ELEZIONI ITALIANE E NON SOLO (3) Il ricatto finanziario e la crisi occidentale
1. ELEZIONI ITALIANE E NON SOLO (3)
Il ricatto finanziario e la crisi occidentale
Sergio Benassai
Già oggi (26 febbraio2013) i segnali che vengono dal mondo finanziario sono negativi (sale lo
spread, crollano le borse, aumentano gli interessi da pagare sui titoli di stato).
E va tenuto ben presente che queste negatività riguardano direttamente tutte/i le /gli italiane/i,
poiché, ad esempio, l’aumento degli interessi sui titoli di stato, comporta un aumento del nostro
debito pubblico che qualcuna/o (soprattutto le future generazioni) dovranno prima o poi pagare.
Ma, ovviamente, a questo punto si apre il problema: possono le scelte delle/i cittadine//i italiane(i
essere condizionate dagli interessi della finanza ?
Credo che si debbano distinguere due fasi:
a) la fase della (da me più che auspicata) revisione dei rapporti fra politica e finanza
b) la fase dei prossimi mesi (quando l’auspicata revisione di cui sopra sarà, nella migliore delle
ipotesi ai primi passi)
E allora … per la fase b) …
Se, come ho indicato nel post precedente, si può arrivare ad un accordo PD – Movimento 5 Stelle,
oltre ai più che possibili accordi su certe riforme (riduzione costi della politica), si tratta di trovare
un accordo sulla linea economica.
I punti possibili dell’accordo:
- ulteriore tassazione delle transazioni finanziarie
- nessun vincolo per gli investitori istituzionali di far riferimento alle valutazioni delle agenzie
di rating
- divieto per la pubblica amministrazione di investire sui “derivati”
- pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e di stipendi/pensioni al di sopra di
3.000/5.000 € con Buoni del tesoro
- ecc.
Per quanto riguarda la fase a) si tratta invece di “eliminare” la finanza.
E qui si apre il problema dell’Europa e del “mondo”.
Ho più volte accennato al fatto che ormai non possiamo più ragionare solo in termini nazionali e
neppure europei. Quindi è necessaria un’iniziativa non limitata ai confini nazionali.
Ma si deve anche tener conto di un altro fatto: che, almeno secondo me, siamo ormai entrati nella
fase finale della cultura/civiltà/potere occidentale.
E quindi la “partita” della finanza si intreccia con quelle più generali di un futuro che non si potrà
(credo) più ipotizzare/costruire senza fare i conti con la Cina, con l’India, con gli altri BRICS
(Brasile, Federazione Russa, India, Cina, Sud Africa), ecc.