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COSTRUZIONI ONORARIE
PROGETTO ARTE
REALIZZATO DA:
JACOPO BATTAGLIA
GIADA CAMMARATA
GIORGIO GAMBINO
GIORGIA PAGANO
ANGELO PROVVIDENTI
Significato
La produzione artistica romana non era mai rivolta semplicemente a un astratto godimento
estetico. Dietro le opere d'arte si celava sempre un fine politico, sociale o pratico. La bellezza era
connessa al concetto di sfarzo, inteso come autocelebrazione del committente della propria
potenza economica e sociale, contrariamente a l’arte greca che aveva fini religiosi (i templi e i
santuari) . Di conseguenza ciò che prevale nelle testimonianze artistiche sono gli aspetti tecnici e
pratici, oppure celebrativi.
I romani iniziarono a utilizzare l'immagine come una sorta di pubblicità, poichè era un mezzo di
comunicazione più semplice e immediato della parola, facilmente comprensibile da chiunque.
L'arte diventò dunque una forma di propaganda celebrativa del primato politico-militare
dell’impero.
Queste costruzioni venivano quindi erette per ricordare un avvenimento di grande importanza
pubblica, come la vittoria di una guerra, la conquista di nuovi territori, l’apertura di una strada, la
stipula di un patto di alleanza.
ARCO ROMANO
L'arco è composto da una serie di elementi in pietra o mattoni detti conci; quello situato al centro è
detto chiave. I singoli conci lavorano a compressione e, tra loro, si serrano per attrito. Le linee radiali
che separano i conci sono i giunti . Il piano da cui si inizia l'arco è detto piano di imposta e le linee
curve che lo delimitano si chiamano intradosso o sesto e estradosso . Si chiama freccia la distanza
verticale fra piano di imposta e il punto più elevato della linea di intradosso, mentre luce o corda la
distanza fra i sostegni. La parte esterna e visibile dell'arco è invece archivolto o ghiera. I Romani
usavano solo l’arco a tutto sesto in cui i conci sono indirizzati verso il centro del semicerchio. A tale
scopo veniva data una forma a cuneo alle pietre e ai mattoni usati, se invece si usavano mattoni
rettangolari, i più comuni, allora si ovviava usando più o meno malta tra i mattoni. Si potevano
anche costruire archi concentrici a ventaglio oppure inserire tra i mattoni pietre sagomate a cuneo.
LA SUA STORIA
Anche se è impossibile datare esattamente l'anno di nascita dell'arco, si può affermare che il primo
esempio di struttura semicircolare non è l'arco, ma bensì la volta. I primi resti di strutture che
utilizzano la struttura ad arco sono le volte a corsi inclinati (volta nubiana) realizzate in Mesopotamia
e Basso Egitto fra il IV e III millennio a.C. Probabilmente si arrivò al concetto di arco, passando
attraverso le strutture cosiddette a "falso arco". Sono queste le strutture a capanna, formate da due
semplici elementi inclinati l'uno contro l'altro.
L'archeologo C.L. Woolley afferma che fu un arco a tutto sesto il primo arco costruito nella storia
dell'Umanità. In "The excavation of Ur" afferma di aver individuato nel piccolo arco semicircolare di E
Dublal-Mah, presso Ur, il primo esempio di struttura ad arco utilizzato nella facciata di un edificio e
fuori terra.
SIGNIFICATO DELL’ARCO TRIONFALE
A Roma il trionfo (triumphus) costituiva il più solenne riconoscimento tributato a un condottiero
che avesse riportato una schiacciante vittoria sul nemico. L’arco è un monumento celebrativo e
onorario, destinato a fissare per sempre il ricordo di un personaggio illustre e un’occasione di un
particolare evento.
Idearono e apprestarono l’arco trionfale: con la forma di una monumentale porta ad arco costruita
per celebrare la vittoria. Questa tradizione nasce nell'Antica Roma, e molti archi costruiti in età
imperiale possono essere ammirati ancora oggi nella "città eterna". Alcuni archi trionfali erano
realizzati in pietra o in marmo ed erano destinati ad essere permanenti. In altri casi venivano eretti
archi temporanei, costruiti per essere utilizzati durante celebrazioni e parate e poi smontati. In
genere solo gli archi eretti a Roma vengono definiti "trionfali" in quanto solo nell'Urbe venivano
celebrati i trionfi. Gli archi eretti altrove sono generalmente definiti "onorari". Il primo arco
trionfale apparve nel 40-30 a.C. ad Aquino, nel Lazio.
LA SUA STRUTTURA
L’arco è un monumento celebrativo e onorario, destinato a fissare per sempre il ricordo di un
personaggio illustre e un’occasione di un particolare evento. I passaggi erano delimitati da robusti
pilastri portanti sviluppati in profondità fino a una trabeazione continua corrente lungo l’intero
perimetro a una quota intermedia. La trabeazione è sormontata da un blocco superiore in forma di
attico, elevato per far da basamento a statue onorarie. La volta si imposta sopra una cornice che
stabilisce l’altezza dei pilastri sia all’esterno che all’interno del passaggio . Con l’evolversi
dell’architettura, i passaggi aumentarono da uno a tre e si estesero in ogni parte le sculture, il
passaggio centrale acquista una misura maggiore dei laterali, e tra III e IV sec. d.C. l’arco a tre
aperture diviene il tipo più diffuso, particolarmente nelle province orientali.
Arco Traiano (Algeria)
Un arco trionfale fu quello di Traiano situato in Algeria.
L'arco, a tre fornici, fungeva da porta occidentale della città, all'inizio del decumano massimo, che
proseguiva la via proveniente da Lambaesis. Esso raggiunge un'altezza di 12 m, con il fornice
centrale alto 6 m che permetteva il passaggio dei veicoli, le cui ruote hanno lasciato profondi
solchi sul basolato della via. I fornici laterali, alti 3,75 m, erano riservati ai pedoni. Sulle due
facciate sopra i fornici laterali sono presenti profonde nicchie rettangolari, inquadrate da edicole
con colonnine corinzie con fusti lisci in marmo colorato, sorrette da mensole. Le nicchie erano
destinate ad ospitare statue oggi scomparse. L'insieme di ciascun fornice laterale e della nicchia
soprastante era inquadrato da due colonne corinzie rudentate, distaccate da parete e innalzate su
piedistalli. La trabeazione che corre sulla parete sopra i fornici laterali, sporge sopra le colonne e
su di essa poggia a sua volta un frontone curvilineo. L'attico doveva essere sormontato da un
gruppo statuario monumentale
Colonna traiana
La Colonna Traiana è uno dei monumenti più celebri di Roma
antica ed è uno dei pochissimi monumenti romani intatti arrivati
al giorno d’oggi. Fu dedicata dal Senato a Traiano per celebrare le
sue due campagne vittoriose in Dacia da parte dell'imperatore
Traiano, nel 113 d.C. Da molti l’architetto fu Apollodoro di
Damasco, architetto del progetto del Foro di Traiano e l’artista
preferito di Traiano. Egli aveva una cultura ellenica, ma
soprattutto era un grande interprete dell’epopea romana. La
colonna aveva una funzione pratica, testimoniata dall'iscrizione,
cioè ricordare l'altezza della sella collinare prima dello
sbancamento per la costruzione del Foro, ed accogliere le ceneri
dell’imperatore di Plotina (colei che determinò l’erede al Trono di
Traiano e sua moglie), dopo la sua morte.
La colonna è di tipo "centenario", cioè alta 100 piedi romani (alta
complessivamente 35 metri). E’ costituita da 21 blocchi di marmo
pario di carrara di 75-77 tonnellate l’una; ed è profonda da
3,50m. Non rispetta le misure reali delle persone, ma pure degli
edifici e degli alberi; ingrandendo i protagonisti mentre
rimpiccioliva gli elementi secondari.
Colonna di Marco Aurelio
La colonna di Marco Aurelio è un monumento di Roma,
eretto tra il 176 e il 192 per celebrare, forse dopo la sua
morte, le vittorie dell'imperatore romano Marco Aurelio
(161-180) ottenute sulle popolazioni germaniche dei
Marcomanni, dei Sarmati e dei Quadi. La colonna di
Marco Aurelio, composta da 27 blocchi sovrapposti, è di
marmo lunense, per un’altezza totale di 41,95 m, il
diametro inferiore è di m 3,80, quello superiore di m 3,66.
Il fusto è alto m 29,601, corrispondenti a 100 piedi
romani, da cui la definizione di colonna centenaria che le
è stata attribuita in antico. Sul lato sud si apre una porta,
oggi parzialmente interrata, che conduce alla scala
interna a chiocciola, composta di 203 scalini e illuminata
da 56 feritoie. Traendo ovvia ispirazione dalla Colonna
Traiana, si snoda sull’intera superficie del fusto, a simulare
un rotolo di papiro o una stoffa, una fascia continua, a
spirale, decorata, alta m 1,25. Il fregio ad altorilievo della
colonna di Marco Aurelio è composto da 21 giri della
spirale, in cui si scorgono 116 distinte scene, separate in
due parti, che illustrano le imprese delle campagne
contro Germani e Sarmati.
Differenze tra le due colonne
Le due colonne sono gemelle. La colonna di Marco Aurelio ripete intenzionalmente il modello
traianeo, ma, malgrado il tentativo d'emulazione, vi sono evidenti differenze fra le due: mentre
nella prima vi è un morbido bassorilievo pittorico, nella seconda troviamo un incisivo altorilievo; il
modellato da morbido diventa più aspro, con bruschi passaggi di piano e con il trapano che
affonda nel marmo traforando barbe, chiome, corazze, segnando le rade pieghe dei panneggi.
Nel fregio della colonna di Marco Aurelio, rispetto a quello della Colonna Traiana, la struttura del
racconto appare più schematica e semplificata, senza quasi sfondi paesaggistici, mentre le figure,
appaiono più staccate le une dalle altre e più in rilievo; ciò crea forti effetti chiaroscurali, facendo
risaltare maggiormente all’occhio dello spettatore un intento drammatico e pittorico. Lo stile
della colonna di Marco Aurelio non vuole rompere con la tradizione, anzi cerca palesemente di
aderire ad essa il più possibile. Giovanni Becatti spiega la differenza stilistica fra le due colonne
coclidi con il confluire nell'arte ufficiale, che erano sempre state vive nell'artigianato artistico.
Ara Pacis
L’Ara Pacis è un altare dedicata da Augusto nel 9 a.C il 30 gennaio e celebrata al compleanno di
Livia (la moglie di Augusto), da parte del senato in occasione del ritorno di Augusto da una
spedizione pacificatrice di tre anni in Spagna e nella Gallia meridionale. Fu costruita in via
Flaminia- La sua scoperta risale al 1568, sotto palazzo Peretti.
E’ costituita da un recinto marmoreo rettangolare, fornito di due porte nei lati più lunghi, alle
quali si accede tramite con un podio di 9 gradini. Esso si divide in due registri decorativi: quello
inferiore vegetlae e quello superiore decorativi, i due registri sono divisi da una fascia con motivo
a svastica. Molto importante è ricordare la Saturnia Tellus. All’interno è situato un altare , elevato
su tre gradini, metre altri cinque permettevano al sacerdote di raggiungere la mensa. I
bassorilievi variano di profondità rendendo piani diversi in lontananza.
Questo monumento in sé ha varie tipologie: l’arte greca nei fregi , l’arte ellenistica nel fregio e nei
pannelli e l’arte romana nel fregio ell’altare.

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Costruzioni onorarie

  • 1. COSTRUZIONI ONORARIE PROGETTO ARTE REALIZZATO DA: JACOPO BATTAGLIA GIADA CAMMARATA GIORGIO GAMBINO GIORGIA PAGANO ANGELO PROVVIDENTI
  • 2. Significato La produzione artistica romana non era mai rivolta semplicemente a un astratto godimento estetico. Dietro le opere d'arte si celava sempre un fine politico, sociale o pratico. La bellezza era connessa al concetto di sfarzo, inteso come autocelebrazione del committente della propria potenza economica e sociale, contrariamente a l’arte greca che aveva fini religiosi (i templi e i santuari) . Di conseguenza ciò che prevale nelle testimonianze artistiche sono gli aspetti tecnici e pratici, oppure celebrativi. I romani iniziarono a utilizzare l'immagine come una sorta di pubblicità, poichè era un mezzo di comunicazione più semplice e immediato della parola, facilmente comprensibile da chiunque. L'arte diventò dunque una forma di propaganda celebrativa del primato politico-militare dell’impero. Queste costruzioni venivano quindi erette per ricordare un avvenimento di grande importanza pubblica, come la vittoria di una guerra, la conquista di nuovi territori, l’apertura di una strada, la stipula di un patto di alleanza.
  • 3. ARCO ROMANO L'arco è composto da una serie di elementi in pietra o mattoni detti conci; quello situato al centro è detto chiave. I singoli conci lavorano a compressione e, tra loro, si serrano per attrito. Le linee radiali che separano i conci sono i giunti . Il piano da cui si inizia l'arco è detto piano di imposta e le linee curve che lo delimitano si chiamano intradosso o sesto e estradosso . Si chiama freccia la distanza verticale fra piano di imposta e il punto più elevato della linea di intradosso, mentre luce o corda la distanza fra i sostegni. La parte esterna e visibile dell'arco è invece archivolto o ghiera. I Romani usavano solo l’arco a tutto sesto in cui i conci sono indirizzati verso il centro del semicerchio. A tale scopo veniva data una forma a cuneo alle pietre e ai mattoni usati, se invece si usavano mattoni rettangolari, i più comuni, allora si ovviava usando più o meno malta tra i mattoni. Si potevano anche costruire archi concentrici a ventaglio oppure inserire tra i mattoni pietre sagomate a cuneo.
  • 4. LA SUA STORIA Anche se è impossibile datare esattamente l'anno di nascita dell'arco, si può affermare che il primo esempio di struttura semicircolare non è l'arco, ma bensì la volta. I primi resti di strutture che utilizzano la struttura ad arco sono le volte a corsi inclinati (volta nubiana) realizzate in Mesopotamia e Basso Egitto fra il IV e III millennio a.C. Probabilmente si arrivò al concetto di arco, passando attraverso le strutture cosiddette a "falso arco". Sono queste le strutture a capanna, formate da due semplici elementi inclinati l'uno contro l'altro. L'archeologo C.L. Woolley afferma che fu un arco a tutto sesto il primo arco costruito nella storia dell'Umanità. In "The excavation of Ur" afferma di aver individuato nel piccolo arco semicircolare di E Dublal-Mah, presso Ur, il primo esempio di struttura ad arco utilizzato nella facciata di un edificio e fuori terra.
  • 5. SIGNIFICATO DELL’ARCO TRIONFALE A Roma il trionfo (triumphus) costituiva il più solenne riconoscimento tributato a un condottiero che avesse riportato una schiacciante vittoria sul nemico. L’arco è un monumento celebrativo e onorario, destinato a fissare per sempre il ricordo di un personaggio illustre e un’occasione di un particolare evento. Idearono e apprestarono l’arco trionfale: con la forma di una monumentale porta ad arco costruita per celebrare la vittoria. Questa tradizione nasce nell'Antica Roma, e molti archi costruiti in età imperiale possono essere ammirati ancora oggi nella "città eterna". Alcuni archi trionfali erano realizzati in pietra o in marmo ed erano destinati ad essere permanenti. In altri casi venivano eretti archi temporanei, costruiti per essere utilizzati durante celebrazioni e parate e poi smontati. In genere solo gli archi eretti a Roma vengono definiti "trionfali" in quanto solo nell'Urbe venivano celebrati i trionfi. Gli archi eretti altrove sono generalmente definiti "onorari". Il primo arco trionfale apparve nel 40-30 a.C. ad Aquino, nel Lazio.
  • 6. LA SUA STRUTTURA L’arco è un monumento celebrativo e onorario, destinato a fissare per sempre il ricordo di un personaggio illustre e un’occasione di un particolare evento. I passaggi erano delimitati da robusti pilastri portanti sviluppati in profondità fino a una trabeazione continua corrente lungo l’intero perimetro a una quota intermedia. La trabeazione è sormontata da un blocco superiore in forma di attico, elevato per far da basamento a statue onorarie. La volta si imposta sopra una cornice che stabilisce l’altezza dei pilastri sia all’esterno che all’interno del passaggio . Con l’evolversi dell’architettura, i passaggi aumentarono da uno a tre e si estesero in ogni parte le sculture, il passaggio centrale acquista una misura maggiore dei laterali, e tra III e IV sec. d.C. l’arco a tre aperture diviene il tipo più diffuso, particolarmente nelle province orientali.
  • 7. Arco Traiano (Algeria) Un arco trionfale fu quello di Traiano situato in Algeria. L'arco, a tre fornici, fungeva da porta occidentale della città, all'inizio del decumano massimo, che proseguiva la via proveniente da Lambaesis. Esso raggiunge un'altezza di 12 m, con il fornice centrale alto 6 m che permetteva il passaggio dei veicoli, le cui ruote hanno lasciato profondi solchi sul basolato della via. I fornici laterali, alti 3,75 m, erano riservati ai pedoni. Sulle due facciate sopra i fornici laterali sono presenti profonde nicchie rettangolari, inquadrate da edicole con colonnine corinzie con fusti lisci in marmo colorato, sorrette da mensole. Le nicchie erano destinate ad ospitare statue oggi scomparse. L'insieme di ciascun fornice laterale e della nicchia soprastante era inquadrato da due colonne corinzie rudentate, distaccate da parete e innalzate su piedistalli. La trabeazione che corre sulla parete sopra i fornici laterali, sporge sopra le colonne e su di essa poggia a sua volta un frontone curvilineo. L'attico doveva essere sormontato da un gruppo statuario monumentale
  • 8. Colonna traiana La Colonna Traiana è uno dei monumenti più celebri di Roma antica ed è uno dei pochissimi monumenti romani intatti arrivati al giorno d’oggi. Fu dedicata dal Senato a Traiano per celebrare le sue due campagne vittoriose in Dacia da parte dell'imperatore Traiano, nel 113 d.C. Da molti l’architetto fu Apollodoro di Damasco, architetto del progetto del Foro di Traiano e l’artista preferito di Traiano. Egli aveva una cultura ellenica, ma soprattutto era un grande interprete dell’epopea romana. La colonna aveva una funzione pratica, testimoniata dall'iscrizione, cioè ricordare l'altezza della sella collinare prima dello sbancamento per la costruzione del Foro, ed accogliere le ceneri dell’imperatore di Plotina (colei che determinò l’erede al Trono di Traiano e sua moglie), dopo la sua morte. La colonna è di tipo "centenario", cioè alta 100 piedi romani (alta complessivamente 35 metri). E’ costituita da 21 blocchi di marmo pario di carrara di 75-77 tonnellate l’una; ed è profonda da 3,50m. Non rispetta le misure reali delle persone, ma pure degli edifici e degli alberi; ingrandendo i protagonisti mentre rimpiccioliva gli elementi secondari.
  • 9. Colonna di Marco Aurelio La colonna di Marco Aurelio è un monumento di Roma, eretto tra il 176 e il 192 per celebrare, forse dopo la sua morte, le vittorie dell'imperatore romano Marco Aurelio (161-180) ottenute sulle popolazioni germaniche dei Marcomanni, dei Sarmati e dei Quadi. La colonna di Marco Aurelio, composta da 27 blocchi sovrapposti, è di marmo lunense, per un’altezza totale di 41,95 m, il diametro inferiore è di m 3,80, quello superiore di m 3,66. Il fusto è alto m 29,601, corrispondenti a 100 piedi romani, da cui la definizione di colonna centenaria che le è stata attribuita in antico. Sul lato sud si apre una porta, oggi parzialmente interrata, che conduce alla scala interna a chiocciola, composta di 203 scalini e illuminata da 56 feritoie. Traendo ovvia ispirazione dalla Colonna Traiana, si snoda sull’intera superficie del fusto, a simulare un rotolo di papiro o una stoffa, una fascia continua, a spirale, decorata, alta m 1,25. Il fregio ad altorilievo della colonna di Marco Aurelio è composto da 21 giri della spirale, in cui si scorgono 116 distinte scene, separate in due parti, che illustrano le imprese delle campagne contro Germani e Sarmati.
  • 10. Differenze tra le due colonne Le due colonne sono gemelle. La colonna di Marco Aurelio ripete intenzionalmente il modello traianeo, ma, malgrado il tentativo d'emulazione, vi sono evidenti differenze fra le due: mentre nella prima vi è un morbido bassorilievo pittorico, nella seconda troviamo un incisivo altorilievo; il modellato da morbido diventa più aspro, con bruschi passaggi di piano e con il trapano che affonda nel marmo traforando barbe, chiome, corazze, segnando le rade pieghe dei panneggi. Nel fregio della colonna di Marco Aurelio, rispetto a quello della Colonna Traiana, la struttura del racconto appare più schematica e semplificata, senza quasi sfondi paesaggistici, mentre le figure, appaiono più staccate le une dalle altre e più in rilievo; ciò crea forti effetti chiaroscurali, facendo risaltare maggiormente all’occhio dello spettatore un intento drammatico e pittorico. Lo stile della colonna di Marco Aurelio non vuole rompere con la tradizione, anzi cerca palesemente di aderire ad essa il più possibile. Giovanni Becatti spiega la differenza stilistica fra le due colonne coclidi con il confluire nell'arte ufficiale, che erano sempre state vive nell'artigianato artistico.
  • 11. Ara Pacis L’Ara Pacis è un altare dedicata da Augusto nel 9 a.C il 30 gennaio e celebrata al compleanno di Livia (la moglie di Augusto), da parte del senato in occasione del ritorno di Augusto da una spedizione pacificatrice di tre anni in Spagna e nella Gallia meridionale. Fu costruita in via Flaminia- La sua scoperta risale al 1568, sotto palazzo Peretti. E’ costituita da un recinto marmoreo rettangolare, fornito di due porte nei lati più lunghi, alle quali si accede tramite con un podio di 9 gradini. Esso si divide in due registri decorativi: quello inferiore vegetlae e quello superiore decorativi, i due registri sono divisi da una fascia con motivo a svastica. Molto importante è ricordare la Saturnia Tellus. All’interno è situato un altare , elevato su tre gradini, metre altri cinque permettevano al sacerdote di raggiungere la mensa. I bassorilievi variano di profondità rendendo piani diversi in lontananza. Questo monumento in sé ha varie tipologie: l’arte greca nei fregi , l’arte ellenistica nel fregio e nei pannelli e l’arte romana nel fregio ell’altare.