2. Normativa
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
“Strumenti d’intervento per alunni con
Bisogni Educativi Speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica”
C.M. 8 del 6 marzo 2013
Legge 170/2010 e Linee Guida DSA
3. Alunni con Bisogni educativi
speciali
Nella letteratura internazionale il concetto
di inclusione si applica a tutti gli alunni,
come garanzia stabile di poter partecipare
alla vita scolastica e di raggiungere il
massimo potenziale possibile.
Ciò significa riconoscere i bisogni di alunni
che hanno difficoltà di funzionamento,
difficoltà che possono essere anche
transitorie (corsivo mio)
4. Alunni con bisogni educativi
speciali
Il concetto di bisogno educativo
speciale è una macrocategoria
che comprende alunni disabili,
con dsa, con deficit di
attenzione e iperattività,
borderline cognitivi, stranieri,
con disagio socio-emotivo.
Ognuna di queste persone ha
un funzionamento per qualche
aspetto problematico e ha
diritto di ricevere un’attenzione
educativo-didattica efficace.
Pag 30 BES Ianes, Cramerotti
5. Educazione inclusiva
“L’educazione inclusiva è un processo
continuo che mira ad offrire educazione di
qualità per tutti rispettando diversità e
differenti bisogni e abilità, caratteristiche
e aspettative educative degli studenti e
delle comunità, eliminando ogni forma di
discriminazione”
Conclusions and Recomandations of 48° Session of the international
Conference on Education Ginevra 2008
6. Inclusione
L’inclusione si basa sul riconoscimento
della piena partecipazione alla vita
scolastica da parte di tutti i soggetti. E’
una cornice all’interno della quale gli
alunni, a prescindere da abilità, genere,
linguaggio, origine etnica e culturale,
possono essere egualmente valorizzati.
(Index)
7. L’area dello svantaggio scolastico dunque
è molto più ampia di quella riferibile
esplicitamente alla presenza di deficit.
Svantaggio
linguistico e
socio-culturale
Disturbi
evolutivi
specifici
Disabilità
Direttiva Ministeriale 27/12/2012
8. Obiettivo della Direttiva
Personalizzazione
Estendere pertanto a
tutti gli studenti in
difficoltà il diritto alla
personalizzazione
dell’apprendimento,
richiamandosi
espressamente ai
principi enunciati
dalla Legge 53/03
(Moratti)
Indica l’uso di
strategie didattiche
finalizzate a garantire
ad ogni studente una
propria forma di
eccellenza cognitiva,
attraverso la
possibilità di coltivare
le proprie potenzialità
intellettive.
9. Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici
di apprendimento, la didattica personalizzata si
sostanzia con l’impiego di una varietà di
metodologie e strategie didattiche, tali da
promuovere le potenzialità e il successo formativo
in ogni alunno:
l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali..)
l’attenzione agli stili di apprendimento degli alunni
la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli
raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento
significativo.
Didattica personalizzata
10. Individualizzazione
Individualizzazione si riferisce all’uso di strategie
didattiche diverse (tempi, materiali, stili di
apprendimento) che mirano ad assicurare a tutti
gli studenti il raggiungimento delle competenze
fondamentali del curricolo (obiettivi comuni da
garantire a tutti).
Strategia didattica A
Stessi Obiettivi
della classeStrategia didattica B
alunno
raggiunge
individualizzazione
11. Personalizzazione
Personalizzazione significa invece agire differenziando le
strategie didattiche con lo scopo di garantire a ogni
studente una propria forma di eccellenza cognitiva,
attraverso la possibilità di coltivare le proprie potenzialità
intellettive. In altre parole, la personalizzazione ha lo scopo
di far sì che ognuno sviluppi propri personali talenti; nella
individualizzazione gli obiettivi sono comuni per tutti, nella
seconda l’obiettivo è diverso per ciascuno (pluralità di
percorsi formativi/piste indirizzate verso destinazioni
differenti, possibilità di scelta da parte dell’alunno, grado di
consapevolezza circa il proprio profilo di abilità,
realizzazione di un adeguato contesto didattico).
Aiutare ogni studente a sviluppare una propria forma di
talento è probabilmente un obiettivo altrettanto importante
di quello di garantire a tutti la padronanza delle
competenze fondamentali.
Baldacci
12. Si allarga il sostegno…
Il sostegno è ogni attività che accresce la capacità
da parte della scuola di rispondere alla diversità
degli alunni. In quest’ottica l’aiuto dato all’alunno
certificato da un insegnante di sostegno diviene un
caso particolare di un più ampio lavoro di supporto
che coinvolge tutta la classe.
dsa
sostegno
Disagio
socio-
ecomico
Stranieri
Borderline
cognitivi
Deficit
attenzione
e
iperattività
13. Piano Didattico Personalizzato
La scuola è chiamata a realizzare percorsi
formativi sempre più rispondenti alle
inclinazioni personali degli studenti nella
prospettiva di valorizzare gli aspetti
peculiari della loro personalità di ognuno.
Lo strumento di lavoro è il PDP
http://sostegnobes.wordpress.com/pianofor
te-didattico-personalizzato/
14. BES
Categorie
Certificazio
ni
Chi se ne
occupa?
Strumenti di
lavoro
Disabilità Cert. Insegnante
specializzato
e C.d.C.
Piano Educativo
Individualizzato
Legge 104/92
Disturbi
Evolutivi
Specifici
Disturbi
area
linguaggio e
coordinazion
e motoria
Insegnanti
del C. d. C
Piano Didattico
Personalizzato
Legge 170/2010
Disturbi
specifici di
apprendimen
to
Cert. Insegnanti
del C. d. C
Piano Didattico
Personalizzato
Legge 170/2010
15. BES
Categorie
Certificazioni Chi se ne
occupa?
Alunni con
deficit di
attenzione e
iperattività
(1%)
Se grave
certificazione
(rientra nella
Legge 104)
Se lieve rientra
in DM 2012
Insegnanti
del C. d. C
Piano
Didattico
Personalizzato
DM
27/12/2012
Bordeline
cognitivi
(2.5%)
con QI
globale tra 70
e 85
Insegnanti
del C. d. C
Piano
Didattico
Personalizzato
DM
27/12/2012
Alunni con
svantaggio
socioeconomico,
linguistico e
culturale
Individuati in
base a
elementi
oggettivi
(segnalazione
servizi sociali)
Insegnanti
del C. d. C
Piano
Didattico
Personalizzato
DM
27/12/2012
16. Disturbi evolutivi specifici
DSA
Deficit del linguaggio, delle abilità non
verbali e della coordinazione motoria
Deficit di attenzione e iperattività
Funzionamento intellettivo limite
(borderline) può essere considerato un
caso di confine fra la disabilità e il
disturbo specifico.
17. DSA
Disturbo specifico dell’apprendimento o
Learning Disability (2.5 %- 3.5 %
studenti)
Le persone con dsa hanno un QI nella
norma e prestazioni scolastiche
significativamente al di sotto della norma.
Dove la normalità è data dalla prestazione
della maggioranza delle persone.
18. Dislessia è un disturbo specifico di lettura, si
caratterizza per la difficoltà di leggere in modo
fluente ed accurato in termini di velocità e
correttezza.
Disortografia è un disturbo specifico che
riguarda la componente costruttiva della
scrittura, consiste nella difficoltà di scrivere in
modo corretto.
Disgrafia riguarda la componente esecutiva e
motoria della scrittura, in altre parole alla
difficoltà di scrivere in fluido , veloce ed efficace.
Discalculia riguarda la difficoltà nel manipolare i
numeri, nell’eseguire i calcoli a mente e scritti,
nel recuperare i risultati delle tabelline e nel
risolvere problemi
19. Strumenti compensativi e Misure
dispensative
Gli strumenti
compensativi sono
strumenti didattici e
tecnologici che
sostituiscono o
facilitano la
prestazione richiesta
nell’abilità deficitaria.
Per esempio:
La sintesi vocale
trasforma un compito di
lettura in un compito di
ascolto.
Le misure dispensative sono
interventi che consentono
all’alunno di non svolgere
alcune prestazioni che, a
causa del disturbo,
risultano particolarmente
difficoltose e che non
migliorano
l’apprendimento.
Per esempio:
Nell’alunno dislessico,
l’esercizio della lettura non
migliora le abilità di lettura
20. Strumenti compensativi
sintesi vocale, che trasforma un compito di
lettura in un compito di ascolto;
registratore, che consente all’alunno di
non scrivere gli appunti della lezione;
programmi di video scrittura con
correttore ortografico, che permettono la
produzione di testi sufficientemente corretti
senza l’affaticamento della rilettura e della
contestuale correzione degli errori;
calcolatrice che facilita le operazione di
calcolo, tabelle, formulari, mappa
concettuali
21. Misure dispensative
Non è utile far leggere a un alunno con dislessia un
lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del
disturbo, non migliora la sua prestazione nella
lettura. ….
D’altra parte, consentire all’alunno o allo studente
con DSA di usufruire di maggior tempo per lo
svolgimento di una prova, o di poter svolgere la
stessa su un contenuto comunque disciplinarmente
significativo ma ridotto, trova la sua ragion d’essere
nel fatto che il disturbo lo impegna per più tempo dei
propri compagni nella fase di decodifica degli items
della prova.
…una quota del 30% in più appare un ragionevole
tempo aggiuntivo
24. Deficit di attenzione e iperattività
Alunni con deficit di attenzione e
iperattività (Attention Deficit Hyperactivity
Disorder ADHD) (1% studenti)
Sono alunni che hanno disturbi a livello
attentivo e di iperattività e impulsività
Comorbilità con il disturbo oppositivo
provocatorio e di condotta
25. Deficit di attenzione
Sono bambini che non riescono a mantenere
l’attenzione sul compito e/o sul gioco
Non seguono le istruzioni e non portano a termine
le consegne
Hanno difficoltà ad organizzarsi e avversione ad
impegnarsi in compiti che richiedono lo sforzo
mentale protratto
Sono sbadati, perdono le cose, sono distratti
Il disturbo è presente nell’4 % della popolazione scolastica
(dati Linee Guida) 1 alunno ogni 25
In genere il rapporto maschi e femmine è di 8 a 1
26. Iperattività e Impulsività
Sono bambini che si muovono in continuazione,
lasciano il posto chiedono di andare in bagno spesso
Parlano troppo
Sono impulsivi e a domanda rispondono senza
riflettere, hanno difficoltà a rispettare il proprio turno,
interrompono gli altri (nei giochi e nelle attività
scolastiche), sono invadenti
Non amano i giochi tranquilli
Tutto ciò causa una compromissione del funzionamento
scolastico e sociale
27.
28. L’ADHD essendo un disturbo evolutivo cambia con l’età. Si osservano
cambiamenti soprattutto nelle fasi di transizione (quali ad esempio l’ingresso
alla scuola primaria o il passaggio alla scuola secondaria di primo
grado). Quello che si osserva è una diminuzione in adolescenza dei sintomi
legati all’iperattività mentre possono sopraggiungere problemi legati all’umore
e all’autostima. Durante l’età adulta permangono difficoltà di natura esecutiva
connesse soprattutto con l’organizzazione e pianificazione delle attività
quotidiane.
1) età prescolare: è l’età in cui vi è il massimo grado di iperattività. E’
caratterizzata da comportamenti aggressivi, rabbia e comportamenti litigiosi e
provocatori. L’assenza di paura che lo caratterizza lo porta ad attuare
comportamenti pericolosi per la sua incolumità e al verificarsi di incidenti.
Possono presentarsi inoltre dei disturbi legati al sonno.
2) età scolare: si evidenziano maggiormente i sintomi cognitivi quali la
disattenzione e l’impulsività, mentre potrebbe verificarsi una riduzione
dell’iperattività. Si manifestano le difficoltà scolastiche legate anche
all’evitamento di compiti prolungati nel tempo. Possibile manifestazioni di
comportamenti oppositivi-provocatori.
Disturbo evolutivo
29. ADHD
3) preadolescenza e adolescenza: accentuato
disturbo dell’attenzione, difficoltà scolastiche e di
organizzazione della vita quotidiana (pianificazione).
Si evidenzia una riduzione del comportamento
iperattivo e un aumento delle condotte pericolose.
Possibile manifestazione di disturbi depressivo-
ansiosi.
4) età adulta: possono perdurare difficoltà nelle
relazioni sociali, incapacità a mantenere un lavoro, ad
avere relazioni affettive stabili. Permane anche una
certa disorganizzazione nell’intraprendere azioni e
fare scelte di vita.
30. Disturbo oppositivo-provocatorio
Questo è un disturbo che si caratterizza
come una modalità di comportamento
ostile e provocatorio nei confronti degli
adulti, cioè delle figure autorevoli: genitori
ed educatori.
Sono irritabili, vanno facilmente in collera
sfidano l’adulto e non rispettano le regole
nell’ambito scolastico, sociale (giochi) e
familiare
Accusano i coetanei per azioni proprie
Disturbo di condotta
E’ una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui i
diritti degli altri e le regole societarie vengono violate.
Aggressione a persone, distruzione di proprietà frode e furto
È un disturbo che evolve in età adulta in disturbo antisociale
31. Bordeline cognitivi
Anche gli alunni con potenziali intellettivi
non ottimali, descritti generalmente con le
espressioni di funzionamento cognitivo
(intellettivo) limite (o borderline), (che
non rientrano nelle leggi 104 o 170) -
richiedono particolare considerazione. Si
può stimare che questi casi si aggirino
intorno al 2,5% dell’intera popolazione
scolastica.
32. Borderline cognitivi
Si tratta di bambini o ragazzi il cui QI
globale (quoziente intellettivo) risponde a
una misura che va dai 70 agli 85 punti.
Se adeguatamente sostenuti e indirizzati
verso i percorsi scolastici più consoni alle
loro caratteristiche, gli interessati
potranno avere una vita normale. Gli
interventi educativi e didattici hanno come
sempre un’importanza fondamentale.
33. Area dello svantaggio socioeconomico,
linguistico e culturale
La Direttiva, a tale proposito, ricorda che “ogni
alunno, con continuità o per determinati periodi, può
manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi
fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi
psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che
le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.
Tali tipologie di BES dovranno
essere individuate sulla base di elementi oggettivi
(come ad es. una segnalazione degli operatori dei
servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni
psicopedagogiche e didattiche.
34. Cosa si può fare?
• attivare percorsi individualizzati e personalizzati
• adottare strumenti compensativi e misure dispensative
A differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le
misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere
transitorio.
Per alunni stranieri si potrà adottare la dispensa della lettura a voce
alta…. ma avrà carattere transitorio
In ogni caso, non si potrà accedere alla dispensa dalle prove
scritte di lingua straniera se non in presenza di uno specifico
disturbo clinicamente diagnosticato, secondo quanto previsto
dall’art. 6 del DM n. 5669 del 12 luglio 2011 e dalle allegate Linee
guida.
Area dello svantaggio socioeconomico,
linguistico e culturale
35. DM 27/12/2012
circolare 8/2013
Fermo restando l'obbligo di presentazione delle
certificazioni per l'esercizio dei diritti conseguenti
alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito
doveroso dei Consigli di classe indicare in quali
altri casi sia opportuna e necessaria l’ adozione
di una personalizzazione della didattica ed
eventualmente di misure compensative o
dispensative, nella prospettiva di una presa in
carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.
36. Piano didattico personalizzato
Per gli alunni con bisogni educativi speciali è allora
necessario elaborare Piano Didattico Personalizzato, che
serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti
ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le
strategie di intervento programmate.
Le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli di
classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica
presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di
carattere psicopedagogico e didattico –possono avvalersi
per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli
strumenti compensativi e delle misure dispensative previste
dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 (DM
5669/2011), meglio descritte nelle allegate Linee guida.
38. STORIA Strategie metodologiche e didattiche in
itinere e durante le verifiche
Usare linguaggi comunicativi diversi: iconografico e parlato
Usare schemi e mappe concettuali
Insegnare l’uso di elementi extratestuali per lo studio :
titolo, paragrafi, immagini
Promuovere inferenze, integrazioni e collegamenti con le
altre discipline (apprendimento significativo)
Offrire anticipatamente e in itinere schemi, grafi relativi
all’argomento di studio per orientare l’alunno nella
discriminazione delle informazioni essenziali
Privilegiare l’apprendimento esperienziale, la didattica
cooperativa e il tutoring
Promuovere i processi metacognitivi per sollecitare
l’autocontrollo e l’autovalutazione dei processi di
apprendimento
39. STORIA MISURE DISPENSATIVE
Lettura a voce alta e scrittura sottodettatura
Prendere appunti, copiare dalla lavagna
Consegnare i compiti nei tempi stabiliti per la classe
Quantità eccessiva di compiti a casa
Studio mnemonico di date, formule…
40. STORIA STRUMENTI COMPENSATIVI
Uso di programmi di videoscrittura e correttore ortografico
Registrazione e risorse audio: sintesi vocale, audiolibri e
libri digitali
Sw didattici specifici
Fornire domande guida prima delle verifiche o
interrogazioni
Uso di schemi , mappe e sintesi
41. Unanimità del CdC
In ultima analisi, al di là delle distinzioni sopra
esposte, soltanto quando i CdC siano unanimemente
concordi nel valutare l’efficacia di ulteriori strumenti
-in presenza di richieste dei genitori accompagnate da
diagnosi che però non hanno dato diritto alla
certificazione di disabilità o nel caso di difficoltà non
meglio specificate -questo potrà indurre l’uso di un
PDP.
E’ quindi facoltà dei Consigli di classe
individuare –eventualmente anche sulla base di
criteri generali stabiliti dal Collegio dei docenti –casi
specifici non ricadenti nei disturbi clinicamente
riscontrabili, per i quali sia possibile attivare
percorsi di studio individualizzati e
personalizzati, formalizzati nel PDP. Si sottolinea
la necessità di motivare e verbalizzare le misure
adottate al fine di evitare contenzioso con le famiglie.
42. Sitografia e Bibliografia
Alunni con BES, Ianes e Cramerotti, Erickson
Index per l’inclusione: una proposta per lo
sviluppo inclusivo della scuola”, Erickson
Inclusività e bisogni educativi speciali
http://sostegnobes.wordpress.com/