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IMPRESE CHE GUARDANO AL FUTURO
TRA OPPORTUNITÀ E NUOVE SFIDE
I PRIMI RISULTATI DEL CENSIMENTO PERMANENTE 2019
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
Nuove misurazioni
della struttura,
comportamenti e strategie
delle imprese italiane
Roberto Monducci
Istat | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
1. I driver di competitività di una economia moderna
rendono più dinamico e complesso il contesto
nel quale operano le imprese.
2. La competitività di un sistema produttivo frammentato
come quello italiano va misurata tenendo conto della
molteplicità dei fattori rilevanti da considerare e della
loro interazione.
3. Per cogliere le dinamiche “profonde” di un sistema
economico e individuare policy in grado di indirizzarlo
su sentieri stabili di crescita, occorrono informazioni
statistiche che coniughino qualità e rilevanza
in un contesto multidimensionale capace
di misurare in modo coerente struttura e dinamica
del sistema.
LA NUOVA DOMANDA DI INFORMAZIONE STATISTICA SULLE IMPRESE
1
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
Il nuovo approccio dell’Istat al censimento delle imprese
può rappresentare una risposta a queste esigenze informative
UNA NUOVA INFRASTRUTTURA DI MISURAZIONE STATISTICA
Creazione di una nuova
generazione di basi di dati
(registri statistici)
sulla struttura e la performance
delle imprese, con uso massivo
di dati amministrativi e fiscali
(dati annuali in prevalenza quantitativi
su tutte le imprese, le unità locali
e su tutti i lavoratori)
Indagini censuarie
multiscopo di grandi
dimensioni sulle
strategie delle imprese
(dati a cadenza triennale
su ampi campioni di imprese:
280mila unità)
DUE PILASTRI
L’uso combinato
dei due pilastri consente
di disporre di un quadro
informativo completo
sulle imprese italiane,
in un contesto
pienamente coerente
con le misurazioni
di carattere
macroeconomico
1 2
2
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
I punti di forza del Censimento permanente:
1. L’indagine diretta raccoglie informazioni in modo trasversale su tutti i principali ambiti strategici delle
imprese (genesi delle decisioni, scelte organizzative, gestione del personale, relazioni con fornitori, clienti,
finanziatori ecc.).
2. I risultati sono integrabili con i registri statistici, fornendo un quadro completo su struttura, comportamenti
e risultati su tutte le imprese attive in Italia.
3. Il nuovo Censimento permette di monitorare nel tempo l’evoluzione dei profili strategici e imprenditoriali e
fenomeni emergenti ad un elevato livello di granularità settoriale – fino a settori a 4 cifre Ateco, dimensionale
– numerosi classi, territoriale – fino alla provincia.
I VANTAGGI INFORMATIVI DEL CENSIMENTO PERMANENTE
3
CAMPIONE DI CIRCA 280.000 IMPRESE CON 3 O PIÙ ADDETTI, RAPPRESENTATIVE DI UN UNIVERSO DI POCO PIÙ
DI UN MILIONE DI UNITÀ, RAPPRESENTATIVO DEL 24,0% DELLE IMPRESE ITALIANE, CHE PRODUCONO PERÒ
L’84,4% DEL VALORE AGGIUNTO, IMPIEGANO IL 76,7% DEGLI ADDETTI (12,7 MILIONI) E IL 91,3% DEI DIPENDENTI
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
LA STRATEGIA DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI
MICRODATI A FINI DI RICERCA
Presso il laboratorio ADELE, accessibile a livello
regionale, sarà resa disponibile la base di microdati
della rilevazione censuaria, integrata con le
informazioni su struttura e performance delle imprese
ed altre informazioni rilevanti contenute nel Sistema
Integrato dei Registri dell’Istat.
4
DATAWAREHOUSE I.STAT
Da oggi sono a disposizione i risultati
interrogabili di 6 sezioni
del questionario su 9, ad un elevato
livello di dettaglio dimensionale,
settoriale e territoriale.
dati.istat.it
REPORT
Su tematiche specifiche (ad es. nuove tecnologie e occupazione, sostenibilità)
saranno diffusi nei prossimi mesi.
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
Profili delle imprese, punti di forza e di debolezza del sistema produttivo:
1. Il Censimento è in grado di posizionare l’impresa nella trama dei processi decisionali e le strategie,
che determinano le scelte su produzione, innovazione, capitale umano e sulle altre variabili competitive
nel complesso delle relazioni con il contesto.
2. La lettura trasversale delle sezioni tematiche é uno strumento per affrontare con nuove misurazioni alcune
questioni centrali:
• l’effettiva diffusione di schemi di governance manageriali;
• le caratteristiche della transizione digitale e l’interazione con le scelte produttive e l’utilizzo di lavoro;
• il ruolo che le relazioni interaziendali hanno nel compensare le ridotte dimensioni d’impresa;
• le modalità di partecipazione alle catene globali del valore;
• la relazione tra attenzione alla sostenibilità e competitività delle imprese;
• l’individuazione di best profiles di imprese da analizzare ai fini di una crescita complessiva del sistema.
NUOVE RISPOSTE A DOMANDE STRATEGICHE PER IL PAESE
5
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Tra il 2011 e il 2018, calo dell’1,3% delle imprese
(-12mila) e incremento dell’1,3% degli addetti (+160mila).
o Aumento del peso occupazionale delle grandi imprese
(250+ addetti), dal 27% del 2011 al 28,3% del 2018
(era il 26,8% nel 2001).
o Servizi: 70,3% delle imprese (65,6% nel 2011), 64,0%
degli addetti (+5 p.p. rispetto al 2011).
o Settori in espansione occupazionale nel 2011-2018:
115 su 245 (+19% gli addetti, 53,4% il peso sull’occupazione).
Per 76 settori (il 38% degli addetti complessivi), la crescita
percentuale è a due cifre.
o Settori in flessione occupazionale nel 2011-2018: 130 su 245
(-12% il calo di addetti, 46,6% il peso sull’occupazione totale).
Aumento del peso
delle grandi imprese,
riduzione di quello
delle microimprese.
Terziarizzazione dell’apparato
produttivo, ma relativa tenuta
della manifattura.
Forte polarizzazione tra settori
in espansione e settori
in ripiegamento occupazionale.
6
UN SISTEMA IN FATICOSA CRESCITA, CON DIVERGENZE ED ETEROGENEITÀ
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o ll 75,2% delle imprese controllate
da una persona fisica o una famiglia.
o Oltre il 20% delle imprese
è interessato a passaggi
generazionali nel periodo 2013-2023.
o Rilevanti criticità nel trasferimento
di competenze e nell’assenza
di eredi o successori.
o Nel triennio 2016-2018, il 34,6%
delle imprese ha sperimentato
almeno un processo di sviluppo, con
ampie differenze dimensionali.
2016-2018 | LE STRATEGIE DI SVILUPPO:
ANCORA AMPIE LE DIFFERENZE DIMENSIONALI…
7
Imprese che hanno sperimentato processi di sviluppo, per classe di addetti
Anni 2016-2018, valori percentuali
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Modernizzazione Diversificazione Transizione Trasformazione Almeno un processo
3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 adetti e oltre
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o I processi di sviluppo sono diffusi
soprattutto nelle attività ICT (56,4%),
finanziarie (51,5%), sanitarie
e di assistenza (51,4%), istruzione
(48,2%), professionali (46,6%).
o Nella manifattura strategie
di sviluppo hanno riguardato il 42,9%
delle imprese.
o Nel triennio 2016-2018: per il 64,8%
delle imprese investimenti
in formazione, R&S, ICT,
internazionalizzazione ecc.
o La quota sale al 90,7%
per le imprese che hanno avviato
almeno un processo di sviluppo.
… E QUELLE SETTORIALI
8
Imprese che hanno sperimentato processi di sviluppo, per attività economica
Anni 2016-2018, valori percentuali
28,4 10,07 7,43 3,44
L - Attività immobiliari
I - Servizi di alloggio edi ristorazione
S - Altre attività di servizi
B - Estrazione di minerali
F - Costruzioni
H - Trasporto emagazzinaggio
R - Attività artistiche, sportive
G - Commercio all'ingrosso e al dettaglio
N - Noleggio, agenzie di viaggio
E - Fornitura di acqua; gestione dei rifiuti
D - Fornitura di energia elettrica, gas
C - Attività manifatturiere
M - Attività professionali, scientifiche
P - Istruzione
Q - Sanità e assistenza sociale
K - Attività finanziarie e assicurative
J - Servizi di informatica
TOTALE IMPRESE
Modernizzazione Diversificazione Transizione Trasformazione Almeno un processo di sviluppo
19,1
23,2
26,5
27,2
27,3
30,5
32,8
33,7
36,9
40,1
41,5
42,9
46,6
48,2
51,4
51,5
56,4
34,6
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
Obiettivi strategici perseguiti dalle imprese con almeno 10 addetti
Anni 2016-2018, valori percentuali
GLI OBIETTIVI STRATEGICI PERSEGUITI DALLE IMPRESE
TRA CONSOLIDAMENTO, CRESCITA E RIPIEGAMENTO
9
90,4
69,9 68,2
42,4
36,4
25,1
9,9
6,9
1,9
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Difesa
posizione
competitiva
Ampliamento
gamma
Aumento
attività Italia
Nuovi segmenti di
mercato
Attivaz/incremento
collaborazioni
Aumento attività estero Riportare
interno
attività esternalizzate
Ridimensionamento
attività Italia
Ridimensionamamento
attività estero
10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre totale
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI:
PER LE PICCOLE, DIFFICOLTÀ PER LE STRATEGIE PIÙ ESPANSIVE
10
Obiettivi strategici perseguiti dalle imprese con almeno 10 addetti, secondo gli esiti
Anni 2016-2018, valori percentuali
49,2
39,6
28,3 27,0 27,2 28,1
38,9 37,1
29,9
48,9
58,1
63,3 66,1 67,3
60,1
55,5
49,8 64,0
1,9 2,3
8,4 7,0 5,5
11,8
5,7
13,1
6,1
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Difendere la propria
posizione competitiva
Ampliarelagammadi
beni e/o servizi offerti
Aumentare l'attività in
Italia
Accedere a nuovi
segmenti di mercato
Attivare o incrementare
collaborazioni con altre
imprese
Aumentare l'attività
all'estero
Riportare all'interno
attività esternalizzate
Ridimensionare attività
all'estero
Ridimensionare attività
in Italia
Obiettivo raggiunto pienamente Obiettivo raggiunto in parte Obiettivo non raggiunto
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
GLI OSTACOLI PERCEPITI NELL’ACQUISIZIONE DI RISORSE UMANE:
COSTO DEL LAVORO, COMPETENZE E INCERTEZZA
11
Imprese che hanno incontrato ostacoli nell'acquisizione di risorse umane, per classe di addetti
Anni 2016-2018, valori percentuali
0
10
20
30
40
50
60
Costo del lavoro troppo
elevato
Incertezza sulla sostenibilità
futura dei costi delle nuove
risorse
Difficoltà di reperimento di
personale con le competenze
tecniche richieste
Insufficienza di incentivi da
parte dello Stato o difficoltà
ad accedervi
Nessun ostacolo Difficoltà di reperimento di
personale con le competenze
trasversali richieste
Altri ostacoli Mancanza di spazio o altri
problemi logistici
3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Nel 2018 oltre la metà delle imprese
con almeno 3 addetti
(il 52,6%, oltre 540 mila unità)
ha relazioni produttive stabili
con altre aziende o istituzioni.
o Maggiore diffusione tra le imprese
delle Costruzioni (76,9% delle unità),
e tra quelle industriali, dove ne
coinvolgono circa due terzi.
o Le prime 15 province per frequenza
di imprese con relazioni
appartengono tutte a regioni
settentrionali.
UN’AMPIA DIFFUSIONE DELLE RELAZIONI PRODUTTIVE
12
Principali tipologie di relazione tra imprese, per classe di addetti
Anno 2018, valori in percentuale delle imprese con almeno una relazione
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Commessa Subfornitura Accordi formali Accordi informali
3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Agevolare le possibilità di accesso
a nuovi mercati o segmenti
di mercato (per circa il 37%
delle imprese di Industria
e Commercio e il 31% di quelle
di Costruzioni e Terziario).
o Altrettanto diffuse (tra il 30%
e il 35%) le finalità
di riduzione dei costi.
o Le imprese con relazioni presentano
livelli di produttività del lavoro
superiori a quelli delle imprese
“isolate”, con divari più ampi nel caso
delle aziende di minore dimensione.
LE MOTIVAZIONI PRINCIPALI PER L’ATTIVAZIONE DELLE RELAZIONI:
ACCESSO A NUOVI MERCATI E RIDUZIONE DEI COSTI
13
Motivazioni per l’attivazione di relazioni, per macrosettore di attività
Anno 2018, valori in percentuale delle imprese con almeno una relazione
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Riduzione
costi
Sviluppo nuovi
prodotti/processi
Accesso a nuove
competenze/tecnologie
Ricerca
più flessibilità
Accesso a nuovi
mercati/clienti
Internazionalizzazione
Industria insenso stretto Costruzioni Commercio Altri servizi
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Punti di forza: qualità del prodotto
(71% delle imprese), professionalità
del personale (49,1%), prezzo
(35,6%), gamma (20,5%).
o Il prezzo è rilevante soprattutto per le
piccole imprese.
o Per il 74,3% delle imprese capacità
competitiva allineata alla
concorrenza; il 17,4% si dichiara più
competitivo; l’8,3% rileva un gap.
o Sanità, Istruzione, Servizi ICT,
Banche e assicurazioni, Servizi alle
imprese i macrosettori con elevata
percezione netta di competitività.
PER LE IMPRESE IL PRIMO PUNTO DI FORZA COMPETITIVA:
LA QUALITA’ DEL PRODOTTO
14
Percezione della propria posizione competitiva nei confronti dei concorrenti,
per classe di addetti
Anno 2018. Scala sx: valori percentuali; scala dx: punti percentuali
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre Totale
Più forte
In linea
Più debole
% netta (scala dx)
è data dalla
differenza tre
quote di
dichiarazioni
“più forte”
e “più debole”
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Principali ostacoli: oneri
amministrativi e burocratici (33,1%)
e carenza di risorse finanziarie
(29,6%).
o Vincoli finanziari avvertiti soprattutto
dalle microimprese (31,3%).
o Ulteriori ostacoli: carenza di
domanda e contesto
socio-economico poco favorevole
(soprattutto per le imprese di
commercio e terziario).
GLI OSTACOLI ALLA COMPETITIVITÀ:
AMPIE DIFFERENZE PER DIMENSIONE D’IMPRESA
15
Ostacoli alla competitività dell’impresa, per classe di addetti
Anno 2018, valori percentuali
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Carenza
risorse
finanziarie
Limitatezza
informazioni
Contesto
socio-
economico
Burocrazia Carenza
infrastrutture
Carenza
personale
qualificato
Carenza
domanda
Carenza
personale
Carenza
fornitori
Arretratezza
tecnologica
Nessun
ostacolo
3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o L’utilizzo di infrastrutture digitali
giunge a saturazione già tra le
imprese meno digitalizzate; lenta
diffusione di quelle più complesse.
o Il 16,6% ha adottato almeno una
tecnologia tra Internet delle cose,
realtà aumentata o virtuale, analisi
dei Big Data, automazione avanzata,
simulazione e stampa 3D.
o Investimenti attesi tra il 2019 e il
2021: rafforzamento degli
investimenti infrastrutturali (Web,
+13,1%, sicurezza +33,5%).
DUE PROFILI DI DIFFUSIONE DELLE TECNOLOGIE DIGITALI
16
Adozione di tecnologie digitali nelle imprese, per numero di tecnologie adottate
Anni 2016-2018, percentuale di imprese con almeno 10 addetti
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Cloud
SW. gest.
Fibra ottica
4G-5G
IOT
AR-VR
Big Data
Robot
Print 3D
Simulazione
Cyber-Security
Numero di tecnologie adottate
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Circa 100mila imprese
sono attive sulle piattaforme.
o Il relativo volume di attività
è stimabile al 2,4% del fatturato 2018
delle imprese (44 miliardi di euro).
o L’82,9% (circa 24 mila unità)
ha aumentato il proprio fatturato,
grazie alle piattaforme,
di almeno il 10%.
o Elevatissime quote di fatturato
generate dalle piattaforme nei settori
dell’alloggio, trasporto aereo,
agenzie di viaggio. Bassa incidenza
nella ristorazione.
L’UTILIZZO DELLE PIATTAFORME DIGITALI
17
Imprese attive su piattaforme digitali e relativa percentuale di fatturato ottenuto
grazie all’intermediazione delle piattaforme, per settore
Anno 2018, valori percentuali
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Ristorazione
Altri mezzi di trasporto
Altre industriemanifatturiere
Studi di ingegneria
Media digitali
Commercio all'ingrosso
Attività immobiliari
Produzione di bevande
Commercio di autoveicoli
Attività editoriali
Agenzie di viaggio
Trasportoaereo
Alloggio
Fatturato
Imprese
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Autofinanziamento prima fonte,
in crescita rispetto al 2011; segue
il finanziamento bancario (medio-
lungo termine, 33,6%; a breve,
21,2%).
o Aumentano le imprese che ricorrono
all’equity (+1,5 p.p.).
o Finalità dei fondi esterni: liquidità,
investimenti in ampliamento di
capacità e in tecnologie.
o La scelta della fonte non sembra
legata in modo significativo alla
strategia di sviluppo dell’impresa.
IN CRESCITA L’AUTOFINANZIAMENTO, SI RIDUCE L’ESPOSIZIONE BANCARIA
18
Principali fonti di finanziamento tra le imprese
Anni 2011 e 2018, valori percentuali
74,5
33,6
21,2
10,3
8,3
3,7
60,4
42,2
36,0
13,8
8,5
2,2
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Autofinanziamento Credito bancario
med/lungo
Credito bancario a
breve
Leasing/factoring Credito commercialeEquity(mezzi propri)
2018 2011
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Nel 2018 tra le imprese con almeno 10 addetti il 2,8% produce
all’estero almeno parte del proprio output.
o Per la maggioranza di queste imprese (oltre il 65% dei casi),
la delocalizzazione produttiva è avvenuta in forma “leggera”,
cioè solo attraverso la stipula di accordi o contratti
(il 74% nel 2011).
o Il rimanente 35% delle imprese realizza la produzione estera
tramite investimenti diretti (IDE), un’incidenza in aumento di
circa 10 punti percentuali rispetto al 2011.
o IDE: nel 32,7% dei casi la produzione realizzata all’estero attiva
reimportazioni verso l’Italia per usi finali, in particolare dalla
Cina (43,9%); per il 30,5% il paese di insediamento svolge una
funzione di “piattaforma” per esportare in paesi terzi.
Finalità strategiche
della produzione estera
diverse per area di investimento:
accesso a nuovi mercati
per Europa e America,
fattori di costo in gran parte
delle altre aree extra-Ue.
19
L’INTERNAZIONALIZZAZIONE PRODUTTIVA
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Sette imprese su dieci impegnate
in azioni “sostenibili”: dall’ambiente
alla genitorialità.
o Il 66,6% ha svolto azioni per ridurre
l’impatto ambientale, il 69% cerca
di migliorare il benessere lavorativo,
le pari opportunità, la genitorialità
e la conciliazione lavoro-famiglia.
o Il 65% incrementa il livello di
sicurezza all’interno della propria
impresa o nel territorio in cui opera
o La presenza di imprese orientate
alla sostenibilità è elevata anche
tra quelle di piccola dimensione.
PIÙ DIFFUSI I COMPORTAMENTI ORIENTATI
ALLA SOSTENIBILITÀ E ALLA RESPONSABILITÀ
20
Azioni intraprese in materia di sostenibilità, responsabilità e sicurezza
Anno 2018, valori percentuali
66,6 68,9
31,3
29,4
64,8
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Ridurreimpatto
ambientale
Migliorareil benessere
lavorativo
Sostenere o realizzare
iniziative di interesse
collettivo
Sostenere o realizzare
iniziative a beneficio del
tessuto produttivo
Incrementare i livelli
di sicurezza
3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre Totale
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
Approccio metodologico: Factor analysis e clustering
Le imprese sono state classificate in base all’orientamento
in materia di:
• Approccio manageriale
• Investimenti in R&S, Formazione,
Innovazione, Responsabilità sociale,
• Processi di sviluppo aziendale
(differenziazione produttiva,
modernizzazione tecnologica,
introduzione di prodotti nuovi per il mercato)
• Leve competitive (prezzo, qualità, localizzazione,
qualità del personale, flessibilità produttiva)
La competitività e la crescita
di un’impresa dipendono dalla
combinazione di scelte
produttive, organizzative,
tecnologiche, di mercato.
Indicatore del grado di dinamismo
aziendale, strumento statistico
per sintetizzare la complessità
delle scelte, calcolato
su due sottoinsiemi:
• Imprese con 10 e più addetti
(210mila)
• Microimprese (820mila).
UN PRIMO QUADRO D’INSIEME:
LE IMPRESE CLASSIFICATE IN BASE AL GRADO DI DINAMISMO
21
5 classi
di dinamismo:
o basso
o medio-basso
o medio
o medio-alto
o alto
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Le imprese ad alto dinamismo sono
36mila (il 17% del totale),
pesano per il 39,9% degli addetti
e il 52,3% del valore aggiunto).
o Quelle a medio dinamismo sono
58mila (pesano rispettivamente
per il 27,6%, 26,9% e 24,7%).
o Il segmento a basso dinamismo
comprende 118mila unità
(17%, 39,9% e 52,3%).
FOCUS SULLE IMPRESE CON 10 E PIÙ ADDETTI:
DUE IMPRESE SU DIECI CLASSIFICABILI COME ALTAMENTE DINAMICHE
22
Imprese in base al «grado di dinamismo»: quote di imprese, addetti e valore aggiunto
Anno 2018, valori percentuali
0
10
20
30
40
50
60
Basso Medio Alto
Imprese Addetti Valore aggiunto
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Dimensioni: la presenza di imprese ad alto dinamismo cresce
regolarmente con la dimensione, passando dal 12,6% delle
imprese con 10-19 addetti al 55% delle grandi imprese.
o Settori: quote superiori al 40% nei comparti finanziari e
assicurativi, nei servizi ICT, nelle TLC, nell’industria
farmaceutica, elettronica….
o Regioni: Lombardia, Piemonte e Lazio le regioni con quote pari
a circa il 20%, a breve distanza Val d’Aosta, Veneto e Emilia-
Romagna.
o Province: Milano, Bologna, Torino, Pordenone, Vicenza,
Treviso, Roma.
La presenza relativa
di imprese ad alto dinamismo
per dimensione, settore e territorio
23
FOCUS SULLE IMPRESE CON 10 E PIÙ ADDETTI:
IMPRESE AD ALTO DINAMISMO PER DIMENSIONE, SETTORE E TERRITORIO
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o In tutte le classi dimensionali,
la produttività del lavoro aumenta
con il grado di dinamismo
dell’impresa.
o La produttività delle piccole imprese
ad alto dinamismo supera quella
delle imprese a basso e medio
dinamismo delle classi superiori.
o Tendenza verificata anche sulla base
della presenza delle imprese dei
diversi profili nella fascia di unità ad
alta produttività in ciascun incrocio
settore-dimensione (1.500 celle).
FOCUS SULLE IMPRESE CON 10 E PIÙ ADDETTI:
DINAMISMO DELLE IMPRESE E PERFORMANCE ECONOMICA
24
Produttività del lavoro delle imprese in base al «grado di dinamismo», per classe di addetti
Anno 2017, valori in euro
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
10-19 addetti 20-49 addetti 50-99 addetti 100-249addetti 250 addetti e oltre
Basso Medio-basso Medio Medio-alto Alto
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
o Occupazione: crescita più intensa
all’aumentare del grado
di dinamismo nelle imprese,
ma solo nelle imprese con meno
di 100 addetti.
o Fatturato, valore aggiunto
e produttività: crescita più intensa
all’aumentare del grado di
dinamismo, in tutte le classi
dimensionali.
o Differenziali di crescita a favore delle
imprese con un profilo di alto
dinamismo molto ampi, soprattutto
nelle piccole imprese.
FOCUS SULLE IMPRESE CON 10 E PIÙ ADDETTI:
DINAMISMO DELLE IMPRESE E CRESCITA
25
Variazione mediana della produttività del lavoro delle imprese in base
al «grado di dinamismo», per classe di addetti
Anni 2016-2017, valori percentuali
-0,5
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
10-19 addetti 20-49 addetti 50-99 addetti 100-249addetti 250 addettie oltre
Basso Medio Alto
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
FOCUS SULLE MICROIMPRESE (CON MENO DI 10 ADDETTI)
Imprese in base al «grado di dinamismo»:
produttività e quote di imprese, addetti e valore aggiunto
Anno 2018. Scala sx: valori percentuali; scala dx: produttività in euro
Per le microimprese adottato un approccio semplificato
al calcolo dell’indicatore di dinamismo
o Le microimprese ad «alto dinamismo» sono
257mila (il 27% del totale), pesano per il 25%
degli addetti e il 22% del valore aggiunto).
o Quelle a «medio dinamismo» sono 340mila
e pesano per il 41,5%, 40,6%, 36,3%.
o Il segmento a «basso dinamismo» comprende
223mila unità (31,3%, 34,2% e 41,6%).
o Al dinamismo strategico corrisponde una dinamica
più vivace della produttività: nel 2016-17, +1,2%
per una impresa a basso dinamismo su due;
+2,2% per quelle a medio, +4,4 per quelle ad alto.
26
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Basso Medio Alto
Imprese Addetti Valore aggiunto (Mln euro) Produttività mediana
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
La rilevazione delle strategie e degli obiettivi delle imprese formano un quadro
che integra quello (più noto) strutturale:
1. In un contesto che conferma la persistenza di ampi segmenti di imprese statiche, emergono
comportamenti orientati allo sviluppo che accomunano imprese di diverse dimensioni,
settori e territori.
2. Questa sorta di «dinamismo accessibile» permette alle piccole imprese di avere risultati
economici e crescita produttiva e occupazionale compensando almeno in parte i limiti derivanti
dalla loro dimensione limitata.
IN CONCLUSIONE
27
I risultati che presentiamo oggi possono essere utili ad orientare strategie e politiche di stimolo e sostegno selettivi
al sistema delle imprese italiano nella difficile transizione verso profili più competitivi.
Il Censimento permanente delle imprese continuerà a monitorare l’evoluzione dell’apparato produttivo del Paese e a offrire
supporto informativo per valutare gli effetti delle politiche.
MILANO | 7 FEBBRAIO 2020
Roberto Monducci
Istat | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica

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R. Monducci, Nuove misurazioni della struttura, comportamenti e strategie delle imprese italiane

  • 1. IMPRESE CHE GUARDANO AL FUTURO TRA OPPORTUNITÀ E NUOVE SFIDE I PRIMI RISULTATI DEL CENSIMENTO PERMANENTE 2019 MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 Nuove misurazioni della struttura, comportamenti e strategie delle imprese italiane Roberto Monducci Istat | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica
  • 2. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 1. I driver di competitività di una economia moderna rendono più dinamico e complesso il contesto nel quale operano le imprese. 2. La competitività di un sistema produttivo frammentato come quello italiano va misurata tenendo conto della molteplicità dei fattori rilevanti da considerare e della loro interazione. 3. Per cogliere le dinamiche “profonde” di un sistema economico e individuare policy in grado di indirizzarlo su sentieri stabili di crescita, occorrono informazioni statistiche che coniughino qualità e rilevanza in un contesto multidimensionale capace di misurare in modo coerente struttura e dinamica del sistema. LA NUOVA DOMANDA DI INFORMAZIONE STATISTICA SULLE IMPRESE 1
  • 3. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 Il nuovo approccio dell’Istat al censimento delle imprese può rappresentare una risposta a queste esigenze informative UNA NUOVA INFRASTRUTTURA DI MISURAZIONE STATISTICA Creazione di una nuova generazione di basi di dati (registri statistici) sulla struttura e la performance delle imprese, con uso massivo di dati amministrativi e fiscali (dati annuali in prevalenza quantitativi su tutte le imprese, le unità locali e su tutti i lavoratori) Indagini censuarie multiscopo di grandi dimensioni sulle strategie delle imprese (dati a cadenza triennale su ampi campioni di imprese: 280mila unità) DUE PILASTRI L’uso combinato dei due pilastri consente di disporre di un quadro informativo completo sulle imprese italiane, in un contesto pienamente coerente con le misurazioni di carattere macroeconomico 1 2 2
  • 4. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 I punti di forza del Censimento permanente: 1. L’indagine diretta raccoglie informazioni in modo trasversale su tutti i principali ambiti strategici delle imprese (genesi delle decisioni, scelte organizzative, gestione del personale, relazioni con fornitori, clienti, finanziatori ecc.). 2. I risultati sono integrabili con i registri statistici, fornendo un quadro completo su struttura, comportamenti e risultati su tutte le imprese attive in Italia. 3. Il nuovo Censimento permette di monitorare nel tempo l’evoluzione dei profili strategici e imprenditoriali e fenomeni emergenti ad un elevato livello di granularità settoriale – fino a settori a 4 cifre Ateco, dimensionale – numerosi classi, territoriale – fino alla provincia. I VANTAGGI INFORMATIVI DEL CENSIMENTO PERMANENTE 3 CAMPIONE DI CIRCA 280.000 IMPRESE CON 3 O PIÙ ADDETTI, RAPPRESENTATIVE DI UN UNIVERSO DI POCO PIÙ DI UN MILIONE DI UNITÀ, RAPPRESENTATIVO DEL 24,0% DELLE IMPRESE ITALIANE, CHE PRODUCONO PERÒ L’84,4% DEL VALORE AGGIUNTO, IMPIEGANO IL 76,7% DEGLI ADDETTI (12,7 MILIONI) E IL 91,3% DEI DIPENDENTI
  • 5. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 LA STRATEGIA DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI MICRODATI A FINI DI RICERCA Presso il laboratorio ADELE, accessibile a livello regionale, sarà resa disponibile la base di microdati della rilevazione censuaria, integrata con le informazioni su struttura e performance delle imprese ed altre informazioni rilevanti contenute nel Sistema Integrato dei Registri dell’Istat. 4 DATAWAREHOUSE I.STAT Da oggi sono a disposizione i risultati interrogabili di 6 sezioni del questionario su 9, ad un elevato livello di dettaglio dimensionale, settoriale e territoriale. dati.istat.it REPORT Su tematiche specifiche (ad es. nuove tecnologie e occupazione, sostenibilità) saranno diffusi nei prossimi mesi.
  • 6. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 Profili delle imprese, punti di forza e di debolezza del sistema produttivo: 1. Il Censimento è in grado di posizionare l’impresa nella trama dei processi decisionali e le strategie, che determinano le scelte su produzione, innovazione, capitale umano e sulle altre variabili competitive nel complesso delle relazioni con il contesto. 2. La lettura trasversale delle sezioni tematiche é uno strumento per affrontare con nuove misurazioni alcune questioni centrali: • l’effettiva diffusione di schemi di governance manageriali; • le caratteristiche della transizione digitale e l’interazione con le scelte produttive e l’utilizzo di lavoro; • il ruolo che le relazioni interaziendali hanno nel compensare le ridotte dimensioni d’impresa; • le modalità di partecipazione alle catene globali del valore; • la relazione tra attenzione alla sostenibilità e competitività delle imprese; • l’individuazione di best profiles di imprese da analizzare ai fini di una crescita complessiva del sistema. NUOVE RISPOSTE A DOMANDE STRATEGICHE PER IL PAESE 5
  • 7. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Tra il 2011 e il 2018, calo dell’1,3% delle imprese (-12mila) e incremento dell’1,3% degli addetti (+160mila). o Aumento del peso occupazionale delle grandi imprese (250+ addetti), dal 27% del 2011 al 28,3% del 2018 (era il 26,8% nel 2001). o Servizi: 70,3% delle imprese (65,6% nel 2011), 64,0% degli addetti (+5 p.p. rispetto al 2011). o Settori in espansione occupazionale nel 2011-2018: 115 su 245 (+19% gli addetti, 53,4% il peso sull’occupazione). Per 76 settori (il 38% degli addetti complessivi), la crescita percentuale è a due cifre. o Settori in flessione occupazionale nel 2011-2018: 130 su 245 (-12% il calo di addetti, 46,6% il peso sull’occupazione totale). Aumento del peso delle grandi imprese, riduzione di quello delle microimprese. Terziarizzazione dell’apparato produttivo, ma relativa tenuta della manifattura. Forte polarizzazione tra settori in espansione e settori in ripiegamento occupazionale. 6 UN SISTEMA IN FATICOSA CRESCITA, CON DIVERGENZE ED ETEROGENEITÀ
  • 8. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o ll 75,2% delle imprese controllate da una persona fisica o una famiglia. o Oltre il 20% delle imprese è interessato a passaggi generazionali nel periodo 2013-2023. o Rilevanti criticità nel trasferimento di competenze e nell’assenza di eredi o successori. o Nel triennio 2016-2018, il 34,6% delle imprese ha sperimentato almeno un processo di sviluppo, con ampie differenze dimensionali. 2016-2018 | LE STRATEGIE DI SVILUPPO: ANCORA AMPIE LE DIFFERENZE DIMENSIONALI… 7 Imprese che hanno sperimentato processi di sviluppo, per classe di addetti Anni 2016-2018, valori percentuali 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Modernizzazione Diversificazione Transizione Trasformazione Almeno un processo 3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 adetti e oltre
  • 9. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o I processi di sviluppo sono diffusi soprattutto nelle attività ICT (56,4%), finanziarie (51,5%), sanitarie e di assistenza (51,4%), istruzione (48,2%), professionali (46,6%). o Nella manifattura strategie di sviluppo hanno riguardato il 42,9% delle imprese. o Nel triennio 2016-2018: per il 64,8% delle imprese investimenti in formazione, R&S, ICT, internazionalizzazione ecc. o La quota sale al 90,7% per le imprese che hanno avviato almeno un processo di sviluppo. … E QUELLE SETTORIALI 8 Imprese che hanno sperimentato processi di sviluppo, per attività economica Anni 2016-2018, valori percentuali 28,4 10,07 7,43 3,44 L - Attività immobiliari I - Servizi di alloggio edi ristorazione S - Altre attività di servizi B - Estrazione di minerali F - Costruzioni H - Trasporto emagazzinaggio R - Attività artistiche, sportive G - Commercio all'ingrosso e al dettaglio N - Noleggio, agenzie di viaggio E - Fornitura di acqua; gestione dei rifiuti D - Fornitura di energia elettrica, gas C - Attività manifatturiere M - Attività professionali, scientifiche P - Istruzione Q - Sanità e assistenza sociale K - Attività finanziarie e assicurative J - Servizi di informatica TOTALE IMPRESE Modernizzazione Diversificazione Transizione Trasformazione Almeno un processo di sviluppo 19,1 23,2 26,5 27,2 27,3 30,5 32,8 33,7 36,9 40,1 41,5 42,9 46,6 48,2 51,4 51,5 56,4 34,6
  • 10. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 Obiettivi strategici perseguiti dalle imprese con almeno 10 addetti Anni 2016-2018, valori percentuali GLI OBIETTIVI STRATEGICI PERSEGUITI DALLE IMPRESE TRA CONSOLIDAMENTO, CRESCITA E RIPIEGAMENTO 9 90,4 69,9 68,2 42,4 36,4 25,1 9,9 6,9 1,9 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Difesa posizione competitiva Ampliamento gamma Aumento attività Italia Nuovi segmenti di mercato Attivaz/incremento collaborazioni Aumento attività estero Riportare interno attività esternalizzate Ridimensionamento attività Italia Ridimensionamamento attività estero 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre totale
  • 11. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI: PER LE PICCOLE, DIFFICOLTÀ PER LE STRATEGIE PIÙ ESPANSIVE 10 Obiettivi strategici perseguiti dalle imprese con almeno 10 addetti, secondo gli esiti Anni 2016-2018, valori percentuali 49,2 39,6 28,3 27,0 27,2 28,1 38,9 37,1 29,9 48,9 58,1 63,3 66,1 67,3 60,1 55,5 49,8 64,0 1,9 2,3 8,4 7,0 5,5 11,8 5,7 13,1 6,1 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Difendere la propria posizione competitiva Ampliarelagammadi beni e/o servizi offerti Aumentare l'attività in Italia Accedere a nuovi segmenti di mercato Attivare o incrementare collaborazioni con altre imprese Aumentare l'attività all'estero Riportare all'interno attività esternalizzate Ridimensionare attività all'estero Ridimensionare attività in Italia Obiettivo raggiunto pienamente Obiettivo raggiunto in parte Obiettivo non raggiunto
  • 12. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 GLI OSTACOLI PERCEPITI NELL’ACQUISIZIONE DI RISORSE UMANE: COSTO DEL LAVORO, COMPETENZE E INCERTEZZA 11 Imprese che hanno incontrato ostacoli nell'acquisizione di risorse umane, per classe di addetti Anni 2016-2018, valori percentuali 0 10 20 30 40 50 60 Costo del lavoro troppo elevato Incertezza sulla sostenibilità futura dei costi delle nuove risorse Difficoltà di reperimento di personale con le competenze tecniche richieste Insufficienza di incentivi da parte dello Stato o difficoltà ad accedervi Nessun ostacolo Difficoltà di reperimento di personale con le competenze trasversali richieste Altri ostacoli Mancanza di spazio o altri problemi logistici 3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre
  • 13. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Nel 2018 oltre la metà delle imprese con almeno 3 addetti (il 52,6%, oltre 540 mila unità) ha relazioni produttive stabili con altre aziende o istituzioni. o Maggiore diffusione tra le imprese delle Costruzioni (76,9% delle unità), e tra quelle industriali, dove ne coinvolgono circa due terzi. o Le prime 15 province per frequenza di imprese con relazioni appartengono tutte a regioni settentrionali. UN’AMPIA DIFFUSIONE DELLE RELAZIONI PRODUTTIVE 12 Principali tipologie di relazione tra imprese, per classe di addetti Anno 2018, valori in percentuale delle imprese con almeno una relazione 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Commessa Subfornitura Accordi formali Accordi informali 3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre
  • 14. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Agevolare le possibilità di accesso a nuovi mercati o segmenti di mercato (per circa il 37% delle imprese di Industria e Commercio e il 31% di quelle di Costruzioni e Terziario). o Altrettanto diffuse (tra il 30% e il 35%) le finalità di riduzione dei costi. o Le imprese con relazioni presentano livelli di produttività del lavoro superiori a quelli delle imprese “isolate”, con divari più ampi nel caso delle aziende di minore dimensione. LE MOTIVAZIONI PRINCIPALI PER L’ATTIVAZIONE DELLE RELAZIONI: ACCESSO A NUOVI MERCATI E RIDUZIONE DEI COSTI 13 Motivazioni per l’attivazione di relazioni, per macrosettore di attività Anno 2018, valori in percentuale delle imprese con almeno una relazione 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Riduzione costi Sviluppo nuovi prodotti/processi Accesso a nuove competenze/tecnologie Ricerca più flessibilità Accesso a nuovi mercati/clienti Internazionalizzazione Industria insenso stretto Costruzioni Commercio Altri servizi
  • 15. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Punti di forza: qualità del prodotto (71% delle imprese), professionalità del personale (49,1%), prezzo (35,6%), gamma (20,5%). o Il prezzo è rilevante soprattutto per le piccole imprese. o Per il 74,3% delle imprese capacità competitiva allineata alla concorrenza; il 17,4% si dichiara più competitivo; l’8,3% rileva un gap. o Sanità, Istruzione, Servizi ICT, Banche e assicurazioni, Servizi alle imprese i macrosettori con elevata percezione netta di competitività. PER LE IMPRESE IL PRIMO PUNTO DI FORZA COMPETITIVA: LA QUALITA’ DEL PRODOTTO 14 Percezione della propria posizione competitiva nei confronti dei concorrenti, per classe di addetti Anno 2018. Scala sx: valori percentuali; scala dx: punti percentuali 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre Totale Più forte In linea Più debole % netta (scala dx) è data dalla differenza tre quote di dichiarazioni “più forte” e “più debole”
  • 16. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Principali ostacoli: oneri amministrativi e burocratici (33,1%) e carenza di risorse finanziarie (29,6%). o Vincoli finanziari avvertiti soprattutto dalle microimprese (31,3%). o Ulteriori ostacoli: carenza di domanda e contesto socio-economico poco favorevole (soprattutto per le imprese di commercio e terziario). GLI OSTACOLI ALLA COMPETITIVITÀ: AMPIE DIFFERENZE PER DIMENSIONE D’IMPRESA 15 Ostacoli alla competitività dell’impresa, per classe di addetti Anno 2018, valori percentuali 0 5 10 15 20 25 30 35 40 Carenza risorse finanziarie Limitatezza informazioni Contesto socio- economico Burocrazia Carenza infrastrutture Carenza personale qualificato Carenza domanda Carenza personale Carenza fornitori Arretratezza tecnologica Nessun ostacolo 3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre
  • 17. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o L’utilizzo di infrastrutture digitali giunge a saturazione già tra le imprese meno digitalizzate; lenta diffusione di quelle più complesse. o Il 16,6% ha adottato almeno una tecnologia tra Internet delle cose, realtà aumentata o virtuale, analisi dei Big Data, automazione avanzata, simulazione e stampa 3D. o Investimenti attesi tra il 2019 e il 2021: rafforzamento degli investimenti infrastrutturali (Web, +13,1%, sicurezza +33,5%). DUE PROFILI DI DIFFUSIONE DELLE TECNOLOGIE DIGITALI 16 Adozione di tecnologie digitali nelle imprese, per numero di tecnologie adottate Anni 2016-2018, percentuale di imprese con almeno 10 addetti 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Cloud SW. gest. Fibra ottica 4G-5G IOT AR-VR Big Data Robot Print 3D Simulazione Cyber-Security Numero di tecnologie adottate
  • 18. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Circa 100mila imprese sono attive sulle piattaforme. o Il relativo volume di attività è stimabile al 2,4% del fatturato 2018 delle imprese (44 miliardi di euro). o L’82,9% (circa 24 mila unità) ha aumentato il proprio fatturato, grazie alle piattaforme, di almeno il 10%. o Elevatissime quote di fatturato generate dalle piattaforme nei settori dell’alloggio, trasporto aereo, agenzie di viaggio. Bassa incidenza nella ristorazione. L’UTILIZZO DELLE PIATTAFORME DIGITALI 17 Imprese attive su piattaforme digitali e relativa percentuale di fatturato ottenuto grazie all’intermediazione delle piattaforme, per settore Anno 2018, valori percentuali 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Ristorazione Altri mezzi di trasporto Altre industriemanifatturiere Studi di ingegneria Media digitali Commercio all'ingrosso Attività immobiliari Produzione di bevande Commercio di autoveicoli Attività editoriali Agenzie di viaggio Trasportoaereo Alloggio Fatturato Imprese
  • 19. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Autofinanziamento prima fonte, in crescita rispetto al 2011; segue il finanziamento bancario (medio- lungo termine, 33,6%; a breve, 21,2%). o Aumentano le imprese che ricorrono all’equity (+1,5 p.p.). o Finalità dei fondi esterni: liquidità, investimenti in ampliamento di capacità e in tecnologie. o La scelta della fonte non sembra legata in modo significativo alla strategia di sviluppo dell’impresa. IN CRESCITA L’AUTOFINANZIAMENTO, SI RIDUCE L’ESPOSIZIONE BANCARIA 18 Principali fonti di finanziamento tra le imprese Anni 2011 e 2018, valori percentuali 74,5 33,6 21,2 10,3 8,3 3,7 60,4 42,2 36,0 13,8 8,5 2,2 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Autofinanziamento Credito bancario med/lungo Credito bancario a breve Leasing/factoring Credito commercialeEquity(mezzi propri) 2018 2011
  • 20. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Nel 2018 tra le imprese con almeno 10 addetti il 2,8% produce all’estero almeno parte del proprio output. o Per la maggioranza di queste imprese (oltre il 65% dei casi), la delocalizzazione produttiva è avvenuta in forma “leggera”, cioè solo attraverso la stipula di accordi o contratti (il 74% nel 2011). o Il rimanente 35% delle imprese realizza la produzione estera tramite investimenti diretti (IDE), un’incidenza in aumento di circa 10 punti percentuali rispetto al 2011. o IDE: nel 32,7% dei casi la produzione realizzata all’estero attiva reimportazioni verso l’Italia per usi finali, in particolare dalla Cina (43,9%); per il 30,5% il paese di insediamento svolge una funzione di “piattaforma” per esportare in paesi terzi. Finalità strategiche della produzione estera diverse per area di investimento: accesso a nuovi mercati per Europa e America, fattori di costo in gran parte delle altre aree extra-Ue. 19 L’INTERNAZIONALIZZAZIONE PRODUTTIVA
  • 21. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Sette imprese su dieci impegnate in azioni “sostenibili”: dall’ambiente alla genitorialità. o Il 66,6% ha svolto azioni per ridurre l’impatto ambientale, il 69% cerca di migliorare il benessere lavorativo, le pari opportunità, la genitorialità e la conciliazione lavoro-famiglia. o Il 65% incrementa il livello di sicurezza all’interno della propria impresa o nel territorio in cui opera o La presenza di imprese orientate alla sostenibilità è elevata anche tra quelle di piccola dimensione. PIÙ DIFFUSI I COMPORTAMENTI ORIENTATI ALLA SOSTENIBILITÀ E ALLA RESPONSABILITÀ 20 Azioni intraprese in materia di sostenibilità, responsabilità e sicurezza Anno 2018, valori percentuali 66,6 68,9 31,3 29,4 64,8 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Ridurreimpatto ambientale Migliorareil benessere lavorativo Sostenere o realizzare iniziative di interesse collettivo Sostenere o realizzare iniziative a beneficio del tessuto produttivo Incrementare i livelli di sicurezza 3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre Totale
  • 22. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 Approccio metodologico: Factor analysis e clustering Le imprese sono state classificate in base all’orientamento in materia di: • Approccio manageriale • Investimenti in R&S, Formazione, Innovazione, Responsabilità sociale, • Processi di sviluppo aziendale (differenziazione produttiva, modernizzazione tecnologica, introduzione di prodotti nuovi per il mercato) • Leve competitive (prezzo, qualità, localizzazione, qualità del personale, flessibilità produttiva) La competitività e la crescita di un’impresa dipendono dalla combinazione di scelte produttive, organizzative, tecnologiche, di mercato. Indicatore del grado di dinamismo aziendale, strumento statistico per sintetizzare la complessità delle scelte, calcolato su due sottoinsiemi: • Imprese con 10 e più addetti (210mila) • Microimprese (820mila). UN PRIMO QUADRO D’INSIEME: LE IMPRESE CLASSIFICATE IN BASE AL GRADO DI DINAMISMO 21 5 classi di dinamismo: o basso o medio-basso o medio o medio-alto o alto
  • 23. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Le imprese ad alto dinamismo sono 36mila (il 17% del totale), pesano per il 39,9% degli addetti e il 52,3% del valore aggiunto). o Quelle a medio dinamismo sono 58mila (pesano rispettivamente per il 27,6%, 26,9% e 24,7%). o Il segmento a basso dinamismo comprende 118mila unità (17%, 39,9% e 52,3%). FOCUS SULLE IMPRESE CON 10 E PIÙ ADDETTI: DUE IMPRESE SU DIECI CLASSIFICABILI COME ALTAMENTE DINAMICHE 22 Imprese in base al «grado di dinamismo»: quote di imprese, addetti e valore aggiunto Anno 2018, valori percentuali 0 10 20 30 40 50 60 Basso Medio Alto Imprese Addetti Valore aggiunto
  • 24. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Dimensioni: la presenza di imprese ad alto dinamismo cresce regolarmente con la dimensione, passando dal 12,6% delle imprese con 10-19 addetti al 55% delle grandi imprese. o Settori: quote superiori al 40% nei comparti finanziari e assicurativi, nei servizi ICT, nelle TLC, nell’industria farmaceutica, elettronica…. o Regioni: Lombardia, Piemonte e Lazio le regioni con quote pari a circa il 20%, a breve distanza Val d’Aosta, Veneto e Emilia- Romagna. o Province: Milano, Bologna, Torino, Pordenone, Vicenza, Treviso, Roma. La presenza relativa di imprese ad alto dinamismo per dimensione, settore e territorio 23 FOCUS SULLE IMPRESE CON 10 E PIÙ ADDETTI: IMPRESE AD ALTO DINAMISMO PER DIMENSIONE, SETTORE E TERRITORIO
  • 25. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o In tutte le classi dimensionali, la produttività del lavoro aumenta con il grado di dinamismo dell’impresa. o La produttività delle piccole imprese ad alto dinamismo supera quella delle imprese a basso e medio dinamismo delle classi superiori. o Tendenza verificata anche sulla base della presenza delle imprese dei diversi profili nella fascia di unità ad alta produttività in ciascun incrocio settore-dimensione (1.500 celle). FOCUS SULLE IMPRESE CON 10 E PIÙ ADDETTI: DINAMISMO DELLE IMPRESE E PERFORMANCE ECONOMICA 24 Produttività del lavoro delle imprese in base al «grado di dinamismo», per classe di addetti Anno 2017, valori in euro 0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 10-19 addetti 20-49 addetti 50-99 addetti 100-249addetti 250 addetti e oltre Basso Medio-basso Medio Medio-alto Alto
  • 26. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 o Occupazione: crescita più intensa all’aumentare del grado di dinamismo nelle imprese, ma solo nelle imprese con meno di 100 addetti. o Fatturato, valore aggiunto e produttività: crescita più intensa all’aumentare del grado di dinamismo, in tutte le classi dimensionali. o Differenziali di crescita a favore delle imprese con un profilo di alto dinamismo molto ampi, soprattutto nelle piccole imprese. FOCUS SULLE IMPRESE CON 10 E PIÙ ADDETTI: DINAMISMO DELLE IMPRESE E CRESCITA 25 Variazione mediana della produttività del lavoro delle imprese in base al «grado di dinamismo», per classe di addetti Anni 2016-2017, valori percentuali -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 10-19 addetti 20-49 addetti 50-99 addetti 100-249addetti 250 addettie oltre Basso Medio Alto
  • 27. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 FOCUS SULLE MICROIMPRESE (CON MENO DI 10 ADDETTI) Imprese in base al «grado di dinamismo»: produttività e quote di imprese, addetti e valore aggiunto Anno 2018. Scala sx: valori percentuali; scala dx: produttività in euro Per le microimprese adottato un approccio semplificato al calcolo dell’indicatore di dinamismo o Le microimprese ad «alto dinamismo» sono 257mila (il 27% del totale), pesano per il 25% degli addetti e il 22% del valore aggiunto). o Quelle a «medio dinamismo» sono 340mila e pesano per il 41,5%, 40,6%, 36,3%. o Il segmento a «basso dinamismo» comprende 223mila unità (31,3%, 34,2% e 41,6%). o Al dinamismo strategico corrisponde una dinamica più vivace della produttività: nel 2016-17, +1,2% per una impresa a basso dinamismo su due; +2,2% per quelle a medio, +4,4 per quelle ad alto. 26 0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 Basso Medio Alto Imprese Addetti Valore aggiunto (Mln euro) Produttività mediana
  • 28. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 La rilevazione delle strategie e degli obiettivi delle imprese formano un quadro che integra quello (più noto) strutturale: 1. In un contesto che conferma la persistenza di ampi segmenti di imprese statiche, emergono comportamenti orientati allo sviluppo che accomunano imprese di diverse dimensioni, settori e territori. 2. Questa sorta di «dinamismo accessibile» permette alle piccole imprese di avere risultati economici e crescita produttiva e occupazionale compensando almeno in parte i limiti derivanti dalla loro dimensione limitata. IN CONCLUSIONE 27 I risultati che presentiamo oggi possono essere utili ad orientare strategie e politiche di stimolo e sostegno selettivi al sistema delle imprese italiano nella difficile transizione verso profili più competitivi. Il Censimento permanente delle imprese continuerà a monitorare l’evoluzione dell’apparato produttivo del Paese e a offrire supporto informativo per valutare gli effetti delle politiche.
  • 29. MILANO | 7 FEBBRAIO 2020 Roberto Monducci Istat | Direttore del Dipartimento per la produzione statistica