1. Un laboratorio di lettura a cura della Biblioteca comunale di
Copparo, in collaborazione con le scuole medie “Govoni” di
Copparo e il blog READY TO READ
2. Perché siamo spaventati
da qualcosa che non
esiste?
Perché dovremmo essere
interessati all’orrore,
visto che l’essere
spaventati è uno stato
spiacevole?
Il filosofo Aristotele
scrisse che:
“le cose che ci fanno
soffrire nella realtà , ci
recano un sommo piacere
se le osserviamo in
immagini”: questo
fenomeno si chiama
CATARSI
3. Le figure che popolano il fantastico ci attraggono
perché sono PROIEZIONI delle nostre paure
Cosa si intende per PROIEZIONI?
Letteralmente significa: mettere fuori di sé ciò che
sgradevole
E’ un meccanismo di difesa primitivo che consiste nello
spostare sentimenti su altri oggetti o persone.
4. Le emozioni “negative” le
sentiamo come una cosa
cattiva e le mettiamo
nelle cose “fuori da noi”.
“Proiettare” significa
proprio questo: togliere il
pericolo da dentro di noi
e spostarlo sulle
cose/persone davanti a
noi. Ecco la PAURA.
5. Aver paura è una cosa
naturale, giusta e utile. E’
un segnale d’allarme
istintivo che ci avverte di
stare attenti. Solo che a
volte scatta l’allarme per
niente! Nel buio (quindi
in ciò che non
conosciamo) infatti si
nasconde spesso ciò che
crediamo di vedere ma
non esiste
6. La paura non va negata o
minimizzata. Anche la lettura
di un libro horror è un modo
per accoglierla, elaborarla e
quindi contenerla.
La lettura di certe storie o la
visione di determinati film
fungono da veri e propri riti di
iniziazione, come passaggio
da quella rassicurante isola
felice rappresentata
dall’infanzia al mondo nuovo,
spaventoso, ma attraente degli
adulti.
ALLORA LEGGIAMO!
7.
8.
9. Con il romanzo “Il
castello di Otranto”,
Horace Walpole fissa le
caratteristiche della
letteratura horror e in
particolare quelle del
romanzo nero o gotico.
10. Cresce l’interesse per il
mistero e le forze
oscure e ingovernabili
della natura, per la
storia e le sue
leggende, per i recessi
insondabili dell’animo
umano e
l’imprevedibilità del
progresso.
11. Il genere horror si
carica di maggiori
inquietudini
determinate dagli
eventi storici e dai
repentini
cambiamenti sociali.
12.
13.
14.
15.
16.
17. Il mostro è un elemento
che permette al lettore di
veder confermata la
propria “normalità”: IO
NON SONO COME
QUELLO!
Nel mostro però vediamo
anche quello che
potremmo essere o
diventare: ANCHE IO
POTREI ESSERE COME
QUELLO
Individuiamo che la
causa dei problemi è il
mostro ma dobbiamo
dimostrarlo a qualcun
altro!
E se nessuno ci crede?
Nel frattempo il mostro
prende possesso e avanza
La parte finale vede il
DUELLO
18. Il piacere che viene da
una storia horror non è
nella presenza del
mostro in sé ma in come
il testo narrativo lo
propone e lo introduce al
lettore …
Le storie horror sono
spesso prevedibili nello
sviluppo eppure ciò non
preclude l’attenzione
19. Descrizione
particolareggiata di scene
crude e raccapriccianti
Ritardare il finale della
vicenda attraverso
deviazioni descrittive per
accrescere la tensione
Dare spazio ai tormenti
psicologici
In certi punti creare una
successione rapidissima di
eventi attraverso una
scrittura rapida e spezzata
dalla punteggiatura
Ambientare le storie in
luoghi bui e claustrofobici,
case disabitate, castelli
stregati, cimiteri sinistri,
campagne desolate
20. Il genere può prevedere sia
un finale positivo in
cui il protagonista dopo
varie peripezie riesce ad
annientare o rendere
inoffensivo l’antagonista,
sia un finale
negativo nel quale le forze
del male riescono a
sopraffare i deboli
Editor's Notes
Ci piace, quando ci raccontano una storia, provare un po' di paura. Che gusto c'è se una fiaba, una novella o un romanzo non ci emozionano almeno un po'?
Nell’età dell’adolescenza la vera paura che si manifesta è inerente al RAPPORTO cogli altri e al cammino di accettazione di se stessi fuori dalla famiglia
Gotico è il termine che usiamo quando ci riferiamo a un romanzo ambientato in un Medioevo irrazionale e superstizioso.
Nascono due tra i mostri più famosi di tutti i tempi: Dracula di Bram Stoker e Frankestein di Mary Shelley.
Ai mostri tradizionali e agli spettri, che si aggirano nei castelli, si affiancano i fantasmi della mente e gli orrori che scaturiscono improvvisamente da eventi banali e quotidiani.
Alfred Hitchcock, giustamente, è conosciuto come il maestro della suspense. I suoi film horror ed i suoi thriller sono in grado di tenere lo spettatore attaccato alla sedia per tutta la durata del film. in Psyco, lo spettatore, mentre il detective sale le scale della casa di Norman, vede la porta aprirsi e prevede in anticipo l'agguato mortale.
Un'ulteriore tecnica per ottenere la suspense è quella di costringere lo spettatore a identificarsi con il personaggio. Cinematograficamente ciò si realizza utilizzando la soggettiva. https://www.youtube.com/watch?v=0WtDmbr9xyY
E nel romanzo?
in tutta la storia ci deve essere una sensazione di crescente sconfitta. I personaggi devono essere sempre più isolati, perduti, vinti.
Il pubblico prova il desiderio di sentirsi raccontare sempre le stesse storie
La conclusione può prevedere sia un finale positivo in cui il protagonista dopo varie peripezie riesce ad annientare o rendere inoffensivo l’antagonista, sia un finale negativo nel quale le forze del male riescono a sopraffare i deboli.