Introduzione al concetto della gestione del magazzino. Definizione di magazzino e di magazzino nell'era social. Gli obbiettivi di magazzino, il magazzino nella pratica. Definizione di merci, materie prime, semilavorati e prodotti finiti. le rimanenze di magazzino nel bilancio. Il magazzino nel budget aziendale.
Gestione Magazzino parte II: Magazzino e Logisticaremo luzi
La gestione del magazzino e logistica aziendale. Imballi primari, imballi secondari e terziari. Le tipologie di aziende per il magazzino, le classificazioni delle scorte, caratteristiche del magazzino, le zone del magazzino, attività e costi.
Gestione magazzino - parte IV: il magazzino fisicoremo luzi
Suggerimenti operativi, modelli, il prelievo, forme di picking, identificazione, sistemi di stoccaggio, movimentazione. Errori comuni nella gestione del magazzinoi
Gestione magazzino - parte III. Analisi delle scorteremo luzi
Il livello di servizio. Ciclo di vita del prodotto. La scorta, indice di rotazione, analisi ABC, costi delle scorte, lotto economico di acquisto, livello di riordino, scorta di sicurezza.
supply chain management, logistica integrata, gestione del magazzino nel settore mercantile e industriale, la catena del valore, esempi della catena del valore
Introduzione al concetto della gestione del magazzino. Definizione di magazzino e di magazzino nell'era social. Gli obbiettivi di magazzino, il magazzino nella pratica. Definizione di merci, materie prime, semilavorati e prodotti finiti. le rimanenze di magazzino nel bilancio. Il magazzino nel budget aziendale.
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Spedizioni: Organizzazione delle spedizioni, schema, documenti di accompagnamento, procedure e tecniche, dogana, imballaggio, bolla di accompagnamento, fattura differita
Ottimizzare i flussi dei materiali: logistica interna e distributivaForema
La logistica industriale e distributiva è l’insieme di tecniche, metodologie, strumenti, risorse e infrastrutture impiegati nella gestione del flusso fisico di materiali e prodotti e del flusso informativo correlato.
La catena logistica comprende: logistica in entrata (attività d’interfaccia con la funzione approvvigionamenti), logistica interna (gestione del flusso dei materiali in lavorazione che assicura la tempestiva ed economica utilizzazione nelle fasi produttive, fino alla collocazione nel magazzino relativo), logistica in uscita (attività d’interfaccia col Marketing e con le Vendite, progettando: il sistema di ricezione/evasione degli ordini; la gestione del magazzino prodotti finiti; le modalità di trasporto ai magazzini periferici e/o ai clienti finali).
Le slides dell'incontro del 9 aprile 2015 ad Este – sede di Confindustria. Relatore: Ing. Andrea Payaro
Supply Chain Management: gestire la catena di distribuzioneForema
La gestione della catena di distribuzione riguarda diverse attività logistiche delle aziende, con l'obiettivo di controllare le prestazioni e migliorarne l'efficienza. Rappresenta un sistematico e strategico coordinamento delle tradizionali funzioni aziendali e delle tattiche prima all’interno di ogni azienda e poi lungo i vari membri della catena di distribuzione con l’obiettivo di migliorare le prestazioni di lungo periodo dei singoli membri e dell’intera catena.
La SCM riconosce che l'integrazione limitata all'interno della azienda non è più sufficiente: oggi è diventato necessario ed indispensabile il coinvolgimento anche della rete di imprese che si trovano a monte e a valle nei processi e nelle attività che producono valore in termini di prodotti e servizi al consumatore finale.
Le aziende non possono più essere viste come unità singole ma come configurazioni-costellazioni di imprese nella classica forma reticolare con nodi interrelati ad altri (rapporti tra imprese e clienti), nelle complesse operazioni di produzione e vendita con l'obiettivo di raggiungere il "focus" della attività aziendale che è quello di soddisfare le esigenze del cliente.
Obiettivo dell’incontro è approfondire la gestione operativa di un'azienda industriale (dagli ordini cliente fino alla spedizione del prodotto, passando per la produzione, la gestione dei magazzini, le politiche di acquisto e delle scorte), evidenziando come la gestione della catena di distribuzione miri a costruire ed ottimizzare i legami ed il coordinamento tra fornitori, clienti e distribuzione.
La logistica integrata in Italia.
Una ricerca di mercato sui servizi logistici in Italia, con un focus sul mercato laziale.
• Il concetto di logistica
• Evoluzione della logistica dagli anni ’50 ad oggi
• La logistica in outsourcing: fattori di competitività
• Esempi italiani
• Ambiti di attività
• Gli operatori della logistica
• La gestione del magazzino
• La domanda di logistica in Italia
• L’offerta di logistica in Itala
• Focus sul Lazio e la Provincia di Roma
• Scenari futuri del mercato italiano
• La logistica sostenibile
• Il ruolo delle risorse umane
• I leader di mercato in Italia (Ceva Logistics, Saima Avandero)
• I principali player nell’archiviazione e gestione elettronica documenti nella Provincia di Roma (Bucap e New Team Work)
• Case study: CIFA Spa
Space management e Visual Merchandising in ambito Retail (by Fabio Bullita)Fabio Bullita
Pratiche di Visual Merchandising tipiche di una rete vendita di medie/grandi dimensioni, applicate con l'obbiettivo di massimizzare la redditività a metro quadro e il senso di appartenenza del cliente (by Fabio Bullita)
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La logistica industriale e distributiva è l’insieme di tecniche, metodologie, strumenti, risorse e infrastrutture impiegati nella gestione del flusso fisico di materiali e prodotti e del flusso informativo correlato.
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Supply Chain Management: gestire la catena di distribuzioneForema
La gestione della catena di distribuzione riguarda diverse attività logistiche delle aziende, con l'obiettivo di controllare le prestazioni e migliorarne l'efficienza. Rappresenta un sistematico e strategico coordinamento delle tradizionali funzioni aziendali e delle tattiche prima all’interno di ogni azienda e poi lungo i vari membri della catena di distribuzione con l’obiettivo di migliorare le prestazioni di lungo periodo dei singoli membri e dell’intera catena.
La SCM riconosce che l'integrazione limitata all'interno della azienda non è più sufficiente: oggi è diventato necessario ed indispensabile il coinvolgimento anche della rete di imprese che si trovano a monte e a valle nei processi e nelle attività che producono valore in termini di prodotti e servizi al consumatore finale.
Le aziende non possono più essere viste come unità singole ma come configurazioni-costellazioni di imprese nella classica forma reticolare con nodi interrelati ad altri (rapporti tra imprese e clienti), nelle complesse operazioni di produzione e vendita con l'obiettivo di raggiungere il "focus" della attività aziendale che è quello di soddisfare le esigenze del cliente.
Obiettivo dell’incontro è approfondire la gestione operativa di un'azienda industriale (dagli ordini cliente fino alla spedizione del prodotto, passando per la produzione, la gestione dei magazzini, le politiche di acquisto e delle scorte), evidenziando come la gestione della catena di distribuzione miri a costruire ed ottimizzare i legami ed il coordinamento tra fornitori, clienti e distribuzione.
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Una organizzazione commerciale è responsabile per negoziare le condizioni di vendita e distribuzione di beni e servizi.
Rappresenta il livello organizzativo superiore a cui si somma le quantità di vendite. Ci deve essere almeno una organizzazione di vendita definita.
Una organizzazione commerciale è assegnata ad un solo codice società.
Più di una organizzazione commerciale può essere assegnata a un codice società.
Caso d’uso di un cliente con una gestione acquisti e vendite particolare. Vi mostreremo, uno strumento dal quale nasce tutto il processo di acquisto e vendita dei prodotti. Presenteremo le caratteristiche di una verticalizzazione che, se generalizzata, potrebbe facilitare il processo di acquisti e vendite di molte aziende
- Rosario Savarese -
Articolo di Massimiliano Mari, Responsabile Acquisti Scandolara, su come ridurre il circolante lavorando con i fornitori - Rubrica di Alessandro Amadio su AD-net, the Association for Supply Chain & Operations management
Ecco a Voi il software gestionale italiano realizzato da Zucchetti Software per le PMI. It Project personalizza AdHoc per rispondere alle esigenze particolari delle singole aziende.
Maggiori informazioni su www.it-project.it/Gestionale :)
Come migliorare la gestione dei giorni medi di pagamento ai fornitori (DPO) ed i giorni medi di giacenza del magazzino (DIO)? Questo "Quaderno" vuole offrire degli spunti di riflessione per gli imprenditori interessati ad approfondire quest'argomento.
2. 1. Flusso della documentazione di
vendita
• La Gestione del magazzino classifica i vari tipi
di documenti che interessano la gestione del
magazzino e delle vendite in base ai
documenti emessi e ricevuti
3. Documenti ricevuti
• Bolle ricevute : tutti i documenti ricevuti da fornitori o
clienti (es. bolle di acquisto, di reso, di c/riparaz. O
c/visione o c/deposito, ecc.) che non siano
considerabili come fatture
• Fatture immediate/accompagnatorie ricevute : le
fatture emesse da fornitori non a fronte di bolle
precentemente la loro emesse
• Fatture differite ricevute : le fatture emesse da fornitori
a fronte di bolle precedentemente da loro emesse
• Note di accredito ricevute : le note di accredito emesse
da fornitori nei ns. confronti a fronte o non a fronte di
ns. bolle emesse di reso
4. Documentazione emessa
• Bolle emesse : tutti i documenti emessi nei confronti di fornitori o
clienti (es. bolle di vendita, di reso a fornitore, di c/riparaz. O
c/visione o c/deposito, ecc.) che non siano considerabili fatture
• Fatture immediate emesse : le fatture da noi emesse non a fronte di
bolle precentemente emesse, con o senza dati accomapagnatori
(dati relativi a DDT come vettore, ecc.))
• Note di addebito emesse : le fatture da noi emesse non a fronte di
bolle precentemente emesse, per rettifiche, ecc.
• Fatture differite emesse : le fatture da noi emesse a fronte di bolle
precedentemente emesse
• Note di accredito emesse : le note di accredito emesse da noi nei
confronti di clienti a fronte o non a fronte di loro bolle di reso
• Corrispettivi emessi : documenti di vendita valorizzati (contengono
cioè prezzi e importi) che non possono considerarsi né bolle nè
fatture emesse (tipicamente servono a rappresentare le vendite al
minuto per i beni, le ricevute fiscali emesse, per i servizi prestati.
5. Note e bolle
• Bolle interne : qualsiasi movimento di magazzino (o tra
magazzini) che non è rappresentato da un documento
ufficiale, ma per lo più da un documento interno. Per es.
l'inventario iniziale di magazzino, oppure le bolle di prelievo
di materiale dal magazzino per il loro uso in produzione
(qualora non si usi il sistema che prevede la creazione di
appositi documenti di carichi da produzione e delle note di
prelievo per la produzione), rettifiche inventariali, ecc. ecc.
• Note di prelievo : rappresentano documenti preparatori di
una fattura da emettere, di un DDT da emettere, di un
futuro scarico di materiali a produzione .
• Note di accredito differite emesse : per riepilogare ddt
ricevuti da clienti per resi
• Note di accredito differite ricevute : per riepilogare
documenti ricevuti da fornitori a fronte di nostri resi
6. Disponibilità del prodotto
• La disponibilità netta è la differenza tra
l'esistenza di magazzino diminuita del prenotato
• disponibilità netta = esistenza – prenotato
• da non confondersi con la disponibilità
generica di un prodotto/merce/materiale,
definito come
• disponibilità = esistenza + ordinato - impegnato
7. • dove
• esistenza : quantità fisicamente presente in magazzino
• ordinato : totale delle quantità in ordine a fornitori e in
ordini di produzione
• impegnato : totale delle quantità in impegni da clienti
e in impegni di produzione
• La disponibilità generica può anche essere negativa in
un determinato momento; la disponibilità netta invece
non può mai essere negativa (significherebbe che
abbiamo accantonato/prenotato del materiale per
quantitativi superiori a quelli fisicamente presenti in
magazzino).
8. Documenti di magazzino
• Per fare un quadro completo dei flussi dei documenti di magazzino
occorre anche introdurre i documenti gestiti dalla gestione ordini.
• Essi sono :
• Preventivi (o richiesta di preventivo da parte di un cliente o da parte
ns. nei confronti di un fornitore)
• Impegni clienti (o ordini ricevuti da clienti e da noi confermati)
• Impegni di produzione (sono sempre collegati ad un ordine di
produzione)
• Ordini fornitori (ordini da noi emessi nei confronti di ns. fornitori)
• Ordini di produzione (emessi nei confronti di terzisti o di fornitore
fittizio STABILIMENTO)
• Proposte d' ordine (elenco del materiale di cui occorre
riapprovigionarsi, ma non ancora ordinato)
9. Schema gestione documenti
Uno schema completo di gestione di documenti nei confronti di
clienti è il seguente (a fianco la funzione di menù che consente
l'operazione ) :
• emissione di un preventivo (gestione ordini : nuovo preventivo) su
richiesta del cliente
• ricevimento dell'ordine da parte del cliente e registrazione in
archivio ( gestione ordini: nuovo impegno cliente)
• accantonamento materiale per spedizione ed evasione
contemporanea dell'impegno cliente (gestione documenti : nuova
nota di prelievo)
• emissione della bolla di consegna (gestione documenti: nuova
bolla, seleziona note di prelievo)
• emissione fattura differita (Fatturazione differita: nuova fattura)
10. 2. FIFO
• Definizione:
• “Il termine FIFO è l'acronimo inglese di First In
First Out che rappresenta il metodo di transito
in una coda (di oggetti di qualunque natura,
anche virtuali): "primo ad entrare, primo ad
uscire".
11. Metodo FIFO
• Il metodo FIFO è uno dei possibili metodi per
la valorizzazione delle scorte di magazzino.
• In logistica è in genere logico e razionale
utilizzare il metodo FIFO nel flusso logistico, in
quanto le prime merci o materie prime
arrivate dovranno essere le prime ad essere
consumate, per evitarne l'obsolescenza, o
addirittura la scadenza (per le merci deperibili)
12. Il FIFO in pratica
• Il metodo FIFO rappresenta la modalità di
immagazzinamento di oggetti fisici in cui il
primo oggetto introdotto è il primo ad uscire.
Un esempio di immagine rappresentativa del
concetto è quella di un tubo con una
estremità da cui entrano gli oggetti e l'altra
dalla quale escono.
13. Definizione di LIFO
• Il termine LIFO è l'acronimo inglese di Last In
First Out (ultimo ad entrare, primo ad uscire)
e presuppone che vengano scaricati per primi i
beni strumentali inseriti per ultimi in
magazzino.
• Esprime il concetto relativo al modo di
immagazzinare dati in cui l'ultimo valore
introdotto è il primo ad uscire.
14. Metodo LIFO
• Il metodo LIFO è uno dei diversi possibili impieghi
della gestione delle scorte di magazzino. In
relazione al tipo di metodo utilizzato per la
valorizzazione delle scorte si perviene a risultati
di reddito e di valore delle scorte stesse
differenti. Con il metodo LIFO infatti, se l'ultima
merce acquistata è la prima ad essere venduta, il
magazzino tenderà ad essere costituito da merci
più remote, ed in una realtà di aumento dei
prezzi con il tempo, il reddito sarà più basso: ai
ricavi correnti si contrappongono costi recenti,
quindi più alti di quelli passati.
15. LIFO continuo e a scatti
• Esistono due applicazioni del LIFO:
• LIFO continuo: viene applicato nella contabilità di
magazzino e la valutazione viene compiuta dopo ogni
movimento in entrata e uscita; valuta gli scarichi ai prezzi
più recenti, mentre le rimanenze vengono valorizzati ai
prezzi più lontani nel tempo;
• LIFO a scatti: che trova applicazione nella valutazione
fiscale delle rimanenze di magazzino e presuppone il
confronto fra rimanenze finali ed esistenze iniziali di un
bene in magazzino in relazione a un dato periodo: se si è
verificato un incremento in termini di quantità, la parte pari
all'esistenza iniziale viene valutata con il valore utilizzato a
quella data, mentre la parte eccedente con il costo medio
dei carichi nel periodo considerato.
16. 3. Indici di rotazione
• Le scorte di magazzino costituiscono un
parametro fondamentale per la valutazione
della gestione dell'impresa. Opportunamente
analizzate e valutate, esse forniscono una
serie di indicatori utili a comprendere
l'efficienza logistica aziendale. L'indice di
rotazione del magazzino è uno di questi
indicatori.
17. Definizione indice di rotazione
• L'indice di rotazione di un articolo esprime il numero di
volte in cui, nel periodo considerato, avviene il suo
rinnovo totale in magazzino, permettendo all'impresa
di recuperare le risorse finanziarie investite nelle scorte.
• Un'elevata rotazione degli stock di magazzino indica
che le scorte nel corso dell'anno sono rimaste in
magazzino per un periodo limitato: l'impresa è così
riuscita a recuperare rapidamente i mezzi finanziari
impiegati per l'acquisto.
• Al contrario, una lenta rotazione è segnale di un
rallentamento delle vendite: le risorse investite sono
rimaste immobilizzate per un lungo periodo, creando
condizioni di tensione finanziaria.
18. Indice di rotazione e strategie
• Il livello dell'indice di rotazione dipende anche
dalle strategie dell'impresa.
• Dal punto di vista dell'approvvigionamento, essa cercherà di
ritirare le forniture il più tardi possibile gestendo, quando
concordati, gli ordini aperti o comunque a consegna
scaglionata.
• Dal punto di vista delle vendite, l'impresa punterà invece ad
attivare strategie utili a recuperare il più rapidamente
possibile le risorse investite nelle scorte.
• Una tipica strategia utilizzata è il ricorso alle azioni
promozionali, con sconti particolari per determinati prodotti
e, soprattutto, con i "paghi 2 e prendi 3", relativi in genere a
prodotti presenti in magazzino in quantità elevata per i quali
è necessario incrementare la rotazione.
19. Indice di rotazione a magazzino
Indice rotazione magazzino = Quantità
scaricata dal magazzino / Consistenza media di
magazzino
• Al numeratore sono indicate le quantità uscite dal
magazzino nel periodo considerato, mentre
al denominatore si indica la consistenza media del
magazzino nello stesso periodo.
20. Calcolo indice di rotazione a valori
• L'indice di rotazione a valori è calcolato nel
seguente modo:
• Indice di rotazione del magazzino =
Costo del venduto / Costo della scorta media
21. Costo del venduto
• Il costo del venduto, che esprime il valore
della merce venduta nell'anno, è determinato
nel seguente modo:
• Costo delle esistenze iniziali
• + Costo delle merci acquistate durante l'anno
• - Costo delle rimanenze finali
• = Costo delle merci vendute
22. Scorta media
• L'impresa dispone dei dati delle rimanenze
finali di ogni mese dell'anno.
• Il costo della scorta media viene determinato
facendo la media di questi dati, considerando
anche le esistenze iniziali e dividendo pertanto
per 13 mesi.
• Es. Costo scorta media = 2.041.000 / 13 =
euro 157.000
23. Formula Indice di rotazione
• L'indice di rotazione viene ottenuto
rapportando il costo del venduto con il costo
della scorta media:
• Costo del venduto / Costo scorta media =
706.500 / 157.000 = 4,5
• Il magazzino si rinnova integralmente 4,5 volte
l'anno
24. 4. Contabilità di magazzino
• Due sono i registri che possono essere tenuti
all'interno dell'impresa per quanto concerne
la contabilità di magazzino:
• il giornale di magazzino;
• le schede di magazzino.
25. Obiettivi
• L’obiettivo è quello di rilevare i carichi e
gli scarichi di beni dal magazzino.
• Le norme fiscali prevedono l'obbligo di tenuta
della contabilità di magazzino al superamento
di determinati limiti di ricevi e di rimanenze.
• In tutti gli altri casi la contabilità di magazzino
rappresenta una scrittura facoltativa.
26. Giornale di magazzino
• Il giornale di magazzino è un
registro cronologico nel quale sono rilevati, in
ordine di data, tutte le merci entrate ed uscite dal
magazzino.
I dati riportati sono, in genere:
• la data;
• la descrizione;
• la provenienza o la destinazione della merce;
• la quantità.
27. Schede di magazzino
• I dati riportati sul giornale di magazzino sono indicati
anche nelle schede di magazzino.
• Queste ultime sono delle scritture sistematiche: ogni
scheda è accesa ad un tipo di merce. Quindi avremo
tante schede di magazzino quante sono le merci
trattate dall’azienda.
•
• Nelle schede di magazzino vengono, in genere,
indicati:
• la data;
• la descrizione;
• la quantità caricata o scaricata;
• la scorta esistente.
30. 5. Scheda prodotto
• La SCHEDA IDENTIFICATIVA DELLE
CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO è stata
introdotta con il D. Lgs. n. 173/1998, art. 8
• “Allo scopo di promuovere e diffondere le
produzioni agroalimentari italiane tipiche e di
qualita' e per accrescere le capacita'
concorrenziali del sistema agroalimentare
nazionale, nell'ambito di un programma integrato
di valorizzazione del patrimonio culturale,
artigianale e turistico nazionale.”
31. Cenni normativi
• Dapprima è stata la Legge 10 aprile 1991 n.
126, intitolata “Norme per l’informazione del
consumatore”, ad indicare esattamente cosa
sia la scheda prodotto, cosa deve contenere,
chi la redige e quando; indicazioni poi
riaffermate nel 2005 con il Codice del
Consumo (Decreto Legislativo 6 settembre
2005, n. 206) .
32. Scheda identificativa di prodotto
• La scheda identificativa del prodotto è un
documento predisposto dal fornitore e
dev’essere consegnata ad ogni fornitura
all’utilizzatore finale, per ottemperare a
quanto stabilisce il Decreto Legislativo del 6
settembre 2005 n. 206.
• Garantisce al cliente di aver acquistato un
prodotto originale.
33. Articolo 6
• Indicazione dei prodotti Art. 6. Contenuto minimo delle
informazioni (13) (14)
• I prodotti o le confezioni dei prodotti destinati al consumatore,
commercializzati sul territorio nazionale, riportano, chiaramente
visibili e leggibili, almeno le indicazioni relative:
• a) alla denominazione legale o merceologica del prodotto;
b) al nome o ragione sociale o marchio e alla sede legale del
produttore o di un importatore stabilito nell'Unione europea;
c) al Paese di origine se situato fuori dell'Unione europea (12);
d) all'eventuale presenza di materiali o sostanze che possono
arrecare danno all'uomo, alle cose o all'ambiente;
e) ai materiali impiegati ed ai metodi di lavorazione ove questi siano
determinanti per la qualità o le caratteristiche merceologiche del
prodotto;
f) alle istruzioni, alle eventuali precauzioni e alla destinazione d'uso,
ove utili ai fini di fruizione e sicurezza del prodotto.
34. Es. Scheda prodotto S.I.P.
1. Categoria del prodotto
2. Nome del prodotto, italiano e dialettale
3. Materia prima
4. Tecniche di produzione
5. Materiali e attrezzature specifiche utilizzati
6. Descrizione dei locali di lavorazione,
conservazione e stagionatura
35. • 7 EVENTUALI DISPOSIZIONI REGOLAMENTARI
SPECIFICHE
• 8. Disciplinare di produzione
• 9. Consorzi, associazioni, comitati, ecc.
• 10. Marchi registrati COMMERCIALIZZAZIONE
• 11. Stima della quantità prodotta annualmente
• 12. Rete di distribuzione 13. Tipo e numero aziende
• 14. Iniziative promozionali UTILIZZAZIONE 15. Ricette
• 16. Altro utilizzo STORIA E COSTUME 17. Cenni storici
• 18. Referenze bibliografiche 19. Aneddoti 20. Proverbi
• 21. Ricorrenze PROMOTORI 22. Nome 23. Indirizzo
• 24. Numero telefonico 25. Indirizzo di posta elettronica e
pec
36. Info riassuntive
• la tipologia e i materiali impiegati per la struttura e
per i rivestimenti anche quando vengono usati
materiali simili al legno
• le istruzioni per la manutenzione e la pulizia
• il nome o la ragione sociale e la sede del produttore e
dell’importatore ( questa informazione è necessaria in
caso ci fosse la necessità di dover far valere la garanzia
perché il prodotto presenta difetti)
• eventuali indicazioni sullo smaltimento del prodotto
una volta esaurito il suo ciclo naturale di vita
38. 6. Codice a barre
• Il codice a barre è un codice di identificazione
costituito da un insieme di elementi grafici a
contrasto elevato destinati alla lettura per
mezzo di
un sensore a scansione e decodificati per
restituire l'informazione in essi contenuta.
39. Specifiche
• Il barcode lineare è composto da un susseguirsi di elementi ovvero
un susseguirsi di barre e spazi.
• La barra è l'elemento scuro del barcode, formato da un segmento
verticale. Lo spazio è l'elemento chiaro del barcode e separa due
barre tra loro.
• Per modulo si intende la larghezza dell'elemento (barra o spazio)
più stretto. Gli altri spessori sono un multiplo del modulo.
• Sezioni del codice a barre Code 128 (GS1-128). 1: Quiet zone, 2: Bit
di Start, 3: [FNC1]+codifica dei dati, 4: codice di controllo, 5: Bit di
stop
• Ciascuna sequenza di barre e linee deve essere preceduta e seguita
da un'area di riposo (Quiet Zone) ovvero un'area chiara.
41. Tipi di codici a barre
• Tra i tipi più diffusi in Italia, senz'altro
troviamo il codice EAN (European Article
Number) che viene utilizzato nella GDO,
seguito dal Farmacode o codice 32, adottato
per l'identificazione dei farmaci e delle
specialità vendibili al banco nelle farmacie.
42. Codice EAN
• EAN è un codice a barre utilizzato per l'identificazione
univoca di prodotti destinati al consumatore finale.
• European Article Number (o semplicemente EAN) è
una famiglia di codici a barre soggetta alle specifiche
della GS1 (una volta conosciuta come EAN
International) a cui aderiscono un centinaio di paesi. La
famiglia di codici a barre EAN comprende EAN-13 e
EAN-8 ed alcune aggiunte, quali ad esempio EAN-2 o
EAN-5 per la carta stampata.
43. Vantaggi
• veloce registrazione della merce alla cassa;
• maggior sicurezza;
• alleggerimento nel trasporto della merce,
stoccaggio automatico;
• nessuna etichetta di prezzo (il prezzo può
rimanere a livello dello scaffale);
• standardizzazione trasparente e valida in tutto
il mondo.
44. Versioni dell’EAN
• Ne esistono 2 versioni principali:
• l'EAN 13 (o "normale");
• l'EAN 8 (o "ridotto").
45. 7. Inventario periodico
• Sistema contabile che per valorizzare le merci
o i prodotti consumati in un determinato
periodo contabile, in assenza di una
contabilità di magazzino tenuta a quantità e a
valore, effettua un inventario di fine anno che
evidenzi il valore delle rimanenze finali.
46. Rimanenze iniziali e finali
• Il consumo annuale risulterà, così, dal
confronto tra rimanenze iniziali più acquisti
durante l’anno, meno le rimanenze finali, cioè
una volta l’anno ed in via indiretta.
• I valori contenuti nella contabilità generale e
nel bilancio seguono tale schema.
47. 8. Inventario rotativo
• L’inventario rotativo (Cycle Counting) è una
tecnica di gestione del magazzino (e quindi
delle scorte fisiche) secondo la quale una
piccola quantità degli articoli in giacenza viene
inventariata ogni giorno o settimana,
registrando gli scostamenti e riconciliando la
scorta fisica con quella contabile.
48. Inventario a rotazione
• Questa tecnica di conteggio delle referenze
prevede che durante il corso dell’anno
vengano effettuati degli inventari parziali del
magazzino in modo da avere una giacenza
abbastanza aggiornata durante l’anno e di
evitare di fermare per troppo tempo l’attività
produttiva per l’inventario totale.
49. Controllo continuo
• In tal modo non è più necessario l'inventario
di fine anno.
• Di solito la procedura prevede un minimo
numero di conteggi per anno per ogni articolo
ed un numero superiore per quelli più
movimentati, che hanno maggior probabilità
di errore.
50. Vantaggi e svantaggi
• Lo svantaggio è che il totale di conteggi annui
è superiore, quindi il costo complessivo è più
alto rispetto ad un inventario unico di fine
anno.
• Il vantaggio è che le operazioni di conteggio
possono essere eseguite quando c'è un basso
carico di lavoro e che mediamente il dato di
inventario è più accurato.