Presentazione manuale del punto venditaBESTADVANCE
L’obiettivo principale del “Manuale per l’apertura di un punto vendita” è quello di sintetizzare, in un unico documento, tutte le informazioni e le attività da effettuare per avviare e gestire un punto vendita di prodotti/servizi.
L’apertura di un punto vendita può essere concepita come un’attività imprenditoriale “stand alone” (esempio: apertura di una gelateria) oppure rientrare nel quadro complessivo dell’espansione commerciale di un’Azienda (esempio: sviluppo di una catena di punti vendita in franchising): è in questo caso che il Manuale presenta i principali vantaggi per l’Impresa.
Il Manuale può andare incontro a differenti esigenze di un’Azienda:
1.disporre di un documento unico contenente tutte le istruzioni operative per aprire e gestire un punto vendita, in modo da velocizzare tutte le aperture successive (finalità “interna”)
2. disporre di un documento unico da destinare a potenziali investitori (esempio: franchisee) contenente non solo le istruzioni operative, ma anche le motivazioni economiche per cui aprire un punto vendita in partnership con l’Azienda è una scelta di successo (finalità “esterna”).
3. una terza ipotesi è quella di un Manuale suddiviso in sezioni “modulari”, da comporre di volta in volta per soddisfare le diverse esigenze dell’Azienda.
Il ruolo dello store manager quindi si caratterizza nel suo essere manager (gestore di risorse), coach (leader che orienta al risultato e sviluppa le competenze della propria squadra di vendita e organizza il lavoro per priorità ) e garante del posizionamento del punto vendita definito dall’azienda (allineamento al micro mercato, innovazione e sostenibilità economica nel tempo).Sono perciò richieste competenze nuove, funzionali da un lato allo sviluppo delle vendite e della soddisfazione del cliente (efficacia) e dall’altro, alla gestione ottimale delle risorse a disposizione (efficienza).
Giornata di formazione dedicata a:
Impostare una strategia di comunicazione
Coordinare la comunicazione con la strategia commerciale
Le azioni per creare traffico sul punto vendita
Identificare le modalità meno onerose, anche in termini di tempo, e più efficaci
Elementi di visual merchandising
Elementi di social media strategy
Presentazione manuale del punto venditaBESTADVANCE
L’obiettivo principale del “Manuale per l’apertura di un punto vendita” è quello di sintetizzare, in un unico documento, tutte le informazioni e le attività da effettuare per avviare e gestire un punto vendita di prodotti/servizi.
L’apertura di un punto vendita può essere concepita come un’attività imprenditoriale “stand alone” (esempio: apertura di una gelateria) oppure rientrare nel quadro complessivo dell’espansione commerciale di un’Azienda (esempio: sviluppo di una catena di punti vendita in franchising): è in questo caso che il Manuale presenta i principali vantaggi per l’Impresa.
Il Manuale può andare incontro a differenti esigenze di un’Azienda:
1.disporre di un documento unico contenente tutte le istruzioni operative per aprire e gestire un punto vendita, in modo da velocizzare tutte le aperture successive (finalità “interna”)
2. disporre di un documento unico da destinare a potenziali investitori (esempio: franchisee) contenente non solo le istruzioni operative, ma anche le motivazioni economiche per cui aprire un punto vendita in partnership con l’Azienda è una scelta di successo (finalità “esterna”).
3. una terza ipotesi è quella di un Manuale suddiviso in sezioni “modulari”, da comporre di volta in volta per soddisfare le diverse esigenze dell’Azienda.
Il ruolo dello store manager quindi si caratterizza nel suo essere manager (gestore di risorse), coach (leader che orienta al risultato e sviluppa le competenze della propria squadra di vendita e organizza il lavoro per priorità ) e garante del posizionamento del punto vendita definito dall’azienda (allineamento al micro mercato, innovazione e sostenibilità economica nel tempo).Sono perciò richieste competenze nuove, funzionali da un lato allo sviluppo delle vendite e della soddisfazione del cliente (efficacia) e dall’altro, alla gestione ottimale delle risorse a disposizione (efficienza).
Giornata di formazione dedicata a:
Impostare una strategia di comunicazione
Coordinare la comunicazione con la strategia commerciale
Le azioni per creare traffico sul punto vendita
Identificare le modalità meno onerose, anche in termini di tempo, e più efficaci
Elementi di visual merchandising
Elementi di social media strategy
La presentazione del Dott. Fausto Di Girolamo, Digital Marketing Strategist, e del Dott. Guglielmo Betti, Digital Marketing Account Manager, illustra il ruolo della comunicazione digitale, focalizzando in particolare l’attenzione sull’utilizzo dei Social Media.
Intesa Sanpaolo Innovation Center, con il programma di education Officine Formative, fornisce le competenze imprenditoriali necessarie per creare e accompagnare sul mercato una startup. Per approfondire e trovare altri corsi vai su www.officineformative.it
Comunicare il proprio business in internet: dagli obiettivi aziendali alle strategie web.
Come convertire l'utente in cliente: progettazione di un sito internet.
Aprire nuovi mercati e trovare clienti all'estero con l'approccio Sblocca ExportMarco Fontebasso
esempio di processo di analisi e proposta di metodo di lavoro per lo sviluppo di nuovi mercati per un prodotto del settore elettromedicale, LASER PER TRATTAMENTI COSMETICI
Le ricerche di mercato: consigli alle aziende - SdV Ricerche SdV Marketing
Le ricerche di mercato possono essere di vario tipo, ciascuna con obiettivi e modalità di realizzazione diverse.
In questa presentazione si forniscono le indicazioni base e qualche utile consiglio per le Aziende che si rivolgono agli Istituti di Ricerca.
Analisi e monitoraggio della clientela e della concorrenza.
Sintesi della lecture effettuata per un gruppo di imprenditori presso l'Associazione delle Piccole Imprese di Pordenone
Profilazione e segmentazione dell'utenza: conoscere i visitatori per soddisfarli
Competizione sfrenata, nuovi attori economici, riduzione dei consumi: questo è il panorama con cui si deve quotidianamente confrontare l'Impresa.
Come uscire vincitori da una situazione così delicata?
Una risposta può essere quella di capire la propria utenza (reale e potenziale) e di soddisfarne le esigenze (attuali e future).
La presentazione del Dott. Fausto Di Girolamo, Digital Marketing Strategist, e del Dott. Guglielmo Betti, Digital Marketing Account Manager, illustra il ruolo della comunicazione digitale, focalizzando in particolare l’attenzione sull’utilizzo dei Social Media.
Intesa Sanpaolo Innovation Center, con il programma di education Officine Formative, fornisce le competenze imprenditoriali necessarie per creare e accompagnare sul mercato una startup. Per approfondire e trovare altri corsi vai su www.officineformative.it
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Le ricerche di mercato: consigli alle aziende - SdV Ricerche SdV Marketing
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In questa presentazione si forniscono le indicazioni base e qualche utile consiglio per le Aziende che si rivolgono agli Istituti di Ricerca.
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Una risposta può essere quella di capire la propria utenza (reale e potenziale) e di soddisfarne le esigenze (attuali e future).
La presentazione del Dott. Cannizzaro, Founder e CEO di JoinGroup, illustra le possibili classificazioni delle reti di vendita e i relativi fattori di successo.
I fondamenti di una strategia di Internet marketing; il processo per la creazione di un piano di internet marketing: gli obiettivi, la definizione della target audience, i principali modelli di business, l'analisi del micro ambiente e della domanda online, le metriche ed i KPI principali. La 2° parte è de dedicata alla impostazione di un piano di comunicazione online
A dicembre 2014, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari rappresentano circa l’8% del Pil e il 3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Gli iscritti ammontano a circa 6,6 milioni e le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto i 126 mld di euro. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 25,6% rispetto alla forza lavoro e il 29,5% rispetto agli occupati, tuttavia, solo il 15% per cento della forza di lavoro al di sotto dei 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare.
A fine 2013 lo stock di investimenti dei fondi pensione indirizzati in Italia ammontava a circa 30 mld di euro, di questi solo 2,1 mld erano indirizzati alle imprese italiane. Per convogliare una maggiore quota del risparmio previdenziale nell’economia reale italiana occorre superare alcuni limiti tecnici ed incentivare l’investimento in strumenti come i fondi chiusi attraverso i quali investire in private equity, mini-bond ed energie rinnovabili, presenti in misura marginale solo nel portafoglio di alcuni fondi pensione preesistenti.
A dicembre ha prevalso l’incertezza sui mercati finanziari globali. Un’incertezza alimentata so- prattutto dalla caduta del prezzo del petrolio. La discesa dell’oro nero, iniziata a fine estate, si è intensificata dopo la riunione di novembre dell’Opec nella quale è stato deciso di mante- nere invariati gli attuali livelli di produzione. E così il greggio ha continuato a perdere terreno, salvo qualche breve sosta, fino a toccare i mini- mi a oltre cinque anni. Uno scenario appesantito dalle tensioni in Russia con il rublo che è crolla- to ai minimi storici. Mosca paga principalmente proprio la caduta dei prezzi del petrolio che ha acuito i timori di una recessione nel 2015. Nel frattempo in Europa si attende con rinnovato in- teresse la prossima riunione della Bce (22 gen- naio). Dal 2015 la Bce terrà, infatti, i suoi meeting ogni sei settimane e non più a inizio mese. A gen- naio potrebbero arrivare indicazioni più puntuali sulle nuove possibili misure non convenzionali da attuare per contrastare il rischio deflazione.
Nell’area euro, il peggioramento della congiuntura economica ha un carattere comune a tutti i principali paesi: la debolezza degli investimenti . In Italia, il taglio ha interessato con particolare intensità la componente pubblica, ridottasi di oltre un terzo negli ultimi quattro anni.
Sono una minoranza (il 38%) gli Italiani disposti a sacrificarsi per sostenere il rilancio del Paese. I sacrifici più duri da accettare sarebbero quelli relativi al welfare, all’aumento dell’età pensionabile e al peggioramento delle condizioni di lavoro, sia in termini di contratto, che di salario. In generale, viene preferita una riduzione di tasse su imprese e lavoro a fronte di un aumento di quelle su consumi e ricchezza patrimoniale. E anche l’ipotesi dell’Iva al 25% risulta più digeribile, sempre a patto che l’imposizione fiscale sul lavoro e sulle attività produttive venga mitigata. Quanto al grado di fiducia, il suo livello resta stabile: a ottobre si è attestato a 3,45 punti, contro i 3,54 del mese precedente. Sul tema del risparmio, negli ultimi 30 giorni si registra un calo della propensione, con il 14,2% degli Italiani che si dice pronto ad aumentare la quota di risorse messe da parte, contro il 15,5 di settembre.
A settembre scorso l’ammontare dei prestiti nell’area euro è risultato inferiore di 200 miliardi rispetto a un anno prima (-1,2%) tornando ai valori di maggio 2008. Rispetto al picco massimo di settembre 2011, lo stock dei finanziamenti è diminuito di 718 miliardi attestandosi a 10.581 miliardi.
In presenza di un contesto economico divenuto estremamente complesso l’Ocse già
prima dello scoppio della crisi dei mutui subprima suggeriva di introdurre
l’educazione finanziaria nei programmi scolastici. Solo dopo il 2007 tuttavia
l’esigenza di dotare le giovani generazioni di un bagaglio utile in campo finanziario ha
spinto molti paesi ad adottare programmi di educazione specifici. A metà 2014 erano
circa 50 i governi che avevano intrapreso programmi di educazione finanziaria o che
avevano in progetto di avviarne
Settore auto: un andamento a più velocità
Il settore automotiv e a livello globale sembra essere tornato su valori di crescita interessanti. I dati sulla produzione di nuovi veicoli evidenziano un incremento del 4% nel 2013 che potrebbe confermarsi anche per il 2014. Gli Stati Uniti nel 2013 sono tornati ai livelli produttivi pre-crisi. Il mercato europeo, pur avendo registrato nei primi nove mesi del 2014 un incremento del 5,8% delle immatricolazioni, rimane 25 punti percentuali sotto il livello del 2007 con ampie differenze tra i paesi. Ponendo pari a 100 le auto immatricolate nel 2007, la Germania nel 2013 ha raggiunto quota 92, il Regno Unito 91, la Spagna 75, la Francia 58; l’Italia si è fermata a 52.
Negli anni più recenti le imprese di maggiore dimensione hanno fortemente accentuato la propensione a detenere riserve di liquidità. Per l’intensità raggiunta questa propensione alla liquidità viene indicata tra i fattori corresponsabili (e non in misura marginale) della sterilizzazione degli stimoli monetari adottati dalle autorità dei principali paesi per favorire una più rapida uscita dalla crisi.
E’ l’immigrazione la grande preoccupazione delle famiglie Italiane. Una su due, la ritiene la criticità più rilevante: le notizie che da mesi arrivano dal Canale di Sicilia angosciano in profondità il Paese, per i loro drammatici risvolti umanitari. Sul fronte interno, il 44% degli Italiani nei prossimi 12 mesi si aspetta che vengano approvate le riforme di cui tanto si è discusso: da quella del lavoro a quella della pubblica amministrazione; da quella della giustizia a quella della scuola. Per quanto riguarda il grado di fiducia, il dato resta stabile sui valori dei mesi precedenti: 3,54 punti, contro i 3,53 di agosto e i 3,55 di luglio.
Risale la propensione al risparmio: il 15,5 degli italiani lo aumenterà nei prossimi 12 mesi. A settembre, si era impegnato in questa direzione il 13,1.
Alla ripresa autunnale lo scenario economico si presenta a due facce.
Quella rassicurante di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee.
E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell’Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento
dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni
più selettive del credito bancario1.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
Tempo di riforme
I nuovi dati innalzano intorno al 44 per cento il valore raggiunto in Italia dal tasso disoccupazione giovanile. Oltre al problema della disoccupazione, le difficoltà del mercato giovanile del lavor o sono riscontrabili nella consistente riduzione tra gli occupati di età inferiore ai 35 anni dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
I migranti e la crisi economica
Le tensioni geo-politiche ai confini dell’Europa e il protrarsi della debolezza del ciclo economico in molti paesi dell’area hanno contribuito a modificare i flussi migratori interni e internazionali sia in termini di numerosità sia nella scelta dei paesi di destinazione. L’allargamento a est dei paesi aderenti all’Unione e il perdurare di elevati tassi di disoccupazione in molte economie della zona euro hanno favorito la dinamica delle migrazioni interne, con una polarizzazione verso la Germania che nel 2013 è divenuto il primo paese di destinazione in Europa e il secondo tra le economie sviluppate dopo gli Stati Uniti.
Negli ultimi anni una serie di fenomeni economici e politici hanno portato molti a ritenere che l’ordine economico mondiale disegnato a partire da Bretton Woods sia ormai da rivedere. L’idea è che il concetto stesso di libero scambio, che del vecchio ordine rappresentava uno dei pilastri portanti, sia destinato nel prossimo futuro ad avere un ruolo progressivamente meno centrale nello stimolare la crescita mondiale.
Le famiglie italiane spenderanno in media 710 € per l’istruzione dei figli, circa 10 € in più rispetto allo scorso anno. E il 5% di queste dovrà ricorrere a un prestito per farvi fronte.
Il risparmio gestito nel corso del 2014 ha continuato ad evidenziare una dinamica di sviluppo molto positiva. Il patrimonio a luglio ha toccato un nuovo massimo pari a 1.480 mld di euro, un valore dell’11% superiore a quello di dicembre 2013. Nei primi sette mesi del 2014 la raccolta netta ha raggiunto i 75,7 miliardi, un valore superiore a quello relativo all'intero 2013 (62 mld di euro) che già costituiva il miglior risultato dal 1999. Nel 2014 sono stati i fondi comuni a trainare la raccolta del risparmio gestito.
L'energia delle imprese: tra rinnovabili, innovazioni ed export | Presentazione Comark
1. La ricerca di clienti e la
creazione di reti
commerciali all'estero
“come fare”
2. Chi è Co.Mark
Co.Mark® è una società specializzata
nell'erogazione di servizi di
internazionalizzazione per la piccola media
impresa utilizzando una formula che
permette alle aziende di sfruttare i
vantaggi del Temporary Management e
dell’Outsourcing
3. Vantaggi dell'Outsourcing
Alternativa all'assunzione a tempo pieno di un export manager in una
fase di start up dell'export e/o necessità di perfezionamento o
razionalizzazione di una presenza sui mercati esteri
Usufruire dei vantaggi delle molteplici esperienze acquisite dal
consulente sui diversi clienti seguiti
Utilizzo di metodi e strumenti costantemente aggiornati tramite
formazione interna e confronto
4. Come opera un Export Specialist Co.Mark
Studio qualitativo/quantitativo del mercato
Impostazione di una strategia di massima
La fase operativa (commercializzazione del prodotto)
5. Pratica per la piccola media impresa
A) Studio quantitativo/qualitativo del mercato
1) Scelta dei mercati
- Desiderata del cliente
- Interscambio
- Consumo Apparente (produzione+importazione-esportazione)
- Analisi concorrenza (Home page concorrenza, verifica esistenza
ulteriori concorrenti, banche specializzate, statistiche riportate
dalle associazioni di categoria)
- Matrice (desiderata del cliente; analisi di Interscambio; analisi del
consumo apparente; dimensione del mercato; vicinanza geografica
del mercato; concorrenza in loco; incidenza del trasporto; barriere
linguistiche, importanza strategica)
6. Pratica per la piccola media impresa
A) Studio quantitativo/qualitativo del mercato
2) Individuazione dei canali distributivi
- Analisi dei canali distributivi adottati nella situazione attuale
- Analisi della concorrenza (banche dati specializzate, contenuto dei
siti, ricerca telefonica a seguire)
- La scelta dei canali di distribuzione può essere effettuata sulla
base delle indicazioni fornite da un campione rappresentativo di
clienti finali
- Definizione di tutti i possibili canali di distribuzione utilizzabili
dall'azienda
7. Pratica per la piccola media impresa
A) Studio quantitativo/qualitativo del mercato
3) Valutazione del prodotto della concorrenza andando a cercare
le caratteristiche dello stesso
4) Promozione/Pubblicità: confronto fra la percezione di
immagine del cliente e quella dei concorrenti (qualità del sito,
presentazione in genere, partecipazione o meno a fiere,
appartenenza ad associazioni di prodotto, ecc…)
Prime valutazioni di confronto cliente/concorrenti: in quest’area,
l’Export Specialist® elabora una prima sintetica relazione di confronto fra
il cliente e la concorrenza rispetto a quanto percepito e sulla base di tre
dei quattro elementi del marketing-mix.
8. Pratica per la piccola media impresa
B) Realizzazione di un Business Plan (impostazione di una
strategia di massima)
- analisi della situazione attuale:
- numero dei dipendenti e loro ripartizione percentuale rispetto
ai diversi comparti (produttivo/commerciale/altro)
- organizzazione dell’ufficio commerciale Italia/estero
- grado di conoscenza delle lingue straniere da parte dei
dipendenti coinvolti;
- fatturato e relativa ripartizione percentuale sui diversi mercati
di presenza
- capacità produttiva inespressa
- individuazione punti deboli/forti rispetto all'esportazione
- la definizione degli obiettivi di massima (in termini di fatturato e
non solo)
- elaborazione di una strategia
9. Pratica per la piccola media impresa
Ridefinizione degli obiettivi tenendo conto dell'analisi dello
Studio del Mercato e dell'Impostazione Strategica di
Massima nella quale abbiamo fotografato la situazione
attuale dell'azienda con i suoi punti forti/deboli
10. Pratica per la piccola media impresa
C) La fase operativa (commercializzazione del prodotto)
1) Determinazione Database Generici tramite varie Fonti
Informative
- Le banche dati (cartacee, multimediali e on-line)
- Lista Portali in area intranet
- Le banche dati comunicazionali, generiche e settoriali
- Le associazioni categoria
- Le fiere e le riviste di settore
- Profilazione sul web
2) Determinazione Database Personalizzato tramite attività di call
telefonico
- Prima azione di call telefonico
- Individuazione clienti potenziali
- Formazione database customizzato
11. Pratica per la piccola media impresa
Ridefinizione Strategia passo passo
1) Clienti Interessati = offerta commerciale e confronto con
azienda cliente
2) Clienti non interessati = Raccolta info di mercato
- la concorrenza (chi è e come si comporta). Info sui prezzi e le
condizioni di vendita applicate, le soluzioni distributive
adottate, ecc…
- caratteristiche fisiche del prodotto consumato
- Ridefinizione delle strategie distributive ideali
12. Pratica per la piccola media impresa
Obiettivo Finale – Creazione della Rete
- Copertura geografica, per canale e per prodotto
- Monitoraggio delle vendite
- Gestire il pacchetto clienti/intermediari acquisiti in modo da
fidelizzare i clienti
- Dare seguito alla semina