Berto. From Italy with love - Annual Meeting CUOA 2014
Risk Management e gestione dei rischi finanziari
1. Risk Management e gestione dei rischi finanziari
FONDAZIONE CUOA
Workshop - IL RISK MANAGEMENT IN AZIENDA: LOGICHE,
QUADRO GENERALE ED ESPERIENZE IN ATTO
Gianluca Lacchini – Area Risk Management – ICAAP
Altavilla Vicentina, 16 novembre 2011
2. Agenda
Introduzione – Il Rischio Imprenditoriale e i Rischi Associati
Il processo di Global Risk Management
I rischi finanziari
L’identificazione dei rischi finanziari
La misurazione e la prevenzione dei rischi finanziari
Il trasferimento dei rischi finanziari
2 Area Risk Management
3. Introduzione – Il Rischio Imprenditoriale e i Rischi Associati
L’attività imprenditoriale è, per sua natura, rischiosa: l’impresa si trova ad operare in un
contesti poco prevedibili, competitivi e dinamici, spesso influenzati da elementi o eventi non
controllabili.
Accanto al rischio d’impresa (Rischio Imprenditoriale) sono presenti molteplici elementi di
incertezza che sono parte essenziale nella determinazione della performance aziendale: i
c.d. Rischi Associati.
Il raggiungimento degli obiettivi rende pertanto necessaria la preventiva
misurazione/valutazione dei rischi non correlati con l’attività ordinaria, mitigandone i possibili
effetti negativi.
L’intensità e la gamma dei Rischi Associati sono influenzate dal contesto operativo,
caratterizzato da innovazione di prodotto/processo, evoluzione normativa, competitività. Tra i
Rischi Associati si ricordano (v. figura 1):
- rischi operativi,
- rischi ambientali
- rischi sul patrimonio,
- rischi sulle risorse umane,
-…
3 Area Risk Management
4. Introduzione - Il Rischio Imprenditoriale e i Rischi Associati
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Figura 1
4 Area Risk Management
5. Il processo di Global Risk Management
Il modello gestionale più adatto alla gestione dei Rischi Associati è costituito dal Global Risk
Management.
Esso di compone di tre macro-fasi, a loro volta scomponibili in ulteriori fasi:
Risk Assessment Risk Management Risk Control
- Individuazione, - Gestione del rischio residuo
- Mappatura RA, - Valutazione fattori attraverso il controllo ed il
- Mappa Aree a Rischio generatrici di Rischio monitoraggio della
- Misurazione/valutazione - Presidi organizzativi e situazione aziendale
e definizione del profilo Trasferimento Rischio - Informativa periodica sui
di rischio - Gestione Rischio Residuo rischi da fornire sia
-Definizione rischio target all’interno che all’esterno
Figura 2
Efficiente allocazione delle risorse disponibili e diffusione della cultura del rischio.
5 Area Risk Management
6. I rischi finanziari
I rischi finanziari – nelle componenti indicate - si manifestano secondo modalità diverse,
riconducibili ad una variazione inattesa dei risultati aziendali o del valore stesso dell’impresa.
Tali rischi, pur essendo estranei alla gestione caratteristica, possono condizionarne la
performance e introdurre una dose eccessiva di volatilità dei risultati medesimi.
Si differenziano dagli altri Rischi Associati per una maggiore probabilità di accadimento e da
impatti relativamente contenuti. Nel complesso rappresentano una delle aree di rischio più
rilevanti ma anche più conosciute dalle imprese.
Le componenti dei rischi finanziari
Il rischio di tasso di interesse è costituito dall’incertezza derivante dalla variazione inattesa
del livello e della conformazione della curva dei tassi, con riferimento agli effetti di tali
mutamenti sui flussi di cassa futuri. In sostanza, il rischio nasce ogni qualvolta la gestione
genera fabbisogni da coprire ovvero flussi finanziari in eccesso da investire.
Il rischio di liquidità consiste nell’incapacità dell’impresa di fronteggiare – tempestivamente
e in condizioni di equilibrio economico – gli impegni monetari connessi con la propria
gestione operativa. Forti disequilibri tra flussi in entrata e in uscita in termini di ammontare e
scadenza media sottopongono l’impresa a tensioni che potrebbero costringerla ad alienare
asset aziendali, reperire finanziamenti, ovvero investire le proprie eccedenze monetarie a
condizioni economiche sub-ottimali.
6 Area Risk Management
7. I rischi finanziari
Il rischio di cambio riguarda le imprese la cui attività comporta la compravendita o
l’assunzione di impegni in divisa: a seconda dell’andamento del corso della moneta in
oggetto, la conversione in valuta nazionale potrà tradursi in una perdita o in un maggior
ricavo. Il rischio deriva dall’attività commerciale che l’impresa svolge nei confronti dei Paesi
con valuta diversa da quella di conto.
Il rischio commodities è il rischio di un andamento avverso dei prezzi delle materie prime
e/o dei prodotti.
Il rischio di credito nasce quando il debitore non onora le proprie obbligazioni di
pagamento a scadenza per ragioni dovute a uno stato di insolvenza temporanea o definitiva
(rischio di controparte) o a decisioni assunte dal Paese di residenza dello stesso (rischio
Paese).
7 Area Risk Management
8. L’identificazione dei rischi finanziari
Nel Risk Assessment dei rischi finanziari, bisogna capire dove i rischi si generano, qual è
la loro natura e quale impatto possono avere sull’azienda secondo due dimensioni:
interna, allocando il rischio presso le varie business unit in funzione della complessità
dell’impresa (aziende del Gruppo, divisioni, unità organizzative);
esterna, identificando le dipendenze/interrelazioni verso i fattori di rischio (tassi di
interesse, cambio…). Tali elementi possono essere gestiti solo attraverso il trasferimento
a terzi del rischio .
Fattori endogeni che influenzano il sorgere e l’intensità dei rischi finanziari:
- struttura finanziaria dell’impresa (grado di leva finanziaria),
- composizione per durata (scadenza e riprezzamento) delle fonti e degli impieghi di
risorse finanziarie,
- condizioni di tasso su finanziamenti e investimenti,
- posizione netta in cambi,
- concentrazione di clienti/fornitori.
Definizione di un livello di rischio target, ovvero del livello ottimale di esposizione, tenuto
conto della posizione attuale e del massimo impatto sopportabile.
8 Area Risk Management
9. La misurazione dei rischi finanziari
I rischi finanziari, per natura, possono essere determinati attraverso misure quantitative
(rischi misurabili). Possibile utilizzare anche tecniche qualitative, per ordinare i rischi in
termini di priorità di intervento.
Le tecniche quantitative si dividono essenzialmente in:
- modelli probabilistici,
- modelli non probabilistici (deterministici).
Modelli probabilistici
VaR (Value at Risk). E’ il valore (ammontare) della massima perdita potenziale che una
grandezza (portafoglio investimenti, valore dell’impresa, etc.) al variare dei fattori di rischio,
data una certa probabilità ed un orizzonte temporale.
Modello tra i più diffusi nella misurazione dei rischi finanziari: sintetizza in un unico valore
rischi diversi.
Presenta limiti metodologici (distribuzione normale dei rendimenti) e “non funziona” in
periodi di turbolenza dei mercati.
9 Area Risk Management
10. La misurazione dei rischi finanziari (Cont.1)
Modelli non probabilistici
ALM (Asset and Liability Management): gap analysis, sensitivity analysis.
La gap analysis è la tecnica più utilizzata, nella sua accezione più semplice, per la
misurazione dei rischi di tasso, liquidità, di cambio, di prezzo. Essa determina l’esposizione
nominale netta dell’impresa suddivisa per scadenza, quantificando il saldo finanziario come
differenza fra il valore delle poste dell’attivo e del passivo. L’analisi di gap permette di
individuare le fonti del rischio finanziario, così da poter indirizzare interventi per il suo
contenimento.
Figura 3
10 Area Risk Management
11. La misurazione dei rischi finanziari (Cont.2)
Modelli non probabilistici (segue)
La sensitivity analysis esprime l’impatto economico che – a partire dall’analisi di gap
illustrata – variazioni inattese di uno dei fattori di rischio (tasso di interesse, cambio …)
producono sul risultato aziendale e sul valore delle poste di bilancio.
L’analisi di scenario e lo stress test costituiscono ulteriori strumenti a disposizione per la
valutazione degli impatti: la prima considera congiuntamente variazioni inattese dei fattori di
rischio (quindi è un “ampliamento” dell’analisi di sensitività), mentre lo stress test introduce
nell’analisi eventi cui solitamente è associata una bassa probabilità di accadimento e di
rilevante impatto.
11 Area Risk Management
12. La prevenzione dei rischi finanziari
Per limitare la portata negativa dei rischi finanziari, l’impresa può intraprendere azioni
preventive, attraverso la costituzione di presidi che agiscano sulle cause del rischio oppure
decidendo il trasferimento del rischio verso terzi.
Esempio 1. Rischio di liquidità
previsione dei flussi finanziari a breve per il controllo ed il reperimento delle risorse a
sostegno della gestione aziendale;
gestione del capitale circolante (debiti/crediti commerciali, gestione delle scorte);
creazione di riserve di liquidità (rapporti con intermediari finanziari).
Esempio 2. Rischio di credito
selezione preventiva della clientela, valutandone il merito creditizio (rating) e sua
revisione periodica;
diversificazione dei mercati di sbocco/approvigionamento e dei paesi di
importazione/esportazione.
12 Area Risk Management
13. Il trasferimento dei rischi finanziari
Una volta effettuata la misurazione e qualora l’attività di prevenzione non consentisse la
riduzione dei rischi finanziari al di sotto del livello ottimale di esposizione oppure al livello
massimo sopportabile, l’impresa può ricorre a strumenti che trasferiscono i rischi agendo
così sugli effetti dei rischi, anziché sulle cause.
Strumenti finanziari
contratti a termine su cambi, materie prime, tassi di interesse
contratti finanziari di trasferimento del rischio di credito (credito documentario, factoring)
contratti derivati (future, option, swap, CdS)
Strumenti assicurativi
riconducibili al solo rischio di credito
ottica ex post
13 Area Risk Management
14. Il trasferimento dei rischi finanziari (Cont. 1)
Criteri di scelta degli strumenti di trasferimento dei rischi
costo dello strumento (iniziale, di liquidazione…)
flessibilità dello strumento (estensioni…)
capacità di gestione dello strumento (capacità di trattare con le controparti)
aspetti contabili – fiscali
14 Area Risk Management
15. Il trasferimento dei rischi finanziari (Cont. 2)
Strumenti derivati per la copertura del rischio di tasso di interesse
FRA (Forward Rate Agreement): rientra nella tipologia dei contratti a termine. L’acquisto
di un forward a tasso fisso permette di neutralizzare le perdite (maggiori oneri finanziari)
registrate sul debito in caso di andamento crescente dei tassi;
IRS (Interest Rate Swap): contratto derivato attraverso il quale due controparti si
impegnano a scambiarsi periodicamente dei flussi determinati in base a tassi di
interesse/parametri di indicizzazione e calcolati su un capitale nozionale di riferimento;
OPZIONI SU TASSI DI INTERESSE:
Interest Rate Cap: accordo in cui l’acquirente ha diritto a ricevere - verso
pagamento di un premio, alle scadenze stabilite e per tutta la durata del
contratto - la differenza, se positiva, tra il tasso prefissato (cap) e un tasso
variabile. In sostanza, si fissa un tasso massimo (cap) oltre il quale si è
coperti dalle perdite;
Interest Rate Floor: accordo in cui l’acquirente ha diritto a ricevere - verso
pagamento di un premio, alle scadenze stabilite e per tutta la durata del
contratto - la differenza, se positiva, tra il tasso prefissato (floor) e un tasso
variabile.
Interest Rate Collar: combinazione di un’opzione cap e floor.
15 Area Risk Management
16. Il trasferimento dei rischi finanziari (Cont. 3)
Esempio copertura del rischio di tasso di interesse con Interest Rate Swap (IRS)
La società Alfa sottoscrive un finanziamento per 1 mln di euro, durata 5 anni, a tasso
indicizzato Euribor 6m + spread 1%. Con aspettative di rialzo dei tassi, Alfa si copre dal
rischio di tasso stipulando un contratto IRS con la banca Beta, con medesimo capitale
nozionale, pagando un tasso fisso del 3% e ricevendo Euribor 6m.
Alla fine di ogni semestre, si calcola il flusso netto da scambiare.
Ipotizzando un valore dell’Euribor pari a 3,5%, il flusso netto differenziale risulterà pari a
2.500€ (= 1.000.000*0,5%*180/360) che la banca Beta dovrà pagare alla società Alfa.
N.B. Lo spread sul finanziamento (1%) resta a carico di Alfa.
Una copertura dal rischio di tasso con IRS:
- non richiede il pagamento di un premio iniziale (valore nullo dell’IRS alla stipula),
- “fissa“ il tasso da corrispondere alla controparte, evitando incrementi dovuti al rialzo dei
tassi,
- non consente di trarre beneficio da eventuali ribassi dei tassi oppure dalla loro stabilità.
16 Area Risk Management
17. Il trasferimento dei rischi finanziari (Cont. 4)
Esempio copertura del rischio di tasso di interesse con Interest Rate Cap
La società Alfa sottoscrive un finanziamento per 1 mln di euro, durata 5 anni, a tasso
indicizzato Euribor 6m + spread 1%. Con aspettative di rialzo dei tassi, Alfa si copre dal
rischio di tasso stipulando un contratto CAP con la banca Beta, strike 3% e premio pari allo
0,5% del nozionale.
Alla fine di ogni semestre, si calcola il flusso netto da scambiare.
Ipotizzando un valore dell’Euribor pari a 3,5%, il costo complessivo per la società Alfa è
pari a 15.000€, pari alla differenza fra il costo del finanziamento
(17.500=1.000.000*3,5%*180/360) e il differenziale cap a favore di Alfa (2.500 =
1.000.000*0,5%*180/360).
N.B. Lo spread sul finanziamento (1%) resta a carico di Alfa.
Una copertura dal rischio di tasso con CAP:
- richiede il pagamento di un premio iniziale,
- “fissa“ il tasso massimo da corrispondere alla controparte, proteggendo l’impresa dal
rialzo dei tassi,
- consente di trarre beneficio da eventuali ribassi dei tassi oppure dalla loro stabilità.
17 Area Risk Management
18. Il trasferimento dei rischi finanziari (Cont. 5)
Strumenti derivati per la copertura del rischio di cambio
FORWARD: rientra nella tipologia dei contratti a termine. E’ l’impegno tra due controparti
ad acquistare o vendere valuta, ad una data prefissata, ad un certo prezzo;
FUTURE: contratto derivato. E’ l’impegno tra due controparti ad acquistare o vendere
valuta, ad una data predefinita, ad un certo prezzo. Strumento negoziato su mercati
regolamentati (standardizzazione);
OPZIONI SU VALUTE: contratti derivati che danno la facoltà al possessore di scambiare
un determinato quantitativo di valuta a un determinato tasso di cambio entro una certa data
(opzione americana) o alla data stessa (opzione europea);
CURRENCY SWAP: Contratto derivato che prevede lo scambio di flussi monetari periodici
espressi in valute diverse. Esso consente la copertura dal rischio di cambio trasformando il
proprio impegno originario in valuta in altra divisa più coerente alle proprie aspettative. A
differenza dell’IRS, il capitale viene solitamente scambiato all’inizio e alla fine del periodo
contrattuale e vengono scambiati flussi denominati in valute diverse.
18 Area Risk Management
19. Il trasferimento dei rischi finanziari Cont. 6)
Esempio copertura del rischio di cambio attraverso un contratto a termine (forward)
La società Alfa stipula un contratto di vendita con una società americana per un
controvalore di 1.000 USD, regolamento a tre mesi, cambio spot euro/dollaro pari a 1,3.
Poiché Alfa si aspetta una svalutazione del dollaro, decide di fissare il cambio a termine
attraverso un contratto di vendita a tre mesi al cambio forward di 1,25.
Alla data di regolamento, ipotizzando un cambio spot euro/dollaro pari a 1,2, Alfa
incasserebbe il controvalore di 1.200€ (registrando una perdita di 100€). Avendo stipulato
un contratto a termine a 1,25, l’incasso di Alfa sarà di 1.250€, riducendo la perdita di 50€
(1300-1250).
19 Area Risk Management
20. Il trasferimento dei rischi finanziari (Cont. 7)
Strumenti per la copertura del rischio commodities
Le quotazioni delle commodities sono caratterizzate da elevata volatilità (spesso superiore
a quella dei cambi e dei tassi di interesse). Le aziende esposte al rischio commodities
talora operano in settori con bassi margini.
Per le aziende esposte al rischio commodities è necessario operare una pianificazione e
negoziazione adeguati, così da ottimizzare la tempistica degli acquisti e da contenere il
rischio.
COMMODITY SWAP: contratto derivato mediante il quale due soggetti si coprono dal
rischio di prezzo di una merce fissandone l’ammontare in riferimento a una data quantità e
uno specifico orizzonte temporale. A differenza dell’IRS, l’intermediario si interpone fra le
parti (produttore e utilizzatore). Strumento trattato su mercati OTC e talora denominato in
valute diverse (rischio di cambio).
Oggetto di commodity swap sono il petrolio, l’energia, i metalli non ferrosi e preziosi.
20 Area Risk Management
21. Il controllo dei rischi
Fattori esogeni Fattori endogeni
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Ma
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- Innovazione Legislativa; - Modifiche organizzative;
na
Ris emen
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- Innovazione Tecnologica; Trade-off - Operazioni di M&A;
costi/benefici
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- Innovazione dei presidi e -Diversificazione;
delle modalità di
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trasferimento dei rischi;
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Control
21 Area Risk Management