La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
L\'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all\'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?".
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
L\'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all\'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?".
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
Passato un lustro, non molto sembra essere cambiato in termini di criticità del sistema bancario nazionale (MPS, Unicredit ecc.) ma a differenza del 2011, già tante “soluzioni” sono state utilizzate per cercare di sorreggere l'Italia e la stessa UE ma calciare il barattolo avanti non solo non ha portato ad una reale e definitiva soluzione bensì ha riportato tutti a ripercorrere un apparente e interminabile gioco dell’oca.
Una riedizione che sembra potenzialmente ripartire proprio da dove tutto iniziò, ovverosia dall’ultima copertina dell’Economist col titolo inequivocabile “the italian job”, cover che riporta alla memoria un’altra divenuta famosa perché antecedente la crisi dello spread 2011-12 e dal titolo “on the hedge” pubblicata il 14 luglio 2011.
Nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria, Bankitalia ha previsto che la ripresa del mercato immobiliare continuerà anche nei prossimi mesi grazie al rialzo dei prezzi delle case, un aumento delle compravendite e una diminuzione dei costi di acquisto di una casa.
Nel rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia si analizza anche la situazione attuale e le prospettive future del mercato immobiliare in Italia
Il bollettino della BCE smentisce Monti salvatore della patria
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i dossier
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IL BOLLETTINO DELLA BCE
SMENTISCE MONTI SALVATORE
DELLA PATRIA
17 gennaio 2013 a cura di Renato Brunetta
2. IL BOLLETTINO DELLLABCE SMENTISCE MONTI
IL BOLLETTINO DELLA BCE SMENTISCE MONTI
SALVATORE DELLA PATRIA
SALVATORE DELLA PATRIA
2
Il bollettino mensile della Banca Centrale Europea, pubblicato oggi,
fa finalmente giustizia e smentisce il senatore a vita, presidente del
Consiglio di un governo tecnico dimissionario, in carica unicamente
per gli affari correnti, salito in politica, Mario Monti, sul suo cavallo
di battaglia: la (auto)convinzione di aver domato lo spread.
A pag. 26, il bollettino della BCE, spiega infatti che sul clima dei
mercati obbligazionari dell’area euro, quindi su quello che è
volgarmente conosciuto come l’andamento degli spread, hanno
influito positivamente il raggiungimento di un (parziale) accordo
sulla vigilanza bancaria unica europea; il buon esito dell’operazione
di riacquisto del debito effettuata dal governo greco, cui ha fatto
seguito l’aumento di 6 gradi del rating dei titoli sovrani greci da
parte di Standard & Poor’s; nonché, alla fine di dicembre, la
questione del cosiddetto “Fiscal cliff” negli Stati Uniti. Niente a che
fare, dunque, con le politiche economiche interne dei singoli paesi.
3. IL BOLLETTINO DELLLABCE SMENTISCE MONTI
IL BOLLETTINO DELLA BCE SMENTISCE MONTI
SALVATORE DELLA PATRIA
SALVATORE DELLA PATRIA
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Continuando, a pag. 27, il bollettino di oggi fa specifico riferimento
ai titoli di Stato italiani e spagnoli, i cui rendimenti hanno raggiunto
negli ultimi giorni i livelli minimi dalla scorsa estate, a seguito
dell’annuncio, da parte della BCE, di operazioni straordinarie di
politica monetaria (l’acquisto sul mercato secondario di buoni del
Tesoro con vita residua fino a tre anni dei paesi sotto attacco
speculativo). Annuncio ufficiale seguito alla riunione del Consiglio
direttivo della Banca Centrale Europea del 6 settembre 2012, ma
già anticipato dal presidente Mario Draghi in un convegno a Londra
il 26 luglio 2012, due giorni dopo che gli spread avevano
raggiunto, per tutti i paesi dell’area euro, il picco massimo, in Italia
536 punti base, in conseguenza di voci insistenti di uscita della
Grecia dall’euro.
4. IL BOLLETTINO DELLLA BCE SMENTISCE MONTI
SALVATORE DELLA PATRIA
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Infine, a sostegno della tesi dell’inefficacia, anzi della dannosità,
delle politiche economiche di contrasto alla crisi adottate nell’area
euro nell’ultimo anno e mezzo, il bollettino della BCE rileva, a pag.
56, che il clima di fiducia dei consumatori, indicatore che più di tutti
riflette l’andamento dell’economia nei paesi dell’eurozona, ha subito
il calo più marcato in Italia e in Spagna, a partire dalla metà del
2011. Quando, appunto, la speculazione ha concentrato la propria
attenzione su questi 2 paesi e le istituzioni europee, in risposta,
saltando a piè pari una approfondita analisi di quello che stava
succedendo, hanno cominciato a somministrare loro cure sbagliate.
Spingendo Italia e Spagna in una spirale recessiva che al momento
non accenna a finire.
5. IL BOLLETTINO DELLLA BCE SMENTISCE MONTI
SALVATORE DELLA PATRIA
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Professor Monti, la verità sta venendo sempre più a galla. Non
sarebbe il caso di prenderne finalmente atto? A domare gli spread
è stato Draghi e solo Draghi. Non le Sue fallimentari politiche
economiche, volute dalla Germania.