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La valutazione della disabilità
e l’intervento nel sistema ICF
Corso di Didattica Generale
Anno accademico 2004-2005
Sintesi del corso
La disabilità secondo l’ICF
La valutazione della disabilità secondo
l’ICF
Costruiamo uno strumento di
valutazione
Linee di intervento
Esercitazioni
Sintesi del corso
Cenni sul sistema ICF
l’assesment psicopedagogico
interazione con la famiglia
strumenti per un proficua relazione tra
insegnante e famiglia;
il colloquio strutturato;
elaborazione di progetti di rete;
l’elaborazione di progetti di rete nella
scuola della riforma e dell’autonomia.
OMS: Dall’ICIDH all’ICF
La salute come concetto complesso:
dalla “lotta” contro il negativo alla
facilitazione del positivo
Dallo schema lineare semplice
(ICIDH) allo schema “complesso” e
multidimensionale
La salute: da concetto “digitale” a
concetto “analogico”
Sequenza concettuale sempliceSequenza concettuale semplice
ICIDH 1980ICIDH 1980
MenomazioneMenomazione
EventoEvento
lesivolesivo DisabilitàDisabilità HandicapsHandicaps
ICIDH
I nternational
C lassification
I mpairment
D iseases
H andicap
Definizione di menomazione
Qualsiasi perdita o anomalia di una struttura o di una
funzione, sul piano anatomico, fisiologico e psicologico.
La menomazione e caratterizzata dall'esistenza od
occorrenza di anomalia, difetto o perdita (che può
essere temporanea o permanente) di un arto, organo o
tessuto od altra struttura del corpo, o di un difetto di
un sistema, funzione o meccanismo del corpo,
compreso il sistema delle funzioni mentali.
La menomazione rappresenta la deviazione dalla norma
sul piano biomedico dell'individuo e rappresenta la
esteriorizzazione di una condizione patologica.
Definizione di disabilità
Disabilità: limitazione o perdita (conseguente a
menomazione) della capacita di effettuare una
attività, nel modo o nei limiti considerati normali per
un essere umano. La disabilita è caratterizzata da
eccessi o difetti nelle abituali attività, prestazioni e
comportamenti (…). Le disabilità possono insorgere
come diretta conseguenza di menomazioni o come
risposte dell'individuo, particolarmente di tipo
psicologico, ad una menomazione fisico-sensoriale o di
altra natura. La disabilita riguarda le capacità intese
come attività e comportamenti compositi, che sono
generalmente accettate come componenti essenziali
della vita quotidiana. La disabilità rappresenta la
oggettivazione di una menomazione e come tale
riflette disturbi a livello della persona.
Definizione di handicap
Situazione di svantaggio sociale, conseguente a
menomazione e/o disabilita, che limita o impedisce
l'adempimento di un ruolo normale per un dato individuo
in funzione di età, sesso e fattori culturali e sociali.
L’handicap riguarda il valore attribuito ad una
situazione od esperienza individuale quando essa si
allontana dalla norma. E' caratterizzato da una
discordanza fra la prestazione e la condizione dell'
individuo e le aspettative dell'individuo stesso o del
particolare gruppo di cui fa parte.
L'handicap rappresenta la socializzazione di una
menomazione o di una disabilità e, come tale, riflette le
conseguenze per l'individuo sul piano culturale, sociale,
economico ed ambientale che nascono dalla presenza di
Condizioni di saluteCondizioni di salute
Sistema complessoSistema complesso
ICF 2001ICF 2001
FattoriFattori
ambientaliambientali
FattoriFattori
personalipersonali
Strutture&FunzioniStrutture&Funzioni
corporeecorporee
(Menomazione(Menomazione))
AttivitàAttività
((Limitazione)Limitazione)
PartecipazionePartecipazione
(Restrizione)(Restrizione)
Fattori contestualiFattori contestuali
PersonaPersona
sessosesso
etàetà
Condizioni diCondizioni di
salutesalute
Stili di copingStili di coping
RetroterraRetroterra
socialesociale
educazioneeducazione
professioneprofessione
EsperienzeEsperienze
passatepassate
caratterecarattere
AmbienteAmbiente
TecnologieTecnologie
VicinatoVicinato
IstituzioniIstituzioni
Norme socialiNorme sociali
CulturaCultura
AmbienteAmbiente
Fattori politiciFattori politici
NaturaNatura
Identità e scopo
L’ICF fa parte della “famiglia” delle
classificazioni OMS
ICD-10: classificazione diagnostica ed eziologica
ICF: classificazione funzionale, neutrale rispetto
all’eziologia
Le due classificazioni sono complementari
Due persone con la stessa patologia possono avere un
funzionamento diverso, e viceversa
Non più le conseguenze delle malattie
(1980), ma le componenti della salute e altre
componenti ad essa correlate (es. istruzione,
lavoro, etc.)
DiagnosiDiagnosi
Ragioni diRagioni di
un incontroun incontro
ICD-10ICD-10
International StatisticalInternational Statistical
Classification ofClassification of
DiseasesDiseases & Related& Related
Health ProblemsHealth Problems
ICFICF
InternationalInternational
ClassificationClassification ofof
FunctioningFunctioning,, DisabilityDisability
and Healthand Health
ValutazioneValutazione
funzionalefunzionale
RiabilitazioneRiabilitazione
CureCure
primarieprimarie
I sistemi di classificazioneI sistemi di classificazione
Principali sistemiPrincipali sistemi Campo diCampo di
applicazioneapplicazione
ObiettivoObiettivo
Obiettivi specifici
Schema di codifica per i sistemi informativi
sanitari
Linguaggio comune per migliorare la
comunicazione
Strumento di ricerca per “misurare”
risultati
Strumento per l’assesment dei bisogni e per
l’abbinamento tra condizioni e trattamenti
Strumento per la politica sociale (paniere
minimo, sistemi di indennità, assicurazione,
etc.)
Fondamenti dell’ICFFondamenti dell’ICF
Funzionamento umanoFunzionamento umano -- nonnon solo disabilitàsolo disabilità
Modello universaleModello universale -- nonnon “speciale”“speciale”
Modello integratoModello integrato -- nonnon solo medico o socialesolo medico o sociale
Modello complessoModello complesso -- nonnon lineare semplicelineare semplice
Coinvolge il contestoCoinvolge il contesto -- nonnon solo la personasolo la persona
TransculturaleTransculturale -- nonnon categorie occidentalicategorie occidentali
OperazionaleOperazionale -- nonnon risente di una teoriarisente di una teoria
Long lifeLong life -- nonnon per un’età particolareper un’età particolare
Funzionamento umanoFunzionamento umano non solo disabilitànon solo disabilità
Funzioni corporeeFunzioni corporee vsvs menomazionemenomazione
Strutture corporeeStrutture corporee
AttivitàAttività vsvs disabilitàdisabilità
PartecipazionePartecipazione vsvs handicaphandicap
Modello universale vs “specialeModello universale vs “speciale
Ognuno può avere disabilitàOgnuno può avere disabilità
Valutazione “analogica”Valutazione “analogica”
MultidimensionaleMultidimensionale
Solo gruppi “speciali”Solo gruppi “speciali”
Valutazione categorialeValutazione categoriale
(digitale)(digitale)
UnidimensionaleUnidimensionale
Modello medico e modelloModello medico e modello
socialesociale
Problemi della personaProblemi della persona vsvs Problemi socialiProblemi sociali
Cure clinicheCure cliniche vsvs Integrazione socialeIntegrazione sociale
Trattamento individualeTrattamento individuale vsvs Azione socialeAzione sociale
Aiuto professionaleAiuto professionale vsvs responsabilità individualeresponsabilità individuale
e collettivae collettiva
Adattamenti della personaAdattamenti della persona vsvs modifiche ambientali emodifiche ambientali e
cambiamenti socialicambiamenti sociali
comportamentocomportamento vsvs attitudineattitudine
patologiapatologia vsvs diritti umanidiritti umani
Politiche di salute pubblicaPolitiche di salute pubblica vsvs polìspolìs
individual adaptationindividual adaptation vsvs social changesocial change
La valutazione diagnostica
Diagnosi
Trattamento
Persona
Operatore terapeuta Patologia
Valutazione funzionale
Integrazione con l’approccio sociale ed
educativo
Approccio ecologico della presa in carico
Definizione operazionale degli obiettivi
Riferimento all’ambiente:
Fisico
Normativo (normalizzazione possibile)
Relazionale
Organicità e multidimensionalità della
progettualità educativa
Dall’adattamento alla qualità di vita
Applicazione transculturaleApplicazione transculturale
• Equivalenza concettuale e funzionale della classificazioneEquivalenza concettuale e funzionale della classificazione
• TraducibilitàTraducibilità
• UtilizzabilitàUtilizzabilità
• Pubblicazioni internazionaliPubblicazioni internazionali
StrutturaStruttura
ClassificazioneClassificazione
PartiParti
ComponentiComponenti
Costrutti oCostrutti o
qualificatoriqualificatori
Domini eDomini e
categorie acategorie a
differenti livellidifferenti livelli
ICFICF
Parte 1:Parte 1:
FunzionamentoFunzionamento
e disabilitàe disabilità
Parte 2:Parte 2:
FattoriFattori
contestualicontestuali
Funzioni eFunzioni e
strutturestrutture
corporeecorporee
Attività eAttività e
partecipazionepartecipazione
FattoriFattori
ambientaliambientali
FattoriFattori
personalipersonali
CambioCambio
nellenelle
strutturestrutture
CapacitàCapacità PerformancePerformance Facilitatori /Facilitatori /
barrierebarriere
ItemItem
levels:levels:
11stst
22ndnd
33rdrd
44thth
ItemItem
levels:levels:
11stst
22ndnd
33rdrd
44thth
ItemItem
levels:levels:
11stst
22ndnd
33rdrd
44thth
CambioCambio
nellenelle
funzionifunzioni
ItemItem
levels:levels:
11stst
22ndnd
33rdrd
44thth
ItemItem
levels:levels:
11stst
22ndnd
33rdrd
44thth
Struttura
Funzionamento e disabilità sono
termini “ombrello”, il primo in positivo
il secondo in negativo
In realtà la classificazione avviene
per componenti e domini (domini della
salute e domini ad essa correlati)
Componenti dell’ICFComponenti dell’ICF
Funzioni eFunzioni e
strutturestrutture
corporeecorporee
Attività eAttività e
partecipazionepartecipazione
FattoriFattori
ambientaliambientali
BarriereBarriere
FacilitatoriFacilitatori
FunzioniFunzioni
StruttureStrutture
CapacitàCapacità
PerformancePerformance
Funzioni e strutture corporeeFunzioni e strutture corporee
Strutture della cute e ad essa correlateStrutture della cute e ad essa correlateFunzioni della cuteFunzioni della cute
Strutture correlate al movimentoStrutture correlate al movimentoFunzioni muscoloscheletriche e delFunzioni muscoloscheletriche e del
movimentomovimento
Strutture correlate ai sistemiStrutture correlate ai sistemi
riproduttivo e genitourinarioriproduttivo e genitourinario
Funzioni riproduttive e genitourinarieFunzioni riproduttive e genitourinarie
Strutture correlate al sistemaStrutture correlate al sistema
digestivo, metabolico ed endocrinodigestivo, metabolico ed endocrino
Functioni del sistema digestivo,Functioni del sistema digestivo,
metabolico ed endocrinometabolico ed endocrino
Strutture dei sistemi cardiovascolare,Strutture dei sistemi cardiovascolare,
ematologico, immunologico eematologico, immunologico e
respiratoriorespiratorio
Funzioni dei sistemi cardiovascolare,Funzioni dei sistemi cardiovascolare,
ematologico, immunologico eematologico, immunologico e
respiratoriorespiratorio
Strutture coinvolte nella voce eStrutture coinvolte nella voce e
nell’eloquionell’eloquio
Funzioni della voce e dell‘eloquioFunzioni della voce e dell‘eloquio
Occhio, orecchio e strutture correlateOcchio, orecchio e strutture correlateFunzioni sensoriali e del doloreFunzioni sensoriali e del dolore
Strutture del sistema nervosoStrutture del sistema nervosoFunzioni mentaliFunzioni mentali
Attività e PartecipazioneAttività e Partecipazione
11 Apprendimento e applicazione delleApprendimento e applicazione delle
conoscenzeconoscenze
22 Compiti e richieste generaliCompiti e richieste generali
33 ComunicazioneComunicazione
44 MobilitàMobilità
55 Cura della propria personaCura della propria persona
66 Vita domesticaVita domestica
77 Interazioni e relazioni interpersonaliInterazioni e relazioni interpersonali
88 Aree di vita principaliAree di vita principali
99 Vita sociale, civile e di comunitàVita sociale, civile e di comunità
Fattori ambientaliFattori ambientali
1. Prodotti e tecnologia1. Prodotti e tecnologia
2. Ambiente naturale e cambiamenti2. Ambiente naturale e cambiamenti
all’ambiente effettuati dall’uomoall’ambiente effettuati dall’uomo
3. Relazioni e sostegno sociale3. Relazioni e sostegno sociale
4. Atteggiamenti4. Atteggiamenti
5. Servizi, sistemi e politiche5. Servizi, sistemi e politiche
Definizioni
Benessere e salute
Termini ombrello
Componenti
Limitazioni e Restrizioni
Capacità e performance
Benessere e salute
Benessere: termine generale che racchiude
tutto l’universo dei domini della vita umana,
inclusi aspetti fisici, mentali e sociali, che
costituiscono quella che può essere
chiamata una “buona vita”
Stati di salute: uno stato di salute è il
livello di funzionamento all’interno di un
dato dominio di salute dell’ICF
Domini di salute: aree di vita che sono
ritenute parte della nozione di salute
Termini ombrello
Funzionamento: è il termine ombrello per le
funzioni corporee, le strutture corporee,
attività e partecipazione
Disabilità: è il termine ombrello per
menomazioni, limitazione delle attività e
restrizioni della partecipazione. Indica
l’aspetto negativo dell’interazione tra un
individuo e i fattori contestuali dello stesso
individuo
Definizione componenti
Funzioni corporee: funzioni fisiologiche dei sistemi
corporei, incluse quelle psicologiche
Strutture corporee: sono le parti strutturali o
anatomiche del corpo
Attività: è l’esecuzione di un compito o di un’azione da
parte di un individuo
Partecipazione: è il coinvolgimento di una persona in una
situazione di vita
Fattori ambientali: tutti gli aspetti del mondo esterno ed
estrinseco che formano il contesto della vita di un
individuo e come tali hanno un impatto sul funzionamento
della persona
Fattori personali: sono fattori contestuali correlati
all’individuo quali l’età, il sesso, la classe sociale, le
esperienze di vita e così via
Limitazioni e restrizioni
Limitazioni delle attività: sono le difficoltà che un
individuo può incontrare nell’eseguire delle attività.
(…) Può essere lieve o grave (…) rispetto al modo e
alla misura attesi dalle persone
Restrizione della partecipazione: sono problemi che
un individuo può sperimentare nel coinvolgimento
delle situazioni di vita. La presenza di una
restrizione alla partecipazione viene determinata
paragonando la partecipazione dell’individuo con
quella che ci si aspetta da un individuo senza
disabilità in quella stessa cultura o società
Barriere e facilitatori
Facilitatori: nell’ambito dei fattori ambientali di
una persona, sono dei fattori che, mediante la loro
presenza o assenza, migliorano il funzionamento e
riducono la disabilità (…) I facilitatori possono
evitare che una menomazione o una limitazione delle
attività divengano una restrizione della
partecipazione, dato che migliorano la performance
di un’azione, nonostante il problema di capacità
della persona
Barriere: nell’ambito dei fattori ambientali di una
persona, sono dei fattori che, mediante la loro
presenza o assenza, limitano il funzionamento e
creano disabilità
Capacità e performance
Capacità: indica il più alto livello probabile
di funzionamento che una persona può
raggiungere in un momento determinato in
un dominio nella lista di Attività e
Partecipazione. La capacità viene misurata
in un ambiente standard e uniforme
Performance: descrive quello che l’individuo
fa nel suo ambiente attuale/reale, e quindi
introduce l’aspetto del coinvolgimento di
una persona nelle situazioni di vita
Componenti
Componenti
Parte 1: Funzionamento e disabilità
Corpo (funzioni e strutture corporee)
Attività e partecipazione
Parte 2: Fattori contestuali
Fattori ambientali (a cerchi concentrici, dal
vicino al lontano)
Fattori personali (non classificati, in quanto
troppo eterogenei)
Componenti e domini
Ogni componente raggruppa una serie di
domini
Definizione di dominio: insieme pratico e
significativo di funzioni fisiologiche,
strutture anatomiche, azioni, compiti e
aree di vita
All’interno di ogni dominio ci sono le
categorie, che rappresentano l’unità di
classificazione
Stile di classificazione
All’interno di ogni componente i domini sono
raggruppati per caratteristiche comuni
(origine, tipo, somiglianza, etc.)
I domini vengono definiti operativamente,
in modo tale da poter essere trasformati in
scale o questionari
Viceversa le scale valutative correnti e i
loro risultati possono essere “tradotte” in
ICF
Articolazione della
valutazione
Ciascuna parte può essere espressa in
due modi:
problemi (menomazioni, limitazione di
attività, restrizione della partecipazione)
funzionamento (aspetto neutro e non
problematico)
Articolazione della valutazione
La valutazione avviene attraverso i
costrutti
Corpo
Cambiamenti nei sistemi fisiologici
Cambiamenti nelle strutture anatomiche
Attività e partecipazione
Capacità (eseguire compiti in ambienti standard)
Performance (eseguire compiti nell’ambiente attuale)
Fattori contestuali
Facilitazione o ostacolo (in riferimento al mondo
fisico, sociale e degli atteggiamenti)
Valutazione
I costrutti vengono resi operativi dai
qualificatori
Il qualificatore è un codice numerico
che specifica l’estensione o la gravità
del funzionamento o della disabilità in
quella categoria, o il grado in cui un
fattore ambientale facilita od
ostacola
Visione d’insieme dell’ICF
Parte 1: Funzionamento e
disabilità
Parte 2: Fattori
contestuali
Componenti Funzioni e
strutture
corporee
Attività e
partecipazio
ne
Fattori
ambientali
Fattori
personali
Domini Funzioni
corporee
Strutture
corporee
Aree di vita
(compiti, azioni,
etc.)
Influenze
esterne su
funzionamento
e disabilità
Influenze
interne su
funzionamento e
disabilità
Costrutti Cambiamento Capacità
Performance
Impatto
facilitante o
ostacolante
Impatto delle
caratteristiche
della persona
Aspetto
positivo
Integrità
funzionale e
strutturale
Attività
Partecipazione
Facilitatori Non applicabile
Aspetto
negativo
Menoimazione Limitazione
dell’attività
Restrizione della
Barriere/Ostac
oli
Non applicabile
Sistema alfanumerico di
valutazione
L’ICF usa un sistema alfanumerico (es. b5501)
Le lettere
“b” sta per funzioni corporee (body)
“s” sta per strutture corporee (structure)
“d” sta per attività e partecipazione (domain)
“e” sta per fattori ambientali (environment)
I numeri
Prima cifra: numero di capitolo
Seconda e terza cifra: secondo livello
Quarta ed eventualmente quinta cifra: livelli
successivi
Livelli di classificazione
L’ICF è multilivello: la categoria del primo
livello include categorie dei livelli inferiori
ICF ad un livello (34 categorie)
Es. b1: funzioni mentali
ICF a due livelli (362 categorie)
es. b144 = funzioni mnemoniche
ICF a quattro livelli (1424 categorie)
b1440 = memoria a breve termine
b1441 = memoria a lungo termine, etc.
Il codice è completato dal qualificatore (uno,
due o più numeri dopo il punto)
Es. b.1440.3 = problema grave nella M.B.T.
Codifica (Uso dei qualificatori)
La classificazione in ogni componente è
realizzata utilizzando la stessa scala 0-4
Il qualificatore “8” è usato se non ci sono
informazioni sufficienti a stabilire l’entità
del problema o della difficoltà
Il qualificatore “9” è usato quando un
codice particolare risulta inappropriato
In caso di utilizzo di un solo qualificatore
lasciare gli altri spazi in bianco
d4500._1
d4500.21
d4500.2_
Codifica per le funzioni
corporee
Sono codificate attraverso un solo qualificatore, che
indica l’estensione o la gravità della menomazione
b7302.1 LIEVE menomazione della forza dei muscoli
b7302.2 MEDIA menomazione della forza dei muscoli
b7302.3 GRAVE menomazione della forza dei muscoli
b7302.4 COMPLETA menomazione della forza dei muscoli
Essendo le due classificazioni parallele, quando viene
utilizzata una funzione corporea dovrebbe essere
codificata anche la corrispondente struttura
corporea
Codifica per le strutture
corporee
Primo qualificatore:
estensione della
menomazione
Secondo
qualificatore:
natura della
menomazione
Terzo
qualificatore:
collocazione della
menomazione
0 nessuna
menomazione
1 lieve menomazione
2 media menomazione
3 grave menomazione
4 completa
menomazione
8 non specificato
9 non applicabile
0 nessun cambiamento
1 assenza totale
2 assenza parziale
3 parte in eccesso
4 dimensioni anormali
5 discontinuità
6 posizione deviante
7 cambiamenti
qualitativi nella
struttura
0 più di una regione
1 destra
2 sinistra
3 entrambi i lati
4 anteriore
5 posteriore
6 prossimale
7 distale
8 non specificato
Codifica per attività e
partecipazione
Sono codificati con due qualificatori
Primo numero: performance
Secondo numero: capacità
Possono essere utilizzati dei qualificatori
aggiuntivi
Terzo numero: capacità con assistenza
Quarto numero: performance senza assistenza
Scala utilizzata
0 nessuna difficoltà
1 difficoltà lieve
2 difficoltà media
3 difficoltà grave
4 difficoltà completa
Codifica per i fattori ambientali
Devono essere codificati tenendo conto del
punto di vista della persona
Es. un marciapiede senza rilievi facilita la
persona in carrozzella ma ostacola l’ipovedente
E’ l’unico qualificatore “ambiguo”, potendo
essere espresso come barriera o come
facilitatore
xxx.0 nessuna barriera xxx+0 nessun facilitatore
xxx.1 barriera lieve xxx+1 lieve facilitatore
xxx.2 barriera media xxx+2 medio facilitatore
xxx.3 barriera grave xxx+3 grave facilitatore
xxx.4 barriera completa xxx+4 completo
facilitatore
Componenti Primo qualificatore Secondo
qualificatore
Funzioni corporee
(b)
Qualificatore
generico negativo
Nessuno
Strutture
corporee (s)
Qualificatore
generico negativo
Es. s730.3 grave menomazione
dell’arto superiore
Cambiamento nella
struttura corporea
0 nessun cambiamento
1 assenza totale
2 assenza parziale
3 parte in eccesso (etc.)
Es. s730.32 parziale assenza
dell’arto superiore
Attività e
partecipazione (d)
Qualificatore
generico rispetto a
problemi di
Performance
Es. d5101.1 (lievi difficoltà a
farsi il bagno con l’uso di ausili
disponibili nel proprio
ambiente)
Qualificatore
generico rispetto a
problemi di Capacità
Es. d5101._2 (media
difficoltà a farsi il bagno
senza l’uso di ausili)
Fattori ambientali
(e)
Qualificatore
generico positivo o
negativo
Nessuno
La diagnosi funzionale secondo
l’ICF
Utilizzo dell’ICF per rivedere il modello
ufficiale della diagnosi funzionale (1994)
Dalla diagnosi-destino alla diagnosi-conoscenza
Dalla diagnosi del medico alla diagnosi
dell’insegnante e del familiare
Messa in discussione della certificazione
medica
Dalla certificazione della disabilità
(conseguenza di malattia – cfr. ICIDH) alla
individuazione del bisogno educativo speciale
Diagnosi funzionale (Ianes, 1995)
“Funzionale” all’intervento educativo
Le tre fonti
Specialista: poche informazioni e molte ipotesi
Famiglia: tante informazioni
Insegnante: opportuna via di mezzo
Quattro aree
Dati anamnestici, medici, familiari e sociali
Livelli di competenza nelle aree di sviluppo
Livelli di competenza rispetto agli obiettivi della
classe
Aspetti psicologici, affettivi, relazionali e
comportamentali
Articolazione della DF (Ianes, 2004)
Riconoscimento della sindrome (ICD-10)
Criteri diagnostici (DCR)
Strumenti standardizzati di tipo sintomatico
I sintomi sono spesso… comportamenti
Analisi delle componenti disfunzionali
Scomposizione delle prestazioni (verticale)
Correlazione delle prestazioni (orizzontale)
Es. check list di sviluppo
Contesto in cui si svolgono
Valutazione globale del funzionamento
Il profilo dinamico funzionale
Sintesi integrata delle informazioni
della DF
Linee di prospettiva a medio-lungo
Non prognosi, ma costruzione di obiettivi
Raccordo tra la conoscenza della
persona e le attività concrete (PEI)
Fasi operative del PDF
Sintetizzare i dati della DF
Punti di forza come capacità e performance
Deficit rispetto a criteri e aspettative
Correlazioni tra ambiti
Definizione obiettivi personali o individuali
Definizione obiettivi LT (“teorici”)
Definizione obiettivi MT (concreti)
Definizione obiettivi BT
Metodi di articolazione di sotto-obiettivi
Riduzione della richiesta di corretta esecuzione
Riduzione della difficoltà attraverso aiuti
Riduzione attraverso task analysis sequenziale o
gerarchica
Il PEI
Definizione delle soluzioni operative e delle
attività
Chi
Dove
Quando
Con che cosa
Come
PEI e progetto di vita
Prospettive di adulità
Qualità di vita
Ecosistemi e richieste ambientali
Dall’ICF allo strumento
osservativo
L’ICF è un linguaggio… il “testo” lo costruiscono
gli utilizzatori
“A seconda del contesto gli utilizzatori sceglieranno
i codici più rilevanti per il loro obiettivo, che è quello
di descrivere una particolare esperienza di salute”
Pertanto
Scelta dei costrutti e delle categorie pertinenti alla
propria area di intervento
Scelta del livello di classificazione ottimale per ogni
categoria
Meglio valutare i costrutti separatamente, e
solo poi fare ipotesi di correlazione
Passi per la costruzione di una griglia
Familiarizzazione con la situazione
Costruzione di ipotesi educative
Delimitare le variabili intervenienti
Chiarirne gli indicatori
Eseguire una prima sperimentazione
Dosare il peso degli indicatori ed
eliminare quelli non pertinenti
Un esempio: la ChecklistUn esempio: la Checklist
 Una componente-una paginaUna componente-una pagina
 Categorie salientiCategorie salienti (169 delle 1494)(169 delle 1494)
 Disabilità con:Disabilità con:
 Funzioni corporeeFunzioni corporee
 Strutture corporeeStrutture corporee
 Attività e partecipazioneAttività e partecipazione
 Fattori ambientaliFattori ambientali
 Altre informazioni contestualiAltre informazioni contestuali
 Utilizzabile da:Utilizzabile da:
 Operatori e organizzazioniOperatori e organizzazioni
sanitariesanitarie
 PrivatiPrivati
Schema della check-list
Informazioni anagrafiche
Checklist
Disabilità nelle funzioni corporee (un qualificatore)
Disabilità nelle strutture corporee (tre qualificatori)
Limitazioni o restrizioni in attività e partecipazione (due
qualificatori)
Fattori ambientali (un qualificatore)
Altre informazioni contestuali (griglia aperta)
Tre appendici
Appendice uno: brevi informazioni sulla salute
(questionario)
Appendice due: questioni generali riguardanti attività e
partecipazione (questionario)
Appendice tre: guida all’uso della checklist
Tipologia di strumenti
Strumenti aperti
Diario di bordo
Anedoctal records
Strumenti strutturati
Check list
Rating scales
Scale di sviluppo
L’osservazione sistematica:
vantaggi
La griglia come “promemoria analitico”
La griglia come “protesi ottica”
La griglia come forma di autovalutazione
La griglia come prevenzione della routine
La griglia come mentalizzazione alla
progettualità
La griglia come guida al linguaggio
La griglia come strumento del lavoro di
equipe (anche i “bidelli”)
Le aree della DF secondo l’ICF
Rischio di perdersi nel dettaglio: la persona
è intera!
Rischio di fermare il fluire del tempo
Le aree della DF secondo l’ICF
Condizioni di salute
Funzioni e strutture corporee
Attività personali
Partecipazione sociale
Fattori ambientali
Fattori personali
Due strumenti trasversali
LAP
BAB
LAP (Learning Accomplishment
Profile)
Definisce in modo operazionale livelli
standard di prestazione per età (12-72 mesi)
I compiti di sviluppo
Valuta i prodotti, non i processi
Sette aree
Abilità grossomotorie
Abilità finomotorie
Prescrittura
Abilità cognitive
Linguaggio
Autonomia personale
Abilità interpersonali
BAB (Behavior Assesment
Battery)
Utile per la disabilità grave
12 aree
Esplorazione visiva
Attenzione visiva al movimento
Abilità visuomotorie
Percezione uditiva
Controllo della postura
Gioco esploratorio
Gioco costruttivo
Strategie di ricerca
Problem solving percettivo
Comunicazione
Abilità di autonomia
Abilità sociali
Condizioni di salute
“Comprende malattie (…) può inoltre
comprendere altre circostanze
biologicamente significative (…) vengono
codificate secondo i criteri ICD
Campi di informazione
Storia clinica
Eziologia
Effetti riscontrati e/o prevedibili
Funzioni corporee
Funzioni mentali: “riguarda le funzioni
del cervello e comprende sia funzioni
mentali globali, come la coscienza,
l’energia e le pulsioni, che funzioni
mentali specifiche, come la memoria,
il linguaggio e il calcolo”
Processi e prodotti cognitivi
La valutazione delle funzioni
corporee
La valutazione globale della funzionalità
intellettiva
La valutazione globale dello sviluppo
mentale
La valutazione dell’attenzione
La valutazione della memoria
La valutazione di alcuni processi
La valutazione delle abilità metacognitive
La valutazione del temperamento e della
psicopatologia
La valutazione globale della
funzionalità intellettiva
Scala Wechsler (WISC-R) e il QI
Scala verbale
Scala di performance
Scala di Stanford-Binet
TINV e intelligenza non verbale
Funzionamento a matrice
Esempio di matrice TINV
La valutazione globale dello
sviluppo mentale
Non QI, ma compiti di sviluppo
Ogni situazione di test può diventare
un obiettivo
Es. Il test BAB e l’area cognitiva
globale
Esplorazione visiva
Attenzione visiva al movimento
Strategie di ricerca
Problem solving percettivo
LAP e le tappe di sviluppo
cognitivo
12 mesi:
1. Rimuove il coperchio di una scatola per trovare
un giocattolo
24 mesi:
4. Tira uno stuoino per raggiungere un giocattolo
48 mesi:
26. Appaia due colori;
32. Conta sino a 10
72 mesi:
73. Nomina 4 monete/banconote;
84. Ordina le vignette in una sequenza temporale
La valutazione dell’attenzione
Dimensioni
Filtro inibitore e amplificatore di stimoli
Capacità attentiva
Durata
Shift
Caratteristiche del materiale/stimolo
Intensità
Dimensione
Durata o ripetizione
Contenuto emozionale
Novità
Contrasto
Movimento
Esempi di strumento
Questionario QMAI (metacognizione
e attenzione
Test di continuità
Elenchi confondenti di parole
Stimoli uditivi e discriminazione
Ricerca di stimoli visivi nascosti
Il computer e la velocità del feedback
a stimoli visivi e/o sonori
La valutazione del deficit di
attenzione
Possibile rapporto con l’iperattività
Scala SDAI (Cornoldi et alii):
sintomatologia del disturbo di attenzione
Deficit di attenzione e autocontrollo
Scala SCRS (Kirby e Grimley): la
valutazione dell’autocontrollo
La valutazione della memoria
Riconoscimento e ricostruzione
Memoria a breve termine (MBT)
Trattiene informazione nell’area della
consapevolezza, consentendo
Risposte operative
Costruzione di significati per l’immagazzinare
Memoria a lungo termine (MLT)
Più difficile da valutare
Le strategie di memorizzazione
Le strategie di recupero dell’informazione
Memoria e metacognizione
Strumenti
Il test TEMA
Memoria verbale (5 subtest)
Memoria non verbale (5 subtest)
Procedura di ricordo differito
Confronto tra prestazioni nei subtest con
stimolo uguale e “curva di apprendimento”
Memoria e metacognizione
Far identificare le condizioni ambientali in cui si
ricorda meglio
Chiedere il motivo per cui il protagonista di un
racconto ricorda/non ricorda
La valutazione di alcuni processi
Discriminazione
Generalizzaione
Problem-solving
Planning
Discriminazione e
generalizzazione
Discriminazione: rilevare stimoli diversi e
diversificare la risposta
Centrale nelle abilità di lettura
Generalizzazione: estensione dell’uso di una
strategia di risposta
Somiglianza dello stimolo e capacità di rilevare
gli elementi comuni concreti (g. concreta) o
astratti (g. astratta)
La valutazione : presentazione di stimolo
progressivamente dissimile
Problem solving
Situazione nuova e costruzione di una
strategia di risposta
Trovare e definire il problema
Pensare una gamma di ipotesi
Valutare i pro e i contro
Scegliere l’ipotesi probabilmente efficace
Applicare l’ipotesi
Verificarne gli esiti
Modalità di P/S
Prove ed errori
Intuizione: riorganizzare gli elementi, vietarsi
soluzioni già usate
Planning
Programmazione di una sequenza di azioni
per un obiettivo, anticipandone
mentalmente lo svolgimento
Definire l’obiettivo
Definire la sequenza di azione
Attivare la prima azione
Controllare la corretta esecuzione
Eseguire la seconda azione (etc.)
Eseguire l’ultima azione, riconoscerla come tale
e verificare l’obiettivo
La valutazione del P/S e del
planning
Valutazione informale e vita
quotidiana
Come preparare la cartella (planning)
Trovare l’astuccio smarrito (P/S)
Valutazione formale
Griglia di punti critici e situazioni
problema
Es. Exner e il test di Rorschach come
compito di P/S
La valutazione della
metacognizione
Comprende tre aspetti
La teoria della mente (il funzionamento)
Le attività di autosservazione e
consapevolezza (l’osservazione del
funzionamento)
Strategie di autoregolazione e
autocontrollo (influire sul funzionamento)
La valutazione: dialogo guidato e
“riflessione parlata”
Lo stile di pensiero
Sternberg e l’”autogoverno mentale”
Gardner e le intelligenze multiple
Uno schema polare
Sistematico/intuitivo
Globale/analitico
Impulsivo/riflessivo
Verbale/visuale
Autonomo-creativo/dipendente dal campo
Triplice valutazione (utile anche all’operatore)
Consapevolezza teorica sugli stili
Consapevolezza del proprio stile
Capacità di differenziare lo stile in funzione del compito
Indicazione: la differenziazione degli stimoli
(multiability tasks)
Es. di valutazione: il questionario QMS (Cornoldi)
Creatività e pensiero divergente
Creatività come combinazione di fattori
intellettivi ed emozionali
Es. test TCD: trasformazioni divergenti di
figure e attribuzione di titoli
Quattro fattori
Fluidità
Flessibilità
Originalità
Elaborazione
Quattro sottopunteggi
Curiosità
Immaginazione
Complessità
Disponibilità al rischio
La valutazione del temperamento
e della psicopatologia
QUIT (questionari italiani del
comportamento)
Adattamento all’ambiente di vita
Attività motoria
Attenzione
Inibizione alla novità
Adattamento specifico al mondo sociale
Orientamento sociale
Emozionalità positiva
Emozionalità negativa
Ritardo mentale e psicopatologia
Es. VAPH
Difficoltà relazionali, bizzarrie, perseverazioni, etc.
Attività personali
“L’attività è l’esecuzione di un compito o di
un’azione da parte di un individuo. Le
limitazioni dell’attività sono le difficoltà che
un individuo può incontrare nello svolgimento
delle varie attività”
Apprendimento e applicazione delle conoscenze
Compiti e richieste generali
Comunicazione
Mobilità
Cura della propria persona
Vita domestica
Interazioni e relazioni interpersonali
Apprendimento e applicazione
delle conoscenze (d1)
Le attività di percezione coinvolgono tre
livelli
Funzionalità sensoriale periferica
Funzionalità del sistema di trasmissione
Funzionalità percettiva centrale
L’apprendimento richiede “Esperienze
sensoriali intenzionali” (d110-d120)
Valutazione della funzionalità percettiva centrale
Dati sensoriali, motricità ed esperienze
L’immagine mentale “anticipatrice”
L’organizzazione percettiva
La valutazione del canale/uditivo/visivo
Discriminazione di colori/suoni/forme
Appaiamento diretto (si/no) o a campione
La valutazione delle competenze spaziali
Riconoscimento di oggetti
Spostamento di oggetti
Rotazione di oggetti
Deformazione di oggetti
Il test di percezione visiva (TPV
- Hammill)
Correlazione con l’area motoria
Tre quozienti
Percezione visiva generale
Percezione visiva a motricità ridotta
Integrazione visuomotoria
Otto subtest
Coordinazione occhio-mano
Posizione nello spazio
Copiatura/riproduzione
Figura/sfondo
Rapporti spaziali
Completamento di figura
Velocità visuo-motoria
Costanza della forma
La valutazione del gioco
Centralità del gioco per
l’apprendimento nell’età evolutiva
Ritardo mentale e deficit ludico
Carenza di attività ludica spontanea
Stereotipie e usi ripetitivi di oggetti
Per la valutazione
Scomposizione delle componenti di un
gioco specifico
Test BAB: le aree del gioco
Gioco esploratorio
Esplorazione orale
Esplorazione visiva
Integrazione visuomotoria
Rotolare, tirare e spingere oggetti
Gioco audio-visuomotorio
Lanciare, lasciar cadere
Gioco costruttivo
Gioco con la palla
Disegno
Costruzione con i cubi
La valutazione della
comunicazione
Ruolo centrale all’interno della DF
Valutazione dell’intento comunicativo
Valutazione di padronanza dei codici
Valutazione del codice preferenziale
TEACCH: complessità dell’atto comunicativo
Funzioni
Forme
Categorie semantiche
Parole
contesti
Il campionamento della
comunicazione
Il test LAP: tappe dello sviluppo
linguistico
Include item sull’aspetto ricettivo,
espressivo e misti
Alcuni esempi
12 mesi:
1. Vocalizza in modo espressivo
21 mesi:
6. Parla con frasi composte da due parole
36 mesi:
16. Nomina un oggetto preferito
20. Recita o canta una filastrocca o canzoncina
48 mesi
33. Dice l’uso di oggetti
38. Fa un racconto di sue recenti esperienze
Il test BAB: l’area comunicazione
5 strumenti
Intervista iniziale a operatori/genitori
Linguaggio ricettivo
Sviluppo dei suoni, imitazione motoria e imitazione
verbale
Linguaggio espressivo/funzionale
Test sull’imitazione motoria
Test sull’imitazione verbale
Test sul linguaggio espressivo
Test sul linguaggio ricettivo
Esercizi di allenamento al test: il disabile
grave impara a “giocare questo gioco”
TLR: il linguaggio ricettivo
Complessità della valutazione del LR
Una capacità o un deficit espressivo non
significa necessariamente comprensione o
deficit ricettivo
11 sezioni
Sostantivi semplici
Frasi soggetto-verbo
Frasi soggetto-verbo-oggetto
Contrari
Frasi intransitive o transitive semplici
Frasi negative intransitive o transitive
Frasi comparative
Frasi preposizionali
TVL: la valutazione del linguaggio
Eventuali differenze nelle componenti (es.
fonologica, morfologica, sintattica)
Prevalenza tra ritardo mentale e deficit di
linguaggio
Ambiti
Comprensione di parole e frasi
Ripetizione di frasi
Denominazione di oggetti e azioni
Produzione spontanea su tema
Test TCR: il linguaggio
relazionale
Comprensione delle relazioni spaziali,
temporali, di dimensione e di quantità
Collocazione delle relazioni nello spazio
Riconoscere l’oggetto che si trova in una data
relazione spaziale
Collocazione degli eventi nel tempo
Riordinare una serie di eventi in figura
Individuare i rapporti quantitativi tra
oggetti
Numero limitato e visione percettiva d’insieme
Dimensioni e qualità particolari
La valutazione della mobilità
Alcune distinzioni
Per i sistemi coinvolti
Abilità grosso-motorie
Abilità fino-motorie
Abilità percettivo-motorie: regolazione del movimento
e feedback percettivi
Per le componenti del movimento
Topografia
Intensità
Durata
Coordinamento
Il test LAP: tre aree
Abilità grosso-motorie. Esempi:
18 mesi: si siede su una piccola sedia
28 mesi: cammina all’indietro
48 mesi: porta una tazza d’acqua
Abilità fino-motorie
18 mesi: costruisce torri di 3-4 cubi
30 mesi: piega dei fogli di carta
72 mesi: ritaglia figure
Abilità di prescrittura
12 mesi: fa dei segni con la matita
48 mesi: disegna delle croci
72 mesi: scrive nome/cognome in stampatello
Altri strumenti
Test TGM: le abilità grossomotorie
Abilità locomotorie (es. corsa, saltelli, etc.)
Abilità nel controllo di oggetti (es. colpire la
palla con la racchetta, lanciare la palla, etc.)
Test BAB: area abilità visuomotorie e area
della postura
Gioco con le dita
Prensione e manipolazione elementare
Protendersi e afferrare
Integrazione visuomotoria
Cura della propria persona
Componenti tradizionali
Controllo degli sfinteri
Alimentazione
Igiene personale
Vestirsi e svestirsi
Apprendimento e vita quotidiana (oltre il
trasferimento)
Suggeribile la task analysis sequenziale
Identificazione dell’abilità
Scomposizione in sequenza dell’esecuzione
Valutazione e processo di fading dell’aiuto
Esempio di task analysis: lavarsi i
denti
1. Va al lavandino
2. Apre il rubinetto
3. Prende lo spazzolino
4. Lo appoggia sui denti
5. Lo muove in alto-basso
6. Lo toglie dalla bocca
7. Sputa il dentifricio
8. Sciacqua lo spazzolino
9. Prende in mano il bicchiere
10. Etc.
LAP e l’autonomia personale
12 mesi
1. Mangia con le dita cibo appropriato
24 mesi
7. Si toglie la giacca
8. Mangia con il cucchiaio
42 mesi
27. Si prende un bicchiere d’acqua
28. Si lava e asciuga le mani
La vita domestica
Metodo ecologico: individuare le
abilità appropriate in ragione di età e
ambienti di vita
Analisi del “percorso di vita”
Task analysis
Interazioni e relazioni personali
Attivazione di comportamenti che
Consentono di raggiungere i propri obiettivi
Non ostacolano e facilitano quelli degli altri
Gamma estesa di abilità
Dal semplice saluto…
…al prestare aiuto
Complessi elementi presupposti
Gestione delle emozioni
Autostima ed autonomia
Abilità cognitive
Legame tra deficit relazionale e
comportamenti-problema
La valutazione globale delle
abilità relazionali
Questionari di autovalutazione
Utili per la sensibilizzazione diretta delle abilità
esaminate
Interviste strutturate
Osservazione partecipante in vivo
Osservazione in situazione strutturata
Questionari sociometrici
Es. test TRI: aspetto sociometrico soggettivo
LAP: abilità interpersonali e
consapevolezza di sè
12 mesi
1. Dà su richiesta un giocattolo ad un adulto
30 mesi
6. Dice il suo nome e cognome
48 mesi
22. Gioca cooperativamente con altri bambini
72 mesi
39. Lavora in piccoli gruppi
40. Partecipa in modo coordinato a giochi motori
Valutazione delle abilità sociali in
persone aggressive
Stop all’aggressività (Goldstein):
valutazione di 10 abilità
Esprimere una risonanza o fare una critica
Rispondere con empatia alle emozioni altrui
Prepararsi ad una conversazione stressante
Affrontare la collera altrui
Non lasciarsi coinvolgere nei litigi
Aiutare gli altri
Affrontare le accuse
Affrontare la pressione del gruppo
Esprimere emozioni positive
Affrontare l’insuccesso
Partecipazione sociale
“La partecipazione è il coinvolgimento attivo
in una normale situazione di vita integrata.
Le restrizioni della partecipazione sono i
problemi che un individuo può incontrare nel
coinvolgimento nelle normali situazioni di
vita.”
Due ambiti
Aree di vita principali
Vita sociale, civile e di comunità
Aree di vita principali
A scuola…
Valutazione rispetto agli obiettivi comuni (ritardo
lieve)
Valutazione con strumenti specifici
Test ABCA e il calcolo aritmetico
Prove di calcolo
Prove di approfondimento
Prove che richiedono la produzione orale o scritta dei numeri
SPM e soluzione dei problemi
Comprensione delle informazioni
Rappresentazione schematica delle informazioni
Individuazione della struttura profonda del problema
Pianificazione del percorso di soluzione
Valutazione della correttezza
Valutazione della school
readiness
Riforma e possibilità di scelta
Idoneità cognitiva e idoneità emotiva
Valutazione del punto di contatto tra
curricolo e abilità del nuovo alunno
L’area di sviluppo prossimale… (valutazione)
…e normalità degli obiettivi (riduzione)
Analisi del compito
Modificazione delle richieste
Per un curricolo normale
ADATTAMENTO
Curricolo -
obiettivi
Strategie di
insegnamento
Contesto
Aggiuntivi Semplificati Alternativi
Aiuti
(input)
Modifica
della
richiesta
(output)
DOVE QUANDO CON
CHI
Vita sociale, civile e di comunità
L’”analisi ambientale” (Wehman et alii)
Individuazione delle abilità fondamentali
Trasformazione in scheda tramite
descrizione del compito
La valutazione della “sicurezza”
(Ianes)
Test ABI e le autonomie sociali
I fattori ambientali
“I fattori contestuali ambientali
costituiscono gli atteggiamenti, l’ambiente
fisico e sociale in cui la persona vive.”
Prodotti e tecnologie
Ambiente naturale e artificiale
Sostegno sociale
Atteggiamenti
Politiche e servizi
DF e contesti
Influenza del contesto: capacità e
performance
Nella DF
Descrizione delle valenze positive o negative dei
contesti
Correlazione con le aree di Attività e
Partecipazione
Valutazione dell’autoefficacia collettiva
In ambito scolastico e/o lavorativo
In ambito familiare
Es. come genitore, quanto è capace di…
Valutazione dell’alleanza scuola/famiglia
I fattori personali
“I fattori contestuali personali sono il background
personale della vita e dell’esistenza di un individuo
e rappresentano quelle sue caratteristiche
individuali che non fanno parte della condizione
fisica. Queste caratteristiche comprendono il
sesso, la razza, l’età, lo stile di vita, modelli di
comportamento generali e stili caratteriali.”
Stili di attribuzione
Autoefficacia
Autostima
Emotività
Motivazione
Comportamenti problema
Valutazione dello stile di
attribuzione
A chi/che cosa si attribuiscono
successi/insuccessi
Carenza di “bias edonico” nel ritardo mentale e nei
problemi emozionali
Passività e deresponsabilizzazione
Lo stile attributivo. Tre dimensioni
Locus of control interno/esterno
Stabilità
Controllabilità
Influenza dello stile educativo sull’attribuzione
Rimprovero causa instabile e controllabile
Consolazione causa stabile e non controllabile
Scala Nowicki-Strickland e il
locus of control
Questionario chiuso (sì/no)
Alcuni esempi
3. Pensi che alcuni nascano fortunati?
38. Pensi che sia utile programmare le
cose in anticipo?
Valutazione dell’autoefficacia
Convinzione nelle proprie capacità di
organizzare e realizzare le azioni necessarie
per raggiungere i propri obiettivi
Grande influenza sull’apprendimento
Scelta di obiettivi ambiziosi
Continuità
Tenacia
Strategie di autoregolazione
Accettazione dei fallimenti in itinere
Scala di autoefficacia scolastica (Caprara)
Quanto sei capace di…
Valutazione dell’autostima
Complesso di valutazioni, vissuti emotivi e
sentimenti di valore che si ha verso se stessi
Può differire per dimensioni e contesti
Area del successo scolastico
Area delle relazioni
Area familiare
Area corporea
Etc.
Valutazione informale
Si autovaluta o dipende da altri?
Che tipo di standard usa?
Realistici? Personali? Per confronto? Per idee e valori?
Test TMA (Bracken)
Questionario in sei aree. Alcuni esempi:
Area interpersonale
1. Di solito con me ci si diverte molto
Area della padronanza sull’ambiente
36. Non ho alcun controllo sulla mia vita
Area emozionale
75. A volte non mi piaccio
Area scolastica
91. Piaccio alla maggiorparte degli insegnanti
Area familiare
115. La mia casa non è un luogo felice
Area corporea
141. Sono fisicamente forte
Valutazione delle emozioni
Forte connessione con l’apprendimento e la QdV
Paura di varie situazioni
Ansia per incertezza e contollo sugli eventi
Rabbia per frustrazione
Eccitazione positiva
Depressione
Elementi fondamentali da valutare
Gli eventi che scatenano l’emozione
I processi cognitivi che la mediano e le modalità di controllo
Qualità e composizione della risposta emotiva a livello
Somatico
Verbale
Motorio
Le conseguenze delle risposte emotive
La valutazione delle emozioni
Valutazione informale
L’autonarrazione
Le favole
Valutazione formale
Questionario QUID-B: le mie idee
Questionario Stanford sulla timidezza
Valutazione dei
comportamenti/problema
Aspetto importante per le
preoccupazioni e le risorse che attrae
Il “Quadro generale dei
comportamenti problema” (Ianes)
Autolesionismo
Comportamenti stereotipati
Aggressione/distruzione
Test SEDS
Valutazione dei
comportamenti/problema
Comportamento/problema e analisi
funzionale
Per chi quel comportamento è un problema?
Quel comportamento ha valore comunicativo o è
solo autostimolatorio?
Da quale comportamento adattivo potrebbe
essere sostituito
Analisi funzionale diretta (osservazione)
Analisi funzionale indiretta
Scheda di valutazione delle situazioni
motivazionali del comportamento problema
(Ianes)
La valutazione della motivazione
Complessità della motivazione
Fattori interni
Esperienze precedenti
Capacità metacognitive
I fattori sino a qui analizzati
Fattori esterni
Sostegno sociale
Incentivi estrinseci
Elementi di facilitazione
Apprendimento attivo
Legame con esigenze/interessi personali
Grado adeguato di complessità
Ambiente affettivamente sicuro
Premi estrinseci (se necessari)
Perché vado a scuola?
(Tressoldi-Vio)
Questionario self report
Esempi
1. Perché solo finendo la scuola posso
trovare un lavoro ben pagato
2. Perché mi piace imparare cose nuove
5. Non lo so. Mi sembra di perdere tempo
La valutazione del rinforzo
Le “trappole comportamentali”
Avere un’esca irresistibile
Il compito deve prevedere un’abilità già
presente
Altri rinforzi durante il processo
Efficacia del rinforzo per un lungo periodo di
tempo (versus saturazione)
L’osservazione per la scelta del rinforzo
Quali sono gli ambiti che attirano la motivazione
intrinseca
Quali sono gli stimoli estrinseci?
Indicazioni etiche sull’uso
dell’ICF
L’ICF non deve essere usato per etichettare
le persone o per identificarle in una o più
categorie di disabilità
Ottenere il coinvolgimento della persona, o, in
caso di impossibilità cognitiva, del suo tutore
Il sistema deve essere usato in maniera
olistica, e non stralciando una sua parte
Le informazioni dell’ICF devono essere usate
nella prospettiva di un cambiamento non solo
della persona ma anche politico e sociale (e
comunque dell’organizzazione)
Conclusione
“Gli individui classificati
nella stessa categoria
tramite l’ICF possono
comunque essere diversi
tra loro in molti modi”
L’intervento educativo speciale
Dalla lotta contro il deficit (terapia)
all’aumento della funzione
Storia dello “sfondo integrativo”
Normalizzazione
Integrazione
Qualità di vita
La normalizzazione
Concetto sociologico di “normalità”
Normalità del quotidiano
Normalità del ciclo di vita
Normalità di opportunità
Normalizzazione come metateoria
dell’intervento
Essere come tutti
Essere con tutti
Normalizzazione e vita in comunità.
Il principio dell’alternativa meno
restrittiva possibile
“Ogni obiettivo dello Stato, per quanto
legittimo e sostanziale, non può tuttavia essere
perseguito con mezzi restrittivi delle libertà
personali, quando anche una alternativa più
rispettosa dei diritti umani è in grado di
garantire gli stessi risultati” (Corte Suprema
U.S.A., 1960)
Sul piano operativo
Identificazione delle alternative disponibili
Disponibilità di un continuum di soluzioni
Documentazione approfondita al riguardo
Giustificazione riguardo all’esclusione di alternative
Concetto di normalizzazione
L'uso di tecniche, strumenti e metodi normali
dal punto di vista sociale, culturale e
familiare che creino per l'individuo condizioni
di vita (reddito, alloggio, Servizi sanitari,
ecc.) per lo meno pari a quelle del cittadino
medio e che possano, nella misura del
possibile, svilupparne o sostenerne il
comportamento (abilità, competenze, ecc.),
l'aspetto (abbigliamento, cura della persona,
ecc.) lo status e la reputazione
(destigmatizzazione, atteggiamento degli
altri, ecc.). (Wolfensberger, 1980)
Integrazione
Integrazione fisica
Integrazione funzionale
Integrazione sociale
Integrazione personale
Integrazione societaria
Integrazione dei servizi
Qualità di vita
Concetto multidimensionale
Livello di abilità e di sviluppo raggiunto
Numero e qualità di relazioni interpersonali
Adeguatezza del luogo di vita
Possibilità di partecipazione sociale
Benessere fisico
QdV e soddisfazione personale
Controllo sulle proprie decisioni
Grado di restrittività degli ambienti di vita
QdV e abilità
Daily living skills
Community living skills
L’insegnamento funzionale nella
comunità
Scegliere e insegnare abilità realmente
funzionali
Finalità: la vita indipendente
Superamento di PEI astratti e poco
trasferibili
L’intervento astratto mantiene e rinforza il
deficit nelle life-skills
L’intervento nel contesto artificiale limita gli
stimoli e crea dipendenza dai prompts
Dodici criteri guida per la
progettazione
1. PEI, contesto e stile relazionale
appropriato all’età cronologica
2. Definizione chiara degli obiettivi
1. Comportamento osservabile
2. Criterio di successo
3. Attività e materiali reali e funzionali
Esempi di attività funzionali o
non
Obiettivo
Attività non
funzionale
Attività
funzionale
Abilità fino-
motorie
Infilare pioli in
una tavola forata
Assemblare pezzi
industriali
Relazione
biunivoca
Collocare un
gettone su ogni
cerchio colorato
Collocare una
tazza ad ogni
posto a tavola
Abilità grosso-
motorie
Camminare su un
asse in palestra
Camminare su un
percorso stretto
che conduce ad
una meta
Dodici criteri guida per la
progettazione
4. Uso sistematico delle tecniche di aiuto (prompting)
5. Raccolta dei dati e rappresentazione dei progressi
- Valutazione e analisi del compito
6. Revisione periodica del PEI
7. Orari e schema di lavoro
8. Istruzione nella comunità
9. Intervento globale ed integrato
10. Intervento in piccolo gruppo
11. Interazione con persone normodotate
- Interazioni prossimali
- Interazioni di aiuto (tutoring)
12. Coinvolgimento familiare
L’intervento nella comunità
Generalizzazione delle abilità
Varietà e disponibilità di rinforzi
Sensibilizzazione del territorio
Modelli di ruolo e comportamento
Prevenzione del burn-out dell’educatore
Speranze e interesse dei genitori
Dimostrazione diretta delle competenze
apprese
Evidenziazione degli obiettivi realmente
prioritari
Strategie
Uso dell’abitazione del disabile
Coinvolgimento diretto dei familiari
Utilizzo di strutture vicino all’abitazione
(es. negozi, luoghi del tempo libero, etc.)
Coinvolgimento dei referenti delle strutture e
trasmissione di strategie di prompts
Uso dei servizi ricreativi
Uso di laboratori e cooperative di lavoro
L’analisi ambientale
I. Individuazione degli ambienti di vita del
disabile
II. Analisi delle abilità essenziali ivi richieste
III. Determinazione delle abilità già esistenti
IV. Elencazione di quelle mancanti, per ordine
di importanza
V. Verifica della validità degli obiettivi
(controllo con i genitori e persone
rilevanti)
Analisi ambientale e personalizzazione
dell’intervento
Le abilità di vita
Abilità domestiche e di cura del luogo
di vita
Mobilità nella comunità
Abilità sociali e interpersonali
Abilità di gestione del tempo libero
Abilità pre-lavorative e lavorative
Abilità scolastiche funzionali
Abilità domestiche e di cura del
luogo di vita
Correlazione assoluta con il mancato esito da
istituzionalizzazione
Possibile metodo
Analisi delle “stanze” dell’abitazione
Analisi delle abilità richieste in ogni stanza
Intervista ai genitori/operatori
“Diagnosi” delle abilità già possedute e di quelle carenti
(cfr. Living Enviroment Need Inventory)
Valutazione delle priorità
Task analysis delle abilità prioritarie
Scelta del contesto e dei materiali per l’intervento
Applicare procedure per il trasferimento/mantenimento
delle abilità
Analisi della “validità sociale” delle performance
La task analysis
La decisione di insegnare o meno un qualsivoglia
compito ad handicappati gravi deve dipendere dalla
possibilità che il compito stesso possa essere o meno
analizzato in comportamenti più semplici ed insegnabili,
piuttosto che da qualche impressione generale sulla
sua difficoltà (Gold)
Scomposizione accurata di performance solo in
apparenza semplici
Operazione da effettuare in situ, e non a tavolino
Obiettivi plurimi
Valutazione iniziale
Linee per l’intervento
Gradualità nell’intervento
Percezione di progressi anche minimi
Procedure di intervento
Approccio a compito intero o intervento
simultaneo
Per persone che apprendono velocemente
Per persone che hanno già acquisito alcune abilità
Quando il compito prevede passi identici ripetuti più
volte
Concatenamento anterogrado o retrogrado
Per compiti che richiedono tempi elevati e step
molto diversi tra loro
L’ anterogrado rispetta la sequenza logica del
compito
Il retrogrado gratifica in quanto “conclude” sempre
la performance
Le tecniche di prompting
Metodo sistematico per la somministrazione
di aiuti che facilitino l’emissione di risposte
corrette nei vari passi del compito
Prompting crescente o decrescente
Prompt delay
Tipologie di aiuto
Fisici
Modeling
Verbali
Gestuali
Visivi
Intensità del prompt verbale
Istruzioni direttive
Istruzioni inerenti la qualità del compito
(es. continua fino a che è pulito)
Domande sui singoli passi (es. cosa si deve
fare del cibo avanzato?)
Domande aperte (es. cosa bisogna fare
adesso?)
Conferma - rinforzo
L’autoistruzione
Risponde all’obiettivo della
“scomparsa” dell’educatore
Modalità
Istruzioni visive (schemi di lavoro)
Tabelle orarie
Le abilità di vita
Abilità domestiche e di cura del luogo
di vita
Mobilità nella comunità
Abilità sociali e interpersonali
Abilità di gestione del tempo libero
Abilità pre-lavorative e lavorative
Abilità scolastiche funzionali
Mobilità nella comunità
Duplice profilo
La capacità di spostarsi da un punto all’altro
all’interno dello stesso ambiente
Capacità di compiere un percorso esterno tra
due luoghi
Duplice componente
Parte cognitiva: orientamento (consapevolezza
riguardo a spazi, oggetti e persone)
Parte motoria: effettivi comportamenti che
consentono lo spostamento fisico
Nel passato obiettivo solo per i ciechi, oggi
assume valore di “mobilità sociale”
Le barriere
Barriere fisiche
Oltre il puro abbattimento,
Intervento sul “come superare gli
ostacoli”
Barriere psicologiche
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l’intervento
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Task analysis e rinforzo diretto
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Educazione attraverso la comunità: coinvolgimento
del vigile
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Simulazione realistica
Presentazione di stimoli fotografici per
agevolare l’identificazione di indizi
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Portarsi alla fermata e individuare il bus giusto
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Aspetti pratici
Valutazione del reale bisogno di mobilità e
analisi ambientale
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Task analysis
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possedute
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generalizzazione
Le abilità di vita
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di vita
Mobilità nella comunità
Abilità sociali e interpersonali
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Abilità sociali e interpersonali
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sociale
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mentale esprime anche competenza
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istituzionalizzazione
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Difficoltà nel definire la competenza sociale
e le sue componenti
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comportamenti verbali e non verbali
percepibili come socialmente accettabili in
un contesto quotidiano interpersonale nei
confronti di soggetti significativi
Passi per l’assesment
Definizione di obiettivi sociali e interpersonali
Scelta di tecniche di insegnamento
Uso di metodi per la generalizzazione delle
abilità
La definizione di obiettivi sociali
e interpersonali
Partire dalle aspettative comuni dei diversi
contesti di vita quotidiana
Analisi normativa
Analisi situazionale
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sociali
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combinati
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situazioni di generalizzazione
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Le abilità di vita
Abilità domestiche e di cura del luogo
di vita
Mobilità nella comunità
Abilità sociali e interpersonali
Abilità di gestione del tempo libero
Abilità pre-lavorative e lavorative
Abilità scolastiche funzionali
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Garantire l’accesso alle attività dei
coetanei
La reale integrazione dipende anche
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Insegnamento attraverso la Comunità
(famiglia, ambienti sociali, educatori
di strada)
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parziale (versus la partecipazione
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parziale
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necessario
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con un grado minimo o nullo di supervisione
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altre tecniche
Un passo preliminare: la valutazione
della famiglia e della Comunità
Analisi preliminare
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opportunità nella Comunità
Intervista
Analisi ambientale
Scelta di alcune delle attività inventariate
Valutazione diretta del soggetto
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strada
Intervento educativo di un operatore
direttamente nella Comunità
Facilita la partecipazione dei familiari
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dell’attività
Compatibilità tra attività e opportunità
nella Comunità
Assenza del problema della
generalizzazione
Le abilità di vita
Abilità domestiche e di cura del luogo
di vita
Mobilità nella comunità
Abilità sociali e interpersonali
Abilità di gestione del tempo libero
Abilità pre-lavorative e lavorative
Abilità scolastiche funzionali
Abilità lavorative
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professionale
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dall’ambiente lavorativo prescelto
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Insegnamento delle abilità correlate al lavoro
La valutazione delle abilità
lavorative
Dalla valutazione clinica alla
valutazione del “funzionamento
lavorativo”
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professionali e le abilità del soggetto
Componenti del training
Training per l’acquisizione delle abilità
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Variabili per l’acquisizione
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Le abilità di vita
Abilità domestiche e di cura del luogo
di vita
Mobilità nella comunità
Abilità sociali e interpersonali
Abilità di gestione del tempo libero
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didatticaspeciale[1]

  • 1. La valutazione della disabilità e l’intervento nel sistema ICF Corso di Didattica Generale Anno accademico 2004-2005
  • 2. Sintesi del corso La disabilità secondo l’ICF La valutazione della disabilità secondo l’ICF Costruiamo uno strumento di valutazione Linee di intervento Esercitazioni
  • 3. Sintesi del corso Cenni sul sistema ICF l’assesment psicopedagogico interazione con la famiglia strumenti per un proficua relazione tra insegnante e famiglia; il colloquio strutturato; elaborazione di progetti di rete; l’elaborazione di progetti di rete nella scuola della riforma e dell’autonomia.
  • 4. OMS: Dall’ICIDH all’ICF La salute come concetto complesso: dalla “lotta” contro il negativo alla facilitazione del positivo Dallo schema lineare semplice (ICIDH) allo schema “complesso” e multidimensionale La salute: da concetto “digitale” a concetto “analogico”
  • 5. Sequenza concettuale sempliceSequenza concettuale semplice ICIDH 1980ICIDH 1980 MenomazioneMenomazione EventoEvento lesivolesivo DisabilitàDisabilità HandicapsHandicaps
  • 6. ICIDH I nternational C lassification I mpairment D iseases H andicap
  • 7. Definizione di menomazione Qualsiasi perdita o anomalia di una struttura o di una funzione, sul piano anatomico, fisiologico e psicologico. La menomazione e caratterizzata dall'esistenza od occorrenza di anomalia, difetto o perdita (che può essere temporanea o permanente) di un arto, organo o tessuto od altra struttura del corpo, o di un difetto di un sistema, funzione o meccanismo del corpo, compreso il sistema delle funzioni mentali. La menomazione rappresenta la deviazione dalla norma sul piano biomedico dell'individuo e rappresenta la esteriorizzazione di una condizione patologica.
  • 8. Definizione di disabilità Disabilità: limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacita di effettuare una attività, nel modo o nei limiti considerati normali per un essere umano. La disabilita è caratterizzata da eccessi o difetti nelle abituali attività, prestazioni e comportamenti (…). Le disabilità possono insorgere come diretta conseguenza di menomazioni o come risposte dell'individuo, particolarmente di tipo psicologico, ad una menomazione fisico-sensoriale o di altra natura. La disabilita riguarda le capacità intese come attività e comportamenti compositi, che sono generalmente accettate come componenti essenziali della vita quotidiana. La disabilità rappresenta la oggettivazione di una menomazione e come tale riflette disturbi a livello della persona.
  • 9. Definizione di handicap Situazione di svantaggio sociale, conseguente a menomazione e/o disabilita, che limita o impedisce l'adempimento di un ruolo normale per un dato individuo in funzione di età, sesso e fattori culturali e sociali. L’handicap riguarda il valore attribuito ad una situazione od esperienza individuale quando essa si allontana dalla norma. E' caratterizzato da una discordanza fra la prestazione e la condizione dell' individuo e le aspettative dell'individuo stesso o del particolare gruppo di cui fa parte. L'handicap rappresenta la socializzazione di una menomazione o di una disabilità e, come tale, riflette le conseguenze per l'individuo sul piano culturale, sociale, economico ed ambientale che nascono dalla presenza di
  • 10. Condizioni di saluteCondizioni di salute Sistema complessoSistema complesso ICF 2001ICF 2001 FattoriFattori ambientaliambientali FattoriFattori personalipersonali Strutture&FunzioniStrutture&Funzioni corporeecorporee (Menomazione(Menomazione)) AttivitàAttività ((Limitazione)Limitazione) PartecipazionePartecipazione (Restrizione)(Restrizione)
  • 11. Fattori contestualiFattori contestuali PersonaPersona sessosesso etàetà Condizioni diCondizioni di salutesalute Stili di copingStili di coping RetroterraRetroterra socialesociale educazioneeducazione professioneprofessione EsperienzeEsperienze passatepassate caratterecarattere AmbienteAmbiente TecnologieTecnologie VicinatoVicinato IstituzioniIstituzioni Norme socialiNorme sociali CulturaCultura AmbienteAmbiente Fattori politiciFattori politici NaturaNatura
  • 12. Identità e scopo L’ICF fa parte della “famiglia” delle classificazioni OMS ICD-10: classificazione diagnostica ed eziologica ICF: classificazione funzionale, neutrale rispetto all’eziologia Le due classificazioni sono complementari Due persone con la stessa patologia possono avere un funzionamento diverso, e viceversa Non più le conseguenze delle malattie (1980), ma le componenti della salute e altre componenti ad essa correlate (es. istruzione, lavoro, etc.)
  • 13. DiagnosiDiagnosi Ragioni diRagioni di un incontroun incontro ICD-10ICD-10 International StatisticalInternational Statistical Classification ofClassification of DiseasesDiseases & Related& Related Health ProblemsHealth Problems ICFICF InternationalInternational ClassificationClassification ofof FunctioningFunctioning,, DisabilityDisability and Healthand Health ValutazioneValutazione funzionalefunzionale RiabilitazioneRiabilitazione CureCure primarieprimarie I sistemi di classificazioneI sistemi di classificazione Principali sistemiPrincipali sistemi Campo diCampo di applicazioneapplicazione ObiettivoObiettivo
  • 14. Obiettivi specifici Schema di codifica per i sistemi informativi sanitari Linguaggio comune per migliorare la comunicazione Strumento di ricerca per “misurare” risultati Strumento per l’assesment dei bisogni e per l’abbinamento tra condizioni e trattamenti Strumento per la politica sociale (paniere minimo, sistemi di indennità, assicurazione, etc.)
  • 15. Fondamenti dell’ICFFondamenti dell’ICF Funzionamento umanoFunzionamento umano -- nonnon solo disabilitàsolo disabilità Modello universaleModello universale -- nonnon “speciale”“speciale” Modello integratoModello integrato -- nonnon solo medico o socialesolo medico o sociale Modello complessoModello complesso -- nonnon lineare semplicelineare semplice Coinvolge il contestoCoinvolge il contesto -- nonnon solo la personasolo la persona TransculturaleTransculturale -- nonnon categorie occidentalicategorie occidentali OperazionaleOperazionale -- nonnon risente di una teoriarisente di una teoria Long lifeLong life -- nonnon per un’età particolareper un’età particolare
  • 16. Funzionamento umanoFunzionamento umano non solo disabilitànon solo disabilità Funzioni corporeeFunzioni corporee vsvs menomazionemenomazione Strutture corporeeStrutture corporee AttivitàAttività vsvs disabilitàdisabilità PartecipazionePartecipazione vsvs handicaphandicap
  • 17. Modello universale vs “specialeModello universale vs “speciale Ognuno può avere disabilitàOgnuno può avere disabilità Valutazione “analogica”Valutazione “analogica” MultidimensionaleMultidimensionale Solo gruppi “speciali”Solo gruppi “speciali” Valutazione categorialeValutazione categoriale (digitale)(digitale) UnidimensionaleUnidimensionale
  • 18. Modello medico e modelloModello medico e modello socialesociale Problemi della personaProblemi della persona vsvs Problemi socialiProblemi sociali Cure clinicheCure cliniche vsvs Integrazione socialeIntegrazione sociale Trattamento individualeTrattamento individuale vsvs Azione socialeAzione sociale Aiuto professionaleAiuto professionale vsvs responsabilità individualeresponsabilità individuale e collettivae collettiva Adattamenti della personaAdattamenti della persona vsvs modifiche ambientali emodifiche ambientali e cambiamenti socialicambiamenti sociali comportamentocomportamento vsvs attitudineattitudine patologiapatologia vsvs diritti umanidiritti umani Politiche di salute pubblicaPolitiche di salute pubblica vsvs polìspolìs individual adaptationindividual adaptation vsvs social changesocial change
  • 20. Valutazione funzionale Integrazione con l’approccio sociale ed educativo Approccio ecologico della presa in carico Definizione operazionale degli obiettivi Riferimento all’ambiente: Fisico Normativo (normalizzazione possibile) Relazionale Organicità e multidimensionalità della progettualità educativa Dall’adattamento alla qualità di vita
  • 21. Applicazione transculturaleApplicazione transculturale • Equivalenza concettuale e funzionale della classificazioneEquivalenza concettuale e funzionale della classificazione • TraducibilitàTraducibilità • UtilizzabilitàUtilizzabilità • Pubblicazioni internazionaliPubblicazioni internazionali
  • 22. StrutturaStruttura ClassificazioneClassificazione PartiParti ComponentiComponenti Costrutti oCostrutti o qualificatoriqualificatori Domini eDomini e categorie acategorie a differenti livellidifferenti livelli ICFICF Parte 1:Parte 1: FunzionamentoFunzionamento e disabilitàe disabilità Parte 2:Parte 2: FattoriFattori contestualicontestuali Funzioni eFunzioni e strutturestrutture corporeecorporee Attività eAttività e partecipazionepartecipazione FattoriFattori ambientaliambientali FattoriFattori personalipersonali CambioCambio nellenelle strutturestrutture CapacitàCapacità PerformancePerformance Facilitatori /Facilitatori / barrierebarriere ItemItem levels:levels: 11stst 22ndnd 33rdrd 44thth ItemItem levels:levels: 11stst 22ndnd 33rdrd 44thth ItemItem levels:levels: 11stst 22ndnd 33rdrd 44thth CambioCambio nellenelle funzionifunzioni ItemItem levels:levels: 11stst 22ndnd 33rdrd 44thth ItemItem levels:levels: 11stst 22ndnd 33rdrd 44thth
  • 23. Struttura Funzionamento e disabilità sono termini “ombrello”, il primo in positivo il secondo in negativo In realtà la classificazione avviene per componenti e domini (domini della salute e domini ad essa correlati)
  • 24. Componenti dell’ICFComponenti dell’ICF Funzioni eFunzioni e strutturestrutture corporeecorporee Attività eAttività e partecipazionepartecipazione FattoriFattori ambientaliambientali BarriereBarriere FacilitatoriFacilitatori FunzioniFunzioni StruttureStrutture CapacitàCapacità PerformancePerformance
  • 25. Funzioni e strutture corporeeFunzioni e strutture corporee Strutture della cute e ad essa correlateStrutture della cute e ad essa correlateFunzioni della cuteFunzioni della cute Strutture correlate al movimentoStrutture correlate al movimentoFunzioni muscoloscheletriche e delFunzioni muscoloscheletriche e del movimentomovimento Strutture correlate ai sistemiStrutture correlate ai sistemi riproduttivo e genitourinarioriproduttivo e genitourinario Funzioni riproduttive e genitourinarieFunzioni riproduttive e genitourinarie Strutture correlate al sistemaStrutture correlate al sistema digestivo, metabolico ed endocrinodigestivo, metabolico ed endocrino Functioni del sistema digestivo,Functioni del sistema digestivo, metabolico ed endocrinometabolico ed endocrino Strutture dei sistemi cardiovascolare,Strutture dei sistemi cardiovascolare, ematologico, immunologico eematologico, immunologico e respiratoriorespiratorio Funzioni dei sistemi cardiovascolare,Funzioni dei sistemi cardiovascolare, ematologico, immunologico eematologico, immunologico e respiratoriorespiratorio Strutture coinvolte nella voce eStrutture coinvolte nella voce e nell’eloquionell’eloquio Funzioni della voce e dell‘eloquioFunzioni della voce e dell‘eloquio Occhio, orecchio e strutture correlateOcchio, orecchio e strutture correlateFunzioni sensoriali e del doloreFunzioni sensoriali e del dolore Strutture del sistema nervosoStrutture del sistema nervosoFunzioni mentaliFunzioni mentali
  • 26. Attività e PartecipazioneAttività e Partecipazione 11 Apprendimento e applicazione delleApprendimento e applicazione delle conoscenzeconoscenze 22 Compiti e richieste generaliCompiti e richieste generali 33 ComunicazioneComunicazione 44 MobilitàMobilità 55 Cura della propria personaCura della propria persona 66 Vita domesticaVita domestica 77 Interazioni e relazioni interpersonaliInterazioni e relazioni interpersonali 88 Aree di vita principaliAree di vita principali 99 Vita sociale, civile e di comunitàVita sociale, civile e di comunità
  • 27. Fattori ambientaliFattori ambientali 1. Prodotti e tecnologia1. Prodotti e tecnologia 2. Ambiente naturale e cambiamenti2. Ambiente naturale e cambiamenti all’ambiente effettuati dall’uomoall’ambiente effettuati dall’uomo 3. Relazioni e sostegno sociale3. Relazioni e sostegno sociale 4. Atteggiamenti4. Atteggiamenti 5. Servizi, sistemi e politiche5. Servizi, sistemi e politiche
  • 28. Definizioni Benessere e salute Termini ombrello Componenti Limitazioni e Restrizioni Capacità e performance
  • 29. Benessere e salute Benessere: termine generale che racchiude tutto l’universo dei domini della vita umana, inclusi aspetti fisici, mentali e sociali, che costituiscono quella che può essere chiamata una “buona vita” Stati di salute: uno stato di salute è il livello di funzionamento all’interno di un dato dominio di salute dell’ICF Domini di salute: aree di vita che sono ritenute parte della nozione di salute
  • 30. Termini ombrello Funzionamento: è il termine ombrello per le funzioni corporee, le strutture corporee, attività e partecipazione Disabilità: è il termine ombrello per menomazioni, limitazione delle attività e restrizioni della partecipazione. Indica l’aspetto negativo dell’interazione tra un individuo e i fattori contestuali dello stesso individuo
  • 31. Definizione componenti Funzioni corporee: funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, incluse quelle psicologiche Strutture corporee: sono le parti strutturali o anatomiche del corpo Attività: è l’esecuzione di un compito o di un’azione da parte di un individuo Partecipazione: è il coinvolgimento di una persona in una situazione di vita Fattori ambientali: tutti gli aspetti del mondo esterno ed estrinseco che formano il contesto della vita di un individuo e come tali hanno un impatto sul funzionamento della persona Fattori personali: sono fattori contestuali correlati all’individuo quali l’età, il sesso, la classe sociale, le esperienze di vita e così via
  • 32. Limitazioni e restrizioni Limitazioni delle attività: sono le difficoltà che un individuo può incontrare nell’eseguire delle attività. (…) Può essere lieve o grave (…) rispetto al modo e alla misura attesi dalle persone Restrizione della partecipazione: sono problemi che un individuo può sperimentare nel coinvolgimento delle situazioni di vita. La presenza di una restrizione alla partecipazione viene determinata paragonando la partecipazione dell’individuo con quella che ci si aspetta da un individuo senza disabilità in quella stessa cultura o società
  • 33. Barriere e facilitatori Facilitatori: nell’ambito dei fattori ambientali di una persona, sono dei fattori che, mediante la loro presenza o assenza, migliorano il funzionamento e riducono la disabilità (…) I facilitatori possono evitare che una menomazione o una limitazione delle attività divengano una restrizione della partecipazione, dato che migliorano la performance di un’azione, nonostante il problema di capacità della persona Barriere: nell’ambito dei fattori ambientali di una persona, sono dei fattori che, mediante la loro presenza o assenza, limitano il funzionamento e creano disabilità
  • 34. Capacità e performance Capacità: indica il più alto livello probabile di funzionamento che una persona può raggiungere in un momento determinato in un dominio nella lista di Attività e Partecipazione. La capacità viene misurata in un ambiente standard e uniforme Performance: descrive quello che l’individuo fa nel suo ambiente attuale/reale, e quindi introduce l’aspetto del coinvolgimento di una persona nelle situazioni di vita
  • 35. Componenti Componenti Parte 1: Funzionamento e disabilità Corpo (funzioni e strutture corporee) Attività e partecipazione Parte 2: Fattori contestuali Fattori ambientali (a cerchi concentrici, dal vicino al lontano) Fattori personali (non classificati, in quanto troppo eterogenei)
  • 36. Componenti e domini Ogni componente raggruppa una serie di domini Definizione di dominio: insieme pratico e significativo di funzioni fisiologiche, strutture anatomiche, azioni, compiti e aree di vita All’interno di ogni dominio ci sono le categorie, che rappresentano l’unità di classificazione
  • 37. Stile di classificazione All’interno di ogni componente i domini sono raggruppati per caratteristiche comuni (origine, tipo, somiglianza, etc.) I domini vengono definiti operativamente, in modo tale da poter essere trasformati in scale o questionari Viceversa le scale valutative correnti e i loro risultati possono essere “tradotte” in ICF
  • 38. Articolazione della valutazione Ciascuna parte può essere espressa in due modi: problemi (menomazioni, limitazione di attività, restrizione della partecipazione) funzionamento (aspetto neutro e non problematico)
  • 39. Articolazione della valutazione La valutazione avviene attraverso i costrutti Corpo Cambiamenti nei sistemi fisiologici Cambiamenti nelle strutture anatomiche Attività e partecipazione Capacità (eseguire compiti in ambienti standard) Performance (eseguire compiti nell’ambiente attuale) Fattori contestuali Facilitazione o ostacolo (in riferimento al mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti)
  • 40. Valutazione I costrutti vengono resi operativi dai qualificatori Il qualificatore è un codice numerico che specifica l’estensione o la gravità del funzionamento o della disabilità in quella categoria, o il grado in cui un fattore ambientale facilita od ostacola
  • 41. Visione d’insieme dell’ICF Parte 1: Funzionamento e disabilità Parte 2: Fattori contestuali Componenti Funzioni e strutture corporee Attività e partecipazio ne Fattori ambientali Fattori personali Domini Funzioni corporee Strutture corporee Aree di vita (compiti, azioni, etc.) Influenze esterne su funzionamento e disabilità Influenze interne su funzionamento e disabilità Costrutti Cambiamento Capacità Performance Impatto facilitante o ostacolante Impatto delle caratteristiche della persona Aspetto positivo Integrità funzionale e strutturale Attività Partecipazione Facilitatori Non applicabile Aspetto negativo Menoimazione Limitazione dell’attività Restrizione della Barriere/Ostac oli Non applicabile
  • 42. Sistema alfanumerico di valutazione L’ICF usa un sistema alfanumerico (es. b5501) Le lettere “b” sta per funzioni corporee (body) “s” sta per strutture corporee (structure) “d” sta per attività e partecipazione (domain) “e” sta per fattori ambientali (environment) I numeri Prima cifra: numero di capitolo Seconda e terza cifra: secondo livello Quarta ed eventualmente quinta cifra: livelli successivi
  • 43. Livelli di classificazione L’ICF è multilivello: la categoria del primo livello include categorie dei livelli inferiori ICF ad un livello (34 categorie) Es. b1: funzioni mentali ICF a due livelli (362 categorie) es. b144 = funzioni mnemoniche ICF a quattro livelli (1424 categorie) b1440 = memoria a breve termine b1441 = memoria a lungo termine, etc. Il codice è completato dal qualificatore (uno, due o più numeri dopo il punto) Es. b.1440.3 = problema grave nella M.B.T.
  • 44. Codifica (Uso dei qualificatori) La classificazione in ogni componente è realizzata utilizzando la stessa scala 0-4 Il qualificatore “8” è usato se non ci sono informazioni sufficienti a stabilire l’entità del problema o della difficoltà Il qualificatore “9” è usato quando un codice particolare risulta inappropriato In caso di utilizzo di un solo qualificatore lasciare gli altri spazi in bianco d4500._1 d4500.21 d4500.2_
  • 45. Codifica per le funzioni corporee Sono codificate attraverso un solo qualificatore, che indica l’estensione o la gravità della menomazione b7302.1 LIEVE menomazione della forza dei muscoli b7302.2 MEDIA menomazione della forza dei muscoli b7302.3 GRAVE menomazione della forza dei muscoli b7302.4 COMPLETA menomazione della forza dei muscoli Essendo le due classificazioni parallele, quando viene utilizzata una funzione corporea dovrebbe essere codificata anche la corrispondente struttura corporea
  • 46. Codifica per le strutture corporee Primo qualificatore: estensione della menomazione Secondo qualificatore: natura della menomazione Terzo qualificatore: collocazione della menomazione 0 nessuna menomazione 1 lieve menomazione 2 media menomazione 3 grave menomazione 4 completa menomazione 8 non specificato 9 non applicabile 0 nessun cambiamento 1 assenza totale 2 assenza parziale 3 parte in eccesso 4 dimensioni anormali 5 discontinuità 6 posizione deviante 7 cambiamenti qualitativi nella struttura 0 più di una regione 1 destra 2 sinistra 3 entrambi i lati 4 anteriore 5 posteriore 6 prossimale 7 distale 8 non specificato
  • 47. Codifica per attività e partecipazione Sono codificati con due qualificatori Primo numero: performance Secondo numero: capacità Possono essere utilizzati dei qualificatori aggiuntivi Terzo numero: capacità con assistenza Quarto numero: performance senza assistenza Scala utilizzata 0 nessuna difficoltà 1 difficoltà lieve 2 difficoltà media 3 difficoltà grave 4 difficoltà completa
  • 48. Codifica per i fattori ambientali Devono essere codificati tenendo conto del punto di vista della persona Es. un marciapiede senza rilievi facilita la persona in carrozzella ma ostacola l’ipovedente E’ l’unico qualificatore “ambiguo”, potendo essere espresso come barriera o come facilitatore xxx.0 nessuna barriera xxx+0 nessun facilitatore xxx.1 barriera lieve xxx+1 lieve facilitatore xxx.2 barriera media xxx+2 medio facilitatore xxx.3 barriera grave xxx+3 grave facilitatore xxx.4 barriera completa xxx+4 completo facilitatore
  • 49. Componenti Primo qualificatore Secondo qualificatore Funzioni corporee (b) Qualificatore generico negativo Nessuno Strutture corporee (s) Qualificatore generico negativo Es. s730.3 grave menomazione dell’arto superiore Cambiamento nella struttura corporea 0 nessun cambiamento 1 assenza totale 2 assenza parziale 3 parte in eccesso (etc.) Es. s730.32 parziale assenza dell’arto superiore Attività e partecipazione (d) Qualificatore generico rispetto a problemi di Performance Es. d5101.1 (lievi difficoltà a farsi il bagno con l’uso di ausili disponibili nel proprio ambiente) Qualificatore generico rispetto a problemi di Capacità Es. d5101._2 (media difficoltà a farsi il bagno senza l’uso di ausili) Fattori ambientali (e) Qualificatore generico positivo o negativo Nessuno
  • 50. La diagnosi funzionale secondo l’ICF Utilizzo dell’ICF per rivedere il modello ufficiale della diagnosi funzionale (1994) Dalla diagnosi-destino alla diagnosi-conoscenza Dalla diagnosi del medico alla diagnosi dell’insegnante e del familiare Messa in discussione della certificazione medica Dalla certificazione della disabilità (conseguenza di malattia – cfr. ICIDH) alla individuazione del bisogno educativo speciale
  • 51. Diagnosi funzionale (Ianes, 1995) “Funzionale” all’intervento educativo Le tre fonti Specialista: poche informazioni e molte ipotesi Famiglia: tante informazioni Insegnante: opportuna via di mezzo Quattro aree Dati anamnestici, medici, familiari e sociali Livelli di competenza nelle aree di sviluppo Livelli di competenza rispetto agli obiettivi della classe Aspetti psicologici, affettivi, relazionali e comportamentali
  • 52. Articolazione della DF (Ianes, 2004) Riconoscimento della sindrome (ICD-10) Criteri diagnostici (DCR) Strumenti standardizzati di tipo sintomatico I sintomi sono spesso… comportamenti Analisi delle componenti disfunzionali Scomposizione delle prestazioni (verticale) Correlazione delle prestazioni (orizzontale) Es. check list di sviluppo Contesto in cui si svolgono Valutazione globale del funzionamento
  • 53. Il profilo dinamico funzionale Sintesi integrata delle informazioni della DF Linee di prospettiva a medio-lungo Non prognosi, ma costruzione di obiettivi Raccordo tra la conoscenza della persona e le attività concrete (PEI)
  • 54. Fasi operative del PDF Sintetizzare i dati della DF Punti di forza come capacità e performance Deficit rispetto a criteri e aspettative Correlazioni tra ambiti Definizione obiettivi personali o individuali Definizione obiettivi LT (“teorici”) Definizione obiettivi MT (concreti) Definizione obiettivi BT Metodi di articolazione di sotto-obiettivi Riduzione della richiesta di corretta esecuzione Riduzione della difficoltà attraverso aiuti Riduzione attraverso task analysis sequenziale o gerarchica
  • 55. Il PEI Definizione delle soluzioni operative e delle attività Chi Dove Quando Con che cosa Come PEI e progetto di vita Prospettive di adulità Qualità di vita Ecosistemi e richieste ambientali
  • 56. Dall’ICF allo strumento osservativo L’ICF è un linguaggio… il “testo” lo costruiscono gli utilizzatori “A seconda del contesto gli utilizzatori sceglieranno i codici più rilevanti per il loro obiettivo, che è quello di descrivere una particolare esperienza di salute” Pertanto Scelta dei costrutti e delle categorie pertinenti alla propria area di intervento Scelta del livello di classificazione ottimale per ogni categoria Meglio valutare i costrutti separatamente, e solo poi fare ipotesi di correlazione
  • 57. Passi per la costruzione di una griglia Familiarizzazione con la situazione Costruzione di ipotesi educative Delimitare le variabili intervenienti Chiarirne gli indicatori Eseguire una prima sperimentazione Dosare il peso degli indicatori ed eliminare quelli non pertinenti
  • 58. Un esempio: la ChecklistUn esempio: la Checklist  Una componente-una paginaUna componente-una pagina  Categorie salientiCategorie salienti (169 delle 1494)(169 delle 1494)  Disabilità con:Disabilità con:  Funzioni corporeeFunzioni corporee  Strutture corporeeStrutture corporee  Attività e partecipazioneAttività e partecipazione  Fattori ambientaliFattori ambientali  Altre informazioni contestualiAltre informazioni contestuali  Utilizzabile da:Utilizzabile da:  Operatori e organizzazioniOperatori e organizzazioni sanitariesanitarie  PrivatiPrivati
  • 59. Schema della check-list Informazioni anagrafiche Checklist Disabilità nelle funzioni corporee (un qualificatore) Disabilità nelle strutture corporee (tre qualificatori) Limitazioni o restrizioni in attività e partecipazione (due qualificatori) Fattori ambientali (un qualificatore) Altre informazioni contestuali (griglia aperta) Tre appendici Appendice uno: brevi informazioni sulla salute (questionario) Appendice due: questioni generali riguardanti attività e partecipazione (questionario) Appendice tre: guida all’uso della checklist
  • 60. Tipologia di strumenti Strumenti aperti Diario di bordo Anedoctal records Strumenti strutturati Check list Rating scales Scale di sviluppo
  • 61. L’osservazione sistematica: vantaggi La griglia come “promemoria analitico” La griglia come “protesi ottica” La griglia come forma di autovalutazione La griglia come prevenzione della routine La griglia come mentalizzazione alla progettualità La griglia come guida al linguaggio La griglia come strumento del lavoro di equipe (anche i “bidelli”)
  • 62. Le aree della DF secondo l’ICF Rischio di perdersi nel dettaglio: la persona è intera! Rischio di fermare il fluire del tempo Le aree della DF secondo l’ICF Condizioni di salute Funzioni e strutture corporee Attività personali Partecipazione sociale Fattori ambientali Fattori personali
  • 64. LAP (Learning Accomplishment Profile) Definisce in modo operazionale livelli standard di prestazione per età (12-72 mesi) I compiti di sviluppo Valuta i prodotti, non i processi Sette aree Abilità grossomotorie Abilità finomotorie Prescrittura Abilità cognitive Linguaggio Autonomia personale Abilità interpersonali
  • 65. BAB (Behavior Assesment Battery) Utile per la disabilità grave 12 aree Esplorazione visiva Attenzione visiva al movimento Abilità visuomotorie Percezione uditiva Controllo della postura Gioco esploratorio Gioco costruttivo Strategie di ricerca Problem solving percettivo Comunicazione Abilità di autonomia Abilità sociali
  • 66. Condizioni di salute “Comprende malattie (…) può inoltre comprendere altre circostanze biologicamente significative (…) vengono codificate secondo i criteri ICD Campi di informazione Storia clinica Eziologia Effetti riscontrati e/o prevedibili
  • 67. Funzioni corporee Funzioni mentali: “riguarda le funzioni del cervello e comprende sia funzioni mentali globali, come la coscienza, l’energia e le pulsioni, che funzioni mentali specifiche, come la memoria, il linguaggio e il calcolo” Processi e prodotti cognitivi
  • 68. La valutazione delle funzioni corporee La valutazione globale della funzionalità intellettiva La valutazione globale dello sviluppo mentale La valutazione dell’attenzione La valutazione della memoria La valutazione di alcuni processi La valutazione delle abilità metacognitive La valutazione del temperamento e della psicopatologia
  • 69. La valutazione globale della funzionalità intellettiva Scala Wechsler (WISC-R) e il QI Scala verbale Scala di performance Scala di Stanford-Binet TINV e intelligenza non verbale Funzionamento a matrice
  • 71. La valutazione globale dello sviluppo mentale Non QI, ma compiti di sviluppo Ogni situazione di test può diventare un obiettivo Es. Il test BAB e l’area cognitiva globale Esplorazione visiva Attenzione visiva al movimento Strategie di ricerca Problem solving percettivo
  • 72. LAP e le tappe di sviluppo cognitivo 12 mesi: 1. Rimuove il coperchio di una scatola per trovare un giocattolo 24 mesi: 4. Tira uno stuoino per raggiungere un giocattolo 48 mesi: 26. Appaia due colori; 32. Conta sino a 10 72 mesi: 73. Nomina 4 monete/banconote; 84. Ordina le vignette in una sequenza temporale
  • 73. La valutazione dell’attenzione Dimensioni Filtro inibitore e amplificatore di stimoli Capacità attentiva Durata Shift Caratteristiche del materiale/stimolo Intensità Dimensione Durata o ripetizione Contenuto emozionale Novità Contrasto Movimento
  • 74. Esempi di strumento Questionario QMAI (metacognizione e attenzione Test di continuità Elenchi confondenti di parole Stimoli uditivi e discriminazione Ricerca di stimoli visivi nascosti Il computer e la velocità del feedback a stimoli visivi e/o sonori
  • 75. La valutazione del deficit di attenzione Possibile rapporto con l’iperattività Scala SDAI (Cornoldi et alii): sintomatologia del disturbo di attenzione Deficit di attenzione e autocontrollo Scala SCRS (Kirby e Grimley): la valutazione dell’autocontrollo
  • 76. La valutazione della memoria Riconoscimento e ricostruzione Memoria a breve termine (MBT) Trattiene informazione nell’area della consapevolezza, consentendo Risposte operative Costruzione di significati per l’immagazzinare Memoria a lungo termine (MLT) Più difficile da valutare Le strategie di memorizzazione Le strategie di recupero dell’informazione Memoria e metacognizione
  • 77. Strumenti Il test TEMA Memoria verbale (5 subtest) Memoria non verbale (5 subtest) Procedura di ricordo differito Confronto tra prestazioni nei subtest con stimolo uguale e “curva di apprendimento” Memoria e metacognizione Far identificare le condizioni ambientali in cui si ricorda meglio Chiedere il motivo per cui il protagonista di un racconto ricorda/non ricorda
  • 78. La valutazione di alcuni processi Discriminazione Generalizzaione Problem-solving Planning
  • 79. Discriminazione e generalizzazione Discriminazione: rilevare stimoli diversi e diversificare la risposta Centrale nelle abilità di lettura Generalizzazione: estensione dell’uso di una strategia di risposta Somiglianza dello stimolo e capacità di rilevare gli elementi comuni concreti (g. concreta) o astratti (g. astratta) La valutazione : presentazione di stimolo progressivamente dissimile
  • 80. Problem solving Situazione nuova e costruzione di una strategia di risposta Trovare e definire il problema Pensare una gamma di ipotesi Valutare i pro e i contro Scegliere l’ipotesi probabilmente efficace Applicare l’ipotesi Verificarne gli esiti Modalità di P/S Prove ed errori Intuizione: riorganizzare gli elementi, vietarsi soluzioni già usate
  • 81. Planning Programmazione di una sequenza di azioni per un obiettivo, anticipandone mentalmente lo svolgimento Definire l’obiettivo Definire la sequenza di azione Attivare la prima azione Controllare la corretta esecuzione Eseguire la seconda azione (etc.) Eseguire l’ultima azione, riconoscerla come tale e verificare l’obiettivo
  • 82. La valutazione del P/S e del planning Valutazione informale e vita quotidiana Come preparare la cartella (planning) Trovare l’astuccio smarrito (P/S) Valutazione formale Griglia di punti critici e situazioni problema Es. Exner e il test di Rorschach come compito di P/S
  • 83. La valutazione della metacognizione Comprende tre aspetti La teoria della mente (il funzionamento) Le attività di autosservazione e consapevolezza (l’osservazione del funzionamento) Strategie di autoregolazione e autocontrollo (influire sul funzionamento) La valutazione: dialogo guidato e “riflessione parlata”
  • 84. Lo stile di pensiero Sternberg e l’”autogoverno mentale” Gardner e le intelligenze multiple Uno schema polare Sistematico/intuitivo Globale/analitico Impulsivo/riflessivo Verbale/visuale Autonomo-creativo/dipendente dal campo Triplice valutazione (utile anche all’operatore) Consapevolezza teorica sugli stili Consapevolezza del proprio stile Capacità di differenziare lo stile in funzione del compito Indicazione: la differenziazione degli stimoli (multiability tasks) Es. di valutazione: il questionario QMS (Cornoldi)
  • 85. Creatività e pensiero divergente Creatività come combinazione di fattori intellettivi ed emozionali Es. test TCD: trasformazioni divergenti di figure e attribuzione di titoli Quattro fattori Fluidità Flessibilità Originalità Elaborazione Quattro sottopunteggi Curiosità Immaginazione Complessità Disponibilità al rischio
  • 86. La valutazione del temperamento e della psicopatologia QUIT (questionari italiani del comportamento) Adattamento all’ambiente di vita Attività motoria Attenzione Inibizione alla novità Adattamento specifico al mondo sociale Orientamento sociale Emozionalità positiva Emozionalità negativa Ritardo mentale e psicopatologia Es. VAPH Difficoltà relazionali, bizzarrie, perseverazioni, etc.
  • 87. Attività personali “L’attività è l’esecuzione di un compito o di un’azione da parte di un individuo. Le limitazioni dell’attività sono le difficoltà che un individuo può incontrare nello svolgimento delle varie attività” Apprendimento e applicazione delle conoscenze Compiti e richieste generali Comunicazione Mobilità Cura della propria persona Vita domestica Interazioni e relazioni interpersonali
  • 88. Apprendimento e applicazione delle conoscenze (d1) Le attività di percezione coinvolgono tre livelli Funzionalità sensoriale periferica Funzionalità del sistema di trasmissione Funzionalità percettiva centrale L’apprendimento richiede “Esperienze sensoriali intenzionali” (d110-d120) Valutazione della funzionalità percettiva centrale Dati sensoriali, motricità ed esperienze L’immagine mentale “anticipatrice”
  • 89. L’organizzazione percettiva La valutazione del canale/uditivo/visivo Discriminazione di colori/suoni/forme Appaiamento diretto (si/no) o a campione La valutazione delle competenze spaziali Riconoscimento di oggetti Spostamento di oggetti Rotazione di oggetti Deformazione di oggetti
  • 90. Il test di percezione visiva (TPV - Hammill) Correlazione con l’area motoria Tre quozienti Percezione visiva generale Percezione visiva a motricità ridotta Integrazione visuomotoria Otto subtest Coordinazione occhio-mano Posizione nello spazio Copiatura/riproduzione Figura/sfondo Rapporti spaziali Completamento di figura Velocità visuo-motoria Costanza della forma
  • 91. La valutazione del gioco Centralità del gioco per l’apprendimento nell’età evolutiva Ritardo mentale e deficit ludico Carenza di attività ludica spontanea Stereotipie e usi ripetitivi di oggetti Per la valutazione Scomposizione delle componenti di un gioco specifico
  • 92. Test BAB: le aree del gioco Gioco esploratorio Esplorazione orale Esplorazione visiva Integrazione visuomotoria Rotolare, tirare e spingere oggetti Gioco audio-visuomotorio Lanciare, lasciar cadere Gioco costruttivo Gioco con la palla Disegno Costruzione con i cubi
  • 93. La valutazione della comunicazione Ruolo centrale all’interno della DF Valutazione dell’intento comunicativo Valutazione di padronanza dei codici Valutazione del codice preferenziale TEACCH: complessità dell’atto comunicativo Funzioni Forme Categorie semantiche Parole contesti
  • 95. Il test LAP: tappe dello sviluppo linguistico Include item sull’aspetto ricettivo, espressivo e misti Alcuni esempi 12 mesi: 1. Vocalizza in modo espressivo 21 mesi: 6. Parla con frasi composte da due parole 36 mesi: 16. Nomina un oggetto preferito 20. Recita o canta una filastrocca o canzoncina 48 mesi 33. Dice l’uso di oggetti 38. Fa un racconto di sue recenti esperienze
  • 96. Il test BAB: l’area comunicazione 5 strumenti Intervista iniziale a operatori/genitori Linguaggio ricettivo Sviluppo dei suoni, imitazione motoria e imitazione verbale Linguaggio espressivo/funzionale Test sull’imitazione motoria Test sull’imitazione verbale Test sul linguaggio espressivo Test sul linguaggio ricettivo Esercizi di allenamento al test: il disabile grave impara a “giocare questo gioco”
  • 97. TLR: il linguaggio ricettivo Complessità della valutazione del LR Una capacità o un deficit espressivo non significa necessariamente comprensione o deficit ricettivo 11 sezioni Sostantivi semplici Frasi soggetto-verbo Frasi soggetto-verbo-oggetto Contrari Frasi intransitive o transitive semplici Frasi negative intransitive o transitive Frasi comparative Frasi preposizionali
  • 98. TVL: la valutazione del linguaggio Eventuali differenze nelle componenti (es. fonologica, morfologica, sintattica) Prevalenza tra ritardo mentale e deficit di linguaggio Ambiti Comprensione di parole e frasi Ripetizione di frasi Denominazione di oggetti e azioni Produzione spontanea su tema
  • 99. Test TCR: il linguaggio relazionale Comprensione delle relazioni spaziali, temporali, di dimensione e di quantità Collocazione delle relazioni nello spazio Riconoscere l’oggetto che si trova in una data relazione spaziale Collocazione degli eventi nel tempo Riordinare una serie di eventi in figura Individuare i rapporti quantitativi tra oggetti Numero limitato e visione percettiva d’insieme Dimensioni e qualità particolari
  • 100. La valutazione della mobilità Alcune distinzioni Per i sistemi coinvolti Abilità grosso-motorie Abilità fino-motorie Abilità percettivo-motorie: regolazione del movimento e feedback percettivi Per le componenti del movimento Topografia Intensità Durata Coordinamento
  • 101. Il test LAP: tre aree Abilità grosso-motorie. Esempi: 18 mesi: si siede su una piccola sedia 28 mesi: cammina all’indietro 48 mesi: porta una tazza d’acqua Abilità fino-motorie 18 mesi: costruisce torri di 3-4 cubi 30 mesi: piega dei fogli di carta 72 mesi: ritaglia figure Abilità di prescrittura 12 mesi: fa dei segni con la matita 48 mesi: disegna delle croci 72 mesi: scrive nome/cognome in stampatello
  • 102. Altri strumenti Test TGM: le abilità grossomotorie Abilità locomotorie (es. corsa, saltelli, etc.) Abilità nel controllo di oggetti (es. colpire la palla con la racchetta, lanciare la palla, etc.) Test BAB: area abilità visuomotorie e area della postura Gioco con le dita Prensione e manipolazione elementare Protendersi e afferrare Integrazione visuomotoria
  • 103. Cura della propria persona Componenti tradizionali Controllo degli sfinteri Alimentazione Igiene personale Vestirsi e svestirsi Apprendimento e vita quotidiana (oltre il trasferimento) Suggeribile la task analysis sequenziale Identificazione dell’abilità Scomposizione in sequenza dell’esecuzione Valutazione e processo di fading dell’aiuto
  • 104. Esempio di task analysis: lavarsi i denti 1. Va al lavandino 2. Apre il rubinetto 3. Prende lo spazzolino 4. Lo appoggia sui denti 5. Lo muove in alto-basso 6. Lo toglie dalla bocca 7. Sputa il dentifricio 8. Sciacqua lo spazzolino 9. Prende in mano il bicchiere 10. Etc.
  • 105. LAP e l’autonomia personale 12 mesi 1. Mangia con le dita cibo appropriato 24 mesi 7. Si toglie la giacca 8. Mangia con il cucchiaio 42 mesi 27. Si prende un bicchiere d’acqua 28. Si lava e asciuga le mani
  • 106. La vita domestica Metodo ecologico: individuare le abilità appropriate in ragione di età e ambienti di vita Analisi del “percorso di vita” Task analysis
  • 107. Interazioni e relazioni personali Attivazione di comportamenti che Consentono di raggiungere i propri obiettivi Non ostacolano e facilitano quelli degli altri Gamma estesa di abilità Dal semplice saluto… …al prestare aiuto Complessi elementi presupposti Gestione delle emozioni Autostima ed autonomia Abilità cognitive Legame tra deficit relazionale e comportamenti-problema
  • 108. La valutazione globale delle abilità relazionali Questionari di autovalutazione Utili per la sensibilizzazione diretta delle abilità esaminate Interviste strutturate Osservazione partecipante in vivo Osservazione in situazione strutturata Questionari sociometrici Es. test TRI: aspetto sociometrico soggettivo
  • 109. LAP: abilità interpersonali e consapevolezza di sè 12 mesi 1. Dà su richiesta un giocattolo ad un adulto 30 mesi 6. Dice il suo nome e cognome 48 mesi 22. Gioca cooperativamente con altri bambini 72 mesi 39. Lavora in piccoli gruppi 40. Partecipa in modo coordinato a giochi motori
  • 110. Valutazione delle abilità sociali in persone aggressive Stop all’aggressività (Goldstein): valutazione di 10 abilità Esprimere una risonanza o fare una critica Rispondere con empatia alle emozioni altrui Prepararsi ad una conversazione stressante Affrontare la collera altrui Non lasciarsi coinvolgere nei litigi Aiutare gli altri Affrontare le accuse Affrontare la pressione del gruppo Esprimere emozioni positive Affrontare l’insuccesso
  • 111. Partecipazione sociale “La partecipazione è il coinvolgimento attivo in una normale situazione di vita integrata. Le restrizioni della partecipazione sono i problemi che un individuo può incontrare nel coinvolgimento nelle normali situazioni di vita.” Due ambiti Aree di vita principali Vita sociale, civile e di comunità
  • 112. Aree di vita principali A scuola… Valutazione rispetto agli obiettivi comuni (ritardo lieve) Valutazione con strumenti specifici Test ABCA e il calcolo aritmetico Prove di calcolo Prove di approfondimento Prove che richiedono la produzione orale o scritta dei numeri SPM e soluzione dei problemi Comprensione delle informazioni Rappresentazione schematica delle informazioni Individuazione della struttura profonda del problema Pianificazione del percorso di soluzione Valutazione della correttezza
  • 113. Valutazione della school readiness Riforma e possibilità di scelta Idoneità cognitiva e idoneità emotiva Valutazione del punto di contatto tra curricolo e abilità del nuovo alunno L’area di sviluppo prossimale… (valutazione) …e normalità degli obiettivi (riduzione) Analisi del compito Modificazione delle richieste
  • 114. Per un curricolo normale ADATTAMENTO Curricolo - obiettivi Strategie di insegnamento Contesto Aggiuntivi Semplificati Alternativi Aiuti (input) Modifica della richiesta (output) DOVE QUANDO CON CHI
  • 115. Vita sociale, civile e di comunità L’”analisi ambientale” (Wehman et alii) Individuazione delle abilità fondamentali Trasformazione in scheda tramite descrizione del compito La valutazione della “sicurezza” (Ianes) Test ABI e le autonomie sociali
  • 116. I fattori ambientali “I fattori contestuali ambientali costituiscono gli atteggiamenti, l’ambiente fisico e sociale in cui la persona vive.” Prodotti e tecnologie Ambiente naturale e artificiale Sostegno sociale Atteggiamenti Politiche e servizi
  • 117. DF e contesti Influenza del contesto: capacità e performance Nella DF Descrizione delle valenze positive o negative dei contesti Correlazione con le aree di Attività e Partecipazione Valutazione dell’autoefficacia collettiva In ambito scolastico e/o lavorativo In ambito familiare Es. come genitore, quanto è capace di… Valutazione dell’alleanza scuola/famiglia
  • 118. I fattori personali “I fattori contestuali personali sono il background personale della vita e dell’esistenza di un individuo e rappresentano quelle sue caratteristiche individuali che non fanno parte della condizione fisica. Queste caratteristiche comprendono il sesso, la razza, l’età, lo stile di vita, modelli di comportamento generali e stili caratteriali.” Stili di attribuzione Autoefficacia Autostima Emotività Motivazione Comportamenti problema
  • 119. Valutazione dello stile di attribuzione A chi/che cosa si attribuiscono successi/insuccessi Carenza di “bias edonico” nel ritardo mentale e nei problemi emozionali Passività e deresponsabilizzazione Lo stile attributivo. Tre dimensioni Locus of control interno/esterno Stabilità Controllabilità Influenza dello stile educativo sull’attribuzione Rimprovero causa instabile e controllabile Consolazione causa stabile e non controllabile
  • 120. Scala Nowicki-Strickland e il locus of control Questionario chiuso (sì/no) Alcuni esempi 3. Pensi che alcuni nascano fortunati? 38. Pensi che sia utile programmare le cose in anticipo?
  • 121. Valutazione dell’autoefficacia Convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare le azioni necessarie per raggiungere i propri obiettivi Grande influenza sull’apprendimento Scelta di obiettivi ambiziosi Continuità Tenacia Strategie di autoregolazione Accettazione dei fallimenti in itinere Scala di autoefficacia scolastica (Caprara) Quanto sei capace di…
  • 122. Valutazione dell’autostima Complesso di valutazioni, vissuti emotivi e sentimenti di valore che si ha verso se stessi Può differire per dimensioni e contesti Area del successo scolastico Area delle relazioni Area familiare Area corporea Etc. Valutazione informale Si autovaluta o dipende da altri? Che tipo di standard usa? Realistici? Personali? Per confronto? Per idee e valori?
  • 123. Test TMA (Bracken) Questionario in sei aree. Alcuni esempi: Area interpersonale 1. Di solito con me ci si diverte molto Area della padronanza sull’ambiente 36. Non ho alcun controllo sulla mia vita Area emozionale 75. A volte non mi piaccio Area scolastica 91. Piaccio alla maggiorparte degli insegnanti Area familiare 115. La mia casa non è un luogo felice Area corporea 141. Sono fisicamente forte
  • 124. Valutazione delle emozioni Forte connessione con l’apprendimento e la QdV Paura di varie situazioni Ansia per incertezza e contollo sugli eventi Rabbia per frustrazione Eccitazione positiva Depressione Elementi fondamentali da valutare Gli eventi che scatenano l’emozione I processi cognitivi che la mediano e le modalità di controllo Qualità e composizione della risposta emotiva a livello Somatico Verbale Motorio Le conseguenze delle risposte emotive
  • 125. La valutazione delle emozioni Valutazione informale L’autonarrazione Le favole Valutazione formale Questionario QUID-B: le mie idee Questionario Stanford sulla timidezza
  • 126. Valutazione dei comportamenti/problema Aspetto importante per le preoccupazioni e le risorse che attrae Il “Quadro generale dei comportamenti problema” (Ianes) Autolesionismo Comportamenti stereotipati Aggressione/distruzione Test SEDS
  • 127. Valutazione dei comportamenti/problema Comportamento/problema e analisi funzionale Per chi quel comportamento è un problema? Quel comportamento ha valore comunicativo o è solo autostimolatorio? Da quale comportamento adattivo potrebbe essere sostituito Analisi funzionale diretta (osservazione) Analisi funzionale indiretta Scheda di valutazione delle situazioni motivazionali del comportamento problema (Ianes)
  • 128. La valutazione della motivazione Complessità della motivazione Fattori interni Esperienze precedenti Capacità metacognitive I fattori sino a qui analizzati Fattori esterni Sostegno sociale Incentivi estrinseci Elementi di facilitazione Apprendimento attivo Legame con esigenze/interessi personali Grado adeguato di complessità Ambiente affettivamente sicuro Premi estrinseci (se necessari)
  • 129. Perché vado a scuola? (Tressoldi-Vio) Questionario self report Esempi 1. Perché solo finendo la scuola posso trovare un lavoro ben pagato 2. Perché mi piace imparare cose nuove 5. Non lo so. Mi sembra di perdere tempo
  • 130. La valutazione del rinforzo Le “trappole comportamentali” Avere un’esca irresistibile Il compito deve prevedere un’abilità già presente Altri rinforzi durante il processo Efficacia del rinforzo per un lungo periodo di tempo (versus saturazione) L’osservazione per la scelta del rinforzo Quali sono gli ambiti che attirano la motivazione intrinseca Quali sono gli stimoli estrinseci?
  • 131. Indicazioni etiche sull’uso dell’ICF L’ICF non deve essere usato per etichettare le persone o per identificarle in una o più categorie di disabilità Ottenere il coinvolgimento della persona, o, in caso di impossibilità cognitiva, del suo tutore Il sistema deve essere usato in maniera olistica, e non stralciando una sua parte Le informazioni dell’ICF devono essere usate nella prospettiva di un cambiamento non solo della persona ma anche politico e sociale (e comunque dell’organizzazione)
  • 132. Conclusione “Gli individui classificati nella stessa categoria tramite l’ICF possono comunque essere diversi tra loro in molti modi”
  • 133. L’intervento educativo speciale Dalla lotta contro il deficit (terapia) all’aumento della funzione Storia dello “sfondo integrativo” Normalizzazione Integrazione Qualità di vita
  • 134. La normalizzazione Concetto sociologico di “normalità” Normalità del quotidiano Normalità del ciclo di vita Normalità di opportunità Normalizzazione come metateoria dell’intervento Essere come tutti Essere con tutti Normalizzazione e vita in comunità.
  • 135. Il principio dell’alternativa meno restrittiva possibile “Ogni obiettivo dello Stato, per quanto legittimo e sostanziale, non può tuttavia essere perseguito con mezzi restrittivi delle libertà personali, quando anche una alternativa più rispettosa dei diritti umani è in grado di garantire gli stessi risultati” (Corte Suprema U.S.A., 1960) Sul piano operativo Identificazione delle alternative disponibili Disponibilità di un continuum di soluzioni Documentazione approfondita al riguardo Giustificazione riguardo all’esclusione di alternative
  • 136. Concetto di normalizzazione L'uso di tecniche, strumenti e metodi normali dal punto di vista sociale, culturale e familiare che creino per l'individuo condizioni di vita (reddito, alloggio, Servizi sanitari, ecc.) per lo meno pari a quelle del cittadino medio e che possano, nella misura del possibile, svilupparne o sostenerne il comportamento (abilità, competenze, ecc.), l'aspetto (abbigliamento, cura della persona, ecc.) lo status e la reputazione (destigmatizzazione, atteggiamento degli altri, ecc.). (Wolfensberger, 1980)
  • 137. Integrazione Integrazione fisica Integrazione funzionale Integrazione sociale Integrazione personale Integrazione societaria Integrazione dei servizi
  • 138. Qualità di vita Concetto multidimensionale Livello di abilità e di sviluppo raggiunto Numero e qualità di relazioni interpersonali Adeguatezza del luogo di vita Possibilità di partecipazione sociale Benessere fisico QdV e soddisfazione personale Controllo sulle proprie decisioni Grado di restrittività degli ambienti di vita QdV e abilità Daily living skills Community living skills
  • 139. L’insegnamento funzionale nella comunità Scegliere e insegnare abilità realmente funzionali Finalità: la vita indipendente Superamento di PEI astratti e poco trasferibili L’intervento astratto mantiene e rinforza il deficit nelle life-skills L’intervento nel contesto artificiale limita gli stimoli e crea dipendenza dai prompts
  • 140. Dodici criteri guida per la progettazione 1. PEI, contesto e stile relazionale appropriato all’età cronologica 2. Definizione chiara degli obiettivi 1. Comportamento osservabile 2. Criterio di successo 3. Attività e materiali reali e funzionali
  • 141. Esempi di attività funzionali o non Obiettivo Attività non funzionale Attività funzionale Abilità fino- motorie Infilare pioli in una tavola forata Assemblare pezzi industriali Relazione biunivoca Collocare un gettone su ogni cerchio colorato Collocare una tazza ad ogni posto a tavola Abilità grosso- motorie Camminare su un asse in palestra Camminare su un percorso stretto che conduce ad una meta
  • 142. Dodici criteri guida per la progettazione 4. Uso sistematico delle tecniche di aiuto (prompting) 5. Raccolta dei dati e rappresentazione dei progressi - Valutazione e analisi del compito 6. Revisione periodica del PEI 7. Orari e schema di lavoro 8. Istruzione nella comunità 9. Intervento globale ed integrato 10. Intervento in piccolo gruppo 11. Interazione con persone normodotate - Interazioni prossimali - Interazioni di aiuto (tutoring) 12. Coinvolgimento familiare
  • 143. L’intervento nella comunità Generalizzazione delle abilità Varietà e disponibilità di rinforzi Sensibilizzazione del territorio Modelli di ruolo e comportamento Prevenzione del burn-out dell’educatore Speranze e interesse dei genitori Dimostrazione diretta delle competenze apprese Evidenziazione degli obiettivi realmente prioritari
  • 144. Strategie Uso dell’abitazione del disabile Coinvolgimento diretto dei familiari Utilizzo di strutture vicino all’abitazione (es. negozi, luoghi del tempo libero, etc.) Coinvolgimento dei referenti delle strutture e trasmissione di strategie di prompts Uso dei servizi ricreativi Uso di laboratori e cooperative di lavoro
  • 145. L’analisi ambientale I. Individuazione degli ambienti di vita del disabile II. Analisi delle abilità essenziali ivi richieste III. Determinazione delle abilità già esistenti IV. Elencazione di quelle mancanti, per ordine di importanza V. Verifica della validità degli obiettivi (controllo con i genitori e persone rilevanti) Analisi ambientale e personalizzazione dell’intervento
  • 146. Le abilità di vita Abilità domestiche e di cura del luogo di vita Mobilità nella comunità Abilità sociali e interpersonali Abilità di gestione del tempo libero Abilità pre-lavorative e lavorative Abilità scolastiche funzionali
  • 147. Abilità domestiche e di cura del luogo di vita Correlazione assoluta con il mancato esito da istituzionalizzazione Possibile metodo Analisi delle “stanze” dell’abitazione Analisi delle abilità richieste in ogni stanza Intervista ai genitori/operatori “Diagnosi” delle abilità già possedute e di quelle carenti (cfr. Living Enviroment Need Inventory) Valutazione delle priorità Task analysis delle abilità prioritarie Scelta del contesto e dei materiali per l’intervento Applicare procedure per il trasferimento/mantenimento delle abilità Analisi della “validità sociale” delle performance
  • 148. La task analysis La decisione di insegnare o meno un qualsivoglia compito ad handicappati gravi deve dipendere dalla possibilità che il compito stesso possa essere o meno analizzato in comportamenti più semplici ed insegnabili, piuttosto che da qualche impressione generale sulla sua difficoltà (Gold) Scomposizione accurata di performance solo in apparenza semplici Operazione da effettuare in situ, e non a tavolino Obiettivi plurimi Valutazione iniziale Linee per l’intervento Gradualità nell’intervento Percezione di progressi anche minimi
  • 149. Procedure di intervento Approccio a compito intero o intervento simultaneo Per persone che apprendono velocemente Per persone che hanno già acquisito alcune abilità Quando il compito prevede passi identici ripetuti più volte Concatenamento anterogrado o retrogrado Per compiti che richiedono tempi elevati e step molto diversi tra loro L’ anterogrado rispetta la sequenza logica del compito Il retrogrado gratifica in quanto “conclude” sempre la performance
  • 150. Le tecniche di prompting Metodo sistematico per la somministrazione di aiuti che facilitino l’emissione di risposte corrette nei vari passi del compito Prompting crescente o decrescente Prompt delay Tipologie di aiuto Fisici Modeling Verbali Gestuali Visivi
  • 151. Intensità del prompt verbale Istruzioni direttive Istruzioni inerenti la qualità del compito (es. continua fino a che è pulito) Domande sui singoli passi (es. cosa si deve fare del cibo avanzato?) Domande aperte (es. cosa bisogna fare adesso?) Conferma - rinforzo
  • 152. L’autoistruzione Risponde all’obiettivo della “scomparsa” dell’educatore Modalità Istruzioni visive (schemi di lavoro) Tabelle orarie
  • 153. Le abilità di vita Abilità domestiche e di cura del luogo di vita Mobilità nella comunità Abilità sociali e interpersonali Abilità di gestione del tempo libero Abilità pre-lavorative e lavorative Abilità scolastiche funzionali
  • 154. Mobilità nella comunità Duplice profilo La capacità di spostarsi da un punto all’altro all’interno dello stesso ambiente Capacità di compiere un percorso esterno tra due luoghi Duplice componente Parte cognitiva: orientamento (consapevolezza riguardo a spazi, oggetti e persone) Parte motoria: effettivi comportamenti che consentono lo spostamento fisico Nel passato obiettivo solo per i ciechi, oggi assume valore di “mobilità sociale”
  • 155. Le barriere Barriere fisiche Oltre il puro abbattimento, Intervento sul “come superare gli ostacoli” Barriere psicologiche L’iperprotezione Riduzione di aspettative
  • 156. La dignità del rischio… Accordo e dialogo con i genitori su Obiettivi ed attività Analisi difficoltà e rischi potenziali Analisi dei vantaggi Facoltà di interrompere in ogni momento l’intervento
  • 157. Tipi di mobilità Deambulazione senza aiuto Percorsi interni ed esterni Jogging Deambulazione con aiuto Uso indipendente del mezzo di trasporto Uso dipendente del mezzo di trasporto Uso dei mezzi pubblici
  • 158. Le abilità pedonali Componenti Percezione del pericolo Attraversamento della strada Fermarsi in prossimità dell’incrocio Produrre singole risposte di osservazione Verificare la distanza dei veicoli Iniziare ad attraversare su strisce pedonali Continuare a guardare Task analysis e rinforzo diretto Training diretto versus apprendimento in classe Educazione attraverso la comunità: coinvolgimento del vigile
  • 159. L’uso dell’autobus Dai bus speciali all’autonomia Efficacia dell’istruzione formale Simulazione realistica Presentazione di stimoli fotografici per agevolare l’identificazione di indizi Istruzione in comunità Accompagnamento iniziale e feedback Apprendimento di alcune componenti: Portarsi alla fermata e individuare il bus giusto Fare cenno all’autista Salire e convalidare il viaggio Effettuare il percorso e scendere
  • 160. Aspetti pratici Valutazione del reale bisogno di mobilità e analisi ambientale Sostegno alla famiglia Task analysis Valutazione analitica delle abilità già possedute Definizione degli obiettivi individuali Procedure di istruzione sistematica Programmazione del mantenimento e della generalizzazione
  • 161. Le abilità di vita Abilità domestiche e di cura del luogo di vita Mobilità nella comunità Abilità sociali e interpersonali Abilità di gestione del tempo libero Abilità pre-lavorative e lavorative Abilità scolastiche funzionali
  • 162. Abilità sociali e interpersonali Fondamentale per l’integrazione sociale La definizione ufficiale di ritardo mentale esprime anche competenza sociale inadeguata Influenza dei fattori ambientali Tendenza alla chiusura e alla istituzionalizzazione
  • 163. Verso una definizione Difficoltà nel definire la competenza sociale e le sue componenti Definizione: capacità di emettere comportamenti verbali e non verbali percepibili come socialmente accettabili in un contesto quotidiano interpersonale nei confronti di soggetti significativi Passi per l’assesment Definizione di obiettivi sociali e interpersonali Scelta di tecniche di insegnamento Uso di metodi per la generalizzazione delle abilità
  • 164. La definizione di obiettivi sociali e interpersonali Partire dalle aspettative comuni dei diversi contesti di vita quotidiana Analisi normativa Analisi situazionale Auto-osservazione Osservazione diretta Interviste a chi entra in contatto con il soggetto Campionatura delle potenziali risposte adattive Intervista ad un campione significativo Valutazione delle risposte Predisposizione di rating scales Insegnamento agli “indizi di contesto”
  • 165. L’insegnamento delle abilità sociali Importanza della preparazione dell’ambiente (abilità “spontanee”) Tecniche di insegnamento Istruzione diretta sulle risposte Uso delle conseguenze Programmi di insegnamento combinati
  • 166. Preparazione dell’ambiente L’ambiente interpersonale Interazione con soggetti normali Interazione con soggetti diversabili con più alti livelli di funzionamento (modeling) L’ambiente fisico Accessibilità del materiale didattico idoneo all’età e al funzionamento Programmazione delle attività Concatenazione tra contesti sociali e attività rinforzanti Continuità delle attività
  • 167. Tecniche di insegnamento Istruzione diretta sulle risposte Task analysis Istruzioni verbali specifiche su ogni passo Le conseguenze come eventi rinforzanti Rinforzo esterno o interno (auto-rinforzo) Fading dei rinforzi
  • 168. Programmi di insegnamento combinati Modeling e prompt gestuali Particolarmente adatto per soggetti con bassa autostima Elementi Novità della dimostrazione Soggetto della dimostrazione (es. un compagno, status del modello, etc.) Rinforzo anche al modello Direzione Dal massimo al minimo (fading) Dal minimo al massimo Simulazione di ruolo Il feedback correttivo La pratica in ambiente naturale Partecipazione dei genitori o figure significative
  • 169. La programmazione della generalizzazione Insegnare abilità che più probabilmente verranno rinforzate Insegnare un numero esteso di esempi (es. tipologie di saluto) Rendere non prevedibile il rinforzo (intermittenza, ritardo, etc.) Programmare elementi comuni con le situazioni di generalizzazione Soggetti dell’ambiente naturale Elementi fisici di somiglianza Estensione dell’insegnamento nei contesti
  • 170. Aspetti specifici riguardo le abilità sociali Continua evoluzione degli obiettivi Uso di materiali adatti all’età Gestione dei comportamenti problema Gestione del comportamento dipendente dall’adulto
  • 171. Le abilità di vita Abilità domestiche e di cura del luogo di vita Mobilità nella comunità Abilità sociali e interpersonali Abilità di gestione del tempo libero Abilità pre-lavorative e lavorative Abilità scolastiche funzionali
  • 172. Abilità di gestione del tempo libero (leisure skill) Dal diritto all’accesso all’insegnamento intenzionale Obiettivi plurimi Ridurre l’inattività Riduzione dei comportamenti problema Inversa proporzionalità tra acquisizione di LS e comportamenti problema Contesto agevole apprendimento di abilità sociali, domestiche, motorie e di comunicazione
  • 173. Storiografia dei programmi esistenti Abbondanza di programmi per bambini rispetto a giovani e adulti Carenza di attività da svolgere a casa (anziché a scuola o nei servizi) Scarsa appropriatezza dei materiali per l’età
  • 174. LS e normalizzazione Garantire l’accesso alle attività dei coetanei La reale integrazione dipende anche dal numero di diversabili coinvolti in un’attività Insegnamento attraverso la Comunità (famiglia, ambienti sociali, educatori di strada)
  • 175. Adattamento delle attività Adattamento e partecipazione almeno parziale (versus la partecipazione passiva) Adattamento dei materiali Adattamento delle regole Adattamento della sequenza di abilità (es. cucinare l’uovo) Adattamento delle infrastrutture Meglio gli adattamenti inapparenti
  • 176. Riassumendo… Proporre un’attività attraente e adatta all’età Assicurare una partecipazione almeno parziale Limitare il prompting allo stretto necessario Offrire un repertorio di attività fattibili con un grado minimo o nullo di supervisione Valutare le LS attraverso task analysis e altre tecniche
  • 177. Un passo preliminare: la valutazione della famiglia e della Comunità Analisi preliminare Inventario delle LS in famiglia e delle opportunità nella Comunità Intervista Analisi ambientale Scelta di alcune delle attività inventariate Valutazione diretta del soggetto Scelta di priorità Appropriatezza all’età Preferenze del soggetto Possibilità di svolgerle frequentemente
  • 178. Approccio dell’educatore di strada Intervento educativo di un operatore direttamente nella Comunità Facilita la partecipazione dei familiari Carattere continuativo e quotidiano dell’attività Compatibilità tra attività e opportunità nella Comunità Assenza del problema della generalizzazione
  • 179. Le abilità di vita Abilità domestiche e di cura del luogo di vita Mobilità nella comunità Abilità sociali e interpersonali Abilità di gestione del tempo libero Abilità pre-lavorative e lavorative Abilità scolastiche funzionali
  • 180. Abilità lavorative Un continuum dal lavoro protetto al lavoro professionale Formazione alle abilità lavorative di base Conoscenza delle opzioni del territorio Valutazione degli ambienti lavorativi Analisi delle performance richieste dall’ambiente lavorativo prescelto Intervista, questionario, job analysis Insegnamento delle abilità correlate al lavoro
  • 181. La valutazione delle abilità lavorative Dalla valutazione clinica alla valutazione del “funzionamento lavorativo” Obiettivo: la riduzione tra le richieste professionali e le abilità del soggetto
  • 182. Componenti del training Training per l’acquisizione delle abilità Training per l’incremento del ritmo Variabili per l’acquisizione Variabili del compito e task analysis Apprendimento nel contesto di lavoro Ricorso a colleghi competenti e modeling Variabili del contesto di lavoro La metodologia del training Istruzione simultanea Concatenamento anterogrado o retrogrado Prompt crescente o decrescente Coerenza del trainer (tipologia e tempi del prompting) Modificazione dei materiali stimolo Favorire le abilità percettive-discriminative (stimoli intrinseci) Gli stimoli aggiuntivi estranei al compito
  • 183. Il ritmo lavorativo Interventi sugli antecedenti Organizzazione dell’ambiente fisico Le relazioni interpersonali Le istruzioni del trainer Interventi sulla prestazione Interventi sulle conseguenze In questo settore il rinforzo produttivo è conseguenza naturale e necessaria Diversamente rinforzo esterno o auto- rinforzamento Se necessario, disincentivazione dei comportamenti problema
  • 184. Le abilità di vita Abilità domestiche e di cura del luogo di vita Mobilità nella comunità Abilità sociali e interpersonali Abilità di gestione del tempo libero Abilità pre-lavorative e lavorative Abilità scolastiche funzionali
  • 185. Abilità scolastiche funzionali Le abilità scolastiche strumentali Le abilità funzionali Quali insegnare? Quali sono le esigenze presenti e future del soggetto? Qual è l’età cronologica? Quanti anni di scuola rimangono? Di quali altre opportunità fruisce? Possiede già abilità funzionali?
  • 186. Le abilità scolastiche strumentali L’abilità di lettura strumentale Obiettivi: un vocabolario “a prima vista” e abilità di analisi della parola Possibili strumenti L’uso di figure come suggerimenti (fading della figura) L’uso del suono della consonante iniziale L’uso di suggerimenti contestuali Le abilità matematiche strumentali Obiettivi Contare mnemonicamente Corrispondenza biunivoca numero-quantità Più o meno Addizione o sottrazione Linee di metodo: insegnamento subito funzionale (es. denaro)
  • 187. Il programma educativo Tecniche di prompting Prompting istruzionali Prompts intra-stimolo Sistemi di rinforzo Ausili protesici Protesi “comportamentali” (aiuti intra-stimolo) Soluzioni alternative (es. calcolatrice, orologio digitale, etc.)

Editor's Notes

  1. [Keywords] structure###[Narration] ###
  2. [Keywords] context###[Narration] ###
  3. [Keywords] concept###[Narration] ###
  4. [Keywords] concept###[Narration] ICIDH applies to 100 % disablement applies to nearly all###
  5. The various models proposed to explain and classify disablements may be expressed in a dialectic of “medical model” versus “social model”. The medical model views the disablement phenomenon as a “personal” problem, directly caused by disease, trauma or health conditions, which requires medical care provided in the form of individual treatment by professionals. Management of disablement is aimed at the person’s better adjustment and behaviour change. Health care is viewed as the main issue and at the political level it is health care policy that needs to be modified. The social model of disablement, on the other hand, sees the issue mainly as a “societal” problem from the viewpoint of integration of persons with disabilities into society. Disablement is not an attribute of a person, but a complex collection of conditions many of which are created by the social environment. Hence the management of the problem requires social action and it is the collective responsibility of society to make the environmental modifications necessary for the full participation of people with disabilities into all areas of social life. The issue is, therefore, an attitudinal or ideological one which requires social change, while at political level it is a question of human rights. Hence the issue is highly political for all intents and purposes.
  6. [Keywords] concept###[Narration] ###
  7. ICIDH categories are organized in a "nested" approach Broader Category  detailed subcategory The classification has two parts, each with two components. [An example may help to illustrate the point: The universe of health and disability is being classified (this is the forest). Within that forest we classify the dimensions of Impairments, Activities and Participation (the trees). In the Activities dimension we have several chapters or domains ranging from simple to complex activities - from sensing and recognizing to interpersonal behaviors (the trunks). Within, for example, the chapter on Interpersonal Behaviors are included activities such as general interactive skills (the branch) and included in that broad category are behaviors such as initiating social contact, responding to cues and so on (the leaves).]
  8. Nach den Ausfuehrungen zum Kontext und Konzept des ICIDH-2 moechte ich Ihnen nun auf die Inhalte, Begriffsdefinitionen und Kodierungschema vorstellen. Der ICIDH-2 unterscheidet zwischen drei Dimensionen…