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GLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL
MAGAZZINO
Luca Calderan 2019
1. Flusso della documentazione di
vendita
• La Gestione del magazzino classifica i vari tipi
di documenti che interessano la gestione del
magazzino e delle vendite in base ai
documenti emessi e ricevuti
Documenti ricevuti
• Bolle ricevute : tutti i documenti ricevuti da fornitori o
clienti (es. bolle di acquisto, di reso, di c/riparaz. O
c/visione o c/deposito, ecc.) che non siano
considerabili come fatture
• Fatture immediate/accompagnatorie ricevute : le
fatture emesse da fornitori non a fronte di bolle
precentemente la loro emesse
• Fatture differite ricevute : le fatture emesse da fornitori
a fronte di bolle precedentemente da loro emesse
• Note di accredito ricevute : le note di accredito emesse
da fornitori nei ns. confronti a fronte o non a fronte di
ns. bolle emesse di reso
Documentazione emessa
• Bolle emesse : tutti i documenti emessi nei confronti di fornitori o
clienti (es. bolle di vendita, di reso a fornitore, di c/riparaz. O
c/visione o c/deposito, ecc.) che non siano considerabili fatture
• Fatture immediate emesse : le fatture da noi emesse non a fronte di
bolle precentemente emesse, con o senza dati accomapagnatori
(dati relativi a DDT come vettore, ecc.))
• Note di addebito emesse : le fatture da noi emesse non a fronte di
bolle precentemente emesse, per rettifiche, ecc.
• Fatture differite emesse : le fatture da noi emesse a fronte di bolle
precedentemente emesse
• Note di accredito emesse : le note di accredito emesse da noi nei
confronti di clienti a fronte o non a fronte di loro bolle di reso
• Corrispettivi emessi : documenti di vendita valorizzati (contengono
cioè prezzi e importi) che non possono considerarsi né bolle nè
fatture emesse (tipicamente servono a rappresentare le vendite al
minuto per i beni, le ricevute fiscali emesse, per i servizi prestati.
Note e bolle
• Bolle interne : qualsiasi movimento di magazzino (o tra
magazzini) che non è rappresentato da un documento
ufficiale, ma per lo più da un documento interno. Per es.
l'inventario iniziale di magazzino, oppure le bolle di prelievo
di materiale dal magazzino per il loro uso in produzione
(qualora non si usi il sistema che prevede la creazione di
appositi documenti di carichi da produzione e delle note di
prelievo per la produzione), rettifiche inventariali, ecc. ecc.
• Note di prelievo : rappresentano documenti preparatori di
una fattura da emettere, di un DDT da emettere, di un
futuro scarico di materiali a produzione .
• Note di accredito differite emesse : per riepilogare ddt
ricevuti da clienti per resi
• Note di accredito differite ricevute : per riepilogare
documenti ricevuti da fornitori a fronte di nostri resi
Disponibilità del prodotto
• La disponibilità netta è la differenza tra
l'esistenza di magazzino diminuita del prenotato
• disponibilità netta = esistenza – prenotato
• da non confondersi con la disponibilità
generica di un prodotto/merce/materiale,
definito come
• disponibilità = esistenza + ordinato - impegnato
• dove
• esistenza : quantità fisicamente presente in magazzino
• ordinato : totale delle quantità in ordine a fornitori e in
ordini di produzione
• impegnato : totale delle quantità in impegni da clienti
e in impegni di produzione
• La disponibilità generica può anche essere negativa in
un determinato momento; la disponibilità netta invece
non può mai essere negativa (significherebbe che
abbiamo accantonato/prenotato del materiale per
quantitativi superiori a quelli fisicamente presenti in
magazzino).
Documenti di magazzino
• Per fare un quadro completo dei flussi dei documenti di magazzino
occorre anche introdurre i documenti gestiti dalla gestione ordini.
• Essi sono :
• Preventivi (o richiesta di preventivo da parte di un cliente o da parte
ns. nei confronti di un fornitore)
• Impegni clienti (o ordini ricevuti da clienti e da noi confermati)
• Impegni di produzione (sono sempre collegati ad un ordine di
produzione)
• Ordini fornitori (ordini da noi emessi nei confronti di ns. fornitori)
• Ordini di produzione (emessi nei confronti di terzisti o di fornitore
fittizio STABILIMENTO)
• Proposte d' ordine (elenco del materiale di cui occorre
riapprovigionarsi, ma non ancora ordinato)
Schema gestione documenti
Uno schema completo di gestione di documenti nei confronti di
clienti è il seguente (a fianco la funzione di menù che consente
l'operazione ) :
• emissione di un preventivo (gestione ordini : nuovo preventivo) su
richiesta del cliente
• ricevimento dell'ordine da parte del cliente e registrazione in
archivio ( gestione ordini: nuovo impegno cliente)
• accantonamento materiale per spedizione ed evasione
contemporanea dell'impegno cliente (gestione documenti : nuova
nota di prelievo)
• emissione della bolla di consegna (gestione documenti: nuova
bolla, seleziona note di prelievo)
• emissione fattura differita (Fatturazione differita: nuova fattura)
2. FIFO
• Definizione:
• “Il termine FIFO è l'acronimo inglese di First In
First Out che rappresenta il metodo di transito
in una coda (di oggetti di qualunque natura,
anche virtuali): "primo ad entrare, primo ad
uscire".
Metodo FIFO
• Il metodo FIFO è uno dei possibili metodi per
la valorizzazione delle scorte di magazzino.
• In logistica è in genere logico e razionale
utilizzare il metodo FIFO nel flusso logistico, in
quanto le prime merci o materie prime
arrivate dovranno essere le prime ad essere
consumate, per evitarne l'obsolescenza, o
addirittura la scadenza (per le merci deperibili)
Il FIFO in pratica
• Il metodo FIFO rappresenta la modalità di
immagazzinamento di oggetti fisici in cui il
primo oggetto introdotto è il primo ad uscire.
Un esempio di immagine rappresentativa del
concetto è quella di un tubo con una
estremità da cui entrano gli oggetti e l'altra
dalla quale escono.
Definizione di LIFO
• Il termine LIFO è l'acronimo inglese di Last In
First Out (ultimo ad entrare, primo ad uscire)
e presuppone che vengano scaricati per primi i
beni strumentali inseriti per ultimi in
magazzino.
• Esprime il concetto relativo al modo di
immagazzinare dati in cui l'ultimo valore
introdotto è il primo ad uscire.
Metodo LIFO
• Il metodo LIFO è uno dei diversi possibili impieghi
della gestione delle scorte di magazzino. In
relazione al tipo di metodo utilizzato per la
valorizzazione delle scorte si perviene a risultati
di reddito e di valore delle scorte stesse
differenti. Con il metodo LIFO infatti, se l'ultima
merce acquistata è la prima ad essere venduta, il
magazzino tenderà ad essere costituito da merci
più remote, ed in una realtà di aumento dei
prezzi con il tempo, il reddito sarà più basso: ai
ricavi correnti si contrappongono costi recenti,
quindi più alti di quelli passati.
LIFO continuo e a scatti
• Esistono due applicazioni del LIFO:
• LIFO continuo: viene applicato nella contabilità di
magazzino e la valutazione viene compiuta dopo ogni
movimento in entrata e uscita; valuta gli scarichi ai prezzi
più recenti, mentre le rimanenze vengono valorizzati ai
prezzi più lontani nel tempo;
• LIFO a scatti: che trova applicazione nella valutazione
fiscale delle rimanenze di magazzino e presuppone il
confronto fra rimanenze finali ed esistenze iniziali di un
bene in magazzino in relazione a un dato periodo: se si è
verificato un incremento in termini di quantità, la parte pari
all'esistenza iniziale viene valutata con il valore utilizzato a
quella data, mentre la parte eccedente con il costo medio
dei carichi nel periodo considerato.
3. Indici di rotazione
• Le scorte di magazzino costituiscono un
parametro fondamentale per la valutazione
della gestione dell'impresa. Opportunamente
analizzate e valutate, esse forniscono una
serie di indicatori utili a comprendere
l'efficienza logistica aziendale. L'indice di
rotazione del magazzino è uno di questi
indicatori.
Definizione indice di rotazione
• L'indice di rotazione di un articolo esprime il numero di
volte in cui, nel periodo considerato, avviene il suo
rinnovo totale in magazzino, permettendo all'impresa
di recuperare le risorse finanziarie investite nelle scorte.
• Un'elevata rotazione degli stock di magazzino indica
che le scorte nel corso dell'anno sono rimaste in
magazzino per un periodo limitato: l'impresa è così
riuscita a recuperare rapidamente i mezzi finanziari
impiegati per l'acquisto.
• Al contrario, una lenta rotazione è segnale di un
rallentamento delle vendite: le risorse investite sono
rimaste immobilizzate per un lungo periodo, creando
condizioni di tensione finanziaria.
Indice di rotazione e strategie
• Il livello dell'indice di rotazione dipende anche
dalle strategie dell'impresa.
• Dal punto di vista dell'approvvigionamento, essa cercherà di
ritirare le forniture il più tardi possibile gestendo, quando
concordati, gli ordini aperti o comunque a consegna
scaglionata.
• Dal punto di vista delle vendite, l'impresa punterà invece ad
attivare strategie utili a recuperare il più rapidamente
possibile le risorse investite nelle scorte.
• Una tipica strategia utilizzata è il ricorso alle azioni
promozionali, con sconti particolari per determinati prodotti
e, soprattutto, con i "paghi 2 e prendi 3", relativi in genere a
prodotti presenti in magazzino in quantità elevata per i quali
è necessario incrementare la rotazione.
Indice di rotazione a magazzino
Indice rotazione magazzino = Quantità
scaricata dal magazzino / Consistenza media di
magazzino
• Al numeratore sono indicate le quantità uscite dal
magazzino nel periodo considerato, mentre
al denominatore si indica la consistenza media del
magazzino nello stesso periodo.
Calcolo indice di rotazione a valori
• L'indice di rotazione a valori è calcolato nel
seguente modo:
• Indice di rotazione del magazzino =
Costo del venduto / Costo della scorta media
Costo del venduto
• Il costo del venduto, che esprime il valore
della merce venduta nell'anno, è determinato
nel seguente modo:
• Costo delle esistenze iniziali
• + Costo delle merci acquistate durante l'anno
• - Costo delle rimanenze finali
• = Costo delle merci vendute
Scorta media
• L'impresa dispone dei dati delle rimanenze
finali di ogni mese dell'anno.
• Il costo della scorta media viene determinato
facendo la media di questi dati, considerando
anche le esistenze iniziali e dividendo pertanto
per 13 mesi.
• Es. Costo scorta media = 2.041.000 / 13 =
euro 157.000
Formula Indice di rotazione
• L'indice di rotazione viene ottenuto
rapportando il costo del venduto con il costo
della scorta media:
• Costo del venduto / Costo scorta media =
706.500 / 157.000 = 4,5
• Il magazzino si rinnova integralmente 4,5 volte
l'anno
4. Contabilità di magazzino
• Due sono i registri che possono essere tenuti
all'interno dell'impresa per quanto concerne
la contabilità di magazzino:
• il giornale di magazzino;
• le schede di magazzino.
Obiettivi
• L’obiettivo è quello di rilevare i carichi e
gli scarichi di beni dal magazzino.
• Le norme fiscali prevedono l'obbligo di tenuta
della contabilità di magazzino al superamento
di determinati limiti di ricevi e di rimanenze.
• In tutti gli altri casi la contabilità di magazzino
rappresenta una scrittura facoltativa.
Giornale di magazzino
• Il giornale di magazzino è un
registro cronologico nel quale sono rilevati, in
ordine di data, tutte le merci entrate ed uscite dal
magazzino.
I dati riportati sono, in genere:
• la data;
• la descrizione;
• la provenienza o la destinazione della merce;
• la quantità.
Schede di magazzino
• I dati riportati sul giornale di magazzino sono indicati
anche nelle schede di magazzino.
• Queste ultime sono delle scritture sistematiche: ogni
scheda è accesa ad un tipo di merce. Quindi avremo
tante schede di magazzino quante sono le merci
trattate dall’azienda.
•
• Nelle schede di magazzino vengono, in genere,
indicati:
• la data;
• la descrizione;
• la quantità caricata o scaricata;
• la scorta esistente.
Compilazione schede di magazzino
Esempio reale
5. Scheda prodotto
• La SCHEDA IDENTIFICATIVA DELLE
CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO è stata
introdotta con il D. Lgs. n. 173/1998, art. 8
• “Allo scopo di promuovere e diffondere le
produzioni agroalimentari italiane tipiche e di
qualita' e per accrescere le capacita'
concorrenziali del sistema agroalimentare
nazionale, nell'ambito di un programma integrato
di valorizzazione del patrimonio culturale,
artigianale e turistico nazionale.”
Cenni normativi
• Dapprima è stata la Legge 10 aprile 1991 n.
126, intitolata “Norme per l’informazione del
consumatore”, ad indicare esattamente cosa
sia la scheda prodotto, cosa deve contenere,
chi la redige e quando; indicazioni poi
riaffermate nel 2005 con il Codice del
Consumo (Decreto Legislativo 6 settembre
2005, n. 206) .
Scheda identificativa di prodotto
• La scheda identificativa del prodotto è un
documento predisposto dal fornitore e
dev’essere consegnata ad ogni fornitura
all’utilizzatore finale, per ottemperare a
quanto stabilisce il Decreto Legislativo del 6
settembre 2005 n. 206.
• Garantisce al cliente di aver acquistato un
prodotto originale.
Articolo 6
• Indicazione dei prodotti Art. 6. Contenuto minimo delle
informazioni (13) (14)
• I prodotti o le confezioni dei prodotti destinati al consumatore,
commercializzati sul territorio nazionale, riportano, chiaramente
visibili e leggibili, almeno le indicazioni relative:
• a) alla denominazione legale o merceologica del prodotto;
b) al nome o ragione sociale o marchio e alla sede legale del
produttore o di un importatore stabilito nell'Unione europea;
c) al Paese di origine se situato fuori dell'Unione europea (12);
d) all'eventuale presenza di materiali o sostanze che possono
arrecare danno all'uomo, alle cose o all'ambiente;
e) ai materiali impiegati ed ai metodi di lavorazione ove questi siano
determinanti per la qualità o le caratteristiche merceologiche del
prodotto;
f) alle istruzioni, alle eventuali precauzioni e alla destinazione d'uso,
ove utili ai fini di fruizione e sicurezza del prodotto.
Es. Scheda prodotto S.I.P.
1. Categoria del prodotto
2. Nome del prodotto, italiano e dialettale
3. Materia prima
4. Tecniche di produzione
5. Materiali e attrezzature specifiche utilizzati
6. Descrizione dei locali di lavorazione,
conservazione e stagionatura
• 7 EVENTUALI DISPOSIZIONI REGOLAMENTARI
SPECIFICHE
• 8. Disciplinare di produzione
• 9. Consorzi, associazioni, comitati, ecc.
• 10. Marchi registrati COMMERCIALIZZAZIONE
• 11. Stima della quantità prodotta annualmente
• 12. Rete di distribuzione 13. Tipo e numero aziende
• 14. Iniziative promozionali UTILIZZAZIONE 15. Ricette
• 16. Altro utilizzo STORIA E COSTUME 17. Cenni storici
• 18. Referenze bibliografiche 19. Aneddoti 20. Proverbi
• 21. Ricorrenze PROMOTORI 22. Nome 23. Indirizzo
• 24. Numero telefonico 25. Indirizzo di posta elettronica e
pec
Info riassuntive
• la tipologia e i materiali impiegati per la struttura e
per i rivestimenti anche quando vengono usati
materiali simili al legno
• le istruzioni per la manutenzione e la pulizia
• il nome o la ragione sociale e la sede del produttore e
dell’importatore ( questa informazione è necessaria in
caso ci fosse la necessità di dover far valere la garanzia
perché il prodotto presenta difetti)
• eventuali indicazioni sullo smaltimento del prodotto
una volta esaurito il suo ciclo naturale di vita
Esempio scheda prodotto
6. Codice a barre
• Il codice a barre è un codice di identificazione
costituito da un insieme di elementi grafici a
contrasto elevato destinati alla lettura per
mezzo di
un sensore a scansione e decodificati per
restituire l'informazione in essi contenuta.
Specifiche
• Il barcode lineare è composto da un susseguirsi di elementi ovvero
un susseguirsi di barre e spazi.
• La barra è l'elemento scuro del barcode, formato da un segmento
verticale. Lo spazio è l'elemento chiaro del barcode e separa due
barre tra loro.
• Per modulo si intende la larghezza dell'elemento (barra o spazio)
più stretto. Gli altri spessori sono un multiplo del modulo.
• Sezioni del codice a barre Code 128 (GS1-128). 1: Quiet zone, 2: Bit
di Start, 3: [FNC1]+codifica dei dati, 4: codice di controllo, 5: Bit di
stop
• Ciascuna sequenza di barre e linee deve essere preceduta e seguita
da un'area di riposo (Quiet Zone) ovvero un'area chiara.
Struttura del codice a barre
Tipi di codici a barre
• Tra i tipi più diffusi in Italia, senz'altro
troviamo il codice EAN (European Article
Number) che viene utilizzato nella GDO,
seguito dal Farmacode o codice 32, adottato
per l'identificazione dei farmaci e delle
specialità vendibili al banco nelle farmacie.
Codice EAN
• EAN è un codice a barre utilizzato per l'identificazione
univoca di prodotti destinati al consumatore finale.
• European Article Number (o semplicemente EAN) è
una famiglia di codici a barre soggetta alle specifiche
della GS1 (una volta conosciuta come EAN
International) a cui aderiscono un centinaio di paesi. La
famiglia di codici a barre EAN comprende EAN-13 e
EAN-8 ed alcune aggiunte, quali ad esempio EAN-2 o
EAN-5 per la carta stampata.
Vantaggi
• veloce registrazione della merce alla cassa;
• maggior sicurezza;
• alleggerimento nel trasporto della merce,
stoccaggio automatico;
• nessuna etichetta di prezzo (il prezzo può
rimanere a livello dello scaffale);
• standardizzazione trasparente e valida in tutto
il mondo.
Versioni dell’EAN
• Ne esistono 2 versioni principali:
• l'EAN 13 (o "normale");
• l'EAN 8 (o "ridotto").
7. Inventario periodico
• Sistema contabile che per valorizzare le merci
o i prodotti consumati in un determinato
periodo contabile, in assenza di una
contabilità di magazzino tenuta a quantità e a
valore, effettua un inventario di fine anno che
evidenzi il valore delle rimanenze finali.
Rimanenze iniziali e finali
• Il consumo annuale risulterà, così, dal
confronto tra rimanenze iniziali più acquisti
durante l’anno, meno le rimanenze finali, cioè
una volta l’anno ed in via indiretta.
• I valori contenuti nella contabilità generale e
nel bilancio seguono tale schema.
8. Inventario rotativo
• L’inventario rotativo (Cycle Counting) è una
tecnica di gestione del magazzino (e quindi
delle scorte fisiche) secondo la quale una
piccola quantità degli articoli in giacenza viene
inventariata ogni giorno o settimana,
registrando gli scostamenti e riconciliando la
scorta fisica con quella contabile.
Inventario a rotazione
• Questa tecnica di conteggio delle referenze
prevede che durante il corso dell’anno
vengano effettuati degli inventari parziali del
magazzino in modo da avere una giacenza
abbastanza aggiornata durante l’anno e di
evitare di fermare per troppo tempo l’attività
produttiva per l’inventario totale.
Controllo continuo
• In tal modo non è più necessario l'inventario
di fine anno.
• Di solito la procedura prevede un minimo
numero di conteggi per anno per ogni articolo
ed un numero superiore per quelli più
movimentati, che hanno maggior probabilità
di errore.
Vantaggi e svantaggi
• Lo svantaggio è che il totale di conteggi annui
è superiore, quindi il costo complessivo è più
alto rispetto ad un inventario unico di fine
anno.
• Il vantaggio è che le operazioni di conteggio
possono essere eseguite quando c'è un basso
carico di lavoro e che mediamente il dato di
inventario è più accurato.

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Gli strumenti di gestione del magazzino

  • 1. GLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL MAGAZZINO Luca Calderan 2019
  • 2. 1. Flusso della documentazione di vendita • La Gestione del magazzino classifica i vari tipi di documenti che interessano la gestione del magazzino e delle vendite in base ai documenti emessi e ricevuti
  • 3. Documenti ricevuti • Bolle ricevute : tutti i documenti ricevuti da fornitori o clienti (es. bolle di acquisto, di reso, di c/riparaz. O c/visione o c/deposito, ecc.) che non siano considerabili come fatture • Fatture immediate/accompagnatorie ricevute : le fatture emesse da fornitori non a fronte di bolle precentemente la loro emesse • Fatture differite ricevute : le fatture emesse da fornitori a fronte di bolle precedentemente da loro emesse • Note di accredito ricevute : le note di accredito emesse da fornitori nei ns. confronti a fronte o non a fronte di ns. bolle emesse di reso
  • 4. Documentazione emessa • Bolle emesse : tutti i documenti emessi nei confronti di fornitori o clienti (es. bolle di vendita, di reso a fornitore, di c/riparaz. O c/visione o c/deposito, ecc.) che non siano considerabili fatture • Fatture immediate emesse : le fatture da noi emesse non a fronte di bolle precentemente emesse, con o senza dati accomapagnatori (dati relativi a DDT come vettore, ecc.)) • Note di addebito emesse : le fatture da noi emesse non a fronte di bolle precentemente emesse, per rettifiche, ecc. • Fatture differite emesse : le fatture da noi emesse a fronte di bolle precedentemente emesse • Note di accredito emesse : le note di accredito emesse da noi nei confronti di clienti a fronte o non a fronte di loro bolle di reso • Corrispettivi emessi : documenti di vendita valorizzati (contengono cioè prezzi e importi) che non possono considerarsi né bolle nè fatture emesse (tipicamente servono a rappresentare le vendite al minuto per i beni, le ricevute fiscali emesse, per i servizi prestati.
  • 5. Note e bolle • Bolle interne : qualsiasi movimento di magazzino (o tra magazzini) che non è rappresentato da un documento ufficiale, ma per lo più da un documento interno. Per es. l'inventario iniziale di magazzino, oppure le bolle di prelievo di materiale dal magazzino per il loro uso in produzione (qualora non si usi il sistema che prevede la creazione di appositi documenti di carichi da produzione e delle note di prelievo per la produzione), rettifiche inventariali, ecc. ecc. • Note di prelievo : rappresentano documenti preparatori di una fattura da emettere, di un DDT da emettere, di un futuro scarico di materiali a produzione . • Note di accredito differite emesse : per riepilogare ddt ricevuti da clienti per resi • Note di accredito differite ricevute : per riepilogare documenti ricevuti da fornitori a fronte di nostri resi
  • 6. Disponibilità del prodotto • La disponibilità netta è la differenza tra l'esistenza di magazzino diminuita del prenotato • disponibilità netta = esistenza – prenotato • da non confondersi con la disponibilità generica di un prodotto/merce/materiale, definito come • disponibilità = esistenza + ordinato - impegnato
  • 7. • dove • esistenza : quantità fisicamente presente in magazzino • ordinato : totale delle quantità in ordine a fornitori e in ordini di produzione • impegnato : totale delle quantità in impegni da clienti e in impegni di produzione • La disponibilità generica può anche essere negativa in un determinato momento; la disponibilità netta invece non può mai essere negativa (significherebbe che abbiamo accantonato/prenotato del materiale per quantitativi superiori a quelli fisicamente presenti in magazzino).
  • 8. Documenti di magazzino • Per fare un quadro completo dei flussi dei documenti di magazzino occorre anche introdurre i documenti gestiti dalla gestione ordini. • Essi sono : • Preventivi (o richiesta di preventivo da parte di un cliente o da parte ns. nei confronti di un fornitore) • Impegni clienti (o ordini ricevuti da clienti e da noi confermati) • Impegni di produzione (sono sempre collegati ad un ordine di produzione) • Ordini fornitori (ordini da noi emessi nei confronti di ns. fornitori) • Ordini di produzione (emessi nei confronti di terzisti o di fornitore fittizio STABILIMENTO) • Proposte d' ordine (elenco del materiale di cui occorre riapprovigionarsi, ma non ancora ordinato)
  • 9. Schema gestione documenti Uno schema completo di gestione di documenti nei confronti di clienti è il seguente (a fianco la funzione di menù che consente l'operazione ) : • emissione di un preventivo (gestione ordini : nuovo preventivo) su richiesta del cliente • ricevimento dell'ordine da parte del cliente e registrazione in archivio ( gestione ordini: nuovo impegno cliente) • accantonamento materiale per spedizione ed evasione contemporanea dell'impegno cliente (gestione documenti : nuova nota di prelievo) • emissione della bolla di consegna (gestione documenti: nuova bolla, seleziona note di prelievo) • emissione fattura differita (Fatturazione differita: nuova fattura)
  • 10. 2. FIFO • Definizione: • “Il termine FIFO è l'acronimo inglese di First In First Out che rappresenta il metodo di transito in una coda (di oggetti di qualunque natura, anche virtuali): "primo ad entrare, primo ad uscire".
  • 11. Metodo FIFO • Il metodo FIFO è uno dei possibili metodi per la valorizzazione delle scorte di magazzino. • In logistica è in genere logico e razionale utilizzare il metodo FIFO nel flusso logistico, in quanto le prime merci o materie prime arrivate dovranno essere le prime ad essere consumate, per evitarne l'obsolescenza, o addirittura la scadenza (per le merci deperibili)
  • 12. Il FIFO in pratica • Il metodo FIFO rappresenta la modalità di immagazzinamento di oggetti fisici in cui il primo oggetto introdotto è il primo ad uscire. Un esempio di immagine rappresentativa del concetto è quella di un tubo con una estremità da cui entrano gli oggetti e l'altra dalla quale escono.
  • 13. Definizione di LIFO • Il termine LIFO è l'acronimo inglese di Last In First Out (ultimo ad entrare, primo ad uscire) e presuppone che vengano scaricati per primi i beni strumentali inseriti per ultimi in magazzino. • Esprime il concetto relativo al modo di immagazzinare dati in cui l'ultimo valore introdotto è il primo ad uscire.
  • 14. Metodo LIFO • Il metodo LIFO è uno dei diversi possibili impieghi della gestione delle scorte di magazzino. In relazione al tipo di metodo utilizzato per la valorizzazione delle scorte si perviene a risultati di reddito e di valore delle scorte stesse differenti. Con il metodo LIFO infatti, se l'ultima merce acquistata è la prima ad essere venduta, il magazzino tenderà ad essere costituito da merci più remote, ed in una realtà di aumento dei prezzi con il tempo, il reddito sarà più basso: ai ricavi correnti si contrappongono costi recenti, quindi più alti di quelli passati.
  • 15. LIFO continuo e a scatti • Esistono due applicazioni del LIFO: • LIFO continuo: viene applicato nella contabilità di magazzino e la valutazione viene compiuta dopo ogni movimento in entrata e uscita; valuta gli scarichi ai prezzi più recenti, mentre le rimanenze vengono valorizzati ai prezzi più lontani nel tempo; • LIFO a scatti: che trova applicazione nella valutazione fiscale delle rimanenze di magazzino e presuppone il confronto fra rimanenze finali ed esistenze iniziali di un bene in magazzino in relazione a un dato periodo: se si è verificato un incremento in termini di quantità, la parte pari all'esistenza iniziale viene valutata con il valore utilizzato a quella data, mentre la parte eccedente con il costo medio dei carichi nel periodo considerato.
  • 16. 3. Indici di rotazione • Le scorte di magazzino costituiscono un parametro fondamentale per la valutazione della gestione dell'impresa. Opportunamente analizzate e valutate, esse forniscono una serie di indicatori utili a comprendere l'efficienza logistica aziendale. L'indice di rotazione del magazzino è uno di questi indicatori.
  • 17. Definizione indice di rotazione • L'indice di rotazione di un articolo esprime il numero di volte in cui, nel periodo considerato, avviene il suo rinnovo totale in magazzino, permettendo all'impresa di recuperare le risorse finanziarie investite nelle scorte. • Un'elevata rotazione degli stock di magazzino indica che le scorte nel corso dell'anno sono rimaste in magazzino per un periodo limitato: l'impresa è così riuscita a recuperare rapidamente i mezzi finanziari impiegati per l'acquisto. • Al contrario, una lenta rotazione è segnale di un rallentamento delle vendite: le risorse investite sono rimaste immobilizzate per un lungo periodo, creando condizioni di tensione finanziaria.
  • 18. Indice di rotazione e strategie • Il livello dell'indice di rotazione dipende anche dalle strategie dell'impresa. • Dal punto di vista dell'approvvigionamento, essa cercherà di ritirare le forniture il più tardi possibile gestendo, quando concordati, gli ordini aperti o comunque a consegna scaglionata. • Dal punto di vista delle vendite, l'impresa punterà invece ad attivare strategie utili a recuperare il più rapidamente possibile le risorse investite nelle scorte. • Una tipica strategia utilizzata è il ricorso alle azioni promozionali, con sconti particolari per determinati prodotti e, soprattutto, con i "paghi 2 e prendi 3", relativi in genere a prodotti presenti in magazzino in quantità elevata per i quali è necessario incrementare la rotazione.
  • 19. Indice di rotazione a magazzino Indice rotazione magazzino = Quantità scaricata dal magazzino / Consistenza media di magazzino • Al numeratore sono indicate le quantità uscite dal magazzino nel periodo considerato, mentre al denominatore si indica la consistenza media del magazzino nello stesso periodo.
  • 20. Calcolo indice di rotazione a valori • L'indice di rotazione a valori è calcolato nel seguente modo: • Indice di rotazione del magazzino = Costo del venduto / Costo della scorta media
  • 21. Costo del venduto • Il costo del venduto, che esprime il valore della merce venduta nell'anno, è determinato nel seguente modo: • Costo delle esistenze iniziali • + Costo delle merci acquistate durante l'anno • - Costo delle rimanenze finali • = Costo delle merci vendute
  • 22. Scorta media • L'impresa dispone dei dati delle rimanenze finali di ogni mese dell'anno. • Il costo della scorta media viene determinato facendo la media di questi dati, considerando anche le esistenze iniziali e dividendo pertanto per 13 mesi. • Es. Costo scorta media = 2.041.000 / 13 = euro 157.000
  • 23. Formula Indice di rotazione • L'indice di rotazione viene ottenuto rapportando il costo del venduto con il costo della scorta media: • Costo del venduto / Costo scorta media = 706.500 / 157.000 = 4,5 • Il magazzino si rinnova integralmente 4,5 volte l'anno
  • 24. 4. Contabilità di magazzino • Due sono i registri che possono essere tenuti all'interno dell'impresa per quanto concerne la contabilità di magazzino: • il giornale di magazzino; • le schede di magazzino.
  • 25. Obiettivi • L’obiettivo è quello di rilevare i carichi e gli scarichi di beni dal magazzino. • Le norme fiscali prevedono l'obbligo di tenuta della contabilità di magazzino al superamento di determinati limiti di ricevi e di rimanenze. • In tutti gli altri casi la contabilità di magazzino rappresenta una scrittura facoltativa.
  • 26. Giornale di magazzino • Il giornale di magazzino è un registro cronologico nel quale sono rilevati, in ordine di data, tutte le merci entrate ed uscite dal magazzino. I dati riportati sono, in genere: • la data; • la descrizione; • la provenienza o la destinazione della merce; • la quantità.
  • 27. Schede di magazzino • I dati riportati sul giornale di magazzino sono indicati anche nelle schede di magazzino. • Queste ultime sono delle scritture sistematiche: ogni scheda è accesa ad un tipo di merce. Quindi avremo tante schede di magazzino quante sono le merci trattate dall’azienda. • • Nelle schede di magazzino vengono, in genere, indicati: • la data; • la descrizione; • la quantità caricata o scaricata; • la scorta esistente.
  • 30. 5. Scheda prodotto • La SCHEDA IDENTIFICATIVA DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO è stata introdotta con il D. Lgs. n. 173/1998, art. 8 • “Allo scopo di promuovere e diffondere le produzioni agroalimentari italiane tipiche e di qualita' e per accrescere le capacita' concorrenziali del sistema agroalimentare nazionale, nell'ambito di un programma integrato di valorizzazione del patrimonio culturale, artigianale e turistico nazionale.”
  • 31. Cenni normativi • Dapprima è stata la Legge 10 aprile 1991 n. 126, intitolata “Norme per l’informazione del consumatore”, ad indicare esattamente cosa sia la scheda prodotto, cosa deve contenere, chi la redige e quando; indicazioni poi riaffermate nel 2005 con il Codice del Consumo (Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206) .
  • 32. Scheda identificativa di prodotto • La scheda identificativa del prodotto è un documento predisposto dal fornitore e dev’essere consegnata ad ogni fornitura all’utilizzatore finale, per ottemperare a quanto stabilisce il Decreto Legislativo del 6 settembre 2005 n. 206. • Garantisce al cliente di aver acquistato un prodotto originale.
  • 33. Articolo 6 • Indicazione dei prodotti Art. 6. Contenuto minimo delle informazioni (13) (14) • I prodotti o le confezioni dei prodotti destinati al consumatore, commercializzati sul territorio nazionale, riportano, chiaramente visibili e leggibili, almeno le indicazioni relative: • a) alla denominazione legale o merceologica del prodotto; b) al nome o ragione sociale o marchio e alla sede legale del produttore o di un importatore stabilito nell'Unione europea; c) al Paese di origine se situato fuori dell'Unione europea (12); d) all'eventuale presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno all'uomo, alle cose o all'ambiente; e) ai materiali impiegati ed ai metodi di lavorazione ove questi siano determinanti per la qualità o le caratteristiche merceologiche del prodotto; f) alle istruzioni, alle eventuali precauzioni e alla destinazione d'uso, ove utili ai fini di fruizione e sicurezza del prodotto.
  • 34. Es. Scheda prodotto S.I.P. 1. Categoria del prodotto 2. Nome del prodotto, italiano e dialettale 3. Materia prima 4. Tecniche di produzione 5. Materiali e attrezzature specifiche utilizzati 6. Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
  • 35. • 7 EVENTUALI DISPOSIZIONI REGOLAMENTARI SPECIFICHE • 8. Disciplinare di produzione • 9. Consorzi, associazioni, comitati, ecc. • 10. Marchi registrati COMMERCIALIZZAZIONE • 11. Stima della quantità prodotta annualmente • 12. Rete di distribuzione 13. Tipo e numero aziende • 14. Iniziative promozionali UTILIZZAZIONE 15. Ricette • 16. Altro utilizzo STORIA E COSTUME 17. Cenni storici • 18. Referenze bibliografiche 19. Aneddoti 20. Proverbi • 21. Ricorrenze PROMOTORI 22. Nome 23. Indirizzo • 24. Numero telefonico 25. Indirizzo di posta elettronica e pec
  • 36. Info riassuntive • la tipologia e i materiali impiegati per la struttura e per i rivestimenti anche quando vengono usati materiali simili al legno • le istruzioni per la manutenzione e la pulizia • il nome o la ragione sociale e la sede del produttore e dell’importatore ( questa informazione è necessaria in caso ci fosse la necessità di dover far valere la garanzia perché il prodotto presenta difetti) • eventuali indicazioni sullo smaltimento del prodotto una volta esaurito il suo ciclo naturale di vita
  • 38. 6. Codice a barre • Il codice a barre è un codice di identificazione costituito da un insieme di elementi grafici a contrasto elevato destinati alla lettura per mezzo di un sensore a scansione e decodificati per restituire l'informazione in essi contenuta.
  • 39. Specifiche • Il barcode lineare è composto da un susseguirsi di elementi ovvero un susseguirsi di barre e spazi. • La barra è l'elemento scuro del barcode, formato da un segmento verticale. Lo spazio è l'elemento chiaro del barcode e separa due barre tra loro. • Per modulo si intende la larghezza dell'elemento (barra o spazio) più stretto. Gli altri spessori sono un multiplo del modulo. • Sezioni del codice a barre Code 128 (GS1-128). 1: Quiet zone, 2: Bit di Start, 3: [FNC1]+codifica dei dati, 4: codice di controllo, 5: Bit di stop • Ciascuna sequenza di barre e linee deve essere preceduta e seguita da un'area di riposo (Quiet Zone) ovvero un'area chiara.
  • 41. Tipi di codici a barre • Tra i tipi più diffusi in Italia, senz'altro troviamo il codice EAN (European Article Number) che viene utilizzato nella GDO, seguito dal Farmacode o codice 32, adottato per l'identificazione dei farmaci e delle specialità vendibili al banco nelle farmacie.
  • 42. Codice EAN • EAN è un codice a barre utilizzato per l'identificazione univoca di prodotti destinati al consumatore finale. • European Article Number (o semplicemente EAN) è una famiglia di codici a barre soggetta alle specifiche della GS1 (una volta conosciuta come EAN International) a cui aderiscono un centinaio di paesi. La famiglia di codici a barre EAN comprende EAN-13 e EAN-8 ed alcune aggiunte, quali ad esempio EAN-2 o EAN-5 per la carta stampata.
  • 43. Vantaggi • veloce registrazione della merce alla cassa; • maggior sicurezza; • alleggerimento nel trasporto della merce, stoccaggio automatico; • nessuna etichetta di prezzo (il prezzo può rimanere a livello dello scaffale); • standardizzazione trasparente e valida in tutto il mondo.
  • 44. Versioni dell’EAN • Ne esistono 2 versioni principali: • l'EAN 13 (o "normale"); • l'EAN 8 (o "ridotto").
  • 45. 7. Inventario periodico • Sistema contabile che per valorizzare le merci o i prodotti consumati in un determinato periodo contabile, in assenza di una contabilità di magazzino tenuta a quantità e a valore, effettua un inventario di fine anno che evidenzi il valore delle rimanenze finali.
  • 46. Rimanenze iniziali e finali • Il consumo annuale risulterà, così, dal confronto tra rimanenze iniziali più acquisti durante l’anno, meno le rimanenze finali, cioè una volta l’anno ed in via indiretta. • I valori contenuti nella contabilità generale e nel bilancio seguono tale schema.
  • 47. 8. Inventario rotativo • L’inventario rotativo (Cycle Counting) è una tecnica di gestione del magazzino (e quindi delle scorte fisiche) secondo la quale una piccola quantità degli articoli in giacenza viene inventariata ogni giorno o settimana, registrando gli scostamenti e riconciliando la scorta fisica con quella contabile.
  • 48. Inventario a rotazione • Questa tecnica di conteggio delle referenze prevede che durante il corso dell’anno vengano effettuati degli inventari parziali del magazzino in modo da avere una giacenza abbastanza aggiornata durante l’anno e di evitare di fermare per troppo tempo l’attività produttiva per l’inventario totale.
  • 49. Controllo continuo • In tal modo non è più necessario l'inventario di fine anno. • Di solito la procedura prevede un minimo numero di conteggi per anno per ogni articolo ed un numero superiore per quelli più movimentati, che hanno maggior probabilità di errore.
  • 50. Vantaggi e svantaggi • Lo svantaggio è che il totale di conteggi annui è superiore, quindi il costo complessivo è più alto rispetto ad un inventario unico di fine anno. • Il vantaggio è che le operazioni di conteggio possono essere eseguite quando c'è un basso carico di lavoro e che mediamente il dato di inventario è più accurato.