Convegno scientifico Imprese che guardano al futuro tra opportunità e nuove sfide
I primi risultati del censimento permanente delle imprese 2019
Milano, 7 febbraio 2020
Piazza degli Affari Palazzo Mezzanotte – Sala parterre
Seminario - Innovazione e R&S delle imprese in Campania
Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet”
viale Ellittico 31 Sala Liccardo
Caserta, 5 maggio 2017
Convegno scientifico Imprese che guardano al futuro tra opportunità e nuove sfide
I primi risultati del censimento permanente delle imprese 2019
Milano, 7 febbraio 2020
Piazza degli Affari Palazzo Mezzanotte – Sala parterre
Seminario - Innovazione e R&S delle imprese in Campania
Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet”
viale Ellittico 31 Sala Liccardo
Caserta, 5 maggio 2017
Presentazione 4 Qualità Innovazione PMI e RdI @ 13 ott 2014Piero Mignardi
Qualità Innovazione PMI e Reti di Imprese
Bologna 13 Ottobre 2014
Internazionalizzazione delle Reti di Imprese
Luciano Consolati - AICQ ER, responsabile reti di Unimpresa
Seminario - Innovazione e R&S delle imprese in Campania
Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet”
viale Ellittico 31 Sala Liccardo
Caserta, 5 maggio 2017
Il futuro delle piccole e medie imprese italiane fra il 2008 e il 2012
La ricerca “Il futuro delle Piccole e Medie Imprese italiane” è stata realizzata da S3.Studium su incarico di Confesercenti. All'indagine hanno partecipato in qualità di esperti: Emilio Bellini, Mario Centorrino, Gregorio De Felice, Giampaolo Galli, Patrizia Musso, Serafino Negrelli, Marina Puricelli, Anna Soru, Gianfranco Viesti.
L'innovazione sostenibile - La Ricerca & Sviluppo permanente di idee e proget...Roberto Gallerani
Parlare di innovazione, nel mondo delle PMI, è assai fin troppo facile e di “moda”; quando poi si prova a discuterne sul campo, con un cliente o un partner, quasi sempre si scopre la difficoltà di comprendersi, di parlare il medesimo linguaggio, di fare riferimento agli stessi concetti. Chi opera a vario titolo, come consulente, professionista, società commerciale, ha una sua visione maturata nel quotidiano attraverso la propria attività ed il rapporto con il mercato. In particolare, in queste pagine, si vogliono analizzare brevemente i principali aspetti pratici, di metodo e d’uso di strumenti atti a facilitare un diverso modo di operare nelle imprese, nel quale venga dato il massimo rilievo a quei processi che favoriscono lo sviluppo delle idee e, da esse, la creazione di nuove opportunità di valore e di business. Non a caso chi scrive ritiene che la chiave di volta di un diverso (e forse nuovo) modo di operare sia quello di creare un metodo, un’infrastruttua organizzativa ed ICT, una cultura della “Ricerca & Sviluppo permanente di idee e progetti di nuove opportunità e valore”, che sia alla base, in ogni settore, di un vantaggio competitivo che nasce dall’ “amplificazione esplosiva” delle capacità e dalle potenzialità umane anziché dal solo loro “sfruttamento”.
Tuttavia, come si è detto, prima di affrontare questo tema con proposte costruttive è necessario comunicare, capirsi, discutere e condividere ampiamente, laddove è possibile, un’impostazione e dei valori comuni. Lo scopo di queste pagine è quindi in questa direzione, quello di riassumere alcuni elementi ed una visione nati da riflessioni e discussioni sul campo, cercando al contempo di mettere in fila argomenti, domande e possibili risposte per fare un primo passo verso un confronto costruttivo. E’ possibile che la “prima edizione” non riesca al meglio in questo fine, ma per fortuna è sempre possibile, ed auspicabile, redarre versioni successive che traggano impulso da critiche e osservazioni.
Through a quantitative analysis of the international trades of the European leading countries has been identified the differences and similarities across european economic system, thus allowing to spot possibles public policies for Italian competitive recovery and economical growth.
The results of the study focus on the importance for small and medium enterprises to have lower labour costs, and higher expenses for research on innovation and internationalisation.
The econometric model assess in which production sectors the impact of internationalisation of innovation performance is mre significant.
An english version of the work is in phase of publishing by specialized magazines.
Ice - Roma, 19 luglio 2012
Presentazione del Rapporto Ice 2011-2012 e dell'Annuario statistico Istat-Ice 2011 "Commercio estero e attività internazionali delle imprese 2011", che consente un accesso approfondito ai dati sugli scambi con l'estero delle merci e dei servizi, oltre a quelli relativi agli investimenti diretti esteri
Intervento di Luigi Perissich - direttore Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici - al convegno "Ambiente: dalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfide" del 13 maggio 2016
Presentazione 4 Qualità Innovazione PMI e RdI @ 13 ott 2014Piero Mignardi
Qualità Innovazione PMI e Reti di Imprese
Bologna 13 Ottobre 2014
Internazionalizzazione delle Reti di Imprese
Luciano Consolati - AICQ ER, responsabile reti di Unimpresa
Seminario - Innovazione e R&S delle imprese in Campania
Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet”
viale Ellittico 31 Sala Liccardo
Caserta, 5 maggio 2017
Il futuro delle piccole e medie imprese italiane fra il 2008 e il 2012
La ricerca “Il futuro delle Piccole e Medie Imprese italiane” è stata realizzata da S3.Studium su incarico di Confesercenti. All'indagine hanno partecipato in qualità di esperti: Emilio Bellini, Mario Centorrino, Gregorio De Felice, Giampaolo Galli, Patrizia Musso, Serafino Negrelli, Marina Puricelli, Anna Soru, Gianfranco Viesti.
L'innovazione sostenibile - La Ricerca & Sviluppo permanente di idee e proget...Roberto Gallerani
Parlare di innovazione, nel mondo delle PMI, è assai fin troppo facile e di “moda”; quando poi si prova a discuterne sul campo, con un cliente o un partner, quasi sempre si scopre la difficoltà di comprendersi, di parlare il medesimo linguaggio, di fare riferimento agli stessi concetti. Chi opera a vario titolo, come consulente, professionista, società commerciale, ha una sua visione maturata nel quotidiano attraverso la propria attività ed il rapporto con il mercato. In particolare, in queste pagine, si vogliono analizzare brevemente i principali aspetti pratici, di metodo e d’uso di strumenti atti a facilitare un diverso modo di operare nelle imprese, nel quale venga dato il massimo rilievo a quei processi che favoriscono lo sviluppo delle idee e, da esse, la creazione di nuove opportunità di valore e di business. Non a caso chi scrive ritiene che la chiave di volta di un diverso (e forse nuovo) modo di operare sia quello di creare un metodo, un’infrastruttua organizzativa ed ICT, una cultura della “Ricerca & Sviluppo permanente di idee e progetti di nuove opportunità e valore”, che sia alla base, in ogni settore, di un vantaggio competitivo che nasce dall’ “amplificazione esplosiva” delle capacità e dalle potenzialità umane anziché dal solo loro “sfruttamento”.
Tuttavia, come si è detto, prima di affrontare questo tema con proposte costruttive è necessario comunicare, capirsi, discutere e condividere ampiamente, laddove è possibile, un’impostazione e dei valori comuni. Lo scopo di queste pagine è quindi in questa direzione, quello di riassumere alcuni elementi ed una visione nati da riflessioni e discussioni sul campo, cercando al contempo di mettere in fila argomenti, domande e possibili risposte per fare un primo passo verso un confronto costruttivo. E’ possibile che la “prima edizione” non riesca al meglio in questo fine, ma per fortuna è sempre possibile, ed auspicabile, redarre versioni successive che traggano impulso da critiche e osservazioni.
Through a quantitative analysis of the international trades of the European leading countries has been identified the differences and similarities across european economic system, thus allowing to spot possibles public policies for Italian competitive recovery and economical growth.
The results of the study focus on the importance for small and medium enterprises to have lower labour costs, and higher expenses for research on innovation and internationalisation.
The econometric model assess in which production sectors the impact of internationalisation of innovation performance is mre significant.
An english version of the work is in phase of publishing by specialized magazines.
Ice - Roma, 19 luglio 2012
Presentazione del Rapporto Ice 2011-2012 e dell'Annuario statistico Istat-Ice 2011 "Commercio estero e attività internazionali delle imprese 2011", che consente un accesso approfondito ai dati sugli scambi con l'estero delle merci e dei servizi, oltre a quelli relativi agli investimenti diretti esteri
Intervento di Luigi Perissich - direttore Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici - al convegno "Ambiente: dalle prime applicazioni della nuova UNI EN ISO 14001:2015 alle prossime sfide" del 13 maggio 2016
Giornata di studio, Milano 5 ottobre 2016 - MILeS2016 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2016
In un sistema produttivo estremamente frammentato quale quello italiano, l’attivazione di forme diverse di collaborazione interaziendale rappresenta uno strumento per il superamento di molti limiti tipici della piccola dimensione d’impresa, quali una ridotta propensione all’internazionalizzazione e agli investimenti in innovazione. Nell’analizzare tale fenomeno, il lavoro propone dapprima una mappatura delle diverse tipologie di relazioni tra le imprese e dei “profili relazionali” che ne derivano; successivamente l’analisi si concentra sullo strumento del Contratto di rete, introdotto nell’ordinamento italiano nel 2009 al fine di stimolare la collaborazione tra le imprese intorno a progetti condivisi, lasciando al contempo piena autonomia gestionale alle imprese stesse. Nel fare ciò, il lavoro effettua un confronto tra le caratteristiche strutturali, strategiche e di performance delle imprese aderenti a un contratto di rete e di quelle non in rete, in modo da fornire primi elementi di riflessione sull’efficacia dello strumento.
Giornata di studio, Milano 5 ottobre 2016 - MILeS2016 | Milano - Impresa, Lavoro e Società 2016
La distribuzione dei contratti di rete sul territorio italiano non è omogenea. Perchè? Sia la spiegazione culturalista (diversa dotazione di capitale sociale e diversa propensione alla cooperazione), sia la spiegazione che fa riferimento alla diversità nella struttura economico-produttiva dei territori non sono soddisfacenti. Il ruolo giocato dalle politiche regionali e dai finanziamenti si dimostra invece cruciale. Veneto ed Emilia-Romagna sono regioni simili per struttura produttiva e dotazione di capitale sociale, ma si registrano interessanti differenze. In Emilia-Romagna i contratti di rete sono stati utilizzati all’interno di un sistema integrato per l’innovazione e l’alta tecnologia per finanziare l’incremento di capitale umano e sociale. Tale sistema ha visto il coinvolgimento di tutti gli attori locali del territorio, con un esito soddisfacente per tutti. In Veneto, i contratti di rete sono il frutto principalmente degli attori privati, manca una forte guida dell’attore pubblico e i finanziamenti sono più modesti, nonostante la molteplicità di iniziative. Il sistema resta maggiormente frammentato rispetto a quello emiliano-romagnolo. L’esito di questi due modelli non è scontato. In entrambe le regioni, gli attori locali rilevano una maggiore disponibilità e capacità degli imprenditori di mettersi in rete, e condividere un progetto, anche a prescindere dai finanziamenti. Paradossalmente però ciò sembra più vero in Veneto che in Emilia-Romagna. Infatti, l’assenza di finanziamenti dedicati ai contratti di rete in Veneto ha reso la motivazione strumentale importante ma non prevalente. Al contrario, in Emilia-Romagna le imprese hanno siglato il contratto di rete perché fortemente incentivate dai finanziamenti e oggi diversi contratti benché formalmente attivi, e quindi calcolati nelle statistiche, di fatto non sono più in essere.
Indagine di benchmark su 100 imprese di successo nel web in Italia con finalità di conoscenza, emulazione e testimonianza per il tessuto delle imprese locali.
Le slides dell' intervento dei Dott. Miele e Pinto del gruppo Unicredit per il convegno "#amalfilovecoast. Mille volti, un'unica voce" organizzato dall'Associazione Distretto Turistico Costa d'Amalfi il 15 Ottobre 2014.
Intervento di Cecilia Rossignoli, Referente Scientifico FORUM ICT, al 2° Annual Meeting del FORUM ICT "Piccoli ma connessi. Le ICT come motore di crescita e sviluppo"
Convegno scientifico FRAME TERRITORIALE SBS
Una innovazione radicale nella rappresentazione e
nell'analisi delle attività produttive sul territorio
ROMA
13 giugno 2018
Palazzo Merulana – Sala Attico
Via Merulana, 121
MEDI TRADE da anni affianca le aziende del comparto food & wine nell'internazionalizzazione e nel consolidamento del commercio con l'estero.
La nostra mission è quella di rappresentare un solido ed affidabile supporto operativo cui affidare progetti di scambio commerciale tra paesi lontani e mercati talvolta poco accessibili al singolo o alle piccole imprese.
S. Corradini, L. Martinez, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: L'inclusione lavorativa: il panorama nazionale e l'esperienza dell'Istat
Titolo: La condizione occupazionale delle persone con disabilità
L. Lavecchia, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Il quadro informativo per il Green Deal: sviluppi e domanda informativa per le questioni energetiche
Titolo: La misura della povertà energetica in Italia
V. Buratta, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: La strategia dei dati: l’iniziativa europea e la risposta nazionale
Titolo: Il ruolo dell'Istat nella Strategia Nazionale ed Europea dei Dati
E. Fornero, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Gender statistics by default: il cambiamento di paradigma nelle statistiche e oltre
Titolo: Illusioni, luoghi comuni e verità nella lotta alle disparità di genere
A. Perrazzelli, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Gender statistics by default: il cambiamento di paradigma nelle statistiche e oltre
Titolo: Qualità di genere per sostenere la crescita
A. Tinto, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Gli effetti della pandemia sulla soddisfazione per la vita e il benessere: analisi e prospettive
Titolo: L'impatto della pandemia sulla componente soggettiva del Benessere Equo e Sostenibile
L. Becchetti, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Gli effetti della pandemia sulla soddisfazione per la vita e il benessere: analisi e prospettive
Titolo: La pandemia attraverso gli indicatori soggettivi a livello internazionale: un paradosso?
G. Onder, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: La lezione della crisi per le statistiche demografiche e sociali
Titolo: Il sistema di sorveglianza dei decessi dell'ISS e le nuove prospettive
C. Romano, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: La lezione della crisi per le statistiche demografiche e sociali
Titolo: Nuovi strumenti e indagini per un'informazione pertinente in fase di emergenza
S. Prati, M. Battaglini, G. Corsetti, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: La lezione della crisi per le statistiche demografiche e sociali
Titolo: La sfida per la demografia: tempestività e qualità dell'informazione
S. Menghinello - Il contributo del cis2011 alla definizione di nuove metriche per misurare la globalizzazione
1. Censimento dell’industria
e dei servizi 2011
Imprese
IL CONTRIBUTO DEL
CIS2011 ALLA DEFINIZIONE
DI NUOVE METRICHE PER
MISURARE LA
GLOBALIZZAZIONE
Stefano Menghinello
ISTAT
DICS DCSP
COE, Servizio Statistiche sul commercio con
l’estero ed attività internazionali delle
imprese
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
2. Struttura della presentazione
Cenni all’attuale dibattito internazionale sulle nuove metriche per misurare la globalizzazione
Lo stato dell’arte della statistica ufficiale in Italia
Il “valore aggiunto” dell’indagine multiscopo CIS2011 per la misurazione dell’internazionalizzazione
Principali risultati della sezione «Internazionalizzazione produttiva»
Principali risultati della sezione «Relazioni dell’impresa» in una prospettiva di misurazione e analisi
delle Global Value Chains
Conclusioni
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
3. Cenni all’attuale dibattito internazionale
Evoluzione del paradigma: vecchi e nuovi «attori» della globalizzazione
Impresa
esportatrice
Impresa
multinazionale
Catene
internazionali del
valore (GVC)
Evoluzione dei sistemi di misurazione
Statistiche del
commercio
estero
riclassificate per
impresa
Passaggio dalle
statistiche FDI a
quelle FATS
Sperimentazioni
a livello OECD,
WTO e UN per
definire nuove
«metriche»
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
4. Lo stato dell’arte della statistica ufficiale italiana
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
5. Il “valore aggiunto” dell’indagine multiscopo CIS2011
per la misurazione dell’internazionalizzazione
Aspetti generali
General purpose survey di tipo multiscopo: integrazione tra quesiti di varie sezioni
Adozione di tassonomie già impiegate in altre rilevanti sperimentali: funzioni aziendali
Aspetti specifici
Focalizzazione su alcuni aspetti cruciali dell’internazionalizzazione senza forti «vincoli»
definitori tipici dei sistemi di indagine che rispondono a regolamenti comunitari
Analisi dettagliata del sistema di relazioni internazionali dell’impresa a monte ed a valle - Fornitori e
clienti – con possibilità di definire nuove tassonomie di imprese basate su criteri di tipo «equity e
non equity»
Possibilità di effettuare verifiche empiriche sulla rilevanza informativa di queste nuove tassonomie
di impresa in termini di differenziali di struttura produttiva ma anche di performance
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
6. Principali risultati della sezione «Internazionalizzazione produttiva»
Sezione 7 – Analisi dimensionale e territoriale
L’insieme delle imprese che hanno realizzato una parte dell’attività produttiva all’estero è limitato
anche se «sensibile» ai criteri di classificazione: 4.076 nella forma più strutturata di investimenti
diretti esteri e 21.025 nella forma più flessibile di accordi e contratti
La «propensione all’internazionalizzazione» aumenta con la dimensione d’impresa, ma la preferenza
verso forme strutturate è rilevante per le grandi imprese mentre le forme flessibili di
internazionalizzazione sono prevalenti nelle PMI
La presenza di differenziali territoriali è confermata anche a livello di forme più strutturate di
internazionalizzazione mentre per gli accordi la situazione è più equilibrata anche se permane il
divario Nord-centro e Mezzogiorno.
2.5
14
12
7.7
8
6
3.1
4
1.7
0.2
4.2
5.3
2.3
2.0
2.0
10
2
2.3
12.3
1.4
1.5
1.0
0.5
0.6
0
0.5 0.5
0.3
0.2
0.0
Micro
IDE
Piccole
Medie
Accordi e contratti
Grandi
IDE
Nord-ovest
accordi
Nord-est
Centro
Sud e Isole
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
7. Principali risultati della sezione «Internazionalizzazione produttiva»
Sezione 7 – Analisi settoriale
Le forme più strutturate di internazionalizzazione (IDE) sono più rilevanti per manifattura ed
energia, seguite da attività professionali, scientifiche e tecniche e estrazione di minerali
Le forme più flessibili sono relativamente più importanti, oltre che per la manifattura, anche per alcuni
comparti dei servizi quali Servizi di informazione e comunicazione, Trasporto e
magazzinaggio, Costruzioni e commercio
IDE
Accordi
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
1.0
1.3
Attività manifatturiere
1.0
3.5
Attività professionali, scientifiche e tecniche
0.6
1.9
Estrazione di minerali da cave e miniere
0.6
1.8
Servizi di informazione e comunicazione
0.5
3.2
Trasporto e magazzinaggio
0.4
2.5
Costruzioni
0.3
2.1
Attivita' finanziarie e assicurative
0.3
0.6
Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli
0.3
2.1
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
0.2
1.5
Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento
0.1
1.2
Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
0.0
1.1
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
8. Principali risultati della sezione «Internazionalizzazione produttiva»
Sezione 7 – Analisi della localizzazione internazionale degli IDE
Le forme più strutturate di internazionalizzazione (IDE) realizzate dalle imprese dei servizi risultano
relativamente più orientate verso l’area Euro, ed in misura minore, gli Altri paesi asiatici.
Le imprese manifatturiere risultano invece relativamente più orientate verso le altre aree, con
particolare riguardo agli altri paesi UE e Cina
Aree di localizzazione
degli IDE
Area Euro
Altri paesi UE
Europa non UE
Cina
India
Altri paesi asiatici
Nord America
Centro/sud America
Altro
Totale
INDUSTRIA IN
SENSO STRETTO
SERVIZI
24.6
35.7
18.7
13.4
13.0
10.9
13.9
10.0
5.0
3.3
5.5
5.6
6.2
5.9
6.6
6.1
6.4
9.2
100.0
100.0
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
9. Principali risultati della sezione «Internazionalizzazione produttiva»
Sezione 7 Analisi delle differenze di orientamento geografico tra IDE ed accordi
Per le imprese dell’industria in senso stretto, le forme più strutturate di internazionalizzazione (IDE)
risultano, rispetto agli accordi, relativamente più orientate verso Altri paesi UE, India e soprattutto
Nord e Centro Sud America
Per le stesse imprese, le forme più flessibili di internazionalizzazione sono invece relativamente più
orientate verso l’Area Euro, la Cina e gli Altri paesi asiatici
INDUSTRIA IN SENSO STRETTO
Aree di localizzazione
Area Euro
Altri paesi UE
Europa non UE
Cina
India
Altri paesi asiatici
Nord America
Centro/sud America
Altro
Totale
IDE
Accordi
24.6
28.7
18.7
17.4
13.0
13.3
13.9
17.9
5.0
3.9
5.5
5.9
6.2
2.3
6.6
1.8
6.4
8.7
100.0
100.0
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
10. Principali risultati della sezione «Relazioni tra imprese»
Quesito 3.05.1 Analisi territoriale e dimensionale delle imprese con subfornitori internazionali
Rispetto a quasi 500 mila imprese committenti, l’86% dichiara come principali subfornitori solo
aziende italiane, mentre del restante 14% solo il 2% si rivolge esclusivamente a subfornitori esteri
Anche in questo caso si conferma la presenza di differenziali territoriali ma con livelli di
coinvolgimento delle imprese committenti in attività di subfornitura internazionale particolarmente
elevati per le regioni del Nord
20.0
18.0
16.0
14.0
12.0
10.0
8.0
6.0
4.0
2.0
0.0
17.9
41.5
15.8
36.5
13.1
33.7
8.4
27.2
6.5
19.8
17.1
12.1
0.0
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
10.0
20.0
30.0
500 e oltre
250-499
100-249
50-99
20-49
10-19
3-9
40.0
50.0
Isole
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
11. Principali risultati della sezione «Relazioni tra imprese»
Quesito 3.05.1 Analisi settoriale delle imprese con subfornitori internazionali
L’intensità tecnologica dei settori sembra, almeno per la manifattura, risultare positivamente correlata
con l’intensità del ricorso alla sub-fornitura internazionale da parte delle imprese committenti
Industrie manifatturiere ad alta tecnologia
39.5
Industrie manifatturiere a medio alta tecnologia
27.1
Industrie manifatturiere a bassa tecnologia
18.8
Industrie manifatturiere a medio bassa tecnologia
16.2
Servizi tecnologici ad alto contenuto di conoscenza
16.1
Servizi a minor contenuto di conoscenza
15.6
Servizi di mercato ad alto contenuto di conoscenza
11.2
Altri servizi ad alto contenuto di conoscenza
6.1
Servizi finanziari ad elevato contenuto di conoscenza
5.8
0.0
5.0
10.0
15.0
20.0
25.0
30.0
35.0
40.0
45.0
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
12. Principali risultati della sezione «Relazioni tra imprese»
Quesito 3.05.1 Analisi territoriale delle imprese con subfornitori internazionali
Graduatoria delle regioni sulla base dell’intensità del ricorso alla sub-fornitura internazionale da parte
delle imprese committenti come indicatore proxy della «distanza» dalla filiere globali
Trentino-Alto Adige
Piemonte
Friuli-Venezia Giulia
Lombardia
Liguria
Veneto
Toscana
Emilia-Romagna
Marche
Lazio
Umbria
Campania
Abruzzo
Puglia
Valle d'Aosta
Sicilia
Basilicata
Sardegna
Calabria
Molise
22.2
18.4
18.4
18.1
16.6
15.5
14.1
13.8
13.3
12.4
10.4
9.2
9.1
9.1
7.7
6.8
6.6
5.7
4.9
3.9
0
5
10
15
20
25
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
13. Principali risultati della sezione «Relazioni tra imprese»
Quesito 3.06 Analisi dimensionale e territoriale delle imprese che operano come subfornitori
internazionali
Rispetto a quasi 375 mila imprese che realizzano prodotti per la committenza (aziende
subfornitrici), quasi l’84% dichiara come principali committenti solo aziende italiane, mentre per il
restante 16% solo il 3% si rivolge esclusivamente a committenti esteri
La propensione ad avere clienti internazionali è correlata con la dimensione d’impresa, tuttavia non si
rilevano differenze significative tra medio-grandi e grandi imprese.
Anche in questo caso si conferma la presenza di differenziali territoriali ma con livelli di
coinvolgimento in attività di subfornitura verso imprese estere particolarmente elevati per le regioni
del Nord
25.0
34.7
20.9
20.0
39.2
18.2
15.9
37.4
15.0
32.1
22.8
7.7
10.0
500 e oltre
250-499
100-249
50-99
20-49
10-19
5.1
20.0
5.0
13.8
0.0
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Isole
0.0
10.0
20.0
30.0
40.0
50.0
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
14. Principali risultati della sezione «Relazioni tra imprese»
Quesito 3.6 Analisi settoriale delle imprese che operano come subfornitori internazionali
La relazione tra intensità tecnologica dei settori e intensità del ricorso alla committenza internazionale
sembra, almeno per i servizi, meno significativa rispetto al ricorso alla subfornitura internazionale
Industrie manifatturiere a medio alta tecnologia
44.5
Industrie manifatturiere ad alta tecnologia
40.4
Industrie manifatturiere a bassa tecnologia
30.1
Industrie manifatturiere a medio bassa tecnologia
25.5
Servizi di mercato ad alto contenuto di conoscenza
14.7
Servizi a minor contenuto di conoscenza
14.7
Servizi tecnologici ad alto contenuto di conoscenza
14.0
Servizi finanziari ad elevato contenuto di conoscenza
4.6
Altri servizi ad alto contenuto di conoscenza
3.5
0.0
5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 40.0 45.0 50.0
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
15. Principali risultati della sezione «Relazioni tra imprese»
Quesito 3.6 Analisi territoriale delle imprese che operano come subfornitori internazionali
Graduatoria delle regioni sulla base dell’intensità del ricorso alla committenza internazionale da parte
delle imprese sub-fornitrici come indicatore di proiezione produttiva sui mercati globali
23.4
Piemonte
21.2
21.1
19.5
19.3
18.6
18.3
18.2
Toscana
Marche
Trentino-Alto Adige
15.9
Valle d'Aosta
12.4
12.2
Umbria
10.3
8.7
8.4
7.6
Puglia
Molise
5.9
5.5
5.0
4.7
4.2
Calabria
Sardegna
0.0
5.0
10.0
15.0
20.0
25.0
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
16. Principali risultati della sezione «Relazioni tra imprese»
Integrazione dei quesiti relativi alle imprese che operano come subfornitori internazionali e/o per
conto di committenza internazionale
Integrazione dell’informazione come proxy per la misurazione del coinvolgimento «a monte» ed a
«valle» delle imprese nelle catene internazionali del valore al fine definire una tassonomia di imprese
«intermedie» attivamente coinvolte nelle catene internazionali del valore (GVC)
Rispetto a circa 300 mila imprese che risultano sia fornitrici che committenti:
- quasi il 76 % è interconnesso solo con imprese nazionali (LVC)
- il 6,4% ha un fornitore estero ma un committente nazionale (GVC a monte)
- l’8,8% ha un committente estero ma solo fornitori nazionali (GCV a valle)
- ll’8,9% opera invece sia a monte che a valle con imprese estere (GVC intermedio)
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
17. Conclusioni
L’indagine multiscopo CIS 2011 fornisce importanti informazioni su vari aspetti rilevanti per
la misurazione dell’internazionalizzazione delle imprese
La presenza di una definizione «allargata» di internazionalizzazione produttiva consente di cogliere
fenomeni complessi in modo più completo e coerente rispetto all’impianto tradizione della statistica
ufficiale
La presenza di una sezione dedicata alle relazioni tra imprese, che include informazioni rilevanti sui
rapporti tra subfornitura e committenza internazionale, consente di sviluppare tassonomie rilevanti sul
piano analitico con particolare riguardo all’individuazione di differenti tipologie di imprese che
risultano coinvolte con modalità diverse nelle catene internazionali del valore
Altre informazioni presenti nel questionario, come ad esempio le motivazioni fornite dalle imprese in
relazione alla loro scelta di realizzare almeno una parte del processo produttivo all’estero nonché le
informazioni fornite in merito alle barriere che limitano l’attivazione di un percorso di
internazionalizzazione, consentono all’utilizzatore anche meno esperto di completare il quadro
informativo su un fenomeno particolarmente complesso come quello della globalizzazione
MILANO 28 NOVEMBRE 2013