SlideShare a Scribd company logo
1 of 52
Download to read offline
La valutazione
Parent training 2008/2009
Team autismo NR2
I.R.C.C.S . E. MEDEA
Valutare un bambino significa riconoscere le sue
competenze suddivise per aree di funzionamento
Il riconoscimento delle sue competenze permette di
individuare le aree di intervento
Le aree di intervento costituiscono la base del “ contrattoLe aree di intervento costituiscono la base del “ contratto
educativo, cioè cosa decidiamo di insegnare
Le priorità possono infatti essere diverse da bambino a
bambino, anche se hanno competenze simili.
Il contratto implica un patto e una corresponsabilità
Quando insegniamo una abilità a un bambino con
autismo dobbiamo considerare la sua difficoltà a
“generalizzare”
Questo significa che il suo apprendimento è
condizionato alla modalità di insegnamento
CosaCosa
Come
Chi
Dove
Quando
Questo significa che la valutazione deve tenere conto
di questo
…ma a casa lo sa fare…non è una buona indicazione del
suo apprendimento
Come del resto…al centro….a scuola…lo sa fare!!
Apprendimento è indipendente dal
Cosa
Come
Chi
Dove
Quando
Valutazioni cliniche
Valutazioni funzionali
Nel progetto educativo vengono considerate entrambeNel progetto educativo vengono considerate entrambe
le valutazioni
La valutazione è un punto di partenza che ci guida
nella programmazione delle attività cioè delle funzioni
che vogliamo insegnare
Competenze da valutare
Da chi raccogliere le informazioni
Genitori
Educatori
Specialisti
Diverse fonti
Non solo cosa sa fare ma come usa ciò che sa fare
Abilità di base
sit scan and see
Sedersi
Osservare
Guardare
Aspettare
Se queste abilità non sono presenti vanno
insegnate , prima di qualsiasi altra abilità
Abilità di base
Cooperazione e efficacia del rinforzo
Abilità di performance su stimoli visivi
Linguaggio ricettivo
Imitazione motoria
Imitazione verbale (ecoichs)
Richiesta ( mands)
Linguaggio espressivo ( etichette-tacts)
Intraverbale
Vocalizzazioni spontanee
Intraverbale
Vocalizzazioni spontanee
Sintassi e grammatica
Gioco e attività piacevoli
Competenze sociali
Partecipazione attività gruppo
Routine della classe
Risposte in generalizzazione
Abilità accademiche ( lettura- scrittura)
Abilità motorie( fino motorie- grosso motorie)
Autonomie ( mangiare, vestirsi, lavarsi, toilette)
Prevedere risposte alle esigenze di assistenza, cura e
riabilitazione attraverso percorsi specifici basati sulla
valutazione dei singoli casi…..
Oppure rifarsi a gruppi di appartenenza
Linee guida
Linee guida internazionali (American Academy of
Neurology, of Pediatrics ETC)
Linee guida nazionali
Linee guida regionali ( aprile 2008)
S.I.N.P.I.A.
Protocollo diagnostico
La questione è legata alla controversia di alcune valutazioniLa questione è legata alla controversia di alcune valutazioni
implicate “unicamente “ (?) in un percorso di diagnosi
differenziale
Vedi protocolli
Applicazione di alberi decisionali ( più complesso!!)
Le linee guida suggeriscono le modalità di valutazione e di
intervento
Gli studi clinici danno indicazioni in merito alla
interpretazione dei trattamenti
Comportamento prelinguisticoComportamento prelinguistico
Direzione di sguardoDirezione di sguardo
Mostrare affetto positivoMostrare affetto positivo
Seguire lo sguardo e l’indicazioneSeguire lo sguardo e l’indicazioneSeguire lo sguardo e l’indicazioneSeguire lo sguardo e l’indicazione
Gesti convenzionaliGesti convenzionali
Vocalizzazioni comunicativeVocalizzazioni comunicative
Comprensione del linguaggioComprensione del linguaggio
Gioco simbolicoGioco simbolico
Sigman e Ruskin 99Sigman e Ruskin 99
Identificazione di sottotipi cliniciIdentificazione di sottotipi clinici
Filipek et al.J.Autism dev. Disorder 2003Filipek et al.J.Autism dev. Disorder 2003
Dawson et al.Arch, Ge,Psichiatry 2005Dawson et al.Arch, Ge,Psichiatry 2005
CONCON REGRESSIONEREGRESSIONE anomalie comportamentali precederebbero
la regressione linguistica, nell’ordine : attenzione congiunta,
babble e parole fra 18 e 24 mesi (media18-21), fino a 12 mesi
sviluppo regolaresviluppo regolare
SENZA REGRESSIONESENZA REGRESSIONE anomalie già presenti a 12 mesi, per il
comportamento comunicativo e mancanza attenzione congiunta
A 24 mesi i gruppi si sovrappongono come fenomenologia e
presentano anomalie per quanto riguarda la presenza di parole, le
vocalizzazioni, il pointing dichiarativo, il sorriso sociale , la
risposta al nome
Autismo essenziale e autismo complessoAutismo essenziale e autismo complesso
Miles J H et al 2005 Am J Med,Genet
Ho A et al 2005 J autism Dev Disorder
Autismo essenzialeAutismo essenziale
Maggior ereditabilità (4%
ricorrenza)
Autismo complessoAutismo complesso
Anomalie morfogenesi
Dismorfismi minori
ricorrenza)
Rapporto 5.1
maschi/femm.
Alto QI
Meno crisi epilettiche
% > autismo regressivo
Dismorfismi minori
Microcefalia/macrocefalia
Basso QI
Anmalie EEG aspecifiche
> crisi epilettiche
Anomalie RMN
Funzionalmente non verbali
Outcome della diagnosi precoceOutcome della diagnosi precoce
Outcome at 7 years of children diagnosed with autism at age 2;Outcome at 7 years of children diagnosed with autism at age 2;
predictive validity of assessment conducted at 2 and 3 years of agepredictive validity of assessment conducted at 2 and 3 years of age
and pattern of symtom change over time ( Charman et coll 2005)and pattern of symtom change over time ( Charman et coll 2005)
2 anni non predittivo sui 7 anni2 anni non predittivo sui 7 anni
3 anni predittivo sui 7 anni3 anni predittivo sui 7 anni
La traettoria dei sintomi autistici nel tempo cambia in differentiLa traettoria dei sintomi autistici nel tempo cambia in differentiLa traettoria dei sintomi autistici nel tempo cambia in differentiLa traettoria dei sintomi autistici nel tempo cambia in differenti
domini suggerendo che possano almeno in parte distinguersidomini suggerendo che possano almeno in parte distinguersi
Le variabilità aumentano con il tempo (variabilitàLe variabilità aumentano con il tempo (variabilità
linguaggio,anomalie del comportamento, QI non verbale)linguaggio,anomalie del comportamento, QI non verbale)
CAUTELA nella interpretazione della diagnosi aCAUTELA nella interpretazione della diagnosi a
due anni e ATTENZIONE alla comunicazione nondue anni e ATTENZIONE alla comunicazione non
verbale più informativa e stabile del punteggioverbale più informativa e stabile del punteggio
ottenuto con scale psicometricheottenuto con scale psicometriche
(J.Child,Psychol. Psichiatry)
OUT COME….
l’attenzione congiunta e la capacità di imitare misurate a 20
mesi correlano sia con le abilità comunicative che le abilità
sociali misurate a 42 mesi ( ADI-R))
le competenze comunicative non verbali misurate a due annile competenze comunicative non verbali misurate a due anni
correlano con le stesse abilità a 3, a 5, a 9aa.
Il QI correla nel tempo dal terzo anno in poi
Alcuni bambini presentano il loro massimo miglioramento
fra i 2 e 3 anni, altri fra il 4 e il 5
l’età considerata limite è 7 anni
La questione del trattamento è la questione della
scelta dell’unità di analisi
Una mappa
Una piantinaUna piantina
Una casa
Un muro
Un mattone
Perché ci focalizziamo sul comportamento
osservabile misurabile e sui suoi prodotti?
•Ci interessa il comportamento individuale•Ci interessa il comportamento individuale
•Rendere osservabile ciò che ci interessa, ci
permette di studiarlo in modo sistematico, in
modo oggettivo
Protocollo intervento educativo ( è una “questione”
perché costantemente rivisitata da nuovi apporti)
Intervento educativo strutturato…..la certezza!!
Integrazione modelli operativi…..la certezza!!
*A.B.A*A.B.A
*Verbal Behaviour
*Teacch
*Pecs
*Denver
Integrazione …..la certezza!!
Cornice teorica di riferimento
Lo studio scientifico
Descrivere
Spiegare
Predire
Controllare
Diagnosi effettuate a 18 /24 mesi predittive
(Charman et al 2005, Moore e Goodson 2003)
Indicatori fra i 12 e 24 mesi
-AOSI
-CSBS_DP ( Infant Toddler Checklist)
-ESAT ( early screening of autistic traits
questionnaire)
-First Year Inventory
Perché un apprendimento si mantiene ?
Se vogliamo insegnare qualcosa…
cioè produrre un cambiamento…
cioè un comportamentocioè un comportamento
Dobbiamo studiare cosa
può mantenerlo nel tempo,
renderlo stabile
generalizzarlo
La questione diventa allora quella di
ottenere una descrizione del
comportamento, anche quello problematico,
e identificare possibili fattori ambientali che
controllano quel comportamento econtrollano quel comportamento e
scegliere una strategia appropriata di
trattamento per modificare il
comportamento e valutarne i risultati
Sindrome autistica
Oggi il disturbo è riconosciuto come organico ad etiologia
complessa
Il fallimento di programmi educativi può risiedere nel fattoIl fallimento di programmi educativi può risiedere nel fatto
che non si tiene sufficentemente conto delle modalità con
cui l’organismo autistico reagisce e agisce nel suo ambiente
Il comportamento autistico ha peculiarità comuni ma la
loro espressione varia enormemente da un soggetto
all’altro
* La non acquisizione della attenzione congiunta preclude
l’acquisizione del linguaggio ( Sigma e Ruskin 99)
* La mancanza di parole non induce gesti comunicativi ( mostrare,
chiedere, indicare, scuotere il capo o altro) ma induce gesti non
convenzionali ( autoaggressività, comportamento distruttivo,convenzionali ( autoaggressività, comportamento distruttivo,
collera etc)
* Gioco funzionale e gioco simbolico correlano con il linguaggio
ricettivo ed espressivo ( deficit di simbolizzazione)
ConclusioniConclusioni:
Risultati analoghi se il trattamentoRisultati analoghi se il trattamento
intensivo viene effettuato da operatori ointensivo viene effettuato da operatori o
da genitori supervisionatida genitori supervisionatida genitori supervisionatida genitori supervisionati
Purchè mantenga le caratteristiche dellaPurchè mantenga le caratteristiche della
IntensitàIntensità
ContinuitàContinuità
Applicazione sistematica di procedure derivate dalleApplicazione sistematica di procedure derivate dalle
teorie dell’apprendimento al fine di migliorare ilteorie dell’apprendimento al fine di migliorare il
comportamento socialmente significativo ecomportamento socialmente significativo ecomportamento socialmente significativo ecomportamento socialmente significativo e
dimostrazione sperimentale che le proceduredimostrazione sperimentale che le procedure
utilizzate sono responsabili dell’apprendimento e delutilizzate sono responsabili dell’apprendimento e del
miglioramento comportamentalemiglioramento comportamentale
Necessità di mutuare esperienze diverse da approcci affiniNecessità di mutuare esperienze diverse da approcci affini
TEACCHTEACCH
ABAABA
DENVERDENVER
Et al…………Et al…………Et al…………Et al…………
La specificità di ciascun bambino e quindi di ciascunLa specificità di ciascun bambino e quindi di ciascun
progetto riabilitativo impone di declinare unaprogetto riabilitativo impone di declinare una
programmazione che dichiari a priori la modalità utilizzata,programmazione che dichiari a priori la modalità utilizzata,
la base line e gli indicatori di outcome utilizzati.la base line e gli indicatori di outcome utilizzati.
La vera questione è la promozione della
generalizzazione
Studio ABA +TEACCH
Maggior efficacia nel mantenimento dellaMaggior efficacia nel mantenimento della
generalizzazione
Perchè?
Uso dei rinforzi
Setting multipli
Interazione con diversi interlocutori
Circolarità delle acquisizioni
Attenzione congiunta verso comportamento comunicativo
Comportamento comunicativo verso riduzioneComportamento comunicativo verso riduzione
comportamenti problema
Incremento dei comportamenti sociali verso incremento
dei comportamenti comunicativi
Stabilire delle relazioni funzionali, cioè
delle connessioni
Osservabili
Manipolabili
Riproducibili
Permette non solo la generalizzazione dei
comportamenti ottenuti( anche i
comportamenti verbali), ma anche il loro
incremento e la loro miglior qualificazione
Perché allora avvicinarsi ad un approccio di questo tipo?
Perché ha delle regole chiare e una metodologia
replicabile…
È misurabile
È modificabile
È osservabile
È generalizzabile
Division TEACCH ( Susan Boswell 2005)
Limitare il linguaggio e cercare di ripetere le
stesse parole nelle stesse situazioni
Usare frasi brevi e comprensibili
Parlare chiaramente senza anticipare il bambino
Usare supporti visivi
Imitare quello che il bambino dice ed espandere
quanto pronunciato
Descrivere quello che il bambino dice mentre si è
vicini a lui
Usare gesti o altri stimoli visivi per accompagnare
il linguaggio verbale
La questione diventa allora quella di cominciare a
pensare che è possibile insegnare un comportamento
verbale…partendo dalla sua scomposizione più
piccola, cioè l’atto comunicativo come intento
comunicativo, cominciando a pensare che anche un
comportamento che non appartiene ancora alcomportamento che non appartiene ancora al
bambino può essere insegnato, attraverso una fase di
SHAPING, cioè di apprendimenti semplici che si
complessificano sempre di più, progressivamente
rinforzati ( cioè mantenuti) da rinforzi controllati.
Pensare che esiste una gradualità nell’apprendimento di
qualsiasi comportamento e che non è possibile accedere a
un comportamento più complesso senza avere imparato i
sottocomportamenti che lo compongonosottocomportamenti che lo compongono
Pensare che ogni apprendimento deve essere
verificato, misurato, riprodotto e generalizzato e che
ogni fase riserva delle sorprese o dei problemi che
dovremo imparare a conoscere per poter controllare
L intervento educativo si caratterizza per un
intervento individualizzato , precoce, intensivo,
integrato e sostenibile…. una integrazione fra le
diverse componenti dell’analisi comportamentale e
metodologie in funzione dei punti di forza e di
debolezza di ogni bambino.debolezza di ogni bambino.
Gli interventi sono basati sui principi dell’analisi del
comportamento modernamente declinati in termini
evolutivi (Novak, 1999; Bijou, 1997; Anchisi, Dessy e
Moderato, 1996).
Dove ci viene suggerito di andare dalle linee guida
Nel nostro modello di riferimento il termine intensivo non implica una durata
predefinita dell’intervento, in altre parole non si parte dal “dogma” delle 40 ore
settimanali; la definizione della durata dell’intervento si basa sulla valutazione delle
necessità del bambino, dei suoi punti di forza, delle risorse della famiglia, della
collaborazione con le istituzioni scolastiche e con i servizi sanitari.
Il termine “intensivo” certamente richiede di attivare una nuova dimensione di vita,
per il bambino e per la famiglia. Per quel che riguarda il bambino, si tratta di
organizzare una serie di situazioni programmate, nell’ambito delle quali egli possaorganizzare una serie di situazioni programmate, nell’ambito delle quali egli possa
confrontarsi con nuove esperienze, nuove attività e nuovi modelli di relazione. Ciò,
soprattutto all’inizio, richiede “tempo”: tempo per conoscere il bambino, tempo per
formulare un progetto personalizzato, tempo per verificare le sue risposte ed adattare a
esse il progetto. L’indicazione che deriva dall’esperienza internazionale fa riferimento
ad un tempo non inferiore alle 18 ore settimanali (NRC, 2001). Nella nostra
situazione, questo può essere considerato un punto di arrivo. Quello di partenza
dipende da molteplici fattori, soprattutto dalla capacità di costruire un sistema curante
in cui diversi attori sono agenti di cambiamento.
Riferimento MIPIA ( IESCUM)
Individualizzato: ogni intervento si basa su una
prima fase di valutazione, sulla creazione di un
curriculum che viene aggiornato e ricalibrato
periodicamente e sull’applicazione di procedure
di insegnamento-apprendimento adattate alledi insegnamento-apprendimento adattate alle
esigenze del bambino.
Precoce: la precocità permette una più adeguata
sistematizzazione e riorganizzazione interna delle
esperienze e delle interazioni del bambino, in quanto si
ha la possibilità di “operare” in un periodo in cui le
strutture encefaliche non hanno assunto una definita
specializzazione funzionale e le funzioni mentali,specializzazione funzionale e le funzioni mentali,
pertanto, sono in fase di attiva maturazione e
differenziazione (Guaralnik, 1998; Dawson et al., 2001).
Intensivo: i bambini con autismo e con disturbo
generalizzato dello sviluppo hanno difficoltà strutturali
nell’interazione con il mondo, cioè le loro interazioni sono
raramente spontanee, poco efficienti in termini della
quantità di esperienza tesaurizzata come ricordo, e
distorte da compromissioni neurologiche di cui non èdistorte da compromissioni neurologiche di cui non è
ancora chiara la completa portata.
Interventi intensivi sono quindi necessari per compensare
almeno in parte tutte queste limitazioni.
Integrato: il modello si propone di utilizzare in modo
integrato e strategico diverse componenti metodologiche
dell’analisi comportamentale applicata (Discrete Trial
Teaching, Natural Environmental Teaching, Verbal
Behavior Teaching, Incidental Teaching, Natural Language
Paradigm, Pivotal Response Training, PECS etc.) in
funzione delle caratteristiche e dei bisogni prioritari delfunzione delle caratteristiche e dei bisogni prioritari del
bambino.
Discrete Trial Teaching:
i bambini con autismo spesso dimostrano di avere gravi
difficoltà di apprendimento e l’approccio DTT può aiutare a
compensare le difficoltà di attenzione, la bassa motivazione,
il controllo dello stimolo, la generalizzazione e la
comunicazione.comunicazione.
Natural Environmental Teaching:
ABA non significa solo bambino e tutor a tavolino, con
programmi strutturati e rinforzatori davanti a loro, (come
spesso viene rappresentata l’icona classica dell’ABA). Il
bambino può e deve imparare a imparare in tutti gli ambienti.
Affinchè la generalizzazione degli apprendimenti siaAffinchè la generalizzazione degli apprendimenti sia
funzionale, deve essere programmata già dall’inizio. E un
modo per fare questo è utilizzare il Natural Environmental
Teaching (NET).
Nel Natural Environmental Teaching (NET) l’insegnante
utilizza materiali, e crea attività nell’ambiente naturale del
bambino
Verbal Behavior Teaching:
molti bambini diventeranno vocali, altri no, ma
questo non significa che non possano diventare
verbali, cioè che non siano in grado di sviluppare
un repertorio ricettivo, espressivo, imitativo,
comunicativo e intraverbale in assenza dicomunicativo e intraverbale in assenza di
vocalizzazioni. Skinner (1953) ha descritto il
comportamento verbale in termini di relazione
funzionale tra i tre termini della contingenza
(antecedente-comportamento-conseguenza)
Incidental Teaching:
l’insegnamento incidentale avviene sfruttando gli
avvenimenti che normalmente accadono durante la
giornata. L’obiettivo va comunque definito a priori per
utilizzare al meglio le opportunità dell’insegnamento
incidentale.incidentale.
Sostenibile: quando si parla di sostenibilità spesso ci si
riferisce principalmente all’impatto economico delle terapie,
che rappresenta un indubbio problema. Ma il termine
sostenibilità possiede anche accezioni diverse, ad esempio la
sostenibilità intesa come risorse socioculturali, emotive e
motivazionali dei genitori e dell’intero sistema famiglia, come
integrazione delle tecniche comportamentali negli interventiintegrazione delle tecniche comportamentali negli interventi
scolastici e in quelli erogati dai servizi sociosanitari.
Quindi la sostenibilità definisce il miglior punto di equilibrio
tra l’efficacia teorica (efficacy) di un intervento e l’efficacia
applicata (effectiveness) di quell’intervento in uno specifico
contesto familiare, scolastico, sanitario e comunitario di
riferimento.
Risultati
Acquisizione
Generalizzazione
Mantenimento
Trasferire una prassi
Questione di competenza e di verificabilità del proprio operato
Attingendo alle competenze “altrui” e alla verificabilità del loro
operato
Sappiamo che l’importante è avere
obbiettivi condivisi!!..sarebbe un bel
bersaglio!!
Team Autismo NR2

More Related Content

What's hot

Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...Istituto Walden
 
Neuropsicologia lezione valutazione nps
Neuropsicologia lezione valutazione npsNeuropsicologia lezione valutazione nps
Neuropsicologia lezione valutazione npsiva martini
 
Il modello-comportamentale-aba
Il modello-comportamentale-abaIl modello-comportamentale-aba
Il modello-comportamentale-abaimartini
 
Funzioni esecutive
Funzioni esecutiveFunzioni esecutive
Funzioni esecutiveimartini
 
Andria scialdone c
Andria scialdone cAndria scialdone c
Andria scialdone cimartini
 
linguaggio comunicazione
linguaggio comunicazionelinguaggio comunicazione
linguaggio comunicazioneimartini
 
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...Istituto Walden
 
Dispensa corso ipertesto diagnosi e valutazione nell'autismo
Dispensa corso ipertesto diagnosi e valutazione nell'autismoDispensa corso ipertesto diagnosi e valutazione nell'autismo
Dispensa corso ipertesto diagnosi e valutazione nell'autismoassociazione ipertesto
 
Disprassia
DisprassiaDisprassia
Disprassiaimartini
 
26 01-08 psicologia dello sviluppo
26 01-08 psicologia dello sviluppo26 01-08 psicologia dello sviluppo
26 01-08 psicologia dello sviluppoiva martini
 
I modelli della comunicazione musicale
I modelli della comunicazione musicaleI modelli della comunicazione musicale
I modelli della comunicazione musicaleMichele Giacobazzi
 
WISC-intervento-S.-Brescia_compressed.pdf
WISC-intervento-S.-Brescia_compressed.pdfWISC-intervento-S.-Brescia_compressed.pdf
WISC-intervento-S.-Brescia_compressed.pdfAnaPiaPiancatelli
 
Il modello di Tomasello sull'origine della comunicazione e le sue implicazion...
Il modello di Tomasello sull'origine della comunicazione e le sue implicazion...Il modello di Tomasello sull'origine della comunicazione e le sue implicazion...
Il modello di Tomasello sull'origine della comunicazione e le sue implicazion...Portale Autismo
 
Dislessia e dsa: quadri clinici e modelli teorici
Dislessia e dsa: quadri clinici e modelli teoriciDislessia e dsa: quadri clinici e modelli teorici
Dislessia e dsa: quadri clinici e modelli teoriciPrimariaLSantucci
 
2 le principali teorie psicoped. 700-800-900 -1parte
2  le principali teorie psicoped. 700-800-900 -1parte2  le principali teorie psicoped. 700-800-900 -1parte
2 le principali teorie psicoped. 700-800-900 -1parteSalvio2000
 
Griglia osservazione capacità
Griglia osservazione capacitàGriglia osservazione capacità
Griglia osservazione capacitàimartini
 
SLIDE COMPORTAMENTO PROBLEMA parte prima
SLIDE COMPORTAMENTO PROBLEMA parte primaSLIDE COMPORTAMENTO PROBLEMA parte prima
SLIDE COMPORTAMENTO PROBLEMA parte primasilgio
 

What's hot (20)

Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
Dott.ssa Delia Bellifemine: Il trattamento delle stereotipie vocali in due ba...
 
Neuropsicologia lezione valutazione nps
Neuropsicologia lezione valutazione npsNeuropsicologia lezione valutazione nps
Neuropsicologia lezione valutazione nps
 
Il modello-comportamentale-aba
Il modello-comportamentale-abaIl modello-comportamentale-aba
Il modello-comportamentale-aba
 
Funzioni esecutive
Funzioni esecutiveFunzioni esecutive
Funzioni esecutive
 
Andria scialdone c
Andria scialdone cAndria scialdone c
Andria scialdone c
 
Griglia autismp
Griglia autismpGriglia autismp
Griglia autismp
 
linguaggio comunicazione
linguaggio comunicazionelinguaggio comunicazione
linguaggio comunicazione
 
Disabilità intellettive
Disabilità intellettiveDisabilità intellettive
Disabilità intellettive
 
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
Dott.ssa Chiara Magaudda, dott.ssa Eleonora Mattei: L'intervento ABA in class...
 
Dispensa corso ipertesto diagnosi e valutazione nell'autismo
Dispensa corso ipertesto diagnosi e valutazione nell'autismoDispensa corso ipertesto diagnosi e valutazione nell'autismo
Dispensa corso ipertesto diagnosi e valutazione nell'autismo
 
Disprassia
DisprassiaDisprassia
Disprassia
 
26 01-08 psicologia dello sviluppo
26 01-08 psicologia dello sviluppo26 01-08 psicologia dello sviluppo
26 01-08 psicologia dello sviluppo
 
I modelli della comunicazione musicale
I modelli della comunicazione musicaleI modelli della comunicazione musicale
I modelli della comunicazione musicale
 
WISC-intervento-S.-Brescia_compressed.pdf
WISC-intervento-S.-Brescia_compressed.pdfWISC-intervento-S.-Brescia_compressed.pdf
WISC-intervento-S.-Brescia_compressed.pdf
 
Il modello di Tomasello sull'origine della comunicazione e le sue implicazion...
Il modello di Tomasello sull'origine della comunicazione e le sue implicazion...Il modello di Tomasello sull'origine della comunicazione e le sue implicazion...
Il modello di Tomasello sull'origine della comunicazione e le sue implicazion...
 
Dislessia e dsa: quadri clinici e modelli teorici
Dislessia e dsa: quadri clinici e modelli teoriciDislessia e dsa: quadri clinici e modelli teorici
Dislessia e dsa: quadri clinici e modelli teorici
 
2 le principali teorie psicoped. 700-800-900 -1parte
2  le principali teorie psicoped. 700-800-900 -1parte2  le principali teorie psicoped. 700-800-900 -1parte
2 le principali teorie psicoped. 700-800-900 -1parte
 
Elementi di psicologia
Elementi di psicologiaElementi di psicologia
Elementi di psicologia
 
Griglia osservazione capacità
Griglia osservazione capacitàGriglia osservazione capacità
Griglia osservazione capacità
 
SLIDE COMPORTAMENTO PROBLEMA parte prima
SLIDE COMPORTAMENTO PROBLEMA parte primaSLIDE COMPORTAMENTO PROBLEMA parte prima
SLIDE COMPORTAMENTO PROBLEMA parte prima
 

Similar to Aba valutazione

Disturbi spettro autistico -
Disturbi spettro autistico - Disturbi spettro autistico -
Disturbi spettro autistico - CTI_Area_Ulss7
 
20100702 bonifacio andrea-02
20100702 bonifacio andrea-0220100702 bonifacio andrea-02
20100702 bonifacio andrea-02imartini
 
20100702 bonifacio andrea-02
20100702 bonifacio andrea-0220100702 bonifacio andrea-02
20100702 bonifacio andrea-02imartini
 
Form miotello v
Form miotello  vForm miotello  v
Form miotello vimartini
 
Autismo bicocca
Autismo bicocca Autismo bicocca
Autismo bicocca imartini
 
Tesi completa autismo
Tesi completa autismoTesi completa autismo
Tesi completa autismoDrosinula
 
Quadri clinici _diagnosi
Quadri clinici _diagnosiQuadri clinici _diagnosi
Quadri clinici _diagnosiimartini
 
Batistini v
Batistini vBatistini v
Batistini vimartini
 
2. dr. giuseppe_maurizio_arduino_centro_autismo_e_sindrome_di_asperger_asl_cn...
2. dr. giuseppe_maurizio_arduino_centro_autismo_e_sindrome_di_asperger_asl_cn...2. dr. giuseppe_maurizio_arduino_centro_autismo_e_sindrome_di_asperger_asl_cn...
2. dr. giuseppe_maurizio_arduino_centro_autismo_e_sindrome_di_asperger_asl_cn...imartini
 
Npi e psicofarmaci
Npi e psicofarmaciNpi e psicofarmaci
Npi e psicofarmacimilanmoon
 
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsaNosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsaimartini
 
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa b
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa bNosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa b
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa bimartini
 
Fedeli 13.12.11 c
Fedeli   13.12.11 cFedeli   13.12.11 c
Fedeli 13.12.11 cimartini
 
2. lezione osservazione nido
2. lezione osservazione nido2. lezione osservazione nido
2. lezione osservazione nidoimartini
 
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidaiAdhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidaiimartini
 
condotta dist
condotta distcondotta dist
condotta distimartini
 

Similar to Aba valutazione (20)

Autismo
AutismoAutismo
Autismo
 
Disturbi spettro autistico -
Disturbi spettro autistico - Disturbi spettro autistico -
Disturbi spettro autistico -
 
20100702 bonifacio andrea-02
20100702 bonifacio andrea-0220100702 bonifacio andrea-02
20100702 bonifacio andrea-02
 
20100702 bonifacio andrea-02
20100702 bonifacio andrea-0220100702 bonifacio andrea-02
20100702 bonifacio andrea-02
 
Form miotello v
Form miotello  vForm miotello  v
Form miotello v
 
Autismo bicocca
Autismo bicocca Autismo bicocca
Autismo bicocca
 
Tesi completa autismo
Tesi completa autismoTesi completa autismo
Tesi completa autismo
 
Quadri clinici _diagnosi
Quadri clinici _diagnosiQuadri clinici _diagnosi
Quadri clinici _diagnosi
 
Linee_guida_adhd.pdf
Linee_guida_adhd.pdfLinee_guida_adhd.pdf
Linee_guida_adhd.pdf
 
Batistini v
Batistini vBatistini v
Batistini v
 
2. dr. giuseppe_maurizio_arduino_centro_autismo_e_sindrome_di_asperger_asl_cn...
2. dr. giuseppe_maurizio_arduino_centro_autismo_e_sindrome_di_asperger_asl_cn...2. dr. giuseppe_maurizio_arduino_centro_autismo_e_sindrome_di_asperger_asl_cn...
2. dr. giuseppe_maurizio_arduino_centro_autismo_e_sindrome_di_asperger_asl_cn...
 
Npi e psicofarmaci
Npi e psicofarmaciNpi e psicofarmaci
Npi e psicofarmaci
 
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsaNosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa
 
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa b
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa bNosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa b
Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa b
 
Fedeli 13.12.11 c
Fedeli   13.12.11 cFedeli   13.12.11 c
Fedeli 13.12.11 c
 
Fedeli 13.12.11
Fedeli   13.12.11Fedeli   13.12.11
Fedeli 13.12.11
 
2. lezione osservazione nido
2. lezione osservazione nido2. lezione osservazione nido
2. lezione osservazione nido
 
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidaiAdhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
Adhd strategie-educative-e-didattiche-dott.ssa-erica-menotti-aidai
 
TOSCANA - I DSA - Cornia
TOSCANA - I DSA - CorniaTOSCANA - I DSA - Cornia
TOSCANA - I DSA - Cornia
 
condotta dist
condotta distcondotta dist
condotta dist
 

More from imartini

2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismoimartini
 
Scheda bambino
Scheda bambinoScheda bambino
Scheda bambinoimartini
 
Subitizing
SubitizingSubitizing
Subitizingimartini
 
intelligenza emotiva
intelligenza emotivaintelligenza emotiva
intelligenza emotivaimartini
 
Il quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaIl quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaimartini
 
comunicazione_non_verbale
 comunicazione_non_verbale comunicazione_non_verbale
comunicazione_non_verbaleimartini
 
osservazione fattoei di rischio dsa
osservazione fattoei  di rischio dsaosservazione fattoei  di rischio dsa
osservazione fattoei di rischio dsaimartini
 
Prerequisiti
Prerequisiti Prerequisiti
Prerequisiti imartini
 
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura imartini
 
Dispensa dsa
Dispensa  dsaDispensa  dsa
Dispensa dsaimartini
 
Dentro ai dsa n
Dentro ai dsa nDentro ai dsa n
Dentro ai dsa nimartini
 
stili di apprendimento
stili di apprendimentostili di apprendimento
stili di apprendimentoimartini
 
Dsa fasce eta
Dsa  fasce etaDsa  fasce eta
Dsa fasce etaimartini
 
Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio imartini
 
prerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaprerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaimartini
 

More from imartini (20)

2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo
 
Scheda bambino
Scheda bambinoScheda bambino
Scheda bambino
 
Subitizing
SubitizingSubitizing
Subitizing
 
intelligenza emotiva
intelligenza emotivaintelligenza emotiva
intelligenza emotiva
 
Il quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaIl quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematica
 
comunicazione_non_verbale
 comunicazione_non_verbale comunicazione_non_verbale
comunicazione_non_verbale
 
Adhd u
Adhd uAdhd u
Adhd u
 
DSA
DSADSA
DSA
 
osservazione fattoei di rischio dsa
osservazione fattoei  di rischio dsaosservazione fattoei  di rischio dsa
osservazione fattoei di rischio dsa
 
Prerequisiti
Prerequisiti Prerequisiti
Prerequisiti
 
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
 
scrittura
scritturascrittura
scrittura
 
Dispensa dsa
Dispensa  dsaDispensa  dsa
Dispensa dsa
 
Dentro ai dsa n
Dentro ai dsa nDentro ai dsa n
Dentro ai dsa n
 
dislessia
dislessiadislessia
dislessia
 
stili di apprendimento
stili di apprendimentostili di apprendimento
stili di apprendimento
 
DSA
DSADSA
DSA
 
Dsa fasce eta
Dsa  fasce etaDsa  fasce eta
Dsa fasce eta
 
Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio
 
prerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaprerequisiti della scrittura
prerequisiti della scrittura
 

Aba valutazione

  • 1. La valutazione Parent training 2008/2009 Team autismo NR2 I.R.C.C.S . E. MEDEA
  • 2. Valutare un bambino significa riconoscere le sue competenze suddivise per aree di funzionamento Il riconoscimento delle sue competenze permette di individuare le aree di intervento Le aree di intervento costituiscono la base del “ contrattoLe aree di intervento costituiscono la base del “ contratto educativo, cioè cosa decidiamo di insegnare Le priorità possono infatti essere diverse da bambino a bambino, anche se hanno competenze simili. Il contratto implica un patto e una corresponsabilità
  • 3. Quando insegniamo una abilità a un bambino con autismo dobbiamo considerare la sua difficoltà a “generalizzare” Questo significa che il suo apprendimento è condizionato alla modalità di insegnamento CosaCosa Come Chi Dove Quando
  • 4. Questo significa che la valutazione deve tenere conto di questo …ma a casa lo sa fare…non è una buona indicazione del suo apprendimento Come del resto…al centro….a scuola…lo sa fare!! Apprendimento è indipendente dal Cosa Come Chi Dove Quando
  • 5. Valutazioni cliniche Valutazioni funzionali Nel progetto educativo vengono considerate entrambeNel progetto educativo vengono considerate entrambe le valutazioni La valutazione è un punto di partenza che ci guida nella programmazione delle attività cioè delle funzioni che vogliamo insegnare
  • 6. Competenze da valutare Da chi raccogliere le informazioni Genitori Educatori Specialisti Diverse fonti Non solo cosa sa fare ma come usa ciò che sa fare
  • 7. Abilità di base sit scan and see Sedersi Osservare Guardare Aspettare Se queste abilità non sono presenti vanno insegnate , prima di qualsiasi altra abilità
  • 8. Abilità di base Cooperazione e efficacia del rinforzo Abilità di performance su stimoli visivi Linguaggio ricettivo Imitazione motoria Imitazione verbale (ecoichs) Richiesta ( mands) Linguaggio espressivo ( etichette-tacts) Intraverbale Vocalizzazioni spontanee Intraverbale Vocalizzazioni spontanee Sintassi e grammatica Gioco e attività piacevoli Competenze sociali Partecipazione attività gruppo Routine della classe Risposte in generalizzazione Abilità accademiche ( lettura- scrittura) Abilità motorie( fino motorie- grosso motorie) Autonomie ( mangiare, vestirsi, lavarsi, toilette)
  • 9. Prevedere risposte alle esigenze di assistenza, cura e riabilitazione attraverso percorsi specifici basati sulla valutazione dei singoli casi….. Oppure rifarsi a gruppi di appartenenza Linee guida
  • 10. Linee guida internazionali (American Academy of Neurology, of Pediatrics ETC) Linee guida nazionali Linee guida regionali ( aprile 2008) S.I.N.P.I.A.
  • 11. Protocollo diagnostico La questione è legata alla controversia di alcune valutazioniLa questione è legata alla controversia di alcune valutazioni implicate “unicamente “ (?) in un percorso di diagnosi differenziale Vedi protocolli Applicazione di alberi decisionali ( più complesso!!)
  • 12. Le linee guida suggeriscono le modalità di valutazione e di intervento Gli studi clinici danno indicazioni in merito alla interpretazione dei trattamenti
  • 13. Comportamento prelinguisticoComportamento prelinguistico Direzione di sguardoDirezione di sguardo Mostrare affetto positivoMostrare affetto positivo Seguire lo sguardo e l’indicazioneSeguire lo sguardo e l’indicazioneSeguire lo sguardo e l’indicazioneSeguire lo sguardo e l’indicazione Gesti convenzionaliGesti convenzionali Vocalizzazioni comunicativeVocalizzazioni comunicative Comprensione del linguaggioComprensione del linguaggio Gioco simbolicoGioco simbolico Sigman e Ruskin 99Sigman e Ruskin 99
  • 14. Identificazione di sottotipi cliniciIdentificazione di sottotipi clinici Filipek et al.J.Autism dev. Disorder 2003Filipek et al.J.Autism dev. Disorder 2003 Dawson et al.Arch, Ge,Psichiatry 2005Dawson et al.Arch, Ge,Psichiatry 2005 CONCON REGRESSIONEREGRESSIONE anomalie comportamentali precederebbero la regressione linguistica, nell’ordine : attenzione congiunta, babble e parole fra 18 e 24 mesi (media18-21), fino a 12 mesi sviluppo regolaresviluppo regolare SENZA REGRESSIONESENZA REGRESSIONE anomalie già presenti a 12 mesi, per il comportamento comunicativo e mancanza attenzione congiunta A 24 mesi i gruppi si sovrappongono come fenomenologia e presentano anomalie per quanto riguarda la presenza di parole, le vocalizzazioni, il pointing dichiarativo, il sorriso sociale , la risposta al nome
  • 15. Autismo essenziale e autismo complessoAutismo essenziale e autismo complesso Miles J H et al 2005 Am J Med,Genet Ho A et al 2005 J autism Dev Disorder Autismo essenzialeAutismo essenziale Maggior ereditabilità (4% ricorrenza) Autismo complessoAutismo complesso Anomalie morfogenesi Dismorfismi minori ricorrenza) Rapporto 5.1 maschi/femm. Alto QI Meno crisi epilettiche % > autismo regressivo Dismorfismi minori Microcefalia/macrocefalia Basso QI Anmalie EEG aspecifiche > crisi epilettiche Anomalie RMN Funzionalmente non verbali
  • 16. Outcome della diagnosi precoceOutcome della diagnosi precoce Outcome at 7 years of children diagnosed with autism at age 2;Outcome at 7 years of children diagnosed with autism at age 2; predictive validity of assessment conducted at 2 and 3 years of agepredictive validity of assessment conducted at 2 and 3 years of age and pattern of symtom change over time ( Charman et coll 2005)and pattern of symtom change over time ( Charman et coll 2005) 2 anni non predittivo sui 7 anni2 anni non predittivo sui 7 anni 3 anni predittivo sui 7 anni3 anni predittivo sui 7 anni La traettoria dei sintomi autistici nel tempo cambia in differentiLa traettoria dei sintomi autistici nel tempo cambia in differentiLa traettoria dei sintomi autistici nel tempo cambia in differentiLa traettoria dei sintomi autistici nel tempo cambia in differenti domini suggerendo che possano almeno in parte distinguersidomini suggerendo che possano almeno in parte distinguersi Le variabilità aumentano con il tempo (variabilitàLe variabilità aumentano con il tempo (variabilità linguaggio,anomalie del comportamento, QI non verbale)linguaggio,anomalie del comportamento, QI non verbale) CAUTELA nella interpretazione della diagnosi aCAUTELA nella interpretazione della diagnosi a due anni e ATTENZIONE alla comunicazione nondue anni e ATTENZIONE alla comunicazione non verbale più informativa e stabile del punteggioverbale più informativa e stabile del punteggio ottenuto con scale psicometricheottenuto con scale psicometriche (J.Child,Psychol. Psichiatry)
  • 17. OUT COME…. l’attenzione congiunta e la capacità di imitare misurate a 20 mesi correlano sia con le abilità comunicative che le abilità sociali misurate a 42 mesi ( ADI-R)) le competenze comunicative non verbali misurate a due annile competenze comunicative non verbali misurate a due anni correlano con le stesse abilità a 3, a 5, a 9aa. Il QI correla nel tempo dal terzo anno in poi Alcuni bambini presentano il loro massimo miglioramento fra i 2 e 3 anni, altri fra il 4 e il 5 l’età considerata limite è 7 anni
  • 18. La questione del trattamento è la questione della scelta dell’unità di analisi Una mappa Una piantinaUna piantina Una casa Un muro Un mattone
  • 19. Perché ci focalizziamo sul comportamento osservabile misurabile e sui suoi prodotti? •Ci interessa il comportamento individuale•Ci interessa il comportamento individuale •Rendere osservabile ciò che ci interessa, ci permette di studiarlo in modo sistematico, in modo oggettivo
  • 20. Protocollo intervento educativo ( è una “questione” perché costantemente rivisitata da nuovi apporti) Intervento educativo strutturato…..la certezza!! Integrazione modelli operativi…..la certezza!! *A.B.A*A.B.A *Verbal Behaviour *Teacch *Pecs *Denver Integrazione …..la certezza!!
  • 21. Cornice teorica di riferimento Lo studio scientifico Descrivere Spiegare Predire Controllare
  • 22. Diagnosi effettuate a 18 /24 mesi predittive (Charman et al 2005, Moore e Goodson 2003) Indicatori fra i 12 e 24 mesi -AOSI -CSBS_DP ( Infant Toddler Checklist) -ESAT ( early screening of autistic traits questionnaire) -First Year Inventory
  • 23. Perché un apprendimento si mantiene ? Se vogliamo insegnare qualcosa… cioè produrre un cambiamento… cioè un comportamentocioè un comportamento Dobbiamo studiare cosa può mantenerlo nel tempo, renderlo stabile generalizzarlo
  • 24. La questione diventa allora quella di ottenere una descrizione del comportamento, anche quello problematico, e identificare possibili fattori ambientali che controllano quel comportamento econtrollano quel comportamento e scegliere una strategia appropriata di trattamento per modificare il comportamento e valutarne i risultati
  • 25. Sindrome autistica Oggi il disturbo è riconosciuto come organico ad etiologia complessa Il fallimento di programmi educativi può risiedere nel fattoIl fallimento di programmi educativi può risiedere nel fatto che non si tiene sufficentemente conto delle modalità con cui l’organismo autistico reagisce e agisce nel suo ambiente Il comportamento autistico ha peculiarità comuni ma la loro espressione varia enormemente da un soggetto all’altro
  • 26. * La non acquisizione della attenzione congiunta preclude l’acquisizione del linguaggio ( Sigma e Ruskin 99) * La mancanza di parole non induce gesti comunicativi ( mostrare, chiedere, indicare, scuotere il capo o altro) ma induce gesti non convenzionali ( autoaggressività, comportamento distruttivo,convenzionali ( autoaggressività, comportamento distruttivo, collera etc) * Gioco funzionale e gioco simbolico correlano con il linguaggio ricettivo ed espressivo ( deficit di simbolizzazione)
  • 27. ConclusioniConclusioni: Risultati analoghi se il trattamentoRisultati analoghi se il trattamento intensivo viene effettuato da operatori ointensivo viene effettuato da operatori o da genitori supervisionatida genitori supervisionatida genitori supervisionatida genitori supervisionati Purchè mantenga le caratteristiche dellaPurchè mantenga le caratteristiche della IntensitàIntensità ContinuitàContinuità
  • 28. Applicazione sistematica di procedure derivate dalleApplicazione sistematica di procedure derivate dalle teorie dell’apprendimento al fine di migliorare ilteorie dell’apprendimento al fine di migliorare il comportamento socialmente significativo ecomportamento socialmente significativo ecomportamento socialmente significativo ecomportamento socialmente significativo e dimostrazione sperimentale che le proceduredimostrazione sperimentale che le procedure utilizzate sono responsabili dell’apprendimento e delutilizzate sono responsabili dell’apprendimento e del miglioramento comportamentalemiglioramento comportamentale
  • 29. Necessità di mutuare esperienze diverse da approcci affiniNecessità di mutuare esperienze diverse da approcci affini TEACCHTEACCH ABAABA DENVERDENVER Et al…………Et al…………Et al…………Et al………… La specificità di ciascun bambino e quindi di ciascunLa specificità di ciascun bambino e quindi di ciascun progetto riabilitativo impone di declinare unaprogetto riabilitativo impone di declinare una programmazione che dichiari a priori la modalità utilizzata,programmazione che dichiari a priori la modalità utilizzata, la base line e gli indicatori di outcome utilizzati.la base line e gli indicatori di outcome utilizzati.
  • 30. La vera questione è la promozione della generalizzazione Studio ABA +TEACCH Maggior efficacia nel mantenimento dellaMaggior efficacia nel mantenimento della generalizzazione Perchè? Uso dei rinforzi Setting multipli Interazione con diversi interlocutori
  • 31. Circolarità delle acquisizioni Attenzione congiunta verso comportamento comunicativo Comportamento comunicativo verso riduzioneComportamento comunicativo verso riduzione comportamenti problema Incremento dei comportamenti sociali verso incremento dei comportamenti comunicativi
  • 32. Stabilire delle relazioni funzionali, cioè delle connessioni Osservabili Manipolabili Riproducibili Permette non solo la generalizzazione dei comportamenti ottenuti( anche i comportamenti verbali), ma anche il loro incremento e la loro miglior qualificazione
  • 33. Perché allora avvicinarsi ad un approccio di questo tipo? Perché ha delle regole chiare e una metodologia replicabile… È misurabile È modificabile È osservabile È generalizzabile
  • 34. Division TEACCH ( Susan Boswell 2005) Limitare il linguaggio e cercare di ripetere le stesse parole nelle stesse situazioni Usare frasi brevi e comprensibili Parlare chiaramente senza anticipare il bambino Usare supporti visivi Imitare quello che il bambino dice ed espandere quanto pronunciato Descrivere quello che il bambino dice mentre si è vicini a lui Usare gesti o altri stimoli visivi per accompagnare il linguaggio verbale
  • 35. La questione diventa allora quella di cominciare a pensare che è possibile insegnare un comportamento verbale…partendo dalla sua scomposizione più piccola, cioè l’atto comunicativo come intento comunicativo, cominciando a pensare che anche un comportamento che non appartiene ancora alcomportamento che non appartiene ancora al bambino può essere insegnato, attraverso una fase di SHAPING, cioè di apprendimenti semplici che si complessificano sempre di più, progressivamente rinforzati ( cioè mantenuti) da rinforzi controllati.
  • 36. Pensare che esiste una gradualità nell’apprendimento di qualsiasi comportamento e che non è possibile accedere a un comportamento più complesso senza avere imparato i sottocomportamenti che lo compongonosottocomportamenti che lo compongono
  • 37. Pensare che ogni apprendimento deve essere verificato, misurato, riprodotto e generalizzato e che ogni fase riserva delle sorprese o dei problemi che dovremo imparare a conoscere per poter controllare
  • 38. L intervento educativo si caratterizza per un intervento individualizzato , precoce, intensivo, integrato e sostenibile…. una integrazione fra le diverse componenti dell’analisi comportamentale e metodologie in funzione dei punti di forza e di debolezza di ogni bambino.debolezza di ogni bambino. Gli interventi sono basati sui principi dell’analisi del comportamento modernamente declinati in termini evolutivi (Novak, 1999; Bijou, 1997; Anchisi, Dessy e Moderato, 1996).
  • 39. Dove ci viene suggerito di andare dalle linee guida
  • 40. Nel nostro modello di riferimento il termine intensivo non implica una durata predefinita dell’intervento, in altre parole non si parte dal “dogma” delle 40 ore settimanali; la definizione della durata dell’intervento si basa sulla valutazione delle necessità del bambino, dei suoi punti di forza, delle risorse della famiglia, della collaborazione con le istituzioni scolastiche e con i servizi sanitari. Il termine “intensivo” certamente richiede di attivare una nuova dimensione di vita, per il bambino e per la famiglia. Per quel che riguarda il bambino, si tratta di organizzare una serie di situazioni programmate, nell’ambito delle quali egli possaorganizzare una serie di situazioni programmate, nell’ambito delle quali egli possa confrontarsi con nuove esperienze, nuove attività e nuovi modelli di relazione. Ciò, soprattutto all’inizio, richiede “tempo”: tempo per conoscere il bambino, tempo per formulare un progetto personalizzato, tempo per verificare le sue risposte ed adattare a esse il progetto. L’indicazione che deriva dall’esperienza internazionale fa riferimento ad un tempo non inferiore alle 18 ore settimanali (NRC, 2001). Nella nostra situazione, questo può essere considerato un punto di arrivo. Quello di partenza dipende da molteplici fattori, soprattutto dalla capacità di costruire un sistema curante in cui diversi attori sono agenti di cambiamento. Riferimento MIPIA ( IESCUM)
  • 41. Individualizzato: ogni intervento si basa su una prima fase di valutazione, sulla creazione di un curriculum che viene aggiornato e ricalibrato periodicamente e sull’applicazione di procedure di insegnamento-apprendimento adattate alledi insegnamento-apprendimento adattate alle esigenze del bambino.
  • 42. Precoce: la precocità permette una più adeguata sistematizzazione e riorganizzazione interna delle esperienze e delle interazioni del bambino, in quanto si ha la possibilità di “operare” in un periodo in cui le strutture encefaliche non hanno assunto una definita specializzazione funzionale e le funzioni mentali,specializzazione funzionale e le funzioni mentali, pertanto, sono in fase di attiva maturazione e differenziazione (Guaralnik, 1998; Dawson et al., 2001).
  • 43. Intensivo: i bambini con autismo e con disturbo generalizzato dello sviluppo hanno difficoltà strutturali nell’interazione con il mondo, cioè le loro interazioni sono raramente spontanee, poco efficienti in termini della quantità di esperienza tesaurizzata come ricordo, e distorte da compromissioni neurologiche di cui non èdistorte da compromissioni neurologiche di cui non è ancora chiara la completa portata. Interventi intensivi sono quindi necessari per compensare almeno in parte tutte queste limitazioni.
  • 44. Integrato: il modello si propone di utilizzare in modo integrato e strategico diverse componenti metodologiche dell’analisi comportamentale applicata (Discrete Trial Teaching, Natural Environmental Teaching, Verbal Behavior Teaching, Incidental Teaching, Natural Language Paradigm, Pivotal Response Training, PECS etc.) in funzione delle caratteristiche e dei bisogni prioritari delfunzione delle caratteristiche e dei bisogni prioritari del bambino.
  • 45. Discrete Trial Teaching: i bambini con autismo spesso dimostrano di avere gravi difficoltà di apprendimento e l’approccio DTT può aiutare a compensare le difficoltà di attenzione, la bassa motivazione, il controllo dello stimolo, la generalizzazione e la comunicazione.comunicazione.
  • 46. Natural Environmental Teaching: ABA non significa solo bambino e tutor a tavolino, con programmi strutturati e rinforzatori davanti a loro, (come spesso viene rappresentata l’icona classica dell’ABA). Il bambino può e deve imparare a imparare in tutti gli ambienti. Affinchè la generalizzazione degli apprendimenti siaAffinchè la generalizzazione degli apprendimenti sia funzionale, deve essere programmata già dall’inizio. E un modo per fare questo è utilizzare il Natural Environmental Teaching (NET). Nel Natural Environmental Teaching (NET) l’insegnante utilizza materiali, e crea attività nell’ambiente naturale del bambino
  • 47. Verbal Behavior Teaching: molti bambini diventeranno vocali, altri no, ma questo non significa che non possano diventare verbali, cioè che non siano in grado di sviluppare un repertorio ricettivo, espressivo, imitativo, comunicativo e intraverbale in assenza dicomunicativo e intraverbale in assenza di vocalizzazioni. Skinner (1953) ha descritto il comportamento verbale in termini di relazione funzionale tra i tre termini della contingenza (antecedente-comportamento-conseguenza)
  • 48. Incidental Teaching: l’insegnamento incidentale avviene sfruttando gli avvenimenti che normalmente accadono durante la giornata. L’obiettivo va comunque definito a priori per utilizzare al meglio le opportunità dell’insegnamento incidentale.incidentale.
  • 49. Sostenibile: quando si parla di sostenibilità spesso ci si riferisce principalmente all’impatto economico delle terapie, che rappresenta un indubbio problema. Ma il termine sostenibilità possiede anche accezioni diverse, ad esempio la sostenibilità intesa come risorse socioculturali, emotive e motivazionali dei genitori e dell’intero sistema famiglia, come integrazione delle tecniche comportamentali negli interventiintegrazione delle tecniche comportamentali negli interventi scolastici e in quelli erogati dai servizi sociosanitari. Quindi la sostenibilità definisce il miglior punto di equilibrio tra l’efficacia teorica (efficacy) di un intervento e l’efficacia applicata (effectiveness) di quell’intervento in uno specifico contesto familiare, scolastico, sanitario e comunitario di riferimento.
  • 51. Trasferire una prassi Questione di competenza e di verificabilità del proprio operato Attingendo alle competenze “altrui” e alla verificabilità del loro operato
  • 52. Sappiamo che l’importante è avere obbiettivi condivisi!!..sarebbe un bel bersaglio!! Team Autismo NR2