informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoroCorrado Cigaina
alcune considerazioni in merito all'informazione, formazione ed addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro: la presentazioneè stata utilizzata come momento di aggiornamento di RSPP - aggiornato al luglio 2015
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoroCorrado Cigaina
alcune considerazioni in merito all'informazione, formazione ed addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro: la presentazioneè stata utilizzata come momento di aggiornamento di RSPP - aggiornato al luglio 2015
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoroCorrado Cigaina
corso di formazione-aggiornamento per RLS ; concetti generali circa l'uso delle attrezzature di lavoro e le indagini conseguenti gli infortuni sul lavoro
corso di studi in Tecniche della Prevenzione -Università degli studi di Pavia -corso "la sicurezza nei cantieri e delle macchine" modulo 3 - sicurezza delle macchine
TEPALL - Modulo 2 - principali rischi di cantiereCorrado Cigaina
corso di studi in Tecniche della Prevenzione -Università degli studi di Pavia -corso "la sicurezza nei cantieri e delle macchine" modulo 2 -i principali rischi nei cantieri
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoroCorrado Cigaina
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Formazione sicurezza per i lavoratori. Modulo generale: infortunio sul lavoro. Definizioni, caratteristiche, modalità di risarcimento. decreto 81/2008 salute e sicurezza nel mondo del lavoro
Similar to Modulo 2 infortuni e malattie professionali (20)
5. Causa violenta
Azione improvvisa e inaspettata di perturbazione e danneggiamento
dell’integrità psico-fisica dell’individuo.
Esempi: da energia (meccanica, elettrica, termica), da sforzo
muscolare, da sostanze, da radiazioni, da microrganismi, da virus e
da parassiti.
6. In occasione di lavoro
Deve esistere una contestualità temporale fra il momento in cui si è
verificata l’azione aggressiva improvvisa e inaspettata e l’attività
lavorativa svolta dell’individuo.
Esempi: sullo stesso luogo e allo stesso tempo
7. Inabilità fisica
Temporanea: impedisce all’infortunato di esercitare il proprio lavoro per un periodo
limitato, superiore a tre giorni, durante il quale è erogata un’indennità giornaliera, fino alla
completa guarigione clinica senza postumi permanenti o con postumi permanenti di
grado inferiore al 6%
Permanente: comporta una riduzione permanente della capacità lavorativa con postumi
permanenti di grado uguale o superiore al 6 % per cui viene corrisposta una rendita.
Decesso: la gravità delle lesioni subite determina, nell’immediatezza o dopo un certo,
tempo la morte dell’infortunato.
8. Infortuni in itinere
L’assicurazione INAIL comprende, salvo il caso di interruzione o
deviazione del percorso del tutto indipendenti dal lavoro, o,
comunque, non necessitate – gli infortuni occorsi alle persone
assicurate durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo
di abitazione a quello di lavoro.
1. La tutela comprende, inoltre, gli infortuni avvenuti durante il
normale percorso che collega due luoghi di lavoro se il lavoratore
ha più rapporti di lavoro e, qualora non sia presente un servizio di
mensa aziendale, durante il normale percorso di andata e ritorno
dal luogo di lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti.
2. L’assicurazione opera anche nel caso di utilizzo del mezzo di
trasporto privato, purché necessitato (anche la bicicletta).
Restano in questo caso, esclusi gli infortuni direttamente causati
dall’abuso di alcolici e di psicofarmaci.
9. Approfondimenti
L’Inail tutela i lavoratori nel caso di infortuni avvenuti durante il normale
tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro. Il cosiddetto
infortunio in itinere può verificarsi, inoltre, durante il normale percorso che il
lavoratore deve fare per recarsi da un luogo di lavoro a un altro, nel caso di
rapporti di lavoro plurimi, oppure durante il tragitto abituale per la
consumazione dei pasti, se non esiste una mensa aziendale. È stata
riconosciuta l'indennizzabilità anche per l'infortunio occorso al lavoratore
durante la deviazione del tragitto casa-lavoro dovuta all'accompagnamento
dei figli a scuola. Qualsiasi modalità di spostamento è ricompresa nella
tutela (mezzi pubblici, a piedi, ecc.) a patto che siano verificate le finalità
lavorative, la normalità del tragitto e la compatibilità degli orari. Al contrario,
il tragitto effettuato con l’utilizzo di un mezzo privato, compresa la bicicletta
in particolari condizioni, è coperto dall’assicurazione solo se tale uso è
necessitato. Le eventuali interruzioni e deviazioni del normale percorso non
rientrano nella copertura assicurativa a eccezione di alcuni casi particolari,
ossia se vi siano condizioni di necessità o se siano state concordate con il
datore di lavoro.
10. Approfondimenti
Esistono, tuttavia, alcune eccezioni.
Esempi:
interruzioni/deviazioni effettuate in attuazione di una direttiva del
datore di lavoro
interruzioni/deviazioni "necessitate" ossia dovute a causa di forza
maggiore (ad esempio un guasto meccanico) o per esigenze
essenziali e improrogabili (ad esempio il soddisfacimento di esigenze
fisiologiche) o nell'adempimento di obblighi penalmente rilevanti
(esempio: prestare soccorso a vittime di incidente stradale)
interruzioni/deviazioni "necessarie" per l'accompagnamento dei figli a
scuola
brevi soste che non alterino le condizioni di rischio.
11. Approfondimenti
Utilizzo di un mezzo privato
L’utilizzo dell’automobile o dello scooter può considerarsi necessario solo in
alcune situazioni.
Esempi:
il mezzo fornito o prescritto dal datore di lavoro per esigenze lavorative
il luogo di lavoro è irraggiungibile con i mezzi pubblici oppure raggiungibile
ma non in tempo utile rispetto al turno di lavoro
i mezzi pubblici obbligano a attese eccessivamente lunghe
i mezzi pubblici comportano un rilevante dispendio di tempo rispetto
all’utilizzo del mezzo privato
la distanza della più vicina fermata del mezzo pubblico deve essere
percorsa a piedi ed è eccessivamente lunga.
12. Malattie professionali
D.P.R. 30/06/65 n° 1124
“Evento dannoso che si manifesta in maniera non violenta e in modo
progressivo nel tempo, e che deve essere contratta nell’esercizio e a
causa del lavoro”
13. Condizioni necessarie
• In occasione di lavoro
• Nesso di casualità
Incide sullo stato di salute
Si differenzia dall’infortunio per il tempo di manifestazione del danno
La perdita di salute non è provocata da una causa violenta
E’ causata da una ESPOSIZIONE a FATTORI DI RISCHIO durante la
vita lavorativa (es. Rischio Rumore […] Ipoacusia)
14. Esposizione a fattori di rischio
Svolgere una attività lavorativa per un certo tempo in presenza di X o a contatto di
Y. (Un agente chimico, fisico o biologico potenzialmente dannoso per la salute )
Esempio - Lavorare:
in presenza di rumore
a contatto con sostanze chimiche
svolgendo movimentazioni manuali di carichi
Le conseguenze dell’esposizione ai fattori di rischio dipendono da 3 parametri:
1. Tossicità: proprietà intrinseca dell’agente di causare lesioni
2. Concentrazione: quantità o livello dell’agente pericoloso presente
nell’ambiente
3. Tempo di esposizione: periodo durante il quale l’individuo rimane in presenza
o a contatto dell’agente
15. Approfondimenti
La malattia professionale è una patologia la cui causa agisce lentamente e
progressivamente sull’organismo (causa diluita e non causa violenta e
concentrata nel tempo).
La stessa causa deve essere diretta ed efficiente, cioè in grado di produrre
l’infermità in modo esclusivo o prevalente.
Il Testo Unico, infatti, parla di malattie contratte nell’esercizio e a causa delle
lavorazioni rischiose. È ammesso, tuttavia, il concorso di cause
extraprofessionali, purché queste non interrompano il nesso causale in
quanto capaci di produrre da sole l’infermità.
Per le malattie professionali, quindi, non basta l’occasione di lavoro come
per gli infortuni, cioè un rapporto anche mediato o indiretto con il rischio
lavorativo, ma deve esistere un rapporto causale, o concausale, diretto tra il
rischio professionale e la malattia.
Il rischio può essere provocato dalla lavorazione che l’assicurato svolge,
oppure dall’ambiente in cui la lavorazione stessa si svolge (cosiddetto
“rischio ambientale”).
16. Malattie professionali tabellate
e non tabellate
Le malattie professionali si distinguono in tabellate e non tabellate.
Le malattie professionali sono tabellate se indicate nelle due tabelle
(una per l’industria e una per l’agricoltura), provocate da lavorazioni
indicate nelle stesse tabelle denunciate entro un determinato periodo
dalla cessazione dell’attività rischiosa, fissato nelle tabelle stesse
(“periodo massimo di indennizzabilità”).
Nell'ambito del cosiddetto “sistema tabellare”, il lavoratore è sollevato
dall’onere di dimostrare l’origine professionale della malattia. Infatti,
una volta che egli abbia provato l’adibizione a lavorazione tabellata (o
comunque l’esposizione a un rischio ambientale provocato da quella
lavorazione) e l’esistenza della malattia anch’essa tabellata e abbia
effettuato la denuncia nel termine massimo di indennizzabilità, si
presume per legge che quella malattia sia di origine professionale.
17. Malattie professionali tabellate
e non tabellate
È questa la cosiddetta “presunzione legale d’origine”, superabile
soltanto con la rigorosissima prova – a carico dell’Inail – che la
malattia è stata determinata da cause extraprofessionali e non dal
lavoro.
La Corte Costituzionale, con la sentenza 179/1988, ha introdotto
nella legislazione italiana il cosiddetto “sistema misto” in base al
quale il sistema tabellare resta in vigore, con il principio della
“presunzione legale d’origine”, ma è affiancato dalla possibilità per
l’assicurato di dimostrare che la malattia non tabellata di cui è
portatore, pur non ricorrendo le tre condizioni previste nelle tabelle, è
comunque di origine professionale.
18. Adeguamento sulle tabelle
Sul tema delle malattie professionali è intervenuto l’articolo 10 del
decreto legislativo 38/2000 il quale, nell’introdurre un'importante
novità, ha consentito non solo di adeguare tempestivamente le
tabelle delle malattie professionali allegate al Testo Unico, ma anche
di costituire un osservatorio delle patologie di probabile o possibile
origine lavorativa, a disposizione di tutto il mondo della sanità, della
prevenzione e della ricerca.
19. Adeguamento sulle tabelle
Con questo articolo, il legislatore ha confermato l'attuale sistema misto di
tutela delle malattie professionali ed ha reso più semplice e tempestivo il
sistema di revisione periodica delle tabelle allegate al Testo Unico, da
effettuarsi con decreto ministeriale su proposta della Commissione
scientifica appositamente istituita che ne propone, periodicamente, la
modifica e/o integrazione ha istituito presso la banca dati dell’INAIL un
Registro delle malattie causate dal lavoro ovvero a esso correlate al quale
potranno accedere, oltre alla Commissione stessa, tutti gli organismi
competenti, per lo svolgimento delle funzioni di sicurezza della salute nei
luoghi di lavoro nonché per fini di ricerca e approfondimento scientifico ed
epidemiologico.
Le prestazioni erogate dall'INAIL in caso di malattia professionale.
L’INAIL indennizza i danni provocati dalle malattie professionali prevedendo
prestazioni di carattere economico, sanitario e riabilitativo.
30. Cause
Da Analisi effettuata sugli incidenti mancati, le principali cause sono
relative a:
Fattore umano
• Messa in atto di comportamenti pericolosi
• Mancato rispetto di prescrizioni e/o procedure di lavoro
Fattore organizzativo
• Carenze strutturali
• Carenze tecniche e gestionali
31. Cause
• Poca comunicazione
• Eccessiva sicurezza
• Mancanza di conoscenza
• Distrazione
• Mancanza di lavoro di
squadra
• Fatica
• Mancanza di risorse
• Fretta/ansia
• Mancanza di assertività
• Mancanza di consapevolezza
• Stress
• Mancanza di Regole
33. Fattori oggettivi
Sono collegati all’ambiente di lavoro:
• caratteristiche ambiente di lavoro
• carenze sicurezza attrezzature
• carenza di dispositivi di sicurezza
• carenze manutenzione
• insalubrità ambiente di lavoro
• aspetti organizzativi
• informazione, formazione, procedure di lavoro.
34. Fattori di rischio per
la sicurezza
• Inquadramento territoriale
• Aree di transito
• Spazi di lavoro
• Scale
• Attrezzi manuali
• Macchine
• Impianti elettrici
• Impianti pressione
• Altri impianti
• Mezzi di sollevamento
• Mezzi di trasporto
• Incendio - esplosione
• Altro...
35. Fattori di rischio per
la sicurezza
Rischio infortunistico
• Può essere ricondotto soprattutto a:
• macchine ed impianti non adeguati;
• cattiva manutenzione;
• carenza di dispositivi di sicurezza;
• mancato uso dei D.P.I.;
• condizioni dell’ambiente di lavoro(aree transito, pavimenti, illuminazione
ecc.);
• carenze organizzative;
• carenze informative e formative;
• mancanza di procedure.
36. Fattori di rischio per
la salute
• Radiazioni ionizzanti
• Radiazioni non ionizzanti
• Lavoro fisico – movimentazione
• Posture fisse o posizioni viziate
• Tempi di lavoro
• Altro...
• Agenti chimici
• Agenti biologici
• Agenti cancerogeni
• Amianto
• Agenti fisici (rumore,
vibrazioni..)
• Microclima
• Illuminazione e aerazione
37. Fattori di rischio per
la salute
Rischio per la salute
Sono classicamente suddivisi in:
• Fisici: radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, rumore, microclima,
vibrazioni, elettricità; ergonomici;
• Sociologici: movimentazione manuale dei carichi, posizione,
movimenti ripetitivi, psicologia del lavoro, stress, organizzazione
del lavoro;
• Biologici: funghi, batteri, virus, parassiti;
• Chimici: irritanti, tossici, sensibilizzanti.
38. Fattori di rischio trasversali
• Ergonomia del posto di lavoro
• Stress
• Organizzazione del lavoro
• Pianificazione e gestione
• Altro…
La presenza di numerosi fattori di rischio nell’ambiente di
lavoro aumenta la probabilità che possa verificarsi un evento
infortunistico o malattia (moltiplicatore del rischio).
40. Prevenzione
Struttura del Testo Unico sulla Sicurezza del Lavoro
TITOLO I - I PRINCIPI COMUNI
Capo I - DISPOSIZIONI GENERALI
Capo II - SISTEMA ISTITUZIONALE
Capo III - GESTIONE DELLA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO
Sezione I - MISURE DI TUTELA E OBBLIGHI
Sezione II - VALUTAZIONE DEI RISCHI
Sezione III - SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Sezione IV - FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO
Sezione V - SORVEGLIANZA SANITARIA
Sezione VII - CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI
Sezione VIII - DOCUMENTAZIONE TECNICO AMMINISTRATIVA E STATISTICHE DEGLI INFORTUNI EDELLE MALATTIE PROFESSIONALI
Capo IV - DISPOSIZIONI PENALI
Sezione I - SANZIONI
Sezione II - DISPOSIZIONI IN TEMA DI PROCESSO PENALE
41. Triangolo di Heinrich
Questi tre tipi di incidenti sono legati numericamente dalla
proporzione 1: 29: 300.
Se si riduce il numero contenuto nel trapezio di base, si riduce anche
il numero indicato nel trapezio sovrastante e, di conseguenza, quello
inserito nel triangolino alla sommità:
1:29:300 ⇨ 0,1:2,9:30 ⇨ 0,01:0,29:3
42. Triangolo di Heinrich
1 ➧ Infortuni mortali - Invalidità permanenti
infortunio a gravità totale
29 ➧Altri infortuni - In validità temporanea parziale
Infortunio a gravità non totale, cioè quelli con invalidità
temporanea parziale.
300 ➧ Incidenti senza infortunio - Near miss
•hanno chiesto un primo soccorso, ma non hanno comportato
un’invalidità temporanea parziale,
•incidenti senza infortunio,
•near-miss, detti anche narrow-escape;
•atti pericolosi;
•condizioni pericolose;
43. La piramide degli incidenti
Per ogni infortunio grave si registrano circa 29 infortuni di minor gravità ben
300 incidenti senza conseguenze
Grave incidente
Indice giorni di infortunio
Incidente lieve
Indice casi di intervento medico
Indice casi di soccorso
Danno a cose
Indice economico di spesa
Quasi incidente (Near misses)
Indice casi di quasi incidenti
44. Procedura di gestione degli
infortuni, degli incidenti, dei
comportamenti pericolosi
1. Scopo e campo di applicazione
L’azienda si impegna a tenere sotto controllo il fenomeno
infortunistico e, nell’ottica dell’implementazione del sistema
prevenzione, si dota di procedure per l’osservazione di tutti i
fenomeni che possono provocare infortuni e danni alla salute
(comportamenti pericolosi, incidenti, infortuni stessi). Scopo della
presente procedura è di fornire le indicazioni in merito alla
gestione del fenomeno infortunistico in azienda.
2. Documenti, normative di riferimento, termini e definizioni Linee
Guida per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul
lavoro (SGSL) – UNI settembre 2001
Guida operativa delle Linee Guida UNI-INAIL
45. Procedura di gestione degli
infortuni, degli incidenti, dei
comportamenti pericolosi
3. Infortunio
Ogni infortunio deve essere gestito secondo le seguenti fasi: -
attivazione della procedura di primo soccorso; - attivazione della
procedura per l’analisi e la registrazione dell’evento.
Il report di infortunio è compilato dal datore di lavoro o dal RSPP con
il coinvolgimento del RLS e dei presenti al momento dell’infortunio o
da un superiore dell’infortunato. Successivamente il report di
infortunio viene analizzato dal datore di lavoro e dal RLS con il RSPP,
al fine di provvedere a definirne le azioni correttive da adottare, il
responsabile dell’attuazione, tempi di attuazione. Gli infortuni
significativi saranno occasione di revisione della valutazione dei rischi
per l’ulteriore analisi e verifica delle soluzioni adottate e da adottare.
46. Procedura di gestione degli
infortuni, degli incidenti, dei
comportamenti pericolosi
4. Incidente - Mancato infortunio
In caso di incidente o mancato infortunio i lavoratori coinvolti, i
lavoratori presenti, i testimoni riferiscono al Datore di Lavoro e al RLS
le cause oggettive, i comportamenti pericolosi, le possibili azioni
correttive, con idonea modulistica. Successivamente il report di
incidente o mancato infortunio viene analizzato dal datore di lavoro e
dal RLS con il RSPP, al fine di provvedere a definirne le azioni
adottare il responsabile dell’attuazione, tempi di attuazione.
Gli incidenti vengono esaminati al momento dell’accadimento per la
gestione, e può essere occasione di revisione della valutazione dei
rischi per l’ulteriore analisi e verifica delle soluzioni adottate.
47. Procedura di gestione degli
infortuni, degli incidenti, dei
comportamenti pericolosi
5. Osservazione dei comportamenti pericolosi
Ogni anomalia riscontrata nel luogo di lavoro deve essere segnalata
da ciascun lavoratore al RLS o al diretto responsabile, i quali
provvederanno a relazionare per iscritto al datore di lavoro.
Successivamente il rapporto viene analizzato dal datore di lavoro e
dal RLS con il RSPP, al fine di provvedere a definirne le azioni da
adottare, e individuare il responsabile dell’attuazione e i tempi di
attuazione.
L’individuazione di comportamenti pericolosi può essere occasione di
revisione della valutazione dei rischi per l’ulteriore analisi e verifica
delle soluzioni adottate.
48. Alcune definizioni
INFORTUNIO Incidente che produce un danno all’integrità
psicofisica di una persona
MANCATO INFORTUNIO Incidente che potenzialmente poteva
causare un danno all’integrità psicofisica di una persona
INCIDENTE Evento casuale, inaspettato ed indesiderato che può
degradare una situazione ed in particolare provocare un danno alle
cose, impianti, attrezzature, macchine, ecc.
COMPORTAMENTO PERICOLOSO Azioni che possono esporre i
soggetti dell’azienda ad un rischio di infortunio