Una ricerca sul tema della "fame del mondo": perché, mappa concettuale su cause ed effetti, cartina tematica, emergenza Corno d'Africa, interventi FAO e raccomandazioni OMS. Per le classi II degli Istituti Tecnici Economici.
Una ricerca sul tema della "fame del mondo": perché, mappa concettuale su cause ed effetti, cartina tematica, emergenza Corno d'Africa, interventi FAO e raccomandazioni OMS. Per le classi II degli Istituti Tecnici Economici.
L’educazione è il primo fattore di trasformazione verso lo sviluppo sostenibile, poiché accresce le capacità delle persone di trasformare le loro visioni della società nella realtà.
L’educazione promuove i valori, i comportamenti e gli stili di vita richiesti per un futuro sostenibile. Parliamo quindi di Pedagogia Trasformativa che attraverso percorsi educativi formativi(UDA) aiuta le persone ad acquisire quegli strumenti (social Skills) che muovono le persone ad andare nella direzione che desiderano.
Cambiamento climatico: un sfida per l’umanità?Quattrogatti.info
L’innalzamento delle temperature globali verificatosi negli ultimi 200 anni è un fenomeno anomalo e preoccupante, riconducibile con elevate probabilità all’attività dell’uomo sulla terra, alle nostre abitudini e all’organizzazione delle nostre società.
Questa presentazione fornisce una panoramica sul fenomeno scientifico del surriscaldamento della terra, sulle conseguenze drammatiche di un aumento delle temperature e sui principali fattori determinanti di tale fenomeno, con l’obiettivo di chiarire concetti a volte complessi. Viene inoltre approfondito il ruolo dei governi e il recente dibattito politico in vista della Conferenza Mondiale sul Clima di Copenaghen.
Giunto alla VII edizione, ha coinvolto, lo scorso anno, 1000 scuole. Il “Joyce” aderisce per la prima volta con due classi seconde (A e E) del Liceo delle Scienze Umane.
La proposta educativa Unicef, “L’albero dei diritti”, sostenuta dal MIUR, comprende percorsi sull’inclusione e sulle pari opportunità di bambini e adolescenti.
Sviluppo sostenibile: "GLI ITALIANI E LO SVILUPPO SOSTENIBILE" ricerca realizzata da CE&CO per ecoseven. Con questa ricerca, ci siamo quindi posti l’obiettivo di verificare, presso un campione di cittadini italiani: - quanto il tema dello sviluppo sostenibile sia sentito e come venga declinato; - quali siano, tra i comportamenti considerati importanti per contribuire in prima persona allo sviluppo sostenibile.
L’educazione è il primo fattore di trasformazione verso lo sviluppo sostenibile, poiché accresce le capacità delle persone di trasformare le loro visioni della società nella realtà.
L’educazione promuove i valori, i comportamenti e gli stili di vita richiesti per un futuro sostenibile. Parliamo quindi di Pedagogia Trasformativa che attraverso percorsi educativi formativi(UDA) aiuta le persone ad acquisire quegli strumenti (social Skills) che muovono le persone ad andare nella direzione che desiderano.
Cambiamento climatico: un sfida per l’umanità?Quattrogatti.info
L’innalzamento delle temperature globali verificatosi negli ultimi 200 anni è un fenomeno anomalo e preoccupante, riconducibile con elevate probabilità all’attività dell’uomo sulla terra, alle nostre abitudini e all’organizzazione delle nostre società.
Questa presentazione fornisce una panoramica sul fenomeno scientifico del surriscaldamento della terra, sulle conseguenze drammatiche di un aumento delle temperature e sui principali fattori determinanti di tale fenomeno, con l’obiettivo di chiarire concetti a volte complessi. Viene inoltre approfondito il ruolo dei governi e il recente dibattito politico in vista della Conferenza Mondiale sul Clima di Copenaghen.
Giunto alla VII edizione, ha coinvolto, lo scorso anno, 1000 scuole. Il “Joyce” aderisce per la prima volta con due classi seconde (A e E) del Liceo delle Scienze Umane.
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Sviluppo sostenibile: "GLI ITALIANI E LO SVILUPPO SOSTENIBILE" ricerca realizzata da CE&CO per ecoseven. Con questa ricerca, ci siamo quindi posti l’obiettivo di verificare, presso un campione di cittadini italiani: - quanto il tema dello sviluppo sostenibile sia sentito e come venga declinato; - quali siano, tra i comportamenti considerati importanti per contribuire in prima persona allo sviluppo sostenibile.
Educazione alimentare vegetariana. Dalla scuola alla famigliaCristina Savi
Analisi complessiva delle esigenze alimentari del bambino, confortando la completezza nutrizionale di un'alimentazione vegetariana. Verifica dell'impatto della comunicazione sulle scelte alimentari del bambino e della famiglia. Importanza del ruolo scolastico nella diffusione delle abitudini alimentari. Ricerche e considerazioni a proposito di miti alimentari da sfatare.
Il biologico tra mercato e sostenibilità - Convegno SANA 2012ccpbsrl
"Il biologico tra mercato e sostenibilità". Un gruppo di stakeholders internazionali analizzerà il panorama e offrirà esempi su come questa contrapposizione possa trovare un punto di equilibrio vantaggioso per tutti gli attori del settore.
Gerald A. Herrmann Direttore - ORGANIC SERVICES - Munich
“Il mercato biologico nella trappola della sostenibilità?”
Enrico De Ruvo Ricercatore Osservatorio Prodotti Biologici - ISMEA - Roma
“Le tendenze degli acquisti di prodotti biologici e l’evoluzione del profilo del consumatore”
Tobias Bandel Direttore - SOIL AND MORE - Driebergen
“La produttività sostenibile attraverso un’agricoltura amica del clima”
Fabrizio Piva Amministratore Delegato CCPB srl - Bologna
“Certificazione fra biologico e sostenibilità”
Luigi Cattivelli C.R.A. Direttore Centro di Ricerca per la Genomica – Fiorenzuola D’Arda - PC
“La biodiversità per un’agricoltura biologica sostenibile”
Paolo Bàrberi
Coordinatore Area di Ricerca Agroecologia - Land Lab - Istituto di Scienze Della Vita - Scuola Superiore Sant’Anna - Pisa
“L’approccio agroecologico: la strategia più sostenibile per tutti i modelli di agricoltura biologica?”
SANA 2014: biodiversità e biologico nel Mediterraneoccpbsrl
Nell’ ambito del SANA, il Salone internazionale del Biologico e Naturale di Bologna in cui CCPB ha due stand, si terrà il workshop: “SANA FOR EXPO, Focus su biologico e biodiversità nel bacino del Mediterraneo”.
La relazione di Mohamed Mraihi, dell’Ufficio assicurazione qualità di CCPB.
Carlo Triarico - Proposta per un Piano Nazionale di istruzione e Formazione i...APAB
Proposta per un Piano Nazionale di istruzione e Formazione in Agricoltura Biologica e Biodinamica presentata al Teatro della Terra in Expo 2015 il 29 settembre 2015 durante il convegno "IL CONTRIBUTO DELLA BIOAGRICOLTURA ALL’ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE".
Lina Al Bitar - L’esperienza pluriennale del master di agricoltura biologica...APAB
Illustrazione delle attività dello I.A.M.B. di Bari nel campo della formaizone in agricoltura biologica al Convegno "IL CONTRIBUTO DELLA BIOAGRICOLTURA ALL’ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE" presso il teatro Della Terra il 29 settembre 2015 in EXPO 2015.
Per il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU, ridare valore al cibo, partendo dall'agricoltura e dalla riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera agroalimentare, è cruciale.
nel 2007 il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), ha riassunto in 10 raccomandazioni, i risultati di oltre 100 ricercatori, epidemiologi e biologi, di una ventina di centri di ricerca fra i più prestigiosi del mondo.
6 sfide mondiali che riguardano tutti noi.
10 soluzioni innovative per affrontarle.
5 esempi concreti di startup per la Food Innovation.
1 unico Paese straordinario, l'Italia, che può diventare il riferimento sulla Food Innovation nel Mondo.
Vetralla 28/05/2051 Palazzo Zelli
Il diritto ad una alimentazione adeguata, corretta, sufficiente e sana è un diritto universalmente riconosciuto ad ogni persona e a maggior ragione è un diritto che deve essere riconosciuto ad ogni bambino del mondo.
La qualità e salubrità del cibo è di estrema importanza e fattore determinante per la salute di tutti e in particolare per i bambini in quanto organismi in accrescimento e per questo più vulnerabili alle esposizioni ad inquinanti.
Il cibo pertanto non deve essere inquinato e adulterato, e non deve essere trasportato, conservato e servito con mezzi e modalità che possono diventare un rischio per la salute.
Cosa è bene sapere, cosa è necessario fare?
Quale il ruolo e quali responsabilità dei medici, degli insegnanti, delle famiglie e delle Istituzioni?
L'incontro, pubblico e gratuito, è stato dedicato a tutti i genitori e cittadini che desideravano essere informati. Relatrice: dottoressa Antonella Litta referente dell'Associazione Italiana Medici per l'Ambiente - ISDE (International Society of Doctors for the Environment).
WYSE onora il contributo importante che gli anziani possono dare al mondo e crede che la loro esperienza possa essere di sostegno alle generazioni più giovani. WYSE dà valore all'approccio intergenerazionale e incoraggia l'interazione fra gruppi di giovani e di anziani.
WYSE ELDERS lavora per ridefinire il ruolo degli anziani nella nuova civiltà planetaria attraverso riflessioni , sfide, scambi e confronti fra persone appartenenti a culture diverse , in contesti residenziali ed esperienziali di profonda bellezza, condivisione , collaborazione e creatività.
I programmi WYSE ELDERS si rivolgono a donne e uomini oltre i 50 anni che desiderano dare senso e valore al “terzo atto” della vita, scambiare aspirazioni ed esperienze con persone affini, esprimere meglio il loro potenziale e collegare le loro visioni con la saggezza che viene dall'età.
WYSE honours the important contribution that older people can make to the world and how their experience can be of service to the younger generations. WYSE values an intergenerational approach and aims to encourage interaction between older and younger groups and individuals.
WYSE ELDERS works to redefine the role of elders in the new planetary civilization through reflections, challenges, sharings and exchanges between people coming from different cultures and backgrounds, in residential and experiential contexts of deep beauty, heart communication, collaboration, and creativity.
WYSE ELDERS programmes address women and men over 50 who wish to give sense and value to the “third act” of their lives, to exchange experiences and aspirations with like minded people ; express more potential; connect their visions and find greater meaning and purpose with the wisdom of being elder.
Comunicato Stampa La Cocciutaggine a Terni - Centro di PalmettaAnnamaria Pompili
Al termine di 15 giorni di residenza presso il Centro di Palmetta a Terni vengono presentati i lavori sull’Atto Secondo de La Cocciutaggine, ultimo vizio capitale di Rafael Spregelburd (drammaturgo argentino di fama internazionale) ambientato durante la Guerra Civile spagnola del 1939. Lo scocco delle “cinco de la tarde” segna l’inizio di questo atto agito nella stanza di Alfonsa, la figlia malaticcia: un gruppo “di innocui fascisti” che non nominano mai violenza e sterminio, immersi in un’atmosfera tesa e paranoica, si muovono in uno spazio temporale ossessivamente ripetitivo, come fantasmi condannati. Una figlia nevrastenica, le cui visioni non del tutto oniriche svelano scheletri nascosti negli armadi della tenuta e il sogno di una lingua universale e democratica, che tradisce un pensiero livellatore e globalizzante, scandiscono il tempo di questa tragedia grottesca.
La Cocciutaggine recensita da Paolo Petroni, Corriere sella SeraAnnamaria Pompili
Antonelli sceglie così per gli interpreti una recitazione sul filo del grottesco, ma equilibrata, ritmica e incisiva che finisce per coinvolgere e coincidere col carattere del testo rivelandone il senso, fino al nero finale a sorpresa (Paolo Petroni, Corriere della sera, 19 luglio 2013)
l 16 luglio 2013 debutta al Teatro Studio “Eleonora Duse” La cocciutaggine di Rafael
Spregelburd, Saggio di Diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio
d’Amico” dell’allievo regista Dante Antonelli. Lo spettacolo è frutto di un percorso di studio di
quattro mesi sul testo di Spregelburd condiviso e sviluppato insieme ad un ensemble di attori
neodiplomati all’Accademia (Vittoria Faro, Michele Lisi, Carlotta Mangione, Alessandro
Marmorini) due drammaturghi per la scena (Matilde D’Accardi e Federico Perrone), un
musicista (Francesco Leineri), luci di (Luca Febbraro) scene (Giulio Bartolozzi) e costumi di (Carla Tagliaferri). La
traduzione è di Antonella Caron.
Dei tre atti di cui è formato il testo, verranno presentati il II e III a giorni alterni secondo il
seguente calendario:
martedì 16, giovedì 18, sabato 20 ore 20.45: II atto
mercoledì 17, venerdì 19 e domenica 21 ore 20.45: III atto
Ultima opera dell’Eptalogia di Hieronymus Bosch, La Cocciutaggine, scritta da Spregelburd
nel 2008 e mai rappresentata in Italia, è ambientata in Spagna nel 1939 durante la Guerra
Civile. La vicenda, dal Commissario di polizia alla serva francese, dalla figlia nevrastenica alla
ex moglie vendicativa, dallo scrittore decadente al traduttore russo convertitosi allo stalinisno,
dalla figlia in fuga verso l’avventura partigiana al piccolo possidente preoccupato solo di
preservare ciò che già possiede, dal soldato sciocco di provincia al miliziano di ventura, si
articola in tre atti che raccontano lo stesso lasso di tempo in tre spazi diversi della tenuta del
Commissario Jaume Planc: il salone, la camera della figlia ed il giardino. Ogni luogo della casa
è portatore di un’atmosfera, di un tempo, di una ritualità sua propria. La ripetizione ossessiva
dello stesso arco di tempo spinge il dramma oltre la sua frammentazione ritrovando lo spirito
più alto di una tragedia che invoca, al termine dello spettacolo, l’assenza di giudizio sui fatti
che si sono svolti sulla scena. Ogni atto ha inizio alle “cinco de la tarde”, ora magica che
affonda il suo senso nella poesia di Garcia Lorca che proprio durante la Guerra Civile perse la
sua giovane vita.
Del suo percorso di ricerca il giovane regista Antonelli ha detto: “Spregelburd ci ha ricordato
come è facile giocare al teatro, senza rinunciare alla profondità civile ed umana del messaggio
di cui ci facciamo portatori”.
Teatro Studio Eleonora Duse
via Vittoria n 6 Roma
tutte le sere ore 20.45
ingresso gratuito
Per info e prenotazioni 06-36000151
Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico
Via Vincenzo Bellini, 16 - 00198 ROMA Tel 06 854.36.80 Fax 06 854.25.05 C.F. 80218690586 www.silviodamico.it
Leadership e management a confronto con il cambiamento di Gianpiero Collu, Li...Annamaria Pompili
L’idea di realizzare un progetto di formazione di coaching e team coaching/ training di gruppo suddiviso in sette giornate tematiche nasce dal desiderio di unire e smembrare al tempo stesso il macro concetto del cambiamento, strutturandolo in sette interventi separati tra loro ma connessi, ben inseriti in questo vasto scenario.
I sette diversi argomenti vengono declinati attraverso il tema della Leadership e del Management, con metodologie simili tra loro ma con diversi tagli e approfondimenti.
Ogni singola giornata è un percorso d’esplorazione che approccia a un tema diverso, ma che al tempo stesso segue una sorta di fil-rouge non visibile ma consistente, tanto da poterle tenere unite dando una ad esse una singola identità e al tempo stesso facilitarle come se si trattasse di un unico workshop.
Qui metto a disposizione la possibilità di scaricare gratuitamente il mio Ebook di 27 pagine in cui descrivo questo progetto di formazione, dando la possibilità a tutti di confrontarsi su queste tematiche in forma aperta e in un’ottica di condivisione.
Troverete i miei contatti sul sito www.gianpierocollucoach.it
Leadership e management a confronto con il cambiamento di Gianpiero Collu, Li...
Gli allevamenti intensivi
1. Gli allevamenti intensivi
La zootecnia intensiva consente l’allevamento di un
numero decisamente elevato di animali su un territorio
relativamente ridotto.
Con questo sistema in Italia si allevano 9 milioni di
bovini, 9 milioni di suini, 12 milioni tra ovini e caprini,
500 milioni di polli da carne, 50 milioni di galline ovaiole.
2. Gli allevamenti intensivi
Negli anni ’50 il consumo di carne in Italia era
di 18 kg pro-capite annui, oggi è di circa 85 kg.
Negli altri paesi europei l’evoluzione è stata
molto simile.
In alcuni paesi del Nord Europa la percentuale
odierna è ancora più elevata e raggiunge
i 90 kg pro capite.
3. Gli allevamenti intensivi
Il cambiamento delle abitudini alimentari
hanno fatto progressivamente aumentare la richiesta di
alimenti di origine animale, indirizzando sempre più
la selezione verso quelle razze maggiormente
produttrici di carne, latte e uova.
Questa eccessiva specializzazione degli animali
e lo sfruttamento dell’ambiente hanno portato
a un decadimento della qualità fino ad arrivare ai casi
estremi di “vacca pazza”.
4. Gli allevamenti intensivi
La quantità di carne che attualmente viene consumata
nei paesi industrializzati
non potrebbe essere prodotta con metodi
tradizionali, ovvero attraverso l’allevamento
estensivo.
Gli 85 kg pro capite richiederebbero un’estensione di
territorio, per la coltivazione dei cereali, pari a 73
milioni di ettari solo per la produzione italiana, cioè il
doppio della superficie totale dell’Italia.
5. Gli allevamenti intensivi
A partire dalla fine degli anni ’50 in Europa ha
cominciato quindi a crescere
la zootecnia intensiva
che ha irrimediabilmente spezzato
il rapporto animale/territorio,
allontanando ancora di più la percezione
del legame e dell'interdipendenza dell'uomo
con il resto dell'ambiente naturale.
6. Gli allevamenti intensivi
L'allevamento intensivo degli animali produttori di carne, uova,
latte e suoi derivati influiscono su:
1. L'ambiente
2. L'economia
3. Il benessere degli animali
4. La salute degli esseri umani
5. La giustizia sociale e la distribuzione delle risorse
6. La salute dei lavoratori impiegati negli allevamenti
7. L'allevamento intensivo e l'ambiente
Biodiversità
L'allevamento intensivo incentiva le monocolture.
In particolare quella del mais, coltivato in
pochissime varietà, le più redditizie, e quelle
del grano, del girasole e di pochi altri cereali.
L'impoverimento della biodiversità animale e
vegetale e la deforestazione contribuiscono
inoltre alla trasformazione del paesaggio.
8. L'allevamento intensivo e l'ambiente
Consumo d'acqua
L'allevamento intensivo si collega all'agricoltura
intensiva, amplificando le sue conseguente
disastrose, soprattutto per quanto riguarda
l'altissimo consumo di acqua.
Un chilogrammo di carne costa all’ambiente ben
3.150 litri di acqua.
9. L'allevamento intensivo e l'ambiente
Inquinamento a causa delle deiezioni animali.
Il letame, deiezioni mescolate alla paglia, veniva usato
come fertilizzante in agricoltura, chiudendo così il cerchio
delle attività collegate alla terra.
Ora la quantità e la qualità delle deiezioni prodotte in
allevamento intensivo non consentono più quest'uso.
La loro enorme quantità e la presenza di fosforo, azoto,
antibiotici, prodotti di lavaggio dei capannoni, ecc.
mettono a rischio la qualità dell'acqua e del terreno.
10. L'allevamento intensivo e l'ambiente
Trasporto
Per il trasporto di una così grande quantità di animali vivi e
macellati e delle derrate di alimenti per il loro allevamento,
occorre una grande quantità di energia che produce un
alto livello di inquinamento ambientale.
11. L'allevamento intensivo e
l'economia
Le conseguenze sull'economia sono in ordine a:
1. Lo sperpero di energia (consumo di energia non
proporzionato al risultato ottenuto).
2. Lo sfasamento nel rapporto tra ambiente urbano (attività
terziarie) e quello agricolo (attività produttive e di
trasformazione).
3. L'impoverimento del patrimonio paesaggistico e la perdita di
elementi culturali legati al territorio.
4. La concentrazione della produzione: l’Inalca del gruppo
Cremonini, da sola macella circa il 30% degli animali in Italia.
12. L'allevamento intensivo e il
benessere degli animali
Il maltrattamento è intrinseco a questo sistema.
La totale perdita di naturalità legata agli ambienti chiusi, alla mancanza di
movimento, al tipo di alimentazione, alla riproduzione artificiale, alla
separazione madre-figlio, alla somministrazione di farmaci, alla durata della
vita, sono elementi essenziali dell’allevamento intensivo.
Di queste condizioni siamo tutti responsabili e/o colpevoli: la precoce
macellazione degli animali, l'ingrasso che produce loro la rottura degli arti
durante il trasporto, l'immobilizzazione delle madri durante l'allattamento,
l'immobilizzazione dei vitelli (i cuccioli) per mantenere le carni tenere, l'uso
di farmaci per stimolare l'aumento di peso, rispondono e vengono incontro
ai gusti e alle richieste dei consumatori, da una parte, e dall'interesse
economico dei produttori, dall'altra.
13. L'allevamento intensivo e il
benessere degli animali
Anche l'alimentazione è un'azione violenta.
Agli animali viene somministrato di tutto (carne
agli erbivori, oli esausti, scarti di conceria,
farine ricavate da scarti di lavorazione
industriale) e in maniera forzata.
Il caso BSE (encefalopatia spongiforme bovina o
malattia della mucca pazza) è l'esempio
lampante delle conseguenze di questo sistema
produttivo.
14. L'allevamento intensivo e la salute
degli esseri umani
La salute degli esseri umani non è misurabile solo rispetto alla
minaccia insita nella presenza nelle carni, nel latte e nelle uova
di ormoni, di sostanze chimiche dannose, di ogm o altro, che
già hanno il loro peso.
Si misura anche in rapporto alla qualità dell'ambiente in generale:
la qualità dell'acqua, del suolo, dell'aria. La salute si misura
anche in relazione alla consapevolezza dell'armonia con
l'ambiente naturale e in relazione all'autonomia delle scelte per
la propria vita.
La consapevolezza e la pratica di vivere come esseri umani,
semmai come cittadini ma non come consumatori.
15. L'allevamento intensivo, la giustizia
sociale e la distribuzione delle
risorse
Il cibo con cui vengono nutriti gli animali,
che non è più fieno ma un misto di cereali e
farine di varia origine (assai più nutriente),
proviene talvolta da paesi lontanissimi.
Talvolta proprio da quei paesi nei quali la fame e
la malnutrizione sono una tragedia quotidiana,
paesi nei quali si coltivano cereali da esportare
nel ricco nord per nutrire i nostri "hamburger".
16. L'allevamento intensivo e la salute
dei lavoratori
Il contatto con gli animali, con le loro deiezioni, con
strumenti contaminati o l'inalazione di polveri
organiche in tutte le fasi del lavoro, dalla
preparazione degli alimenti alla somministrazione di
cure agli animali, mette i lavoratori a rischio di:
infezioni, intossicazioni e allergie.
Le principali patologie sono: listeriosi, tubercolosi,
brucellosi, dermatomicosi, carbonchio, leptospirosi,
salmonellosi, parassitosi varie, enterocoliti.
17. Potenza del fattore “cibo”
Nell'aprile 2008 sulla rivista scientifica Environmental
Science and Technology, è stato pubblicato un
articolo di due ricercatori della Carnegie Mellon
University "Chilometri-cibo e relativo impatto sul clima
delle scelte alimentari negli Stati Uniti".
Dagli studi riportati nell'articolo emerge che l'impatto del
comportamento dei singoli individui sull'ambiente e
sul clima è dovuto a tre fattori principali:
il cibo, l'energia usata in casa, e i trasporti.
18. Potenza del fattore “cibo”
Di questi tre fattori, quello del "cibo", cioè di che cosa ciascuno
sceglie di mangiare, è il più "potente", perché:
1. è quello che in termini quantitativi ha il maggior impatto;
2. ha il maggior livello di scelta personale, perché non dipende
dalle normative, dalla disponibilità di mezzi pubblici o di fonti di
energia alternative, ecc. Sul che cosa mangiare il singolo
individuo ha pieno potere;
3. si può applicare già subito, non è a medio o lungo termine
come possono esserlo altri aspetti che implicano cambiamenti
nelle infrastrutture, nei beni disponibili, nella tecnologia usata.
19. La zootecnia biologica
Nel 1999 la Comunità Europea ha
emanato il Regolamento n. 1804 che
indica le linee guida per l’allevamento
degli animali con metodo biologico.
20. La zootecnia biologica
Alcuni esempi dal Regolamento della Comunità
Europea in materia di allevamento biologico:
Per ogni ettaro (ha) di terreno possono essere allevati 5
vitelli, fino ad un anno di età, oppure 3,3 capi di età
compresa da uno a due anni.
Questo numero di capi consente di ottenere un carico di
deiezioni animali (effluenti) che non supera i 170kg di
azoto (N) per ha e per anno, quantità ritenuta non
inquinante.
21. La zootecnia biologica
Le caratteristiche generali dei ricoveri adibiti a stalla sono: una
buona luminosità, la ventilazione naturale, la presenza di lettiera
vegetale, un confortevole accesso ai punti di alimentazione e
abbeverata.
Per i bovini il sistema di allevamento deve basarsi in massima
parte sul pascolo.
Il pascolo è quindi previsto e deve essere disponibile, anche
limitatamente ad una fase produttiva,
ma è praticato compatibilmente con le condizioni pedoclimatiche,
ovvero quando condizioni del terreno,
del manto erboso e dell’andamento stagionale lo consentono.
22. La zootecnia biologica
L'alimentazione di base dei vitelli è il latte naturale, di
preferenza quello materno. I vitelli devono comunque essere
nutriti con latte naturale per un periodo minimo non inferiore a 3
mesi.
L'alimentazione dei bovini per la produzione di carne deve
rispettare le esigenze nutrizionali degli animali nei vari stadi
fisiologici.
È vietata l'alimentazione forzata.
È richiesto che almeno il 60% dell’alimentazione derivi da foraggi
mentre il restante 40% può essere costituito da concentrati.
L’alimentazione deve essere somministrata con alimenti
provenienti da agricoltura con metodo biologico ma è ammesso
che una quota del 10% possa avere origini non biologiche.
23. Fonti
“L'allevamento intensivo e le conseguenze su ambiente
e animali” di Enrico Moriconi su
www.oltrelaspecie.org/doc/conferenze/moriconi.doc
Scheda di Aggiornamento n. 167 da Veneto
Agricoltura: “Bovini da carne biologici” di Maurizio
Arduin, marzo 2005.
http://www.nutritionecology.org/it/panel1/intro.html
http://www.nutritionecology.org/it/panel1/intro.html
http://www.scienzavegetariana.it/