Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Fiaba 2
1. Che cosa ci dicono le fiabe a proposito del passato
2. Fiabe e
storia
2. Una fiaba in dialetto
Leggiamo assieme una fiaba in dialetto raccolta da Ettore Scipione
Righi, un importante personaggio di Verona nato il 27 agosto 1833.
Ettore era laureato in legge, ma dedicò la sua vita all’organizzazione
delle scuole veronesi e andò costantemente “a caccia” di canti,
proverbi, fiabe e detti popolari, naturalmente tutti in dialetto.
Morì, sempre a Verona, il 10 maggio 1894.
Molti veronesi, infatti, non sapevano l’italiano (come tutti gli
altri, d’altronde). L’Italia era diventata uno Stato unitario soltanto
nel 1861… e il Veneto vi fu annesso cinque anni più tardi!
3. Chi parla?
Chi scrive?
Chi sono gli autori delle fiabe?
Secondo te, le parole ‘autore’ e ‘narratore’ hanno lo stesso
significato?
… Ma tu l’hai capito, allora, chi è stato a inventare le fiabe che
abbiamo letto finora?
Scriviamo un testo collettivo annotando le nostre scoperte.
4. C’era davvero
una volta
1. Prendete le fiabe lette finora: evidenziate nel testo se si parla
dei mestieri di una volta (p. es. il taglialegna) e dei loro
strumenti tradizionali (p. es. la roncola).
2. Ora evidenziate le caratteristiche dei ricchi e quelle dei poveri.
3. Ci sono altri oggetti che oggi non si usano più? Evidenziateli.
Scrivete un testo in cui esponete le vostre scoperte.
5. A che cosa servono?
Ora, per ciascuna fiaba letta, provate a stabilire se c’è qualche
insegnamento palese (evidente) o nascosto. Insomma, queste fiabe ci
vogliono insegnare qualcosa? Che cosa?
Presentate le vostre conclusioni in un testo intitolato “Le fiabe
servono!” oppure in un testo intitolato “Le fiabe non servono a
niente!”. Ricordatevi di argomentare, cioè di spiegare perché
sostenete una certa opinione.
6. Riti di morte
Secondo Vladimir Jakovlevič Propp (1895-1970), studioso di letteratura
russa, le fiabe sono nate all’epoca delle comunità di cacciatori-
raccoglitori, prima del Neolitico (quindi almeno 12 000 anni fa).
La fiaba racconta gli antichi riti d’iniziazione (o riti di passaggio): quando l’infanzia
stava per finire, i bambini venivano mandati nel bosco. Qui venivano isolati in una casa
apposita, sorvegliata da uno stregone. Sotto la supervisione di quest’ultimo essi dovevano
affrontare delle prove (col fuoco, con armi da taglio ecc.). Infine facevano ritorno alla
comunità: i vecchi bambini erano “morti”, ma al posto loro erano “nati” dei nuovi adulti che
si potevano finalmente sposare per mettere al mondo dei figli.
Quali “prove” si affrontano oggi per diventare “grandi”? Racconta.