Mia traduzione dell'articolo "Triple whammy" - Bassi tassi d'interesse, mercati in subbuglio e ristrutturazione: è troppo - pubblicato nella sezione "Finance and economics" di "The Economist" del 14 maggio 2016.
Mia traduzione dell'articolo "Wait and hope" - Un addio britannico all'Unione Europea sarebbe costoso per le banche mondiali. Meglio non preoccuparsi in anticipo - pubblicato nella sezione "Finance and economics" di "The Economist" del 28 maggio 2016.
Mia traduzione dell'articolo "Wait and hope" - Un addio britannico all'Unione Europea sarebbe costoso per le banche mondiali. Meglio non preoccuparsi in anticipo - pubblicato nella sezione "Finance and economics" di "The Economist" del 28 maggio 2016.
Questo inizio di 2015 indubbiamente si sta presentando molto interessante dal punto di vista di chi osserva i risvolti meno apparenti, i colpi di scena e rispettivi voltagabbana ed in sostanza l'imprevedibilità del nuovo gioco in atto e successivo al 2014 di 'bonanza' finanziaria...
Draghi si dichiara pronto a comprare i titoli di Stato, sostenendo così la speculazione e l'aspettativa di un imminente QE. Una speranza alimentata anche dall'inusuale silenzio dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Mercati Obbligazionari a cura di Raiffeisen Capital ManagementValentina Sagona
Outlook Mercati Obblicazionari
a cura di Andreas Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management).
Mercati obbligazionari ad una svolta ? Quali offrono al momento profili di rischio/rendimento accettabili?
Situazione sui mercati obbligazionari con Andrea Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management)
- Le obbligazioni dei mercati emergenti, le obbligazioni societarie nonché selezionati titoli di Stato della “periferia” hanno ancora profili di rischio/rendimento accettabili
- I premi di rischio delle obbligazioni societarie continuano a essere vicini ai loro minimi degli ultimi 10 anni
- Al momento non si prevede alcuna accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria
- Intanto, posizionamento della duration piuttosto difensivo e generazione di reddito principalmente tramite prodotti “carry” e strategie attive
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
Dietro al grande “swing” dello S&P500 una pletora di “gamblers” della finanza ma se non si è incalliti e preparati scommettitori può essere utile rammentare che in un mercato speculativo, i partecipanti prevalenti non sono investitori di lungo termine bensì speculatori il cui unico obiettivo non è assicurarsi un buon rendimento costante sul proprio capitale ma semplicemente fare profitti da un'ascesa o da un declino dei prezzi e tali risultati avvengo sulla pelle di altri sprovveduti o inconsapevoli partecipanti al gioco.
E' MENO PEGGIO IL C/C
L'industria della vendita del risparmio gestito "aborrirà" una tale affermazione e condirà il tutto di fini ragionamenti pur di convincere lo sprovveduto risparmiatore a comprare o a detenere tali strumenti o peggio ancora lo dirotterà sempre più su strumenti opachi e maggiormente rischiosi, nell'illusoria ricerca dei rendimenti perduti...
Nel recente e primo rapporto sulla stabilità finanziaria del 2016 di Banca d’Italia è stato stimato che il complesso degli investimenti delle famiglie in strumenti (diversi dalle azioni) che potrebbero essere interessati da misure di bail-in in caso di risoluzione rappresenti oltre il 10 per cento delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
Una fotografia che a ben osservare appare indubbiamente appropriata a quel ruolo mitologico che fu di Atlante e che ambiziosamente è stato attribuito al fondo-privatistico messo in piedi dal sistema finanziario italiano. Fondo che in ultima analisi, nel tentare di sorreggere il peso degli aumenti di capitale e la gestione degli NPL di banche problematiche, vuol evitare un meccanismo generalizzato di bail-in conseguente ad un eventuale panico su larga scala che potrebbe condurre a una crisi sistemica nazionale.
L’indice americano S&P500 dopo un mese di violento rimbalzo torna a rivedere un leggero segno positivo rispetto al dato di inizio anno, riportando così in verde il listino. Un prodigioso recupero, dopo la débâcle di agosto/settembre che non mancherà di frastornare molti risparmiatori, non fosse altro per l’elevata volatilità emersa ed in grado di far rivivere montagne russe a cui non si era più abituati da almeno un paio di anni ma ciò non dovrebbe distogliere dal quadro economico reale e di rallentamento globale a cui devono in ultima analisi rispondere le quotazioni.
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
Questo inizio di 2015 indubbiamente si sta presentando molto interessante dal punto di vista di chi osserva i risvolti meno apparenti, i colpi di scena e rispettivi voltagabbana ed in sostanza l'imprevedibilità del nuovo gioco in atto e successivo al 2014 di 'bonanza' finanziaria...
Draghi si dichiara pronto a comprare i titoli di Stato, sostenendo così la speculazione e l'aspettativa di un imminente QE. Una speranza alimentata anche dall'inusuale silenzio dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Mercati Obbligazionari a cura di Raiffeisen Capital ManagementValentina Sagona
Outlook Mercati Obblicazionari
a cura di Andreas Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management).
Mercati obbligazionari ad una svolta ? Quali offrono al momento profili di rischio/rendimento accettabili?
Situazione sui mercati obbligazionari con Andrea Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management)
- Le obbligazioni dei mercati emergenti, le obbligazioni societarie nonché selezionati titoli di Stato della “periferia” hanno ancora profili di rischio/rendimento accettabili
- I premi di rischio delle obbligazioni societarie continuano a essere vicini ai loro minimi degli ultimi 10 anni
- Al momento non si prevede alcuna accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria
- Intanto, posizionamento della duration piuttosto difensivo e generazione di reddito principalmente tramite prodotti “carry” e strategie attive
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
Dietro al grande “swing” dello S&P500 una pletora di “gamblers” della finanza ma se non si è incalliti e preparati scommettitori può essere utile rammentare che in un mercato speculativo, i partecipanti prevalenti non sono investitori di lungo termine bensì speculatori il cui unico obiettivo non è assicurarsi un buon rendimento costante sul proprio capitale ma semplicemente fare profitti da un'ascesa o da un declino dei prezzi e tali risultati avvengo sulla pelle di altri sprovveduti o inconsapevoli partecipanti al gioco.
E' MENO PEGGIO IL C/C
L'industria della vendita del risparmio gestito "aborrirà" una tale affermazione e condirà il tutto di fini ragionamenti pur di convincere lo sprovveduto risparmiatore a comprare o a detenere tali strumenti o peggio ancora lo dirotterà sempre più su strumenti opachi e maggiormente rischiosi, nell'illusoria ricerca dei rendimenti perduti...
Nel recente e primo rapporto sulla stabilità finanziaria del 2016 di Banca d’Italia è stato stimato che il complesso degli investimenti delle famiglie in strumenti (diversi dalle azioni) che potrebbero essere interessati da misure di bail-in in caso di risoluzione rappresenti oltre il 10 per cento delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
Una fotografia che a ben osservare appare indubbiamente appropriata a quel ruolo mitologico che fu di Atlante e che ambiziosamente è stato attribuito al fondo-privatistico messo in piedi dal sistema finanziario italiano. Fondo che in ultima analisi, nel tentare di sorreggere il peso degli aumenti di capitale e la gestione degli NPL di banche problematiche, vuol evitare un meccanismo generalizzato di bail-in conseguente ad un eventuale panico su larga scala che potrebbe condurre a una crisi sistemica nazionale.
L’indice americano S&P500 dopo un mese di violento rimbalzo torna a rivedere un leggero segno positivo rispetto al dato di inizio anno, riportando così in verde il listino. Un prodigioso recupero, dopo la débâcle di agosto/settembre che non mancherà di frastornare molti risparmiatori, non fosse altro per l’elevata volatilità emersa ed in grado di far rivivere montagne russe a cui non si era più abituati da almeno un paio di anni ma ciò non dovrebbe distogliere dal quadro economico reale e di rallentamento globale a cui devono in ultima analisi rispondere le quotazioni.
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
Bonds of companies with a high sustainability rating has best performances than bonds of companies with a low ESG rating. Francesco Castelli's interviene on Plus.
Rischi politici sull'area Euro? Q&A con link gestore del fondo Raiffeisen Obb...Forfinance Group
Negli ultimi giorni a causa di rischi politici sull'area Euro gli spread su diversi mercati si sono allargati notevolmente toccando i massimi degli ultimi anni. Una soluzione di diversificazione alla problematica del rischio sovrano e a criticitá della tenuta dell'area Euro é rappresentato dal fondo Raiffeisen Obbligazionario Globale Fondamentale.
Mia traduzione dell'articolo "The big beasts of American banking rumble on", apparso nella sezione "Finance and economics" di "The Economist" del 17 gennaio.
Nei mesi di maggio e di giugno l’attenzione degli investitori è stata catalizzata dalle vicende europee: le elezioni, ma soprattutto le mosse della Banca centrale europea (BCE). Nell’attesa riunione di giugno l’Eurotower è entrata in azione su più fronti: oltre a tagliare i tassi sono state annunciate una serie di misure per contenere il rischio deflazione e dare slancio alla ripresa della zona euro. E un contesto di tassi ai minimi storici ha favorito l’azionario, in particolare il settore bancario.
L’azione della Bce ha inoltre influenzato indirettamente il mercato obbligazionario: i titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona, come Italia e Spagna, hanno aggiornato i minimi storici dei rendimenti offerti. Eurozona a parte, sul fronte geopolitico nel mese di giugno sono tornate ad accendersi le tensioni tra Russia e Ucraina sul prezzo del gas, e quelle in Iraq (secondo produttore di greggio all’interno dell’Opec). I timori legati alla possibile crisi irachena hanno spinto al rialzo le quotazioni del Petrolio.
La crisi dell'Euro e le politiche di intervento: il ruolo delle bancheQuattrogatti.info
la presentazione analizza il legame tra il sistema bancario e la crisi del debito, il ruolo giocato dalla regolamentazione e le politiche necessarie a ridurre l’esposizione delle banche al rischio di fallimento degli stati
Che cosa ci può attendere dalla folle politica monetaria che la Fed sta mettendo in atto, dando essenzialmente fondi illimitati alle banche europee? Che cosa stanno vedendo che noi non conosciamo? E\' tutto questo un precursore dell\'ulteriore allentamento monetario della riunione straordinaria del FOMC della prossima settimana, che è stata esteso da Bernanke ad una sessione di due giorni? Possiamo chiamarla "Operation Twist?" O forse "Twist and Shout?"
Mario Draghi ha annunciato giovedì scorso, l’ennesimo ed ormai ultimo taglio dei tassi ufficiali d’interesse, nonché un nuovo e consistente aumento delle dimensioni del bilancio della BCE, attraverso l’acquisto di strumenti finanziari emessi dal settore privato dell’economia. Non delude quindi le attese e conferma così ai mercati che davanti ai dati macro deludenti e preoccupanti si concretizzano provvedimenti monetari espansivi.
L\'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all\'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?".
Mia traduzione dell'articolo "Into the unknown" - Gli investitori temono la Brexit, ma non la ritengono probabile - pubblicato nella sezione "Finance and economics" di "The Economist" del 21 maggio 2016.
1. Triple whammy
da “The Economist” del 14 maggio 2016 - traduzione a cura di Emilio Tagliaferri
Se pensate che le banche americane stiano attraversando un anno difficile, allora date un'occhiata a
quelle europee.
I prezzi delle azioni delle banche americane, in rialzo dai minimi di metà febbraio, sono in calo del
6% rispetto all'inizio dell'anno; quelle europee sono in flessione del 20%.
Il primo trimestre è stato talmente cattivo che gli investitori hanno accolto con favore risultati
negativi ma migliori di previsioni catastrofiche: il 10 maggio Credit Suisse, un gigante bancario
elvetico, ha riportato una perdita per il secondo trimestre di seguito, ed è stato premiato con un
balzo del 5% nelle quotazioni.
Le banche europee sono alla prese con una tripla stretta. Per prima cosa i tassi d'interesse bassissimi
stanno assottigliando i margini derivanti dalla loro attività principale, il credito, basato sulla
differenza tra tassi attivi e passivi; si è ritenuto, infatti, che il denaro a buon mercato, stimolando
l'economia e, di conseguenza, la domanda di credito, sarebbe stato positivo anche per le banche: per
la maggior parte di esse non ancora. Commezbank, che si presenta come la banca di casa per le
aziende tedesche, definisce la domanda di credito “attenuata”: il profitto operativo della sua
divisione per le piccole e medie imprese è crollato di oltre il 40%, anno su anno nel primo trimestre.
In secondo luogo le turbolenze sui mercati finanziari nelle prime sei settimane dell'anno hanno
colpito duro il fatturato delle banche d'investimento su entrambe le sponde dell'atlantico, e quelle
europee se la sono passata peggio; il calo del 4% di Barclays vale quasi quanto un trionfo.
Le banche europee difettano della dimensione di quelle americane, e ciò potrebbe giocare contro di
loro; Huw van Steenis, un analista di Morgan Stanley, si aspetta che quest'anno le entrate delle loro
banche d'investimento crollino del 12%, il doppio delle rivali americane.
La volatilità del mercato danneggia anche gli utili non da interessi delle banche commerciali. Con i
loro risparmi che non rendono nulla gli europei dovrebbero essere più propensi ad acquistare fondi
comuni, in cerca di maggiori ritorni, e ciò significherebbe maggiori commissioni per le banche, che
in Europa sono grandi venditrici di prodotti d'investimento; tuttavia i prezzi volatili delle azioni
hanno imposto una pausa ai risparmiatori (le banche americane, invece, si basano maggiormente su
carte di credito e commissioni da conto corrente, così non hanno sofferto allo stesso modo).
I clienti più ricchi si sono dimostrati altrettanto prudenti. Nel primo trimestre UBS, la più grande
banca svizzera, che alcuni anni fa ha ridotto la sua banca d'investimento per concentrarsi sul wealth
management, ha attirato un'impressionante mole di raccolta netta, pari a circa 29,3 miliardi di
dollari, il risultato migliore in otto anni, per lo più da clienti asiatici; tuttavia, poiché anche i ricchi
hanno cercato la sicurezza della liquidità, UBS non ne ha ricavato i frutti in termini di commissioni
d'intermediazione: gli utili prima delle imposte della sua divisione di wealth management sono
crollati del 23%.
Ciò detto, ora che i mercati si sono stabilizzati, la pressione su questo tipo di ritorni dovrebbe
alleggerirsi.
La terza causa di sofferenza per le banche europee è da ricercarsi in un cattivo timing; in tempi di
ristrettezze, e con le autorità di vigilanza che richiedono un rafforzamento degli indici di
capitalizzazione, il controllo dei costi diviene cruciale; all'atto pratico lo diviene anche lo scegliere
in quale business essere e in quale no: purtroppo solo ora alcune delle principali banche europee,
sotto una nuova guida, stanno facendo pulizia come hanno fatto le banche americane nei primi anni
dall'inizio della crisi finanziaria, e ciò sta rendendo il 2016 ancora più critico sia per gli investitori
2. che per i banchieri.
Deutsche Bank, la principale banca tedesca, scaricherà Postbank acquisita nel 2008 e mai
completamente integrata, e sta riducendo la sua attività di banca d'investimento; non pagherà alcun
dividendo per il 2016 e, benché abbia realizzato un profitto di 236 milioni di euro nel primo
trimestre, si aspetta di chiudere in pareggio quest'anno.
Credit Suisse è la più colpita. Il suo capo, Tidjane Thiam, un ex assicuratore, la sta indirizzando
come UBS oltre la banca d'investimento e verso il wealth management, con un'enfasi particolare
sull'Asia. Egli ha tuttavia avuto un incerto avvio: avendo annunciato una sola ristrutturazione
strategica, ha fatto un secondo tentativo a marzo, accelerando l'eliminazione dall'organigramma
degli investment bankers e abbandonando prodotti rischiosi che dapprima aveva deciso di
mantenere.
Sotto la sua guida il prezzo delle azioni è crollato di più del 40%; è rimbalzato questa settimana in
parte poiché la “selezione” è in anticipo sul previsto. La parsimonia, nel mondo bancario, era una
parolaccia: ora non lo è più.
Articolo originale: Triple whammy