1. Luoghi pubblici e privati.
Dall'Arte Classica al Medioevo.
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Luoghi pubblici e privati. Dall'Arte Classica al
Medioevo.
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2. La Polis
La Polis costituisce un modello urbano, di organizzazione sociale e di
convivenza civile.
Essa era divisa in:
-Acropoli, posta sulla sommità di un colle, era circondata da mura e al suo
interno sorgevano templi, santuari, teatri e vari edifici di culto.
-Asty (o città bassa) è la città vera e propria, al suo interno si trovavano
botteghe, magazzini ed altri edifici pubblici
-Agorà, quest'ultima è la piazza principale dell'asty collocata solitamente al
centro di essa, a partire dall'età classica divenne luogo di riunioni pubbliche
e scambi commerciali.
-Chòra, territorio circostante alla polis, da questa la popolazione trae le
risorse disostentamento
-Kòmai, villaggi agricoli siruati nella chòra all'interno dei quali abitano
contadini e pastori.
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4. Acropoli di Atene
L'Acropoli di Atene (la parte più elevata e difendibile della polis) fu popolata
fin dall'epoca preistorica. In seguito, grazie ai Greci divenne una zona sacra.
Durante l'invasione persiana furono distrutte moltte opere, di conseguenza
sono pervenute a noi soltanto statue e frammenti di frontoni che gli ateniesi
dopo la battaglia di Salamina (480a.C.) seppellirono negli avvallamenti
rocciosi della polis, nominati "colmata persiana" perché riempiti di terra.
Successivamente sono stati ricostruiti:
- IlPartenone
- IPropilei
- Iltempietto di Athena Nike
- L'Eretteo
Conti, Miccichè, Nicosia.
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5. Partenone
Il Partenone
Il Partenone è iltempo maggiore dell'Acropoli, la collina più elevata di
Atene, costruito in dono della dea Atena Parthènos (vergine) m a costituì, nel
contempo, l'espressione s o m m a delle tradizioni e della vita culturale
dell'Atene periclea, nel m o m e n t o più alto della sua storia.
Edificato su ordine di Pericle, sul finire del VI secolo a.C., più precisamente
nel 447 a.C., fu consacrato nel 438 a.C. e concluso nel 432 a.C.
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6. Venne chiamato Partenone perchè al suo interno si riunivano delle fanciulle.
Esso è ottasilo (perchè ha otto colonne nel lato breve), periptero, (perchè ha
una fila di colonne attorno) e anfiprostilo, (perchè ha delle colonne sia
davanti che del dietro ilnaos).
IlPartenone è un edificio interamente costituito da marmo pentelico, di 70 x
31 metri circa; l'ordine dorico della costruzione è addolcito e reso
estremamente elegante grazie alle proporzioni studiatissime, agli espedienti
utilizzati per correggere le aberrazioni ottiche determinate dall'enorme
massa dell'edificio, e all'impiego di elementi dell'ordine ionico. Ilcolonnato
del Partenone esterno presenta 8 colonne sulle facciate e 17 sui lati lunghi,
quindi illoro rapporto è di 8:7. Lo spazio interno è occupato dalla cella,
divisa in tre navate da un colonnato a due sovrapposti, e da un ambiente
destinato a ospitare iltesoro della lega delio-attica, ornato da quattro
colonne ioniche.
L'apparato scultoreo di questo tempio, progettato da Fidia, comprendeva la
grande statua crisoelefantina (in oro e avorio) di Atena, scolpita seguendo il
metodo dell'effeto bagnato nella cella, e le decorazione architettonica. Sui
frontoni del Partenone erano a est un sole che era trasportato da un carro e
Selene che personificava la luna, e a ovest la dispusta fra la dea Atene che
tiene in m a n o un rametto di ulivo e poseidone che stringe tra le mani la
testa di un cavallo, per ilpossesso dell'Attica.
IlPartenone è ilprincipale monumento dell'arte greca e una delle più
alte testimonianze della civiltà occidentale; l'arte classica trovaqui un
perfetto equilibrio fra forma architettonica e decorazione scultorea.
-Giulio Buonconsiglio
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7. Teatro
Per teatro greco si intende l'arte teatrale nel periodo della grecia classica, in
particolarte ilV secolo a .c periodo in cui risalgono la quasi totalità degli
attori e delle opere oggi conosciute. Esistevano tre tipi di opere treatrali:la
tragedia, la commedia e ild r a m m a satireso.Le rappresentazioni teatrali
avvenivano in occasione delle feste in onore di Dionisio, che si tenevano nel
corso dell'anno: le grandi dionisie, le lenee e le dionisie rurali. ilteatro, dato
ilsuo vasto seguito, divenne veicolo di diffussione di idee e problematiche
nella vita politica e culturale della Atene democratica.
Iteatri erano in genere costruiti sul fianco di una collina, per sfruttarne il
pendio naturale. Alla base c'era un ampio terreno circolare detto Orchestra,
da cui si dipartivano sul lato opposto isedili per gli spettatori, che avevano
dunque una visuale dall'alto. sul lato apposto dell'orchestra c'era la
Scenografia, on un entrata al centro di essa. Vi erano poi due ulteriori
entrate dette Parodoi ,due corridoi coperti posti tra le gradinate del
pubblico e la scenografia, utilizzati da attori e coro per le entrate e le
uscite.Non è chiaro se nel V S E C O L O A.C esistesse un palco rialzato per gli
attori, o se questi, insieme al coro, recitassero nell'orchestra. Pare però più
probabile questa seconda ipotesi. Ad Atene le rappresentazioni avvenivano
al teatro di Dionisio; altri esempi notevoli di teatri greci antichi sono ilteatro
di Epidauro o quello di Siracusa.
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8. Di Emanuele, Miccichè e Trovato
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9. Templi
TEMPLIO GRECO
La struttura architettonica che meglio esprime lo spirito greco è iltemplio.
Esso è considerato la dimora terrena degli dei .Igreci credono all'esistenza
di diverse divinità(politeismo), che hanno carattestiche simili a quelli degli
uomini. Per questo iltemplio greco ha molte carattestiche in c o m u n e con le
abitazioni degliuomini.
Ilfrontone: la facciata è definita in alto dal frontone, che racchiude il
timpano triangolare. Questo ospita sculture a rilievo o a tuttotondo.
La trabeazione: è sostenuta dalle colonne e cinge l'intero tempio.È formata
da tre fasce sovrapposte:architrave elemento orizzontale portante,fregio
e la cornice.Sulla trabeazione poggiano le travi lignee del tetto ricoperte
da tegole in m a r m o o in terrracotta.
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10. Ilprònao: ilprònao, la parte anteriore del tempio greco, consiste in un
portico colonnato. Precede, c o m e indica lo stesso nome, ilnaós, la cella.
Ilnaós o cella: è considerata la dimora della divinità, rappresentata dalla
sua statua, che qui viene conservata, generalmente in asse con l'ingresso,
sempre orientato a est.Questo ambiente, a pianta rettangolare, si presenta
c o m e uno spazio buio, rischiarato parzialmente solo da lampade o bracieri e
riservato ai sacerdoti addetti al culto.I riti aperti ai cittadini si svolgono
invece all'esterno del tempio, su altari antistanti l'edificio, entro ilcosiddetto
recinto sacro (témenos), che lo circonda.
Le colonne, disposte su una o più file, fungono da perimetro del tempio. Si
ergono sul basamento, lo stilòbate, cui si accede mediante una rampa
d'accesso. In alto, le colonne si concludono con un capitello, su cui poggia
la trabeazione.
Viene definita in antis, cioè "tra le ante" la tipologia più semplice di tempio,
costituita solo dalla cella, dal pronao e da due colonne frontali.
Tavolta ilpronao è replicato anche nella parte posteriore della costruzione:
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11. in questo caso assume iln o m e di opistòdomo ed è scandito anch'esso da
colonne, m a a differenza del pronao non comunica con la cella.
Quando solo ilpronao è preceduto da una fila di quattro o più colonne, il
tempio è detto pròstilo, mentre anfipròstilo è quello che mostra uno
sviluppo speculare nella parte posteriore.
Nei templi più prestigiosi una fila di colonne, la perìstasi, cinge tutto il
perimetro della cella e iltempio è detto perìptero: in casi più rari, la
perìstasi è raddoppiata e iltempio è detto dìptero.
Molto più raramente itempli hanno una pianta circolare, definita dal termine
greco thólos, con le colonne che scandiscono completamente ilperimetro e
la cella circolare che si conclude con una copertura conica.
SERGIO SCIORTINO,LUCA ZINGHERINO,SIMONE PETISI,ANDREA DI
CARLO.
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12. Teatro greco di Taormina
Ilteatro greco-romano di Taormina è ilsecondo teatro antico per dimensioni
in Sicilia dopo ilteatro greco di Siracusa. Ilteatro ha un origine ellenistica
m a si presenta totalmente romano nel suo aspetto oggi visibile.
La struttura originaria era legata ad un piccolo santuariodi cui resta un
basamento sul belvedere che sovrasta la cavea. U n a prima ricostruzione
dell'edificio si ebbe forse sotto Augusto, m a le forme oggi note risalgono ad
un ampliamento del IIsecolo d.C. L'edificio raggiunse i109 metri di
diametro massimo, con un orchestra del diametro di 3 metri, per una
capienza di circa 10000 spettatori.
Durante l'impero l'edificio venne adattato ad ospitare le venationes cioè gli
spettacoli di lotta tra gladiatori e bestie feroci. L'orchestra venne mutata in
arena sostituendo le gradinate inferiori con un corridoio a volta che
conneteva ad un ipogeo al cnetro dello spiazzo, dove le macchine sceniche
permettevano gli effetti speciali del combattimento. infine in epoca tarda,
venne realizzato ilportico alle spalle della scena.
Ilteatro risulta scavato nella roccia e la scena ha per sfondo ilm a r ionio e
l'etna. H a un diametro massimo di circa 109 metri ed un'altezza di circa 20
metri. La cavea è suddivisa in nove settori da otto scale che consentono
l'accesso agli spettatori. Essa è circondata nella parte alta da una doppia
galleria ad archi sorretti all'esterno da dei semplici pilastri e all'interno da
colonne di marmo. Ilfondo della scena,parzialmente aperto al centro, è
delimitato da un muro sul cui sfondo sono adagiate alcune colonne residue
in marmo. Ilteatro oggi ha un'ampienza di 4500 posti.
A partire dagli anni cinquanta ilteatro è stato impiegato c o m e struttura
teatrale all'aperto per varie forme di spettacoli che spaziano dal teatro ai
concerti aiballetti.
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13. Di Emanuele, Miccichè e Trovato
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14. Le abitazioni greche
LE ABITAZIONI GRECHE
Le scarse informazioni giunte sino a noi relative alle tipologie di abitazioni
private greche sono fornite più dalla letteratura che dagli scavi archeologici.
Le case greche, infatti, erano con materiali deperibili (legni e mattoni crudi)
che non hanno resistito allo scorrere del tempo, inoltre igreci erano più
interessati alla costruzione di edifici pubblici e all'abbellimento della polis.
Le fonti storiche rifericono che in Grecia la casa non era particolarmnete
ampia e sontuosa e non c'erano sostanziali differenze tra le abitazioni dei
ceti più poveri e quelli più ricchi. Solitamente le case dei ceti più poverri
erano costituite da un paio di vani, iricchi abitavano in dimore ampie e
distribuite su due piani.
La maggior parte delle stanze si apriva sui lati di un cortile, di forma
rettangolare, le finestre erano strette e poco numerose, e dalla strada non
era possibile vedere ciò che accadeva all'interno. Ibalconi che sporgevano
erano rarissimi e iltetto era spesso terrazzato.
In tutte le case della Grecia antica, sia quelle modeste sia quelle più ricche,
la stanza più importante e decorata era l'andron, la "stanza degli uomini"
dove erano ricevuti gli ospiti. La zona della casa riservata alle donne era il
gineceo, in cui si trovava la stanza da letto della padrona di casa, le cellette
delle ancelle e la sala dei telai. In alcuni casi, nelle vere e proprie primore
dei patrizi, ilgineceo occupava ilretro della casa, sviluppandosi attorno a un
secondo cortile, m e n o ampio del primo e affacciandosi su un piccolo
giardino. Gli archeologi hanno talvolta individuato ambienti attrezzati per la
cucina. Ibagni erano molto semplici, sistemati in spazi angusti e si faceva
largo uso di vasi da notte.
Quando gli ambienti erano distribuiti in un solo piano, le due parti della casa
erano collegate da un andito, cioè da un corridoio breve e stretto oppure
ambienti di servizio c o m e la cucina e ilbagno.
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15. - Di Emanuele, Miccichè, Trovato
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16. Domus patrizie
LE DOMUS PATRIZIE
Le famiglie patrizie abitavano in domus (casa/dimora) sontuose, signorili e
confortevoli.
Si accedeva all'edeficio dall'ostium (porta d'ingresso) attraverso un lungo
vestibulum (vestibolo/corridoio) che poteva essere coperto o porticato, in
genere decorato da simulacrum (statua), inoltre vi era un posticum
(uscita posteriore).
La casa si sviluppava intorno a un atrium (atrio), al centro di esso vi era un
implavium (impluvio/vasca) per la raccolta delle acque piovane che
arrivavano dal compluvium (compluvio/apertura al centro del soffitto).
Dall'atrio si passava al tablinum (salotto) il locale principale dove i nobili
trascorrevano la maggior parte del tempo e consumavano i pasti sdraiati sul
triclinium (divani).
Ai lati dell'atrium c'erano i cubiculum (stanze da letto) piccole e senza
finestre, e alcuni locali di servizio.
Infine c'erano la culina (cucina), il balneum (bagno privato) e un
peristylium (giardino interno), circondato da un porticus (portici
colonnati).
All'interno della d o m u s si trovava un piccolo tempio chiamato Lararium
(Larario) con le statue degli antenati della famiglia chiamati lares.
Le case dei patrizi più ricchi, potevano avere anche una bibliotheca
(biblioteca), un solarium (terrazzo), un diaeta (padiglione) per ascoltare la
musica e un oecus (sala per ilbanchetto).
Grazie ai resti delle ville romane delle città di Ercolano e di Pompei, distrutte
nell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e conservate quasi intatte grazie allo
stato di ceneri e di lava da cui furono sommerse, possiamo farci un'idea
delle d o m u s patrizie.
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17. Ilsostantivo femminile Domus,-us accanto alle uscite consuete della quarta
declinazione, presenta, in alternativa, anche alcune uscite tipiche della
seconda declinazione.
Conti, Miccichè, Nicosia, Trovato.
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18. LA DOMUS AUREA
La Domus Aurea era la villa costruita sotto l'imperatore romano Nerone
dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C.
La villa, probabilmente mai portata a termine, fu distrutta dopo la morte di
Nerone a seguito della restituzione del terreno su cui sorgeva al popolo
romano. La parte superstite della Domus Aurea, occultata dalle successive
terme di Traiano.
Dopo la morte di Nerone, il terreno della Domus Aurea venne «restituito al
popolo romano» dagli imperatori successivi, se pur non immediatamente, a
causa dell'impopolarità e dell'ideologia che l'avevanoispirata.
Già a partire da Vespasiano si avviò il processo di distruzione della Domus.
In circa un decennio la dimora neroniana venne spogliata dei suoi
rivestimenti preziosi: Vespasiano utilizzò lo spazio in cui era stato scavato il
lago artificiale, drenando le acque e prosciugandolo, per costruire
l'Anfiteatro Flavio.
Le terme di Traiano, costruite in seguito all'incendio del 104, ed il Tempio di
Venere a Roma, furono elevate proprio sul terreno occupato dalla domus
Aurea.
L'architetto di Traiano, Apollodoro di Damasco, utilizzò l'edificio neroniano,
colmato di terra, a sostegno delle Terme, per allargarne la platea.
Le terme di Traiano furono erette, a pochi anni dall'incendio della Domus
Aurea (104 d.C.), dall'architetto Apollodoro di Damasco, impegnato negli
stessi anni anche nella realizzazione del foro e dei mercanti di Traiano;
furono concluse nel 109 d.C. da Traiano, che le inaugurò il 22 giugno.
Furono le prime "grandi terme" di Roma e, all'epoca, erano il più grande
edificio termale esistente al mondo.
Pianta che mostra la disposizione delle Terme di Traiano e di quelle di Tito
rispetto alla Domus Aureasull'Oppio
Alcune fonti tardo antiche e alto medievali attribuiscono buona parte della
costruzione delle terme a Domiziano (81-96 d.C.), ma la datazione all'età
traianea è, però, confermata dai numerosi bolli laterizi rinvenuti a più
riprese nell'area. Le terme erano ancora in uso nel IV o V secolo d.C.,
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19. quando esse furono adornate di statue dal praefectus urbis Felice
Campaniano. Si ritiene che il complesso abbia perso la sua funzione termale
dopo il taglio degli acquedotti effettuato nel 537 d.C. da Vitige, re dei Goti,
per costringere Roma alla resa.
La costruzione delle Terme di Traiano fu eseguita intervenendo su un'area
urbana di oltre sei ettari, parte della quale corrispondeva al padiglione
esquilino della Domus Aurea. Anche le terme di Tito e altre strutture
rinvenute nell'angolo sud-occidentale furono interessate dalla realizzazione
delle terme. Tutti gli edifici preesistenti erano caratterizzati da un
orientamento nord-sud, a differenza delle terme di Traiano, che sono
disposte su un asse nordest/sudovest e sono ruotate di 36° rispetto
all'orientamento nord/sud dell'edilizia preesistente, per sfruttare al massimo
la luce e il calore solare, garantendo al calidarium il massimo irraggiamento
tra il mezzogiorno e il tramonto.
In seguito al grave incendio, databile intorno al 104 d.C., che colpì la famosa
residenza di Nerone, Apollodoro demolì tutto ciò che rimaneva dei piani
superiori del complesso, lasciando soltanto i locali del piano terreno che usò
come basamento per le future terme. Contestualmente ordinò la
demolizione e l'interramento di numerosi edifici adiacenti, in modo da
ottenere una vasta area sulla quale poter realizzare l'impianto termale.
Proprio queste operazioni di demolizioni e interramento hanno sigillato e
salvaguardato una buona parte della Domus Aurea e del quartiere
pretraianeo.
L'impianto termale era composto da due parti principali: gli edifici del
recinto e il corpo.
Il recinto delimitava la piattaforma sulla quale era costruito il complesso:
esso era rettangolare, porticato su tre lati, con ambienti destinati ad attività
sociali e culturali, e racchiudeva al suo interno un'ampia area verde
scoperta, identificata con una grande palestra.
All'interno essa era fornita di gradinate a guisa di un teatro e può darsi che
servisse per assistere alle gare ginniche che si svolgevano nello xystus.
L'ingresso monumentale alle terme si trovava al centro del lato
settentrionale e si apriva con una sorta di propileo.
In seguito, le superfici prima appartenenti alla Domus Aurea furono
destinate a nuovi utilizzi, demolendo o sotterrando edifici, colmando lo
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20. stagno per edificare un anfiteatro, aprendo nuovamente l'area alla viabilità
ordinaria, permettendo così il ricongiungimento dei quartieri centrali con
quelli più esterni del Celio edell'Esquilino.
Anche il Palatino fu oggetto di nuovi interventi edilizi, con la costruzione del
palazzo di Domiziano. Sul Celio fu completato il tempio del divo Claudio,
mentre sull'Oppio furono edificate prima le terme di Tito e poi le terme di
Traiano.
Sulla Velia, in luogo del Vestibulum, Adriano edificò il tempio di Venere e
Roma. Nella valle fra i colli, in prossimità dell'anfiteatro Flavio furono pure
edificati i Ludi, palestre per l'allenamento dei gladiatori, dei quali il più
celebre era il Ludus Magnum.
Qui la vita quotidiana era rinata, tanto che divenne punto di ritrovo e di
riferimento per i cittadini. Varie botteghe trovarono spazio tra i resti della
Domus, e grazie a parchi, terme o al grande anfiteatro, la Domus divenne
uno dei maggiori luoghi dediti allo svago di Roma.
La folla accorreva in massa, dai nobili ai meno abbienti, questo per i costi
irrisori necessari per usufluire ai servizipubblici.
Simone Petisi, Sergio Sciortino, Andrea di Carlo, LucaZingherino.
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21. Le insulae plebee
Le insulae erano case popolari, costruite da imprenditori edili, che per
guadagnare utilizzavano materiali scadenti e muri sottili, di conseguenza
erano frequenti cedimenti e incendi, iproprietari delle insulae erano dei
ricchi che mettevano in locatio (affitto) gli appartamenti.
Iltabulatum (piano) inferiore era considerato ilpiù sicuro, proprio perché in
caso di crolli gli conductores (inquilini) potevano mettersi in salvo, per
questa ragione ipiani inferiori erano occupati dai più benestanti.
La diffusione di questi palazzi alti più di venti metri, così numerosi che
Cicerone descrisse R o m a c o m e "una città sospesa per aria", risale al IV
secolo a.C. per offrire domicilium (alloggio) ad una popolazione in continua
crescita.
A Ostia sono parzialmente visibili ancora oggi, insulae e caseggiati; un
chiaro esempio di concentrazione urbanistica e di abitazione popolare
romana è ilcosiddetto "caseggiato di Serapide".
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22. Conti, Miccichè, Nicosia, Trovato.
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23. Teatro
TEATRI R O M A N I
Iprimi teatri (theatrum, -i) vennero edificati al termine del periodo
repubblicano. Erano a pianta semi circolare, con un'altra parete di fondo, la
scena (scaena, -ae), davanti alla quale si aprivano ilproscenio (che
ospitava gli attori) e un area a gradinate per isedili (subsellium, -ii),
chiamata cavea (cavea, -ae).
A differenza dei teatri greci, costruiti sfruttando pendenze naturali, quelli
romani avevano una struttura portante di pilastri e volte, e sorgevano
generalmente in pieno centro cittadino.
N e furono costruiti in tutto l'impero c o m e provano gli splendidi esempi di
Orange (inizi del primo secolo d.C), in Francia, di sabratha in Libia, di
Aspendos in Turchia.
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24. Teatro Di Palmiria,metà del secondo secolo d.C.
Spina,Gresta,Scuderi,Mansueto
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25. Teatro di Marcello
T E A T R O DI M A R C E L L O
Ilprimo utilizzo del nuovo edificio per spettacoli risale all'anno 17 a.C.,
durante iludi saeculares ("ludi secolari"). Nel 13 a.C. ilnuovo edificio venne
ufficialmente inaugurato con giochi sontuosi e dedicato a Marco Claudio
Marcello, ilnipote, figlio della sorella Ottavia, che Augusto aveva designato
c o m e erede, dandogli in moglie la propria figlia Giulia, m a che era morto
prematuramente. Svetonio racconta che, durante la cerimonia di
inaugurazione, la sedia curule di Augusto cedette di schianto ed egli cadde
supino.In questa occasione sulla scena del teatro furono collocate quattro
colonne di m a r m o africano, prese dalla casa di Marco Emilio Scauro sul
Palatino e una statua di Marcello in bronzo dorato.
Ilteatro di Marcello costituisce uno dei più antichi edifici per spettacolo
romani giunti fino a noi, nel quale l'articolazione del teatro romano appare
già del tutto delineata, con la "cavea" a pianta semicircolare sorretta da
articolate sostruzioni. Muri a raggiera, collegati da volte a botte inclinate
sotto igradini della cavea, vengono interrotti da due ambulacri concentrici,
uno esterno, che si apre con arcate e uno più interno ("Ambulacro dei
Cavalieri").
Ilteatro poteva ospitare circa 15.000 spettatori e fino a 20.000 in condizioni
di massimo affollamento, stima che coinciderebbe con quanto riportato nei
Cataloghi Regionari.
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26. Rappresentazione teatro di marcello 1810
Spina,Gresta,Scuderi,Mansueto
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27. Anfiteatri
ANFITEATRI R O M A N I
Gli anfiteatri romani,nati c o m e luogo di svago nel primo secolo avanti cristo.
Erano iluoghi dove si svolgevano icombattimenti tra gladiatori,belve, e
spesso anche delle battaglie navali,svolte nella naumachia,ovvero ilbacino
che veniva riempito d'acqua.
L'anfiteatro più antico mai scoperto è quello di Pompei,risaliente al 75 a.C.
mentre ilpiù grande è ilcolosseo,realizzato dall'imperatore Flavio
Vespasiano nel 75-80 d.C. con la singolare capienza di 50000 spettatori.
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29. Colosseo
Ilcolosseo fu iniziato sotto l'impero di Flavio Vespasiano,inaugurato sotto
Tito e concluso da Domiziano nel 80 d.C.
la facciata esterna si articola in quattro ordini:
Itre inferiori con 80 arcate su pilastri,ai quali si addossano semicolonne su
piedistalli,mentre ilquarto è costituito da una parete piena,suddivisa da
lesene in corrispondenza dei pilastri delle arcate. Le semicolonne e le lesene
dei quattro ordini hanno a partire dal basso capitelli:
Tuscanici,Ionici,Corinzi,e Corinzi a foglie liscie. La pianta ha una forma
ellittica,a dimensioni massime di 188x156 metri, e un altezza di 50 metri.
gli spettatori accedevano al teatro e attraverso passaggi interni alle
cavee,ovvero la gradinata per raggiungere i5 settori orizzontali:riservati a
categorie dierse di pubblico ilcui grado,decresceva con l'aumentare
dell'altezza. la serie dei pilastri in travertino sono collegati da volte a
crociera.
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31. Colosseo parte 2
C O L O S S E O
L'edificio poggia su una piattaforma in travertino sopraelevata rispetto
all'area circostante. Le fondazioni sono costituite da una grande platea in
tufo di circa 13 m di spessore, foderata all'esterno da un muro in laterizio.
La struttura portante è costituita da pilastri in blocchi di travertino, collegati
da perni: dopo l'abbandono dell'edificio si cercarono questi elementi
metallici per fonderli e riutilizzarli, scavando iblocchi in corrispondenza dei
giunti: a questa attività si devono inumerosi fori ben visibili sulla facciata
esterna. Ipilastri erano collegati da setti murari in blocchi di tufo nell'ordine
inferiore e in laterizio superiormente. La struttura era sorretta da volte e
archi, sfruttati al massimo per ottenere sicurezza e praticità. All'esterno è
usato iltravertino, c o m e nella serie di anelli concentrici di sostegno alla
cavea. In queste pareti anulari si aprono vari archi, decorati da paraste che
liinquadrano. Le volte a crociera(tra le più antiche del m o n d o
romano)spesso sono costolonate tramite archi incrociati in laterizio, usato
anche nei paramenti. Imuri radiali, oltre idue ambulacri esterni, sono
rafforzati da blocchi di tufo.
Mosaico pavimentale raffigurante alcune tipologie di spettacoli anfiteatrali
U n complesso sistema di adduzione e smaltimento idrico consentiva la
manutenzione dell'edificio e alimentava le fontane poste nella cavea per gli
spettatori.
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33. Il Pantheon
Ilpantheon è ilpiù importante esempio di architettura templare, è stato
costruito in epoca imperiale da Apollodoro di Damasco.
La facciata convenzionale del tempio, paragonabile alle novità dello spazio
interno dimostra che iromani attribuissero molto più importanza a
quest'ultimo e quanta poca agli interni.
Ilpronao è composto da tre file di colonne corinzie monolitiche, non
scalanate e di granito eginzio. Le otto colonne frontali sono grigie, le altre
otto sono rosse e disposte su due file di quattro colonne ciascuna. Ilpronao
è unito alla rotonda retrostante tramite un avancorpo parallelepipedo. Il
fronte ha due grandi nicchie affiancate da pilastri rivestiti di m a r m o in asse
con le colonne del pronao che risulta così diviso in tre navate.
U n vano coperto da una volta a botte introduce ilportale della rotonda. La
rotanda e l'avancorpo sono uniti da una cornice mediana e una in sommità.
La rotonda ha un diametro interno di poco più di 40 metri ed è composta da
una struttura cilindrica e una cupola emisferica.
Ilcilindro, internamente, presenta sette nicchie di forma quadrangolare o
semicircolare, circondate da pilastri e da colonne corinzie dal fusto
scanalato sormontate da una trabeazione anulare.
La cupola, formata da cinque anelli concentrici costituiti da ventotto
cassettoni, presenta un oculo zenitàle dal diametro di nove metri, ilquale
rappresenta l'unica fonte di luce per ilgrande vano rotondo.
icassettoni (o lacunari) non ha caso sono ventotto, infatti questo numero
venne definito dai matematici, «numero perfetto», scelta opportuna per
simboleggiare ildivino.
L'edificio venne consacrato alla Vergine nel 609, per questo ci è pervenuto
quasi integro nonostante le devastazioni che hanno subìto itepli pagani.
La copertura in tegole di bronzo e le decorazioni a rosette dei cassettoni
furono esportate nel corso dei secoli e perdute. Tutti gli altri elementi, sono
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34. invece gli stessi di diciannove secoli or sono.
Trovato, Conti
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35. Lessico dell'architettura
Le opere ingegneristiche romane:
Ai Romani si deve lo sviluppo dell'ingegneria, con tecniche moderne e
risultati maestosi e duraturi: strade, acquedotti, terme, impianti fognari e
ponti distribuiti nelle più remote province dell'impero. Essi costituiscono
ancora oggi testimonianze tangibili dello straordinario livello tecnologico
raggiunto da questo popolo.
Gli acquedotti
U n a vera e propria meraviglia dell'ingegneria romana sono gli acquedotti
che erano indispensabili per la fornitura idrica della città. Ilprimo fu
costruito a R o m a da Appio Claudio Cieco nel IV secolo a.C. N e furono
costruiti successivamente altri dieci per una lunghezza totale di 500 Km;
senza contare quelli sparsi nel resto dell'impero romano. Per la costruzione
occorreva scegliere la sorgente naturale adatta che doveva essere situata in
una zona collinare così veniva sfruttata al massimo la pendenza naturale.
Dalla sorgente l'acqua, entrava in un canale costruito in muratura che
poteva scorrere sotteraneo o poteva essere sostenuto da muri e arcate. A
intervalli regolari si potevano trovare delle aperture che consentivano la
aerazione. In fine l'acqua prima di finire nei grandi serbatoi di distribuzione
era convogliata in bacini di decantazione. Ilrifornimento idrico aveva tre
utenze principali: terme, bacini e fontane pubbliche.
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36. Gli impianti termali
tra iprimi edifici che iRomani erigevano nelle città di nuova
fondazione,contemporaneamente al Foro e alle terme,vi erano le terme.
Questi complessi erano realizzati secondo uno schema fisso che
comprendeva un vasto corpo centrale sulla quale si affacciavano iseguenti
locali:
-uno spogliatoio
-un locale con acqua fredda
-un locale con acqua tiepida
-un locale con acqua riscaldata
Quest'ultimo era preceduto da stanze riscaldate da vapori che provenivano
da fessure presenti dal pavimento.Inoltre vi erano stanze per massaggi e
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37. palestre per esercizi ginnici
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38. Basilica paleocristiana
Per iprimi tre secoli, non esiste un'architettura sacra cristiana ben definita,
poichè icristiani erano soliti riunirsi, in luoghi messi a disposizione dagli
stessi fedeli. M a n m a n o che la coomunità dei fedeli cresceva, fu necessario
disporre di spazi adeguati.
Tali spazi vengono indentificati inizialmente con le espressioni domus dèi o
domus ecclèsiae.
Solo dopo la vittoria su Massenzio da parte di Costantino nel 312 si
cominciarono a costruire grandi edifici.
Tali edifici non potevano essere simili ai luoghi di culto pagani perchè non
sarebbero stati funzionali.
Per tale motivo iprimi edifici adibiti al culto cristiano vennero esemplati
sulle basiliche romane.
La basilica palocristiana ha un andamento longitudinale e l'ingresso è
sempre collocato in uno dei lati minori.
L'unidirezionaltà è suggerita dalla presenza dell'altare sul lato opposto
all'ingresso, essa in genere è preceduta da un quadriportico, ossia uno
spazio di forma pressochè rettangolare con un porticato posto su tutti e
quattro ilati.
La porzione di porticato che corrisponde alla facciata della basilica è detta
nartèce.
Si parla di esonartece quando ilportico è esterno all'edifico sacro, e di
endonartece nel caso in cui esso sia esclusivamente all'interno.
Internamente la basilica è divisa in navate (in genere 3, più raramente 5),
da due o più serie di colonne allineate.
La navata centrale è solitamente più ampia e più alta delle laterali, per
consentire l'inserimento delle finestre.
Essa termina con un'abside, che si c o m p o n e in semicilindro sormontato da
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39. un quarto di sfera a cui si dà iln o m e di catino absidàle.
Ilcorpo longitudinale è tagliato trasversalmente da un ulteriore navata che
prende iln o m e di transetto, così la basilica assume la forma della croce di
Cristo.
Se idue bracci del trasetto sono più corti delle navate, la basilica si dice a
Croce latina, se sono uguali e si innestano al centro delle navate si parla
invece di Croce greca.
Inoltre se nella croce latina iltransetto è posto ai 2/3 del corpo
longitudinale, si parla di croce immissa; se è in fondo si parla di croce
commissa o di pianta a T.
All'interno della basilica vi è uno spazio, posto alla fine della navate
principale, riservato al clero che prende iln o m e di presbitèrio.
Esso è di solito rialzato da tre o più scalini ed è inoltre separato dalla navata
da un recinto di m a r m o detto transènna o anche plùteo.
Infine vi è l'arco trionfale che ha la funzione di congiungere la navata
centrale al transetto; in mancanza di quest'ultimo, per arco trionfale si
intende la porzione di parete che rimane attorno all'innesto dell'abside.
In genere la baslica ha una copertura composta da capriate lignee che
sostengono un soffitto piano, composto da cassettoni in legno.
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40. Cannone, Miccichè e Spadaro
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41. La Basilica romanica
Gli edifici ecclesiastici assumono, oltre ad una destinazione religiosa, il
significato di un luogo lacio di riunione.
Questo rende necessaria la costruzione di nuove chiese e sempre più
capienti.
L'architettura romanica risponde a tale esigenza in m o d o unitario.
Le tipologie più adottate sono quelle basilicali a croce latina con tre o cinque
navate, transetto e cripta seminterrata.
Oltre questi elementi troviamo un presbiterio rialzato, dovuto al fatto che
le volte della cripta superano spesso illivello del pavimento della navata.
Nelle costruzioni romaniche ilmatroneo diventa un elemento distintivo e
quasi sempre presente.
Esso consiste in una galleria collocata sopra le volte delle navate laterali,
che affaccia sulla navata centrale mendiante arconi a tutto sesto o altri tipi
di apertura bìfora, trìfora o quadrìfora.
Riservaro inizialmente solo alle donne, dal latino 《matrona》che significa
《signora》,diventò successivamente un elemento architettonico autonomo, la
cui funzione era anche quella di innalzare la navata centrale e di contribuire
a irrigidire strutturalmente l'intero edificio.
Fra le innovazioni tecniche e le caratteristiche architettoniche più
significative del Romanico troviamo:
-La volta a crociera, che sostituisce vantaggiosamente le più deperibili
strutture a capriate in legno e le troppo pesanti volte a botte in muratura
-ilpilastro, che sostituisce o si affianca alla colonna
- ilcontrafforte esterno, che contrasta le spinte generate dalle volte a
crociera
-ilforte spessore delle murature perimetrali, che conferisce alle costruzioni
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42. la necessaria solidità
Miccichè Simone,Spadaro Giulia
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43. Basilica di San't Ambrogio
La basilica di San't Ambrogio fu costruita tra XI e XII secolo sull'area di una
precedente basilica paleocristiana del IV secolo. La chiesa, priva di
transetto, prolunga le proprie mura laterali verso l'esterno originando un
vasto atrio porticato( quadriportico). Esso qui assume la funzione di luogo di
riunione di tutti icittadini di un Comune, forse ilpiù popoloso d'Italia. La
basilica a pianta rettangolare ha le stesse misure del quadriportico e si
c o m p o n e di tre navate che terminano con delle absidi semicilindriche. La
navata centrale, larga ildoppio delle altre, si articola in quattro campate
quadrate, di cui le prime tre sono coperte da volte a crociera costolonate
mentre l'ultima in prossimità del presbiterio fu ricoperta successivamente
con una cupola a pianta ottagonale. In questo caso ilpassaggio dal
quadrato della campata di base all'ottagono di imposta della cupola avviene
con ilraccordo di quattro pennacchi a tromba che poggiano su altrettanti
pilastri compositi. Le navate laterali sono a loro volta composte da otto
campate minori ciascuna delle quali ha una superficie pari a un quarto di
quella occupata dalle campate della navate centrale. Anche la copertura
delle navate laterali è a crociera e su di esse si imposta ilmatroneo.
Quest'ultimo qui assume la funzione statica di maggiore sostegno delle
crociere principali. Nella parte superiore della facciata si impostano tre
finestroni che rappresentano l'unica fonte di illuminazione delle navate. A
essi corrisponde sul lato esterno una loggia con cinque grandi archi
digradanti dal centro verso l'esterno, che assecondano l'inclinazione delle
falde del tetto. Questa loggia risulta sovrapposta su uno dei bracci minori
del quadriportico che funge da vero e proprio esonartèce, poichè addossato
alla facciata. La copertura è del tipo a capanna e dall'esterno dissimula
l'effetivo numero di navate in cui la basilica è divisa internamente. Gli
spioventi presentano semplici elementi decorativi ad archetti sormontati da
un fregio dentellato. Imateriali impiegati nella costruzione della basilica
sono quelli tipici lombardi: imattoni e la muratura intonacata, mentre l'uso
della pietra è riservato a taluni elementi decorativi c o m e le lesene e le
ghiere degliarchi.
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48. Biblioteca di Alessandria
Biblioteca di Alessandria
La Biblioteca di Alessandria fu fondata dai Tolomei, la dinastia greco-egizia
che trae le sue origini, nel 305 a.C., da uno dei "diadochi" di Alessandro
M a g n o e ilprobabile ideatore si pensa sia stato Tolomeo ISotere.
Sicuramente è da attribuire al Filadelfo l'impulso dato all'acquisizione di
opere, soprattutto con ilcosiddetto "fondo delle navi". Questa raccolta deve
ilsuo n o m e al fatto che, secondo un editto faraonico, tutti ilibri che si
trovavano sulle navi che sostavano nel porto di Alessandria dovevano
essere lasciati nella biblioteca in cambio di copie.
in questo periodo (IIIsecolo a.C.) fu inoltre intrapresa la traduzione in greco
dell'Antico Testamento, che era scritto in ebraico, che divenne nota c o m e
Septuaginta o "Bibbia dei Settanta".
Al tempo di Tolomeo IIIdovevano esistere già due biblioteche: la più grande,
all'interno del palazzo reale, era adibita alla consultazione da parte degli
studiosi del Museo e ilnumero totale dei libri a m m o n t a v a a 490.000, mentre
la seconda, più piccola e destinata alla pubblica lettura, si trovava
all'esterno della corte, nel tempio di Serapide, il"Serapeum" e ilnumero
totale dei libri era 42.800, noi però ancora oggi non conosciamo l'esatta
consistenza libraria della Biblioteca di Alessandria, c o m e anche ilnumero
degli autori dei libri, dato che molti rotoli potevano contenere più opere e
molti di questi potevano essere duplicati.
Dopo la metà del IIsecolo le complesse vicende interne e idisordini sociali
non permisero ai Tolomei di proseguire la politica culturale dei predecessori
e la Biblioteca ed ilMuseo persero progressivamente ilruolo che avevano
ricoperto inpassato.
In seguito la biblioteca fu distrutta 4 volte:
-L'incendio del 48 a.C. di Giulio Cesare
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49. -L'attacco di Aureliano intorno al 270 d.C.
-Ildecreto di Teodosio Idel 391 d.C.
-La conquista araba del 642 d.C.
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52. La basilica e il tempio greco
Differenza tra basilica e tempio greco
Le principali differenze tra iltempio greco e la basilica sono che:
Iltempio è un luogo sacro, stabile, delimitato e indipendente da
qualsiasi altra abitazione. Iltempio greco è costituito da una recinto
sacro fatto di pietre o di alberi che delimita lo spazio riservatso alla
divinità, preservandola dall'uso profano dei credenti; infatti solo i
sacerdoti potevano accedere al tempio vero e proprio. Esso costituiva
un'importante funzione all'interno della polis greca: infatti intorno ad
esso si riunivano icittadini per dibattere e discutere di questioni
riguardanti la polis. Iltempio greco nasce c o m e un esempio di cella
rettangolare (nàos), divisa in due navate da una fila di colonne (
doriche, ioniche o corinzie). Le colonne ed ilfrontone erano ornati con
bassorilievi. Nel tempio vi era spesso una stanza delimitata da mura
che custodiva la statura del Dio.
Luoghi pubblici e privati. Dall'Arte Classica al
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53. A differenza del tempio greco la basilica:
La basilica era un edificio destinato a riunioni pubbliche, composto da
sale e ambulacri, essa principalmente è preceduta da un quadriportico
cioè uno spazio di forma pressochè rettangolare. internamente la
basilica è divisa in 3 o 5 navate. La navata centrale è solitamente più
ampia e più alta delle navate laterali, che però sono di uaguali
dimensioni fra di loro, e termina con un abside; esso a sua volta si
c o m p o n e di un semicilindro che prende iln o m e di catino absidale.
Talvolta il corpo longitudinale della cbasilica è tagliato trasversalmente
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54. da un'ulteriore navata che prende il n o m e di transetto. La basilica per
tanto assume la forma della croce di Cristo; e può assumere tre forme
diverse ovvero:
1. Croce greca: quando idue bracci del transetto sono uguali e si
innestano al centro della navata.
2. Croce latina immissa: quando nella croce iltransetto è posto circa a
2/3 di altezza del corpo longitudinale.
3. Croce latina commissa: quando idue bracci del transetto sono più
corti della navata centrale.
In oltre troviamo ilpresbiterio ovvero una spazio che nella basilica era
riservato al clero, ed è posto in fondo alla navata principale, di fronte
all'abside, ed è solitamente rialzato di tre o più gradini ed è separato dalla
navata centrale da un recinto in m a r m o detto transenna. In fine troviamo
l'arco trionfale, è quello che congiunge la navata centrale al transetto.
LA BASILICA PALEOCRITIANA
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55. La biblioteca di Alessandria
La biblioteca di Alessandria
La biblioteca di Alessandria d'Egitto fu la più grande e ricca biblioteca del
m o n d o antico, considerata uno dei principali poli culturali di stampo
ellenistico.
Fu costruita intorno al IIIsecolo a.C. sotto ilgoverno del faraone Tolomeo II
Filadelfo e conservava la più ampia collezione di libri antichi a livello
mondiale.
Ilgrande numero di opere presenti era dovuto alla "tassa" imposta da
Demetrio Falareo alle imbarcazioni in transito nel porto di Alessandria,
secondo la quale avrebbero dovuto lasciare una copia dei testi antichi che
trasportavano nella biblioteca.
Distruzione
La biblioteca di Alessandria fu soggetta a diverse distruzioni nel corso dei
secoli.
Ilprimo attacco avvenne nel 48 a.C., durante la guerra civile, da parte di
Giulio Cesare. Iromani decisero di dar fuoco alle navi egizie nel porto, per
evitare che queste bloccassero l'arrivo di rinforzi via mare, m a ilfuoco si
diffuse nei cantieri navali e finì col distruggere la Grande Biblioteca. Gli
Egiziani salparono contro Cesare da ogni lato. Quest'ultimo si gettò in mare
e con grande difficoltà riuscì a sfuggire dal nemico nuotando fino alla riva,
tenendo ilproprio paludamentum tra identi e le pergamene su cui aveva
scritto ilD e bello civili nella m a n o che non utilizzava per nuotare.
Iromani furono autori di altre tre distruzioni della struttura: la punizione
inflitta da Caracalla nel 212 d.C. nei confronti della popolazione di
Alessandria, l'attacco del 270 d.C. da parte di Aureliano durante la guerra
contro Zenobia di Palmira, e ildecreto di Teodosio Idel 391 d.C. che
comportò la distruzione di diversi edifici di origine pagana, tra cui la
biblioteca.
La distruzione definitiva della biblioteca avviene nel 642 d.C per m a n o del
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56. comandante arabo ‘Amr ibn al-‘As sotto direzione del califfo ‘Umar ibn al-
Khattab. ‘Umar ordinò la distruzione della biblioteca poiché «In quei libri o ci
sono cose già presenti nel Corano, o ci sono cose che del Corano non fanno
parte: se sono presenti nel Corano sono inutili, se non sono presenti allora
sono dannose e vanno distrutte».
Giulia Russo
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