacciano con il loro versante meridionale sulla Val d’Ansiei. Altresì il Cadore è via d'accesso alle Marmarole e alle Dolomiti Friulane, zone fra le più selvagge, spettacolari e silenziose dell’intero arco alpino.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=202
67 relazioni di vie su roccia, ghiaccio e misto
Autore: Marco Romelli
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 288 a colori
Formato: 15x21 cm
Data di pubblicazione: 25/07/2012
Quello del Monte Bianco è il gruppo delle grandi ascensioni, dove si sono scritte pagine importanti della storia dell'alpinismo. Ma accanto alle "grande course" riservate a pochi vi sono itinerari che si aprono ad una maggiore frequentazione grazie alla bellezza dell'arrampicata ma soprattutto dell'ambiente circostante. Una guida per gustare il Monte Bianco senza l'assillo della grande prestazione.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=34
Vol. 1 - Appennino Tosco-Emiliano - Settore Ovest
313 itinerari di alpinismo invernale in 30 diversi gruppi montuosi
Autore: Andrea Greci
Il volume prende in esame il tratto di crinale Tosco-Emiliano compreso tra il Passo del Cirone (Parma - Massa Carrara) e il Passo delle Radici (Reggio Emilia – Lucca) operando non tanto una selezione degli itinerari più meritevoli ma cercando di catalogare tutte le vie alpinistiche possibili, montagna per montagna, versante per versante.
Gruppi montuosi:
Val Magra, Conca del Braiola, Conche del Lago Santo e delle Guadine, Conca di Badignana, Conca dei Lagoni, Valditacca, Conca del Lago Verde, Conca di Prato Spilla, Monte Acuto, Conca dei Ghiaccioni, Alpe di Succiso, Vallone di Rio Pascolo, Monte Casarola, Conca delle Sorgenti del Secchia, Monte Ventasso, Vallone dell'Inferno, Conca di Cerreto Laghi, Monte Cavalbianco, Lama di Rio Re, Lama di Mezzo, Val Ovola, Monte Cusna, Alpe di Vallestrina, Conca della Valcalda, Lama Lite, Valle dei Porci, Abetina Reale, Lunigiana, Orecchiella, Casone di Profecchia.
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- cartine topografiche dei percorsi
- foto panoramiche dei gruppi montuosi con i nomi delle cime
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=62
Vie ferrate in Sassolungo - Sella - Sciliar - Catinaccio - Marmolada - Latemar. Catinaccio, Marmolada, Sella, Sassolungo, Latemar: sono tutti nomi che richiamano spesso alla mente l’idea stessa delle Dolomiti, toponimi ben impressi nell’immaginario collettivo e nella mente di escursionisti e alpinisti. Una capillare organizzazione turistica, i numerosi impianti di risalita, la sterminata rete di punti di appoggio gestiti, fanno delle Dolomiti di Fassa una della aree più facilmente accessibili dell’intero arco alpino. Molte di queste cime sono entrate tra le immagini simbolo dei Monti Pallidi, basti pensare alle Torri del Vajolet, al Ghiacciaio della Marmolada, all’Alpe di Siusi. Le ferrate più famose e tecnicamente impegnative sono tra le più frequentate delle Alpi, soprattutto quelle che si sviluppano tra i bastioni di roccia del gruppo del Sella (vero crocevia dei gruppi dolomitici) come la Ferrata delle Mesules, la Ferrata Piazzetta e la Ferrata Brigata Tridentina, oppure quelle che risalgono le pareti rocciose del Colac e del Col Ombert. Molti escursionisti scelgono anche le ferrate del Catinaccio d’Antermoia o il primo tratto del Sentiero Bepi Zac perché, con difficoltà tecniche contenute, possono compiere escursioni di straordinario fascino. Cosa resta quindi da consigliare tra queste valli, dove a volte si ha quasi l’impressione di essere ormai assuefatti alla bellezza e alla sua quotidiana rappresentazione mediatica? Prima di tutto di usare le ferrate più famose come strumento di conoscenza di alcune della montagne più sorprendenti delle Alpi e poi di provare a percorrere la panoramica e silenziosa cresta dei Monzoni, tra crinali erbosi, rocce vulcaniche e memorie della Grande Guerra, di compiere un itinerario di grandissimo respiro come quello che transita attraverso la Ferrata Ombretta oppure di inoltrarsi nella piccola selva rocciosa del gruppo della Vallaccia.
Appennino piacentino, parmense e reggiano
Un’accurata selezione di escursioni adatte alle famiglie, a chi muove i primi passi in montagna e agli escursionisti che si vogliono avvicinare alle tante sorprese dell’Appennino settentrionale.
Un approccio innovativo ai sentieri, non solo descritti nel dettaglio, ma anche spunto per comprendere la natura e la storia, per raccontare leggende e per giocare. Un libro per grandi e piccoli camminatori che vogliono divertrisi in maniera sicura consapevole sulle colline e le montagne emiliane.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=156
Percorsi ad anello, lungo tratte antiche, ma anche lungo itinerari moderni.
La scelta non è casuale. Perché il percorso cosiddetto ad anello permette, in un’unica escursione, di ammirare più paesaggi e di circondarsi di tante montagne.
In Valchiavenna transita la famosa Via Spluga, passano la Via Francisca, la Via del Giubileo, la Via dei Càrden, la Via Bregaglia, il Sentiero del Cardinello.
Un insieme di itinerari tra l’attuale e l’antico, sempre diversi e in grado di proporre al lettore e all'escursionista la miriade di possibilità offerte dalla vallata, tra piane e laghi, nella prima porzione della valle, per trasformarsi poi in più arditi percorsi, sino a raggiungere l’ambito dell’alta montagna e andare a conoscere le più belle vette della Valchiavenna.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=150
Quello del Monte Bianco è il gruppo delle grandi ascensioni, dove si sono scritte pagine importanti della storia dell'alpinismo. Ma accanto alle "grande course" riservate a pochi vi sono itinerari che si aprono ad una maggiore frequentazione grazie alla bellezza dell'arrampicata ma soprattutto dell'ambiente circostante. Una guida per gustare il Monte Bianco senza l'assillo della grande prestazione.
Generazioni di alpinisti si sono confrontate con le sue pareti, seguendo i percorsi già tracciati o accogliendo le nuove sfide di cui il massiccio è fonte inesauribile. A partire dagli iniziali scopi naturalistici e scientifici, le motivazioni che hanno mosso i frequentatori del Monte
Bianco sono diventate avventurose e romantiche, poi sempre più focalizzate sul gesto sportivo. Parallelamente alle tendenze attuali, orientate all'arrampicata su misto di alta difficoltà accessibile a un gruppo ristretto di "fortissimi", questo testo propone una scelta di itinerari di livello tecnico "medio", cioè raggiungibile da chiunque attraverso una preparazione adeguata. Lungo queste vie, la performance sportiva fine a se stessa passa in secondo piano a favore della completezza dell'esperienza, senza trascurare l'eleganza delle linee e l'armonia dei movimenti che generano. In questo modo, lungo gli itinerari di arrampicata "plaisir" come sulle vie storiche tracciate dai pionieri, possiamo immergerci completamente nell'ambiente unico del Monte Bianco senza che l'ansia per la prestazione o per il rischio prenda il sopravvento sul sentimento della bellezza del mondo incantato a cui abbiamo accesso.
Con questa 2° edizione l'autore Marco Romelli conferma la sua grande conoscenza delle vie di roccia e ghiaccio sulle cime del Gruppo del Monte Bianco. 80 relazioni dettagliate di vie di media difficoltà su roccia, ghiaccio e misto a 57 cime nel Gruppo del Monte Bianco.
Una guida che fa venire voglia di mettersi i ramponi e trovare il fiato, la forza e l'equilibrio necessari per affrontare le splendide scalate presentate! Un grande lavoro di ricerca alpinistica su vie classiche e di piacere che fanno parte dei sogni di ogni alpinista.
Elementi distintivi del libro:
- lingue: italiano, inglese, francese e tedesco
- foto con tracciati delle vie di salita
- disegni delle vie di salita
- dislivelli
- difficoltà
- attrezzatura necessaria
- consigli per la salita
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=75
65 itinerari.
Sfogliando questo libro, molti riconosceranno nelle fotografie i perfetti e magnetici denti rocciosi delle Tre Cime di Lavaredo, la grande e incantatrice parete nord ovest della Civetta, le piramidi maestose delle Tofane o il balcone panoramico del Lagazuoi.
Un attimo di incertezza è facile che cominci ad affiorare nel tentativo di riconoscere i profili del Cimon del Froppa e dei Tàmer, ma magari anche nell’individuare al primo sguardo il versante sud della Croda dei Toni o i profili più ombrosi del Pelmo e della Moiazza.
Sarà infine il conoscitore più attento e il frequentatore più curioso delle Dolomiti, a non perdersi tra le immagini dei verdi pascoli delle Vette Feltrine, nelle guglie tormentate del Bosconero o lungo la seghettata cresta del Miaron. Ma ridurre un libro come “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Orientali”, soltanto a un elenco di magnifici percorsi destinati a stupire, è addirittura riduttivo.
Come nel gemello “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Occidentali”, gli autori riversano, in parole e immagini, non solo gli itinerari eseguiti sul campo e la loro esperienza, ma anche il loro amore per la montagna, le loro competenze e le loro conoscenze, il rigore e l’autorevolezza di chi “guida” nel senso più antico e moderno del termine, prendendo per mano il camminatore e consentendogli di trovare il “suo” percorso, la “sua” cima, le “sue Dolomiti”, trasformando l’escursione non solo in un’attività fisica che consente di allenare muscoli.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=207
130 cime fra Lago d'Idro, Alpi di Ledro e Lago di Garda
Estese sul vasto territorio montuoso compreso fra il Lago d'Idro a ovest e il Lago di Garda a est, le Prealpi Gardesane Occidentali costituiscono un variegato ambiente montano che offre ampie possibilità escursionistiche, sia estive che invernali, con panorami dominati dall'azzurro specchio d'acqua del Lago di Garda e dalla Catena del Monte Baldo.
Questa guida presenta una selezione di 130 cime che permettono di soddisfare sia le preferenze degli escursionisti che le esigenze degli alpinisti, con pareti verticali su cui sono stati ricavati sia percorsi attrezzati e vie ferrate, sia impegnative vie di roccia, come nell'area di Cima Capi e sulle pareti intorno ad Arco. Ad ognuna delle cime è dedicata una scheda con descrizione del percorso, dislivelli, tempi di salita e totali, difficoltà, attrezzatura necessaria o consigliata e quanto altro possa essere utile per documentarsi prima di effettuare la salita della cima. Se poi si considerano anche le informazioni aggiuntive che vengono fornite su altre 80 cime vicine a quelle principali ecco che il numero di vette coinvolte nel libro sale a un totale di 210.
L'escursionista amante dei percorsi lungo panoramiche creste e dorsali potrà trovare in questa guida numerosi itinerari per piacevoli escursioni coronate dal raggiungimento delle cime proposte, le cui vie normali non presentano particolari difficoltà e sono ideali nelle mezze stagioni o in inverno. Il tutto accompagnato dalle importanti testimonianze storiche della Grande Guerra 1915-18, il cui fronte montano ha oltremodo interessato le Prealpi Gardesane che ancora oggi presentano numerosi resti di trinceramenti e fortificazioni.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=155
66 itinerari dalle Dolomiti di Brenta alle Pale di San Martino
Le Dolomiti Occidentali presentano un'orografia molto complessa e comprendono gruppi montuosi relativamente piccoli e apparentemente poco articolati, come il Sassolungo o il Làtemar, e vere e proprie catene montuose in miniatura come il Catinaccio, il Brenta e le Pale di San Martino o addirittura a insiemi di più catene come succede per il Gruppo della Marmolada e i rilievi che gravitano attorno alle Odle.
Questa guida propone 66 escursioni ad anello in otto gruppi montuosi: Dolomiti di Brenta, Làtemar, Catinaccio, Sassolungo, Odle-Putia-Puez, Sella, Marmolada e Pale di San Martino. Si tratta di escursioni di varia difficoltà sia attorno ad un intero gruppo montuoso che a sottogruppi o singole cime all'interno di gruppi più complessi, con percorsi da uno a più giorni che vanno dai facili sentieri ai più impegnativi itinerari ad alta quota o lungo vie ferrate e percorsi attrezzati. Le escursioni, molte delle quali poco conosciute ma degne di interesse, sono suddivise in schede con descrizione dettagliata dei percorsi suddivisi per tappe e corredati da dislivelli, tempi, profili altimetrici, difficoltà, cenni storici, curiosità turistiche da vedere in zona e numerose fotografie a colori.
Ma non si tratta solo di escursioni finalizzate alla bellezza e alla libertà del camminare: l'idea di questa guida è anche quella di invogliare il lettore a sforzarsi ad osservare e a tentare di capire l'ambiente di queste favolose montagne, ecco perché oltre a qualche "anello classico" vengono presentati anche percorsi meno battuti, a volte scomodi e fuori dalle rotte abituali. Le note naturalistiche, geologiche, culturali e storiche non mancano e sono inserite in modo da renderle il più possibile fruibili all'escursionista, inserendole in vari contesti, sia nelle introduzioni che nelle descrizioni dei percorsi.
In sintesi una guida che non potrà mancare a tutti gli appassionati di escursioni sulle Dolomiti che vogliano conoscere i molteplici aspetti di queste splendide montagne su tutti i versanti e non si accontentano di escursioni con andata e ritorno lungo lo stesso sentiero!
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=68
I tre versanti di un Parco
Nel cuore geografico delle Alpi, accanto ai confini con la Svizzera e l’Austria, si estende una delle più belle e importanti aree protette d’Europa.
Nato nel 1935, passato grazie a successivi ampliamenti dagli 8.000 ettari iniziali agli attuali 134.619, il Parco Nazionale dello Stelvio ospita vette altissime come l’Ortles, il Gran Zebrù e il Cevedale, meravigliose foreste di abete rosso e larice, pascoli d’alta quota e cascate, un centinaio tra laghi e laghetti di montagna e lo stesso numero di ghiacciai.
Chi percorre i sentieri, le vette e i ghiacciai dello Stelvio è il benvenuto. L’invito dell’autore a chi legge e utilizza sul terreno questa guida è di guardarsi intorno, ammirare e capire. E di rispettare gli animali e le piante, il lavoro dell’uomo, la fragile bellezza di quest’angolo straordinario delle Alpi e della Terra.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=152
Le Valli del Gran Paradiso sono oggi un “simbolo della natura”, forte e radicato anche per chi non ha mai visitato questi luoghi.
Le vallate aostane del Parco Nazionale, primo istituito in Italia, Val Rhêmes, Valsavaranche e Val di Cogne, così come la vicina Valgrisenche, esclusa dall'area protetta ma così vicina geograficamente e idealmente alle valli limitrofe, racchiudono uno straordinario “tesoro” naturale, faunistico, geologico, ma anche storico e umano.
Valli e montagne vissute e da vivere a piedi, che possono essere esplorate camminando sulle comode mulattiere reali, sdraiandosi in riva a un lago ascoltando il rumore del vento, osservando l’arrampicata “in libera” di stambecchi e camosci sulle più scoscese creste di roccia o contemplando in silenzio le fioriture primaverili ai piedi di ghiacciai scintillanti.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=132
I 3000 delle Dolomiti si ergono come isolati colossi fra le splendide valli e cime dolomitiche del Trentino Alto Adige e del Veneto. Se alcune vette sono alla portata di ogni escursionista, altre costituiscono degli impegnativi itinerari alpinistici riservati a escursionisti esperti con le necessarie conoscenze di arrampicata in cordata ed esperienza su terreni e pareti rocciose.
Il grande successo decretato dagli amanti delle Dolomiti ha costretto autori ed editore a pubblicare la terza edizione del volume "3000 delle Dolomiti". Un successo certamente non casuale, visto l'approfondimento delle relazioni di tutte le elevazioni dolomitiche che superano i tremila metri di altezza.
Questa terza edizione costituisce un importante aggiornamento alle precedenti del 2012 e 2014, presentando alcuni itinerari non esposti nella prima stesura come la via originale di Grohmann alla Fópa di Matìa e la salita dal versante nord della Crodaccia Alta e alcune relazioni più dettagliate come le vie normali alla Punta Piccola dei Scarpèri, al Pilastro Nino, alla Piccola Furchetta, alla Cima De Falkner e all'Antelao, la cui via normale ha subito un importante crollo nel novembre 2014. Questo anche grazie al contributo di alcuni membri del Gruppo 3000 Dolomiti, fra cui il vicentino Beppe Ziggiotto che nel 2017 ha concluso per primo, a quanto ci risulta, la salita di tutti i 3000 dolomitici fra cui la Cima De Falkner, probabilmente inaccessa da 65 anni. Sono inoltre presenti dei nuovi schizzi di salita per gli itinerari in roccia curati dal disegnatore e alpinista Marco Romelli, nonché nuove immagini di alcuni itinerari.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=159
Il territorio della Valle Aurina occupa il bacino imbrifero del Torrente Aurino che percorre il rigoglioso fondovalle per tutta la sua lunghezza, dalla sua sorgente a monte dell’abitato di Casere/Kasern fino alla chiusa naturale di Campo Tures, oltre 30 chilometri più a valle. È un territorio davvero straordinario e ricco di contrasti questo remoto angolo d’Italia, incastonato nel punto più settentrionale della nostra nazione. Si tratta di una caratteristica vallata alpina caratterizzata sul lato destro orografico dall’impressionante muraglia rocciosa delle Alpi Aurine che cinge a nord il solco vallivo principale senza soluzione di continuità. In questo gruppo montuoso si contano numerosi “tremila”, che culminano nei 3420 m della Cima di Campo/Turnerkamp in Valle di Riobianco. Questa splendida cordigliera, impreziosita da numerosi ghiacciai, svetta di oltre 2000 metri sul fondovalle dove sono adagiati i numerosi e ridenti centri abitati della valle. Un'ininterrotta catena di monti, il cui paesaggio è stato nei millenni plasmato dall’azione dei ghiacciai, in cui percorrere splendidi itinerari escursionistici altamente panoramici.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=161
Val Veny - Val Ferret - Valdigne - La Thuile
Oggi il Monte Bianco è un simbolo, un nome che evoca automaticamente il concetto di montagna, di vetta. Così facilmente osservabile dalle valli che lo circondano, il Bianco è diventato spesso anche immagine stereotipata, come gran parte dei più spettacolari gruppi alpini. Una fitta rete di sentieri lascia spesso l’escursionista al di fuori della fortezza di roccia e ghiaccio del massiccio vero e proprio, quasi sempre accessibile soltanto agli alpinisti, ma allo stesso tempo permette di capire la complessità di questo gruppo montuoso, le tante sorprese, i paesaggi grandiosi e sorprendenti. Ampie dorsali erbose, piccole sommità, ripiani di origine glaciale, panoramici valichi, permettono a tutti di ammirare orizzonti vastissimi e di comprendere quanto complesso e diversificato sia il microcosmo del Monte Bianco. Inoltre, spostandosi verso i solitari valloni e le silenziose conche che si affacciano lungo la valle di La Thuile oppure risalendo i sentieri ai piedi delle montagne della Valdigne, ci si inoltrerà in una dimensione ancora più autentica, dove l’escursionista più curioso e attento saprà leggere le tracce della storia dell’uomo e della natura.
130 vie normali in Ampezzo, Cadore, Braies, Pusteria
La conca ampezzana, certamente una delle più belle delle Dolomiti, è, malgrado l’alta frequentazione, per gran parte sconosciuta.
Questo volume permette di scoprirne gli angoli più nascosti, ma per questo non meno affascinanti degli itinerari iper-frequentati che d’estate vengono presi d’assalto.
Sono qui descritte 130 vie normali ad altrettante vette attorno alla perla dolomitica. Accanto ai percorsi classici, quindi, risultano finalmente valorizzate esplorazioni semi-sconosciute, anche per i Cortinesi stessi.
Una guida escursionistica che comprende a volte quell’alpinismo facile che richiede una certa dose di esperienza e capacità di orientamento in terreni poco battuti.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=214&from=IM
Camminare a Chamonix? Apparentemente non ha senso! Siamo nella capitale mondiale dell’alpinismo, nel luogo dove questa attività ha avuto la sua origine ufficiale. A partire dalla fine del Settecento, Chamonix è stata il campo base per generazioni di appassionati, venuti da ogni angolo della terra a combattere la propria battaglia personale sui ghiacciai e sulle guglie granitiche del Monte Bianco. Eppure non sono stati gli alpinisti a “scoprire” Chamonix. Sono stati gli antichi viaggiatori, gli escursionisti del passato. Questi primi esploratori, curiosi e impressionabili, si sono lasciati travolgere dall’esperienza sublime (proprio nel senso romantico del termine) che qui, di fronte al Monte Bianco in tutta la sua poderosa magnificenza, costituisce uno stimolo costante e intenso.
Ancora oggi l’escursionismo è una delle attività sportive più praticate nella valle di Chamonix. È proprio camminando, prendendo il proprio tempo, alternando liberamente il ritmo sereno del passo alle pause per guardare, toccare, ascoltare, che si apprezza al meglio la semplice bellezza di questo “tempio della natura”. Camminando oppure correndo, per godere del puro piacere di uno sforzo intenso nell’aria cristallina, di fronte a un panorama grandioso.
Sui bei sentieri di Chamonix c’è spazio per tutti e si incontra un po’ di tutto: escursionisti, trail runners, alpinisti in avvicinamento alle vie d’arrampicata o in salita ai rifugi. Non importa se si va lenti o veloci, carichi o leggeri, soli o in compagnia. Quello che conta è sapersi avvicinare a questa maestosa natura alpina con lo stesso sguardo incantato dei pionieri, magari arricchito dalla consapevolezza moderna dell’estrema fragilità della natura stessa.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=211
L'Appennino sa essere domestico ma anche selvaggio e nei suoi versanti si può trovare, nella stagione invernale, diversi modi espressivi: dalle lunghe escursioni in valloni incontaminati, ai ripidi canali, alle discese mozzafiato dove l'unico problema è “sciare“...
Delle Alpi, ormai, tutti sanno tutto e si è scritto qualsiasi tipo di libro e sono assai antropizzate; sono poche le linee ancora da salire e da scendere, poche le possibilità di trovarsi in perfetta solitudine ad affrontare un'escursione. In Appennino è diverso, le montagne riservano ancora delle zone veramente selvagge dove l'uomo non ha mai calcato o quasi il suo piede e le pareti offrono spesso linee che aspettano solo che qualcuno vada a scoprirle; questo è stato il grande privilegio che l'Appennino ha saputo offrire all'autore: la possibilità di cercare le proprie linee e di trovare le proprie discese.
“L'avventura, secondo me, non conosce quota! Ci si può ingaggiare con la montagna a 8000 metri come a 2000 metri, ognuno può trovare la propria dimensione ed esplorare il terreno che preferisce e in cui si sente a casa; l'avventura è uno stato mentale che nasce e cresce dentro ognuno di noi se giustamente alimentato con motivazioni, progetti, obiettivi, voglia di mettersi in discussione e di migliorare il proprio livello fisico, tecnico e mentale. Credo che tutti abbiamo un debito di riconoscenza verso le montagne di casa! Per me... era semplicemente giunto il momento di saldarlo.“
La guida prende in considerazione 74 vie scelte nei gruppi del Monte Gomito, Alpe Tre Potenze, Abetone, Val di Luce, Corno alle Scale, Cimone, Libro Aperto, Cima Tauffi, Giovo, Rondinaio, Lago Santo, Monte Cusna, Febbio, Alpe di Vallestrina, Cipolla, Sassofratto Vecchio, Cella, Le Porraie, Castellino, Prado, Cerreto Laghi, Monte Alto, Punta Buffanaro, Monte Casarola, Alpe di Succiso.
http://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=104
Scopri le novità editoriali di Idea Montagna fra libri di arrampicata, alpinismo, ghiaccio, alta montagna, scialpinismo, vie normali, vie di roccia, escursionismo, grotta e mountain bike
Guida escursionistica e alpinistica alle 86 cime dolomitiche oltre i 3000 metri di altezza in 16 gruppi dolomitici
Le relazioni di 86 vie normali alle più alte cime oltre i 3000 delle Dolomiti, con foto, tracciati, cartine, relazioni dettagliate, notizie storiche e culturali.
Si tratta della 2° edizione del libro 3000 delle Dolomiti! Dopo la prima edizione del 2012 questa ristampa
comprende correzioni, aggiornamenti, nuove foto e migliori disegni delle vie di roccia.
Il territorio della Val Badia, nella sua limitata estensione, racchiude un infinito scrigno di tesori e, senza dubbio, l’unico modo possibile per avvicinarli e apprezzarli appieno è camminando. Percorrendo a piedi i sentieri d’alta quota riusciremo a percepire i grandi spazi e i grandi silenzi della montagna, scoprendone dettagli e scorci nascosti che mai noteremmo qualora ci spostassimo solamente in auto. Il turismo oggi è frenetico, in pochi giorni si cerca di scoprire il maggior numero possibile di località, utilizzando soltanto auto e funivie, senza spostarsi dai luoghi dove tutti possono arrivare senza fatica. Ma così facendo, perdiamo la vera essenza di una vacanza in alta quota.
Questo libro vuole essere un invito a scoprire e riscoprire la montagna e un omaggio alle Dolomiti patrimonio dell’umanità UNESCO. Si tratta di 34 itinerari tra montagne ammantate di leggenda, sulle quali sono state scritte pagine di storia dell’alpinismo nonché teatro di sanguinosi scontri durante la Prima Guerra Mondiale. Insomma, al di là del panorama dolomitico, già da solo in grado di emozionarci e affascinarci oltre ogni immaginazione, è facile, camminando in questi luoghi, essere sopraffatti anche dalla suggestione delle gesta eroiche dei nostri antenati.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=131
Mountain bike in Appennino SettentrionaleRoberto Ciri
Relazioni con road-book fotografico a 41 itinerari di tutte le difficoltà nei territori di Liguria di Levante, Emilia-Romagna e Toscana, compresa l'Isola d'Elba. Racchiuse nei parchi e nelle riserve naturali che ormai abbiamo dissociato dalla nostra quotidianità, ci sono meraviglie dimenticate disposte a essere svelate: due ruote silenziose e una minima dose di avventura possono innescare una delle più entusiasmanti attività a nostra disposizione per assaporare bellezza e armonia, mete tanto reali e accessibili da meritare senza esitazione una benefica e liberatoria controparte di fatica e sudore. Per ogni regione sono stati selezionati i tracciati più esclusivi e remunerativi, contraddistinti da una logica struttura ad anello, elevata ciclabilità, massima percentuale di sterrato e dall'inconfondibile scenario appenninico. Ogni percorso è accompagnato da una mappa schematica del tracciato, dal profilo altimetrico e dai dati tecnici generali, e illustrato da un efficace road book fotografico che permette di seguire senza difficoltà l'itinerario. www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=78
Valle del Boite, Centro Cadore, Val d’Ansiei, Misurina.
Il Cadore rientra tra quelle regioni montane tanto forti dal punto di vista identitario quanto indefinite dal punto di vista geografico. Un territorio con labili confini, ma con fortissime fondamenta culturali, che ne fanno una delle regioni alpine dove seguire in maniera esemplare l'evoluzione storica del paesaggio. Una terra di forti contrasti, dove isolate frazioni quasi disabitate si trovano a brevissima distanza da centri turistici di primaria importanza, dove sentieri affollatissimi si trovano a pochi chilometri in linea d’aria da percorsi completamenti immersi nel silenzio.
Non si può dire che manchino montagne importanti, anzi proprio in Cadore si ergono alcune delle più alte vette delle Dolomiti e alcuni dei gruppi più monumentali, come il Sorapìs, il Pelmo e l’Antelao e le stesse Dolomiti di Sesto che si affacciano con il loro versante meridionale sulla Val d’Ansiei. Altresì il Cadore è via d'accesso alle Marmarole e alle Dolomiti Friulane, zone fra le più selvagge, spettacolari e silenziose dell’intero arco alpino.
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67 relazioni di vie su roccia, ghiaccio e misto
Autore: Marco Romelli
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 288 a colori
Formato: 15x21 cm
Data di pubblicazione: 25/07/2012
Quello del Monte Bianco è il gruppo delle grandi ascensioni, dove si sono scritte pagine importanti della storia dell'alpinismo. Ma accanto alle "grande course" riservate a pochi vi sono itinerari che si aprono ad una maggiore frequentazione grazie alla bellezza dell'arrampicata ma soprattutto dell'ambiente circostante. Una guida per gustare il Monte Bianco senza l'assillo della grande prestazione.
www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=34
Vol. 1 - Appennino Tosco-Emiliano - Settore Ovest
313 itinerari di alpinismo invernale in 30 diversi gruppi montuosi
Autore: Andrea Greci
Il volume prende in esame il tratto di crinale Tosco-Emiliano compreso tra il Passo del Cirone (Parma - Massa Carrara) e il Passo delle Radici (Reggio Emilia – Lucca) operando non tanto una selezione degli itinerari più meritevoli ma cercando di catalogare tutte le vie alpinistiche possibili, montagna per montagna, versante per versante.
Gruppi montuosi:
Val Magra, Conca del Braiola, Conche del Lago Santo e delle Guadine, Conca di Badignana, Conca dei Lagoni, Valditacca, Conca del Lago Verde, Conca di Prato Spilla, Monte Acuto, Conca dei Ghiaccioni, Alpe di Succiso, Vallone di Rio Pascolo, Monte Casarola, Conca delle Sorgenti del Secchia, Monte Ventasso, Vallone dell'Inferno, Conca di Cerreto Laghi, Monte Cavalbianco, Lama di Rio Re, Lama di Mezzo, Val Ovola, Monte Cusna, Alpe di Vallestrina, Conca della Valcalda, Lama Lite, Valle dei Porci, Abetina Reale, Lunigiana, Orecchiella, Casone di Profecchia.
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- cartine topografiche dei percorsi
- foto panoramiche dei gruppi montuosi con i nomi delle cime
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
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Vie ferrate in Sassolungo - Sella - Sciliar - Catinaccio - Marmolada - Latemar. Catinaccio, Marmolada, Sella, Sassolungo, Latemar: sono tutti nomi che richiamano spesso alla mente l’idea stessa delle Dolomiti, toponimi ben impressi nell’immaginario collettivo e nella mente di escursionisti e alpinisti. Una capillare organizzazione turistica, i numerosi impianti di risalita, la sterminata rete di punti di appoggio gestiti, fanno delle Dolomiti di Fassa una della aree più facilmente accessibili dell’intero arco alpino. Molte di queste cime sono entrate tra le immagini simbolo dei Monti Pallidi, basti pensare alle Torri del Vajolet, al Ghiacciaio della Marmolada, all’Alpe di Siusi. Le ferrate più famose e tecnicamente impegnative sono tra le più frequentate delle Alpi, soprattutto quelle che si sviluppano tra i bastioni di roccia del gruppo del Sella (vero crocevia dei gruppi dolomitici) come la Ferrata delle Mesules, la Ferrata Piazzetta e la Ferrata Brigata Tridentina, oppure quelle che risalgono le pareti rocciose del Colac e del Col Ombert. Molti escursionisti scelgono anche le ferrate del Catinaccio d’Antermoia o il primo tratto del Sentiero Bepi Zac perché, con difficoltà tecniche contenute, possono compiere escursioni di straordinario fascino. Cosa resta quindi da consigliare tra queste valli, dove a volte si ha quasi l’impressione di essere ormai assuefatti alla bellezza e alla sua quotidiana rappresentazione mediatica? Prima di tutto di usare le ferrate più famose come strumento di conoscenza di alcune della montagne più sorprendenti delle Alpi e poi di provare a percorrere la panoramica e silenziosa cresta dei Monzoni, tra crinali erbosi, rocce vulcaniche e memorie della Grande Guerra, di compiere un itinerario di grandissimo respiro come quello che transita attraverso la Ferrata Ombretta oppure di inoltrarsi nella piccola selva rocciosa del gruppo della Vallaccia.
Appennino piacentino, parmense e reggiano
Un’accurata selezione di escursioni adatte alle famiglie, a chi muove i primi passi in montagna e agli escursionisti che si vogliono avvicinare alle tante sorprese dell’Appennino settentrionale.
Un approccio innovativo ai sentieri, non solo descritti nel dettaglio, ma anche spunto per comprendere la natura e la storia, per raccontare leggende e per giocare. Un libro per grandi e piccoli camminatori che vogliono divertrisi in maniera sicura consapevole sulle colline e le montagne emiliane.
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Percorsi ad anello, lungo tratte antiche, ma anche lungo itinerari moderni.
La scelta non è casuale. Perché il percorso cosiddetto ad anello permette, in un’unica escursione, di ammirare più paesaggi e di circondarsi di tante montagne.
In Valchiavenna transita la famosa Via Spluga, passano la Via Francisca, la Via del Giubileo, la Via dei Càrden, la Via Bregaglia, il Sentiero del Cardinello.
Un insieme di itinerari tra l’attuale e l’antico, sempre diversi e in grado di proporre al lettore e all'escursionista la miriade di possibilità offerte dalla vallata, tra piane e laghi, nella prima porzione della valle, per trasformarsi poi in più arditi percorsi, sino a raggiungere l’ambito dell’alta montagna e andare a conoscere le più belle vette della Valchiavenna.
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Quello del Monte Bianco è il gruppo delle grandi ascensioni, dove si sono scritte pagine importanti della storia dell'alpinismo. Ma accanto alle "grande course" riservate a pochi vi sono itinerari che si aprono ad una maggiore frequentazione grazie alla bellezza dell'arrampicata ma soprattutto dell'ambiente circostante. Una guida per gustare il Monte Bianco senza l'assillo della grande prestazione.
Generazioni di alpinisti si sono confrontate con le sue pareti, seguendo i percorsi già tracciati o accogliendo le nuove sfide di cui il massiccio è fonte inesauribile. A partire dagli iniziali scopi naturalistici e scientifici, le motivazioni che hanno mosso i frequentatori del Monte
Bianco sono diventate avventurose e romantiche, poi sempre più focalizzate sul gesto sportivo. Parallelamente alle tendenze attuali, orientate all'arrampicata su misto di alta difficoltà accessibile a un gruppo ristretto di "fortissimi", questo testo propone una scelta di itinerari di livello tecnico "medio", cioè raggiungibile da chiunque attraverso una preparazione adeguata. Lungo queste vie, la performance sportiva fine a se stessa passa in secondo piano a favore della completezza dell'esperienza, senza trascurare l'eleganza delle linee e l'armonia dei movimenti che generano. In questo modo, lungo gli itinerari di arrampicata "plaisir" come sulle vie storiche tracciate dai pionieri, possiamo immergerci completamente nell'ambiente unico del Monte Bianco senza che l'ansia per la prestazione o per il rischio prenda il sopravvento sul sentimento della bellezza del mondo incantato a cui abbiamo accesso.
Con questa 2° edizione l'autore Marco Romelli conferma la sua grande conoscenza delle vie di roccia e ghiaccio sulle cime del Gruppo del Monte Bianco. 80 relazioni dettagliate di vie di media difficoltà su roccia, ghiaccio e misto a 57 cime nel Gruppo del Monte Bianco.
Una guida che fa venire voglia di mettersi i ramponi e trovare il fiato, la forza e l'equilibrio necessari per affrontare le splendide scalate presentate! Un grande lavoro di ricerca alpinistica su vie classiche e di piacere che fanno parte dei sogni di ogni alpinista.
Elementi distintivi del libro:
- lingue: italiano, inglese, francese e tedesco
- foto con tracciati delle vie di salita
- disegni delle vie di salita
- dislivelli
- difficoltà
- attrezzatura necessaria
- consigli per la salita
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65 itinerari.
Sfogliando questo libro, molti riconosceranno nelle fotografie i perfetti e magnetici denti rocciosi delle Tre Cime di Lavaredo, la grande e incantatrice parete nord ovest della Civetta, le piramidi maestose delle Tofane o il balcone panoramico del Lagazuoi.
Un attimo di incertezza è facile che cominci ad affiorare nel tentativo di riconoscere i profili del Cimon del Froppa e dei Tàmer, ma magari anche nell’individuare al primo sguardo il versante sud della Croda dei Toni o i profili più ombrosi del Pelmo e della Moiazza.
Sarà infine il conoscitore più attento e il frequentatore più curioso delle Dolomiti, a non perdersi tra le immagini dei verdi pascoli delle Vette Feltrine, nelle guglie tormentate del Bosconero o lungo la seghettata cresta del Miaron. Ma ridurre un libro come “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Orientali”, soltanto a un elenco di magnifici percorsi destinati a stupire, è addirittura riduttivo.
Come nel gemello “Escursioni ad anello nelle Dolomiti Occidentali”, gli autori riversano, in parole e immagini, non solo gli itinerari eseguiti sul campo e la loro esperienza, ma anche il loro amore per la montagna, le loro competenze e le loro conoscenze, il rigore e l’autorevolezza di chi “guida” nel senso più antico e moderno del termine, prendendo per mano il camminatore e consentendogli di trovare il “suo” percorso, la “sua” cima, le “sue Dolomiti”, trasformando l’escursione non solo in un’attività fisica che consente di allenare muscoli.
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130 cime fra Lago d'Idro, Alpi di Ledro e Lago di Garda
Estese sul vasto territorio montuoso compreso fra il Lago d'Idro a ovest e il Lago di Garda a est, le Prealpi Gardesane Occidentali costituiscono un variegato ambiente montano che offre ampie possibilità escursionistiche, sia estive che invernali, con panorami dominati dall'azzurro specchio d'acqua del Lago di Garda e dalla Catena del Monte Baldo.
Questa guida presenta una selezione di 130 cime che permettono di soddisfare sia le preferenze degli escursionisti che le esigenze degli alpinisti, con pareti verticali su cui sono stati ricavati sia percorsi attrezzati e vie ferrate, sia impegnative vie di roccia, come nell'area di Cima Capi e sulle pareti intorno ad Arco. Ad ognuna delle cime è dedicata una scheda con descrizione del percorso, dislivelli, tempi di salita e totali, difficoltà, attrezzatura necessaria o consigliata e quanto altro possa essere utile per documentarsi prima di effettuare la salita della cima. Se poi si considerano anche le informazioni aggiuntive che vengono fornite su altre 80 cime vicine a quelle principali ecco che il numero di vette coinvolte nel libro sale a un totale di 210.
L'escursionista amante dei percorsi lungo panoramiche creste e dorsali potrà trovare in questa guida numerosi itinerari per piacevoli escursioni coronate dal raggiungimento delle cime proposte, le cui vie normali non presentano particolari difficoltà e sono ideali nelle mezze stagioni o in inverno. Il tutto accompagnato dalle importanti testimonianze storiche della Grande Guerra 1915-18, il cui fronte montano ha oltremodo interessato le Prealpi Gardesane che ancora oggi presentano numerosi resti di trinceramenti e fortificazioni.
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66 itinerari dalle Dolomiti di Brenta alle Pale di San Martino
Le Dolomiti Occidentali presentano un'orografia molto complessa e comprendono gruppi montuosi relativamente piccoli e apparentemente poco articolati, come il Sassolungo o il Làtemar, e vere e proprie catene montuose in miniatura come il Catinaccio, il Brenta e le Pale di San Martino o addirittura a insiemi di più catene come succede per il Gruppo della Marmolada e i rilievi che gravitano attorno alle Odle.
Questa guida propone 66 escursioni ad anello in otto gruppi montuosi: Dolomiti di Brenta, Làtemar, Catinaccio, Sassolungo, Odle-Putia-Puez, Sella, Marmolada e Pale di San Martino. Si tratta di escursioni di varia difficoltà sia attorno ad un intero gruppo montuoso che a sottogruppi o singole cime all'interno di gruppi più complessi, con percorsi da uno a più giorni che vanno dai facili sentieri ai più impegnativi itinerari ad alta quota o lungo vie ferrate e percorsi attrezzati. Le escursioni, molte delle quali poco conosciute ma degne di interesse, sono suddivise in schede con descrizione dettagliata dei percorsi suddivisi per tappe e corredati da dislivelli, tempi, profili altimetrici, difficoltà, cenni storici, curiosità turistiche da vedere in zona e numerose fotografie a colori.
Ma non si tratta solo di escursioni finalizzate alla bellezza e alla libertà del camminare: l'idea di questa guida è anche quella di invogliare il lettore a sforzarsi ad osservare e a tentare di capire l'ambiente di queste favolose montagne, ecco perché oltre a qualche "anello classico" vengono presentati anche percorsi meno battuti, a volte scomodi e fuori dalle rotte abituali. Le note naturalistiche, geologiche, culturali e storiche non mancano e sono inserite in modo da renderle il più possibile fruibili all'escursionista, inserendole in vari contesti, sia nelle introduzioni che nelle descrizioni dei percorsi.
In sintesi una guida che non potrà mancare a tutti gli appassionati di escursioni sulle Dolomiti che vogliano conoscere i molteplici aspetti di queste splendide montagne su tutti i versanti e non si accontentano di escursioni con andata e ritorno lungo lo stesso sentiero!
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40 escursioni per tutti i gusti e tre grandi trekking: Translagorai - Lagorai Panorama - Alta Via del Granito.
Escursioni in Valsugana, Tesino, Vanoi, Primiero e Rolle. I porfidi del Lagorai e i graniti di Cima d’Asta non sono forse in apparenza così attraenti, ma basta passare una volta da queste parti, anche per sbaglio, per rimanere inesorabilmente folgorati dalla potenza che la natura sa esprimere fra queste creste, su questi pendii talvolta brulli e talvolta verdissimi, fra le centinaia di laghetti che punteggiano le praterie d’alta quota, fra le acque di scroscianti cascate e rumorosi, nonché numerosi, torrenti.
Montagne per veri intenditori, montagne farcite di silenzi, montagne nude, montagne dove la presenza umana è marginale e quasi sempre rispettosa dei modi e dei tempi che la natura da sempre impone. Montagne di fuoco, la cui genesi, seppur complicata e differenziata, parla di eventi catastrofici, in grado di modificare e stravolgere il paesaggio.
Lagorai e Cima d’Asta sono questo, un miscuglio di forze opposte, di colori in antitesi, di contrasti decisi, ma mescolati con la leggerezza degna di un grande pittore.
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Scialpinismo, sci ripido, freeride in Appennino Tosco-Emiliano
L'Appennino sa essere domestico ma anche selvaggio e nei suoi versanti si può trovare, nella stagione invernale, diversi modi espressivi: dalle lunghe escursioni in valloni incontaminati, ai ripidi canali, alle discese mozzafiato dove l'unico problema è “sciare...“.
Delle Alpi, ormai, tutti sanno tutto e si è scritto qualsiasi tipo di libro e sono assai antropizzate; sono poche le linee ancora da salire e da scendere, poche le possibilità di trovarsi in perfetta solitudine ad affrontare un'escursione. In Appennino è diverso, le montagne riservano ancora delle zone veramente selvagge dove l'uomo non ha mai calcato o quasi il suo piede e le pareti offrono spesso linee che aspettano solo che qualcuno vada a scoprirle; questo è stato il grande privilegio che l'Appennino ha saputo offrire all'autore: la possibilità di cercare le proprie linee e di trovare le proprie discese.
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Arrampicate tra il Lago di Como e il Lago d'Iseo
116 vie scelte in Triangolo Lariano (Corni di Canzo e Moregallo, Lecco e Costiera del Monte S. Martino), Resegone, Grigne, Campelli, Gruppo di Coca, Arera, Presolana, Pizzo Camino.
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Questo volume si potrebbe sottotitolare Diario di un alpinista curioso, essendo convincimento dell'autore che, in un'epoca in cui le montagne sono trasformate in palestre per il tempo libero, sia necessario non perdere la curiosità, la voglia di approfondire e di pensare. Una guida che nasce proprio dal piacere e dal divertimento derivato dalla sua volontà di esplorare e curiosare tra le montagne di casa, il suo giardino di pietra appunto, nella zona compresa tra il Lago di Lecco e il Lago d'Iseo, attraverso itinerari classici, vie dimenticate e altre ancora semplicemente poco conosciute. Una selezione di vie di roccia la cui scelta è stata influenzata da diversi fattori: l'ubicazione geografica, la qualità della roccia, la bellezza generale dell'itinerario, la chiodatura, la proteggibilità, la natura prettamente alpinistica e, necessariamente, le emozioni che gli hanno trasmesso. Quasi tutte le vie sono accomunate dal richiedere una buona capacità alpinistica, che va al di là del grado tecnico; logica e intuizione nella ricerca del percorso e capacità di muoversi su roccia non sempre sana, sono qualità determinanti per la riuscita dell'ascensione.
Il secondo volume dedicato alle vie di roccia classiche e moderne del gruppo di Brenta prende in considerazione il versante che si affaccia su Molveno, la nota e ridente località turistica, famosa per il suo bel lago. La minuziosa ricerca di informazioni da parte dell'autore ha portato alla raccolta di 116 itinerari, sia storici che moderni, sulle pareti che fanno da contorno alla Val delle Seghe, la valle che si inoltra appunto da Molveno verso il cuore del gruppo. La guida è stata divisa in quattro settori:
Massiccio del Monte Daino: Dosso di Lodrin, Cima Sparavieri, Monte Daino, Croz del Rifugio, Bastione dei Casinati, Bimbo delle Fontanefredde, Cima Fontanefredde, Pilastro Felice spellini.
Massodi: Castel Alto dei Massodi, Castelletto dei Massodi, Naso dei Massodi.
Val Perse: Cima Sella, Torre delle Val Perse, Rocca delle Val Perse, Cima delle Val Perse, Cima Roma, Cima della Vallazza, Cima della Gaiarda, Cima Guardiola.
Croz dell'Altissimo: Croz dell'Altissimo.
Presentato da Alessandro Gogna al Film Festival di Trento il 27 aprile 2014
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Le vallate delle Orobie Valtellinesi hanno orientamento all’incirca nord-sud e sono racchiuse da montagne severe, con versanti ripidi. I pendii ricchi di itinerari scialpinistici hanno esposizioni prevalentemente da nord est a nord ovest (salvo poche eccezioni) e consentono di trovare neve in ottime condizioni per gran parte della stagione sciistica.
Sebbene molti siano facilmente raggiungibili, agli itinerari più frequentati si affiancano percorsi poco conosciuti, che offrono uno scialpinismo di ricerca ed esplorazione, nei quali non è raro dover battere traccia con le pelli per tutto il percorso di salita, fino ai pendii sui quali lasciare i primi solchi sulla neve intonsa nelle divertenti discese.
Questa guida nasce con l’intento di raccogliere i principali itinerari scialpinistici delle Orobie Valtellinesi e offrire una panoramica quasi completa a chi senta il desiderio di esplorare questa stupenda area geografica, a torto spesso trascurata perché molti itinerari fra le sue valli non sono entrati nel novero delle grandi classiche, ripetute magari ogni stagione.
Scheda del libro: https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=162
Estese sul vasto territorio montuoso compreso fra il Lago d'Iseo a ovest e il Lago d'Idro a est, le Prealpi Bresciane costituiscono il settore occidentale delle Prealpi Lombarde Orientali, al confine meridionale dell'imponente massa tonalitica del Gruppo dell'Adamello da cui sono separate dal Passo Croce Domini. Spingendosi a meridione fino alle Colline Bresciane, ormai prossime alla Pianura Padana, offrono ampie possibilità escursionistiche sia estive che invernali, con panorami che si spingono dalle alte vette del Monte Rosa fino alle più basse cime dell'Appennino Tosco-Emiliano.
Nonostante la quota modesta le cime delle Prealpi Bresciane permettono di soddisfare sia le preferenze degli escursionisti che le esigenze degli alpinisti, in particolare nel periodo invernale quando le vette più elevate offrono interessantissime traversate di cresta, salite lungo canali o pendii adatti allo scialpinismo all'insegna della libertà.
Comprende 125 vie normali a cime montuose nei gruppi di: Guglielmo, Setteventi-Muffetto, Dosso Alto, Palo-Savallo, Sonclino, Doppo-Conche e Maddalena-Cariadeghe.
Prefazione di Fausto De Stefani.
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83 itinerari in Val di Zoldo
Autori: Stefano Burra, Leonardo Pra Floriani
La Val di Zoldo, famosa per due tra le più belle perle dolomitiche, riserva un magico mondo, quasi incontaminato, dedicato allo scialpinismo. Accanto alle famose salite di Pelmo e Civetta infatti offre angoli per lo più sconosciuti. I gruppi del Bosconero, della Val Prampèr, del Tamer-San Sebastiano danno ancora l'impressione di essere "fuori dal mondo".
La guida, una vera e propria monografia, tratta tutte le possibilità scialpinistiche comprendendo 83 itinerari di tutte le difficoltà nei cinque sottogruppi trattati.
Comprende 83 itinerari nei gruppi di:
Pelmo
Civetta
Bosconero
Prampèr
Tamer-San Sebastiano
- immagini delle cime a colori con il tracciato delle vie di salita
- note tecniche
- punti di appoggio
- attrezzatura necessaria
- cenni storici
- elenchi riassuntivi
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48 itinerari scialpinistici nella splendida Val Visdende
Autore: Albino De Bernardin, Andrea Rizzato
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Pagine: 184 a colori
Formato: 15x21 cm
Data di pubblicazione: 20/12/2013
Nel variegato panorama editoriale gravitante sulle Dolomiti ben poco è stato scritto sulla Val Visdende, estremo lembo di montagne venete incastonate tra le Creste di Confine, le Dolomiti stesse e le Alpi Carniche. La vallata, famosa più per i suoi prati e i boschi di fondovalle, è invero sconosciuta nei suoi recessi più elevati, laddove la sequenza ininterrotta di cime si fonde con il cielo oramai prossimo all’Austria e all’Europa.
La Val Visdende è anche la valle dei silenzi, abbandonata com’è dalla stabile presenza dell’uomo, è un luogo dove il muto colloquio tra natura e escursionista può essere ancora coltivato. Come per un misterioso incanto infatti, sembra che tutti si siano dimenticati di questi luoghi quando altrove si apriva la porta ad uno sviluppo tumultuoso e spesso poco accorto, tanto che in quota non ci sono strutture turistiche, non si può salire in auto tra i boschi, non esistono funivie e piste da sci. La valle è ancora naturale! Non solo: descrivendone i possibili itinerari scialpinistici si coprono distanze notevoli (circa venti chilometri da est a ovest e dieci da nord a sud). Una sorta di vero e proprio gruppo montuoso, un territorio ampio e sufficientemente esteso anche per chi ama spaziare e cambiare prospettive, ambienti e scenari.
Ecco quindi l’obiettivo di questa guida scialpinistica: raccontare, descrivere, documentare cosa si trova all’interno del meraviglioso scrigno della Val Visdende quando la neve rende tutto ancora più affascinante e splendente. Una guida monografica, completa ed esaustiva delle possibilità scialpinistiche in zona, con il secondo fine, o buon proposito, di riproporre il tema della valorizzazione e della tutela dei luoghi con un gesto davvero concreto. È un inizio, un primo passo, ma speso nella convinzione che questi itinerari, con la bellezza che offrono, valgano più di mille parole.
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Relazioni con road-book fotografico a 41 itinerari di tutte le difficoltà nei territori di Liguria di Levante, Emilia-Romagna e Toscana, compresa l'Isola d'Elba. Per ogni regione sono stati selezionati i tracciati più esclusivi e remunerativi, contraddistinti da una logica struttura ad anello, elevata ciclabilità, massima percentuale di sterrato e dall'inconfondibile scenario appenninico. Ogni percorso è accompagnato da una mappa schematica del tracciato, dal profilo altimetrico e dai dati tecnici generali, e illustrato da un efficace road book fotografico che permette di seguire senza difficoltà l'itinerario. Racchiuse nei parchi e nelle riserve naturali che ormai abbiamo dissociato dalla nostra quotidianità, ci sono meraviglie dimenticate disposte a essere svelate: due ruote silenziose e una minima dose di avventura possono innescare una delle più entusiasmanti attività a nostra disposizione per assaporare bellezza e armonia, mete tanto reali e accessibili da meritare senza esitazione una benefica e liberatoria controparte di fatica e sudore. www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=78
Tratturi transumanza il tratturo Matera Montescagliosogpandiscia
Luigi Esposito, Michele Lupo, Gianfranco Vincenzo Pandiscia
CARTOGRAFIA DEI TRATTURI E DELLA CIVILTÀ DELLA TRANSUMANZA IN BASILICATA: L’ANTICO TRATTURO MATERA-MONTESCAGLIOSO
Convegno AIC, Padova 10-11 maggio 2012
123 vie di roccia classiche e moderne in:
Civetta, Moiazza, Gruppo di Fanis, Tofane, Nuvolau, Croda da Lago, Cristallo, Pelmo, Dolomiti Zoldane, Schiara, Antelao, Marmarole.
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È difficile a volte dettare confini nei territori montani. Le Dolomiti sono un grande gruppo che interseca cime e vallate con un andamento geografico da ovest a est ma con una notevole estensione anche nel senso longitudinale. Sono state quindi prese in considerazione le zone più a est, quelle che si rifanno in genere al Cadore e alla provincia di Belluno con una puntata più a nord in Alto Adige. Le montagne di questa zona sono in genere meno “addomesticate” rispetto a quelle delle Dolomiti Occidentali. Il Cadore, probabilmente a causa di una più difficile situazione economica degli ultimi anni rispetto alle Dolomiti in territorio trentino,
hanno il grande vantaggio di aver mantenuto maggiormente la propria wilderness, intesa questa anche in termini di rispetto delle tradizioni, architettura tradizionale locale e, non ultimo, rispetto del territorio. È proprio questo il grande vantaggio delle Dolomiti Bellunesi: l’opportunità da ora in avanti di valorizzare tutto questo patrimonio perché ancora non profondamente cambiato come
avvenuto in altre aree, dove urbanizzazione e costruzione di impianti di risalita hanno reso la montagna troppo simile alla pianura in termini di antropizzazione.
Questo modello purtroppo, a volte si scontra con i desideri dei valligiani ma, forse, abbandonati i vecchi schemi che vedono nell’industria dello sci l’unico riscatto della montagna, si potrà offrire ai turisti montani, quali escursionisti di vario genere, cultori dell’arte e alpinisti, una ben più valida alternativa.
Speleologia in Friuli Venezia Giulia
Con questo volume l'autore sposta le attenzioni sulla vicina regione del Friuli Venezia Giulia dove le grotte offrono generalmente molto più appagamento sotto l'aspetto estetico, sia per la presenza di rocce particolari (come ad esempio il flysh) che per l'abbondanza delle concrezioni nel sottosuolo del Carso. Data la varietà degli itinerari proposti è una guida adatta a tutti.
32 relazioni con note culturali e fotografie
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Similar to Escursionismo consapevole in Valle d'Aosta (15)
Das Westufer, Nördlicher Gardasee, Ledrotal, Sarcatal, Das Ostufer.
Der Gardasee ist im Laufe der Jahrzehnte zu einem Wahrzeichen des Freiluftsports geworden, ein wahres Muss für Wanderfreunde, Jogger, Kletterer, Radfahrer, Drachenflieger und Schwimmer in ganz Europa. Die Fuß- und Radwege ziehen sich in jedes kleine Tal hinein und säumen auf fast 160 km Länge in unmittelbarer Nähe der Gardaseeberge den größten See Italiens.
Da die Wege praktisch ganzjährig begehbar sind, taucht man im Wandel der Jahreszeiten in die ganze Farbfülle der Natur sowie in die Geschichte dieses Sees ein.
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Randonner à Chamonix ? On pourrait penser que cela n’a pas de sens ! C’est en effet la capitale mondiale de l’alpinisme, là où est officiellement née cette discipline. En effet, dès la fin du XVIIème siècle, Chamonix est devenu le camp de base de toutes les générations d’alpinistes, venus du monde entier pour se mesurer aux glaciers et aux aiguilles de granit du massif du Mont-Blanc. Mais les alpinistes n’ont pas été les premiers à découvrir Chamonix. Ce fut les explorateurs, les “randonneurs du passé” ! Ces derniers, curieux et admirateurs, furent littéralement conquis par les paysages sublimes et variés de la vallée.
La randonnée pédestre est encore aujourd’hui une des activités phare à Chamonix. C’est bien en marchant à son propre rythme, en prenant le temps de faire des pauses pour observer, toucher et écouter que l’on profite au mieux de la richesse qu’offre ce merveilleux “temple de la nature”. En marchant ou en courant, randonner dans la vallée de Chamonix permet d’allier effort et contemplation !
Sur les sentiers de la vallée, il y a de la place pour tout le monde et on y rencontre une diversité de pratiquants insolites : randonneurs, traileurs et alpinistes qui les empruntent pour rejoindre les refuges ou les voies d’escalade. Rapides ou lents, seuls ou accompagnés, avec un gros ou un petit sac, cela n’a pas d’importance. Ce qui compte, c’est de savoir s’approcher de cette formidable nature alpine avec le même esprit et regard enchanté que les premiers explorateurs, avec peut être en plus, la conscience de l’extrême fragilité de ce milieu.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=212
Il desiderio fondamentale di questo libro è quello di diffondere una cultura sanitaria. Una cultura che non sia ovviamente specialistica o professionale ma che, in maniera semplice e divulgativa, permetta di scoprire e apprendere le principali modalità di trattamento e di gestione di piccole e grandi problematiche sanitarie.
Affrontando escursioni più o meno impegnative in ambienti cosiddetti “impervi” non è possibile non conoscere i rudimenti del Primo Soccorso, pur nella speranza di non dover mai impiegare i concetti e le tecniche apprese.
Il testo vorrebbe illustrare come soccorrere un infortunato, in quegli ambienti dove l’aiuto dell’equipe sanitaria professionale potrebbe tardare ad arrivare, proprio a causa della natura del territorio e a causa della distanza dai centri urbani.
Libro su: https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=163
Die Dreitausender der Dolomiten erheben sich wie alleinstehende Kolosse zwischen den herrlichen T älern und Gipfeln des TrentinoS üdtirol und Venetiens. Einige davon sind erwanderbar, andere wiederum sind anspruchsvolle Routen, die erfahrenen Wanderern mit den nötigen Kenntnissen f ür das Voranschreiten auf Fels und als Seilschaft vorbehalten sind.
Diese dritte Ausgabe ist eine wichtige Aktualisierung der vorhergehenden von 2012 und 2014 und stellt einige Routen vor, die in der ersten Niederschrift nicht enthalten sind (wie die Originalf ühre von Grohmann auf die Fópa di Matìa und die Route auf der Nordflanke der Hohen Schlechten Gaisl), und einige ausf ührlichere Routenbeschreibungen (wie die Normalwege zur Klein-Schusterspitze, zum Pilastro (Pfeiler) Nino, zur Kleinen Furchetta, zur Cima de Falkner und zum Antelao, dessen Normalweg im November 2014 durch einen grossen Felssturz besch ädigt worden ist). Dies alles auch dank dem Beitrag einiger Mitglieder des Gruppo 3000 Dolomiti, darunter Beppe Ziggiotto aus Vicenza, der nach unserem Wissen 2017 als Erster die Besteigung aller 3000er der Dolomiten abgeschlossen hat, darunter die wahrscheinlich seit 65 Jahren unbestiegene Cima De Falkner. Man findet auch einige neue Skizzen von Kletterrouten durch den Zeichner und Alpinisten Marco Romelli, sowie neue Bilder einiger Routen.
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Arrampicate nei Colli Euganei
La seconda edizione preannuncia un incremento di attività nella parete regina dei Colli Euganei: Rocca Pendice, dove l’arrampicata è resa molto particolare dalla trachite, facendola assomigliare a quella in granito. La sua parete est continua a regalare grandi vie all'insegna sia dell'alpinismo che dell'arrampicata sportiva. Tante le vie aperte negli ultimi anni, tutte comprese nel nuovo volume, rinnovato nella grafica e nei contenuti.
Completano il quadro gli aggiornamenti alle pareti del Monte Pirio, della Busa dell'Oro e del Sasso delle Eriche.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=154
22 itinerari
Se chiedete a qualsiasi biker che cosa vuol dire per lui la mountain bike, con tutta probabilità vi risponderà che essa rappresenta una delle massime espressioni di libertà, e pensandoci bene ha ragione. Pedalare tra i boschi, arrampicandosi su irti sentieri o gettandosi a capofitto lungo adrenaliniche discese, appaga completamente il desiderio di evasione e di ricerca del contatto con la natura, che molto spesso nel quotidiano si tende a smarrire.
I Colli Euganei sono un perfetto mix di natura e luoghi di estremo interesse storico, religioso e culturale. La mountain bike è il mezzo ideale per scoprirli.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=147
L’autore, naturalista e scrittore, invita a percorrere e ad ammirare “consapevolmente” le più belle montagne del mondo, quale incredibile laboratorio naturale.
Propone 12 temi legati alla natura, all’ecologia e all’intervento dell’uomo, sviscerandoli con approfondita scientificità e comprensibile divulgazione. L’escursionista può così sperimentare direttamente, durante i 44 itinerari proposti, le nozioni acquisite, scoprendo, anzi ri-scoprendo, una regione, quella dolomitica, che non dev’essere solo territorio di conquista ma, soprattutto, terreno d’azione per una crescita culturale legata alla Natura.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=148
48 itinerari di freeride nelle vallate di Courmayeur e Chamonix.
Italiano, English, Deutsch
Il Monte Bianco è da sempre la mecca italiana del freeride ed è ogni anno la meta di migliaia di sciatori che fanno base a Courmayeur e Chamonix per poterne godere a pieno i panorami e misurarsi con le esperienze e le sfide che questa montagna sa regalare.
La guida si propone d’essere un valido ausilio per chi si approccia al freeride intorno al Monte Bianco. Il volume descrive 48 itinerari, con diversi gradi di difficoltà, nelle vallate di Courmayeur e Chamonix. In alcuni casi gli itinerari sono serviti da impianti di risalita, in altri è previsto l’uso delle pelli di foca.
Per la prima volta in un libro, gli itinerari sono descritti e fotografati anche con prospettiva POV (Point of View) dello sciatore, con l’obiettivo di portare il lettore “nell’itinerario” e spiegargli, per quanto possibile, l’ambiente e le difficoltà della discesa che dovrà affrontare.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=144
27 escursioni con ciaspole, scarponi, ramponi
La magia del paesaggio innevato, la luce scintillante e tagliente dell'inverno, le forme create dal ghiaccio e dal vento. Tutto questo, nei mesi invernali, è racchiuso, come un tesoro ancora in parte da scoprire, nelle montagne del crinale tosco-emiliano, comprese tra i confini del Parco Nazionale.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=145
98 itinerari con scheda tecnica, mappa, descrizione
Le Orobie vengono sciate da sempre, praticamente dall’introduzione degli sci in Italia. Prima ancora della frequentazione turistica, gli abitanti delle valli bergamasche le hanno percorse con gli sci da fondo. Lo scialpinismo delle origini in queste zone, ma anche fino agli anni settanta e perfino ottanta, era quello con gli sci stretti. Le ragioni dell’approccio sono storiche prima ancora che orografiche, e risalgono a una concomitanza di fattori: fortissimo contributo di personale alle truppe alpine, con relativo addestramento allo sci come mezzo di trasporto; il richiamo dei centri sportivi dei corpi militari come professione; scarsa attitudine del terreno allo sviluppo dello sci alpino; scarsità di risorse economiche in loco causato dall’emigrazione della forza lavoro verso l’economia industriale della pianura – Milano è vicina.
https://www.ideamontagna.it/librimontagna/libro-alpinismo-montagna.asp?cod=141
1. 2
Sentieri d’autore l Escursioni tra Brenta e Paganella
collanasentierid’autore 29
29
Escursionismo
consapevole
in Valle d’Aosta
Escursionismoconsapevole
inValled’Aosta
ideaMontagna
editoria e alpinismo
ideaMontagna
editoriaealpinismo
हरिगलासष्रव
MADE WITH SOLAR ENERGY
2. 76
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta l Indice
• Introduzione 5
• Carta generale 10
• Struttura del libro 12
• Guida alla consultazione 12
• Come arrivare 15
• Informazioni e numeri utili 15
• In caso di emergenza: come effettuare una chiamata d’emergenza 16
• Bibliografia 17
• Ringraziamenti 17
UNO • LA VALLE: INQUADRAMENTO GEOGRAFICO, VALLI E GRUPPI MONTUOSI 19
• Una regione naturalmente alpina 20
• L’asse della Dora Baltea e i suoi affluenti 20
• I gruppi montuosi 22
• Alpi della Grande Sassière e del Rutor 22
• Alpi del Gran Paradiso 24
• Catena del Monte Bianco 27
• Alpi del Grand Combin 30
• Alpi del Weisshorn e del Cervino 32
• Alpi del Monte Rosa 34
• Alpi Biellesi e Cusiane 39
• Bibliografia 39
1.1 • TÊTE DE LICONY (TESTA DI LICONY) - Da Morge per il Vallon de Licony 40
1.2 • PUNTA TERSIVA - Via Normale per il Vallon de Tessonet 44
1.3 • BECCA DI NONA - Da Chamolé per Le Gran Sax 49
1.4 • MONTE ZERBION - Da Barmasc per il Col Portola 52
DUE • LA STORIA GEOLOGICA DELLA VALLE D’AOSTA 55
• Come si sono formate le montagne della Valle d’Aosta: uno scontro tra Titani 56
• La cicatrice della Valle d’Aosta 57
• Le rocce della Valle d’Aosta, quali sono e dove trovarle 59
• Bibliografia 65
2.1 • COL DE LA SEIGNE - Lungo il Fronte Pennidico 66
2.2 • MINIERE COLONNA E MONT CREYA - Il passato geologico e minerario della Valle di Cogne 71
2.3 • MOTTA DI PLETÉ OCCIDENTALE - Onde oceaniche davanti allo scoglio del Cervino 75
2.4 • BARMET DI DONNAS - Un viaggio nel tempo della Terra e dell’uomo 79
TRE • UNA STORIA DI GHIACCIO E DI ACQUA 83
• Manuale a cielo aperto 86
• Il grande Ghiacciaio Balteo 88
• Le variazioni in epoca storica 89
• Tra scienza e storia: l’esemplare caso del Ghiacciaio del Rutor 89
• Il ritiro dei ghiacciai dalla Piccola Età Glaciale a oggi 91
• Un percorso tra i ghiacciai della Valle d’Aosta 94
• Fiumi e laghi, figli dei ghiacciai 97
• Specchi del cielo e delle montagne della Valle 98
• Torbiere e zone umide 101
• Bibliografia 101
3.1 • COL DE PLANAVAL - Un entusiasmante sentiero didattico 101
3.2 • LAC DE GOLETTA E BECCA DELLA TRAVERSIÈRE - Un paesaggio in trasformazione 108
3.3 • LAC MORT - Le forme dell’acqua 113
3.4 • LAC BLEU E RIFUGIO MEZZALAMA - Passato e presente dei ghiacciai 116
QUATTRO • AMBIENTI, FLORA E FAUNA IN VALLE D’AOSTA 121
• I piani altitudinali: dal fondovalle della Dora alle nevi perenni 123
• Flora, uno scrigno di colori 126
• Fauna, dallo stambecco al gipeto 136
• Bibliografia 148
4.1 • MONT DE LA SAXE - Una distesa di colori ai piedi del Monte Bianco 150
4.2 • COL FÊNETRE - Dai larici monumentali al regno della flora alpina 154
4.3 • COL ENTRELOR - Le continue sorprese dei piani altitudinali 157
4.4 • CASOLARI DELL’HERBÉTET E BIV. LEONESSA - Alle soglie dell’alta quota 161
CINQUE • ATTRAVERSO I SECOLI 165
• Il cammino della storia in Valle d’Aosta 166
• La preistoria 166
• L’Età del Ferro, Celti e Salassi 167
• La Valle d’Aosta Romana 168
• L’Alto Medioevo 170
• Potere centrale e signorie locali 173
• Dal Rinascimento all’Età dei Lumi 176
• Dall’epoca napoleonica all’età contemporanea 178
• Bibliografia 180
5.1 • LAC D’ARPY E COL DE LA CROIX - Le antiche fortificazioni della Valle 181
5.2 • MONTE TANTANÉ - Un villaggio dell’Età del Ferro con vista sul Cervino 185
5.3 • GEOSITO PONTE ROMANO-MONT TSAILLEUM - Millenni di storia alle porte di Saint Vincent 189
5.4 • TÊTE DE COU - Dall’antico Santuario di Machaby alle linee di difesa di Bard 193
SEI • IDENTITÀ E TRADIZIONE NEL CUORE DELL’EUROPA 199
• La base identitaria: la lingua 200
• Il patois, la lingua del quotidiano 200
• I Walser 201
• La protezione dei santi 202
• San Martino, primo patrono della Vallée e la sua sfida con il diavolo 202
• Sant’Orso, il suo prato, la sua collegiata e la sua fiera 203
• San Grato e la Magna Legenda 204
• I ritmi sacri delle stagioni e le processioni ai santuari mariani 205
• Le forze delle natura diventano demoni 206
• I cambiamenti climatici diventano punizioni divine 207
• Le paure e le speranze dietro una maschera: il carnevale 208
INDICE
3. 98
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta
• Veillà e désarpa, nel cuore della tradizione 209
• La Bataille des Reines 209
• Gli sport regionali 210
• Bibliografia 210
6.1 • LAC DE SAINT GRAT - Sulle orme del santo protettore della Valle 211
6.2 • MONT DE VERTOSAN E MONT FLASSIN - Il vallone delle Reines 214
6.3 • PUNTA CHALIGNE - Un rito antico di 400 anni 217
6.4 • LAC MISERIN - Lungo il Chemin du Roi fino al Santuario di Notre Dame de la Niege 221
SETTE • LA GESTIONE DEL TERRITORIO 225
• La creazione di un paesaggio culturale 226
• L’acqua bene prezioso: i rus 226
• L’acqua fonte di energia: le centrali elettriche 227
• I boschi 228
• Le coltivazioni 229
• I pascoli e l’allevamento 230
• Gli usi collettivi 233
• Il controverso rapporto con lo sviluppo turistico 233
• Il passato minerario 235
• Bibliografia 235
7.1 • COL DE L’AROLLA - Pascoli e silenzi nei valloni di Bardoney e di Valeille 236
7.2 • VALLON DE SAINT MARCEL - Dal passato minerario agli alpeggi 240
7.3 • RU DOU PAN PERDU - L’acqua come risorsa vitale 244
7.4 • VALLONE DI SAN GRATO - Nel cuore delle vallate Walser 248
OTTO • TUTELA E PROTEZIONE AMBIENTALE 253
• Le aree protette in un regno della natura 254
• Gran Paradiso, il primo parco nazionale istituito in Italia 255
• Il Parco Naturale Regionale del Monte Avic 257
• Le Riserve Regionali, piccoli grandi scrigni di biodiversità 258
• Gli altri siti della Rete Natura 2000 260
• I giardini botanici 261
• Siti della rete VIVA 262
• Bibliografia 264
8.1 • MONT PAILASSE - Sulle tracce dell’aquila reale e dei camosci in Val di Rhêmes 265
8.2 • PLAN DE NIVOLET - Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso 268
8.3 • GRAND LAC - I grandi laghi nel Parco Naturale del Mont Avic 272
8.4 • COL DE LA BARMA - Natura e storia nella Riserva del Mont Mars 276
NOVE • ALPINISMO IN VALLE D’AOSTA 281
• I primordi 282
• Horace Bénédict de Saussure e la conquista del Monte Bianco 284
• La fondazione della Società delle Guide di Courmayeur e la creazione del Club Alpino Italiano 286
• Il Cervino 287
• La seconda metà del XIX secolo: le grandi vie dei pionieri e l’avvio dell’alpinismo invernale 289
• Alpinismo senza guide 290
• Le direttrici di uno sviluppo 292
• La grande stagione delle pareti nord 293
• Alpinisti valdostani 294
• Il secondo dopoguerra e Walter Bonatti 295
• La contemporaneità 296
• Le cime della Valle d’Aosta e le prime salite 298
• Bibliografia 304
9.1 • RIFUGIO BOCCALATTE-PIOLTI - Sulle tracce di Edward Whymper 305
9.2 • MONT CRAMMONT - Il balcone sul Monte Bianco di De Saussure 308
9.3 • RIF. CHABOD E RIF. VITTORIO EMANUELE - Ai piedi del 4000 più frequentato sulle orme dei pionieri 312
9.4 • CROIX DE CARREL - Da Cervinia 316
DIECI • RIFUGI E BIVACCHI FISSI IN VALLE D’AOSTA 321
• Gli antenati dei rifugi 322
• Le prime strutture sulle montagne della Valle 323
• Il rifugio della regina 325
• A ogni valle il suo rifugio 326
• Vicende tormentate e favole a lieto fine 327
• Un nuovo rinascimento dei rifugi valdostani 327
• I primi bivacchi fissi delle Alpi 329
• Tra tradizione e alta tecnologia 330
• Bibliografia 332
10.1 • RIFUGIO DEGLI ANGELI - Il rifugio rinato dalle sue ceneri 333
10.2 • BIVACCO REGONDI - Un piccolo chalet sotto al Mont Gelé 337
10.3 • RIF. CUNEY, BIV. REBOULAZ E RIF. MAGIÀ - Seguendo la storia di rifugi e bivacchi 340
10.4 • RIFUGIO QUINTINO SELLA - Da Stafal 345
UNDICI • VALLE D’AOSTA, TERRA DI SENTIERI 353
• Una lunga linea gialla attraverso valli e montagne 354
• Vernice gialla, triangoli e rombi 354
• Le Alte Vie 356
• Intorno al Gigante: il Tour Mont Blanc 357
• Cervino, Gran Combin e Monte Rosa 358
• Altri trekking 358
• La Via Francigena 359
• Le ferrate 360
• Bibliografia 361
11.1 • ARP GIUÉ DESOT E ARP NOUVA DI MEITEN - Il Tour Mont Blanc in Val Ferret 362
11.2 • COL LAUSON - Il punto più alto delle Alte Vie della Valle d’Aosta 366
11.3 • RIFUGIO AOSTA - Sentieri in movimento 370
11.4 • CORNO VITELLO - Frecce gialle oltre 3000 metri 373
ITINERARI PER SOTTOSEZIONI 378
ITINERARI PER VALLE 380
ITINERARI PER DIFFICOLTÀ 382
l Indice
4. 1110
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta l Carta generale
PRÉ-SAINT-DIDIER
LA THUILE
PONT SERRAND
)(
PICCOLO
SAN BERNARDO
)(
GRAN
SAN BERNARDO
SURRIER RHÊMES
NOTRE DAME
DEGIOZ LILLAZ
BARD
VERRÈS
BRUSSON
MONTJOVET
ANTAGNOD
CHAMPOLUC
SAINT JACQUESVALTOURNENCHE
FÈNIS
SAINT MARCEL
VALPELLINE
GIGNOD
SAINT RHEMY EN BOSSES
DZOVENNOZ
PRARAYER
ANTEY-SAINT-ANDRÈ
BREUIL-CERVINIA
SAINT VINCENT
CHÂTILLON
ARNAD
GABY
ISSIME
FONTAINEMORE
GRESSONEY-SAINT-JEAN
GRESSONEY-LA TRINITÉ
STAFFAL
VALNONTEY
COGNE CHAMPORCHER
PONT-SANT-MARTIN
PLANAVAL
VALGRISENCHE
AVISE
INTRO
SAINT PIERRE
PILA
COURMAYEUR
MORGEX
ENTREVES
Mont Dolent
AOSTA
Grande RochèreVal Ferret
Valeille
Valpelline
Monte Fallere
Grand Golliaz
Grande Tête de By
Tête Blanche
Dent d’Hérens
Cervino
Polluce
Punta Gnifetti
Piramide Vincent
Punta Tre Vescovi
Mont Mars
Mont Zerbion
Mont Nery
Mont Avic
Punta Tersiva
Mont Emilius
Rosa dei Banchi
Gran Paradiso
Herbetet
Ciarforon
Becca di Monciair
Granta Parei
Grande Sassiére
Rutor
Grivola
Castore
Lyskamm
Breithorn
Occidentale
Breithorn
Orientale
Mont Morion
Becca de Viou
Grandes Jorasses
Monte Bianco
Pointe Léchaud
Dômes de Miage
Grand Assaly
Mont Paramont
Aiguilles des Trélatête
Mont Maudit
Dente del
Gigante
Dora
Baltea
Dora Baltea
Val Veny
Valle di Co
gneValno
n
tey
Valtournenche
VallediGressoney
Vald’Ayas
Valle di Champorcher
Valle di L
aThuile
Valle del Gran San Bernar
do
Valsavaranche
ValdiRhêmes
Valgrisenche
1.1
4.4
4.3
4.2
11.4
11.3
11.2
11.1
10.4
10.3
10.2
10.1
9.4
9.3
9.2
9.1
8.48.3
8.1
8.2
7.4
7.3
7.2
7.1
6.4
6.2
6.3
6.1
5.4
5.3
5.2
5.1
4.1
3.4
3.3
3.2
3.1
2.4
2.3
2.2
2.1
1.2
1.4
1.3
5. Tre l Una storia di ghiaccio e di acqua
8584
I primi venti ghiacciai valdostani per estensione (dato 2015)
Nome Estensione (km²) Sottosezione (SOIUSA)
Miage 10,47 Monte Bianco
Lys 9,58 Monte Rosa
Rutor 8,29 Grande Sassière-Rutor
Verra Grande 6,6 Monte Rosa
Grandes Murailles 6,31 Weisshorn-Cervino
Brenva 5,77 Monte Bianco
Tribolazione 5,07 Gran Paradiso
Gilairetta-Vaudet 3,68 Grande Sassière-Rutor
Triolet 3,61 Monte Bianco
Ventina-Tzere 3,56 Monte Rosa
Lex Blanche 3,32 Monte Bianco
Tsa de Tsan 3,27 Weisshorn-Cervino
Prè de Bard 3,02 Monte Bianco
Soches-Tsanteleina 2,77 Grande Sassière-Rutor
Money 2,66 Gran Paradiso
Trajo 2,23 Gran Paradiso
Verra Piccolo-Castore 2,10 Monte Rosa
Frébouge 2,07 Monte Bianco
Goletta 1,74 Grande Sassière-Rutor
Lavacieu 1,55 Gran Paradiso
La Valle d’Aosta, come ha rilevato il Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani pubblicato nel 2015 (con
poche variazioni rispetto a quello eseguito dalla Regione), possiede ben 192 ghiacciai (6 vallivi,
142 montani e 44 glacionevati), che costituiscono il 36,10% dell’intera superficie glaciale italiana
e, per numero, il 21,2% dei ghiacciai italiani. La Valle è la regione con la maggiore estensione
glaciale d’Italia e la seconda per numero di ghiacciai censiti dietro la Lombardia. Cinque dei dieci
maggiori ghiacciai italiani si trovano in Valle d’Aosta. Ma oltre ai numeri, si può dire che questa
piccola regione alpina sia interamente “figlia dei ghiacci”, perché quasi completamente mo-
dellata dalle variazioni delle masse glaciali che si sono succedute da milioni di anni fa fino alla
Piccola Età Glaciale e che proseguono fino ad oggi. La stessa presenza umana in Valle è stata da
sempre profondamente condizionata dai mutamenti climatici e dalle trasformazioni delle coltri
glaciali. Conseguenza diretta della storia glaciale della Valle d’Aosta è anche lo stretto rapporto
della regione con l’acqua (fiumi, torrenti e laghi) anch’essa parte integrante del paesaggio ma
anche fondamento, limite e risorsa della vita vegetale, animale e umana tra queste montagne.
I primi dieci ghiacciai italiani per estensione (dato 2015)
Nome Estensione (km²) Regione
Adamello-Mandrone 16,44 Lombardia
Forni 11,34 Lombardia
Miage 10,47 Valle d’Aosta
Lys 9,58 Valle d’Aosta
Malavalle 8,71 Trentino-Alto Adige
Rutor 8,29 Valle d’Aosta
Verra Grande 6,6 Valle d’Aosta
Grandes Murailles 6,31 Valle d’Aosta
Solda 5,99 Trentino-Alto Adige
Lobbia 5,86 Trentino-Alto Adige
UNA STORIA DI GHIACCIO E DI ACQUA
In cammino sul Ghiacciaio del Lys.
6. Otto l Tutela e protezione ambientale
255254
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta
Gran Paradiso, il primo parco nazionale istituito in Italia
Constatata l’esigua popolazione superstite di stambecchi, nel 1821 Carlo Felice emanò le cosid-
dette Patenti Reali, che vietavano, se non al sovrano, la caccia allo stambecco. Questo decreto,
non motivato certamente da sensibilità naturalistiche e conservative ma unicamente utilitaristi-
che, dato il grande prestigio della preda venatoria, consentì alla stambecco di sopravvivere nelle
Alpi Occidentali e di evitare la totale estinzione. Si può affermare che la storia della protezione
ambientale sulle Alpi e della lenta costruzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, nasca
paradossalmente proprio da questa attenzione per la caccia dei sovrani sabaudi. Quest’ultimi,
negli anni successivi, accrebbero la loro attenzione per queste valli proprio a causa dell’alto
numero di stambecchi presenti.
Nel 1850, Vittorio Emanuele II, che allora era ancora Re di Sardegna ma che diverrà Re d’Italia
nel 1861, incuriosito dai racconti del fratello Fernando che si era recato a caccia in Valle di Cogne
in occasione di una sua visita alle miniere, raggiunse per la prima volta la Valle di Champorcher,
valicò l’omonima Fenêtre e scese in Valle di Cogne, dove uccise il suo primo stambecco e si rese
conto dell’enorme potenziale venatorio di quest’area.
Nel 1856, il re Vittorio Emanuele II dichiarò queste montagne riserva reale di caccia, creando un
corpo di guardie specializzate e facendo costruire, tra il 1861 e il 1874, una rete di mulattiere di
quasi 300 chilometri che si sviluppavano tra Valsavaranche, Valle di Cogne e Valle di Champor-
cher e che, in parte, si possono ammirare e percorrere ancora oggi. Il sovrano individuò anche
numerose postazioni dove collocare accampamenti fissi, prima costituiti da tende e in seguito so-
stituiti da vere e proprie “case di caccia”, che fungevano da “campi base” per le battute di caccia.
Molti di questi edifici sono ancora conservati, quasi sempre riconvertiti a “case per escursionisti
Le aree protette in un regno della natura
La storia della protezione ambientale in Valle d’Aosta è fatta, come spesso accade, di luci e om-
bre. Se la Vallée, insieme al Piemonte, ha visto nascere tra le sue valli il primo parco nazionale
italiano, si sono dovuti attendere quasi settant’anni da quel fatidico 1922, per la creazione del
primo (e ancora unico) parco regionale, quello del Monte Avic, istituito nel 1989.
Le aree protette della Valle coprono comunque 43.266 ettari, pari al 13,2% della superficie re-
gionale, una percentuale poco superiore alla media nazionale (10,2%), ma relativamente bassa
se si pensa all’enorme patrimonio naturalistico, paesaggistico e geologico della regione. Consi-
derando tutte le aree facenti parte della Rete Natura 2000 si arriva però al 30,3% della superficie
regionale, dato percentuale inferiore in Italia sono a quello dell’Abruzzo. Significativo è che le
aree suddette sono state quasi tutte individuate negli ultimi due decenni, segno evidente di
una decisa tendenza a una maggiore consapevolezza e di una mutata sensibilità al tema della
protezione ambientale a tutti i livelli.
In questa direzione si colloca anche la creazione (2013) del marchio VIVA-Valle d’Aosta unica
per Natura, che ha lo scopo di valorizzare e promuovere la fruizione di tutte le aree protette
regionali nel loro complesso e in maniera eco-sostenibile e consapevole. Un’evoluzione quindi
assolutamente positiva, che lascia intravedere positivi sviluppi, ma che si è confrontata negli
anni anche con il naufragio di alcuni importanti progetti, primo tra tutti quello dell’Espace Mont
Blanc. Nel 1988 infatti i ministri dell’ambiente di Italia, Francia e Svizzera firmarono la Dichiara-
zione di Locarno, dove davano il loro sostegno all’idea di un “Parco internazionale del Monte
Bianco”. Si avviò da quel momento una lunga serie di incontri, concertazioni e scambi di idee
e di proposte tra tutte le istituzioni, le comunità e i soggetti coinvolti. L’idea di un Parco naturale
fu progressivamente accantonata e si tramutò “soltanto” nella creazione di una Cooperazione
trasfrontaliera, che coinvolge 35 comuni in quattro regioni alpine, Savoia e Alta Savoia in Francia,
Valle d’Aosta in Italia e Vallese in Svizzera, ponendosi come obiettivo lo sviluppo e il sostegno di
progetti in vari ambiti in un’ottica sostenibile.
TUTELA E PROTEZIONE AMBIENTALE
Veduta dall’alto della testata
del Plan de Nivolet chiuso dalle cime
del gruppo del Gran Paradiso.
Giovane stambecco. La storia della protezione ambientale in
Italia nasce proprio dalla salvaguardia di questo animale
(foto Maurizio Brini).
7. 313312
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta
Il Gran Paradiso è uno dei 4000 più frequentati
delle Alpi, costituendo per molti il primo ap-
proccio all’alpinismo su ghiacciaio e al mondo
dell’alta montagna. Questo itinerario ripercorre
quindi le speranze, i sogni e le paure di chi sale
per la prima volta verso un traguardo ambi-
to, ma offre anche la possibilità di ammirare
alcune pareti che hanno fatto la storia dell’al-
pinismo valdostano della prima metà del XX
secolo, come l’estetica parete nord-ovest del
Gran Paradiso, salita per la prima volta da
Renato Chabod e Amilcare Crétier nel 1930 o
la pareti nord del Ciarforon
(salita per prima volta per
la via diretta da Giacomo
Chiara, Enrico Chiara ed
Enrico Cattinelli nel 1939)
e ormai quasi completa-
mente scomparsa a causa
del ritiro della copertura
glaciale.
ACCESSO
Da Villeneuve si seguono
le indicazioni per la Val di
Rhêmes e la Valsavaranche.
Raggiunto e superato l’abi-
tato di Introd, si giunge al bi-
vio dove le strade per le due
vallate si dividono. Mante-
nendo la sinistra, si imbocca
la SR23 della Valsavaranche
e la si percorre fino alla loca-
lità Previou (ampio parcheg-
gio e cartelli che indicano
l’attacco del sentiero per il
Rifugio Chabod).
ITINERARIO
Dal parcheggio di Praviou,
si segue il segnavia 5, si
supera immediatamente il
Torrente Savara e si prose-
gue in direzione del Rifugio
SOTTOSEZIONE: Alpi del Gran Paradiso
VALLE: Valsavaranche
PARTENZA: Praviou (1829 m)
QUOTA MIN E MAX: 1829 m, 2719 m
DISLIVELLO: 1430 m
LUNGHEZZA: 21 km
TEMPO: 6,50 h
DIFFICOLTÀ: E
PUNTI DI APPOGGIO: Rif. Chabod,
Rif. Vittorio Emanuele II, Rif. Tètras Lyre
ACQUA: Rif. Vittorio Emanuele II, Pont
PERIODO CONSIGLIATO: luglio-ottobre
MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno
FAMIGLIA: >10
CARTOGRAFIA: Valsavaranche - Gran
Paradiso, Carta dei sentieri n. 9, 1:25.000,
L’escursionista editore
Ciarforon, Becca di Monciair e Punta Fourà
si riflettono nel piccolo
Lac de Moncorvé.
Alpinismo in Valle d’Aosta l Rif. Chabod e Rif. Vittorio Emanuele
RIF. CHABOD E RIF. VITTORIO EMANUELE
Ai piedi del 4000 più frequentato sulle orme dei pionieri
9.3 0 4 6 21208 10 12 14 18162
2000
2400
1800
2200
2600
Lavassey
Rif. Vittorio Emanuele II
Alpe Chanté
Rif. Tètras Lyre
Rif. Chabod
Rif. Chabod
Rif. Vittorio Emanuele II
Rif. Tètras Lyre Alpe Chanté
Praviou
Lavassey
Testa di Montcorvé
2869 m
5
5
5A
1A
1A
2
2
1
1
4
4
2A
2A
10A
10A
5A
5A
8. 315314
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta
Ignorata la traccia che si dirige a nord verso la
Côte Savolère, per poi biforcarsi in direzione
dell’Alpe Montandayné o del Passage de Grand
Neyron (segnavia 5A e 10A), si ritorna al bivio
incontrato poco a valle del rifugio, si supera il
Torrent de Côte Savolère grazie a un ponticello
e si iniziano a seguire i segnavia del sentiero
1A in direzione del Rifugio Vittorio Emanue-
le II (cartelli). Superati i depositi morenici del
Ghiacciaio di Laveciau, si affrontano numerosi
saliscendi, immersi in un affascinante ambiente
di alta montagna, dove si alternano rocce mon-
tonate, antichi e “nuovi” depositi morenici, af-
fidando molto spesso l’orientamento non solo
ai segnavia gialli ma anche agli ometti in pietra.
Lungo tutto il tragitto è molto alta la probabilità
di incontrare camosci, stambecchi, marmotte e
vedere volteggiare il corvo imperiale, l’aquila
reale e il gipeto. Aggirata la dorsale della Tête
de Montcorvé si perde quota per poi ricomin-
ciare a risalire verso la conca del Ghiacciaio di
Montcorvé. Ormai ai piedi dell’edifico, ci si ri-
congiunge al sentiero 1 proveniente da Pont e si
raggiunge il Rifugio Vittorio Emanuele II (2719
m, 5 h), dominato dall’estremità rocciosa della
cresta ovest della Becca di Moncorvé e magni-
fico punto panoramico sulla calotta glaciale del
Ciarforon, la piramide rocciosa della Becca di
Monciair, che copre in parte il seghettato pro-
filo dei Denti del Broglio, e sulla piccola catena
formata dalle Punte Fourà. Ai piedi del rifugio si
trova inoltre il piccolo Lac de Montcorvé, situa-
to ai piedi della morena formata dall’omonimo
ghiacciaio. Il rifugio più antico, eretto nel 1884
su una preesistente casa reale di caccia, è sta-
to affiancato da una nuova struttura costruita a
partire dal 1933 e conclusa nel 1961.
Senza possibilità di errore si imbocca il sentie-
ro 1 che inizia a scendere verso il fondovalle
(cartelli e indicazioni per Pont). Ammirando
ancora per molto tempo le vette del Ciarforon,
della Becca di Monciair, dei Denti del Broglio e
la testata della Valsavaranche, chiusa dalle tur-
rite sagome delle Punta Fourà, si segue l’antica
mulattiera reale che compie numerosi tornanti.
Giunti alle rovine dell’Alpe Chanté (2372 m,
5,40 h), la vegetazione inizia a farsi più fitta e,
superata un’impetuosa cascata, un ultimo tratto
di discesa nel bosco deposita sul fondovalle del
Torrente Savara, in corrispondenza del Rifugio
Tètras Lyre (1991 m, 6,10 h). Svoltando a destra
si segue una comoda strada sterrata e, in mo-
derata discesa, si raggiunge il ponte sul torrente
e il grande parcheggio di Pont (1952 m, 6,20
h). Da qui si può ritornare al punto di partenza
usufruendo dei mezzi pubblici. In alternativa si
deve percorrere la strada asfaltata (circa 2,5 km)
in discesa fino a ritornare al punto di partenza di
Praviou (6,50 h).
Chabod (cartelli). Con numerosi, brevi e rego-
lari tornanti, si guadagna quota tra i larici fino a
uscire dalla vegetazione in corrispondenza del
Casotto PNGP di Lavassey (2194 m, 1 h).
Ignorato a sinistra il sentiero 5A, si mantiene la
destra (segnavia 5) e si continua a salire restando
a destra della Côte Savolère, procedendo tra pa-
scoli cosparsi di massi e cespugli di rododendro,
mentre progressivamente emergono, in manie-
ra spettacolare, i profili di roccia e ghiaccio della
Becca di Montandayné, del Piccolo Paradiso, del
Gran Paradiso e della Becca di Moncorvé. Con
pendenza costante si guadagna quota avvicinan-
dosi progressivamente al corso del Torrente Côte
Savolere, per poi costeggiarlo per un breve tratto
fino al bivio con il sentiero 1A, proveniente dal
Rifugio Vittorio Emanuele II. Ignorata momen-
taneamente quest’ultima traccia si mantiene la
sinistra e si compie un ampio tornante, seguito
da un’altra svolta a destra, che deposita sulla
morena su cui sorge il Rifugio Chabod (2710
m, 2,40 h), affacciato sulle pareti nord delle già
citate cime e sui ghiacciai di Montandayné e di
Laveciau. Il rifugio situato sulla Côte Savolère,
ai piedi del Ghiacciaio di Laveciau, costruito nel
1985, è dedicato a Federico Chabod (Aosta 1901,
Roma 1960), storico, professore universitario,
partigiano, politico e alpinista, una delle figure
fondanti della storia contemporanea valdostana.
Oltre all’impegno politico e intellettuale (che lo
resero uno degli storici italiani più importanti del
XX secolo), Federico Chabod si dedicò, in giova-
ne età, anche a un’intensa attività alpinistica, con
alcune prime salite: Punta Judith (con Michele
Baratono, prima assoluta, 12 giugno 1921), cre-
sta sud della Dent d’Hérens (con Erasmo Bariso-
ne, 1921), cresta ovest della Becca Guin (con Mi-
chele Baratono e Mario Schiagno, 1922), Tours
de Notre Dame (con Michele Baratono, prima
assoluta, 1 settembre 1924).
Alpinismo in Valle d’Aosta l Rif. Chabod e Rif. Vittorio Emanuele
Luci del tramonto su Becca di Montadayné, Piccolo Paradiso e Gran Paradiso.
L’ampio sentiero che sale verso il Rifugio Chabod.
9. 341340
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta
Questo lungo itinerario ad anello consente di
camminare una giornata intera in ambienti
isolati e affascinanti, toccando in successio-
ne tre punti d’appoggio molto diversi tra loro
per storia e caratteristiche: il Rifugio Cuney
affianca infatti lo storico omonimo santuario,
perpetuando la secolare tradizione di ospitali-
tà che qui veniva fornita ai pellegrini nei secoli
passati; il Bivacco Reboulaz è invece un punto
d’appoggio non gestito costruito come un’ac-
cogliente piccola casa di pietra e legno sulle
sponde del Lac de Luseney mentre il Rifugio
Magià è uno degli ultimi nati tra i rifugi valdo-
stani, inaugurato nel 2016 e posizionato lungo
la strada poderale che risale la testata della
Valle di Saint Barthélemy.
ACCESSO
Da Aosta si segue la SR13 della Valle di Saint
Barthélemy fino a Lignan, dove si trova l’osser-
vatorio astronomico. Da qui si seguono le indi-
cazioni per Perliod e, poco prima di giungere
alla frazione, si lascia l’auto nel grande parcheg-
gio dell’area pic-nic che precede il minuscolo
abitato.
ITINERARIO
Dal parcheggio di Porliod si seguono le indica-
zioni per il Rifugio Cuney (segnavia 11B e 11C),
si sale su un’ampia traccia fino a un alpeggio
(Larset damon) e, poco prima di raggiungere il
soprastante punto di ristoro, si svolta a sinistra
proseguendo su sentiero verso il soprastante
Bois de Fontaney. Dopo aver intersecato un
tornante della strada poderale che collega Por-
liod agli alpeggi di Tsa de Fontaney, si esce dalla
vegetazione e si procede tra ampi pascoli fino
a un bivio (2234 m, 1 h), dove ci si ricollega al
sentiero 11 proveniente da Lignan. Proseguen-
do diritto verso il Col Salvé e il Rifugio Cuney
(cartelli), si attraversano i prati in moderata
salita (tutto questo settore presenta notevoli
problemi di orientamento in caso di scarsa vivi-
bilità) e si giunge all’allungato fabbricato di Tsa
de Fontaney (2307 m, 1,10 h).
Continuando a camminare su terreno aperto si
prosegue verso il Col Salvé, si aggira una piccola
pozza d’acqua e si giunge ai piedi del modesto
valico. Ignorata a destra la possibile deviazione
per il Monte Morion (segnavia 11D), si man-
tiene la sinistra e si raggiunge senza difficoltà
il Col Salvé (2569 m, 1,40 h), dove si trova una
piccola croce in legno e da dove la vista si spa-
lanca sulla severa sagoma rocciosa della Ermite
de Cuney.
Rifugi e bivacchi fissi in Valle d’Aosta l Rif. Cuney, Biv. Reboulaz e Rif. Magià
RIF. CUNEY, BIV. REBOULAZ E RIF. MAGIÀ
Seguendo la storia di rifugi e bivacchi
SOTTOSEZIONE: Alpi del Weisshorn e del
Cervino
VALLE: Valle di Saint Barthélemy
PARTENZA: Porliod (1882 m)
QUOTA MIN E MAX: 1882 m, 2780 m
DISLIVELLO: 1570 m
LUNGHEZZA: 21,2 km
TEMPO: 7,20 h
DIFFICOLTÀ: EE
PUNTI DI APPOGGIO: Rif. Cuney,
Biv. Reboulaz, Rif. Magià
ACQUA: Santuario di Cuney
PERIODO CONSIGLIATO: luglio-ottobre
MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno
FAMIGLIA: >10
CARTOGRAFIA: Valle Centrale - Saint Bar-
thélemy - Saint Marcel - Val Clavalité, Carta
dei sentieri n. 13, 1:25.000, L’Escursionista
editore
Rifugio e Santuario di Cuney.
10.3
Col Salvé
)(
Col Terray
)(
Tsa de Fontaney
Porliod
Santuario
di Cuney
Rif. Cuney
Rif. Magià
Champlaisant
Praz de Verney
Praz
Biv Reboulaz
Lac de
Luseney
10A
11C
11
11
11
12
15
15
13A
13
13B
1B
12
12
17
17
1
1
1C
11B
11
13
13
14
14
14
1
12
1C
11D
Mont Morion
2711 m
Pointe Montagnayes
3049 m
10. 343342
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta
erba, placche e detriti su un sentiero a tratti esile
ma mai veramente esposto, aggirando la costo-
la rocciosa orientale della Punta Montagnaya.
Perdendo ancora quota verso il successivo cola-
toio, si ignora a destra il sentiero 15, che scende
nuovamente verso Praz Terrey e il Rifugio Ma-
già, e si riprende a salire in traverso fino al Col
Terray (2780 m, 4,10 h).
Una ripida ma breve discesa (prestare attenzio-
ne in presenza di terreno bagnato) consente di
perdere quota verso la sottostante conca del
Lac de Luseney. Tra placche e detriti si procede
ora con pendenza meno accentuata (assecon-
dando con attenzione segnavia e ometti, molto
utili in caso di visibilità non ottimale), si supe-
rano le rovine degli alpeggi di Luseney (2606
m) e si arriva sulle sponde del Lac de Luseney
(2576 m), dominato dalla Becca di Luseney. At-
traversato l’emissario si giunge senza difficoltà
al Bivacco Reboulaz (2575 m, 4,40 h), inau-
gurato nel 1993 e quindi già costruito con una
concezione “contemporanea”, molto diversa da
quella delle storiche strutture in lamiera.
Ignorato a sinistra il sentiero che sale verso il Col
Livourneaz (segnavia 13), si continua a seguire
a destra il tracciato dell’Alta Via (cartelli) fino a
raggiungere poco dopo un altro crocevia (4,50
h). Questa volta si abbandonano i triangoli gialli
del trekking e si piega a destra in direzione di
Praz (segnavia 13, indicazioni sempre presen-
ti). Una breve ma ripida picchiata conduce ad
alcune rovine di alpeggi (Les Crottes, 2389 m).
Procedendo sulla sinistra orografica del Torrent
de Saint Barthélemy si perde quota fino al cro-
cevia (2189 m, 5,10 h) con la flebile traccia del
sentiero 1 che si dirige sempre verso Praz ma
procedendo a mezzacosta sotto alle estreme
propaggini di Cima Bianca. Continuando invece
a seguire il segnavia 13 (cartelli), si continua a
seguire il corso del torrente fino a mettere pie-
de su una strada poderale poco a monte di un
ponte. Ignorata la sterrata che piega a gomito in
Con alcuni saliscendi si superano piccole con-
che e modesti dossi erbosi giungendo a un bi-
vio. Ignorato il sentiero 11A (coincidente anche
con l’Alta Via n. 1) che si dirige a sinistra (ovest)
verso il Col de Chaléby e tralasciato il sentiero
11C che svolta a destra (est) verso Porliod, si ar-
riva pochi minuti dopo a un altro crocevia, que-
sta volta con la traccia che conduce all’attacco
del sentiero attrezzato del Passet (2547 m, 2 h).
Ignorata anche quest’ultima possibile deviazio-
ne, si prosegue verso il Rifugio Cuney seguendo
frecce, segnavia e triangoli gialli. Costeggiando
la cresta nord-orientale della Becca Fontaney
(dove corre appunto il sentiero del Passet) si
giunge ai piedi del risalto che sostiene la conca
che ospita il santuario e il rifugio. Piegando a si-
nistra si sale tra placche, rocce ed erba giungen-
do al Santuario di Cuney, affiancato dall’omo-
nimo rifugio (2656 m, 2,40 h). L’edificio sacro
risale alla metà del XVII secolo (secondo l’Abbé
Henry al 1650) ma è stato ricostruito nelle for-
me attuali nel 1869. Le pareti interne sono quasi
interamente ricoperte di ex-voto dipinti (in gran
parte risalenti al XIX secolo). Il santuario è meta
di tre processioni, che convergono qui da Saint
Barthélemy, da Torgnon e da Bionaz, il 5 agosto
di ogni anno. Il vicino piccolo Rifugio Cuney
è stato inaugurato nel 1994 e si inserisce nella
tradizione di ospitalità che questo luogo pos-
siede almeno dall’inizio del XX secolo quando
è documentato con certezza un ricovero per il
pellegrini.
Tralasciato il sentiero 11 che
permette di raggiungere la
vetta della Becca Fontaney,
si prosegue verso est sul
tracciato dell’Alta Via n. 1
in direzione del Bivacco Re-
bulaz (cartelli). Scendendo
lungo il corso del Torrent
de Cuney si giunge al bivio
(quota 2572 m, 2,50 h) con
il sentiero 12 che permette
di raggiungere il sottostante
Rifugio Magià. Per chi giun-
ge qui già affaticato è pos-
sibile chiudere un anello
più breve raggiungendo il
già citato rifugio per questa
via (1 h) e da lì chiudere l’a-
nello seguendo il percorso
descritto successivamente.
Mantenendo invece dire-
zione e segnavia si sale tra
Rifugi e bivacchi fissi in Valle d’Aosta l Rif. Cuney, Biv. Reboulaz e Rif. Magià
0 4 6 21,28 10 12 14 18162
2000
2400
1800
2200
2600
2800
Tsa de
Fontaney
Rif. Magià
Lac de Luseney
Col TerraySantuario di Cuney
In vista del Santuario di Cuney, sovrastato dalle vette della Bec du Merlo,
della Petite Bec du Merlo e dell’Ermite de Cuney. Uno dei laghetti a valle del Santuario di Cuney.
11. 344
Sentieri d’autore l Escursionismo consapevole in Valle d’Aosta
SOTTOSEZIONE: Alpi del Monte Rosa
VALLE: Valle di Gressoney
PARTENZA: Stafal (1822 m)
QUOTA MIN E MAX: 1822 m, 3585 m
DISLIVELLO: 1824 m
LUNGHEZZA: 15 km
TEMPO: 8,40 h
DIFFICOLTÀ: EE
PUNTI DI APPOGGIO: Rif. Quintino Sella
ACQUA: Stafal
PERIODO CONSIGLIATO: luglio-settembre
MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno
FAMIGLIA: >10
CARTOGRAFIA: Alte valli d’Ayas e del
Lys - Monte Rosa, Carta dei sentieri n. 8,
1:25.000, L’Escursionista editore
Ultimo ometto prima dell’arrivo
al Rifugio Quintino Sella.
Rifugi e bivacchi fissi in Valle d’Aosta l Rifugio Quintino Sella
RIFUGIO QUINTINO SELLA
Nel regno dell’alta quota
10.4
direzione degli alpeggi di Praz Terray (segnavia
15) si segue la strada principale e si giunge ai
piedi del Rifugio Magià (2005 m, 5,40 h), inau-
gurato nel 2016 e situato a fianco degli alpeggi
de La Servaz.
Proseguendo sulla sterrata, si segue fedelmente
il corso del torrente e poi, in corrispondenza di
un crocevia di sterrate, si tralascia quella princi-
pale a sinistra e anche un’altra mulattiera che
sale verso la località Vayoux e si prosegue diritto
tra i prati, superando ancora una volta il corso
del torrente grazie a un ponticello e giungendo
così all’Oratorio intitolato alla Visitazione (1924
m, 6,10 h) e agli alpeggi Champlaisant.
Messo piede nuovamente su una stradina, si
ignorano i segnavia del sentiero 1B che piega
a sinistra verso Pierrey e subito dopo si tralascia
anche la traccia che prosegue diritta verso Praz
(segnavia 13 e 14) mantenendo in ambedue i
casi la destra, proseguendo in direzione di Praz
e di Porliod. Un breve tratto in salita consente
di rimettere piede sulla poderale abbandona-
ta precedentemente (dal Rifugio Magià si può
giungere in questo punto anche seguendo
fedelmente la sterrata) e la si segue per un
lungo tratto, tra una vegetazione abbastanza
rada, superando alcuni alpeggi (Champ com-
bre, Nouva). Giunti a un ennesimo crocevia,
in prossimità della località Praz de Verney, si
ignora a sinistra la possibile deviazione per Praz
(segnavia 17) e si continua a camminare sulla
strada poderale (segnavia 14, indicazioni sem-
pre presenti) fino a giungere a Porliod e subito
dopo al punto di partenza (7,20 h).
Il Bivacco Reboulaz.
Arrivo al Col Terray.
345