1. NOVEMBRE 2005
CUCINA NATURALE
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La scelta degli alimenti che ogni consumatore decide di met-
tere nel carrello della spesa contribuisce a dare un piccolo ma
fondamentale contributo alla salvaguardia dell’ambiente e dell’e-
cosistema. Quelle sostanze vive, sia vegetali sia animali, che rap-
presentano semplici ingredienti di pietanze gustose hanno un
ciclo vegetativo ed ecologico di cui frequentemente dimentichia-
mo l’importanza una volta che li troviamo negli scaffali dei super-
mercati. Una grigliata di pesce o un’insalata di mare, per esempio,
sono piatti che gratificano il palato ma che possono contribuire a
incrementare un problema che in questi ultimi decenni si sta fa-
cendo sempre più pressante: l’impoverimento degli ambienti mari-
ni e dei suoi abitanti. Il consumo di pesce e frutti di mare è in co-
stante aumento e in particolare, in prossimità delle feste di fine
anno, si evidenzia un picco nell’utilizzo indiscriminato delle risorse
ittiche. Questo è uno dei temi a cui abbiamo voluto dar spazio que-
sto mese attraverso una serie di consigli e informazioni per chi, pur
non avendo operato la scelta etica di escludere dalla propria
alimentazione i prodotti di origine animale, voglia perlomeno effet-
tuare degli acquisti ecocompatibili. Uno sfrutta-
mento indiscriminato delle riserve ittiche fa si che
i nostri oceani siano prossimi all’esaurimento e
che la popolazione di un gran numero di specie
marine stia massicciamente diminuendo fino al rischio di estinzio-
ne. Vari sono i fattori che contribuiscono a questo stato di cose.
Innanzitutto le quantità di pesce, spesso, sono sproporzionate
rispetto alla domanda effettiva del mercato e di conseguenza il pe-
scato viene ributtato in mare con uno spreco inutile di animali e
risorse alimentari. Non sono poi da sottovalutare le tecniche di pe-
sca aggressive, come le reti a strascico, che devastano i fondali
e alle cui maglie rimangono impigliate accidentalmente specie a
rischio di estinzione come delfini, squali e tartarughe.
Anche la pesca d’allevamento offre dei risvolti poco compatibili
con il consumatore attento alle problematiche ambientali. L’utiliz-
zo di mangimi ricavati da altri pesci appositamente sacrificati,
l’impiego di antibiotici o altre sostanze chimiche, piuttosto che
l’inquinamento delle acque circostanti le riserve di pesca o pro-
blemi di depurazione delle acque delle stesse riserve sono alcuni
degli aspetti da non sottovalutare. Meglio scegliere allevamenti
biologici o orientarsi su prodotti ittici con il contrassegno MSC,
che identifica il pesce selvatico, e soprattutto evitare di acquistare
specie in via di estinzione. Fare degli acquisti
ragionati vuol dire influire positivamente sull’indu-
stria della pesca. Quindi niente acqua in bocca,
meglio parlarne e operare delle scelte concrete.
monica.rubini@tecnichenuove.com
EDITORIALE
in copertina
Semi oleosi
(still life di Laila Pozzo)
L’esaurimento...
del MARE
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